Capitolo 3

 

S:” Che mi crediate o no signore ne ho sedici”.

Rimasi a guardarla come in trans, che razza  di scherzo era? Si vedeva benissimo che non ne poteva avere sedici, cioè potrebbe essere mia nonna dall’aspetto.

S:” Non mi credete vero? Be come darvi torto, dal mio aspetto potrei tranquillamente passare per vostra nonna. Ayame prepara il the, così piegheremo a questi signori cos è successo”.

Parlò a una signora con grandi occhi verdi e due codini bianchi con un iris sopra.

A:” Subito Sango”

S:” Venite pure, la sala da pranzo è di qua. Ume per favore chiedi alla regina se si sente abbastanza bene per scendere”

U:” Vado subito, nel caso non se la sentisse?”

S:” In quel caso aiutala a prepararsi, verremo noi da lei”

Ci fece strada in un grande salone pieno di colonne e dipinti, uno di questi rappresentava una piccola dea con al collo la sfera dei quattro spiriti, il simbolo di purezza per eccellenza, rimasi affascinato dalla sua bellezza e, girandomi constatai che anche i miei soldati lo erano.
La signora Sango se ne accorse e sorrise tristemente guardando il volto della dea

S:” E’ molto bella vero?”

I:” Mai visto nulla di simile, nel mio castello ci sono molti dipinti raffiguranti dee, dove l’avete comprato? Questo pittore potrebbe fare qualche quadro per me”
 
S:” Purtroppo è morto, fu re Sota a dipingere questo quadro, ma, se ci aiuterete potrete chiedere a uno dei vostri pittori di ritrarre un’altra  volta la fanciulla”

I:” Vuole dire che questa bambina non è frutto della fantasia del re?!”

S:” Certamente, quella che vedete è la regina all’età di tredici anni”

Rimasi in silenzio senza riuscire a formulare un pensiero preciso, quella bellezza, quella purezza era la mia promessa sposa! Sapevo che per lei era stata fatta una sanguinosa guerra, ma mai avrei pensato fosse così bella.

Mi:” Che ti avevo detto?”

S:” Per favore sedetevi, dobbiamo spiegarvi del perché ci serve il vostro aiuto”

Ci sedemmo

S:” Come avrete capito dalla voce mia e delle mie amiche noi non abbiamo l’età che mostriamo, in realtà tutte noi qui siamo tra i quattordici e i diciotto anni. Avete mai sentito parlare dei demoni della bellezza?”

Mi:” Ovviamente, sono demoni sia maschi che femmine che rubano la bellezza altrui per raggiungere la bellezza perfetta”

S:”Esatto, ogni volta che individuano qualcuno più bello di loro gli rubano l’aspetto e la vittima diventa un vecchietto, l’unica cosa che gli resta è la voce, come avete potuto notare”.

Concluse con uno sguardo sofferente, non doveva essere facile vedersi sempre bella e, all’improvviso diventare una vecchia.

Mi:” Hanno rubato la bellezza dii tutte le donne del castello?”

S:” Si signore, in realtà il loro capo era venuto qui per Kagome, ma vedendoci ha chiamato tutte le sue compagne e il resto lo potete immaginare da voi”.

K:” Mi dispiace, a causa mia tutte voi siete costrette a vivere in anticipo la vecchiaia”

Quella voce mi arrivò dolce, melodiosa e anche un po’ triste, sentii il cuore stringersi in una morsa d’acciaio e, all’improvviso stendersi totalmente, è quello che noi dal sangue demoniaco chiamiamo Kei, prima ancora di girarmi ne ero già innamorato.

Davanti ai miei occhi c’era una signora dai lunghi capelli bianchi legati indietro da un fiocco, con un lungo kimono bianco pieno di ricami argentati e due grandi occhi neri. Il viso fortunatamente non aveva rughe se non quelle d’espressione e si vedeva lontano un miglio che in realtà era bellissima.
Vidi tutti i soldati guardarla ammirati e questo mi fece davvero innervosire, anche Kagome se ne accorse,


K:” Perdonate, a causa della mia vecchiaia anticipata ho pensato che non fosse necessario mettermi la maschera, se per voi il mio aspetto è motivo di distrazione la metto subito”

I:” Non preoccupatevi, piuttosto cerchiamo una soluzione per il problema vostro e delle vostre amiche”

Mi guardò con gli occhi luccicanti.