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Autore: allison742    03/06/2013    12 recensioni
Io lo so che sono un casino, so che a volte ispiro più schiaffi che carezze, ma ho bisogno che le persone non se ne vadano dalla mia vita;
che lottino per starmi accanto quando sono io la prima a spingerle via.
Ho bisogno di sorrisi sinceri e parole sussurrate all'orecchio.
Ho bisogno di persone che invece di fermarsi davanti ai muri che ho alzato intorno a me, cerchino di abbatterli con la loro presenza.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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“The hardest part of ending is starting again”

 
 
 

La vita va avanti

 
Fino a che punto si deve arrivare per amore?
Erano passati tre anni da quel giorno, e Rick continuava ancora a riflettere sulla questione.
Ci pensava nei momenti più strani, per esempio in coda al supermercato, o quando spingeva Allison sull’altalena. Perfino quando guardava un cartellone pubblicitario per strada.
Ma ormai aveva preso la sua scelta, e non c’era molto altro su cui ragionare.
Ad oggi, quel giorno di ansia e trepidazione, era solo un ricordo lontano, quasi sfuocato.
Ricordava però benissimo la speranza provata durante il bacio, come nella favole.
Speranza vana, come quella che nutriva nel poter fare la scelta giusta.
Perché, almeno in quel caso, non c’era assolutamente nulla di giusto o sbagliato. C’era solo la vita o la morte. La bugia o la verità. Il mantenere una promessa e il non farlo.
E, alla fine, aveva deciso. Non si chiese mai se avesse fatto la scelta migliore.
Si era categoricamente rifiutato di farsi mangiare vivo dal senso di colpa. Avrebbe semplicemente accettato la sua scelta, e ci avrebbe convissuto per sempre.
Poi, dopo quel giorno, la vita era continuata… pian piano avevano ripreso la solita routine, e Allison stava superando l’accaduto molto bene.
Era una bambina fantastica… una bambina che sta crescendo. Pensò, mentre la guardava correre nel prato con Boris, il cane che la psicoterapeuta aveva consigliato di comprarle.
Un sorriso gli nacque spontaneo sul volto, mentre si immaginava Kate lì con loro. Ma non tutto è sempre possibile, pensò poi con rimpianto.
Una goccia lo colpì sul braccio. Alzò gli occhi al cielo, stava arrivando un temporale.
Chiamò Allison, che arrivò in fretta con il guinzaglio tra le mani. Pochi secondi dopo cadde il diluvio universale.
Essendo a piedi, corsero verso casa mano nella mano, con Boris che abbaiava in continuazione.
Erano completamente bagnati ormai, e questo gli ricordò l’allagamento della casa di Kate. Un sorriso nacque spontaneo.
Guardò Allison preoccupato del fatto che potesse ammalarsi, ma notò un sorriso luminoso sul suo volto. E tutti i problemi sparirono, scivolarono via come l’acqua dai loro corpi.
Finalmente, dopo tanto tempo, vide di nuovo quel magnifico sorriso sulla bocca di sua figlia. Quanto gli era mancato…
Le ricordava tanto Kate, in tutto quello che faceva. In ogni momento della giornata.
- Forza papà! Corri più veloce! – lo incitò, trascinandolo per il braccio.
Lui rise e accelerò il passo.
Era tutto perfetto, nonostante la pioggia, nonostante l’assenza di Kate, era riuscito a rivedere sua figlia ridere per una stupida pioggia. Niente poteva andare meglio di ora. O almeno così credeva…
 
- Lo sapevo che ti saresti raffreddato! – disse Allison al padre, mentre gli portava una fazzoletto per il naso.
Lui annuì sorridendo, prendendola per la vita e facendole il solletico, mentre riceveva in cambio il suono armonioso della sua risata.
- Forza piccola, a letto adesso! – la incitò, lasciandole un bacio sulla fronte.
Lei, obbediente, si diresse verso le scale, ma si fermò al primo gradino.
- Papà? – chiese, titubante.
- Dimmi tesoro… - rispose voltandosi, per poterla guardare in faccia.
- Cosa ti manca di più della mamma?
Rimase immobile, completamente annientato da quella domanda.
- La sua voce. Mi manca la sua voce che mi dice Ti amo.
- Anche a me. – assentì con una lacrima, prima di salire gli altri gradini e sparire oltre l’angolo.
 
Rimase sul divano per lunghe ore, pensando e ripensando a quella domanda.
Come aveva fatto ad essere così sciocco da pensare che, con una risata sincera, tutto si sarebbe sistemato? Allison stava vivendo senza una mamma, e il peso di questa assenza cominciava a farsi sentire.
Lui ricordava tutto di lei, e ogni singolo dettaglio gli mancava incessantemente.
Ora viveva solo di ricordi.
Come un lampo si fece strada nella sua mente quel giorno quando, una settimana prima di sposarsi, litigarono come non era mai successo, e lui uscì di casa sbattendo la porta.
Non si fece vedere per due giorni, finchè Kate, andando al distretto, lo trovò seduto sui gradini davanti all’entrata, con la testa bassa e gli occhi socchiusi.
- Che ci fai qui? – gli chiese, sostenendo il tono.
- Ti aspettavo. – rispose alzando lo sguardo, nel quale Kate intravide senso di colpa.
- E come diavolo facevi a sapere che sarei arrivata ora?
- Non lo sapevo. Mi sono seduto e mi sono detto: “Ok, conto fino a dieci. Se non arriva me ne vado”
- E a che numero sei arrivato?
- A tremilaquattrocentoventi, ma potevo continuare.
Lei non poté fare altro che ridere e abbracciarlo, sussurrandogli quanto era scemo, intervallando dei “Ti amo” ogni tanto.
Rick sorrise a quel ricordo ormai troppo lontano.
Si stava asciugando una lacrima quando suonò il telefono.
Erano le undici di sera… strano, pensò alzandosi.
- Pronto?
- Richard Castle? – quella voce... erano anni che… l’aveva quasi dimenticata.
Poteva giurare di aver sentito il cuore fermarsi. O battere più forte, non lo sapeva neanche lui.
- Che è successo dottore, perché mi chiama oggi? – chiese, terrorizzato.
Poi seguirono quelle tre parole che stravolsero la sua vita. Di nuovo.
- Si è svegliata.





______________________________

Note dell'autrice

Ed eccoci alla fine anche di questa long.
Mi dispiace quasi, sapete? Mi ero affezionata.... va beh, vorrà dire che lavorerò sulla prossima ;)
Ringrazio tutte voi, che avete letto, vi siete emozionate e siete rimaste a bocca aperta per il finale, vero? :)
Ah, una cosa... nel ricordo di Rick, il dialogo che hanno avuto non l'ho inventato io, però mi è piaciuto un sacco, e non potevo non inserirlo *-*
Detto questo... grazie ancora, soprattutto alle ragazze che, con pazienza, hanno letto in anteprima e mi hanno evitato figure del cavolo!
Ci sentiamo presto,
un bacio, Giuli.




 

   
 
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