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Autore: Mami93    03/06/2013    1 recensioni
“Take, toglitela subito dalla testa, chiaro?” si impunta il piccolo della congrega. […]
“ma chi è?” continua imperterrito il ragazzo. Adesso, guardandosi in giro ogni ragazza sembra sfigurare al suo confronto. Si chiama Hikari Yagami, gli viene spiegato, ed è la figlia minore di un boss della Yakuza.[…]
“non è come le altre. Sono pochi i ragazzi che riescono ad avvicinarsi a lei, e anche loro non sono raccomandabili”. L’altro ragazzo non può fare a meno di capire che secondo Davis anche questa Hikari non è raccomandabile, ma anzi che esserne dispiaciuto ne è affascinato.
Sembra la solita storia a lieto fine in cui due ragazzi completamente diversi si incontrano e condividono insieme la strada che il futuro riserva loro, ma le apparenze a volte ingannano… nulla di ciò che ci si può aspettare capiterà…
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daisuke Motomiya/Davis, Hikari Yagami/Kari Kamiya, Ken Ichijoji, Takeru Takaishi/TK, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Il giorno dopo la colazione viene consumata in silenzio religioso. Takeru ha dormito poco, causa anche il pianto ininterrotto della madre. A letto si sentiva tutta la colpa gravargli sulle spalle, sapeva di aver provocato lui quella reazione, ma non trovava davvero altre parole per togliere la madre dall’illusione che un giorno sarebbe cambiato tutto, come per magia. Dopo poche parole e i soliti auguri di buona giornata, il ragazzo si invia con poca voglia verso l’edificio scolastico. L’unico è sperare che non mi assillino anche oggi, spera.

Durante tutta la notte ha sognato strane lezioni su argomenti stranissimi e senza senso, come quando doveva imparare a memoria i nomi di tutti gli alunni della scuola e le rispettive classi. Varie volte aveva interpretato il professore o il preside, ma la maggior parte figurava da semplice alunno pressato dallo studio. Probabilmente l’enorme quantità di compiti che si era imposto di fare la sera prima per portarsi avanti in previsione di una futura lezione con Hikari avevano aggravato il sonno di Tk, ma, ne era certo, anche il fatto che avrebbe davvero dovuto sfoderare tutte le sue doti da bravo alunno per mostrarle alla Yagami contava parecchio. Se era vero quello che aveva detto quel ragazzo, di probabilità con Hikari ne aveva poche, anche perché non se la sentiva proprio di farsi menare da quei tizi, però il solo pensiero di poter passare del tempo in sua compagnia lo facevano sentire leggero. Certo, sarebbe stata dura mantenere la concentrazione, ma doveva ad ogni costo dimostrarle quanto valeva, anche perché già in due occasioni era riuscito a passare da deficiente. Insomma, come avrà fatto Hikari a capire che Tsubaki gli viene dietro? È davvero così evidente come dice Dai? Perché in fondo lui non se ne era affatto accorto. Certo, ora veniva il problema maggiore: dirle che avrebbe rinunciato a fargli da professore perché aveva preferito un'altra, che a quanto diceva Hikari, odiava. Effettivamente, ora che ci pensa, le occhiate che la bionda lanciava alla mora non erano delle più benevoli. Ma, a proposito di questo, come faceva a sapere che Tsubaki gli aveva chiesto di fargli da Prof? Questo non poteva averlo sentito in giro perché ne aveva parlato solo con… Daisuke? No, non può essere, nega con la testa il ragazzo. Solo adesso si accorge di essere davanti a scuola, e qualcuno lo sta guardando con un aria interrogativa. Fantastico, adesso, oltre al fatto che mi piace una ragazza, penseranno anche che sono pazzo a parlare da solo, sbuffa dirigendosi con passo pesante dai suoi amici. “Che hai Tk?” chiede preoccupato Cody. Inizialmente rimangono tutti immobili ad aspettare una risposta, poi Tk si decide: in fondo sono suoi amici, è giusto che sappiano tutta la storia. Inoltre ho davvero bisogno di sfogarmi, pensa. Così racconta ai suoi amici tutto quello che gli è successo il giorno prima a scuola, tranne l’incontro con il fratello, e fra una risata e un respiro trattenuto ascoltano le vicende fino al suono della campanella.

Uno sbadiglio profondo riscuote Daisuke dai suoi pensieri. Quella lezione di giapponese antico è davvero noiosa, ed estremamente lunga. Per fortuna che il professore sta spiegando, perché se facesse qualche domanda lui non saprebbe neppure l’argomento che stanno trattando. Con fare annoiato comincia a sfogliare il libro di testo, ma dopo qualche pagina si accorge che questo non è un buon modo per distrarsi. Guardandosi in giro nota che anche altri ragazzi hanno la sua stessa espressione, e le ragazze continuano a passarsi bigliettini da un banco all’altro. Ah, beata innocenza! Si ritrova a pensare. Continuando a far cadere lo sguardo qui e là nota Takeru. Sembra uno dei pochi attenti alla lezione, o almeno da uno sguardo affrettato, ma lui sa che ha la mente altrove. Quella ragazza è ormai diventata un incubo per lui. ricorda che la prima volta che l’ha vista ne è rimasto stregato, e come il biondo, ogni azione era dettata dal bisogno di farsi notare da lei. Solo dopo diversi mesi aveva deciso di provarci con lei, ma già al primo tentativo si era trovato davanti Hikari che si faceva grasse risate. Quella fu l’unica volta che ci provò: la bruciante sconfitta lo aveva demoralizzato, e più che continuare a guardarla da lontano aveva cominciato ad odiarla, lei e tutti quei tizi che le giravano attorno. Solo col tempo, con lo scemare della cotta, gli era diventata indifferente. Molte ragazze pensavano che lui fosse un bel ragazzo, ma periodicamente si fermavano alle apparenze, etichettandolo come superficiale e infantile. Lui non era così, lo sapeva. Certo, alcune volte i suoi comportamenti non erano propriamente professionali e maturi, ma in fondo era un bravo ragazzo. Ah, e chi vuole una relazione, in fondo! Basti vedere sua sorella: ora che si è lasciata con il fidanzato è intrattabile, sempre pronta a scoppiare in lacrime ed è pure ingrassata visibilmente, forse a causa dei troppi gelati. E pensare che reputava Tai un mito, oltre che per il fatto del suo metodo di gioco nel calcio, ma soprattutto perché riusciva a sopportare le bizzarrie di Jun. Non sapeva se rallegrarsi che finalmente si fosse accorto della vera natura cretina di sua sorella oppure al contrario essere deluso dal fatto che ora lo avrebbe visto molto meno. Pensare che è il fratello di Hikari, sono così diversi… bhe, in fondo anche lui e Jun non hanno nulla in comune, quindi forse la cosa è giustificata. Tk non si è ancora voluto confidare con lui su quel ragazzo che era venuto a trovarlo a scuola; infatti Dai è sicurissimo che la somiglianza non sia solo un puro caso, ma se il suo amico non gli ha voluto dire niente, forse ha solo bisogno di tempo. Non credeva di trovarlo così simpatico, all’inizio la prima impressione che gli aveva dato era quella di un ragazzo di campagna molto carino che non vuole destare attenzione, ma poi si è rivelato un ragazzo solare e molto divertente, alle volte. Finalmente la lezione termina, e il ragazzo accoglie con le lacrime agli occhi il suono della campana. Appena raggiunge Tk nota che sta frugando nel suo zaino. “oggi ho promesso a Cody di mostrargli un esercizio che la sua maestra ha accennato alla loro classe. Dice che vuole capire come si applica quella regola” dopo una pausa riprende, sorridendo “è molto sveglio e ha iniziativa, quando arriverà nel mondo del lavoro farà strada”. Il commento è seguito da una smorfia del moro. Non gli è mai andato a genio quel ragazzino, gli è sempre sembrato completamente diverso da lui e Ken, e con sua enorme sorpresa fra Cody e Tk si stava sviluppando una bella amicizia. Gli odori della mensa arrivano fino a lì in corridoio, e l’acquolina comincia ad invadere la gola di Davis. Solo quando il piatto è straripante di cibo si decide a raggiungere il tavolo, dove Tk sta già mostrando un accidente di esercizio al ragazzino. “come fai a mangiare tutta quella roba e rimanere così magro resterà un mistero” commenta asciutto il piccolo della congrega, prima di re immergersi nel libro. Senza nemmeno rispondergli affonda la forchetta nel piatto e si abbandona ai piaceri del cibo. Altro che ragazze, pensa Dai, ingoiando quasi per intero gli spaghetti.

Sabato arriva con uno strano senso di irrequietezza per Tk:quel pomeriggio suo padre sarebbe venuto a prenderlo,e  con lui ci sarebbe stato anche suo fratello. Sua madre non si è voluta unire, ma forse così la cosa risulta più facile: essendo solo uomini possono comportarsi normalmente senza passare da sozzoni o maleducati. Hikari non si è fatta vedere da quando si è proposta come sua alunna,e  questo lo rende stranamente triste. Alla seconda ora un suo compagno di classe lo distrae dalla conversazione con Dai: “c’è una ragazza che ti cerca” annuncia. Improvvisamente, a quelle parole il cuore comincia a battergli sempre più forte, e l’agitazione si fa sentire sempre più mano a mano che si avvicina alla porta. Ad aspettarlo, però, non c’è la moretta, ma una ragazza bionda molto imbarazzata. “Tsubaki, hai bisogno” attira la sua attenzione, leggermente deluso. Lei lo guarda trasognante (solo dopo che gli è stato detto da Hikari che la bionda gli veniva dietro ha cominciato a notare il suo atteggiamento nei suoi confronti) e prende fiato, come se si stesse preparando a confessargli il suo amore. A quel pensiero una nota di panico gli offusca la mente, ma si trasforma velocemente in puro terrore non appena capisce per quale motivo è venuta a cercarlo: “hai deciso allora se sei disposto a farmi da prof di recupero durante i pomeriggi?”. La domanda, così innocua, provoca un eccesso di tosse al biondo. Non appena riesce a prendere fiato la guarda addolorato “scusa, ma proprio non posso. L’ho già promesso a qualcun altro” recita la scusa che fino a  quel giorno si è ripetuto in preparazione a quell’evento. “ah, ok, spero allora che possa diventare un bravissimo alunno, visto che ci sei tu con lui” malgrado le belle parole lo sguardo è oscurato dalla delusione. “è una ragazza” si affretta a precisare. Immediatamente si pente delle sue parole, ma quegli occhi, il sorriso forzato e la sua gentilezza lo hanno fatto crollare, così tutta la falsa storia che si era ingegnato a creare era caduta miseramente nel cesso. Lo sguardo della ragazza è sorpreso. “è Hikari” vuota definitivamente il sacco. Ok, adesso si sente davvero male, non tanto per la rabbia che sembra averle tramutato l’espressione, quanto per l’espressione di disgusto che Tsubaki sta rivolgendo a lui. dopo qualche parola borbottata velocemente abbassa la testa e si allontana a passo deciso. “l’hai fatta grossa,a desso, eh?” lo sorprende la voce di Daisuke, appoggiato alla porta con le braccia incrociate. “ma tu hai degli amici tuoi, Dai, invece di venire ad origliare le mie conversazioni?” gli domanda acido. “certo, ma mica mi potevo perdere questa scena” lo sorprende con tono allegro. Lo sguardo che gli rivolge lo fa gelare, ma la reazione dura poco, perché Motomiya non si fa scoraggiare da nulla, neppure da uno sguardo che promette una vendetta lunga e dolorosa. Gli è subito alle spalle per chiedere al biondino i dettagli della conversazione quando si ritrova il suo astuccio in tasta e tutto il contenuto riverso a terra, con un Tk che sfoggia un sorriso sornione e fiero.

Non appena il campanello di casa suona il ragazzo saluta la madre e si precipita giù per le scale, rischiando di troncarsi l’osso del collo. Non appena intravede la macchina del padre un moto di euforia pura si sprigiona nel petto, prima di attraversare la strada di corsa.

Suo fratello è seduto dietro e si direbbe che stia dormendo, se ogni tanto non rispondesse alle domande che il padre gli rivolge. A Tk non importa, tutto pur di stare assieme al padre. Di certo non sarà il suo solito atteggiamento introverso a rovinargli la gita. La destinazione è la spiaggia, per godersi le ultime ore di sole primaverile, poi una cena veloce e tutti a casa a ingozzarsi di schifezze varie. Le onde che gli lambiscono le caviglie gli fanno girare la testa, mentre ad occhi chiusi si sente come su un altalena. “dovremmo andare Tk,si sta facendo tardi” la voce del padre lo riscuote improvviso. “papà” gli urla correndogli dietro dopo essersi infilato le scarpe sul bagnasciuga “credi che domani sia ugualmente bel tempo” “non lo so Tk, perché” chiede apparentemente disinteressato “potremmo andare da qualche parte a passeggiare, non credi?”. A serata passa completamente tranquilla, e anche il giorno seguente sembra filare tutto liscio. Mentre se ne stanno seduti su una panchina a digerire i panini, Takeru e il padre osservano Yamato che cerca con non poco imbarazzo di liberarsi dalle due ragazze che lo hanno circondato, con la scusa di voler sentire una canzone, poiché si è portato la chitarra appresso, ma con il vero intento di provarci spudoratamente. “chissà cosa lo ha reso così schivo. Potrebbe circondarsi di amici e ragazze, ma preferisce la solitudine” afferma il ragazzo “smettila di parlare così di tuo fratello, non è bello” lo ammonisce severamente il padre, lasciandolo leggermente basito.

Il ritorno a casa è stranamente silenzioso, e quando Tk si appresta a scendere dall’auto non è troppo prodigo di saluti, ne verso il padre, ne tanto meno per il fratello. Non appena si volta verso casa nota una chioma familiare “Dai, che ci fai qui? E chi ti ha detto dove abito?” aggiunge meditabondo. “nel quartiere sei l’unica persona che si è trasferita da poco” spiega velocemente con una strana espressione, tra il curioso e l’offeso “vado ad appoggiare la roba, poi ce ne andiamo da qualche parte, aspettami qui” gli urla dietro mentre sta già salendo le scale due alla volta. Non fa in tempo a scorgerlo appoggiato al portone che capisce che il suo tono è particolarmente duro “perché non mi hai detto che hai un fratello?” al silenzio del biondo seguono altre parole di Dai “e non dirmi che non hai trovato il momento, perché era lui quello con cui parlavi l’altro giorno sotto scuola” l’ira repressa minaccia di uscire, ma l’espressione di Takeru la scaccia momentaneamente.

“…non mi piace parlarne; è per questo che non ti ho detto niente” conclude la sua storia con uno sguardo addolorato “credevo che gli amici si dicessero tutto” lo sgrida Motomiya. L’altro lo fulmina con lo sguardo, appoggiando i gomiti sulle ginocchia “senti Davis, piantala di farmi sentire in colpa, mi dispiace, ok?” solo dopo aver saputo quanta amarezza ha pervaso il suo amico alla vista di Matt, Tk si è reso conto di quanto fosse infondata la sua paura. “ok, ma se lo rifai ti strappo tutti i peli che hai addosso, chiaro?” riprende con la sua voce allegra e squillante “bel recupero veloce1!” lo ammonisce Tk “certo, se non sono io qui a tenere alta l’allegria, stiamo freschi” Takaishi ci impiega un po’ ad afferrare il concetto, ma recupera subito i metri persi rincorrendolo e minacciandolo di morte istantanea. Al campo una squadra di ragazzi sta intrattenendo la platea con alcuni passaggi da vero bomber della nazionale, e anche i due amici si fermano a guardare. Non appena la partita è finita Dai schizza come un fulmine verso il campo, seguito a ruota dal biondo, leggermente imbarazzato dell’intrusione che il suo amico ha provocato “Tai” urla il moro sventolando un braccio “Dai, anche tu qui?” “certo, non potrei perdermi una tua partita per nulla al mondo!” lo elogia leggermente imbarazzato. “Ciao” saluta Tai vedendo avvicinarsi il biondino “oh, già, lui è Tk, ma non farci caso, comportati come se non ci fosse, con me funziona. Sai” si avvicina maggiormente al maggiore e abbassa la voce con fare cospiratorio “io non lo sopporto tanto, ma lui mi sta sempre appiccicato come un mollusco” un poderoso schiaffo in piena testa lo fa piegare in due dal dolore “ma sei pazzo, vuoi staccarmi la testa dal corpo, per caso?” lo assale Dai “bhe, diciamo che era la mia intenzione, così per lo meno non puoi più dire cazzate” lo zittisce Tk con un’occhiataccia. La risata di Tai li fa tornare sul capo da gioco “però, forse Dai hai trovato un avversario che sappia tenerti testa”. Il piccolo moro sbuffa divertito, ma ormai nessuno gli da più ascolto “io comunque sono Tai, tanto piacere” sorride allungando la mano. “piacere. Ho visto come giochi, e ne sono rimasto stupito” afferma sinceramente “già, Tai è un fuoriclasse. Lui riesce a scartare tutti gli avversari e a segnare un gol senza l’aiuto di nessun altro giocatore” si spertica in complimenti Daisuke. Una risatina soffocata dell’amico lo fa tornare serio e, a giudicare dall’espressione, leggermente incazzato “non è, vero che ti sei preso una bella cotta per Tai?” chiede soffocando a stento le risate. Dopo un vistoso imbarazzo da parte di entrambi i moretti ecco la consueta corsa e la baruffa fra i due ragazzi, finiti per terra e segnati a dito dai ragazzi circostanti.

“idiota”, “non ho fatto nulla”, “cretino”, “sei tu che sei suscettibile”, “imbecille”, “non ti ho detto io di corrermi dietro”, “citrullo”. Ormai da qualche minuto va avanti questa conversazione, che per fortuna Tai sembra intenzionato a far finire “che ne dite di piantarla entrambi?” propone, ma con scarsi risultati “è per colpa tua se il mister ci ha cacciato dal campo” “ma noi non stavamo giocando, cosa te ne importa?” chiede il biondo ingenuamente “me ne importa perché si ricorderà sicuramente di me quando tornerò al campo. E inoltre è il migliore allenatore a cui si possa aspirare: cosa credi che abbia pensato di me?” sbraita imbufalito Daisuke “che sei un bambino, e che” confessa tranquillo l’amico, interrotto dalla tirata di capelli che gli riserva l’altro. “deficiente” si lagna Takeru tenendosi la testa e guardandolo con gli occhi lucidi “adesso basta, o anche io comincerò a pensare che siete davvero infantili” li ammonisce severo il povero Taichi. Finalmente raggiungono la gelateria ed ordinano i loro frappé, prima di tornare sui loro passi. “Dai, il coach è un uomo saggio, e sa che i ragazzi sono irruenti come voi. Non te la devi prendere con Tk” prova a calmare le acque, visto che i due sembrano in serio conflitto “tu dici bene, con il cognome che porti tutto ti è permesso!” borbotta masticando la cannuccia. L’occhiata fugace che gli riserva Tai è meditabonda “Non sono arrivato dove sono perché porto il cognome Yagami” afferma serio e scocciato. Non appena giunge all’orecchio di Takaishi quel nome il frappé rischia di strozzarlo, così è costretto a fermarsi e piegarsi in due per riprendere fiato, tossendo a più non posso. Con gli occhi ancora lacrimevoli guarda entrambi inorridito “Yagami?” riesce solo a dire prima di tornare a un tentativo di vomitare i propri polmoni “ah già, è vero che a te quel nome da alla testa” afferma sovrappensiero Dai. Improvvisamente il neo-degente si riprende all’istante e fulmina l’amico “tu lo sapevi? Tu lo sapevi e ti sei guardato dal dirmelo? Sei una merda ambulante, Daisuke Motomija” afferma sprezzante, guardandolo come una schifezza “non capisco, qual è adesso il problema?” chiede confuso il terzo ragazzo, che ormai comincia a capire che i litigi fra questi due sono all’ordine del giorno “oh nulla, solo che Tk ha una cotta stratosferica per tua sorella. E comunque non l’ho fatto apposta, a non dirtelo. Non sono mica ossessionato da lei, io” si giustifica. Al contempo il biondo diventa di un bel colore rosso brillante, prima di guardare Tai con una supplica che proviene dal profondo “se non ricordo male anche tu avevi perso la testa per lei, no, Dai?” chiede innocentemente Taichi. Motomija si infervora e si allontana a passo spedito da quei due traditori e Tk ringrazia vivamente il maggiore per l’aiuto prezioso che gli ha fornito, prima di rincorrere l’amico intimandogli di fermarsi e di . “sai dove te la infilo la filosofia Takeru? Su per il…”

“comunque Take ti assicuro che non ci ho pensato a dirti che Tai è il fratello di Hikari, se no te lo avrei detto prima!” si scusa per l’ennesima volta Daisuke “e te lo credo; bella figura che ho fatto!” commenta acido, ma lo sguardo che gli rivolge è rassicurante. Ken ancora ride sotto i baffi da quando ha saputo come è andata la faccenda, ma dopo l’occhiataccia del biondo si è ben guardato dal trattenersi, per lo meno pubblicamente. Takeru intravede di sfuggita Tsubaki e decide di andarle a parlare: dopo sabato l’aveva accuratamente evitato, e questo comportamento gli dispiaceva, visto che da quando era arrivato lì era stata sempre gentile con lui. le corre dietro chiamandola, ma sembra che non abbia intenzione di fermarsi. Solo quando si trova a qualche metro di distanza decide di rivolgergli la sua attenzione, ma l’espressione che gli si presenta sul viso è scoraggiante. “Tsubaki ascolta” si blocca immediatamente annaspando per lo sforzo “volevo chiederti scusa per sabato” “perché? Non mi hai fatto nulla. Sei solo stato sincero confessandomi che hai preferito un altra ragazza a me, tutto qui!”. Certo, la verità la sapevano entrambi, ma sentirsela spiattellata con tale rudezza lo lascia comunque basito “si, ma è il modo in cui te l’ho detto!” precisa fissandola negli occhi “Non avrei dovuto ferirti in quella maniera, ma mi sembrava giusto essere totalmente sincero con te fino in fondo, visto che sei sempre gentile con me”. Ecco, adesso che il sacco è vuotato si sente davvero meglio, ma l’espressione dell’amica non sembra comunque idilliaca “già, e pugnalare alle spalle è il modo giusto per mostrare la propria gratitudine” sputa tutto il veleno che le invade il corpo. Certo quella frase nessuno dei due se l’aspettava, e il ragazzo la sta guardando mortificato e forse un po’ sorpreso. Ma chi l’ha messa in questa situazione, si domanda la bionda. Sospira esasperata “senti Tk, sarò sincera: non porto rancore, ma ti consiglio di stare attento a lei, perche è subdola” finalmente riesce a dire quello che ha sempre pensato di quella Hikari “va bene, cercherò di seguire il tuo consiglio” prova a tranquillizzarla Takeru salutandola poi con un sorriso dolcissimo. Si, peccato che tu ne sia già cotto, commenta poi fra se e se.

“sai cos’è? sei fortunato perche è innamorata persa di te, altrimenti nella stessa situazione avresti già preso uno schiaffo in piena faccia” bofonchia quasi invidioso Dai “già, perché tu te ne intendi di sberle, vero?” lo stuzzica il biondo. Un leggero colpo di tosse fa voltare tutti e due, e finalmente notano Ken che li guarda serio, affiancato da un Hikari spazientita “Oggi pomeriggio vieni a casa mia per la prima lezione. Finito il tuo allenamento di basket mi dovrai raggiungere immediatamente al cancello, e devi portarti dietro il libro di Matematica. Ti è tutto chiaro?” le parole lo investono come un tornado, senza neppure avere il tempo di immagazzinarle. “buongiorno anche a te” bofonchia un po’ offeso Dai, ma si zittisce subito all’occhiata fulminante che gli lancia Hikari “potresti concedergli dieci minuti di tempo, giusto per permettergli di raggiungere la farmacia più vicina. Sai, non credo che abbia profilattici nello zaino” prova a tranquillizzarla subito dopo, ma con scarsi effetti, visto anche che si trova una mano di Tk sulla faccia e l’altra dietro la nuca a bloccargli la testa “si, va bene, ci vediamo oggi, allora” la voce che esce dalla bocca del biondo è particolarmente acuta. Senza neppure un cenno al moretto, la ragazza fa un cenno a Tk per salutarlo, prima di allontanarsi a testa alta. Non appena sente la presa diminuire sul viso, Dai prova a protestare per la brusca interruzione, ma gli manca il tempo, poiché l’amico gli salta al collo, probabilmente con l’intento di soffocarlo, mentre qualcuno, probabilmente Ken, se la ride di brutto.

A pranzo, con Dai che continua a lagnarsi di un misterioso dolore lancinante al braccio, Ken che prova a tranquillizzare Tk sui suoi timori della figura di merda che l’amico si è premurato di avergli fatto fare e Cody che continua a scossare la testa interdetto dal maturo comportamento dei suoi amici, la ragazza che si avvicina al tavolo passa inosservata, ed è costretta a bussare sulla spalla del moro, intento a divorare il suo pranzo, per farsi notare. “che c’è?” chiede con la bocca piena, scocciato dell’interruzione alla sua attività preferita “mi è stato chiesto di recapitare questo per te. Per tua mera informazione, sputare cibo addosso alle persone è segno di maleducazione” conclude scrollandosi la felpa dalle briciole di pane, prima di voltarsi e andarsene a passo spedito verso un tavolo all’altro capo della mensa. Daisuke continua a fissarla immobile, masticando lentamente, prima di tornare a voltarsi verso i suoi amici “e quella chi è?” chiede quasi cadendo dalle nuvole “forse una spasimante che ti ha voluto confessare i suoi sentimenti per iscritto, ma dopo la tua performance stai certo che avrà cambiati idea” dice Tk allungandogli il foglio che la ragazza aveva posato sul tavolo. Curiosamente veloce, Dai apre lo scritto, per poi emettere un suono gutturale “no, è mia sorella! Vuole che passi da Tai per riprendere le cose che ha lasciato a casa sua. Ma perché devo avere una parente così cretina?” sbotta lanciando il foglietto in mezzo al tavolo “aspetta, tua sorella stava con Tai?” domanda confuso Takeru “si, ma questa è storia vecchia. Ora lei non vuole più vederlo e manda il fratellino a fare da messaggero fra i due” aggiorna prontamente Ken. Alla domanda dell’amico se non poteva ribellarsi, tutti quanti scoppiano a ridere, eccetto Dai “tu non hai mai assaggiato i suoi pungi, Tk, se no non lo diresti”. Cody gli indica gentilmente la figura della sorella, seduta allo stesso tavolo della ragazza che ha portato il foglietto, ma nulla gli suggerisce questa cattiveria che descrive il fratello minore “è la storia che racconta a tutti, ma nessuno ancora ha saputo confermare le sue parole: tutti quanti affermano essere una ragazza educata e molto per bene” la difende Cody “forse perché tutti quelli che l’hanno criticata sono morti di una morte lenta e dolorosa” si difende Davis con una smorfia “si, certo, Jun, l’incubo di ogni ragazzo. Se mai scomparirai, sapremo da chi andare” lo canzona Ken, dandogli dolci pacche sulla spalla e alzandosi, assieme agli altri due, con i vassoi e piegati dalle risate “che merde di amici, che ho!” commenta prima di tornare al suo dolce.

È durante la prima ora del pomeriggio che l’idea brillante illumina la mente di Davis; dato che l’interrogazione dei tre ragazzi alla cattedra si sta protraendo per le lunghe e la professoressa non sembra minimamente interessata a ciò che accade al resto della classe, il ragazzo scivola furtivamente giù dalla sedia e, cercando di non farsi notare dall’insegnante, sgattaiola vicino al banco di Takeru. Quest’ultimo, sorpreso dal gesto dell’amico, lo guarda incuriosito “visto che oggi devi andare a casa di Hikari, perché non ci pensi tu a chiedere a Tai di restituire la roba a mia sorella?” domanda troppo speranzoso “perché dovrei fare da paciere fra i due innamorati?” chiede perplesso, ma Dai gli scocca uno sguardo stizzito “tu non vedi fare nulla fra nessuno, tonto! L’unica cosa che ti è richiesta è di dire due parole a Taichi da parte mia, così mi risparmio il tragitto che tanto tu sei già costretto a fare” conclude brillantemente. Purtroppo l’amico non trova tesi a sfavore, ed è quindi costretto ad accettare.

Durante l’ora di basket ogni senso del biondo e vigile, poiché vuole evitare qualsiasi scontro con i suoi compagni di squadra: dopo l’ultima volta che lo avevano messo in imbarazzo evitava accuratamente di rivolgere loro la parola se non per il solo intento di parlare della partita corrente o simil. Praticamente nessuno dovrebbe essere al corrente dell’imminente lezione che Takeru si appresta a sostenere con la Yagami, ma resta comunque sull’attenti non appena qualcuno della squadra lo guarda troppo insistentemente o se scoppia una risata senza motivo apparente. Finito l’allenamento tutti sembrano prendersela comoda, ma al ricordo dell’ammonimento di quella mattina, Takeru si costringe ad accelerare i tempi per non far attendere troppo la ragazza all’ingresso. Ironia della sorte: quando, con capelli ancora bagnati e borsone mezzo aperto raggiunge il cancello, non trova nessuno ad attenderlo. Passano due minuti, poi cinque; finalmente, dopo quasi un quarto d’ora che è lì appoggiato nota una figura familiare che si avvicina a passo tranquillo “pensavo avessi detto che sarei dovuto arrivare il prima possibile” prova ad incolparla senza che però sia troppo evidente l’accusa “è la mia tecnica per far si che nessuno arrivi in ritardo: anticipare di qualche minuto l’orario in cui bisogna incontrarsi” lo liquida sorpassandolo. Tk la affianca subito, cercando di capire se questa loro vicinanza è così sgradita come lei sembra voler far credere. “allora anche tu avevi un corso pomeridiano da seguire” azzarda “già” è la liquidaria risposta. Con un sospiro azzarda un approccio più irritato “prima o poi verrò mai a conoscenza dei tuoi intrattenimenti pomeridiani?”. Lo sguardo curioso e quasi sorpreso che gli rivolge lo lascia atterrito: è la prima volta che non è arrogante con lui, e così sembra acquistare ancora più fascino, se possibile “tutti tutti?” la leggera nota di imbarazzo fa intuire al biondo cosa intende con tutti “si, via, quelli scolastici, intendo” possibile che si debba sentire a disagio lui per ciò che fa Hikari nel suo tempo libero? Con un alzata di spalle, guardando la strada, il suo “forse” chiude definitivamente la questione. Procedono così, in silenzio, per altri tre minuti, fino a che non raggiungono un edificio enorme ed evidentemente ben curato. La casa, a un piano, ha un giardino nascosto dalla rete verde. La porta d’ingresso si apre su un corridoio leggermente scuro e spoglio. Il ragazzo segue la padrona di casa in una stanza, dove si blocca appena entrato. Il salottino che precede la cucina è occupato da due ragazzi stesi sul divano di 7 posti. Chissà, forse se torna subito indietro non si accorgeranno neppure della loro entrata. “vi spiace trattenevi per due secondi?” chiede evidentemente irritata Hikari. La ragazza che si trovava sul divano alza la testa velocemente e si butta a sedere, evidentemente imbarazzata. Il ragazzo, al contrario, resta sdraiato a occhi chiusi, respirando lentamente, a riprendere il controllo di se “non potresti semplicemente uscire come sei entrata, cioè senza rompere i maroni, Kari?” portandosi le palme delle mani sugli occhi continua la ramanzina “mai che ti passi per la testa che forse facendo così metti in imbarazzo Sora?”. La ragazza, ancora ad occhi bassi e i bracci stretti intorno alle ginocchia sembra non premurarsi di essere appena stata nominata “se forse avessi avuto gli occhi aperti, invece della bocca, avresti notato che ho ospiti, e forse è più in imbarazzo lui che la tua fidanzatina!” a quelle parole Tai sbarra gli occhi e incrocia quelli di Takeru “Tk!”. Adesso ad essere in imbarazzo sono i due ragazzi “voi due vi conoscete?” chiede Hikari avvicinandosi al biondo con una bottiglietta d’acqua in una mano e un’espressione schifata sul viso, fissando il fratello “si, ci siamo conosciuti ieri. Ma tu che ci fai qui?” chiede dando poca considerazione alla sorella “ehm, bhe, gli faccio lezioni private” prova a rimettere tutti a proprio agio “si, va bene. Almeno evitiamo presentazioni. Andiamo, dai!” lo incita afferrandolo per un braccio e tirandolo via “felice di averti conosciuto” prova a congedarsi dalla ragazza ancora in forte imbarazzo, ma è praticamente sicuro che lei non sia dello stesso parere. Finalmente viene liberato dalla presa della ragazza e la può seguire in camera sua, dove si accomoda ad una scrivania. Nel mentre che lei getta lo zaino in un angolo e prende il necessario per lo studio, Tk ha il tempo di guardarsi in giro: il letto è a due piazze, appoggiato contro la parete a nord, la finestra da sul cortile che circonda la casa, priva di tende, l’armadio che ricopre tutta la parete sud ingrandisce l’intera stanza, più di quanto già non lo sia, grazie agli specchi sulle ante. Gli scaffali traboccano di oggetti vari, fra cui varie foto leggermente impolverate, e sulla scrivania fogli vari, libri e cancelleria sommergono la maggior parte del piano e il computer portatile, aperto e in standby. La ragazza afferra qua e là i libri, li chiude e li appoggia sul letto, procurandosi lo spazio minimo per poter aprire il libro di matematica. “allora, da che cominciamo?” domanda afferrando una sedia e guardandolo fisso in faccia “ehm, non lo so, qual è il vostro programma, quest’anno?”. In tutta risposta gli porge il libro, aprendolo all’indice. Dopo una breve scorta degli argomenti torna a guardarla “e immagino tu debba partire dall’inizio” “già”. Bene, mettiamoci al lavoro, pensa. All’inizio Takeru sembra imbarazzato, soprattutto quando è costretto a diminuire la distanza per mostrarle come eseguire un esercizio, ma dopo un quarto d’ora sembra tranquillizzarsi, e la lezione prosegue tranquilla.

Dopo quasi un ora un lieve bussare li riscuote dai loro calcoli “Sora se ne sta andando, la accompagno a casa” la ragazza di prima spunta da dietro il braccio di Tai e fa un lieve cenno con la mano a Tk, che ricambia “va bene” lo liquida Hikari prima di riprendere la calcolatrice. Prima di richiudersi la porta, Tai lancia uno sguardo stupito a Takeru, come a dirgli però, tu si che ci sai fare, ma il biondo si limita a un cenno della testa. “vuoi riposarti cinque minuti?” prova ad interromperla, ma un grugnito appena udibile gli suggerisce che è troppo concentrata per ascoltarlo davvero. La ragazza è molto sveglia, e dopo che ha ascoltato la spiegazione teorica della regola riesce a fare l’esercizio quasi subito. Ogni tanto alcuni passaggi più complicati richiedono un ripasso delle regole, ma la capacità di Tk a trasformare la definizione in parole più semplici ed efficaci risolve ogni problema. Dopo un ora e quaranta Hikari chiude con uno scatto il libro, prima di appoggiarsi allo schienale, sfinita “direi che per oggi basta così” lo guarda intensamente, senza sbattere gli occhi “sei un bravo insegnate, te ne devo dare atto” lo sorprende. Per togliersi dall’impaccio si china a raccogliere il suo zaino, per poi metterselo in spalla. “ti chiedo scusa per l’imbarazzo che ha provocato mio fratello e quell’altra oca” Takeru la guarda severo, cercando di capire se lo sta dicendo per scherzo o è seria “non ti sta simpatica?” chiede sorprendendo anche se stesso della domanda. Sbuffa prima di emettere una breve risata secca “affatto. Ma almeno è meglio di quella precedente” a quell’accenno gli balza in mente una cosa “oh, è vero, dovevo chiedere a Tai se poteva ridare indietro a Jun la sua roba” una breve pausa fa cadere la casa nel silenzio più assoluto “bhe, ma immagino che con la sua ragazza davanti non potevo chiederglielo” borbotta più per se. “conosci Jun?” domanda lei forse più annoiata che incuriosita “no, l’aveva chiesto a suo fratello, e lui l’ha chiesto a me, visto che venivo qui” si affretta a rispondere, ma la sua interlocutrice non sembra molto interessata. Apre la porta d’ingresso per farlo uscire e si ferma lì, sul ciglio dell’entrata. Il biondo si volta per salutarla “bhe, immagino che ci vedremo a scuola, no?” chiede con troppa speranza che incrina la sua voce “si. Vengo io a comunicarti il prossimo incontro” fissandolo intensamente accenna un sorriso “immagino che ti dovrei qualcosa di più che una firma sul foglio dei crediti, visto il tuo impegno e la velocità con cui sei riuscito a insegnarmi quegli esercizi”. L’incredulità si impossessa di Takeru, che si affretta a sminuirsi “no, non ce n’è bisogno, basta che tu riesca…” non riesce a finire la frase. Probabilmente Hikari decide di dargli quel qualcosa che aveva promesso, appoggiando le labbra sulle sue. La sorpresa blocca il ragazzo sul posto, impedendogli di reagire,e  magari ricambiare quel bacio. Dura troppo poco per lui, ma quando Hikari si discosta non è imbarazzata, tutto il contrario. Con un cenno della mano e un sorriso furbo richiude la porta, lasciandolo coi suoi dubbi.

 

1 Non so se la frase vi risulti familiare: per chiunque l’abbia visto, in Digimon- Il Film Davis scoppia a piangere dopo il racconto di Willis e dei Digimon gemelli. Willis dice: “Il problema è mio, non disperarti così, sorridi” e alla pronta ripresa di Davis commenta proprio “Bel recupero veloce!”. Caso vuole che questa volta sia Tk a dirglielo!

  
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