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Autore: A_rh    19/12/2007    3 recensioni
Successe tutto così all'improvviso, quella luce verde e poi due persone a terra... Però soltano per una gli siapiaceva per davvero.
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio dedicare questa storia a  fann1kaoriyuki che in questi giorni non è stata molto bene e che mi ha fatto venire l'ispirazione... spero ti piaccia e mi dispiace se non l'hai letta per prima!!!

Ad ogni modo... per gli altri utenti: commentate all'impazzata!!!!

Dici pure che sono sleale. –

 

Ci metteva sempre pochissimo a deludermi.
Sempre pochissimo a nascondermi e a chiamarmi pezzente.
E ancora meno ad ingannarmi.
Sleale? Sì, molto.
Una volta sono riuscito ad ingannarlo io.
E una volta ho superato la delusione.
Però poi ho capito cosa significa essere soli.
Non mi piaceva che mi nascondesse. Faceva finta che io non esistessi e mi insultava alle mie spalle.
Però poi mi accorsi che ci stava male.
Non ha mai pianto e a volte pensavo che fosse una statua di pietra.
Forse fingeva quando diceva di essere dispiaciuto e quando era davvero necessario dirlo se la filava con frasi del tipo: - Una famiglia come la mia non deve mai chiedere scusa. -
Solo in quei momenti orribili ricordavo chi era.
Draco Malfoy… non ricordo bene come sia cominciata, so solo che è successo.
Magari mi farebbe bene ripensarci.
Ricordo solo che era fine Febbraio.
Non ero nei dormitori, ma nella biblioteca stranamente.
Avevo la testa appoggiata al banco e guardavo fuori dalla finestra l’acqua-neve che scendeva dal cielo.
I prati erano ricoperti di bianco e il gelo mi penetrava nelle ossa.
D’improvviso mi sentii chiamato.
Non mi sarei mai aspettato che fosse lui.
Era bellissimo, forse perché mi ricordava la neve.
Mi disse qualcosa di simile a: - Non hai freddo, Potter? -
Comunque mi lasciò perplesso la sua preoccupazione.
Mi lasciò perplesso il modo in cui lo disse: sembrava che gli interessasse per davvero.
Fatto sta che io ero triste e lui incazzato nero con il mondo.
Ci alleammo, semplicemente.
Mi portò nella sua stanza, quella notte, e parlammo fino a che non ci addormentammo a debita distanza.
Non parlammo di noi, scherzammo su tutto ciò che ci riguardava però mantenemmo una certa discrezione.
Per qualche settimana le cose continuarono nello stesso modo finché non mi chiese un incontro un po’ più alla luce del giorno.
Io ci andai senza esitare.
Quando entrai nella sua stanza, vidi un’atmosfera nuova.
C’erano candele profumate e luci soffuse sospese qua e là.
Per la prima volta lo trovai davvero sexy.
Indossava un jeans a sigaretta abbastanza attillato, aveva un maglioncino grigio perfetto con i suoi occhi.
Ma la cosa che più mi fece impazzire fu che non indossava scarpe e aveva i capelli liberi dal gel.
Cominciò ad avvicinarsi lentamente a me con passi felini.
Ci ritrovammo ad una distanza pericolosamente piccola l’uno dall’altro.
Chiuse gli occhi e avvicinò piano le sue labbra alle mie.
Le sfiorò e poi approfondì il contatto facendo ballare alle nostre lingue una danza lasciva.
Mi si infiammò il petto e con i suoi movimenti mi fece eccitare.
Il resto potete immaginarlo da soli.
Vi dico solo che io ero passivo. Ma neanche troppo.
Cominciammo a instaurare un rapporto relativamente serio, di nascosto e ci volevamo davvero bene.
Dopo qualche mese, a Luglio, gli dissi: - Ti amo. – e lui rispose solo con un bacio.
Intanto lo scontro diretto tra il male e il bene si avvicinava sempre di più e nello stesso tempo la vittoria sembrava sempre più lontana.
Cominciai persino a chiedermi se stessi davvero con gli alleati giusti. Draco era con me.
Era un traditore per i suoi genitori, ma non gli importava.
Il 26 Settembre dello stesso anno ci fu la battaglia.
Mi ritrovai di fronte a Voldemort, attorno a noi c’erano cadaveri di amici e nemici e io ero ormai stanco e demotivato.
Mi lanciò un Avada Kedavra e fu tutto così lento.
Qualcuno mi spinse via mettendosi nella traiettoria dell’incantesimo al mio posto.
Mi tese la mano e mentre cercavo di afferrarla mi disse: - Non morirai prima di me. Ti amo. Ora dici pure che sono sleale. – Fu l’unica volta che me lo disse.
Mi lasciò così e prima che riuscissi a stringergli la mano i suoi occhi scintillarono pieni di lacrime e poi persero la loro luce.
Ricordo solo l’immagine di lui disteso a terra, le mie labbra che pronunciavano la condanna per il suo assassino e un’abbagliante luce verde.
Poi buio.
E non voglio ricordare nient’altro.
Adesso mi ritrovo qui con la sola compagnia delle mie lacrime e di una foto animata.
Mentre le luci dell’albero di Natale tornato a spegnersi.

- E mi manchi. Ora… Dici pure che sono sleale. -

  
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