Note
della storia:
Questa
shot è liberamente ispirata all’universo di “Secrets”,
il capolavoro di Vorabiza, fanfic tradotta magistralmente da Lori e Grace.
Al
momento in cui scrivo, la traduzione è arrivata al capitolo 29 (oggi è il 4
settembre 2007), quindi terrà conto solo ed esclusivamente della parte di
storia fin qui svelata. Non ho le competenze linguistiche sufficienti per
leggerla in originale, inoltre non sarebbe comunque
mia intenzione rovinare la narrazione rivelandone particolari ancora
sconosciuti ai più. Semplicemente, mi baso sulla mia speranza ed il mio
desiderio di vederne un lieto fine, al termine
dell’ultimo capitolo.
Ma
soprattutto, vuole essere un Augurio speciale per Lori,
autrice che ha saputo regalarmi con le sue storie e le sue traduzioni delle
emozioni indimenticabili: Buon Compleanno!!
Ringrazio
come sempre le mie due beta, Kiboo
ed Athala.
Inoltre, non ci sono parole per esprimere tutta la mia riconoscenza a Grace
per aver supervisionato la shot, oltre ad avermi dato molti consigli preziosi
ed essere stata sincera nelle sue considerazioni, peraltro utilissime… and, finally, a special thanks to Vorabiza, for her kindness
and “Happy writing!”
Note
Anche
questa volta, una piccola precisazione: so che nello svolgersi della shot
troverete ben quattro cambiamenti temporali, in verità tre perché l’ultimo
riprende il primo. La cosa è voluta, per dare un
differente risalto alle varie parti. Oltre alla giusta collocazione
“storica”.
If
only you knew…
…the
truth behind this mask…
Un vento tiepido spirava su Bibury, una cittadina sperduta nella campagna inglese… l’autunno era imminente, eppure persisteva ancora un vago sentore di quell’aria prettamente estiva, l’odore dell’erba aleggiava lieve e le colline circostanti erano ancora piene di fiori profumati. Tuttavia, quasi come a voler creare un contrasto, i colori erano già quelli caldi della stagione ormai alle porte. Le foglie degli alberi iniziavano ad ingiallire e a cadere leggere, creando sul suolo quasi un tappeto che scricchiolava ad ogni passo.
Fuori dal centro cittadino, in un giardino riparato e protetto da potenti Incantesimi di Guardia, una bambina di circa due anni sgambettava felice. Con i capelli lunghi neri e mossi dal vento ad incorniciarle il viso e gli occhi grigio fumo, sembrava una piccola dea tanto era bella.
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“Andiamo via da tutto, Draco. Io, te e Victoria. Solo per un po’, voglio tornare padrone della mia esistenza e scoprire la mia vita con te… sarà infantile, ma ne ho davvero bisogno.”
Una frase sussurrata, una preghiera…
Quelle poche e semplici parole rappresentavano tutto ciò che Harry era riuscito a dire, mentre stille salate gli scivolavano lungo le guance e stringeva forte a sé il compagno, il quale aveva potuto chiaramente avvertire quanto forte e sincero fosse il desiderio dell’altro.
La battaglia si era appena conclusa ed il primo pensiero del Golden Boy era stato quello di correre da Draco per abbracciarlo, sfogare la tensione accumulata nelle ore precedenti e sentire un contatto fisico con lui, a testimoniargli che non era tutto solo un’illusione, che era tutto finito sul serio e che loro erano sopravvissuti.
Mesi interi passati a correre da
una parte all’altra, sfuggendo ai pericoli costantemente in agguato, e
trascorsi ad organizzare contrattacchi, a mettere a punto
strategie, a studiare tutto ciò che avrebbe potuto essergli utile, fosse stato
anche il peggiore incantesimo oscuro esistente, a cercare nuovi alleati e
rabbonire quelli accertati, nascondendo notizie e informazioni ora all’uno ora
all’altro. Poi, finalmente, dopo tutte le peripezie e
le difficoltà a cui lui e Draco erano stati sottoposti, dopo le incomprensioni
che avevano dovuto affrontare e superare, tutto si era concluso… e ad Harry restava
dentro solo uno strano senso di insofferenza e spossatezza, come se si fosse improvvisamente
svuotato.
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E così, al termine della lunga ed estenuante Guerra che li aveva visti vincitori contro Voldemort, e dopo che Harry ebbe chiarito le posizioni dei Malfoy1 e di Severus Piton, riabilitandoli agli occhi della società magica, i due ragazzi decisero di trascorrere almeno un anno nella più assoluta tranquillità, lontani dalle commemorazioni in onore dei caduti e dalle celebrazioni della vittoria. Ma soprattutto, alla larga da tutti quegli eventi mondani ed ufficiali che si sarebbero sicuramente succeduti a lungo e che li avrebbero visti, il moro in primis, semplicemente come icone del Bene e del Ministero.
Per ritrovare loro stessi, preferirono allontanarsi da Londra e rifugiarsi in un luogo riparato e discreto, ma allo stesso tempo piacevole, così da poter abbinare alla serenità del luogo anche l’opportunità di girare nei dintorni e fare i turisti, come due semplici giovani uomini. La loro scelta cadde su una delle zone più caratteristiche dell’Inghilterra, quella dei Cotswolds2.
Acquistarono una piccola villetta in cui vivevano con la sola compagnia di Winky, Edvige, Fanny e i quattro serpenti con i colori delle case di Hogwarts, unici echi dell’anno appena trascorso. La costruzione era immersa nel verde, molto distante dal centro abitato e quindi isolata da tutto, quasi come se fosse stata sospesa in una bolla di sapone… un mondo dove il progresso non aveva ancora fatto la sua comparsa.
In quella semplicità che avevano ricercato intensamente, si sentivano felici come non mai. Niente importava loro come l’avere finalmente la possibilità di trascorrere le giornate senza pensare a null’altro, di scoprirsi con calma, senza quella fretta che aveva caratterizzato tutto il tempo che avevano trascorso insieme in precedenza, sempre costretti a ritagliarsi piccoli sprazzi durante i giorni che volavano via in un soffio, tra mille pensieri e responsabilità…
Ma soprattutto, era piacevole poter finalmente avere la possibilità di osservarsi a vicenda, scoprire la quotidianità con l’altro attraverso le abitudini di ognuno, le rispettive manie e le piccole fissazioni. Tutte le classiche fasi che si attraversano all’inizio di un rapporto e che, tuttavia, a loro erano state negate fino a quel momento.
Harry, ad esempio, imparò il
“rituale” della colazione di Draco il quale, nonostante ostentasse ancora la
sua superiorità purosangue, adorava letteralmente il caffé, tipica bevanda
Babbana. Infatti iniziava sempre la sua giornata con
una tazza di quel liquido nero fumante, per poi passare al succo di zucca
abbinato ad un croissant ripieno di marmellata di arance, di cui era
immensamente ghiotto, il tutto mentre leggeva con estrema attenzione
Per Harry fu un vero shock realizzare a quanto Draco avesse rinunciato in tutti quei mesi, in seguito alla decisione di cambiare fazione: aveva perso i privilegi e gli agi a cui era stato sempre abituato e si era dovuto adeguare ad una situazione difficile, in un ambiente completamente diverso e soprattutto da condividere con persone che gli era stato insegnato a disprezzare fin da bambino. All’inizio, certo, era stato spinto solo dalla volontà di garantire la sicurezza di sua figlia, poi però le cose si erano evolute e si era aggiunto il desiderio di poter stare con la persona che desiderava. Era la dimostrazione di quanto Draco lo amasse, e fu a quel punto che Harry capì che, pur di scorgere negli occhi di Draco quel luccichio sbarazzino e pur di vederlo sorridere ogni giorno in quel modo un po’ infantile, lo avrebbe viziato fino alla fine dei suoi giorni, accontentando anche ogni suo più piccolo capriccio.
Dal canto suo, Draco semplicemente constatò una volta di più il bisogno quasi disperato di Harry di sentirsi parte non solo di una famiglia, ma anche di un qualcosa di più ampio. Cercava, seguendo un desiderio quasi irrazionale, di lasciare un segno di sé impresso in ogni stanza, un simbolo del suo passaggio e della sua presenza, per spegnere la paura di sentirsi ancora una volta estraneo a tutto ciò che lo circondava. Voleva dare un senso compiuto alla sua esistenza, indipendentemente dallo scomodo nome che quasi lo perseguitava… e fu per quello che, mano a mano che i giorni passavano, la casa venne riempita sempre più da tanti piccoli oggetti, magari inutili, ma che rappresentavano quel desiderio inespresso a parole, eppure così evidente in quegli occhi speranza che il biondo amava con tutto se stesso, insieme al loro proprietario.
Così come notò anche quanto trasparisse il suo essere una persona splendida ed un padre amorevole in ogni suo gesto nei confronti di una figlia, che biologicamente poteva anche non essere sua, ma che sentiva parte di sé.
Poteva non essere un purosangue, poteva non rappresentare il “partito” ideale di cui i suoi avi sarebbero stati fieri, eppure una cosa era certa: Harry era la persona con cui Draco avrebbe trascorso la sua vita e niente e nessuno avrebbero mai potuto fargli cambiare idea.
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La bambina continuava a correre allegramente, rincorrendo uno scoiattolo che aveva avuto l’ardire di avvicinarsi per poi scappare via.
Seduti sull’altalena posta sul lato esposto a sud della villetta, due ragazzi la guardavano divertiti tenendosi per mano. Un sorriso aperto e sincero faceva sfoggio sul loro volti, la felicità evidente nei lineamenti distesi e spensierati dei loro visi.
All’interno della casa, un’unica foto, poggiata sul marmo del camino, racchiudeva tutto quel loro piccolo universo: loro tre nel giardino in un tardo pomeriggio estivo, i colori del tramonto ad illuminarli… Victoria, con il visetto paffuto sorridente, in braccio a Draco ed Harry che li teneva stretti entrambi a sé… niente di più, niente di meno.
Cose semplici, forse un po’ futili, ma che per loro rappresentavano tutto.
Niente più segreti, niente più paure ed oscurità… solo loro tre, insieme, racchiusi in una bolla di felicità meritata e a lungo sognata, con la consapevolezza che niente ormai avrebbe potuto rovinarla… per sempre.
Note
conclusive:
1: Al momento in cui scrivo è stato fatto capire che
Harry proverà a liberare Lucius Malfoy da Azkaban per recuperare il medaglione
di Salazar Serpeverde. Non sapendo a cosa questo porterà in futuro e quindi se
anche lui farà parte delle persone per cui il Golden
Boy patteggerà, ho preferito mettere i Malfoy in generale.
2:
Costwold è il nome dato ad un’aera collinare, che non costituisce una regione
vera e propria, in quanto si estende nel territorio di ben sei Contee.
Rappresenta tuttavia una delle zone di maggiore interesse naturalistico del regno, dichiarata nel 1966 “Area of Outstanding Natural
Beauty”. La quintessenza dello spirito “English” - castelli
storici, antiche città mercato, ville romane, cattedrali normanne - dove la
presenza di pietre calcaree dalla tonalità color miele (limestone)
contraddistingue le costruzioni degli ultimi secoli, dando un fascino tutto
particolare ai villaggi, che mantengono intatto il fascino di uno stile antico,
circondati da paesaggi che sembrano dimenticare la circostante Inghilterra del
ventunesimo secolo.
Come
sempre, vorrei “dedicare” a Lori anche un paio di immagini
che ho modificato a partire da due fan art. La prima è in copia unica e la
potete trovare qui. La
seconda, invece, è in tre versioni, leggermente differenti tra loro, che potete
trovare qui,
qui
e qui.
Non
chiedetemi il motivo della scelta di questa cittadina in
particolare… non lo so nemmeno io. So che cercavo un luogo che ispirasse
un’aria “antica” e potesse accogliere i nostri due protagonisti in un abbraccio
caldo. Così mi sono messa a fare qualche ricerca si internet,
di qualche luogo tipico della campagna inglese e quando ho visto le foto di
Bibury, mi sono detta: “Eccola, è lei… è perfetta!”
Però
ammetto che, tra le altre cittadine, il nome di questa mi ha
attirato per un motivo particolare… mi ha fatto pensare a “Il Signore
degli Anelli”… ma è una mia malattia, abbiate pietà XD
Se volete vederla eccone alcune immagini: qui, qui, qui, qui, e ancora qui
.