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Autore: Stray    20/12/2007    5 recensioni
"Passa la storia, passano anche gli uomini che l'hanno scritta. Ma questa sabbia non vedrà mai il mare: quello che vi abbiamo scrito, non verrà mai cancellato del tutto..."
Ishvar, una guerra, l'inizio di tutto.
Quello che la Storia non ha riportato, ma che non si può dimenticare.
Genere: Generale, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maes Hughes, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Breathe before to jump

Il secondo prima dello sparo di inizio, Roy ha in mente lei.

Ha in mente lei, appollaiata in cima a un edificio diroccato, da qualche parte in mezzo al caos.

Un secondo prima che il rumore secco in lontananza gli arrivi alle orecchie e che l’odore pungente della polvere da sparo gli dia la nausea, Roy pensa a lei: pensa che quel colpo potrebbe averlo esploso lei, dall’alto della sua postazione, pregando infantilmente che non colpisca il bersaglio.

Un secondo prima che gli ordini urlati dei superiori gli impongano di muovere i primo passi - il plotone compatto, deciso, inarrestabile: un nugolo di formiche di un blu sbiadito misto al colore della terra e della sabbia – tra le strade deserte del quartiere, Roy pensa a lei, con il suo fucile in spalla, lo sguardo concentrato, le mani tese nello sforzo di mantenere a canna puntata contro l’obiettivo.

Pensa a lei, mentre si rende conto che quella sagoma che cade nella sabbia non è affatto un manichino di cartone, mentre realizza che a differenza di un pezzo inanimato, quel corpo crivellato di colpi può emettere suono - straziante, lungo, assordante: continuerà a urlare anche di notte, nei suoi sogni – può cadere più lentamente, può fermare il tempo per un istante per darle modo di guardarlo bene.

Pensa a lei, e sa che non chiuderà gli occhi, per non lasciare scendere le lacrime.

Pensa a lei, e mentre schiocca le dita sa di avere quel fucile puntato addosso, ma la cosa non lo spaventa più così tanto: lascia solo un leggero senso di ansia, come a voler dire “Spara pure, se lo ritieni giusto. Spara e facciamola finita davvero, se pensi stia sbagliando tutto quanto”.

Pensa a lei, a quando quella mattina, prima dell’inizio dell’operazione, le ha appoggiato una mano sulla spalla e ha sentito le ossa della clavicola muoversi verso l’alto, il petto gonfiarsi lentamente di aria: inspirare, espirare, una leggera apnea in mezzo come se dovesse tuffarsi da uno scoglio.

Ma sapevano entrambi che sotto, l’acqua non ci sarebbe stata: solo rocce aguzze.

Guarda le truppe ritirarsi in silenzio: solo qualche rantolo dei moribondi a terra disturbano la quiete.

Un urlo di donna, all’improvviso: pensa a lei.

Pensa a lei, e prega con tutto se steso che non sia lei.

Allooooooora…. Vediamo se riesco a spiegare il mio ragionamento contorto, perché mi sono accorta all’ultimo che forse questo capitolo non è molto chiaro…

Intanto mi sto uccidendo per riuscire a rendere il loro riavvicinamento graduale: sembra una cavolata, ma ci sto spendendo sopra tutte le mie energie, perché in realtà è difficilissimo (o forse lo è per me, che me li vedo sempre felici, sposati e insieme): pensarli diciamo, leggermente ostili/risentiti/in colpa l’uno verso l’altro e descriverli tali è una tortura, ma d’altra parte secondo me un momento del genere lo hanno passato .

Con questo capitolo volevo sottolineare il fatto che Roy ha trovato la sua “distrazione” dalla guerra, chiamiamola così: lo ribadirò meglio in un prossimo capitolo, ma mi premeva dimostrare quanto sia combattuto tra il fatto di sentirsi in colpa per aver tradito i suoi sogni ma soprattutto quelli di Riza, insieme alla sua fiducia, e il fatto di non poter fare a meno di preoccuparsi per lei (il relitto di quel rapporto di amicizia-parentela che c’era quando vivevano insieme).

Non ho trovato momento migliore per descrivere tutto questo che l’inizio di una battaglia: la presenza di Riza rimette in discussione tutte le priorità di Roy, persino nel suo “lavoro”.

Detto questo ringrazio per le recensioni e i commenti (Thanks! ^^)

Faccio una risposta collettiva: in un certo senso Riza E’ effettivamente risentita verso Roy: d’accordo che è una santa donna, ma la persona a cui aveva affidato il segreto più grande della sua famiglia sta facendo l’esatto contrario di ciò che le aveva raccontato, parlandole dei suoi sogni. In un certo senso, in questo periodo sta valutando attentamente il da farsi (prima, l’istinto a sparare, poi il tenerlo a distanza, il fatto di dimostrargli le sue capacità quasi a ribadire che non è più una ragazzina e non ci cascherà un’altra volta): nei prossimi capitolo mi soffermo molto su questa “evoluzione”, l’ho trovata una parte del personaggio di Riza molto interessante, che la rende più “umana” e fallibile di quanto non sembri… mi saprete dire! ^^

Grazie ancora per i commenti! A presto!

  
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