Breathe before to jump
Il secondo prima dello sparo di inizio, Roy ha in mente lei.
Ha in mente lei, appollaiata in cima a un edificio diroccato, da qualche parte in mezzo al caos.
Un secondo prima che il rumore secco in lontananza gli arrivi alle orecchie e che l’odore pungente della polvere da sparo gli dia la nausea, Roy pensa a lei: pensa che quel colpo potrebbe averlo esploso lei, dall’alto della sua postazione, pregando infantilmente che non colpisca il bersaglio.
Un secondo prima che gli ordini urlati dei superiori gli impongano di muovere i primo passi - il plotone compatto, deciso, inarrestabile: un nugolo di formiche di un blu sbiadito misto al colore della terra e della sabbia – tra le strade deserte del quartiere, Roy pensa a lei, con il suo fucile in spalla, lo sguardo concentrato, le mani tese nello sforzo di mantenere a canna puntata contro l’obiettivo.
Pensa a lei, mentre si rende conto che quella sagoma che cade nella sabbia non è affatto un manichino di cartone, mentre realizza che a differenza di un pezzo inanimato, quel corpo crivellato di colpi può emettere suono - straziante, lungo, assordante: continuerà a urlare anche di notte, nei suoi sogni – può cadere più lentamente, può fermare il tempo per un istante per darle modo di guardarlo bene.
Pensa a lei, e sa che non chiuderà gli occhi, per non lasciare scendere le lacrime.
Pensa a lei, e mentre schiocca le dita sa di avere quel fucile puntato addosso, ma la cosa non lo spaventa più così tanto: lascia solo un leggero senso di ansia, come a voler dire “Spara pure, se lo ritieni giusto. Spara e facciamola finita davvero, se pensi stia sbagliando tutto quanto”.
Pensa a lei, a quando quella mattina, prima dell’inizio dell’operazione, le ha appoggiato una mano sulla spalla e ha sentito le ossa della clavicola muoversi verso l’alto, il petto gonfiarsi lentamente di aria: inspirare, espirare, una leggera apnea in mezzo come se dovesse tuffarsi da uno scoglio.
Ma sapevano entrambi che sotto, l’acqua non ci sarebbe stata: solo rocce aguzze.
Guarda le truppe ritirarsi in silenzio: solo qualche rantolo dei moribondi a terra disturbano la quiete.
Un urlo di donna, all’improvviso: pensa a lei.
Pensa a lei, e prega con tutto se steso che non sia lei.
Allooooooora….
Vediamo
se riesco a spiegare il mio ragionamento contorto, perché mi
sono accorta all’ultimo
che forse questo capitolo non è molto chiaro…
Intanto mi
sto
uccidendo per riuscire a rendere il loro riavvicinamento graduale:
sembra una
cavolata, ma ci sto spendendo sopra tutte le mie energie,
perché in realtà è
difficilissimo (o forse lo è per me, che me li vedo sempre
felici, sposati e
insieme): pensarli diciamo, leggermente ostili/risentiti/in colpa
l’uno verso l’altro
e descriverli tali è una tortura, ma d’altra parte
secondo me un momento del
genere lo hanno passato .
Con questo
capitolo volevo
sottolineare il fatto che Roy ha trovato la sua
“distrazione” dalla guerra,
chiamiamola così: lo ribadirò meglio in un
prossimo capitolo, ma mi premeva
dimostrare quanto sia combattuto tra il fatto di sentirsi in colpa per
aver
tradito i suoi sogni ma soprattutto quelli di Riza, insieme alla sua
fiducia, e
il fatto di non poter fare a meno di preoccuparsi per lei (il relitto
di quel
rapporto di amicizia-parentela che c’era quando vivevano
insieme).
Non ho
trovato momento
migliore per descrivere tutto questo che l’inizio di una
battaglia: la presenza
di Riza rimette in discussione tutte le priorità di Roy,
persino nel suo “lavoro”.
Detto questo
ringrazio
per le recensioni e i commenti (Thanks! ^^)
Faccio una
risposta
collettiva: in un certo senso Riza E’ effettivamente
risentita verso Roy: d’accordo
che è una santa donna, ma la persona a cui aveva affidato il
segreto più grande
della sua famiglia sta facendo l’esatto contrario di
ciò che le aveva
raccontato, parlandole dei suoi sogni. In un certo senso, in questo
periodo sta
valutando attentamente il da farsi (prima, l’istinto a
sparare, poi il tenerlo
a distanza, il fatto di dimostrargli le sue capacità quasi a
ribadire che non è
più una ragazzina e non ci cascherà
un’altra volta): nei prossimi capitolo mi
soffermo molto su questa “evoluzione”,
l’ho trovata una parte del personaggio
di Riza molto interessante, che la rende più
“umana” e fallibile di quanto non
sembri… mi saprete dire! ^^
Grazie
ancora per i
commenti! A presto!