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Autore: Castleofsand    03/06/2013    6 recensioni
Decisa, iniziai a staccare prima la benda dell’occhio sinistro, poi quella del destro. Gli occhi erano ancora chiusi. Ormai non li aprivo da un mese e quasi faticavo a ricordare come si facesse. Poi lo feci.
Buio.
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-“Perchè?”, mi chiese.
All’inizio non capii.
-“Perché non potrei?”, insistette.
Poi tutto si fece chiaro.
-“Anche io ho finito i cerotti..ne fui ricoperta il giorno che persi la vista. Ginocchio, spalla, braccio, viso. Ma nessuno riesce a guarire il mio cuore e la mia mente, Loui”.
-“Spiegami com’è accaduto per favore”, chiese con aria supplicante.
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Perderti e starti lontano è stato difficile- disse irrigidendosi un po’ – ma, quando ti ho ritrovata, allora non ho più tentato di prenderti.. perché non ce n’era bisogno; ora mi basta osservarti per essere felice, non voglio averti, possederti.. perché allora non brilleresti più. Prenderti sarebbe come perderti ed è l’ultima cosa che voglio”, disse sospirando.
Una piccola lacrima scese silenziosa lungo il mio volto mentre sorrisi.
Ti amo”, sussurrò cingendomi con le braccia.
-“Ti amo”, dissi alzando il capo per immergermi nei suoi occhi cristallini.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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                                                                        *Grazie ancora Debb per lo splendido banner*



Ho scritto il capitolo ascoltando "In case" e "Two pieces" di Demi estratti dal suo nuovo album Demi 

 

 

 


Un conato di vomito.   



“Cazzo devo restare calma. Cazzo devo restare calma. Cazzo cazzo cazzo..” continuavo a ripetermi senza successo.

 

Mentre mi avvicinavo a quella sagoma sbiadita, notai di non riuscire a metterla bene a fuoco. I miei occhi si rifiutavano di vederlo. Cercai di riportare alla mente gli insegnamenti di Jenna, ma nulla era più chiaro. L’oscurità sembrava avvolgermi.

 

“Dov’è finito il sole? E dov’è il mio oceano? Dove sono i colori? Cosa pensi di fare Roxanne eh?”, domandai a me stessa.  “Ha ragione Louis..non sono ancora pronta, non ce la faccio”, mi ripetei massacrandomi le mani e fermandomi a qualche metro di distanza da quegli occhi neri che osservavano ogni mio minimo movimento. Respiravo a fatica, il petto si alzava e abbassava convulsamente senza riuscire a prendere abbastanza ossigeno; gli occhi opportunamente puntati a terra.
Strinsi i pugni lungo i miei fianchi.
“Questa volta no. Sono forte abbastanza per affrontarlo e per riprendermi la mia vita. Devo essere forte abbastanza”.
Alzai il mio sguardo per incontrare il suo. Non mi ero neanche accorta che si fosse avvicinato. Era cambiato..e tanto: lo trovai molto più alto di come ricordassi, ingrossato dai muscoli;  i capelli neri andavano a coprire i suoi occhi color del carbone e il suo odore, deciso e pungente, non aveva niente a che vedere con quello di Louis, dolce e confortante.
-“Ti trovo bene”, disse squadrandomi con quell’aria strafottente che conoscevo abbastanza bene. Pensavo davvero sarebbe cambiato?
-“Facciamo un giro?”, mi chiese indicandomi la macchina alle sue spalle.
Quella macchina.
In quello stesso parcheggio.
Sentivo lo sguardo di Louis, nascosto chissà dove, trapassarmi anima e corpo; se avessi accettato quell’invito provocatorio sarebbe di sicuro uscito fuori di testa.

“Roxanne non ti perderò d’occhio neanche un secondo. Se ho solo il minimo sentore che stia succedendo qualcosa che non mi piace, gli spacco la faccia e ti porto via”, mi aveva detto guardandomi serio, con gli occhi che erano diventati gelidi.  Mi avrebbe quasi spaventata se non fosse stato chiaro che era solo preoccupato per me.

-“Non salirò su quella macchina John, volevo solo vederti..”, gli spiegai cercando di riprendere il controllo del mio corpo che sembrava essere una valvola impazzita.
-“Non sei cambiata per niente..sempre la solita puttana testarda”, disse parlando più con se stesso che con me.
Due fottuti secondi.
Due fottuti secondi in cui persi la vista.
Chiusi gli occhi mentre mi sentivo afferrare per un braccio.
“Respira Roxanne.. respira e riprenditi la tua vita. Respira”.
-“Ora andiamo a farci questo cazzo di giro”, disse strattonandomi.
“Respira Roxanne”, mi ripetei trattenendo quelle lacrime che avrebbero mostrato tutta la mia debolezza e vulnerabilità.
-“Certo che il tuo buon gusto è andato a farsi fottere. Con che razza di figlio di puttana sei andata a metterti?”, biascicò ridendo di gusto.
Uno schiaffo.
Forte, deciso e doloroso.
Forte come la forza che ero riuscita a trovare nella parte più remota del mio animo.
Deciso come la mia volontà di dimostrargli che invece ero cambiata eccome.
Doloroso come quel dolore che mi aveva fatto provare investendomi quella maledetta sera.
La sua mano lasciò la presa dal mio polso, aprii gli occhi sorridendo.
Lo vedevo.
Chiaro, nitido, in tutta la sua pochezza..mi faceva ribrezzo e, quasi pena, vederlo massaggiarsi la guancia. La stampa delle mie dita era chiara sui suoi zigomi.
-“Non.Devi.Mai.Più.Parlare.Di.Louis” dissi a denti stretti mentre avrei voluto riempirlo degli insulti più pesanti, avrei voluto prenderlo a calci fino a farlo sanguinare dalla bocca, dal naso, dalle orecchie.. avrei voluto fargli provare i dolori che avevo patito io quella sera di quasi un anno prima. Perché era un verme e mi faceva schifo: aveva alzato le mani su una ragazza, la SUA ragazza, l’aveva resa cieca senza prendersi il disturbo di implorare il suo perdono o chiederle semplicemente come stesse. Non poteva permettersi di parlare male di lui, la mia ancora di salvezza, la mia luce nel buio, la mia guida, la mia stella in un caldo cielo d’estate.
Mi guardò per un tempo che sembrò interminabile e potevo quasi captare le sue emozioni. Era furioso e, se avesse potuto, mi avrebbe uccisa in quello stesso istante ma, capii, qualcosa lo fermava. Sembrava anche divertito; certo, sapevo che era probabile che si fosse lasciato schiaffeggiare, visto il suo corpo insormontabile rispetto al mio.
-“Brava”, mi disse sorridendomi e accarezzandomi una guancia mentre mi scostai dal suo tocco che non mi suscitava nient’altro che ribrezzo. -“Salutami Jenna”, mi disse per poi voltarsi. Camminava lento, strascicando i piedi sull’asfalto e provocando un rumore fastidioso. Tirò fuori le chiavi dell’auto dalla tasca, aprì lo sportello e, senza mai voltarsi, l’accese andando via.

 “Salutami Jenna” aveva detto. Trassi una sola assurda conclusione: era stato tutto programmato.
Ripercorsi mentalmente quel giorno in cui la mia cara psicologa mi aveva parlato di una prova da dover affrontare:

-“Devi incontrare John, il ragazzo che ha cercato di ucciderti”.

Cruda, diretta ed essenziale, lo aveva detto come se fosse stata la cosa da fare più semplice al mondo: come scendere le scale, aprire una porta o grattarsi la testa.
Come potevo dimenticare quelle sere insonni passate solo al pensiero di doverlo rivedere nello stesso parcheggio in cui, quella fatidica sera, mi aveva investita... non avrei mai pensato che sarebbe stato tutto progettato; magari i miei stessi genitori ne erano al corrente.
“è una fase che dovevi superare Roxanne”, mi dissi.

E se non ce l’avessi fatta?
E se mi fossi lasciata prendere dal panico e fossi scappata via?

“La storia non si fa con i “se” e con i “ma” Roxanne”, mi ripetei ancora.

Avessi avuto io, in me stessa, un quarto della fiducia che Jenna aveva in me! Era questo il mio più grande problema: non mi fidavo di me stessa e delle mie capacità.

“Ci lavoreremo”, dissi sorridendo tra me e me.

Non avevo superato solo una “prova” ma ero riuscita ad affrontare il mio peggior nemico: il ricordo. Oltre a John, ciò che più mi spaventava era rivivere quella scena. cercai con lo sguardo il punto in cui la sua macchina era parcheggiata quella sera; poi mi incamminai verso il punto in cui mi aveva sbattuta per terra per ritrovarmi poi nella posizione in cui mi venne addosso con la sua auto. Quello che più mi riempì di orgoglio fu il modo in cui riuscii a riprendere il controllo della situazione senza lasciarmi sopraffare dalla paura e dall’ansia.
Ero senza dubbio cresciuta. Mi sentivo più forte. Potevo riprendere a disegnare la mia vita senza aver bisogno dell’aiuto di nessuno.
 
-“Roxanne?! Sei maledettamente impazzita!!!”, sentii la voce di Louis allarmata raggiungermi alle mie spalle.
-“Ce l’ho fatta Lou”, gli sorrisi girandomi per poi correre verso di lui , saltargli addosso per farci cadere entrambi a terra.
-“Ce l’ho fatta…ce l’ho fatta!!”, urlai elettrizzata lasciandogli tanti baci sul collo, sul viso, sulle labbra.
-“Stavo per perdere il controllo giusto un paio di volte, sto ancora male Rox..dammi tregua!!”, rise accarezzandomi e portando indietro i miei capelli per guardarmi meglio.
-“Non posso ancora crederci..” dissi parlando tra me e me.
-“Chi ti ha dato il coraggio di tirargli quello schiaffo? Avrebbe potuto..”
Lasciò incompleta quella frase, troppo spaventato per poter solo immaginare le eventuali conseguenze di quel mio gesto.
-“Aveva tirato in ballo te!”, spiegai semplicemente.
Capii di averlo fatto innervosire dalla sua espressione contrariata.
-“Fin quando si fosse trattato di me lo avrei lasciato sfuriare.. ma non può permettersi di parlare di te capisci?! Non può”.
Mi persi nei suoi occhi, che si addolcirono sempre di più, iniziando a diventare chiari come se facessero parte di un angolo di cielo. Una nuova consapevolezza si fece spazio nella mia mente. L’amore che provavo per Louis era più forte di tutto e la forza che ero riuscita a tirar fuori era frutto di quel sentimento che mi legava a lui; neanche l’amore che avevo imparato a provare per me stessa mi avrebbe permesso di ribellarmi e di trovare il coraggio di esorcizzare i miei fantasmi del passato. Gli dovevo ogni cosa. Gli dovevo la mia vita.
-“Andiamo da Quenn”, chi dissi lasciandogli un soffice bacio che ricambiò con delicatezza.
-“Agli ordini Ariel”, mi sorrise, prendendomi per mano, mentre ci incamminavamo verso la sua macchina.
Ovviamente mentre ci dirigevamo in ospedale Louis mi assalì con le sue domande di routine e mi costrinse a rispondere in modo dettagliato a tutte.
-“Ti ha chiesto di andare con lui?!”, quasi urlò innervosito stringendo convulsamente il volante tra le mani.
-“Hai intenzione di romperlo?”, gli chiesi cercando di smorzare la tensione.
-“Che idiota!! Se non fosse stato per Jenna non ti avrei mai lasciata lì sola..con quella bestia!!”, disse scuotendo la testa perdendo per un attimo l’attenzione dalla strada.
-“Ora è tutto finito, posso ritornare a casa, riprendere gli studi e vivere come un’adolescente dovrebbe fare..”, gli spiegai ancora troppo felice per lasciarmi sopraffare dalla sua nuvola di risentimento.
-“Appunto..”, sussurrò.
-“Come?”, chiesi.
-“Ti amo”, disse sorridendomi e facendomi sciogliere mentre poggiava la sua mano libera sulla mia coscia.
 
 
Rimasi sorpresa, una volta varcata la soglia della porta della stanza 19,  nel trovarla vuota. Chiesi spiegazione ad un infermiere brizzolato e panciuto che, con tono alquanto annoiato, mi informò che Quenn era stata rilasciata poche ore fa. Louis chiamò Niall per avere conferma: si trovavano a casa di lei. Non mi sorpresi molto a quella notizia: i genitori di Quenn possedevano una casa molto grande, con tanto di sala ospiti e ben cinque bagni.  Davo io le indicazioni a Louis per raggiungere la villetta e, nel frattempo, sgranocchiavamo delle noccioline; mentre lo imboccavo, per non farlo distrarre troppo dalla guida, mi lasciava dei morsi sulle dita.
-“Finirai per staccarmele Tomlinson!”, lo ammonii.
-“Mmm…sei buona”, disse ammiccando.
-“Pervertito!”, lo accusai portandomi alla bocca l’ultima nocciolina.
-“Naturalmente..”, disse sorridendomi.
Ad accoglierci all’entrata fu la madre di Quenn; con il suo solito fare sbadatamente dolce ci invitò dentro e, non me lo feci ripetere due volte, mi precipitai nella camera dove sapevo avrei trovato tutta l’allegra famigliola. E fu proprio così.
-“Roxy!! Mi chiedevo quanto ci avessi impiegato a raggiungerci..”mi accolse Quenn sdraiata sul letto mentre si sistemava meglio la coda di cavallo con la sua solita nonchalance.  
-“Dov’è il mio nipotino?”, chiesi euforica mentre abbracciavo la mia cara amica.
-“Con Niall, sta cercando di farlo addormentare”, mi informò con una nota di ringraziamento per quel gesto così apprezzato. Passarono solo pochi minuti che quella stanza si ritrovò piena: arrivarono prima Gwen e Zayn seguiti da Liam, poco più tardi Harry e Adrianne.
-“Dov’è la peste?”, chiese Zayn passandosi una mano tra i capelli. Prima che Quenn potesse dargli la stessa spiegazione che mi rifilò poco prima, vedemmo Niall spuntare all’improvviso con un’espressione quasi d’estasi. –“Non ne vuole sapere di addormentarsi tesoro..”, informò Quenn.
-“Ohhh ma è adorabile! Dallo a me”, disse Adrianne prendendo il piccolo tra le sue braccia iniziando a dondolarlo. Si formò una sorta di cerchia attorno a loro: Liam gli accarezzava una manina, mentre Harry, dopo un po’, lo reclamò tra le sue braccia muscolose e Zayn, di tanto in tanto, gli passava una mano sul nasino seguendo la forma dolcemente all’insù.
-“Roxanne?”, mi chiese Harry offrendomi il piccolo Karl. Lo presi lentamente, quasi avessi paura di spezzarlo, e me lo portai vicino il viso. Mi piaceva sentire la sua pelle così morbida a contatto con la mia e mi perdevo nel suo odore di neonato. Louis mi si avvicinò e prese a cantargli una dolce ninna nanna. In momenti come quello non potevo fare altro che immaginarmi io e Louis con dei bambini tutti nostri: sarebbe stato un padre meraviglioso, non c’era alcun dubbio.
-“Sta per addormentarsi”, sussurrai sorridendo di quella piccola magia. Avevo tra le mani un piccolo angioletto, una piccola vita.
-“Amore quando avremo anche noi un bambino?”, chiese Zayn a Gwen che di rimando gli lanciò uno sguardo truce.
-“Non ci pensare proprio Malik” iniziò spostandosi indietro una ciocca di capelli con le unghie smaltate d’azzurro. –“Per ora accontentati di coccolare quelli degli altri”, gli disse scocciata facendo cadere il discorso.
-“Io e Adrianne invece ne avremo almeno cinque!”, esclamò entusiasta Harry facendo impallidire la mia amica.
-“Harry… tesoro, sta attento a ciò che dici! Tu e il tuo “giocattolino” pensate di farcela?”, chiese lei alludendo alle prestazioni sessuali del riccio, suscitando l’ilarità di tutti. Lui mise un broncio, tra l’altro davvero adorabile notai, mentre Adrianne si faceva perdonare lasciandogli un bacio all’angolo della bocca.
-“Secondo me i prossimi sono Louis e Roxanne!!”, irruppe Liam facendo convergere sei paia di occhi su di me e il loro amico. Mi ero sentita avvampare, ero di sicura diventata più rossa della polo che indossava Niall.
-“Fatevi i fattacci vostri!”, li ammonì Louis avvicinandosi e i suoi occhi incontrarono prima i miei per poi spostarsi sulla creatura che tenevo stretta tra le braccia.
-“Chi ha fame?” chiese Quenn spostando l’attenzione da noi. Gliene fui immensamente grata.
-“Mmm..in effetti ho un certo languorino”, fece presente Liam massaggiandosi la pancia. A volte sapeva essere davvero comico.
-“Ehi amico, andiamo a vedere cosa dispensa la dispensa”, scherzò Zayn dandogli una pacca sulla spalla e conducendolo fuori.
-“Posso?”, mi chiese Gwen e fui felice di quella richiesta. Le lasciai il piccolo Karl e dalla sua espressione trapelò immensa dolcezza. Quella ragazza era schietta, sincera e iniziava a piacermi sempre più. A primo acchito poteva risultare acida, superba o addirittura apatica ma, in realtà, sotto quella facciata apparentemente distaccata, dietro quell’aria di sufficienza, si nascondeva una ragazza molto attenta e umana. Non voleva di certo dare false speranze a Zayn e, pur di sembrare brusca, preferì mettere subito le cose in chiaro: non potevo biasimarla.
“Zayn ci avrà fatto il callo”, pensai ridendo tra me e me ricordando la sua espressione per niente scalfita dalle parole di Gwen.
-“Tutto bene?”, mi chiese Adrianne. Aveva preso il posto di Louis al mio fianco mentre lui si era spostato a chiacchierare con Harry e Niall non poco distanti da noi. Le feci un segno di assenso e ci avvicinammo a Quenn.
-“Mi chiedo se questo bambino diventerà stupido come te o prenderà da Niall”, la schernì Adrianne facendo alterare la bionda.
-“Possibile che tu non riesca mai a dire qualcosa di carino?”, le disse spalancando gli occhi e prendendo a gesticolare come solo lei sapeva fare.
-“Invece ho detto qualcosa di carino!”, le sorrise furba Adrianne.
-“Sarebbe?”, chiesi divertita.
-“Ho addirittura considerato la possibilità che possa sviluppare un quoziente intellettivo normale, pari a quello di Niall! Non mi sembra poco date le premesse..”, disse indicando cironicamente Quenn che, nel frattempo, osservava Adrienne con finta insofferenza.
-“Roxanne!!”, esclamò la bionda cercando un mio appoggio, ormai troppo confusa per potersi difendere dalle offese della mora al mio fianco.
-“Avanti ragazze, possibile che dovete sempre battibeccare?”, chiesi loro spostando la mia attenzione su Gwen che notai osservare la scena tra l’allibito e il divertito.
-“Adrianne, penso proprio che più tempo Karl passerà con noi meglio sarà per la sua salute mentale”, propose inserendosi nel discorso. Mise poi il piccolo, ormai profondamente addormentato, nella culla accanto alla madre che prese ad osservarlo con un’espressione di completa dedizione.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto quasi come se temessimo di rompere quell’atmosfera così serena che si era creata nella stanza. Perfino i ragazzi abbassarono la voce continuando a discutere su qualche argomento troppo “virile” per suscitare in me qualche interesse.
-“Chi ha fame??”, gridò Zayn spalancando all’improvviso la porta facendoci sobbalzare tutti. Quasi come fosse un trofeo mostrò un enorme pacco di patatine mentre, nell’altra mano, manteneva qualche altra schifezza non ancora identificata dalla CIA.
Soltanto tre secondi.
Karl iniziò a strillare e a contorcersi tra le coperte.
-“Complimenti Malik”, lo fulminò Gwen fingendo un applauso.
-“Ci penso io”, intervenne Harry che, pensai, non vedeva l’ora di mostrare le sue doti di super papà.
-“Ma..io..”, provò a giustificarsi mister Ciuffo.
-“Zitto idiota”, lo ammonì Louis .
-“Okay okay..vado a fumare una sigaretta”, annunciò portando le mani in avanti in segno di resa. Mi lanciò poi uno sguardo e ammiccò. –“Rox vieni?”, mi chiese.
Non decifrai bene l’occhiata Louis mentre Gwen era la tranquillità fatta persona; sta di fatto che non me lo feci ripetere due volte e andai con lui.
 
-“Allora devi aspirare bene e sentire il fumo arrivarti nei polmoni”, mi spiegò porgendomi la sigaretta.
-“Mmm..”
Non ero sicura di aver ben capito come si facesse e soprattutto temevo una sfuriata di Louis; forse per quel giorno avevo tirato la corda già abbastanza e non volevo di certo farlo uscire fuori di testa.
-“Avanti non fare la bigotta..”, disse sorridendomi di nuovo in quel modo provocatorio.
-“Zayn non tentarmi..”, gli dissi ridendo e portandomi quella sigaretta alla bocca  cercando di seguire le sue istruzioni.
-“Beh tutto qui?”, chiesi delusa mentre lasciavo uscire il fumo dalle narici.
-“Non hai aspirato bene..”, mi spiegò alzando gli occhi al cielo riprendendosi la sigaretta.
-“Quindi..tra un po’ lascerai il Centro?”, mi chiese osservandomi di sottecchi.
-“Già..”, dissi dondolandomi sui talloni e assumendo sicuramente una delle mie espressioni più buffe. Ancora l’idea di poter ritornare a casa mi faceva un certo effetto.
-“Louis è già in paranoia..”, disse lasciandomi confusa.
-“In paranoia per cosa?”, chiesi avvicinandomi con fare cospiratorio.
-“Minchiate..ha paura che quando tornerai a casa e riprenderai a studiare non troverai più tempo per stare con lui..”, mi rispose facendo spallucce e ridendo di gusto come se avesse fatto la battuta dell’anno.
-“Ma che razza di..”, iniziai ma Zayn mi lanciò uno sguardo di ammonimento gettando la sigaretta, ormai finita, per mettendo le mani nelle tasche del jeans. Louis stava arrivando alle mie spalle.
-“Ariel dovremmo tornare..”, mi disse, infatti, poco dopo prendendomi per i fianchi e poggiando il mento sulla mia spalla.
-“Saluto e andiamo via”, gli dissi staccandomi da lui.
-“mmm vieni qui”, disse riavvicinandomi e facendo sfiorare i nostri nasi. Ero imbarazzata. Come poteva comportarsi in quel modo con Zayn davanti?   Mi fissò con uno sguardo duro.
-“L’hai fatta fumare eh? L’hai fatta fumare?!”, esclamò prendendosela con il suo amico e saltandogli addosso mentre mi lasciava tornare dentro. Vederli litigare in quel modo mi faceva sorridere: erano così comici anche quando si arrabbiavano. Mi piaceva quella complicità che avevano..era simile a quella che io avevo con le mie ragazze.
Quando entrai dentro, io invece dovetti sorbirmi la ramanzina di Adrianne e Quenn.
-“Possibile che dobbiamo saperlo dal tuo ragazzo che, finalmente, potrai tornare a casa?”, mi chiesero fingendo di essere offese.
Dopo essermi scusata e discolpata potei finalmente salutare tutti: abbracciai Liam, Gwen e Niall, lasciai un bacio ad Harry e al piccolo Karl e strizzai l’occhio alle mie amiche.
-“Ci vediamo Zayn”, dissi una volta uscita fuori, lasciandogli un’occhiata complice.
-“Ciao Rox”, mi disse sorridendomi e poi rientrò.
Finalmente potevo dire di aver ritrovato il mio migliore amico, quello che mi era mancato.
In auto, io e Louis, rimanemmo pressoché in silenzio e fui io a romperlo chiedendogli se, quella sera, sarebbe rimasto a dormire con me.
-“Tu lo vuoi?”, mi chiese. Era Peter Pan. Quello sguardo sperduto, innocente..
Allora gli accarezzai una guancia facendolo sorridere.
-“Voglio solo te, sempre..non ne avrò mai abbastanza, sappilo”, gli dissi quasi come se lo stessi avvertendo: tutto a suo rischio e pericolo.
-“Ho un’idea!”, esclamò poi all’improvviso con una nuova luce negli occhi, che gli brillavano intensi.
-“Sarebbe?”
-“Vedrai…”

*Il mio angolo scrittrice*

Holaaaaa donzelle (?) Lo so..uccidetemi, sono pronta a qualsiasi tipo di insulto visto che non posto un capitolo da Aprile!!! Spero comunque che non abbiate abbandonato la mia insulsa storia anche perchè siamo alla fine gente :(
Il prossimo sarà infatti l'ultimo e poi ci sarà l'epilogo :) Insieme all'epilogo posterò anche il prologo della nuova storia (su cui ancora sto rimurginando muahaha) 
Beh ora passiamo ai dovuti ringraziamenti..
In primis ringrazio il mio Beta che mi sostiene sempre e che mi fa notare minuziosamente ogni errore e ogni sbavatura del testo **
Poi ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito tra cui: la mia amica Deborah che amo tanto <3, LadyHazza_, kissmenow19,  e ser154 che con la sua ultima recensione era quasi riuscita a farmi scoppiare in lacrime :') davvero adoro ciascuna di voi **
Grazie anche a quelle lettrici silenziose e tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite!
Spero di postare al più presto il nuovo capitolo :* prometto che avverrà presto!
Con affetto
Lavinia

*STAY STRONG*

Ps: vi va di leggere la mia one-shot? Non ha niente a che vedere con questa FF ma ci terrei tanto a sapere un vostro parere :) Okay ora non vi annoio più davvero ahahaha
ecco il link : 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1740532&i=1


 


 
  
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