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Autore: Cocconut_N    03/06/2013    1 recensioni
Durante la WW2, ci sono state molte storie che poche persone conoscono, qui vi racconto una storia di un gruppo di giovani partigiani proveniente da tutta l'Europa.
E tutto ciò dobbiamo iniziare dal Marzo di 1939, sul punto di fine della guerra civile spagnola, quando le Brigate Internazionali e gli spagnoli stessi sono obbligati ad abbandonare la Spagna. Alcuni ritornano alla patria, alcuni immigrarono in una delle poche nazioni non in guerra, e ci sono altri che poi divennero uno dei partigiani in Italia.
E uno di loro, un ragazzo di nome Antonio fece parte della prima brigata "Garibaldi", e proprio dei membri di questa brigata parleremo, il ragazzo italiano Lovino, il "filosofo" tedesco Gilbert, la zingara Elizabeta, il vide comandante francese della brigata Francis, il misterioso Robinson Arthur e la bellissima russa Natalia.
coppie: SpaMano, PruHungary, FrUk.
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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• Secondo capitolo •



 “I treni d’Italia sono tale e quale alla sua gente, sembrano usciti da una casa di cura! Su via, un po’ di velocità!” Gilbert batte i tacchetti dello stivale contro il pavimento del treno facendo dei ‘tac tac’, “Se continua a gattonare così, il magnifico me si suiciderà buttando giù dal questo stupido treno!”
Questa è già la sesta volta che Gilbert ‘minaccia’ i treni italiani con la propria vita. Ma non fu ricompensato affatto, il treno sta ancora gironzolando lentamente sulla pianura padana. In questa situazione, non parliamo  del suicidio, sarebbe già abbastanza difficile se saltando giù qualcuno si prende una bella rottura alla gamba, la velocità del treno non vuole proprio aumentare.
Antonio ascolta con pazienza i lamenti del compagno, mentre si siede su un altro bagaglio che non sa di chi, e le braccia le tiene sempre davanti al petto. La busta cerata e sigillata sta nella tasta interna della giacca, lì dentro ci sono i soldi da parte dell’organizzazione della resistenza per le brigate d'assalto “Garibaldi”. Per ottenere questi soldi, Antonio e Gilbert sono andati fino a Milano dal quartier generale che si trova negli Appennini.
Gilbert aveva insistito a prendere il treno, ma questo non è niente, tanto c’è un tizio che falsifica i documenti nella resistenza. La cosa importante è che questo soldato anti-fascista/partigiano, Gilbert Beilshimit è un vero e proprio tedesco. Sfortunatamente, i due sono capitati un vagone sporca, puzzolente e pieno dei soldati nazisti ubriachi, ma Gilbert sventola orgogliosamente i suoi documenti da montatore, e presenta lui e il suo “allievo  spagnolo”. Infatti tutto ciò è troppo normale, troppo da sembrare anormale.
Da quando Antonio ha abbandonato le coste della patria, sono già passati quattro anni. Quattro anni di tempo, è abbastanza lungo che un semplice soldato che non sa mai cosa fare a diventa un bravo partigiano pieno di esperienze. E guarda con un espressione soddisfatta da un latino il vagone chiassosa e sporca. Oltre i soldati nazisti ubriachi, ci sono anche dei mercanti che discutono sulla differenza dei prezzi di pasta e burro di diversi mercati.
Tra cui, c’è una ragazza che attira tanto l’attenzione di due ragazzi. Con la luce proveniente dal finestrino, Antonio vede dei capelli castani che scivolano fuori dalla fascia, e quegli occhi dal colore della giada guarda intorno senza timore. “Sembra una di quelle eroine nelle storie popolane, si vede dagli occhi che è una persona intelligente. Le ragazze belle ci sono parecchie, ma quelle intelligenti, non è che vedi tante in giro.” Gilbert sussurra vicino alle orecchie di Antonio.
Ma Antonio non sta pensando proprio a questo argomento sulle ragazze belle o intelligenti, il calore del treno gli fa venire il sonno. Il ragazzo mezzo addormentato inizia a pensare di come era finito in Italia.
 

Quattro anni fa, dopo aver lasciato i confini della Spagna, era arrivato al sud della Francia, a Nizza, e proprio lì che aveva conosciuto l’astronomo Francis Bonnefoy. Il francese aveva abitato per anni nell’osservatorio che si trovava sui Pirenei, ma per alcuni problemi del corpo aveva dovuto trasferito a sud, vicino al mare. “Frate’, mi mancano le donne belle e buoni vini della terra.” Francis gli aveva detto, “Resterò qui per ancora un po’, e l’estate prossimo andrò a casa, a Parigi, poi ritornerò sui Pirenei, a controllare un attimo il cielo! Anto, ti piacerebbe venire insieme a me?”
Ma se veramente dovesse andare sulla cima dei Pirenei, Antonio aveva pensato che sicuramente sarebbe rotolato giù dal monte, e avrebbe rotto tutte le ossa tra piantagioni dei pomodori sotto la montagna!
Ma proprio qualche giorno prima della loro partenza, il 14 giugno 1940, il radio aveva comunicato una notizia che deve essere maledetta per sempre. “Ma quello è Parigi!” Francis aveva dato un pugno sul tavolo davanti al radio, “Il mio Parigi! Il Parigi di Giovanna D’Arco, il Parigi di Maupassant, il Parigi di Hugo e di Romain Rolland!”
La memoria riguardo il poi c’era “Appello del 18 giugno” del generale de Gaulle, poi “France libre”, La Marseillaise e spari. Durante quelle battaglie, Antonio aveva capito che il vero uomo, non deve avere paura anche non essendo sulla terra degli antenati.
Successivamente, nelle notti dell’estate del 1943, quando i due avevano scavalcato gli alpi, ed dirigevano verso la guerriglia al nord dell’Italia, guardando le stelle che tremano sul cielo, e Francis gli aveva detto: “Vedi, Anto……alla fine degli anni trenta, quando stavo ancora nell’osservatorio dei Pirenei, sentivo spesso gli spari che provengono dalla Spagna, anche le stelle nel telescopio tremavano, un po’ come lo stanno facendo oggi. E solo in questi anni ho capito che un astronomo più amore ne ha per le stalle, più non resiste le sofferenze della terra…”
……I ricordi non continuò, non si sa quando, Antonio come tutte le persone allegre, si addormentò profondamente. All’improvviso, sentì dei rumori strani. La testa viene colpito da qualcosa, il sonno sparisce completamente. Adesso capisce chiaramente che qualcuno gli sta per buttare fuori dal treno. Fuori al treno ci sta un fiume che sta camminando lentamente.
Antonio inizia ad avere paura. Cerca in ogni modo di rimanere nel vagone, ma tanti mani lo afferrano, e lo buttano fuori dalla porta del vagone. La bruma serotina fece un giro nei suoi occhi, e subito dopo diventa l’acqua del fiume che entrò dal naso. Lo spaventoso rumore dell’acqua copre tutto il resto.
Il fiume non è profondo. Quando alza la testa dall’acqua, l’ultimo vagone del treno passa davanti ai suoi occhi, e la ferrovia e le ruote del treno sembrano che stanno deridendo di lui. L’unica cosa che capisce da questa serie di azione è che viene buttato nel fiume da un treno, nell’acqua congelata del fiume nell’autunno del 1943.
Quando Antonio riuscì finalmente ad uscire dall’acqua sente una voce dalle sue spalle. Si gira, e vede Gilbert che alza la testa dall’acqua, e gli sorride come uno stupido.
“Hanno buttato giù anche te?”
“Un giorno il magnifico me vendicherà! Quei bastardi!” Gilbert si sforza ad uscire dal fiume, e si siede accanto a lui, poi afferra all’improvvisamente le sue spalle e lo chiede in modo inqueto: “E… e… i… i…i soldi? Tutto a posto?”
Lo spagnolo mette e mani nella tasca della giacca, e afferra quella cosa che darà il pane a decine di compagni di battaglia, che a merito della carta cerata, le cose che stanno dentro sono sani e salvi.
“Che fortuna che i soldi stanno a posto. Il magnifico me ti sta per dire una buonissima notizia, la nostra borsa col cibo sta ancora sul treno! Fuuuu!!”Gilbert si stende sul prato come un pesce morto, e sospira fortemente verso il cielo.
“Però…io non capisco…che…che cosa è …successo?”
“E per quella ragazza che abbiamo visto prima.” Gilbert si gira la testa da un’altra parte, “Perché…perché quelli le stavano per buttare sulla sedia lunga…e…e io…”
“Non hai mica sparato, no?”
“Non avevo fatto in tempo, quando stavo per tirar fuori la pistola mi hanno iniziato a picchiare.” Gilbert accarezza attentamente la sua pistola, e nasce un piccolo sorriso sul viso, “E tutto per quella stupida ragazza…Il magnifico me si sente così stupito.”
“Oh~ Oh~” Antonio lo dice con un tono prolungato, ma si accorge che non ha altro da dire. Per colpa di un azione di Gilbert, sono tutti e due bagnati dalla testa ai piedi, non hanno niente da mangiare, stanno in un luogo desolato e fa freddo.
“Il magnifico me può aver sbagliato qualcosa, ma fin dei conti, è tutta colpa di quella stupida donna!”
“Se io fossi una stupida donna,” a quel momento, dalle loro spalle proviene una voce, “Allora in quel momento potevate stare seduti ai propri posti! Io sono saltata giù da sola.”
I due si girano la testa come se avessero visti una fantasma o qualcosa del genere. E dal cespuglio più indietro, esce una ragazza, proprio quella che avevano incontrato sul treno, e stava avvicinando sempre di più verso di loro. 

 
Parole dell’autrice:
Ecco il secondo capitolo, spero che vi piaccia. Questo capitolo è molto più difficile del primo, mi sono impegnata un sacco. Ho notato che ho sbagliato un sacco di parti quando l’avevo tradotta in passato, ma sicuramente ancora adesso ci sono tanti errori, sempre la solita frase, ditemi l’errore e li correggerò in un futuro ^^
Nota:
1)      Dopo l’arreso dell’Italia, nell’autunno del 1943, la parte nord viene occupata dalla Germania nazista, a quei territori ci stavano la resistenza, cioè la guerra contro i nazifascisti.
2)      14 giugno 1940, la Germania nazista occupa Parigi.
3)      Dopo la caduta di Parigi, il generale de Gaulle ha pubblicato a Londra “Appello del 18 giugno”
4)      “France libre” è tipo la resistenza italiana, ma è un’organizzazione che sta al sud di Francia.
5)      Le brigate d'assalto "Garibaldi", durante la Resistenza italiana, furono delle brigate partigiane legate prevalentemente al Partito Comunista Italiano, in cui militavano anche esponenti di altri partiti del CLN, specialmente socialisti.
  
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