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Autore: lifeistooshort_    03/06/2013    4 recensioni
«Che cosa diavolo-»
«Hermione, mi prometti che rimarrai calma se ti dico una cosa?»
«Cosa sono queste cose, Ron?»
«Promettimelo.»
«D'accordo...»
«Probabilmente siamo appena atterrati sulla schiena del Basilisco... Anche se quella dove sei seduta tu, ad occhio e croce, dev'essere una narice. O meglio, quel che ne resta.»
Missing Moment, rigorosamente Romione.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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boh
The charm of looks.





Cho si alzò, ma Ginny intervenne con una certa energia:
«No, sarà Luna ad accompagnare Harry, ti va, Luna?»
«Ooh, si, volentieri» rispose Luna allegra, e Cho tornò a sedersi, delusa.
«Come facciamo ad uscire?» chiese Harry a Neville.
«Di qua»
Guidò Harry e Luna verso un angolo, dove un
armadietto si apriva su una ripida rampa di scale.

Harry e Luna scomparvero dietro l'angolo, e dopo poco Neville andò verso i ragazzi che erano rimasti.
Ron e Hermione si sentivano a disagio: sapevano benissimo che adesso tutte le domande e le richieste sarebbero andate a loro.

«E quindi?»


Seamus si era fatto largo tra la folla e guardava i due ragazzi a braccia incrociate.


«
Pensate veramente di farcela da soli?»

Ron gonfiò il petto, tentando di farsi rispettare «Si, abbiamo buone possibilità.»

Bugia.
Seamus scoppiò in una risata ironica, quasi cattiva.
La sala piombò nel silezio, e tutti si riunirono intorno ai due. Hermione era dietro Ron, spaventata per gli sguardi dei due ragazzi.

«Quindi non serviamo a nulla, giusto? Abbiamo resistito tutto questo tempo credendovi morti e non abbiamo diritto a fare qualcosa? Solo perchè tre fottuti stronzi vengono a dirci 'Non vi proccupate, ce la facciamo da soli!' ??? IO NON CI STO!»


Ron si avvicinò con fare minaccioso «Senti Seam, questi mesi non sono stati rosa e fiori neppure per noi, quindi dacci un taglio!»


«ALMENO VOI SIETE TUTTI INTERI!» urlò indicandosi le varie ferite.


«Non è colpa nostra!»


«Ma adesso dovreste almeno permetterci di partecipare attivamente!»


Ron si voltò verso Hermione, la prese per mano, si fece largo tra la folla e andò verso il punto in cui era sparito Harry. Salirono la rampa di scale e si ritrovarono in uno dei corridoi di Hogwarts.

Ron la trascinò in un angolo, per non essere visti.
Erano strettissimi, ma Ron continuava a tenerle la mano.

«Ron..» sussurrò Hermione, ancora mezza sconvolta «P- perchè ce ne siamo andati?»


I loro visi erano veramente vicinissimi. Molto vicini.

Troppo vicini.

Ron deglutì, rosso in viso «Per- perchè mi è venuta in mente una cosa.»


«Cioè?»


«Anche se troviamo gli altri 'cosi', poi come facciamo a distruggerli? Allora ho pensato... Quella volta nella tenda no, tu hai detto che la spada di Grifondoro può uccidere gli Horcrux perchè impregnata di veleno di Basilisco, giusto?»


Hermione annuì «Si, ma la spada non c'è più...»


«E a cosa ci serve quando abbiamo un basilisco pelle e ossa -credo più che altro ossa, non so- a pochi metri sotto i nostri piedi?» fece il rosso con il sorriso di chi la sa lunga.


All'inizio Hermione fece una faccia come se non avesse capito, poi spalancò gli occhi, emise un piccolo "oh" e si coprì la bocca nascondendo un mezzo sorriso.


«Ron! Ron sei un genio!»


Gli saltà al collo, senza minimamente curarsi dello spazio ristretto dove erano rinchiusi.


«Ehm... Beh... Grazie...» rispose lui cingendole delicatamente i fianchi.


Non seppero nessuno dei due il perchè, fatto sta che rimasero abbracciati per interminabili minuti.

Dopo un po' Hermione scese dalle punte dei piedi, e guardò a terra rossa in faccia.

«Ehm... Ma come facciamo ad arrivare al bagno? Non sappiamo a che piano...»


«Oooooooooh, cosa fanno qui questi due piccioncini? Alzati dopo il coprifuoco eh?»


A Ron si gelò il sangue nelle vene. Estrasse velocissimo la bacchetta e la puntò contro la voce.

Che si rivelò niente meno che Mirtilla Malcontenta.

Il ragazzo abbassò la bacchetta boccheggiando «Mir... Mirti... MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO!»


Il fantasma fece una risatina infantile «Ooooh siete gli amici di Harry... Mi ricordo di te» fece indicando Hermione «Ti... AHAHAHAHAAHAHAH... Ti eri trasformata in un gatto peloso AHAHAHAHAH» Hermione la fulminò con lo sguardo. Fosse stato per lei, quella ragazza sarebbe finita all'inferno.


«Mirtilla, se tu sei qui... Allora il tuo bagno è vicino!»


«Oh, si..." fece riprendendo fiato dalle risate «E' proprio qui dietro l'angolo.»


I due ragazzi si guardarono

Erano stati fortunati.
Forse anche troppo.
Infatti...

«Adesso però viene la parte difficile...» fece Ron, entrando nel bagno e chiudendo la porta a chiava.


«Cioè?»


«Beh, Harry aveva aperto in Serpentese il rubinetto... Io... Beh... Tu sai farlo?» disse guardando speranzoso l'amica.


Lei scosse la testa, non nascondendo un sorrisetto amaro «No Ron, non si impara a parlare il Serpentese, ci si nasce.»


«Oh... E quindi?»


«E quindi... Non so.» così dicendo la riccia si sedette per terra appoggiando il mento sulle ginocchia.


Trascorsero minuti interminabili di silenzio (i due avevano chiuso Mirtilla fuori per precauzione), interrotti soltanto dal camminare nervoso di Ron.


«Posso farlo.»


Hermione si riscosse «Come dici?»


Lui la guardò deciso. «Posso aprire la Camera.»


«Ma Ron, tu non sai...»


«Quando Harry ha aperto il medaglione, ha parlato in Serpentese. Un po' mi ricordo cosa ha detto prima che quelle...» si interruppe, e subito le orecchie si colorirono.


«Prima di cosa?»


«Nulla... Nulla... Non c'è tempo..»


«Ronald!»


«Hermione! Devo provare, poi... Forse... Un giorno...»


«Ok, va bene, ma non cincischiare e prova!» fece lei incrociando le braccia al petto.


Ron fece diversi tentativi. Dalla sua bocca uscivano dei sibili tremendi, tanto che alcune volte Hermione dovette tapparsi le orecchie.


«Ron...»


«No! Fammi riprovare!»


Andò avanti per quindici minuti buoni.

Poi uno scatto. Un movimento di pietre.
Un passaggio segreto.

«Hermione! Ce l'ho fatta!»



La ragazza corse dal rosso, e si sporse sul passaggio «Ron! Oddio! Io ti adoro!» così dicendo gli saltà di nuovo al collo.

Questa volta però anche il ragazzo la strinse sollevandola da terra e facendole fare una giravolta.

Quando si staccarono, Hermione rimase per qualche minuto con le braccia attorno al suo collo.

Ron si riscosse «Ehm.. Allora... Si, scendiamo.»



La riccia ruppe definitivamente l'abbraccio «Si...ma...come faremo a tornare su?»


«Non hai una scopa in quella tua dannata borsa di perline?» fece lui ridendo.


«Oh! Si! Giusto!»


La ragazza tirò fuori la scopa di Ron.


«Però all'andata dovremmo buttarci...»


Hermione lo guardò con gli occhi sbarrati «C-cosa? Bu..buttarsi?»


Ron la guardò divertito «Essì Herm, ti tocca!» così dicendo le prese una mano e si buttò nel buco, trascinandosela dietro.

Hermione emise uno strille che venne amplificato dal pozzo, alla fine atterrarono su del morbido.


                                                                                                                 *
«Che cosa diavolo-»

«Hermione, mi prometti che rimarrai calma se ti dico una cosa?»


«Cosa sono queste cose, Ron?»


«Promettimelo.»


«D'accordo...»


«Probabilmente siamo appena atterrati sulla schiena del Basilisco... Anche se quella dove sei seduta tu, ad occhio e croce, dev'essere una narice. O meglio, quel che ne resta.»


In pochi secondi, la riccia emise l'ennesimo urlo stridulo, prima di catapultarsi letteralmente verso il pavimento, atterrando miracolosamente in piedi. Una risata prolungata e davvero molto divertita irruppe contemporaneamente dalle fauci spalancate di Ron, che dal canto suo non riusciva a capacitarsi dell'espressione che aveva assunto Hermione non appena le aveva comunicato lo spiacevole fatto.

La Grifondoro lanciò un'occhiata di ghiaccio al rosso, prima di sistemare alla ben che meglio i capelli, completamente disfatti dalla lunga treccia che aveva improvvisato ore prima.

«Ne hai ancora per molto?» chiese, con una nota di fastidio perfettamente comprensibile nel tono di voce.


Con una grazia che Hermione non sapeva neanche possedesse, Ron scivolò più o meno elegantemente dalle squame in semi-decomposizione dell'immensa creatura, accennando l'ultimo sprizzo di risata, per poi tornare serio, concentrando lo
sguardo sull'enorme teschio che gli si presentava davanti.


«Wow... Non pensavo fosse così grande. E pensare che Harry l'ha ucciso quando aveva solo dodici anni. Io me la sto facendo sotto a guardarlo morto, figurati combatterlo con una misera spada.», così dicendo, sospirò, passandosi una mano sul viso. Aveva l'aria stanca, pensò Hermione, una stanchezza che gli conferiva un'aria quasi adulta.


Era invecchiato molto in pochi mesi, come anche lei ed Harry, molto probabilmente.

Pur essendo appena diciassettenni, i fatti li avevano costretti a crescere prima del previsto.
Così giovani, per combattere contro così tanti.

«'Mione? Ti senti bene? Sembri essere appena stata punta da uno Schiopodo Sparacoda!»


Hermione si destò improvvisamente dai suoi pensieri, riportando l'attenzione sullo scheletro, cercando contemporaneamente con lo sguardo i denti contenenti il veleno.


«Oh! Sono qui, Ron, guarda! Sono ancora tutti interi!»


Entrambi si precipitarono davanti a quella che si dimostrò la fauce spalancata del Basilisco, costellata da zanne grandi quanto un braccio di un normale essere umano.

Hermione emise un lamento tra il disgustato e il disperato, mentre Ron si limitò a fare una smorfia indecifrabile, imponendosi di non vomitare davanti al corpo in decomposizione del rettile. Con quanto più coraggio Grifondoro aveva in corpo, allungò un braccio, cautamente, quasi spaventato che il mostro potesse risvegliarsi e amputargli improvvisamente un braccio, di netto. Dopo aver afferrato una zanna, la tirò con forza, estraendola dalla bocca aperta. Entrambi la osservarono per alcuni minuti, meravigliati da come fosse stato semplice impossessarsi di quei "distruggi-Horcrux" dai fa te.
Troppo semplice.

«Queste quattro dovrebbero bastare. Non penso ce ne servino di più-... In più questo posto mi mette i brividi, non so te.»


«Già, direi che possiamo anda-»


«Oh, no. Tira fuori la coppa, avanti. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione. Probabilmente là fuori la battaglia è già iniziata, o-...»


Ad Hermione si gelò il sangue nelle vene. Pensare alla reale possibilità di un
combattimento, all'interno delle mure di Hogwarts, a cui con molta probabilità avrebbe partecipato anche lei, era qualcosa che non si era mai lontanamente immaginata, neanche nelle sue più sfrenate fantasie.
Battaglia a cui avrebber partecipato anche Harry.
Battaglia a cui avrebbe partecipato anche Ginny.
Battaglia a cui avrebbe partecipato anche Ron.
Ron.

«Penso che dovresti farlo tu.» dopo un interminabile momento di silenzio, Ron aveva utilizzato un tono di voce deciso, troppo maturo per il suo aspetto, troppo maturo per la sua età. Insomma, troppo maturo per Ronald Bilius Weasley.


Per questo, Hermione sobbalzò impercittibilmente, metabolizzando solo dopo quache secondo le parole che aveva appena pronunciato l'amico.


«Io-... Che
COSA?! Non se ne parla neanche. Tu hai più esperienza... Io non saprei neanche da dove cominciare! Non essere ridicolo, Ronald...» si passò così dicendo una mano tra i capelli mossi, allontanandosi quasi senza volerlo dal ragazzo, che ancora teneva in mano le Zanne di Basilisco, ben strette, quais per paura che gli scivolassero via.

«Non c'è bisogno di superare un compito in classe, tanto meno un test per fare una cosa del genere, Hermione. Ci sono riuscito io. Ce la farai benissimo anche tu.»


«Ma...»


«Niente ma! Avanti, tira fuori la coppa.»


Hermione non se la sentì di contraddirlo, non in quello stato. La sua espressione era più seria che mai, ragion per cui infilò un braccio intero nella sua borsetta di perline, estraendone dopo qualche secondo la Coppa di Tassorosso, ancora perfettamente pulita e luccicante. La tenne in mano per qualche istante, avvertendo quasi la magia oscura che racchiudeva. Non seppe se il sibilò che le arrivò alle orecchie fosse frutto della sua immaginazione o meno, fatto sta che lasciò cadere con un piccolo urlo il calice a terra, provocando un rumore metallico sulla pietra della Camera.


«MERLINO, HA... HA PARLATO! QUEL
COSO HA PARLATO! Ron, io non posso farcela... Non-» scosse la testa energicamente, arretrando nuovamente di un passo.

«Tu puoi farcela, 'Mione, io credo in te.»


Forse era stato il suo tono, nuovamente serio e maturo.

O forse il nomignolo con cui solo lui osava chiamarla. E con il quale solo lui poteva rivolgerglisi.
O magari il "credo in te" appena sussurrato.
No, certamente era stato lo sguardo. Lo sguardo che si erano scambiati: occhi nocciola, del colore della terra, contro occhi azzurri del colore del mare in tempesta. Non avrebbe trovato aggettivo migliore, per descrivere lo sguardo di Ron. Mare in tempesta.
Forse erano tutti quegli elementi messi insieme.
Hermione scattò improvvisamente, prendendo alla sprovvista lo stesso rosso, che si ritrovò improvvisamente privo di una Zanna dalle mani.
Caricò con quanta più forza aveva in corpo il colpo in direzione della Coppa, concentrando in quel gesto tutta la rabbia verso quella Guerra, la rabbia e l'amarezza che la perseguitavano da quando aveva cancellato la memoria ai suoi genitori; la rabbia contro Voldemort, contro tutti i suoi seguaci.
Ed ecco che il sibilio che aveva avvertito qualche minuto prima, tornava ad infastidirle le orecchie. Lasciò andare di scatto la Zanna, come se fosse appena stata scostata, non appena il rumore si fece più insistente, costringendola a portare entrambi i pali a proteggersi i timpani.
Non si farà distruggere senza lottare.
Improvvisamente, la coppa inizio a tremare sul pavimento di pietra, fino ad esplodere in un fascio di luce completamente bianca, da cui emersero due figure distinte, un uomo e una donna, con due espressioni accusatorie, cattive, ferite.
Hermione non ci mise che un paio di secondi a riconoscerli. Gli occhi le si riempirono di lacrime all'istante, mentre allungava un braccio per raggiungere la sagoma femminile.

«Mamma... Papà...»


«Osi anche chiamarci in questo modo? Hai usato la tua sciocca magia su di noi.»


«Abbiamo sempre saputo che ci avresti solo portato guai, tu e il tuo mondo di strampalati individui. Dovevamo immediatamente abbandonarti, dopo aver ricevuto quella lettera da quel pazzo del tuo Preside.»


«Oltre ad avere una figlia con due incisivi degni di un castoro adulto, doveva anche essere un fenomeno da baraccone. Perché è questo che sei Jean. E lo hai sempre saputo.», una risata sprezzante segui le parole della donna, che si avvicinava insieme la marito sempre di più alla figura pietrificata di Hermione, il cui viso era solcato da lacrime silenziose, gli occhi vacui e privi di espressione.


«Hermione, non ascoltarli. Non sono loro. Non lo pensano. Tu lo sai...»


La ragazza si asciugò velocemente le lacrime con la mani della camicia, senza dare segno di aver sentito le parole di Ron.

Quando ormai le due figure spiritiche erano a mezzo metro dalla Grifondoro, un fascio di luce inondò gli occhi del rosso, costringendolo a portarsi un braccio davanti al viso, per proteggersi dall'ennesima potente esplosione.
Quando riaprì gli occhi, si trovò davanti un'Hermione in ginocchio, con il viso tra le mani, affiancata dalla Coppa divisa in due parti identiche e la Zanna, leggermente scheggiata.
Il primo istinto di Ron fu quello di alzarsi, correrle incontro e stringerla semplicemente tra le braccia, poggiando il mento sopra la sua nuca. Hermione finalmente liberò i singhiozzi che aveva trattenuto durante l'apparizione delle due sagome contro il petto di Ron, aggrappandosi alla sua maglia.
Passarono qualche minuto, così, abbracciati.
Si fissarono di nuovo negli occhi, mare in tempesta contro terra, calda e accogliente.
Infine, si scostarono, consci entrambi di aver appena stipulato un tacito patto. Di essersi appena detti tutto quello che non erano riusciti in sette anni con un solo sguardo.

Erano legati dall'incanto degli sguardi.
(1)




(1) Secondo Atto, Prologo, Romeo e Giulietta, William Shakespeare.

Ho iniziato questa FanFiction circa... Tre anni fa, se non sbaglio. E l'ho ripresa proprio stasera. Cercavo l'ispirazione, per ricominciare a scrivere, e be', direi che l'ho trovata. Come sempre, sono loro i miei favoriti. E solo con loro riesco ad esprimere al meglio le emozioni. Secondo il mio parere.

Ho pensato di non attenermi al film. Trovo la scena della Camera dei Segreti davvero infilata lì a caso, senza un senso logico; il regista ha solo cercato l'ennesimo modo per sabotare le scene Romione all'interno del film. GRAZIE, DAVVERO.
Io volevo un Harry sbalordito, un Ron e un'Hermione imbarazzati.
Insomma, in questo Missing Moment, volevo cercare di descrivere -inventandomi tutto di sana pianta, ovviamente-, i fatti che si sono susseguiti nella Camera, mentre Harry girovagava per il Castello.
Visto che, fino a prova contraria, al Row non ha detto niente al riguardo.
E se anche l'avesse detto e io non ne fossi al corrente... Questo è un sito di FanFiction, per Merlino! Posso fare ciò che voglio, MUAHAHAHA!
Seriamente--- potreste recensire, mh? Anche per dirmi che fa schifo sul serio.

Ciao.

  
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