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Autore: mikeychan    04/06/2013    2 recensioni
Liberarsi del peso... non essere un ninja... saranno le scelte giuste?
Genere: Azione, Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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New York. La città delle luci, dei colori, delle fogne. 
Sì, proprio fogne. Perché è proprio lì che vivono alcuni nostri amici. Immagino che, a furia di scrivere storie su storie, abbiate capito, giusto?
Leonardo, Raphael, Donatello e Michelangelo...
La questione è questa: Michelangelo comincia a dubitare del suo corpo... vuole essere magro solo per guadagnarsi il rispetto... ma se c'è in gioco un organo importante riuscirà a capire la difficile decisione di Splinter in una battaglia difficile?
Enjoy!


***********************************

Ultimamente, a causa delle forti piogge, c'era stato un massiccio innalzamento della pressione dell'acqua. Questo preoccupava gli addetti alla manutenzione dei tubi sotterranei, ma anche il nostro amico Donatello.
Tramite i suoi sofisticati sistemi di sicurezza, infatti, aveva intuito che la tana era in pericolo; se avrebbe piovuto ancora, l'intera tana sarebbe potuta essere totalmente allagata. Tamburellò le sue dita sui tasti del notebook e sospirò avvilito.
Che diamine poteva fare? 
Sentì bussare alla porta: era Leonardo.
-Don. Vieni, è ora di praticare ninjitsu!- avvertì morbidamente.
Il genio gli permise di entrare e mise i suoi pc in stand-by; si strofinò energicamente il volto stanco nelle mani e si alzò dalla sedia, stiracchiandosi. Alcune sue ossa scricchiolarono rumorosamente e ciò causò qualche risata ai due.
-Sicuro di non crollare?- sorrise Leo, anche se era preoccupato.
-Nessun problema, Leo- rassicurò l'altro: -Si trattano di bollicine d'aria fra le ossa!-.
-Ed è normale?- domandò il leader, senza più il sorriso.
-Certo- concluse il viola, allungando le braccia oltre la sua testa.
I due sorrisero e si diressero verso il dojo, dove intravidero la figura ovviamente nervosa di Raphael. 
-Guai in vista- sospirò Donnie.
-Puoi giurarci- rispose Leo: -E non vedo Michelangelo-.
Raphael aveva lo sguardo più nervoso che avessero mai visto in sedici anni insieme; il motivo della sua rabbia, però, non era Mikey. La sua moto era stata danneggiata dalle piogge nel magazzino. 
Difatti, era salito per controllarla e quando l'aveva messa in moto, non era accaduto nulla; facendola revisionare da Donnie, aveva scoperto che l'acqua era finita nella coppa dell'olio, rovinando perfino il serbatoio, inquinandone la miscela di benzina.
Risultato? Un nuovo motore... o forse, una nuova moto.
In cucina, aprì il frigo, desideroso di una lattina di aranciata fresca, in una bella serata invernale con circa meno quattro gradi... eh! Erano circa le 18.30 e nel tempo rimanente per le 19.00 (giusto la cena), avrebbero dovuto allenarsi come ogni giorno.
-Dove sono le lattine?- si chiese, lasciando accrescere la rabbia.
Don e Leo udirono l'ultima domanda ed entrarono in cucina.
-L'ultima l'ha bevuta Michelangelo, Raph- rispose il primo, un po' titubante.
Il rosso annuì e ringhiò; guardò nella credenza, alla ricerca di qualche bon bon per rimuovere l'amaro dalla bocca. La sua mano tastò il ripiano ligneo, ma non trovò che carte vuote. 
-Dove sono i bon bon?- chiese il rosso, apparentemente calmo.
E quello era un bruttissimo segno: il tappo della bottiglia della sua "calma" stava per saltare!
-Li ha mangiati Michelangelo, giusto un'ora fa- completò Leonardo.
Raph annuì ancora e si diresse nello scompartimento dedicato ai cibi salati, alla ricerca di qualche nocciolina o patatina. E nemmeno lì fu fortunato. Ringhiò e si girò molto, molto lentamente.
-Non c'è bisogno di chiedere che fine abbiano fatto le noccioline e le patatine, giusto?-.
Don e Leo sorrisero nervosamente: -Le ha divorate Michelangelo stamattina-.
A questo punto, il rosso si ricordò di una fetta di pizza solitaria in un piatto; si girò di guscio e adocchiò la stoviglia in questione, sul top del piano cottura. Sollevò la carta argentata come coperchio e stavolta il ringhiò si trasformò in un sonoro pugno sul tavolo.
-DIAMINE! Possibile che Michelangelo abbia divorato anche questo?!-.
-Ehm... ultimamente è più affamato del solito...- ribatté Donnie, in un sussurro.
-No, Donnie! Posso capirlo che sta crescendo, ma sta diventando un maiale!- urlò Raph.
-Non esagerare, fratello!- stoppò Leo, accigliato per l'imprecazione.
Raph ruggì ancora: -Avete notato quanto si sia gonfiato?-.
-Gonfiato?- ripeté un Donnie incuriosito.
-Chissà quanti chili avrà messo sulla pancia!- concluse Raph, in un sussurro.
-Non ci avevo fatto caso- completò Leo, a braccia conserte.
-Beh... dovreste vederlo di profilo!- aggiunse ancora il rosso: -Ha anche l'affanno!-.
-Ora che ce lo dici- fece un Don pensieroso: -Mikey è stato molto lento, ultimamente!-.
-Bravo! Io credo che si stia rimpinzando un po' troppo di schifezze- espose il ninja con i Sai.
-Dieta, allora?- propose Leonardo.
-Non proprio- corresse Donnie: -Vorrei prima vedere come si sta comportando-.
-Al diavolo l'adolescenza!- sbottò Raphie: -Lui ha due anni in meno... e sembra un elefante!-.

In quel momento, la dolce figura di Splinter comparve sulla soglia della cucina, con il solito bastone impugnato nella mano sinistra. Era sorridente e fissava i suoi ragazzi con orgoglio.
-Tutti pronti per la pratica?-.
Leo ricambiò con un nuovo sorriso: -Hai, sensei... solo che...-.
Splinter sbatté una sola volta le palpebre, inarcando un sopracciglio, incuriosito.
-Ehm...- continuò distrattamente Donnie: -Solo che Mikey non è qui-.
-E sapete dove si è cacciato?- chiese il padre, con una nota di preoccupazione.
I tre fecero le spallucce.
-Mmh...- emise un sospirante sensei: -Cerchiamolo-.
Annuirono e si divisero: ognuno avrebbe controllato una zona diversa della tana.

-Mmh!- squittì Michelangelo, mangiando l'ultimo trancio di pizza rubato dal piatto.
Era comodamente seduto sul suo letto, a leggere l'ultimo fumetto della Justice Force. Non aveva acceso la luce nella sua stanza, proprio perché sapeva che i suoi fratelli lo stavano cercando.
In possesso di una torcia, si accigliò all'ultima pagina con quel "To Be Continued".
-Mondo pizza!- esclamò deluso: -Adesso mi toccherà attendere il prossimo mese per sapere se Silver Sentry sconfiggerà il Dr. Malignus!-.
Sbuffò e ripose ordinatamente il sul fumetto nel cassetto del comodino; intravide una piccola pallina di pelo che ronfava in una cesta di paglia, con una calda copertina addosso. Mikey sorrise e illuminò giocosamente il suo Klunk.
Il micetto alzò la testa e i suoi occhi gialli brillarono in riflesso alla torcia; saltò fuori dal suo giaciglio e si stiracchiò, per poi dirigersi dal suo padroncino, in cerca di coccole. La tartaruga sorrise intenerita e si sedette a gambe incrociate.
-Sei il tesoro di papà, lo sai?- gli sussurrò, accarezzandogli il folto pelo della coda.
Klunk miagolò come risposta e fece le fusa.
Il quattordicenne inspirò e ridusse gli occhi a due fessure: gli era venuta un'ideuccia niente male. Non aveva nessuna intenzione di allenarsi... strofinò le mani, ridacchiando e Klunk lo fissò con aria interrogativa.
-Caro Klunk, il tuo Mikey gioca d'astuzia! Guarda e impara!-.
Notò un certo stringere sulla pancia e controllando, non fece neppure caso al suo stomaco, un po' più gonfio rispetto a quello dei suoi fratelli... certo, due settimane di poco allenamento e di calorie e frittura, davano il loro contributo.
Mikey non gli importava: gli piaceva mangiare e non sospettava neppure lontanamente di essere un po'... come dire... ingrassato, forse?
-Lo so che mi sono sbafato tutto, cinque minuti, fa... ma ho ancora molta, molta fame!-.
Spalancò gli occhi quando sentì gli indistinti passi della sua famiglia: ridacchiò e fece l'occhiolino a Klunk; sapeva che leggendo con la torcia, i suoi occhi si erano stancati e si erano tinti di rosso. L'arancione si dette un pizzico e creò finte lacrime di "non-sto-bene".
Bevve un sorso di aranciata, lasciandoselo andare volontariamente di traverso e s'infilò nel letto, nascondendo varie borse d'acqua calda sotto circa quattro coperte di lana. Iniziò a sudare, come simulazione perfetta della febbre.
-Si va in scena!- ridacchiò in sottovoce.

Don fu il primo a bussare alla porta: attese la risposta dell'avanti che mai sentì. Accigliato, bussò con più intensità... ma contrariamente a ciò che pensava, la maniglia che tentò di forzare, risultò semplicemente aperta.
-Entriamo-.
L'intera famiglia accese la luce nella stanza del fratellino "pestifero"; Mikey emise un lamento di sottofondo e tossì, dato che lo zucchero contenuto nell'ottava lattina in mezz'ora, gli aveva provocato una quasi vera gola dolorante e voce rauca.
-Dormi?- schernì Raphael: -Prima di cena, poi?-.
Mikey non rispose, anche se avrebbe desiderato farlo; tutti gli si avvicinarono e Donatello si ammorbidì, alla vista degli suoi occhi lucenti. In modalità medico, gli poggiò d'istinto una mano sulla fronte sudaticcia.
Le cinque borse d'acqua bollente e le coperte stavano proprio producendo l'effetto sauna.
-Come ti senti?- domandò cupamente.
-Ho freddo...- mentì da attore, l'altro.
-Scotti... credo tu abbia la febbre, Michelangelo- espose il primo, in un sospiro.
-Allora niente pratica per stasera. Sei sollevato, figliolo. Riposa pure- disse Splinter.
Mikey avrebbe ghignato alla vittoria, ma doveva mantenere l'aspetto da malato; tossì e si strinse le coperte sul corpo rovente. La sua mano sfiorò lo stomaco, accigliandosi a quanto risultasse "gonfiato".
"Forse ho esagerato un po'...", pensò imbronciato.
-Ti lascio il termometro. Misurati la febbre e riposati- sorrise Donatello, dirigendosi al lab.
Sia Leo sia Raph lo guardarono malinconici... lo avevano perfino deriso.
-Starò bene...- sorrise stancamente l'arancione.
-Prenditi il tempo che ti serve- sussurrò Leo, dolcemente.
-Sei tutto sudato- constatò un torvo Raphael: -Ti porteremo la cena. Che cosa ti va?-.
Mikey si leccò le labbra: -Oh... voglio degli spaghetti con il pomodoro, una fetta di carne, delle patatine fritte, qualche fetta di pizza e...-.
Tutti, compreso Don di ritorno e con il termometro in mano, lo fissarono sorpresi.
Il minore ridacchiò angelicamente: -Ovviamente nulla, stavo scherzando...-.
-Credo che un po' di brodo ti farà bene, figliolo- sospirò Splinter.
-Riposati, bro- salutò Raph, spegnendogli la luce e chiudendogli la porta.

Una volta da solo, Mikey gettò le coperte via, soffiandosi il caldo con la mano; si strofinò il sudore via ed emise un forte "fiuu".
-Visto, Klunk?- schernì: -Nessuno batte Mikey in finzioni!-.
Il micio miagolò e saltò sulla sua pancia, facendo le fusa.
-Ti piace il duro?- sorrise l'arancione ma cambiò espressione.
Le zampine del micio si affondavano un po' sul suo addome... a giudicare dall'aspetto, forse era molleggiante. Preso dalla curiosità, la mia tartaruga preferita toccò la sua pancetta con l'indice...
-E' molliccio...- borbottò, accigliato: -Credo abbia messo su un po' di ciccia!-...

  
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