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Autore: briciolaFINE93    04/06/2013    3 recensioni
[UsUk+ varie coppie/ I personaggi non sono nazioni]
Un ragazzo americano ricco.
Una giovane di tutto rispetto con un fratello appassionato di fucili.
Un socio russo pronto a tutto.
Una sorella vendicatrice.
Un medico chirurgo francese.
Un avvocato dagli occhi rossi.
Un trio di strambi ladruncoli.
Quattro cuochi di un ristorante multietnico e il suo proprietario.
Uno stalker innamorato.
Tre poveri ragazzi sfruttati e il loro amico.
Un musicista e la sua manager.
Un investigatore privato e il suo biondo assistente.
Un omicidio.
Cinque improbabili testimoni e cinque ragazze segretamente coinvolte nella vicenda.
Questo è il pane quotidiano di Kroszveria.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Non-con, Violenza
Capitoli:
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Uno Strambo Incontro



Lo specchio si ruppe improvvisamente e un lieve senso di angoscia la assalì. Non era mai stata superstiziosa ma, diamine, quella situazione era inquietante!
La mattina le era passato un gatto nero davanti, al ritorno da casa era dovuta passare sotto una scala a causa di alcuni lavori, e ora quello. La sfortuna sembrava avercela con lei in quella giornata più limpida del solito. A quanto pare il cielo non aveva i suoi stessi problemi.
Si lisciò una ciocca di capelli sospirando, no, non andava affatto bene, doveva calmarsi e ragionare. Dove poteva mai nascondersi un medico chirurgo pigro e narcisista?
Immediatamente le venne in mente il ristorantino della città ma scartò subito quell'idea dato che l'appuntamente per la cena era per le nove di sera. Riflettè a lungo, gli zigomi tirati in un espressione a dir poco spazientita. Poi fu come illuminata da una lampadina proveniente da chissà dove, sicuramente lo avrebbe trovato al centro commerciale nel reparto dedicato alle bottiglie di vino, o magari in quello dedicato all'amore, come diceva lui omettendo a quale parte del rapporto tra due persone quegli oggetti servissero.
Cercò di correre dietro l'autobus che stava partendo proprio in quel momento ma una macchina, che lei conosceva fin troppo bene, le schizzò addosso tutta l'acqua di una pozzanghera. Eppure non pioveva da due giorni!
-Ma cosa?!- biascicò indispettita guardando parcheggiare lì vicino la causa di tutti i suoi problemi -È un'ora che ti cerco Francis!-
La sua espressione furiosa si trasformò immediatamente in una contrariata e scocciata quando vide spuntare due lunghe codine nere dalla portiera. Certo, se lo doveva aspettare che prima o poi anche lei sarebbe tornata in città e avrebbe provato a riagganciare i rapporti con lui, ma non pensava sarebbe successo così presto.
-Quanto tempo Monique- esclamò sorridente la più giovane facendo oscillare il vestito azzurro.
-Felice di rivederti Sesel, come è andata in America, hai fatto successo come modella?- chiese l'altra incrociando le braccia al petto.
-Non proprio, volevano che mi spogliassi e mi sono rifiutata categoricamente- rispose con espressione ingenua.
-Ma non mi dire! Quindi hai lasciato Francis da solo per due anni per niente?-
-Bèh ragazze, io vado un momento in quel bar laggiù a bere un bicchiere di vino, non disperatevi torno subito- proruppe malizioso il francese. Le due annuirono per poi scambiarsi chi sguardi disgustati, chi derisori.
-Non ti va proprio giù che lui abbia scelto me, vero Monique?- domandò divertita la mora con la stessa candida espressione in volto.
-Stai tranquilla, le cose adesso sono cambiate- ribattè lei poggiandole una mano sulla spalla -Non le piacciono più le ragazze che puzzano di pesce-
La giovane spalancò offesa la bocca, per poi girarsi e dirigersi verso il bar dove sedeva il dottore con passo deciso.

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-Tai!- urlò il coreano buttando giù dal letto la sorella che dormiva beata -Svegliati strega!-
La ragazza si massaggiò la schiena dolorante scrutando il ragazzo con sguardo da pazza omicida -Im Yong Soo!- lo iniziò a rincorrere ancora in pigiama fin fuori dall'appartamento.
-Strega! Strega! Strega!- la stuzzicava mantenendosi ad una certa distanza di sicurezza, era pur  sempre una psicopatica assassina, secondo lui.
-Maledetto! Vieni qui Im!- imprecava lei a gran voce dando spettacolo nella piazzetta gremita con il suo pigiamino rosa con i fiorellini. All'improvviso una mano le si schiantò sulla fronte facendola fermare colpita, alzò gli occhi pronta ad uccidere chiunque l'avesse interrotta ma appena vide chi era la persona davanti a lei le saltò in braccio felice.
-Rin!- esclamò con espressione estasiata -Sei tornata!-
La maggiore le cinse un po' le spalle ma si guardò comunque timidamente attorno, un po' scocciata del fatto che un sacco di gente stesse seguendo la vicenda.
-Im- lo chiamò e il ragazzo subito le fu accanto sorridente -Ragazzi in quest'ultimo anno siete cresciuti parecchio- constatò osservandoli bene -Avete aiutato in casa Yao?-
I due fratelli si guardarono complici un po' preoccupati ma annuirono ugualmente con dei sorrisini tirati stampati in volto -Certo Rin, siamo stati bravissimi fratellini-
-Immagino...-
-Rin!- il cinese si affacciò dalla finestra dell'appartamento -Aiya! Potevi avvisarmi del tuo ritorno, ti avrei preparato qualcosa-
-Tranquillo cugino- ribattè salutandolo con un cenno della mano, poi si rivolse ai due -Saliamo che ho tante cose da raccontarvi-
Dieci minuti dopo erano già seduti attorno al tavolino in vetro a sorseggiare ottimo the.
-Allora cugina, come è andata in Vietnam?- chiese il più grande accarezzando un orsetto a forma di panda -Voglio dire, gli zii come stanno?-
-Bene, ma non è di questo che ti volevo parlare- rispose secca poggiando la tazzina e fissandolo dritto negli occhi -Vedi Yao, c'è stato un incidente e i tuoi genitori... sono morti-
Un pesante e denso silenzio cadde nella stanza, nessuno osava guardare nessuno, solo Rin qualche volta si permetteva di osservare di sfuggita la reazione del parente cinese. Questo rimaneva immobile, come impietrito da quelle parole e da quel tono estremamente serio, con la mano ferma sul peluche e la tazzina traballante. Il silenzio fu proprio rotto dalla caduta di quest'ultima che, precipitando dalle sue mani, si ruppe in mille pezzi non suscitando comunque alcuna reazione nel ragazzo.
Solo dopo qualche minuto, reso interminabile dalla gravità della notizia, una scia di lacrime iniziò a sgorgare dai suoi occhi bagnandogli il viso pallido.
-Yao- proferì dolcemente Tai guardandolo impotente -Come... ti senti?-
Provò anche a sventolargli una mano davanti al naso per ottenere una risposta, ma appena lui scoppiò a piangere non potè fare altro che iniziare a raccogliere i cocci della tazza non sapendo cosa fare. Rin automaticamente uscì di casa per fare un giro intorno al quartiere e il coreano scattò in direzione del fratello per abbracciarlo.
-Fratellone- mormorò accarezzandogli i capelli -Non piangere, ti prego-
-Sono... morti i nostri genitori e non dovrei... piangere?- domandò flebilmente scostandolo.
-No!- esclamò improvvisamente la sorella con sguardo deciso -Tutti prima o poi muoiono, loro erano vecchi e noi invece dobbiamo continuare a vivere!-
Quelle parole lo toccarono molto, Tai aveva ragione, lui era il fratello maggiore e come tale doveva continuare a proteggere i suoi fratellini e non disperarsi come farebbe solo un debole. Lui ne aveva passate tante, anche questa sconvolgente sorpresa doveva accettarla e nasconderla in qualche parte remota della propria mente.
-Ragazzi, avete ragione- si asciugò gli occhi con la manica rossa e li abbracciò -Adesso ci siamo solo noi, ma siamo insieme-
-Bravo fratellone!- risero felici i due per la prima volta concordi -E poi-
La porta si aprì e Rin entrò accompagnata da un altro giovane ragazzino. Tutti fissarono straniti lo sconosciuto e la vietnamita si schiarì la voce.
-Cugino- iniziò -Questo è tuo fratello Kaoru Wang, adesso che sono morti i suoi genitori ho deciso di portarlo da te- fece una pausa -Non poteva rimanere da solo a Hong Kong-
-Kaoru?-

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Nell'aria si diffuse immediatamente il rumore fastidioso dell'allarme antifurto.
-Sbrigati Antonio!- lo intimò la mora guardandosi freneticamente intorno. Sentirono una finestra aprirsi e l'italiano vide un'anziana signora prendere il mano un telefono e digitare tre numeri. Capì che dovevano passare al piano C e fece l'occhiolino alla ragazza.
-Ah mascalzone!- urlò lei dando dei colpetti sulle spalle a quello che tentava di aprire con un coltellino la portiera dell'auto -Qualcuno ci aiuti! Un ladro ci vuole  rubare la macchina!-
Il ragazzo con le mani libere tentò di colpire lo spagnolo schiamazzando, la signora intanto correva giù dalle scale per aiutarli.
-Eccomi!- esclamò affannata arrivando davanti a loro -Brutto ladro vattene via!-
La mora si lasciò cadere a terra e l'italiano subito corse a soccorrerla mentre il presunto furfante metteva in moto velocemente e se ne andava con una nuvola di fumo.
-O mio Dio- sospirò la donna -State bene ragazzi?-
I due annuirono teatralmente disperandosi per l'auto rubata -Signora chiami la polizia, la prego-
-Sì certamente- compose il numero e attese -Sì, c'è appena stato un furto in via San Krozv 15, un ladro ha rubato una macchina-
La minore sospirò -Era nuova! Quel maledetto, spero lo trovino-
-Sì, la proprietaria dell'auto è una ragazza mora e con occhi neri, grazie mille- terminò la chiamata -Domani inizieranno le ricerche-
I due si scambiarono uno sguardo complice e poi si rialzarono barcollando -Grazie signora, adesso torniamo a casa tanto abitiamo vicino-
S'incamminarono lentamente, poi girarono l'angolo.
-Mamma mia, Romano- esclamò lei iniziando a correre -Siamo stati bravissimi!-
-Hai ragione Bella, e la signora? Troppo stupida -ridacchiò togliendosi il giaccone e buttandolo a terra. La ragazza lo imitò, tolse il maglione, i pantaloni, la parrucca e le lenti a contatto colorate rimanendo così con un vestitino verde lungo fino alle ginocchia.
-Psss! Ragazzi!- li chiamò una voce familiare. Dall'altra parte della strada il complice li stava aspettando per andarsene -Salite, veloci!-
I due non se lo fecero ripetere e tra un insulto alla spagnolo e una risatina partirono velocemente diretti in un posto ben preciso: il ristorante.
Questione di minuti e si trovavano già a percorrere il salone principale del locale. Aprirono la porta della cucina spaventando un po' i due cuochi che invece di cucinare erano intenti a sbaciucchiarsi davanti alla piastra.
-Ma che cazz- imprecò il maggiore dei due italiani dividendoli immediatamente con poca delicatezza -Crucco bastardo, non toccare il mio fratellino!-
-Calmati Roma- tentarono i due amici poggiandogli una mano sulle spalle.
-Ve~ fratellone, Ludwig mi stava solo facendo gli auguri in anticipo- si difese il ramato con aria innocente.
-E poi cos'altro ti darà?- ribattè Romano per tutta risposta cercando di far cogliere a tutti il doppio senso. Bella soffocò una risatina.
-Comunque- proseguì -Mi è arrivato un messaggio, tra due giorni arriveranno anche Marina e Mattia dall'Italia per il tuo compleanno. Quel saccente di Marcovaldo rimarrà là, dice che non ha tempo per una stupidata simile adesso che sta per diventare vescovo-
-Ve~ Che bello! Arrivano i nostri fratellini!-

 
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-Vieni Matthew- esordì l'inglese uscendo dall'edificio -Mi hanno consigliato un ottimo ristorante in cui poter cenare-
Si sgranchì le gambe e stiracchiò la schiena un po' indolenzita mentre l'assistente annuiva silenziosamente, seguendolo. Fece un passo verso le strisce pedonali ma scattò immediatamente indietro appena vide una persona in moto arrivare a 90 all'ora, alla sua sinistra. Il canedese gli cinse preoccupato le spalle.
-Maledetto delinquente! Si rispettano i limiti di velocità, pirata della strada!- imprecò a voce molto alta, quasi urlando contro colui che aveva rischiato di investirlo. La persona in questione, spaventata anch'essa dal fatto di aver quasi temuto di dover portare sulla coscienza un uomo morto, frenò di colpo parcheggiando davanti a loro. Tolse il casco e scese dalla moto con apparente disinvoltura.
-Dici a me?- chiese guardandolo con i suoi luccicanti occhi azzurri -Intendo dire che non serve preoccuparsi tanto, sono una brava persona, io-
L'inglese gli si avvicinò andando su tutte le furie -Prego Mr. Idiot!?-
-Vuoi davvero che te lo ripeta?- chiese sbuffando -Andiamo amico, mi spiace davvero. Non era mia intenzione ucciderti-
-Bèh sappi che non accetterò le tue scuse idiot!- ribattè ancora più infervorato dal tono scocciato dell'altro.
-Si può sapere chi sei? Sei nuovo non ti ho mai visto, inglesino-
-Primo: inglesino non lo dici a me, stupido americano! Secondo: io sono Arthur Kirkland quindi ti conviene smetterla di scherzare-
Il ragazzo gli si avvicinò ancora di più -E io sono Alfred F. Jones quindi neanche a te conviene scherzare!- rispose intimidatorio, poi scoppiò a ridergli malamente in faccia. -Andiamo, stai calmo ti ho già chiesto scusa, Arthur- gli fece l'occhiolino -Mi piacerebbe rimanere a parlare ancora un po' con te, ma adesso devo andare, bye bye!-
I due investigatori rimasero per un po' a guardare quello sfacciato americano andarsene a tutto gas per la strada della città.
Certo, si ritrovò a pensare Arthur, vivere in quella città sarebbe stato più difficile di quanto immaginasse.





Ciao!!!
Prima di tutto scusatemi per il ritardo T.T
Purtroppo sono entrata in fase esami di terza media e il tempo che posso dedicare alla scrittura è veramente misero in quanto devo finire di preparare un discorso sul Sole, un circuito elettrico... ma tralasciando i miei problemi scolastici, volevo dire che probabilmente il prossimo capitolo potrò terminarlo e postarlo solo verso 20 o insomma, una data lì vicina... finisco gli esami il 28 -.-
Spero continuerete comunque a seguire ^^"
Per quanto riguarda questo capitolo: lo so che non è molto interessante oppure lunghissimo ma come detto sopra sono veramente in crisi xD Ma non credo faccia proprio schifo... ditemi voi.
Kaoru se non lo sapete è il nome umano di Hong Kong, mentre Marina e Marcovaldo sarebbero i miei OC rappresentanti in ordine: San Marino e Città del Vaticano. Siccome non sapevo quale fosse il nome ufficiale di Seborga, gli attribuito il nome Mattia e a Monaco il nome Monique :)

Inoltre, tra le tante idee che ho in mente per eventuali ff (che comunque non scriverò almeno finchè non terminerò due ff), avevo in mente di pubblicarne una in contemporanea con questa: ma sono indecisa tra tre delle mie idee preferite, datemi il vostro parere per piacere ^^

-La prima tratterebbe della storia di due ladri, Francis e Alfred, alle prese con un certo poliziotto inglese... ovviamente UsUk
-La seconda sarebbe una raccolta di One-shots intitolata "Born this Way", e che quindi parlerebbe di alcuni momenti nella vita delle Nazioni, in cui queste riflettono sul fatto che i propri difetti devono essere accettati; oppure di spezzoni di vita di coppia in cui però fanno le stesse riflessioni (non so se sono riuscita a spiegarmi ^^"
-La terza narrante della vita nella scuola delle Nazioni, intitolata "Gakuen Hetalia Sucks" e già il titolo è tutto un programma xD (Avete presente la canzone High school sucks? Ecco)

Consigliatemi voi ^^

Bacioni alla pasta~
Erika


   
 
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