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Autore: Lulyblu_    05/06/2013    1 recensioni
Ho sempre amato viaggiare. Girare il mondo, conoscere nuove persone, imparare nuove lingue, entrare in contatto con altre culture. Prendere un aereo e partire verso il primo posto che mi passasse per la testa è sempre stato uno dei miei numerosi sogni nel cassetto. Sognavo la libertà, sognavo di sorridere e ridere, sognavo di abbracciare il primo conosciuto preso a tiro in giro per le strade, sognavo di poter essere felice con una persona sincera e speciale, unica, capace di tirare fuori il meglio di me con una semplice carezza e uno sguardo. Ho sempre cercato di lasciare ogni cosa a suo tempo, di non affrettare un qualcosa che sarebbe accaduto solo successivamente. Da questo punto di vista posso essere considerata una persona abbastanza tranquilla e paziente. Ero cresciuta con certi principi e idee. Avevo un mondo tutto mio. Un mondo che è durato ben diciassette anni prima che un paio di fossette e di occhi bipolari lo mandassero in frantumi. Da un lato la cosa potrebbe sembrare tragica, potrebbe far pensare a qualcosa ormai distrutta e irrecuperabile. In realtà innamorarmi di LUI è stata la cosa migliore che mi sia successa.
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Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

“Imploro perdono padrona!” urlò per la terza volta Harry quella mattina.

Juliette era comodamente seduta sulla sua pancia, che poi pancia non ce n’era, e lo stava tenendo fermo sul materasso bloccandolo per gli avambracci. Harry l’aveva sfidata senza sapere che la sua bellissima ragazza era più forte di quanto ricordasse. Pensava di avere la vittoria in pugno, puff! Illuso!

“Ripetilo se hai il coraggio!” lo sfidò lei.

“Cosa? Che sei una nana malefica?” la schernì, ancora bloccato contro il materasso.

Julie non aveva mai sopportato di venir presa in giro ma non aveva mai fatto niente per impedirlo e per farsi rispettare. Riusciva a ribattere solo quando a farla infuriare era, appunto, Harry.

“Mi dispiace, ma è la verità.” Continuò a punzecchiarla lui.

“Io non sono bassa.  Sei tu quello troppo alto!”

Era alta 1.66 m e a, quanto pareva, non sarebbe cresciuta più. Non si era mai fatta un cruccio riguardo alla sua altezza, considerando che conosceva persone anche più basse di lei, ma aveva sempre odiato i vezzeggiativi che le aveva affibbiato Harry per farla arrabbiare. Nana malefica era uno di quelli.

“Io non sono troppo alto. Ci sono persone anche più alte di me.”

“La prima parte è una minchiata.”

Quelle poche volte che era uscita con Harry in giro per le strade, ovviamente sempre in orari convenienti, il suo senso di vicinanza ai marciapiedi o ai pavimenti era cresciuto. Lei, accanto a lui, si sentiva proprio bassa. Harry invece adorava la sua statura: lei era la sua piccolina e lui l’avrebbe sempre protetta. Con un movimento di bacino il ragazzo invertì le posizioni. Ora era lui a primeggiare.

“Smettila di sfruttare le tue doti per sottomettermi!” Urlò esasperata la ragazza.

“Perché dovrei? Traggo proficui profitti nel farlo.” Esaminò con cura il corpo della ragazza con lo sguardo. “Dovresti vedere che vista che c’è!”

“Spiritoso.” Julie poteva immaginarla perfettamente la vista di cui stava parlando Harry: la sera precedente, prima di mettersi a dormire  si era cambiata e aveva indossato la sua camicetta da notte bianco perla. Era stata la prima cosa che aveva trovato aprendo la valigia ed era troppo stanca per indossare qualcos’altro. Il problema della trasparenza non si era posto poiché c’era buio ma adesso il suo seno era in bella vista e il ragazzo sopra di lei pareva apprezzarlo di gran lunga. Voltò la faccia infastidita, evitando di guardarlo negli occhi.

“Eddai piccola. Sto scherzando.” Harry le strofinò la punta del naso sulla guancia, gesto che faceva sempre sciogliere Juliette. Ma non quella volta. Non era arrabbiata con lui… Voleva solo stuzzicarlo un po’.

“Non arrabbiarti.” Harry scese dalla sua posizione e si coricò al suo fianco, in modo da essere per metà sopra di lei. L’abbracciò dal bacino e prese a lasciarle una scia di baci lungo il collo.

Julie sospirò. “Alle volte sei proprio stupido.”

“Lo so. Per fortuna ci sei tu che mi fai risvegliare.”

“Idiota.” Gli tirò un pugno sulla spalla che, ovviamente, lui neanche sentì. “Quali sono i tuoi programmi per oggi?”

“Ho la mattinata libera. Oggi pomeriggio ci sono le prove.” Sorrise. “Potresti  venire.” Le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Che ne dici?”

Julie finse di pensarci. “Mi piacerebbe molto.”

“Bene.” Si alzò e prese Juliette in braccio in stile sposa, la quale cacciò un urlo per la sorpresa appendendosi al suo collo. “Ora scendiamo giù e tu mi prepari la colazione.”

**

Julie era comodamente seduta su una delle poltroncine dell’ O2 Arena che sarebbe stata la prima tappa del Take Me Home Tour. Il tour sarebbe iniziato due giorni dopo e già si respirava nell’aria molta tensione. I ragazzi erano agitatissimi ed emozionati allo stesso tempo, felici di iniziare un nuovo tour dopo i meravigliosi risultati che avevano ottenuto con il precedente. Anche le fans non stavano più nella pelle; nel breve tragitto tra l’aeroporto e la casa di Harry Julie aveva notato centinaia di manifesti pubblicitari che annunciavano che i One Direction sarebbero presto risaliti sui palchi delle arene più importanti del mondo.
Erano davvero bravissimi e nessuno poteva obbiettare al riguardo. Si muovevano in sincronia sul palco pur mantenendo quell’aria sfacciata e gioviale che era ciò che le Directioners amavano di più. Mettevano il cuore in ogni canzone, dalla prima all’ultima, non si fermavano mai e Julie, in quel momento, si stava divertendo tantissimo nel vedere come si punzecchiassero fra di loro. Si volevano bene e pure molto!

Oh oh oh..That’s what makes you beautiful.” La voce di Harry la risvegliò dai suoi pensieri e lei non poté evitare di tremare di fronte ad essa. Era forte e roca ma sapeva trasmetterti delle sensazioni impossibili da descrivere. Ti faceva sentire al sicuro; era come una protezione, un’assicurazione sulla vita. Inutile dire che What Makes You Beautiful era la sua canzone preferita. Forse perché era stata la prima  che aveva ascoltato quando era rincasata quel 17 dicembre 2011, quando Harry le aveva svelato chi fosse. La seconda canzone, “Gotta be you”, era uscita da circa un mese e, solo dopo aver ascoltato anche quella,  Julie si rese conto di quanto potesse spaziare la voce di Harry. I suoi acuti l’avevano lasciata senza fiato.
Julie era una tipa distratta e si faceva trascinare velocemente dai suoi pensieri. Era così presa dai ricordi che non si era accorta del fatto che, dopo quattro ore, le prove erano finite e che Harry, da lontano, la guardava preoccupato.

“Sembra dolce.” Liam, affiancato dagli altri componenti della band si era avvicinato a lui e il suo sguardo aveva preso la stessa direzione di quello di Harry.

“Lo è.” Confermò lui.

Louis era l’unico che ancora non era riuscito a capire niente di Julie. In realtà il giorno precedente non si era proprio soffermato sul farle delle domande per conoscerla meglio come, invece, avevano fatto gli altri. Lui pensava che non ce ne fosse bisogno perché già aveva una sua teoria al riguardo.

“Io non credo.” Parlò con tono di voce sicuro e strafottente.

“Cosa?” Chiese Harry di rimando.

“Sono l’unico che ha la sensazione che abbia dei secondi fini?”

Harry sgranò gli occhi e una rabbia indescrivibile gli attraversò le viscere.

“Costa stai blaterando Lou?” Lo riprese Niall con sguardo corrucciato.

Louis era preoccupato per il suo migliore amico. Era evidente che Harry fosse preso da Juliette e Lou era dell’opinione che quella ragazza lo stesse ipnotizzando. Voleva difenderlo a qualunque costo.

“Harry, io credo che sia un’arrampicatrice sociale. Ieri non ha parlato di sua spontanea volontà, rispondeva solo alle nostre domande. Non era interessata realmente.” In realtà Juliette aveva parlato eccome, ma Louis vedeva solo ciò che voleva. “Io credo che stia con te solo per i tuoi soldi.”

Harry non ci vide più. “Tappati quella dannata boccaccia prima di parlare male di lei. Non la conosci e non giudicarla.” Harry non voleva dare spettacolo perciò provò a calare il tono della voce. “Julie ha forse più soldi di me e te messi insieme.”

“Oh! Quindi si fa mantenere da mamma e papà. La classica ricca e viziata. Ottiene sempre ciò che vuole. Scommetto che papino non ha avuto nessun problema a comprarle un biglietto di prima classe per mandarla qui da te.”

“I miei genitori sono morti l’anno scorso.”  Erano così presi a litigare che non si erano accorti del fatto che Julie si era avvicinata ed aveva assistito a tutta la conversazione. Cinque paia di occhi sgranati si girarono verso di lei trovando una cascata di capelli castani e due occhi verdi pieni di lacrime che, adesso, le stavano accarezzando le guance.

Julie non perse tempo e con passo svelto cominciò a correre verso l’uscita, calando la testa per nascondersi e per evitare di sentirsi ancor più osservata.

“Julie!” Harry scese dal palco, ignorando gli altri quattro ragazzi e le corse dietro ma Juliette era veloce e sapeva mimetizzarsi bene. Harry lo sapeva e sapeva anche non avrebbe potuto cercarla la fuori. E questo fatto lo fece quasi morire.

**

“Ti rendi conto di quello che hai fatto?”  Liam non aveva mai urlato tanto. Era furioso con Louis e con sé stesso per non aver fatto niente che impedisse quella situazione di merda. Louis, dal canto suo, era paralizzato, incapace di aprire bocca o di muovere un muscolo.

“I-io non lo s-sapevo..”

“Neanche noi lo sapevamo!” Urlò Liam. “Ma non ci saremmo mai permessi di pensare una cosa del genere! Sei un’idiota! Cazzo!” Per la frustrazione si passò una mano sulla faccia rossa per cercare di contenere la rabbia. Louis aveva sbagliato alla grande e nessuno avrebbe dovuto cercare di difenderlo.

“Non le hai dato il tempo, Lou.” Sussurrò Zayn, che fino a quel momento era rimasto in disparte. “Non le hai dato il tempo di presentarsi. Di farsi conoscere. “ Alzò il tono della voce. “E’ timida e questo lo avevamo capito tutti ma rende Harry felice e anche lei è felice con lui. Forse non li hai guardati abbastanza bene. Da quanto Harry non era così felice? Quando lo vedevamo parlare al telefono e non sapevamo chi ci fosse dall’altro capo… Beh lui sorrideva felice. Ricordi?” Sbuffò. “Dio Louis! Harry ti ammazzerà. Puoi starne certo.”

“Chiedile scusa ma non sorprenderti per la facilità che ci metterà nel perdonarti. Non la conosco ma so per certo che non è una tipa che porta rancore.”  Liam si diresse verso le scale e prima di scenderle si girò verso di Louis. “Preoccupati di Harry invece. E’ innamorato di lei.”

**

Harry’s Pov

Erano passate tre ore e ormai si erano fatte le undici. Juliette non era ancora tornata e io stavo provando tantissima paura. Lei non conosceva Londra; ci era stata solo un paio di volte e di certo non era in grado di orientarsi. Paul mi aveva mandato a casa dopo che avevo buttato un numero spropositato di urla per la rabbia. La questione con Louis non era ancora finita.
Le avevo lasciato 20 messaggi vocali e le avevo fatto trenta chiamate e tutte avevano avuto lo stesso esito: segreteria telefonica. Ero davvero preoccupato e i sensi di colpa mi stavano mangiando vivo: non avrei dovuto permettere  che Julie ascoltasse la nostra conversazione. I suoi genitori erano un argomento off-limits.
Lo scatto della serratura mi fece sobbalzare e nella penombra comparve la sua piccola sagoma stretta dentro il cappotto rosso. Aveva la testa china e si torturava le dita della mani. Singhiozzava.

“Oh piccola mi dispiace tanto.” Corsi verso di lei e la presi al volo, per poi chiudere la porta con un piede. Mi sedetti sul divano con Julie in grembo che nel frattempo si era abbandonata sul mio petto. Gli occhi pieni di lacrime. “Grazie a Dio stai bene.” Le diedi un bacio sui capelli. Julie era gelata.
Le tolsi il cappotto ricoperto da un po’ di neve e la strinsi a me per trasmetterle un po’ di calore.

“Mi dispiace piccola. Avrei dovuto impedire che dicesse quelle cose.”

Julie tirò su col naso. “Non preoccuparti, sto bene.”

“Ho avuto così tanta paura.”

“Sono qui H-Harry.” La sua voce era rotta dai singhiozzi.

“Lo ammazzo. Te lo giuro Juls.”

“No Harry.” La sua voce fu a malapena udibile. “Non voglio che litighiate per colpa mia.”

“Se lo merita.” Ringhiai. “Non avrebbe dovuto permettersi.”

“Harry va tutto bene.” Sussurrò sulle mie labbra. “Va tutto bene adesso.” Mi diede un piccolo bacio a stampo. “Va tutto bene adesso che sei qui con me.”
La baciai dolcemente cercando di non opprimerla troppo e lei si lasciò andare al nostro bacio, buttandomi braccia e gambe intorno al corpo.  Mi alzai e la portai in camera da letto.

“Andiamo a dormire.”

Attraversammo lentamente il corridoio buio lasciandoci guidare dal lieve suono dei nostri respiri.

“Dove sei stata?”

“In giro.” Bisbigliò. “Ma ho ritrovato facilmente la strada di casa.”

“Paul ti stava cercando.”

“Mi dispiace. Vi ho fatto preoccupare.” Focalizzò la sua attenzione su una maglietta sul pavimento. “Non sarei dovuta scappare in quel modo.”

“Non dirlo. Anche io l’avrei fatto al posto tuo.”

Julie si lasciò depositare sul letto e non obbiettò quando le tolsi jeans, maglietta e reggiseno per infilarle una mia maglia. A tempo di record mi ero spogliato anche io e adesso ci stavano sistemando sotto le coperte.
La luce era spenta e il silenzio regnava. Ero sicuro di poter essere quasi in grado di captare i suoi pensieri. Era nervosa.

“Harry?” mi chiamò.

“Mmm?”

“Voglio raccontarti cosa è successo.”

E io seppi che si stava riferendo ai suoi genitori.  

**
 

Ciao bellissime *---*
Vorrei ringraziarvi per le visite ai capitoli precedenti e per aver inserito la storia fra le seguite!
Vorrei ringraziare Krystal Darlend per il magnifico banner! 
Io immagino Juliette come Madison Beer! La conoscete?
Beh, passandio al capitolo:
Non arrabbiatevi con Lou. Lui voleva solo accertarsi che Harry non soffrisse. Cambierà presto idea su Julie :) Don't worry!
Finalmente si comincia a scoprire qualcosa riguardante il passato di Julie!
Nel prossimo capitolo scopriremo molto di più!
LETTORI SILENZIOSI IO VI ASPETTO!

Al prossimo aggiornamento!
Un bacio,

Chiara xx

  
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