Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
Segui la storia  |       
Autore: ChiaraLuna21    05/06/2013    4 recensioni
Quando il passato farà la sua apparizione al comando, i nostri tre ispettori saranno travolti da una serie di nuovi guai!
Riusciranno a uscirne anche questa volta?!
«Mi spieghi cosa vuoi?!» gli chiese, seriamente seccata.
«Aiutarti!» rispose l’ispettore, convinto.
A queste parole, Laura iniziò a ridere.
«Aiutarmi!? Tu vuoi aiutarmi?! Adesso?!» urlò, facendo girare lo sguardo per la stanza per qualche secondo, tra il seccato ed il divertito. «Non ho bisogno del tuo aiuto! Non ora!» concluse, fissandolo negli occhi.(...) «Avevo bisogno di te allora! E tu, invece, eri chissà dove a salvare il mondo o chissà che! E ora arrivi qui, sperando di poter fare l’eroe e salvare la situazione?! Mi dispiace… ora è tardi!»

Un caso molto personale coinvolgerà Tom in prima persona... e prenderà un po' troppo Ben!
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Non c'è due senza tre!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

… fino ai giorni nostri

I due ispettori rimasero a fissare il collega, aspettando che iniziasse la sua storia.
«Quando… quando entrai in polizia, avevo appena 20 anni, e Laura era nata soltanto da qualche mese.» iniziò a ricordare l’ispettore.
 
In meno di un minuto comparve il poliziotto di prima, con due occhi enormi per la preoccupazione.
 
«Era… era una cosina piccolissima! Quando la prendevo in braccio, mi meravigliavo di non farle male…» continuò, lasciandosi un po’ prendere dai ricordi. «In quel periodo avevo il mio primo lavoro come cadetto a Dussendolf! Ero vicino a casa, così quasi tutte le sere andavo lì e giocherellavo con Laura…»
 
Il povero maresciallo si guardò in giro tra le celle, preoccupato, finché il suo sguardo non cadde in quella di Laura, dove la panca ancora giaceva a terra.
 
L’ispettore si prese un attimo di pausa, forse cercando di ricordare bene l’ordine degli eventi. «Il mio partner di allora era un ispettore-capo. Il suo compito, praticamente, era svezzarmi! Era un uomo che sapeva fare bene il suo lavoro… forse anche troppo!»
 
Otto sospirò. «Non ti avevo detto di stare buona?!»
 
I due colleghi lo guardarono perplessi, non capendo bene cosa intendesse. «Era nella lista delle persone da ammazzare di tanta di quella gente da far paura! Almeno tre volte al mese, spuntava fuori lo squinternato di turno che lo accusava di aver ucciso la sua ragazza-spacciatrice o di avergli fatto passare i tre anni precedenti in prigione!»
 
Laura afferrò la panca, provando a risollevarla. «Ah, già! Mi sembrava di aver sentito una cosa simile…»
 
Tom scosse la testa. «Mi resi conto praticamente subito che quella era una vita pericolosa… che finché eri solo e rischiavi la pelle, era un conto… ma rischiare di coinvolgere qualcuno che ti era vicino, era tutt’altro!»
 
Otto restò a bocca aperta. «E mi spieghi che stai facendo con quella panca?»

L’ispettore fece un sorriso amaro. «Mi ricordo ancora i suoi discorsi da  ubriaco il sabato sera! Diceva “Kranich, ricordati: questo è uno sporco lavoro… è uno sporchissimo e fottutissimo lavoro! E probabilmente non riceverai mai niente altro che merda da questo fottuto lavoro! Ma qualcuno… qualcuno lo deve fare!”. Poi prendeva un altro sorso o due di birra e continuava dicendo: “Questo è un lavoro da lupi solitari… da gente che non si affeziona e non crea famiglia! Kranich… Kranich, devi ricordarti che ogni porco bastardo a cui impedirai di uccidere un bambino o di rapinare la banca dei suoi sogni vorrà vendicarsi di te… e che il 90% di loro non si accontenteranno della tua morte!”. Poi cadeva sul bancone e io lo riportavo a casa.»

«Come, non si vede?! Le pulizie di primavera!» ironizzò, rimettendo finalmente in piedi la panca.
 
Tom sospirò. «Poteva essere ubriaco quanto volete, ma io non sono ancora riuscito a contraddirlo…»
 
Il poliziotto la guardò, dubbioso. «Le pulizie di primavera?! Ma che dici?!»
 
«Dopo un paio d’anni, iniziai a chiamare ogni tanto… ad andare a trovarli solo quando era davvero necessario! Stargli vicino poteva metterli in pericolo, e io non volevo!»

La ragazza sospirò. «Okay, lo ammetto… sto ristrutturando! Che ne direbbe se spostasti questo muro un 20 centimetri più a destra?! E se colorassi le pareti di un bel blu pervinca?!»
 
Tom scosse la testa. «Laura doveva avere 6 anni quando fui trasferito a Colonia!» sorrise amaramente. «Non la accompagnai nemmeno il suo primo giorno di scuola… andò con lo scuolabus!»

Otto era senza parole. «Che cosa?! Okay, ora basta… tu vai in isolamento!» disse, tirando un mazzo di chiavi fuori dalla tasca.
 
«Comunque, Colonia mi sembrava perfetta:  era abbastanza vicina perché potessi proteggerli e abbastanza lontana perché potessi evitare di andare spesso da loro! Dovevo solo giocare bene le mie carte, e non li avrei messi mai in pericolo!»
 
La ragazza ebbe un sussulto. «I… isolamento?!»
 
«Iniziai ad andare a Düsseldorf sempre di meno… iniziò a passare un anno… poi due… poi tre… e prima che me potessi accorgere, mi ritrovai il giorno del sedicesimo compleanno di Laura a provare a farle gli auguri per telefono, sentendomi dire che non voleva né parlarmi né vedermi più!»

Otto la afferrò per un braccio.
 
Tom scosse la testa. «Ho fallito come fratello! Ho provato a proteggerla, e invece l’ho lasciata sola… l’ho tradita!»
 
Per un attimo la ragazza fu spaventata. Poi, improvvisamente, la spavalderia e la sicurezza ripresero posto sul suo volto. «Isolamento?! Ah, bene! Qui iniziava a puzzarci!»
 
I tre rimasero in silenzio per qualche secondo.
«Tu… tu lo hai fatto per lei… non devi sentirti in colpa! Stavi… stavi solo provando a proteggerla…» mormorò Ben. «L’infanzia può essere dura e può farti del male… ma sarà sempre meglio di un bastardo che ti vuole ammazzare!»
 
Laura fu spinta nella nuova cella, in un punto isolato del comando, e Otto le chiuse la porta alle spalle.
«Ora stai buona! Anche perché non ti potrò sentire!» poi, semplicemente, se ne andò.
 
Tom fissò il vuoto per un po’. Poi scosse la testa e rispose.
«Sarà! Ma Laura su una cosa ha ragione:… non posso arrivare qui ora e fare l’eroe!»
 
La ragazza aspettò che se ne andasse.
Poi si sedette su una panca e sospirò, ripensando alla giornata.
 
Prese un profondo respiro. «Bene, ora sarà meglio iniziare il nostro turno! Questa giornata già è iniziata male…»
E così dicendo, si avviò alla porta seguito dai due colleghi.
 
Poi, fece sprofondare la faccia tra le mani e, prima che potesse accorgersene, cominciò a piangere.

 

*Si affaccia timorosa alla porta e fa un sorriso spaventato* Saaaaaaalve! Ehm… Chiedo venia!!! xD Tom, Ben, Semir e io siamo appena tornati da un anno scolastico molto pesante…
*I tre ispettori la guardano storto* Okay, okay!! È colpa mia!! xD Loro mi aspettavano da 4 mesi circa! xDxD
Cmnq, come dicevo, non sono riuscita ad aggiornare durante l’anno scolastico a causa della scuola, e per questo chiedo perdono!
Fortunatamente la scuola è finita e dovrei riuscire a scrivere di più adesso! ^^
Vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno aspettato fin’ora, in particolare, Sophie, Debby, Rebecca, estelle holly e Laura per le loro recensioni! ^^
Spero di sentirvi presto! :D
Un bacio!
Chiara ^-^
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11 / Vai alla pagina dell'autore: ChiaraLuna21