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Autore: hugmeciastin    05/06/2013    17 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chloe's Point of View:
 
Venni svegliata dal profumo di frittelle con sciroppo d'acero sopra. Mi alzai ed entrai in doccia.
Solo quando uscii, però, mi resi conto che avevo lasciato i vestiti a casa di Justin. Proprio quando pensavo di aver scampato l'inferno, dovevo rientrarci. Dopo quello che aveva fatto non avevo voglia di vederlo.
Ma come avrei potuto fare?
Dovevo chiedere a Dean di accompagnarmi a casa di Justin. Ed era l'ultima cosa che volevo fare, in realtà.
Scesi le scale e andai in cucina, trovandolo mentre camminava per la stanza. Aveva dei pantaloni neri a righe lunghi e una canottiera che gli metteva in risalto i muscoli.
"Buongiorno!" Mi disse, abbracciandomi. "Non ti avevo vista. La tua guancia sta molto meglio!"
Mi toccai la guancia per notare che aveva ragione, non era così doloroso come ieri. E non era più gonfio.
C'era solo un livido marrone, che volevo eliminare in fretta.
"Ho visto che hai già fatto colazione." Risi, fissandolo negli occhi mentre continuava ad abbracciarmi.
"Vedi quel piatto lì?" Annuii, fissando un piatto con le frittelle, piene di sciroppo d'acero e con qualche fragola intorno. 
Mi avvicinai al tavolo rotondo di vetro e iniziai a mangiare quella meraviglia. Non avevo mai assaggiato lo sciroppo d'acero canadese. Era buonissimo. Non mangiavo così bene da un bel po'.
"Le fragole sono buonissime!" Dissi a Dean.
"Aspetta di provare le frittelle!" Esclamò, sedendosi accanto a me e iniziando a mangiare. 
Avevano un sapore fantastico.
"Tutto bene?" Gli chiesi. Mi sembrava strano.
"Voglio solo sapere una cosa." Aggrottò le sopracciglia. "Come mai vivevi a casa di Jay?"
Mi ci volle un po' per trovare la risposta giusta. Non potevo dirgli che ero scappata da mio fratello, che una banda mi aveva rapito, che poi un ragazzo mi aveva preso con sè e che avevo dovuto cambiare nome.
"Sono venuta qui dalla California, e ho finito i soldi, così sono finita per strada una notte." Mi morso l'interno della guancia, sperando che mi credesse. "Lui mi ha trovato in un vicolo e mi ha portato a casa sua, ma ha sempre e solo pensato al fatto di potermi scopare, un giorno."
"Non puoi fidarti di quel ragazzino." Dean scosse la testa, sorridendo. "Non è un bravo ragazzo."
"So com'è fatto." Spinsi il piatto lontano da me, sentendomi piena. "Mi usava come se fossi una specie di bambola di pezza."
"E' solo lui, Jay."
"Un giorno è rientrato a casa incazzato nero, mi ha afferrato il viso e mi ha baciata." Scossi la testa. "Mi ha toccato il culo, mi ha spinto via.. E mi ha fatto del male."
Ricordai tutte quelle scene, le immagini correvano chiaramente nella mia mente. Iniziai a giocare con le dita sotto il tavolo. Ero nervosa.
"Allora, quando ti ha preso a pugni non è stata la prima volta che ti ha toccato?" Chiese, passandosi la mano tra i capelli.
"No." Mormorai. "Non voglio più tornare da lui, ma devo farlo."
"Perchè?"
"Ho lasciato i miei vestiti a casa sua. Spero di non disturbarti troppo."
"Tranquilla, va bene." Mi rassicurò. "Posso portarti a casa sua subito dopo la colazione." Mangiò una fragola.
Sarei dovuta tornare in quella casa. Non volevo. Perchè avrei dovuto tornare da lui? Così avrebbe potuto abusare ancora su di me? Il fatto che dovevo rivederlo mi faceva rabbrividire.
"Va bene." Sbadigliai, bevendo un po' di acqua. "Vivendo con Justin, pensavo di riuscire a cambiarlo.. beh, un po' l'ha fatto."
"Che vuol dire?"
"C'è stato un giorno in cui era così apprensivo, attento, mi capiva. Ho davvero pensato che avesse un cuore."
"Spara."
"Gli ho raccontato della morte dei miei genitori, mi ha portato in un lago e abbiamo iniziato a parlare tranquillamente. Ci capivamo completamente. Poi siamo tornati a casa e mi ha messa a letto, senza volermi scopare per forza."
"Suona un po' come se tu gli piaccia." Fece un sorrisetto. Alzai gli occhi al pensiero che Justin provasse qualcosa per me.
"Sì, certo." Scossi la testa incredula.
"Conosco Jay come il palmo della mia mano, amore."
"Justin non lo farebbe mai. Posso già dire che non sono il suo tipo, inoltre."
"Sembra che tu lo stia rifiutando. Sono cresciuto con Jay. Non ha mai trattato una ragazza nel modo in cui mi hai appena detto tu."
"Ah sì? Preferirei conoscere qualcun altro. Lui è l'ultima persona a cui penso." Sputai.
Qualcun altro come Dean. Non so perchè, ma almeno lui mi tratta come un'umana.
"Che sfacciata." Alzò le mani in aria. "Dovrai solo vedere Jay un'altra volta e poi il gioco sarà fatto. Lo prometto. Andrà tutto bene, finchè starai qui con me."
Che carino.
"Preferirei stare con te, comunque. So che non mi faresti mai del male."
Lui mi prese la testa e la avvicinò alle sue labbra. Mi baciò dolcemente e poi mi sorrise.
"C'è qualcosa in te.." Sussurrò. "Sei così stupenda. Non mi meraviglio di sapere che Jay ti voleva con lui."
Arrossii.
"Stai arrossendo?" Mormorò. "Sei così adorabile."
Finalmente avevo trovato qualcuno che mi trattava bene, che mi trattava come mi meritavo.
"Penso che dovremmo andare a prendere le mie cose." Cambiai argomento. Ridacchiai nervosamente per tutto quello che era appena successo.
Non avevo avuto un ragazzo da quando? Da quando avevo 14 anni? Il suo nome era Nick. Per farla breve, mi ero innamorata di lui per poi scoprire che mi usava solo per il sesso. Ecco perchè è difficile che mi fidi di qualcuno.
"Cosa c'è che non va, piccola? Ti ho resa nervosa?" Ridacchiò.
"No." Risi e mi alzai dalla sedia.
"Vado a prendere le chiavi." Le prese sopra un mobile vicino alla cucina e uscimmo insieme di casa.
Salimmo sulla macchina e solo lì mi resi conto di stare tremando.
"Non sono pronta ad andare a casa sua."
"Se ti farà del male, lo ucciderò io." Sibilò, per poi sorridermi subito dopo.
"Sei comoda?" 
"S-sì." Balbettai, cercando di non pensare al fatto che stavo andando da Justin. "Mi sento a mio agio." Lo rassicurai.
"No, seriamente. Se lui prova a toccarti, è morto. Capisci?" 
"Capisco." Mormorai, mordendomi il labbro inferiore.
"Vedi, basta che cerchi di parlargli il meno possibile, entri in casa, prendi le tue cose e poi corri via." Mise la sua mano sulla mia coscia nuda. Iniziai ad arrossire.
"Sei proprio un ragazzo calmo, non è vero? E' difficile trovare dei ragazzi come te in giro."
"Stai dicendo che..." Si bloccò.
"Sto dicendo che sei molto educato. Sono impressionata." Gli sorrisi.
"Oh, quindi stai dicendo che pensi che io sia bello e che sarei perfetto per te, ma non riesci ancora a dirmelo?" Disse.
"Sei un lettore di mente professionale o sbaglio?" Lo presi in giro, ridendo.
"Lo vedo nei tuoi occhi." Mormorò, massaggiandosi la testa.
 
Arrivammo finalmente davanti alla casa di Justin dopo trenta minuti. Era tutto così strano. Era tranquillo.
La sua Dodge Charger 1968 era parcheggiata davanti alla casa. Era come se il tempo si fosse fermato lì. Di solito, a quest'ora, Justin era a 'fare commissioni' o a cercare di trovare 'Chloe'.
Oggi era diverso.
Beh presto vidi la porta di casa spalancarsi. Uscì Justin. Era lì, con una bottiglia di birra in mano.
Grande.
Sembrava esausto. La sua canottiera bianca che metteva in risalto i suoi muscoli, i suoi pantaloni larghi. 
Sembrava ubriaco, o forse lo era. Capii che dovevo fare qualcosa, dovevo fare qualcosa per dimostrargli che aveva sbagliato a trattarmi in quel modo. Non ero una delle solite ragazze che si scopa.
Alzai lo sguardo e lo vidi. Stava fissando me e Dean con uno sguardo disgustato.
"Dean? Esci fuori dalla macchina con me."
Dean si strinse nelle spalle e uscì dalla macchina. Feci lo stesso. Justin si bloccò vedendoci uscire dalla stessa auto.
"Fai sembrare tutto il più hot possibile." Avvicinai il mio corpo al suo. "Dammi tutto quello che hai."
 
 
Seguii il mio primo istinto. Avevo dovuto farlo.
Presi Dean dalla mascella e lo tirai per poi baciarlo. Feci scivolare la mia lingua dentro la sua bocca. Inclinai la testa di lato, così che lui potesse baciarmi ancora più aggresivamente. Iniziammo a sfregare i nostri corpi, non riuscii a resistere.
Dopo un po', mi staccai da lui, per vedere Justin con uno sguardo sconvolto sul suo volte.
Decisi di affrontare finalmente le mie paure e mi incamminai per il lungo sentiero verso la casa di Justin, per poi trovarmi faccia a faccia con lui.
"Sono venuta a prendere le mie cose." Mormorai, sorpassandolo. Puzzava di birra. E onestamente mi faceva paura.
Mi seguì in casa mantenendo la giusta distanza dietro di me, mentre mi avvicinavo al divano per prendere le mie cose.
"Non lasciare di nuovo questa fottuta casa!" Urlò, mentre le lacrime si formarono nei miei occhi. "Mi hai fatto stare così maledettamente in pensiero! Ero preoccupato!"
"Perchè dovresti essere preoccupato per me?" Gli gridai contro.
"Perchè..." Si lasciò sfuggire un sospiro.
"Perchè non è una risposta adeguata, Justin Bieber." Sputai.
"Il mio fottuto nome è Jay, dannazione!" Mi allontai da lui, intimorita.
"Senti, a me non interessa, davvero." Dissi, incrociando le braccia al petto.
"Ho bisogno che tu rimanga." Mormorò, stringendo il mio braccio con fermezza.
"Perchè?" Afferrai il suo braccio e lo allontanai dal mio. "Così puoi prendermi a pugni quando cazzo ti pare?"
Ero incazzata nera. Non solo vederlo mi aveva infastidito, ma voleva anche che rimanessi lì con lui?
"Perchè diavolo eri con lui?" Si leccò le labbra. "Eh?"
"Volevo allontanarmi da questo inferno, volevo allontanarmi da te, ecco perchè!" Sbottai, cercando di trovare il mio zaino per poi metterci dentro i vestiti. Improvvisamente, sentii una mano afferrare la mia spalla. Mi girai e mi ritrovai faccia a faccia con Justin.
"Non hai nemmeno idea di quello che Dean potrebbe farti." Mi guardò negli occhi.
"Invece lo so!" Mentii, non avendo idea di cosa stesse parlando.
"No cazzo, non lo sai! Sei così fottutamente ingenua da credere a qualsiasi cosa!" Mi urlò in faccia.
"Sì?"
"Fai un giro nelle auto di persone a caso che non conosci nemmeno!" Gridò. Guardai fuori per vedere Dean appoggiato alla sua auto.
"Preferirei stare con Dean! Mi posso fidare di lui!"
"Sei così fottutamente stupida. Lo conosci da un giorno!" Sputò, avvicinandosi a me.
"Non sto dicendo che mi fido completamente di lui, cazzo. Sto dicendo che mi fido più di lui che di te." Sorrisi, mettendo una mano sul mio fianco destro.
"Tu non capisci!" Alzò gli occhi al cielo. "Sei una stupida del cazzo!"
"Vaffanculo!" Alzai il mio dito medio.
"Ti sfido a farlo, Julia. Ti sfido, cazzo." Gemette cupamente, stringendo i pugni.
Feci una pausa, pensando a tutto quello che mi stava succedendo.
Se fossi rimasta con mio fratello tutto questo non sarebbe mai accaduto.
Avevo incontrato solo problemi senza Brad accanto a me. Avevo bisogno di lui più di qualsiasi altra cosa al mondo, in questo momento.
Eppure ero curiosa di sapere perchè Justin voleva che rimanessi lì con lui. Perchè mi implorava di rimanere lì? 
"Perchè ti interessa quello che faccio o con chi esco, Justin?" Chiesi con calma, fissandolo negli occhi. "Tutto quello che sono per te è solo una scopata. Sono una delle tante ragazze che ti fai, giusto? Questo è il motivo per cui non voglio più rimanere qui. Ma perchè ti comporti così? Perchè ti importa che io vada con lui o no?"
"Perchè ti amo cazzo." pensò Justin nella sua mente.
"Non mi importa in realtà." Mormorò. Si girò e camminò per la stanza. Mi girai e presi le cose, mettendole dentro lo zaino. Rinunciai del tutto a quella conversazione e camminai verso la porta. Mi affacciai e vidi Justin che stava litigando con Dean. Lasciai cadere lo zaino in terra per correre da loro.
"Stai alla larga da lei, bastardo!" Sputò Justin.
"Pensavo che non significasse niente per te, fratello." Dean gridò, avvicinandosi a Justin. Mi morsi l'interno della guancia, in realtà volevo assistere a questa lite per vedere chi avrebbe vinto.
"Ottimo lavoro, Dean." Justin scosse la testa con rabbia. "Per quanto mi ricordo, Alexa era la tua ragazza. E ora stai uscendo con Julia. Segui le sue stesse orme, vedo." Lo derise, passandosi una mano tra i capelli.
"Non ho tradito Alexa con Julia. Julia è la tua ragazza." Dichiarò. Sentii il mio cuore fermarsi. "Ti sei scopato la mia ragazza, così io prendo la tua. Mi sembra giusto, no?"
Mi ritrovai in lacrime. Ero stata usata, ancora una volta. Dovrei essermi abituata, ma invece faceva così tanto male.
Non potevo crederci che era successo un'altra volta.
Justin sferrò un pugno sulla mascella destra di Dean, che cascò sulla sua auto provocando un brutto suono. Mi ero ritrovata a fare il tifo per Justin, invece.
Dean prese Justin da dietro e gli mise le mani davanti alla bocca per farlo soffocare, ma Justin gli diede una gomitata nelle costole e poi un calcio in pieno stomaco.
"Stai alla larga da Julia, Dean." Justin sputò per terra. "Se mai ti rivedrò in giro per qui a giocare con lei un'altra volta, sei morto!" Spinse Dean contro la sua auto.
Dean si rialzò e diede un pugno in faccia a Justin. La mia bocca si spalancò. Era bello sapere che Justin aveva preso le mie difese, ma avrebbe vinto?
Justin spinse Dean in terra, e si buttò sopra di lui prendendolo a pugno nello stomaco. C'era sangue ovunque e il naso di Dean era rotto. I pugno di Justin erano rossi dal sangue. Lui indietreggiò, allargando le braccia e facendo segno a Dean di picchiarlo ancora.
"Hai detto che la ragazza non significava niente per te! Se è così, allora perchè vuoi così tanto che stia con te?" Dean urlò dolorosamente appena Justin gli tirò un pugno e lo fece cadere a terra. Justin ignorò totalmente quello che disse Dean e si voltò, camminando nella mia direzione.
"Chi è il ragazzo innamorato adesso, eh?"
Ragazzo innamorato? Queste erano le ultime parole con cui Justin doveva essere chiamato. Non c'era un solo accenno di amore nella suo anima.
Dean si alzò, si riaddrizzò i vestiti e poi salì in macchina, zoppicando e gemendo dal dolore. Non sapevo cosa fare.
Justin passò davanti a me. Non sapevo cosa sarebbe stato meglio. Andare con il ragazzo che mi ha usata per fottere Justin o andare con il ragazzo che mi ha dato un pugno sulla guancia? Entrambe le scelte sembravano patetiche, ma che altro potevo fare? Rimanere per strada?
Mi girai per vedere Justin accanto a me. Il suo volto era vicino al mio, pieno di sangue, contuso. Era tutto sudato. Non volevo spingerlo via, dopo tutto quello che aveva fatto.
"Per favore, rimani qui con me." Mormorò nel mio orecchio, stringendomi la mano destra e facendomi venire mille strani brividi su per la schiena.
"Vieni o cosa?" Mi chiese Dean dal finestrino della macchina. Si comportava come se nulla fosse appena successo, come se non mi avesse fatto niente. Falso di merda.
Strusciai il braccio sulle mie labbra per mandare via i germi e il sapore delle sue labbra sulle mie, facendo in modo che lui mi vedesse. Mi voltai bruscamente e presi per mano Justin, conducendolo davanti a casa sua. Di una cosa ero certa: Non avrei mai più voluto vedere Dean in vita mia. Era il tipico ragazzo con cui avevo avuto a che fare altre volte. Non avevo bisogno di altre persone come lui intorno.
Justin salì le scale senza dire una parola. Sapevo che lui conosceva tutta la situazione e in un certo senso era imbarazzante. Non potevo dargli la colpa. L'ipotesi di Dean che piacevo a Justin era stata la ciliegina sulla torta. Non avrei mai creduto a quelle parole, a meno che non uscissero fuori dalla bocca di Justin.
Dimenticando il fatto che Justin mi aveva dato un pugno e che Dean mi aveva usato.. Cosa stavo facendo ancora qui? Tutto cominciò da quando mio fratello mi disse di non avvicinarmi a Stratford. Non lo biasimavo. Ma ora se gli avessi raccontato tutto, non mi avrebbe lasciato mai più andare in viaggio da qualche parte.
Era stato un errore mio, e toccava a me pagarne le conseguenze.
Capii che Justin aveva ragione. Ero così ingenua. Credevo a ogni parola che qualcuno mi diceva. Mi innamoravo dei ragazzi facilmenti. E tutto accadeva per un motivo: per il caos che c'era dentro di me.
Mio fratello era la radice di questa confusione, ma ero stata io a ramificare il tutto. Volevo tornare in California, dove avrei potuto andare in giro senza fingere di essere questa 'Julia Gallo'. Volevo essere conosciuta come Chloe Romano, la ragazza dal cuore gentile, non Chloe Romano, la ragazza con il fratello che aveva ucciso la fidanzata del fratello di Justin Bieber.
Sapevo dentro di me, nel mio cuore, nella mia anima.. che questo viaggio non era ancora finito.
 
 
Spoiler:
 
"Sei tornato!" Justin guardò quel ragazzo dritto in faccia. "Julia, questo è mio fratello, Damien."
Suo fratello mi guardò in un modo strano, non riuscii ad identificare bene quello che il suo sguardo voleva dirmi.
Ma poi capii. Lui era Damien, il fratello di Justin, a cui mio fratello aveva ucciso la fidanzata, e quel ragazzo che voleva uccidere Chloe Romano, ovvero me.
Sarei ufficialmente morta stanotte.
 
Sono una bambina bravissima, lol.
Vi ho postato due capitoli in uno solo, infatti è per questo che questo capitolo è più lungo del solito.
Grazie per le recensioni, sono arrivata a più di 100 e questo mi rende più che felice!
Maybe, aggiorno questa sera stesso. Solo se ricevo delle belle recensioni eeeheheh.
  
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