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Autore: _ayachan_    22/12/2007    7 recensioni
Naruto e Sakura: il giardino dell’Eden; i fratelli Uchiha: il serpente e la mela… Il peccato originale: il tradimento.
"Tutto ciò che credevo sicuro, si sgretolerà tra le mie mani...
Il mio passato, il mio presente, e il mio futuro...
Chi sono io?
Naruto o Kyuubi?"

[Pairing: cambieranno in corso d'opera, anche drasticamente! Threesome, in ogni caso. Molte]
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Naruto-33

Capitolo trentatreesimo

Tempo scaduto







Terzo giorno di sonno per Sai.
Ormai la metà di luglio si avvicinava, e il caldo si faceva sempre più asfissiante.
Terzo giorno di prigionia per Sakura.
La nevrastenia era pericolosamente vicina.
«Buongiorno, sono qui per cambiare la flebo...»
Il semplice ingresso di un’infermiera significava scatti inconsulti, a quel punto. Sakura si avventava su ogni poveretta che mettesse piede nella stanza, chiedendo insistentemente di poter uscire, di avere almeno dieci minuti di aria e di vita, ma quelle, terrorizzate, balbettavano qualcosa di sconnesso e se ne andavano in tutta fretta.
E’ una cospirazione” realizzò lei la sera del terzo giorno, mentre con la fronte premuta contro il vetro freddo della finestra fissava l’esterno come un drogato fissa la dose che non prende da giorni. “Per qualche assurda ragione vogliono tenermi chiusa qua dentro...”
Il suo respiro formava un cerchio bianco sulla superficie liscia e trasparente, e la vita che scorreva là fuori sembrava infinitamente distante.
Se solo Sai si fosse svegliato, maledizione! Almeno quello! E invece no: coma indotto. La sua ferita sarebbe guarita meglio in quelle condizioni... al diavolo tutti i medici!


«Senti un po’, a che punto sei?» chiese Tsunade senza girarci attorno, appoggiata con i fianchi alla scrivania dell’Hokage.
Naruto guardò altrove, improvvisamente interessatissimo a una mosca che volava alta nell’ufficio.
A che punto era con Sasuke?
Ovviamente a zero.
Sì, lui reagiva alle provocazioni, ma in ogni caso non aveva le forze per farlo come si deve. Ancora si rifiutava di mangiare, e se ribatteva a ciò che gli veniva detto era per puro spirito di ribellione, non per una vera volontà di ripresa. Senza contare che il segno maledetto diventava più forte di giorno in giorno.
«...A buon punto» borbottò Naruto, vago.
«Mh...» fece Tsunade, assottigliando gli occhi castani. «Era tanto che non vedevo una bugia così spudorata e così pessima»
«Non sto mentendo!» si indignò Naruto, e mentre inveiva sentì la risata sarcastica della volpe riecheggiare nelle orecchie.
«Mi hai preso per una cretina?» sbuffò l’Hokage, ora quasi minacciosa. «Credi che non sappia cosa ti frulla in testa? Ho capito perché non vuoi che quei due si incontrino; ma non puoi tenerli separati per sempre. E’ vero, un Sasuke così debilitato può facilmente risvegliare l’istinto materno di Sakura, ma allo stesso tempo se non ti fidi di lei non andrete molto lontano. E ormai sono tre giorni che la teniamo confinata nella stanza di Sai: di questo passo impazzirà, o uscirà dalla finestra mettendo le ali»
Naruto arrossì, fissandosi le mani saldamente intrecciate.
Sapeva che ognuna delle parole di Tsunade era giusta, lo sapeva bene.
E sapeva che il quadro di lui che ne usciva non era molto lusinghiero.
Ma, anni prima, di fronte a un abbraccio che non aveva voluto interrompere, si era sentito così impotente... ed era terrorizzato all’idea di rivivere la stessa esperienza.
«...Mi serve ancora un po’» bofonchiò.
«Un po’ quanto?» lo incalzò lei.
«Ehm... un po’... di tempo»
L’Hokage sbuffò.
«Un giorno» disse secca. «Ti concedo ventiquattr’ore, non di più. Poi lascerò libera Sakura»


La manicure è una faccenda seria.
Bisogna controllare la lunghezza delle unghie, regolarla, rifinire la curvatura, eliminare le pellicine, e poi passare lo smalto – in due strati – aspettare che asciughi, esaminarlo e pregare che non presenti imperfezioni. Quando magari il risultato finale assomiglia in tutto e per tutto a unghie normali, solo un po’ più lucide del solito.
Haruka aveva un sacco di tempo da dedicare alla manicure.
Ma quel giorno, miracolosamente, aveva altro da fare.
Eppure passò anche mezzora in più a lucidare e limare le unghie, per l’unica e semplice ragione... che il suo ‘altro da fare’ era un appuntamento. Dopo almeno cinque giorni di silenzio completo della controparte interessata.
Insomma... non è che Kakashi sapesse che dovevano vedersi... è che lei aveva deciso di andarlo a trovare. Sasuke o non Sasuke.
Dedicò l’intera mattina a manicure e capelli, e poi scavò nell’armadio dei suoi genitori alla ricerca di qualcosa di riutilizzabile. Alla fine ciò che riuscì a reperire l’avrebbe resa immensamente affascinante... vent’anni prima. Guardò con occhio critico gli abiti stinti e fuori moda, e alla fine lanciò tutto di nuovo nell’armadio.
Al diavolo.
La cara vecchia divisa da ninja sarebbe andata benissimo... anche con lo smalto.
Si vestì in cinque minuti e passò i successivi venti ad aggiustare i capelli, che quel giorno avevano lottato e vinto per l’indipendenza. Alla fine si arrese, lasciando che andassero dove volevano, e uscì di casa a passo spedito.
Non era una donna che si faceva molti problemi con gli uomini: era cresciuta ricordando sempre che ognuna delle persone che incontrava avrebbe potuto esserle utile se sapeva quale tasto premere, e per questo aveva imparato molto della psicologia umana. Con l’animale uomo di sesso maschile, poi, le cose erano ancora più semplici.
E Kakashi non faceva eccezione, anche se per una volta non le interessava in quanto potenziale detentore di documenti top-secret.
Raggiunse il suo appartamento in pochi minuti, si infilò nell’ingresso lasciato aperto per il caldo e salì le scale con la miglior camminata ninja. Arrivata al suo piano, si fermò davanti alla porta nel punto esatto in cui Naruto aveva atteso per più di un’ora qualche giorno prima, e bussò senza esitazioni.
Non dovette attendere molto per sentire la serratura scattare, e attraverso uno spiraglio vide Kakashi.
«Ciao» lo salutò sorridendo.
Lui inarcò le sopracciglia, spiazzato, e aprì del tutto. «Haruka? Che ci fai qui?» le chiese.
«Sono passata a trovarti. Sai, non sei più uscito di casa dal processo a Sasuke. Mi chiedevo se eri ancora vivo»
«Sì, ma... ecco... a dire il vero in questo momento...»
Qualcosa, da qualche parte nell’appartamento, andò in frantumi. Una voce si sollevò e gridò parole indistinte. Haruka inclinò la testa di lato, con aria interrogativa, e Kakashi sospirò profondamente.
«C’è anche Naruto» borbottò. «Sta ehm... cercando di ‘svegliare’ Sasuke. O così sostiene lui»
«Mh. Sembra divertente» commentò lei. «Posso entrare o è pericoloso?»
«Sei fuori allenamento?»
«Sono in perfetta forma»
«Allora prego»
Kakashi si fece da parte, e la lasciò passare.
Haruka entrò e si guardò attorno senza il minimo pudore.
«Wow. Non avrei mai detto che fosse così... uhm in stile ‘casa dolce casa’» disse con un sorrisino. «Sembra quasi che una donna ci abbia messo lo zampino» lo guardò di sottecchi.
«Allora ho un lato molto femminile» replicò lui.
Haruka rise, e scosse la testa. «Va bene. Mi offri qualcosa?»
«Solo un attimo... prima vado a controllare che quei due non si siano buttati dalla finestra nell’entusiasmo della terapia. Intanto vieni, purtroppo il salotto è occupato, ma c’è la cucina»
Kakashi la portò nell’ultima stanza in fondo, quella più calda e luminosa, e la lasciò seduta su una sedia mentre tornava da Naruto e Sasuke.
Come previsto, il salotto era in condizioni pietose: i cuscini erano sparsi ovunque – e uno diffondeva piuma d’oca per l’aria – il suo unico vaso di un certo valore era in pezzi, le tende lacerate, una sedia mancava di una gamba, e pagine di libro strappate svolazzavano ovunque.
Dulcis in fundo, Sasuke era piegato sullo schienale del divano, ansante, e Naruto lo teneva per una spalla, affondando le unghie nella scapola in maniera dolorosa, almeno a prima vista.
Unghie... un po’ troppo lunghe, in effetti.
Kakashi si accigliò, ma quando cercò di guardare meglio tutto era normale.
«Naruto... Non ti sembra di esagerare un po’?» chiese piano. «Cosa ti prende oggi?»
Naruto, con il fiato leggermente corto, lasciò andare Sasuke e fece un brusco passo indietro. Mentre l’Uchiha si lasciava andare contro il divano, pulendo il labbro macchiato di sangue con il dorso della mano, lui si passò le dita tra i capelli.
«Tsunade mi ha dato l’ultimatum» disse tra i denti. «Ho meno di venti ore, al momento»
«...Capisco» si limitò a commentare Kakashi. «Ma non credo che ucciderlo sia la soluzione»
Il pugno di Naruto si abbatté sulla parete. «Lo so!»
Sasuke alzò appena lo sguardo, corrugando la fronte.
Venti ore? Ultimatum? Cosa sarebbe successo allo scadere del tempo? Cosa poteva rendere Naruto tanto inquieto da mostrargli di nuovo quegli occhi scarlatti, prima che Kakashi arrivasse?
Non riuscì a trovare la risposta, perché in quel momento il segno maledetto si rifece vivo, con una fitta più lancinante che mai. Il dolore fu tale che non riuscì nemmeno a provare a controllarlo, e vide le sue mani scurirsi senza poter far niente per impedirlo. Sentì un conato di vomito, e non riuscì a fermarlo, rovinando per sempre il divano di Kakashi. Avvertì un familiare dolore tra le scapole, e poi il sapore del sangue in bocca.
Gemette, e due mani forti si serrarono sulle sue braccia, bloccandole, mentre altre mani lo costringevano a ingoiare qualcosa di piccolo e viscido. Tossì, rischiando di strozzarsi, e solo dopo secondi che parvero ore sentì il dolore affievolirsi, e ritirarsi.
Ansante, si trovò steso sul divano con i capelli appiccicati alla fronte sudata. I suoi occhi vagarono senza posarsi su nulla... vide Naruto, vide Kakashi, ma non gli importò riconoscerli. Sollevò una mano tremante e la portò al segno maledetto... sotto le sue dita, sentì il tiepido calore del sangue, trasudato attraverso la pelle come da una piaga purulenta e malsana.
Naruto lo guardava, corrucciato, e Kakashi accanto a lui non mostrava un’espressione migliore.
«E’ la crisi più veloce e intensa che gli abbia mai visto» commentò quest’ultimo, cupo.
«Dannazione...» imprecò l’altro, lottando contro l’impulso di prendere a calci la prima cosa che gli fosse capitata sottomano.
Ormai non era più soltanto questione di svegliare Sasuke. Ormai era questione di salvargli la vita... e lui non avrebbe potuto fare niente.
Ma Sakura sì.
Sakura sì...


«...Credo che ormai si possa considerare fuori pericolo» disse Sakura, passandosi una mano sulla fronte. «Possiamo smettere di tenerlo in coma»
L’infermiera che era con lei nella stanza di Sai esitò.
Sapeva che doveva impedire alla kunoichi di uscire dall’ospedale e avere contatti con chicchessia, ma non sapeva se ‘chicchessia’ comprendesse anche il paziente. Se avesse permesso che si svegliasse, sarebbe stato un errore?
«Cosa c’è?» chiese Sakura, irritata. «Devo fare da sola?»
«No. No, mi scusi...» mormorò l’infermiera, mortificata, affrettandosi a raggiungere la flebo.
Gli ordini dei medici non si discutevano; qualunque cosa fosse successa, sperava solo che non riversassero la responsabilità su di lei.
Come le era stato detto, chiuse la flebo e attese qualche secondo, prima di sfilare delicatamente l’ago dal braccio del paziente. Controllò i monitor che riportavano le sue condizioni fisiche, e li trovò normali.
«Dovrebbe svegliarsi in qualche minuto» comunicò piano.
«Va bene» annuì Sakura. «Puoi andare»
L’infermiera si defilò silenziosa, lasciandola sola, e lei rimase ai piedi del letto di Sai, a fissarlo con le braccia conserte.
Aveva atteso per giorni il momento in cui fosse stato possibile svegliarlo... perché avrebbe significato libertà. Nessun malato sveglio, per quanto messo male, aveva bisogno di una guardia ventiquattrore al giorno.
Voleva vedere Naruto.
E voleva vedere Sasuke.
E voleva uscire di lì, maledizione!
Le lancette dell’orologio sul muro si muovevano con esasperante lentezza. Quanto tempo ci sarebbe voluto perché il farmaco smettesse di fare effetto?
Le scivolò lo sguardo su una mano di Sai, e per un attimo le sembrò che si muovesse. Scattò avanti, ma non successe altro; allora, delusa, tornò alla fine del letto. Tornò a fissare il suo viso pallido... e lo trovò ad occhi aperti.
«Sai!» esclamò, tornando al suo fianco. «Come ti senti? Fa male?» chiese rapida, mentre le sue dita si muovevano veloci a controllare i sensori sul suo corpo e gli occhi ai monitor.
Lui gemette, e lei gli tolse la maschera ad ossigeno.
«Fa male...» mormorò, cercando di portare una mano al petto.
«Avevi un buco sotto lo sterno» spiegò lei, fermandolo. «Ti abbiamo ricucito come potevamo, ma per qualche tempo non sarà piacevole»
«Ah...» sussurrò lui, e cercò i suoi occhi con lo sguardo. «Siete tornati...» realizzò all’improvviso. «Dov’è Naruto?»
Sakura si incupì. «Vorrei saperlo anche io. Sono tre giorni che non si vede... mi hanno mollata qui, dicendomi che non dovevo perderti d’occhio... mi hanno praticamente rinchiusa in questa stupida stanza, e lui non si è nemmeno degnato di venire a trovarmi»
«Sasuke...»
Sakura si irrigidì. «Cosa?»
«Forse è con Sasuke...»
All’improvviso l’aria condizionata nella stanza sembrò decisamente troppo alta.
«Con... Sasuke?» ripeté Sakura, immobile. «Cosa vuol dire? Dov’è Sasuke?»
Sai chiuse gli occhi, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri confusi. «C’è stato il processo... lo hanno assolto... ora è con Kakashi»
Le labbra di Sakura si dischiusero lentamente.
Sasuke... era libero?
Perché avevano fatto il processo mentre lei e Naruto erano via? Perché, quando erano tornati, nessuno aveva detto niente...?
E perché... perché Naruto non era venuto a trovarla nemmeno una volta, in quei tre giorni...?
Sentì qualcosa di pesante e gelido scendere fino al suo stomaco, come un blocco di ghiaccio.
Se Sasuke era libero... e Naruto non era lì con lei... c’era un unico posto in cui poteva essere.
Ma... non le aveva detto niente.
Non una parola, non un accenno... Quando lo aveva saputo? Da chi? E perché nessuno le aveva parlato? Perché... all’improvviso se ne rendeva conto... perché avevano cercato di tenerglielo nascosto?
«Sakura...?» chiamò Sai, senza capire il suo improvviso mutismo.
Lei richiuse la bocca, pallida, e ricambiò il suo sguardo senza vederlo. Si voltò, come un automa, e raggiunse la finestra; posò le mani sul davanzale; fissò il giardino all’esterno; premette la fronte sul vetro freddo.
E lì rimase, immobile.


Di nuovo fermo davanti a una porta chiusa. Succedeva un po’ troppo spesso, di recente...
Naruto si mosse nervoso sui piedi.
Una porta bianca, questa volta. Un corridoio silenzioso. Aria condizionata.
Eppure il sudore colava lungo la sua schiena in quantità industriali.
Mi ucciderà” pensò, atterrito. “Non c’è alcuna possibilità che me la cavi... Mi ucciderà. E poi mi lascerà. No, forse devo invertire l’ordine”
Si guardò attorno, alla ricerca di un appiglio qualunque, ma il corridoio dell’ospedale era completamente deserto.
Inspirò a fondo.
Tsunade glielo avrebbe detto comunque, il giorno dopo. E ogni secondo che sprecava nell’indecisione era un secondo che avrebbe potuto aiutare Sasuke.
Non fare l’imbecille, non ora!” si disse stringendo i pugni. “Hai fatto la cazzata di non dirglielo prima, adesso non complicare le cose! Non lasciare che sia Tsunade a parlarle!”
Ahh, in quel momento sì che avrebbe voluto essere spronato dalla voce irritante che dispensava un sacco di consigli non richiesti.
Intendi me?
Oh. Eccola.
Ma non mi sembra di dover fare qualcosa.
E allora vai al diavolo!
Perché poi il prodotto della sua coscienza doveva avere una voce femminile?
Sospirò profondamente.
Basta esitazioni.
Doveva prendersi le sue responsabilità.
Bussò, piano, e attese trattenendo il fiato.
Nessuna risposta dall’interno.
Accigliato, tentò di nuovo, un po’ più forte. Ancora niente.
Ora l’ansia iniziava a farsi sentire.
Si guardò attorno nervosamente, ma il corridoio era sempre deserto. Allora decise di prendere il coraggio a due mani e aprire leggermente.
«...Sakura?» chiamò con un filo di voce.
La vide quasi subito, davanti alla finestra; volgeva le spalle alla porta. Nel suo letto, Sai dormiva, senza più maschera d’ossigeno.
«Ho bussato...» tentò di dire Naruto impacciato, richiudendo con cura. «...ma non ha risposto nessuno»
Sakura non aprì bocca.
Lui si torse le mani, a disagio. C’era una strana atmosfera... e non gli piaceva per niente. Era come se un vago senso di pericolo aleggiasse sulla stanza.
«Sakura» iniziò, inspirando a fondo. «C’è... una cosa che devo dirti. Per favore, ascoltami»
Ancora nessuna reazione.
«Va bene anche se non mi guardi... lo so, non mi sono mai fatto vedere... ma c’è un motivo» deglutì, improvvisamente a corto di parole. «Ero... ecco, ero...» si interruppe di nuovo, e dovette respirare un paio di volte. Diavolo. Era più difficile del previsto. «Ero... con Sasuke»
Silenzio.
«Mentre eravamo in missione... c’è stato il processo. Lo hanno assolto. E ora sta con il maestro Kakashi» le sue parole si facevano più veloci di secondo in secondo. «Io ho stupidamente cercato di ‘svegliarlo’ da solo, mi dispiace... Avrei voluto che tu lo vedessi in un altro modo, ma... me ne vergogno, ma non sono riuscito a combinare niente. Scusa. Mi dispiace. Ho... Ho chiesto a Tsunade che ti fosse tenuto nascosto, perché... volevo che lo vedessi in un altro... in un altro modo» sulla menzogna, la menzogna ripetuta, si impappinò leggermente. «Loro non hanno nessuna responsabilità, è tutta colpa mia. Perdonami. Scusami... Lui... è come un fratello per me... avrei voluto aiutarlo... e so che anche tu lo vuoi, non sto cercando di giustificarmi! E’ che... non ho pensato... sono stato un idiota. Ti prego, perdonami... Ora però... ho bisogno del tuo aiuto... lui ha bisogno del tuo aiuto» dovette fare una pausa, a causa della bocca secca. «Il segno maledetto... lo sta uccidendo»
Per la prima volta, la testa di Sakura si mosse impercettibilmente.
«Tu devi aiutarlo, Sakura. Sei l’unica che può fare qualcosa, che può visitarlo, studiare una cura... Solo tu e la vecchia Tsunade potete farcela»
Di nuovo silenzio.
Naruto esitò, nervoso.
«...Sakura?» la chiamò piano. «Di’ qualcosa...»
Lei allontanò le mani dal davanzale, pur continuando a dargli le spalle.
«...Se non ci fosse stato il sigillo maledetto, quando avresti pensato di dirmelo?» chiese, piano, e la sua voce suonò gelida nella stanza già fresca.
Naruto sentì un brivido correre lungo la schiena.
«Presto» si sentì rispondere, in tono patetico.
Sakura chinò la testa.
«Ah...» disse soltanto. «Allora è un bene che Sai si sia svegliato e mi abbia già spiegato molte cose»
Naruto corrugò la fronte, spostando lo sguardo sul letto.
Oho. A quanto pare sei comunque in ritardo.
«...Te lo avrei detto, davvero» si giustificò. «Già domani, al massimo... devi credermi»
Sakura si voltò, e nei suoi occhi verdi non c’era comprensione, né perdono.
C’era accusa. E... un velo di disprezzo.
Attraversò la stanza, senza correre ma senza andare nemmeno lentamente, e si fermò solo quando fu al suo fianco.
Non lo guardò; si limitò a parlare, con voce appena incrinata.
«...Hai così tanta paura di lui?» chiese. «E... ti fidi così poco di me?»
Non attese la sua risposta, ma andò avanti fino alla porta.
Naruto la sentì aprirla, e poi richiuderla.
Rimase solo, con il monotono bip-bip del cuore di Sai nelle orecchie.
E un rombo lontano.
Come... il rumore di qualcosa che si sgretola, e va in frantumi... per sempre.
Alla fine, l’ultima cosa che sentì fu la stupida e irritante voce nella sua testa.
Ma ti ha lasciato o no?

E poi soltanto nebbia.













Nel prossimo capitolo:


«...Non lo so» confessò, tirando fuori le mani di tasca. Le tese verso di lui, e Sai vide i graffi sui palmi, alcuni profondi; era come se Naruto avesse voluto raschiare qualcosa dalla pelle «Non guariscono» mormorò, con un filo di voce. «Di solito guarivano subito... ma queste non se ne vanno» deglutì. «E... ho l’impressione che sia perché io non voglio che guariscano. Ma perché non dovrei?»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Posate i forconi e inspirate a fondo!
Ricordate che amo far soffrire la gente ma solo fino a un certo punto, e soprattutto ricordate che cosa vi ho detto:
prima della fine ci saranno un po' di capovolgimenti di situazione!
(insomma, bene o male questa è una threesome, è ovvio che non sia tutto così semplice)
L'anticipazione del prossimo capitolo non vi spaventi:
Naruto non si è dato all'autolesionismo, è... qualcosa di molto più grave, a dire il vero.
Uhm.
Ma forse questo non vi fa stare tranquilli...

(l'altra volta ho scritto che mi spiaceva "lasciarvi a piedi" sul capitolo 32...
Beh. Rileggendo il 33 mi rendo conto che vi è andata bene che fossi un capitolo indietro! XD)

Allora, l'irritazione per i problemi con il server mi è passata...
Ieri ero un tantino fuori di me, ma poi ho ragionato a mente fredda e mi sono messa il cuore in pace.
Mi spiace soltanto che resteremo indietro di un capitolo sulla tabella di marcia, a questo punto...
...ma, per vostra fortuna, questo intoppo mi porta a mettere un altro capitolo già domani!
(nota: sto per finire i capitoli a disposizione, e le mie giornate si preannunciano subissate di impegni... VOGLIO MORIRE! @_@)

Ho letto tra i commenti che questo Sasuke patetico inizia involontariamente ad attirare le vostre simpatie...
Beh, mi spiace! XD
In ogni caso, in questi giorni pubblicherò una cosuccia...
...un regaluccio di compleanno fatto a una cara amica...
Diciamo che potrebbe essere definita
"la svolta narusasu che non vedrete mai"!
Ma perché sia comprensibile dovrete aspettare un altro paio di capitoli della fic! ^_*

L'avviso che non avreste mai voluto leggere:
questo non era l'unico capitolo per cui mi vorrete morta.

OneWingedAngel: "segno maledettopatia"! XD Questa me la segno, giuro! E se riesco la faccio usare a qualcuno nella fic! XD Ehh, Sasuke è Sasuke. Fa girare le scatole, ma mi serve patetico per ora.... nel prossimo capitolo intuirai il perché. Gli Hyuuga invece sono qualcosa a cui tengo molto. E' inutile, sono così bastardi già di per loro che non devo nemmeno forzarli! XD (e... sì, lo so che né Hiashi né Neji sono poi così stronzi... ma insomma, un cattivo mi ci vuole di tanto in tanto!)
arwen5786: ARGH! Aspettative! ç_ç Mi mettono una gran paura, le aspettative... sigh. Cercherò di fare del mio meglio! >_< Comunque grazie per i complimenti, sono sempre davvero benaccetti (e, di fatto, sono tutto ciò che mi spinge ad andare avanti! T_T) Per quanto riguarda la threesome che hai scritto, appena ho un briciolo di tempo vado a darci un'occhiata! ^.^
killkenny: uhm... credo che se Sakura avesse fatto una sfuriata per Naruto sarebbe stato meno brutto. Invece così, con quel suo silenzio e quello sguardo, gli ha davvero dato il colpo di grazia... e chissà che Kyuubi non sia contenta della situazione...
harryherm: che ti succede, tesoro? Mi fai preoccupare, se sei tutta mogia e inizi a trovare sopportabile lo yaoi... Insomma, capisco che iniziare a guardare con occhi nuovi Sasuke possa portare a un po' di emoite, ma non devi abbatterti così! é_è Posso fare qualcosa per tirarti su il morale?
Talpina Pensierosa: grazie, me è commossa per il sostegno! T_T
lale16: festa di compleanno?? Wow, auguri! Quand'era di preciso? E quanti anni hai fatto? ^.^ Guarda, per la faccenda del server mi sono un po' ripresa... certo che potevano anche avvisare prima che avrebbero fatto dei lavori! (o lo hanno fatto e io me lo sono perso? ò_O)
1992: il tuo commento mi ha fatta piegare in due dal ridere! XD A partire dalla mia superiorità nei confronti di Kyuubi per quanto riguarda la rabbia (oh sì, anche lei davanti alla mia ira diventerebbe un gattino tremante! *_*), alle tue "ipotesi per il finale"! XD Sasuke che muore per mano di Sasuke è stato esilarante, per non parlare di Kakashi che alla fine se la spassa allegramente! XD Ehh, l'ho capito eccome che non vuoi provare pietà per Sasuke. Neanche io vorrei, credimi, ma quando uno raggiunge simili livelli di pateticità, o lo odi o ti fa pena! Non c'è scampo! Wow, davvero sono imprevedibile? °_° A me le cose che scrivo sembrano sempre tanto logiche da sembrare banali... ^^' Ma evidentemente faccio proprio schifo nell'autovalutazione!


Aya
  
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