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Autore: Twin Lance    06/06/2013    0 recensioni
Lei è la sua strega. Lui è il suo cavaliere. Squall cerca una guida in Cid, mentre cerca di accettare tutti i cambiamenti della sua vita, destreggiandosi tra l'essere Comandante e diventare il Cavaliere di una Strega rispettabile.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

TO BE HER KNIGHT
scritta da Twin-Lance, tradotta da Alessia Heartilly
Capitolo I

Artemisia aveva lasciato il mondo in uno stato sconvolto e tumultuoso. Un nuovo super-potere era letteralmente apparso dal nulla in un istante, sopraffacendo il reame tremante che costituiva il territorio galbadiano. Mentre metà del mondo era affascinata dal sorprendente ritorno di Esthar alla politica mondiale, l'altra metà reagiva con sospetto. Alcuni territori, per la maggior parte galbadiani, erano arrivati ad accusare Esthar di usare la strega per destabilizzare Galbadia. Altri territori usavano le ripercussioni della guerra, la mancanza di un presidente galbadiano, e la distrazione del mondo con Esthar per guadagnare l'indipendenza.

Timber era stata una delle città a iniziare aggressivamente a respingere la stretta galbadiana. A lei si unirono i piccoli territori rurale di Anhill, Blue Gales e Deadwood. Come se tenere le elezioni presidenziali nel mezzo di un tale sospetto e incertezza non fosse stato già abbastanza brutto per Deling City, il Colonnello Caraway era occupatissimo a cercare di mantenere abbastanza soldati in luoghi chiave, per aiutare a mantenere il controllo dei territori galbadiani. Correndo il rischio di rovinare la sua carriera ed essere accusato di tradimento, ritirò le truppe da Timber, rinunciando al potere di Deling City su quella città. Era stata una decisione brusca e inaspettata, che gli fece guadagnare sia parole di lode che di condanna da parti diverse della regione.

Per la maggior parte, la vita a Balamb non fu troppo influenzata dalle ripercussioni per la sconfitta della Strega. Il Garden di Balamb tornò alla base di origine, e i SeeD cominciarono a stabilire le riparazioni necessarie e a mettersi al lavoro. Quello che era cambiato era l'accresciuto interesse non solo per il Garden di Balamb, ma anche per gli eroi che avevano salvato il mondo dalla Strega malvagia. All'inizio, i media erano soltanto una seccatura. La prima volta che un giornalista si era presentato ai cancelli del Garden, la guardia di sicurezza di turno non era stata del tutto sicura di cosa fare. Con il passare dei mesi, la loro presenza era diventata quasi destabilizzante per il flusso del traffico regolare del Garden. La città di Balamb aveva fatto il possibile per limitare l'assedio dei media al Garden, ma non poteva davvero fare più di tanto nel rispetto della libertà di stampa. Per affrontare il problema, il Garden aveva posizionato le proprie guardie fuori dai cancelli e sulla strada principale fino al confine della proprietà del Garden.

I giornalisti avevano reso un po' difficoltoso il ritorno alla vita normale per la gente del Garden. Rendevano difficili le semplici spese e i ritrovi sociali, e non era raro che le matricole del primo e secondo anno venissero fermate da giornalisti troppo zelanti alla ricerca di un qualche scoop. Nonostante dovessero praticamente sgattaiolare fuori dal Garden per andare a semplici appuntamenti, Squall non si lamentava. Lo faceva per rispetto, sapendo che la Madre non aveva messo piede fuori dal cancello d'ingresso da quando erano tornati a Balamb. Anche se lei non lo ammetteva, lui sapeva che aveva paura.

Per aiutare a contrastare tutta l'attenzione negativa che Deling aveva portato su Galbadia, la nazione chiedeva la testa di alcuni 'criminali di guerra' ancora vivi. La Madre, insieme a Seifer, Fujin e Raijin, era stata dichiarata dal governo galbadiano una nemica dello stato. Convincerli che la madre non era colpevole dei suoi crimini era stato difficile, ma le loro motivazioni avevano anche aiutato a proteggere gli altri. Anche se avevano raggiunto un accordo esitante per evitare che fossero arrestati e processati, le tensioni erano ancora molto pesanti, e ricevevano ancora minacce di morte.

*~*~*~*~*

La mattina dopo uno degli appuntamenti rubati suoi e di Rinoa, Squall si svegliò nel suo letto. Sgattaiolare fuori dal Garden era quasi diventato un gioco, ormai. Dopo aver usato un'uscita posteriore e aver guidato per alcuni chilometri negli acri di natura selvaggia che il Garden usava per gli allenamenti, arrivavano alla strada principale, ben oltre il punto in cui aspettavano i giornalisti. Erano rimasti fuori fino a tardi, la sera prima, molto più tardi del solito. Lui era abbastanza sicuro che si fossero divertiti entrambi. Nonostante le paure di Rinoa che qualcuno si accorgesse che adesso aveva lei i poteri di Edea, era stata tutta un sorriso durante l'appuntamento. Si stiracchiò un poco, sempre pensando all'appuntamento, quando sentì un peso spostarsi sul suo stomaco.

Aprì gli occhi ed esitò a muoversi di nuovo. Rinoa dormiva addosso a lui, con l'orecchio sopra al suo cuore. Aveva il palmo aperto sulla sua spalla, e si muoveva appena nel respiro. Aveva il lenzuolo che la copriva leggermente fino alla schiena, lasciando scoperta la parte superiore dei loro corpi. Lui stava ancora cercando di capire tutto ciò che aveva portato fino a quel momento quando lei iniziò a muoversi. La guardò in silenzio. Avevano ballato, si erano baciati, e avevano bevuto un bicchiere o due di vino. Le aveva detto cosa provava per lei, ma non aveva mai avuto l'intenzione di arrivare fino a quel punto. La sera prima era stato molto felice dei baci, persino dei baci che si erano dati in pubblico. Un breve panico iniziò ad impossessarsi di lui. Si stavano appena adattando ai loro ruoli in quella relazione. Questo cosa significava, adesso? Aveva superato un limite? Era stato lui a cominciare? Lo aveva sedotto lei? Gli importava davvero se lei l'aveva fatto? Doveva parlare con Irvine? No. Non ne avrebbe mai parlato con Irvine.

"Buongiorno." La voce di lei era morbida e dolce; lo stava guardando con i suoi grandi e bellissimi occhi castani.

Squall sentiva ancora di aver superato un limite, ma il suo sorriso lo fece sciogliere un pochino dentro. Tutto quello che gli riuscì di fare fu un sorriso leggermente goffo. "Buongiorno," riuscì a dire.

Lei sorrise. "Hai davvero brillato la scorsa notte," ammise. "Per essere uno da cui non riuscivo nemmeno a farmi abbracciare, qualche mese fa, mi hai davvero sorpresa," lo stuzzicò lei, tirandosi su sul suo petto per potersi chinare a baciarlo leggermente sulle labbra.

Gli attraversò la mente il pensiero che a un certo punto lei l'aveva probabilmente visto nudo, e questo lo imbarazzò un po'. Quando lei lo baciò di nuovo, lui la accolse di buon grado. Baciarsi sembrava un'alternativa sicura al cercare di parlarne con lei. Ricambiando il gesto d'affetto, chiuse gli occhi e le mise un braccio intorno alla vita, mentre ripensava lentamente alla notte appena trascorsa. Ricordava tutto, ma era ancora scioccato dall'idea che non fosse stato un sogno. Era stato chiaramente preso dal momento, e non l'aveva nemmeno fermata quando lei aveva preso il comando una volta che erano andati in camera sua. La sentì ritrarsi e aprì gli occhi.

"Smettila di riflettere sulle cose," gli disse lei dolcemente. Lui riuscì a scrollare leggermente le spalle. "Dico davvero," sussurrò lei. "Dopo tutto quello che abbiamo passato. Dopo tutto quello a cui siamo sopravvissuti," disse lei piano, "non voglio dover analizzare quanto è appropriata l'intimità che condivido con il mio cavaliere."

Le sue parole lo fecero fermare, e poi sorrise. Quella era stata la frase che lei aveva usato la sera prima per dirgli che quello che stavano facendo era giusto. Allungando la mano libera, le sistemò i capelli dietro l'orecchio. Le sue parole avevano senso. Era stato disposto a morire per lei un sacco di volte, perché si preoccupava di questo? Il suo sorriso si allargò un po'. "Non sto analizzando niente," le mentì. "Mi stavo solo godendo il momento," aggiunse, notando per la prima volta quanto fosse piccolo e delicato il suo corpo contro di sé. Come era sopravvissuta alla guerra? Era piccola, e non alla maniera di Selphie. Selphie almeno aveva un significativo tono muscolare.

La strinse un po' di più. Era una strega adesso... era compito suo proteggerla. Era la sua strega. Il pensiero lo fece rabbrividire. Il mondo l'avrebbe anche solo accettata, adesso? Il mondo aveva bisogno di sapere? Potevano tenerlo segreto? Era il suo potere o la consapevolezza che sarebbe morto per lei a spaventarlo? Squall non ne era del tutto sicuro, ma sospettava di doverne parlare con Cid, prima o poi.

Qualcuno bussò inaspettatamente alla porta, distraendo entrambi. "Squall! Sveglia, amico!" La voce di Zell era soffocata, ma si sentiva comunque attraverso l'acciaio. "Come Comandante devi essere alla riunione che comincia tra venti minuti! Cid ti sta aspettando!"

Squall grugnì e si tirò su lentamente a sedere. Anche Rinoa si sedette, tirandosi il lenzuolo intorno al corpo mentre si alzava e prendeva i suoi vestiti da terra. Gli lanciò un bacio giocoso mentre spariva nel bagno e chiudeva la porta. Rimasto solo nel letto, Squall rabbrividì. Prese qualche vestito dal cassettone e ignorò la voce di Zell che blaterava di doveri e responsabilità. Prese la coperta dal pavimento, la gettò sul materasso e premette il pulsante per aprire la porta.

"Sono quasi pronto," disse Squall, sedendosi per allacciarsi le scarpe. "Prendere a pugni la porta è davvero necessario?" si lamentò.

"No, ma trovo che sia molto efficace." Zell fece un largo sorriso. Squall lo fissò e basta. Quel sorriso era quasi contagioso. Quasi. "La riunione riguarderà lo stato mondiale dopo la guerra, e il ruolo del Garden," gli disse. "Cid vuole consultarti sulla direzione che prenderà il Garden di Balamb, e i ruoli che avrete voi due, rispettivamente."

"Quindi sarà ancora Preside?" chiese Squall.

"Così pare," sorrise Zell.

"Bene," rispose Squall alzandosi. Si passò le dita fra i capelli e fece per uscire. "Andiamo allora."

"Amico," disse piano Zell, indicando gli stivali di Rinoa sotto il letto. Fece un sorrisetto. "...C'è Rinoa?" Come se avesse ricevuto un indizio, Angelo uscì a leccargli la mano.

"Zell, andiamo e basta," disse Squall dalla porta.

Il sorriso di Zell si allargò un poco. "Lei dov'è? Nel bagno?" Squall non rispose alla domanda, ma sentì che stava arrossendo un po'. "Porco," lo stuzzicò l'amico.

Squall aprì la bocca, ma non rispose.

"Stai arrossendo," continuò Zell.

"..."

"Io vado fuori per un po' per incontrare Selphie..." disse Rinoa uscendo dal bagno. Squall la guardò; era brava a fingere che non fosse successo nulla tra loro. Era persino più brava a fingere che non fossero stati sorpresi. "Hey, Zell," sorrise.

"Hey Rin," la salutò Zell con un enorme sorriso.

"Tornerò per pranzo," disse Rinoa a Squall mentre Angelo la seguiva. "Buona giornata," sorrise, alzandosi sulle punte dei piedi per baciargli velocemente una guancia. "Ciao." Guardò Zell e agitò brevemente la mano. "Ciao, Zell."

"Ciao Rinoa," rispose Zell, guardandola mentre lei quasi trotterellava per il corridoio, giocando con il suo cane. Si schiarì la gola, guardando Squall quando Rinoa sparì dalla loro vista. "Alloooora," disse sorridendo.

"Siamo in ritardo," disse Squall, respingendo l'occhiata d'aspettativa e curiosità di Zell.

"Non cambiare argomento, amico," sorrise Zell mentre andavano all'ascensore.

"Non sto cambiando niente, Dincht," disse Squall al di sopra del rumore delle fontane, aspettando che l'ascensore arrivasse al loro livello.

"Mmh," lo stuzzicò Zell mentre alcune matricole uscivano dall'ascensore. Squall entrò e aspettò Zell.

*~*~*~*~*

Nel frattempo, in giardino, Rinoa e Selphie si godevano dei muffin per colazione, sedute sul bordo. Rinoa si leccò via le briciole dalle dita. "Non riesco a credere che ci siano stati così tanti danni," ammise, guardando oltre Selphie verso la squadra di SeeD che valutava i danni e iniziava le riparazioni.

"Non riesco a credere che Squall ti abbia detto quelle cose ieri sera!" esclamò Selphie con un enorme sorriso. "Deve essere la cosa più dolce che ho mai sentito! E l'ha detta Squall! Sei sicura che non erano allucinazioni?" la stuzzicò.

"No, e abbassa la voce," sorrise Rinoa, con le guance che tradivano un leggero rossore. "Non voglio che giri la voce e che lui si imbarazzi. È già abbastanza difficile parlargli così."

"Ooooh, dai," la pregò Selphie. "Una frase così dolce va ripetuta, così tutti gli altri ragazzi sapranno di doversi superare nel campo del romanticismo."

Rinoa ridacchiò e scosse la testa, grattando Angelo dietro l'orecchio. "Pensi che mi permetteranno di tenerlo?" chiese, volendo cambiare argomento.

Selphie alzò lo sguardo. "Lasciarti tenere chi? Squall?"

Rinoa la guardò. "No. Angelo," disse. "Il Garden ha una regola contro gli animali. Ora la trattano come un eroe di guerra, ma alla fine qualcuno potrebbe lamentarsi."

Tacque. "...Non lo so," ammise Selphie. "Di certo non riusciranno a costringerti a liberarti di lei. Esci con il Comandante, che cavolo." Le diede una gomitata scherzosa.

"Ma poi gli altri SeeD potrebbero accusare Squall di darmi un trattamento speciale," ribatté Rinoa. "Non voglio nemmeno quello." Passò le dita tra il pelo di Angelo, sorridendole. Angelo scodinzolò per tutta risposta, appoggiandosi alla gamba di Rinoa. "...E non posso semplicemente lasciare il Garden, con lei."

"Aspetta, cosa? No, non puoi andartene," disse in fretta Selphie. "No. Siamo come sorelle adesso. Mi mancheresti troppo."

Rinoa sorrise. "Intendo trasferirmi fuori dal Garden. Sai, a Balamb," ridacchiò.

"Oh." Selphie fece un sorriso imbarazzato. "Non spaventarmi così."

"Avrei troppa paura che qualcuno capisse cosa sono," ammise piano. "Non so quante persone già lo sappiano. Con tutto quello che è successo durante la guerra, capirei la loro paura."

Selphie si bagnò le labbra, facendosi più seria. "Ecco perché starai con noi fino a quando sarà sicuro," le disse. "Siamo tutti tuoi amici, qui. E con il giusto tempo, tutti al Garden probabilmente proveranno la stessa cosa." Sorrise. "Devi solo mostrare alla gente che può fidarsi di te. Sei una persona dolce, quindi non ci vorrà molto per convincerli."

Rinoa sorrise. "Grazie," disse, sistemandosi i capelli dietro l'orecchio.

"E Angelo starà qui con te. Se qualcuno vuole farci un casino, può vedersela con me!" proclamò orgogliosa Selphie, saltando in piedi. Rinoa sorrise guardandola. Alcune persone parlavano con le mani, ma Selphie parlava con tutto il corpo. Un allarme risuonò da una tasca di Selphie. Lei infilò la mano in tasca ed estrasse un piccolo orologio. Rinoa lo guardò incuriosita.

"Deve essere l'orologio più bello che ho mai visto," affermò. "Dove l'hai preso?"

"L'ho preso ad Esthar," ammise Selphie con un sorriso. "Che divertimento c'è a viaggiare per il mondo se non puoi prendere dei souvenir ogni tanto?" chiese, spegnendo l'allarme. "È abbastanza piacevole," ammise. "Volevo darlo a Irvy, ma poi l'ho beccato a flirtare con una barista a Dollet..." Si interruppe per un momento, con un'espressione triste sul viso. "Quindi l'ho tenuto, e mi ci sono un po' affezionata," ammise con un sorriso. "Ma devo andare."

Rinoa sorrise. "Non penso che Irvine lo faccia apposta," disse. "Penso che sia solo nella sua natura parlare come fa."

Selphie minimizzò. "Forse," disse, rimettendosi l'orologio nella tasca della giacca della divisa. "Ci parliamo dopo però, ok?"

"...Dove vai?" domandò Rinoa.

"Squall non te l'ha detto?" chiese lei. "Cid ha organizzato per fare alcune foto promozionali per incentivare le iscrizioni al Garden. Ci farà fotografare tutti. Beh, non tu, dato che non sei una SeeD. Voglio dire, tecnicamente eri una nostra cliente."

Rinoa sorrise. "Capisco," la rassicurò. "Credimi, non voglio avere la mia fotografia su brochure e volantini. Non penso che lo voglia nemmeno Squall, però."

Selphie sorrise. "Già, non sono sicura che Squall sappia che succederà. Devo andare; non voglio perdermelo quando lo scoprirà."

Rinoa fece un gesto con la mano, guardando la sua entusiasta amica che correva dal fotografo. Angelo le colpì un braccio con il muso. Lei abbassò gli occhi e la grattò dietro le orecchie. "La mamma non permetterà che ti portino via," sorrise. Non l'avrebbe ammesso, ma aveva visto una matricola che si lamentava su uno dei forum del Garden.

*****

Nota dell'autrice: questa storia è la prima di un serie di storie collegate che posterò, ed è stata scritta per la challenge Where I Belong. Sono così contenta di essere stata invitata a unirmi alla festa. Partecipare a questa challenge mi ha aiutata ad accedere a un amore per la scrittura delle fanfiction che avevo quasi perso.
Sono passati quasi quattro anni dalla mia ultima storia. Ho iniziato a pubblicare quasi nove anni fa, poco dopo essermi diplomata. Ho iniziato a scrivere per passare il tempo mentre il mio ragazzo era ad allenarsi. Andate avanti veloce fino a nove anni dopo, e ora mi districo tra l'agenda militare di mio marito, i nostri figli e tutti i nostri animali. Ora scrivo per la mia sanità mentale. A volte mi aiuta semplicemente potermi perdere in un mondo fittizio, e dimenticare che esiste quello vero. Spero che chiunque legga questa storia si diverta come mi sono divertita io a scriverla.
Vorrei anche ringraziare la mia musa, Roarke Stratton. Senza di lei non so se avrei avuto l'ispirazione o la spinta per finire una storia con così poco anticipo.

Nota della traduttrice: come sempre, grazie a Little Rinoa per il betareading e ogni commento sarà tradotto e inoltrato all'autrice. Eventuali risposte alle recensioni saranno tradotte e inserite dove possibile come risposta nei vari siti.
Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :) Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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