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Autore: Meramadia94    06/06/2013    1 recensioni
Ryan viene ricattato. La vita di una persona a cui tiene molto è stata messa in pericolo. Per salvarla dovrà scegliere cosa è più importante: l'amore per la famiglia o il suo senso di giustizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Nuovo personaggio, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sherman era stato convocato e portato nella sala interrogatori.

Non aveva idea di cosa lo stesse aspettando o avrebbe senz'altro richiesto la presenza del suo avvocato.

''Ma tu guarda...''- commentò Esposito-:'' come può un uomo che veste i panni della rispettabilità arrivare ad uccidere e prendersela con una ragazza di appena vent'anni?''

Domanda retorica.

Dopo tutti gli anni che era in polizia aveva imparato che spesso e volentieri le persone che apparentemente sembravano affidabili erano quelle da cui bisognava guardarsi maggiormente.

Ryan lo fissava con due occhi carichi d'odio, non sapeva se sarebbe riuscito a trattenere l'impulso di saltargli addosso per picchiarlo nell'interrogatorio imminente.

Solo la vista del suo viso ricoperto di sangue avrebbe potuto dargli pace, dopo tutto quello che aveva fatto passare alla sua famiglia.

Beckett sembrò intuire il suo disagio.

''Sei sicuro di volertene occupare tu? Se non te la senti ci pensiamo io e Castle...''- propose.

Ryan fece energicamente cenno di no con la testa.

''Si tratta della mia famiglia. No, devo farlo io.''

Non avrebbe mai creduto di poter avere quella risolutezza.

''E comunque non sarà solo...''- lo affiancò Esposito-:'' il regolamento impone che ci siano almeno due detective ad interrogare un sospettato no?''

Ryan sorrise e battè il pugno con il collega.

Entrarono e si sedettero davanti al sospettato.

''In che posso obbedirvi?''- fece l'uomo con una faccia che entrambi trovavavo assolutatamente falsa e odiosa ai limite dell'impossibile.

Non risposero e gli misero davanti due foto.

Una ritraeva Wheastly, l'altra Deborah.

''Ha mai visto queste persone?''

Sherman Jr fece le spallucce e dopo un secondo-:''Francamente no, potrei forse... ma è impossibile ricordarsi le facce di tutti quelli che si incontrano per strada.''

''Uno era uno impiegato di un'agenzia immobiliare in crisi, l'altra una studentessa universitaria.''- spiegò Esposito-:'' entrambi avevano un conto corrente nella sua banca.''

''Capisco... ma non saprei che dire, io non mi fermo a parlare con tutti i clienti...''- disse Sherman.

Ryan tirò fuori un fascicolo di fogli.

''Non è ciò che ci risulta.... nel computer di Wheastly c'erano diversi messaggi, più di dieci a settimana, che sono partiti da un indirizzo di posta elettronica che risulta appartenere a lei...''- gli sbattè in faccia cercando di controllarsi-:'' e comunque, visto che non lo conosce perchè risulta esserci un vitalizio intestato a lui, a suo nome?''

Tutto si poteva dire di Sherman, tranne che non avesse la risposta pronta.

''Sapete bene che ho avuto dei problemi quando mio padre ci ha lasciati...''- iniziò lui-:'' così per guadagnare la fiducia della gente ho pensato di istituire dei vitalizi per i clienti più economicamente svantaggiati.''

''Davvero ammirevole...''- fece Esposito divertito-:'' ma è sicuro che sia andata così?''

Sherman sorrise divertito.

''Per quale altro motivo avrei dovuto farlo?''

Ryan lo infilò con gli occhi e poi fece con voce di scherno-:''Ah, non saprei... forse perchè l'aveva aiutata a trovare questa donna?''- ipotizzò accennando alla foto di Deborah.

Adesso si che iniziava a preoccuparsi.

''Non ho niente a che fare con questa ragazza, non so nemmeno chi sia.''

''Strano, perchè poco prima di sparire mi ha parlato di lei al telefono e l'ha descritta in maniera chiara e concisa... con la voce di chi è consapevole che non rivedrà più la propria famiglia e i propri amici.''

''Non mi starete accusando di omicidio spero...''- fece Sherman sempre più preoccupato-:'' perchè avrei dovuto uccidere una persona che non conoscevo?''

'' Risulta che lei, due settimane fa, ha denunciato il furto della sua auto. Uno dei tanti furti di auto dell'ultimo mese.''- fece Esposito.

Ora lo guardava strafottente.

''Dove vuole andare a parare?''

''In quello stesso periodo, la ragazza iniziò a sospettare che qualcuno fosse entrato in casa sua, e non si trattava del lattaio o del giornalaio, per capirci.''- continuò l'ispanico.

Rya continuò.

''E nello stesso periodo, la signorina aveva aperto un conto bancario, nella sua banca, per depositare i suoi risparmi.''- quest'informazione la sapeva sia perchè Deborah gliel'aveva detto poco prima di essere rapita, sia perchè aveva fatto un controllo su tutti i clienti della banca.

''Continuo a non capire...''

''Allora le spiego cosa vogliamo dire''- Esposito aveva lasciato a Ryan la parola.

Era la sua famiglia ad essere stata tirata in gioco e affrontare quel delinquente era compito suo.

Se si fosse messo in mezzo, sapeve per certo che Ryan non l'avrebbe mai perdonato.

Perdere la sua stima e la sua amicizia non era un rischio che voleva correre.

E poi Ryan sapeva il fatto suo.

Era adulto e perfettamente capace di combattere le sue guerre.

Quindi perchè interferire?

''Quando si è ritrovato erede della fortuna Sherman, ha avuto a disposizione un patrimonio incalcolabile che ha fatto tornare fuori la sua vecchia passione per le scommesse, e per accrescere il brivido ha deciso di prendere in prestito anche i risparmi di alcuni suoi clienti, ma non era il suo periodo fortunato e presto i clienti si sarebbero accorti che sui loro conti c'era meno contante di quanto ricordavano.

Doveva recuperare quel denaro in maniera veloce e silenziosa e quindi ha deciso di farlo con l'unico modo in cui si sentiva portato: il gioco d'azzardo.''- spiegò Ryan.

Sherman sembrava cadere dalle nuvole.

''Sta scherzando spero...''

Ryan lo guardò con un sorriso compiaciuto-:''Non sono mai stato così serio in vita mia...ha iniziato a commissionare furti d'auto per organizzare corse clandestine da qualche parte, e anche gli scommettitori perdevano, i soldi finivano nelle sue mani... un piano astuto, devo ammetterlo.''

''Ma poi, quasi per caso, ha scoperto che un detective stava indangando su tutti quei furti e ha iniziato a tremare.''- aggiunse Javier.

Poi fissò Ryan con due occhi che dicevano-:''Vai avanti, così. Stai andando benissimo.''

Ryan sorrise e continuò a combattere.

''Non sapeva cosa fare, se la storia fosse venuta fuori l'avrebbero denunciata, messa in galera e le avrebbero preso tutto...''- fece Ryan-:'' doveva correre ai ripari, e durante un controllo di ruotine nel database della banca ha trovato quel nome. Deborah Ryan. Stranamente portava lo stesso cognome del detective che stava indagando, e che era irlandese. Proprio come me.

Così ha fatto una ricerca incrociata sui nostri nome e ha capito la parentela che ci univa. E ha usato la situazione a suo vantaggio.

Poi è andato a recitare la parte del padre divorziato e disperato con Wheastly e gli ha offerto quel vitalizio in cambio dell'aiuto per trovare Deborah.''

Esposito intervenne-:'' Aveva trovato la persona perfetta: essendo il direttore di banca, che controllava i conti di tutti, era al corrente della sua situazione finanziaria e di quanto fosse disperato, ma temeva che l'avrebbe denunciata se gli avesse detto tutto.''

Ryan riprese-:''Mi teneva sotto controllo, sapeva che sarei andato da lui una volta capito che lui era coinvolto fino al collo nel rapimento di mia sorella e quando ha capito di essere in pericolo lo ha fatto uccidere..... poi è toccato a Deborah.''

Non voleva dirgli subito che la ragazza era viva.

Sempre lasciare il meglio alla fine.

Sherman tentò di discolparsi.

''Senta, capisco che è distrutto all'idea del sequestro e della morte di sua sorella, le mie più sentite condoglianze... ma prendersela con un innocente non è la soluzione.''

''Non me la sto prendendo con un innocente. Io non sono come lei.''- ora lo guardava con rabbia-:'' Sapeva che Wheastly mi ha dato il suo cognome prima di morire e che Debby l'ha identificata come un uomo sui quaranta, biondo, occhiali e sul metro e ottanta? Non mi parli di coincidenze, perchè trovo un po' strano trovare tutte queste congruenze nella stessa persona.''

Sherman sgranò gli occhi e poi scoppiò a ridere sonoramente.

''L'ultimo rantolo di un moribondo e una descrizione approssimativa è tutto quello che avete raccolto contro di me? Dovrei essere io a denunciare voi per calunnia e farvi passare dei guai seri, sapete?''

In quel momento entrarono sia Beckett che Castle.

''Signor Sherman, sono il detective Kate Beckett responsabile di questo caso.''

''Allora sappia, che i suoi detective mi hanno appena accusato sulla base di teorie e congetture e che intendo sporgere denuncia.''- fece Sherman sicuro come non mai, certo che non ci fossero prove a suo carico.

''Sapeva che oltre al detective Ryan anch'io ho parlato con la ragazza, durante l'ultima telefonata? Ma quello che forse non sa è che ho accidentalmente premuto un tasto che ha registrato la chiamata. Con la voce del rapitore chiara e bene distinguibile.''

In quel momento il cuore di Sherman perse un battito, ma divenne bianco come un lenzuolo appena lavata quando Ryan tirò fuori il telefono e gli fece ascoltare la chiamata nel punto che interessava.

''Adolph Sherman Jr, la dichiaro in arresto per furto, rapimento, tentato omicidio e omicidio di Andy Wheastly. Parliamo di carcere a vita.''

I due detective si alzarono mentre due agenti entrarono per mettergli le manette.

''Senta...''- fece Sherman in un disperato tentativo-:'' non ho mai voluto farle del male... erano solo affari... Possiamo risolvere tutto tra gentiluomini, chieda e le sarà dato.''

''No....''- raramente avevano visto il loro collega con quei due occhi ridotti a fessure-:'' Io non sono un poliziotto corrotto. Sono uno che fa il suo lavoro onestamente.

L'unica cosa che volevo da lei, era pace e tranquillità per la mia famiglia.''

Lo fissò mentre gli agenti lo trascinavano nella cella del distretto a testa bassa.

Finalmente l'incubo era finito.

I suoi colleghi lo fissavano ammirati.

''Detective Ryan?''- il capitano Gates era appena arrivato.

''Si lo so, devo scontare la pena.''- fece l'irlandese con fare scherzoso.

Poteva smettere di lavorare lì anche per un anno se la Gates l'avrebbe ritenuto giusto.

Aveva salvato sua sorella ed impedito che la sua famiglia fosse nei guai.

''Non è questo...''- la Gates sembrava preoccupata, e non era da lei, se non in rare occasioni-:'' Devi andare subito all'ospedale.''

L'entusiasmo e la sua sicurezza iniziarono a svanire.

''Cosa...?''

I presenti erano come congelati.

''Ha chiamato il medico che ha in cura Deborah.... dice che ha avuto una seria crisi.''

Come se lo avesse morso la tarantola, Ryan si fiondò fuori dall'edificio infilandosi in macchina, seguito a ruota dai suoi compagni.

''Insieme fino alla fine qualsiasi cosa succeda no?''- fece Esposito mettendosi a guidare a nome di tutti.

Erano rimasti fuori dalla porta a vetri mentre nella stanza di Debby sembrava essersi scatenato l'inferno.

Il macchinario sembrava essere imapzzito, gli infermieri avevano iniziato il massaggio cardiaco nella speranza di rianimarla, mentre il medico la bersagliava con i colpi del defibrillatore.

Una, due, tre.... avevano perso il conto delle volte che la ragazza era ricaduta sul letto.

Fabienne Voudrelle e Penelope Sanders che erano rimaste a vegliarla sembravano terrorizzate.

''Sta per...''- fece la rossa sul punto di piangere.

Lo scrittore, Jenny e gli inquirenti la infilzarono quasi con gli occhi.

Ryan tornò a fissare la scena moromorando-:''Andiamo Debby... Forza...'' 

  
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