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Autore: Pikkola_Fe    22/12/2007    5 recensioni
ciao a tutti..! manco malto da efp..la storia che pubblico ora l'ho scritta abbastanza tempo fa, ma spero che vi incuriosisca comunque.. ^^ e se avete tempo.. lasciate un commentino..? XD “-Ma, Albus, potrebbe essere pericoloso…- Lo sguardo del Preside, però, fece morire ogni altra obiezione. La donna abbassò la testa, trattenendo a stento un sospiro, mentre Piton guardò con nervosismo crescente il Preside. Purtroppo però, tutti e tre sapevano che quella era la soluzione migliore. Ed in quella notte stellata si decise il destino di una ragazza ignara di tutto ciò che la aspettava.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusateeeeeeeeeee…

Scusateeeeeeeeeee.! So di aver postato con moooolto ritardo ma è tutta colpa del mio pc che si è voluto rompere proprio nel periodo in cui tutti i tecnici sembravano troppo occupati per dargli unìocchiata..! >_< coooomunque chiedo sul serio scusa a tutti coloro che pazientemente stanno continuando a leggere, e aggiungo un mega grazie a coloro che recensiscono… spero continuiate a leggere la fanfiction… *..*

Baci Baci

Pikkola_Fe

 

 

CAPITOLO 3

Dopo una settimana di convivenza è chiaro che io e la Weasley non siamo fatti per stare insieme più di mezz’ora. Questa orrenda punizione, perché per me è davvero una punizione, ci sta lentamente uccidendo. Anche se, devo ammettere che è divertente provocarla, vedere la sua lotta interiore: rispondere alle provocazioni o ignorarmi. Fin’ora ha sempre vinto la prima opzione, motivo per cui Piton ci ha dato un’altra vera punizione. Perché io e la Wesley lo svegliamo a suon di urla. Urliamo al mattino, a pranzo, nel pomeriggio, e a volte anche di notte, tramite le mura delle stanze. Comunque, questa nostra incompatibilità ci sta rendendo parecchio difficile la permanenza nel Castello. Per un ragazzo come me, poi, popolare, asso nel Quidditch, brillante è abbastanza umiliante dover condividere gli alloggi con lei. Certo, il Preside lo ritiene necessario e pensandoci anche io avrei fatto lo stesso, ma, andiamo, la Weasley! Quasi quasi avrei preferito Potter, in fondo lui è sempre in giro a salvare il mondo, non ha tempo per litigare, no?

-Malfoy, ti sarei grata se la smettessi di fissare il vuoto e cominciassi a darmi una mano- eccola, la sua ormai conosciutissima voce. Mi dà le spalle, non mi sta neanche guardando ma sa che non sto svolgendo il compito assegnatomi da Piton come punizione. Non ho la minima intenzione di sporcarmi le mani mettendo dei viscidi animaletti galleggiante nei barattoli puliti.

-mi dispiace Weasley, ma le mie sono mani nobili, non come le tue, pronte a fare qualsiasi lavoro pur di guadagnare qualcosa-. E la reazione è immediata. Un barattolo sfreccia sibilando a un millimetro dalla mia guancia. Mi sposto di lato sorpreso e il barattolo si frantuma alle mie spalle. Sfortunatamente Piton ha assistito alla scena:

-ancora non riuscite a collaborare, eh? Bene, direi di prolungare la punizione di un mese-.

Io e la Weasley ci guardiamo con odio reciproco. Sarà proprio un anno d’inferno.

 

-andiamo Draco, rimani ancora un po’!- se me l’avesse detto chiunque altro forse sarei rimasto, ma detto da Pansy, la palla al piede numero uno, è come una richiesta ad andarmene il prima possibile.

Guardo Blaise che sta cercando di trattenere una risata spontanea e poi mi rivolgo alla ragazza:

-no Pansy, non posso devo scontare l’ultimo giorno di punizione con Piton-.

-ah è vero… la punizione con quella stupida-.

Blaise la guarda scettico, poi si alza e invita Pansy  a fare lo stesso.

-beh allora noi andiamo, Draco. Veniamo a trovarti domani alla stessa ora- mi dice il ragazzo e, mentre Pansy è intenta a fissarsi nello specchio appeso alla parete, mi sussurra:

-senza di lei, possibilmente-.

Scoppio a ridere, ma trasformo subito la risata in un accesso di tosse, poi li accompagno fuori dalla porta e, mentre loro puntano verso la sala comune dei Serpeverde, io mi dirigo verso l’ufficio di Piton. La Weasley è già lì, mi accoglie con un enorme sbadiglio e mi indica i barattoli puliti che ha lasciato per me.

-che c’è Weasley, hai fatto le ore piccole stanotte?- chiedo io notando le borse sotto i suoi occhi. Questa punizione orrenda va avanti da un mese e sapere che questo è l’ultimo giorno mi rende più allegro con tutti, persino con la Weasley. Lei scuote la testa e risponde:

-no, in realtà è questa punizione che mi sta uccidendo. Sono costretta a studiare di notte e poi addormentarmi con il tuo russare che arriva fino alla mia camera è ancora più difficile-.

Sbatto le palpebre sorpreso per qualche secondo:

-guarda che io non russo- ribatto sicuro. –quello che senti è Piton-.

Lei smette di svuotare un barattolo dimenticandosi per un momento che l’esserino che vi abitava aveva bisogno del suo liquido.

-davvero? Piton?- è davvero sorpresa. La cosa viscida nel suo barattolo vuoto comincia a tossire e contorcersi e lei la getta nel liquido colorato.

-mentre noi siamo qui a sgobbare per mettergli a posto tutti gli ingredienti, lui dorme. È proprio un’ingiustizia!- incrocia le braccia decisa. La guardo per un momento. In fondo ha ragione.

-sai, Weasley, forse non sei stupida come sembri-. Lei rimane con la bocca semi aperta, come se volesse dire qualcosa ma si trattenesse dal farlo. So cosa sta pensando, non sa se il mio è un complimento o un insulto. Beh, d’altronde solo una persona brillante come me poteva dar vita ad una frase così equivoca.

-ehy rossa, chiudi la bocca, non c’è bisogno di rimanere tanto sorpresi-.

-Malfoy ti rendi conto che mi hai appena dato un soprannome?- chiede lei dimenticandosi della mia frase.

-e allora?- in realtà mi è venuto spontaneo chiamarla rossa. Noi Serpeverde chiamiamo sempre i Weasley “rossi”.

-chiamarsi con dei soprannomi è segno di un qualche legame affettivo-

-ti sbagli Weasley, nel nostro caso è segno di un legame dispregiativo-. È pazza, non c’è dubbio. Da dove diavolo le è saltata fuori quella sciocchezza del legame affettivo?

-no, Malfoy! Preferivo “rossa”! odio quando mi chiami per cognome, mi sembra di essere in classe!-.

-sei davvero stressante a volte, lo sai questo, rossa?-. non mi sono neanche reso conto di averla chiamata così, ma lei di certo l’ha notato perché alza vittoriosa i pugni in aria e mi guarda soddisfatta:

-a-ah l’influenza dei rossi colpisce ancora!- e inevitabilmente mi trovo a sorridere. Accidenti sto sorridendo alla Weasley. Non va per niente bene, no assolutamente.

 

Da quel giorno è cambiato qualcosa nel rapporto con la mia coinquilina. Voglio dire litighiamo quasi sempre, è ovvio, ma non mi sono più spinto a battute ironiche sulla sua famiglia o sulla sua condizione economica. Certo non tutti sono ricchi come me, non posso farci niente. C’è chi nasce ricco e chi pezzente. Ma ho deciso di evitare l’argomento con la rossa. Ecco un’altra cosa che è cambiata. Lei non è più la Weasley. Lei per me è la rossa. Ed io per lei sono il ghiacciolo. Certo la storia del mio soprannome è un po’ assurda, ma lei è convinta che mi si addice. Un giorno, poco dopo quell’ultimo giorno di punizione, stavamo litigando furiosamente nel corridoio che divide le nostre camere. Io avevo preso in giro la granger perché ormai era ovvio che sbavava dietro quel Weasley, e mi sembrava una cosa assurda perché una persona intelligente come la Granger, si lo ammetto è intelligente questo non lo si può negare ma è una Mezzosangue e questo la rovina, non ha bisogno di un ragazzo.

-sei un’insensibile! Come puoi dire che non abbiamo bisogno di qualcuno con cui condividere tutto?- mi ha urlato lei.

-ehi rossa, datti una calmata! Mi sembra del tutto inutile stare con una persona quando sto benissimo da solo!- anche io stavo urlando, più che altro per sovrastare la sua voce.

-tu stai benissimo da solo perché sei privo di emozioni, sei peggio di un ghiacciolo..!-

-che diavolo dici? Certo che ho emozioni! Quando vinco una partita di Quidditch sono felice, ti sembra poco?-

-ooooh, certo, quella è un’emozione vera eh, ghiacciolo?-.

A quel punto mi sono bloccato e ho detto in tutta tranquillità:

-chiamarsi con dei soprannomi è segno di un qualche legame affettivo-.

Lei mi ha fissato per un attimo, poi ha aggiunto con un mezzo sorriso:

-ti sbagli nel nostro caso è segno di un legame dispregiativo, ghiacciolo-.

Dopo di che si è voltata ed è entrata nella sua camera senza dire altro. Certo che quella ragazza è proprio strana.

 

  
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