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Autore: Betty Davies    06/06/2013    7 recensioni
Hermione torna ad Hogwarts per il sesto anno di studi. In un'estate ha capito molte cose, tutte molto difficili da ammettere se stessa... Ad esempio, che "casa" ormai non è più con i suoi, con i quali non riesce più a relazionarsi come una volta, ma ad Hogwarts. E che il ragazzo che le tormenta i sogni non è quello che tutti -lei compresa- si aspetterebbero, Ron, ma il peggior Serpeverde che lei potesse immaginare: Draco Malfoy.
I due si troveranno a dover affrontare una catastrofe imminente, e nulla li potrà preparare al peggio, se non impareranno ad accettare che essere completamente diversi - addirittura opposti- può rivelarsi provvidenziale, se non essenziale.
Qualcosa sta cambiando fuori. Arriverà una tempesta.
Ma non come la prima volta.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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CAPITOLO 4 – AIN'T YOUR FAIRYTALE

 

Il timido sole autunnale faceva capolino nel cielo scuro del pomeriggio, mandando qualche raggio di luce fredda ad illuminare le vetrate del piano terra del castello, per poi sparire subito, oscurato dagli ammassi di nubi che correvano sospinte dal vento. Il corridoio est del terzo piano brulicava di studenti che camminavano pigramente dirigendosi alle lezioni pomeridiane, le pance piene per l'abbondante pranzo avuto qualche ora prima e le bocche stranamente silenziose, forse proprio a causa di quel senso di sazietà meglio noto come “abbiocco post-pranzo”.

La Caposcuola Grifondoro, la cui pancia era invece piuttosto vuota per colpa di una mancanza di appetito che affliggeva il suo stomaco (ed il suo brillante cervello) da mesi, camminava nervosamente verso la Biblioteca, la mente ben lontana dalle mura del castello, i piedi che percorrevano a memoria il percorso verso quel pozzo di sapere e conoscenza di cui la vecchia Madama Pince era custode.

Hermione aprì la porta ed entrò nella sala, e la tensione le abbandonò le spalle.

Che luogo familiare...

Il profumo di vecchia pergamena rilegata le giunse immediatamente alle narici, come ogni volta che faceva visita tra quegli scaffali, e la ragazza non potè trattenere un sorriso.

Ai lati del corridoio centrale erano ben disposte le mensole con centinaia e centinaia di volumi, divisi per argomento, e fra uno scaffale e l'altro c'erano dei vecchi banchi di legno scuro e delle panche, meravigliose nicchie in cui potersi rifugiare a leggere e nutrire la propria mente alla luce di una lanterna, e passare ore ed ore davanti alle pagine stampate con quei caratteri fitti e minuti scoprendo mondi incredibili e nozioni mai conosciute fino ad allora.

Hermione ci passava le ore, li dentro, ed il tempo volava, tanto da non accorgersi nemmeno della luce del sole che calava dalla finestra dell'ufficio di Madama Pince, per lasciar posto alle tenebre e segnando l'orario di chiusura della Biblioteca.

La sala era una delle più grandi del Castello, ed accoglieva una quantità di volumi da far invidia alla National Library di Londra, cosa che lasciava spesso molti studenti inorriditi, che si tenevano quindi ben alla larga da quel labirinto di carta, tuttavia Hermione sapeva esattamente dove andare.

“Maledizioni di famiglia, anatemi tramandati, disgrazie ereditarie ed affini”, diceva il cartello appeso sopra alla sezione di scaffali.

Titolo promettente...

La ragazza fece scorrere le dita lungo le coste dei pesanti volumi rilegati, il cuoio liscio delle copertine di quei libri sulla pelle era una sensazione a lei ben familiare, ed estremamente piacevole.

I titoli erano innumerevoli, ma Hermione sapeva che c'era un volume in particolare che doveva cercare, che avrebbe fatto al caso suo. Sapeva che si trovava nella Biblioteca, ne aveva sentito parlare l'anno prima durante una lezione di Storia Della Magia.

Scaffale dopo scaffale, libro dopo libro, i minuti passavano, e del titolo che le serviva, che sapeva le sarebbe servito, nemmeno l'ombra. Passò alle mensole successive, una dopo l'altra, setacciando tutti i volumi, il volto inclinato a leggerne i titoli sul lato in vista, e niente.

Dannazione.

Eppure deve essere qui, lo so!

Il professor Ruf ne aveva parlato. E' in questo reparto.

Caelum, Tonitru et Lacrymis”, così aveva detto Vitious.

Del cielo, delle lacrime e del tuono.

E più nello specifico dei legami tra maghi, sangue e clima, o almeno mi pare.

Sfinita dalla ricerca apparentemente infruttuosa, la Grifondoro si passò una mano sugli occhi stanchi, e appoggiando la schiena ad uno scaffale, si accasciò sul pavimento, stanca.

Alzò lentamente lo sguardo sulla finestra vicina all'ingresso della Biblioteca: il sole aveva nuovamente fatto la sua uscita da dietro la cortina di nubi scure, illuminando le vetrate.

Così non riesco a pensare.

Godric, siamo in Autunno, dovrebbe piovere!

Perchè niente va mai come dovrebbe?

Perchè il clima non fa quello che dovrebbe fare?

E perchè, dannazione, perchè io non riesco a trovare quel maledettissimo libro?

-Stai parlando di questo, per caso?-

Hermione sobbalzò spaventata, la bacchetta alla mano, già puntata alla testa del suo “aggressore”.

Draco Malfoy sorrideva pigramente, le mani alzate come in segno di resa, la voce bassa che mal celava il tono canzonatorio delle sue parole.

La ragazza abbassò lentamente la bacchetta, le guance in fiamme e gli occhi improvvisamente attenti.

-Diamine, Malfoy! A momenti mi fai venire un infarto.- lo rimproverò asciutta.

-Hey, hey, calma i bollenti spiriti, Caposcuola. Volevo solo dirti che ho trovato il libro-.

-Quale libro?- sbottò Hermione sospettosa.

-Granger, Granger... ti facevo più sveglia.- disse lui, trattenendo a stento un sorriso – Il libro che non riuscivi a trovare. Eccolo qui-.

Draco le allungò un volume rilegato in pelle verde scuro, la copertina consunta con alcuni tratti di inchiostro dorato.

Il disegno era ormai consumato, ma guardando bene, Hermione vide la spaventosa figura che vi era ritratta: la Donna con la Falce.

La Nera Signora.

La Morte...

La ragazza ebbe un sussulto, ed il libro le cadde dalle mani tremanti. La testa cominciò a girare vorticosamente.

Ecco, ci risiamo...

Sarebbe caduta al suolo, se Draco non l'avesse sorretta con un braccio, scostandole i capelli dal viso improvvisamente pallido con l'altra mano.

-Granger... Granger! Rispondimi, dannazione!- la voce del ragazzo aveva una nota di preoccupazione, celata da una fermezza nel tono che era ben lontano dal provare davvero.

-La Vecchia Signora...- mormorò debolmente la ragazza.

Draco si accovacciò sul pavimento, la giovane Grifondoro stretta saldamente tra le braccia, e quando fu completamente seduto, la ragazza si riprese, scostando malamente il braccio del ragazzo e tentando di ricomporsi alla bell'è meglio.

Orgoglio Grifondoro.

Anche quando ti tengo fra le braccia, Mezzosangue?

-Granger, ti dispiacerebbe spiegarmi che cosa hai appena detto?- chiese lui fingendosi annoiato.

Hermione alzò lo sguardo, stanca ma determinata, negli occhi un'emozione strana, indecifrabile.

Rassegnazione?

Cupa rassegnazione, piuttosto.

Se le mie deduzioni sono esatte, e di solito lo sono, siamo in un mare di guai.

Godric, SAN GODRIC, DANNAZIONE!

Di darci una mano non se ne parla nemmeno, eh?

La ragazza riprese in mano il libro dall'angolo in cui era caduto, e ne fissò la copertina per qualche istante. Passò le dita minute sulla rilegatura in pelle, su quel disegno spaventoso, per poi aprire il volume alla prima pagina.

'Caelum, Tonitru Et Lacrymis', era indubbiamente il libro giusto. Ma come...?

Si alzò di scatto, la bacchetta alla mano, puntata verso il ragazzo che la fissava, seduto sul pavimento.

-Dannazione a te, Serpe! Non ti facevo così bravo.- soffiò rabbiosa in direzione di Draco, che dipinta in volto aveva un'espressione di autentica sorpresa.

-Mezzosangue, non siamo tutti intelligenti come te in questa Scuola, quindi vorrei pregarti di spiegarmi di che diamine stai parlando, perchè credo di essermi perso qualcosa.- proferì lui.

-Legilimens. Tu hai violato la mia mente!- sbottò lei irata – Hai praticato la Legilimanzia su di me, non è così?-

-E che cosa ti fa pensare che io abbia fatto una cosa del genere, Granger?- chiese lui annoiato.

-Come diavolo facevi a sapere che stavo cercando questo libro, Malfoy?- chiese infuriata la ragazza.

Draco la fissò per un secondo, e poi scoppiò a ridere.

Era una risata gioiosa, di puro divertimento, un'espressione che non le era capitato di vedere spesso sul viso del ragazzo.

Così diversa dalle risate di derisione che mi riservavi anni fa.

È passato molto tempo, eppure mi sembra ieri...

E' davvero cambiato tutto per te?

...per noi?

-Granger, io non ti ho letta nel pensiero. Non sono così bravo da farlo senza che tu te ne accorga, e comunque non è necessario.- spiegò paziente lui. - Non stavi pensando, stavi parlando da sola.-

Hermione si ritrovò ad arrossire violentemente.

Stavo parlando tra me e me?

Dio mio...

E che altre cose mi sono lasciata scappare ad alta voce, mentre pensavo di essere la sola ad udirle?

Godric, ti prego, apri un varco sotto i miei piedi e fammi sprofondare.

Che vergogna...

-Per quanto trovi che quel rossore doni assai alle tue guance,- continuò lui, guadagnandosi un'occhiataccia dalla ragazza in questione, - ancora vorrei capire perchè quel libro ti ha spaventata tanto. A me sembra solo una donna con un... ehm... cos'è esattamente quello?-

-Quella, Malfoy,- rispose lei - è una falce, un oggetto che i contadini usavano per mietere il raccolto dei campi. E quella non è una donna. Quella è la Morte. - rispose cupa.

Draco la fissava in silenzio, e lei proseguì:

-La Donna con la Falce, La Nera Signora, Il Cupo Mietitore, sono tutti nomi per la stessa entità: La Morte. E dove c'è l'immagine della Morte, non bisogna aspettarsi niente di buono.- concluse lei.

-Ma qualcosa mi dice che non è finita qui, non è vero Caposcuola?- la invitò Malfoy a proseguire.

-La Donna con la Falce in origine non rappresentava la Morte, era in realtà il quarto Cavaliere dell'Apocalisse. I Cavalieri dell'Apocalisse, secondo la leggenda, vennero mandati sulla Terra dal Creatore, uscendo dai quattro sigilli che egli aprì. Il primo cavaliere, il Cavaliere Bianco, portava una corona ed un arco con delle frecce, e la tradizione vuole che sia il Vincitore del Bene sul Male. Il secondo cavaliere, il Cavaliere Rosso, portava una spada ed il potere di scatenare la Guerra tra gli esseri umani. Il terzo cavaliere, il Cavaliere Nero, portava con sé una bilancia, e secondo la leggenda porterebbe carestia ed avidità, ingiustizie.-

Hermione si fermò per un momento, la mente che pulsava dolorante, affollata dai ricordi.

Draco le poggiò una mano fresca sulla fronte, che ebbe un effetto rigenerante sulle membra della ragazza, e le disse: -Siamo solo a tre, Granger. Che ne è stato del Quarto Cavaliere?-

Hermione riprese a parlare, la voce tremante: -Il Quarto Cavaliere, uscito dal quarto sigillo, era di colore verde scuro, e portava in mano una falce da mietitore. Secondo molti si trattava in realtà di una donna, a differenza degli altri tre cavalieri, e venne per distruggere la Terra e gli altri tre cavalieri. Quando ciò sarebbe accaduto, la fine del Mondo, l'Apocalisse, sarebbe giunta, per porre fine al Tempo.- terminò lei, ricordandosi le parole imparate dai libri di Storia della Magia.

-E' una storia terrificante, Granger, dico davvero, - proferì Draco, - tuttavia non riesco a capire cosa tutto questo abbia a che fare con noi..?-

-Se tu avessi prestato attenzione durante le lezioni del Professor Ruf, sapresti benissimo perchè!- rispose lei piccata.

-Io tendenzialmente dormo durante Storia della Magia, quindi ti prego di voler tagliare corto con le ramanzine da studentessa modello ed andare al sodo, Granger – rispose lui.

-L'Apocalisse non è mai avvenuta, come puoi ben vedere, dal momento che siamo tutti qui vivi e vegeti.- spiegò paziente Hermione. - Sempre secondo la leggenda, i Tre Cavalieri sacrificarono le proprie vite creando un Essere Perfetto che potesse sconfiggere il Quarto Cavaliere: l'Agnello. L'Agnello raccolse in sé i poteri del Cielo: il Lampo ed il Tuono, e li fuse insieme per poter uccidere La Morte. Ma la Morte era troppo potente, e l'Agnello non riuscì a sconfiggerla, ma soltanto a rinchiuderla nel quarto sigillo da cui era uscita. L'Apocalisse era stata evitata, ma l'Agnello, ai limiti delle sue forze, stava per morire. Egli chiamò a sé l'ultima parte di potere che gli era rimasta, e diede vita a due discendenti: Lampo, un uomo, e Tuono, una donna. Egli piansero la morte dell'Agnello, morto per salvarli, e fu così che nacque la Pioggia.

Se quello che Ruf racconta a Storia della Magia è corretto, la Fine del Mondo non è stata evitata, ma soltanto ritardata. Il Quarto Cavaliere, Morte, è ancora dentro al quarto sigillo, e quando uscirà farà tremare la Terra: a quel punto soltanto i discendenti del Lampo e del Tuono, richiamando a sé la pioggia, riusciranno a uccidere la Morte una volta per tutte, per sempre.-

Hermione terminò il suo racconto, e fu come svegliarsi da un lungo dormi-veglia, un sogno appena terminato.

Draco era stato immobile ad ascoltarla per tutta la durata del racconto, e quando vide che la ragazza non aveva più nulla da aggiungere, parlò:

-Siamo in un mare di guai, non è così? Granger, perchè ho come la sensazione che io e te abbiamo a che fare con questa storia delle saette?- chiese lui

-Non sono saette, Malfoy- rispose lei con un sorriso mesto, - sono tuoni e lampi-

-Beh, Granger, qualunque sia il loro nome, ho come la sensazione che ci siamo dentro fino al collo, e non credo che la cosa mi piaccia.- disse Draco.

Hermione scattò in piedi, un fuoco rabbioso negli occhi, e sbottò:

-Non deve piacerti, Malfoy, dal momento che non abbiamo scelta! Cosa credi di fare, scappare di fronte al pericolo, ai problemi? Non sei sciocco come cerchi di far credere da sei anni a questa parte, e so benissimo che siamo giunti alla stessa conclusione: noi siamo gli eredi di Lampo e Tuono.- terminò lei, il fiato corto per l'emozione e la rabbia.

-Hermione, io...- iniziò Draco, ma lei lo interruppe subito.

-Dannazione, Malfoy, siamo noi! La scarica elettrica, il contatto magico, è il risultato del nostro potere magico unito! E se noi siamo i Discendenti, significa che il tempo è venuto.- disse Hermione, ed un brivido le attraverò la spina dorsale, le labbra cominciarono a tremare mentre parlava.

Draco le si avvicinò, lo sguardo era un turbinio di emozioni, alzò una mano verso la ragazza, e le posò un dito sulle labbra.

-La Morte arriverà, a meno che noi, i Discendenti, non la fermiamo, richiamando la Pioggia, non è così? Vedo che siamo giunti alla stessa conclusione, mia piccola Mezzosangue.- disse con voce grave.

Hermione prese un profondo respiro, le labbra ancora chiuse sotto al tocco di lui. Prese le dita del ragazzo tra le sue, e la scossa arrivò.

La conferma.

Come se servissero ulteriori conferme.

Era tutto talmente chiaro.

Dannatamente chiaro.

Siamo davvero in un mare di guai.

Draco aveva gli occhi chiusi, rapito dal flusso di magia, dal fulmine, che ancora una volta si era fatto sentire tra di loro.

È questo che noi creiamo, quando siamo insieme, mia piccola Mezzosangue?

È quello a cui diamo vita?

...noi due, insieme, diamo la vita?

Il ragazzo riaprì gli occhi, e c'era qualcosa di nuovo nel suo sguardo.

Determinazione.

Assenza di paura.

Un sorriso si dipinse lentamente sulle sue labbra, e quandò aprì bocca per parlare, non sembrava nemmeno la stessa persona:

-In fondo si tratta soltanto di... far piovere, Granger- disse, - Siamo in Gran Bretagna, non dovrebbe essere poi così difficile-

 

*

Buonasera mie adorate!

Mi scuso per l'infinito ritardo e soprattutto per la cortezza del capitolo.

Sono stata molto impegnata, ho cambiato lavoro e nell'ultimo mese la mia vita ha subito uno stravolgimento incredibile (in positivo!).

Capitolo dunque corto ma impegnato, è stato, come dico sempre io, un "parto doloroso". Spero non vi dispiaccia che sia così "ermetico", mi è costato tanto scriverlo :)

L'ispirazione della leggenda dei Cavalieri dell'Apocalisse è in realtà presa dal Libro dell'Apocalisse di San Giovanni Apostolo, si tratta quindi di un racconto biblico.

Ho fatto parecchi ed opportuni cambiamenti, ma l'idea iniziale è partita da lì.

Questo capitolo è il perno centrale della storia, da cui tutto comincerà e da cui inizieranno molte altre cose.

Il titolo della storia, come sempre, è una canzone dei Sonata Arctica, ed ho pensato che calzasse particolarmente bene, dal momento che -come dice il titolo- la storia che dovranno affrontare Draco ed Hermione di certo "non è una favola".

Prometto e straprometto di aggiornare presto, molto più presto di quanto abbia fatto quest'ultima volta, avevo alcuni dilemmi in sospeso da chiarire nella mia vita e finalmente ho "sciolto tutti i nodi" ;)

Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, fatemelo sapere con una recensione, i vostri commenti sono sempre much appreciated!

Sempre vostra,

Betty Davies Londinese In Carriera.
 

  
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