Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: hugmeciastin    06/06/2013    19 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Chloe's Point of View:
 
"Viene dalla California e ha vissuto con me per qualche giorno. Non è meravigliosa?" Chiese Justin a suo fratello maggiore, trascinandosi sul divano con il telecomando della tv nella mano sinistra e mantendendo sempre il contatto visivo con lui.
Damien annuì, e si avvicinò al divano, guardandomi dall'alto con un sorrisetto malizioso sul volto.
Sapevo che c'era qualcosa. Pochi secondo fa, mi aveva guardata con rabbia. Non sapevo cosa fare, così mi sedetti sul divano, facendomi gli affari miei. Justin aveva il braccio destro intorno alle mie spalle, era estremamente imbarazzante.
"Ciao." Lo salutai norvosamente, non sapendo cosa fare.
Lo fissai dritto negli occhi, cercando di capire che aveva intenzione di fare, ma niente. Semplicemente perfetto.
"Hey. Dammi un abbraccio. Non mordo." Disse e fece cenno di alzarmi in piedi. Gli diedi un piccolo abbraccio.
Puzzava di fumo e costosa acqua di colonia.
"Benvenuta a Stratford." Mi lasciò andare. Mi spinse forte, facendomi cadere proprio accanto a Justin sul divano. Iniziai a respirare rapidamente, non avevo idea di cosa fare.
Damien era in piedi sopra di me con una smorfia sul viso e faceva del suo meglio per intimidirmi. Non avevo idea di quello che stava succedendo, ma sapevo di essere in pericolo. Ero fottuta, non avevo alcuna via d'uscita da tutto questo.
"Ma che cazzo? Perchè lo hai appena fatto?" Chiese Justin alzandosi dal divano. Si lanciò verso il televisore spengendolo. Il silenzio riempì la stanza. Sia Justin che io eravamo confusi davanti alla faccia di Damien che era completamente turbato. Potevo vederlo nei suoi occhi.
"Giuro che questa puttana è una falsa!" Damien puntò il dito verso di me. Il mio cuore si bloccò appena sentii la parola 'falsa'. Ero fottuta. Non potevo incolpare nessuno, tranne me stessa. Sapevo perchè mi aveva chiamata in quel modo.
"Che cosa?" Chiese Justin completamente confuso, fissando prima suo fratello e dopo me. Per la prima volta, sembrava lui la vittima.
E io ero colui che aveva provocato tutto questo.
"Il nome di questa pezzente non è Julia!" Sputò Damien, guardandomi. Le mie ginocchia cominciarono a tremare. Deglutii abbastanza forte da farmi sentire da tutti nella stanza.
Dai, Chloe. Pensa.
Che cazzo potevo fare? Se mentivo ancora, avrei solo peggiorato la situazione.
"Ma che cazzo stai dicendo? Il suo nome è Julia." Si rivolse a me. "Giusto?"
Guardai Justin con la bocca spalancata, per poi guardare Damien non avendo idea di cosa dire. Non c'erano più due opzioni: la vita e la morte. Ce n'era solo una. La morte.
"Andiamo Julia rispondi... Non vuoi essere sincere con mio fratello?" Mi chiese Damien, incrociando le braccia al petto. Mi morsi l'interno della guancia, esitando a rispondere. Lui sapeva la verità, non potevo mentirgli ancora.
Era il capo dei Venom. Naturalmente avevo il diritto di avere paura. Non mi aspettavo che venisse da me e Justin e mi scoprisse in questo modo.
"Il suo nome è Julia. Perchè dovrebbe venire qui e fingere di chiamarsi in modo diverso?" Justin scosse la testa. "E' ridicolo."
"Digli la verità, Julia." Mi chiese Damien. Non risposi. Mi sedetti sul divano, combattendo contro la voglia di piangere. 
"Cosa stai dicendo?" Si mise le mani in tasca, fissandomi. "Puoi parlare con me."
"Sei fottutamente stupido? Ha cambiato la sua identità!" Damien urlò in faccia a Justin.
"Come fai a saperlo?" Justin borbottò negando tutto e passando una mano tra i capelli.
Damien faceva sembrare Justin un vero e proprio angelo. Pensavo che Justin fosse cattivo, ma Damien era un mostro. Voleva uccidermi. Mi ero pentita di essere venuta qui a Stratford, ogni giorno sempre di più.
Se avessi potuto tornare indietro, avrei seguito il consiglio di mio fratello.
Ero ovviamente un'idiota.
"Penso che tu abbia perso qualcosa!" Disse Damien, tirando fuori dalla tasca una carta e facendomela vedere. Era la mia patente. La presi e la misi contro il mio petto, così che Justin non avesse potuto vedere.
Justin mi guardò cercando di scoprire cosa c'era su quella carta. Mi allontanai da lui, assicurandomi che non avesse visto niente di tutto ciò.
Volevo parlargli in privato. I Venom mi avevano rubato la patente, e mi avevano anche trovata, ma poi ero scappata. Eppure Justin non sapeva niente di tutto ciò. In pratica avevo messo Justin in un disastro ancora più grande, per non avergli detto il mio nome, facendolo sembrare un'idiota.
"Stai prendendo le difese del tuo bersaglio?" Damien aggrottò le sopracciglia, gridando in faccia a Justin.
"Julia, cosa sta succedendo?" Justin mi guardò sconcertato. Non riuscivo a muovermi. Mi grattai la fronte nervosamente.
"Hai perso la lingua, troia?" Mi chiese Damien maliziosamente. 
"Per favore, posso parlarti fuori, Justin?" Tirai su con il naso, sentendo le lacrime sulle mie guance. "In privato."
Senza rispondere, Justin mi prese la mano e mi condusse verso la porta d'ingresso. Mi sentivo malissimo.
"Coglioni!" Damien urlò come Justin aprì la porta di casa. Mi portò fuori, chiudendosi la porta alle spalle e ognirando completamente quello che Damien aveva detto.
"Tutto bene? Perchè mio fratello ti sta accusando di avere cambiato identità?"
Mi fermai di fronte a lui. Non ero pronta a dirgli tutto. Non mi avrebbe mai dato un'altra possibilità. Una volta scoperta la verità, un proiettile mi attraverserà la fronte.
"C'è qualcosa che ho bisogno di dirti." Fissai il terreno, cercando di eliminare le lacrime dal mio viso. Era il terzo giorno di fila che piangevo senza interruzione. Non era normale. Non ero quel tipo di ragazza che piangeva sempre, a meno che qualcuno non moriva. Sapevo di essere in una situazione di vita o di morte.
Cosa avrei dovuto fare? Mentire e peggiorare le cose?
"Che c'è, Julia?" Disse, emettendo un piccolo sospiro.
"Quello non è il mio nome." Mormorai.
Justin sospirò, poi guardò di nuovo il terreno.
Non sembrava molto contento, ma era rimato calmo. Sapevo di essere nei guai. Con lui e con suo fratello, il capo. Non sarei stata punita solo da Justin, ma anche da suo fratello Damien.
Fantastico.
"Ti prego.. Dimmi solo la storia completa." Dichiarò. Sembrava deluso. Gli avevo mentito e lui mi aveva creduto. Non mi avrebbe mai perdonato.
"Rovinerò tutto." Mi morsi il labbro inferiore. "Ci farà tornare agli inizi, a quando litigavamo sempre. Saremo di nuovo in guerra."
"Per favore."
Sospirai, coprendomi il viso con la mano e preparandomi a singhiozzare davanti a Justin. Presi un respiro profondo.
"Non sono pronta per questo." Ammisi, passando la mano tra i capelli.
"Non puoi tenertelo più dentro. So già parte di quello che vuoi dirmi. Potresti anche farla finita."
C'ero quasi.
Consegnai la patente in mano a Justin. Chiusi gli occhi, preparandomi a ciò che stava per accadere. Non ero pronta per la sua reazione. Odiavo vederlo arrabbiato. Mi spaventava a morte. Suo fratello aveva cercato di farmi del male, ma non lo aveva fatto dato che Justin mi aveva difeso. Non avevo scelta.
La mia patente era nelle sue mani, ora.
"Chloe Romano?" I suoi occhi si spalancarono per lo shock. "Stai fottutamente scherzando, vero?"
"No." Il mio cuore smise di battere.
"Mi stai prendendo per il culo, cazzo!" Mi afferrò per le spalle e si avvicinò al mio viso. Mi guardò negli occhi, poi mi lasciò andare, si girò e tirò un pugno alla porta.
"Dico sul serio Justin!" Strillai, massaggiandomi le tempie.
"Dimostralo. Dimostralo e basta. Io non ti credo!"
"C'è una mia foto sulla patente!" Sentii le lacrime scendermi sulle gote arrossate. 
"La persona sulla carta ha i capelli più corti!" Negò di nuovo, fissando la patente.
"Avevo sedici anni in quella foto, Justin!" Dissi. "Sono morta, sul serio! Sono Chloe, va bene?" Mi allontanai lentamente da lui.
"Dimostralo, dannazione!" Sputò, afferrandomi il braccio. Potevo vedere nei suoi occhi che stava diventando emotivo. Non potevo più fare niente a quel punto. Quel che è fatto è fatto.
"Sono venuta qui dalla California per un viaggio. Mio fratello mi aveva detto di stare lontana da Stratford, ma io non l'avevo ascoltato." Deglutii. "-Perchè ero curiosa. Appena entrai nel motel, venni rapita dalla banda di tuo fratello, e successivamente mi presero la patente. Dopo un paio di giorni... Io-" Mi fermai, tirando su con il naso. "Finalmente riuscii a scappare da lì. E poi tu mi hai trovato in quel vicolo. Dovevo venire con te... Poi, ho scoperto qual'era il tuo obiettivo nella vita... E ho cambiato nome, così non mi avresti ucciso."
"Per tutto questo tempo, sapevi che avrei dovuto ucciderti, quindi perchè stavi con me, a casa mia?" Chiese serio.
"Mi dispiace tanto, Justin." Mi trovai nell'imbarazzo più totale, sapendo di non poter dire niente, tranne che scusarmi. 
"Porca puttana, il mio fottuto nome è Jay!" Gridò con tutta l'aria che aveva nei suoi polmoni. Trasalii e mi asciugai velocemente le lacrime dal viso.
Improvvisamente si voltò e tirò un pugno alla porta. Stava lì, con la schiena rivolta a me, ansimando intensamente. Sapevo che ero nella merda e dovevo dire qualcosa per mettere fine a tutto questo.
"Puoi uccidermi, ora. Le cose andranno molto meglio per te se lo fai." Mi avvicinai a lui ancora di più. "Tutti smetteranno di chiamarti 'fallimento', sarai meno stressato. Basta che prendi la tua pistola e mi spari."
"Non posso ucciderti Juli- Chloe. Non posso ucciderti, Chloe." Disse, chiamandomi con il mio vero nome per la prima volta. Era strano. Non lo biasimavo per la sua reazione. Quello che avevo fatto era sbagliato. "-E pensare che stavo iniziando a provare qualcosa per te... Il mio obiettivo, il mio bersaglio." Disse sottovoce, tirando su col naso subito dopo.
Sapevo che non voleva credere a quello che era appena successo. Mi sentivo così in colpa. Provava qualcosa per me e io lo avevo deluso. Tutto quello che riuscivo a fare era stare qui a piangere ancora più forte di prima.
"Hai promesso a tutti... Una volta che mi avresti trovato, mi avresti sparato un proiettile in testa, senza pensarci due volte. E' colpa mia. Sono io la causa di tutti i tuoi problemi. Quindi, mi ucciderai. Ti sentirai così sollevato." Suggerii. Ero pronta a subire qualsiasi punizione.
L'aria intorno a noi era tesa. Un nodo enorme si era formato nella mia gola. Justin era girato di schiena e si tirava i capelli evitando di guardarmi negli occhi. Tutto quello che riuscivo a sentire era il suono dei grilli e il battito del mio cuore.
Sapevo che eravamo tutti fottuti.
"Vai via. Non voglio mai più vedere la tua faccia in vita mia." Disse, con la schiena rivolta a me.
Voleva che me ne andassi, ma non avevo un posto dove andare. Avrei preferito morire, ma sapevo che Justin non si sarebbe mai perdonato per averlo fatto. Avevamo fatto pace ieri sera e ora era tutto come prima. 
"Ma, Justin! Io-"
"Vai via!" Gridò, continuando a non guardarmi. "Scappa via e non tornare mai più! Vai!"
Feci quello che mi aveva ordinato di fare. Lentamente, scesi i gradini di casa sua correndo. Non sapevo dove diavolo stavo andando, ma sapevo nel mio cuore che non sarei andata molto lontano. Non ero al sicuro. Questa non era la fine della mia punizione per aver mentito e per aver disobbedito agli ordini di mio fratello.
Questo era solo l'inizio.
 
 
Justin's Point of View:
 
Mi precipitai in casa, sbattendo la porta più forte che potevo dietro di me.
Improvvisamente, iniziai a prendere a calco le sedie e il tavolo, fino a farli finire tutti in terra. Presi i piatti e li scaraventai sul pavimento. Ero incazzato nero. Non sapevo cosa fare. Il modo migliore per gestire questa situazione senza uccidere Chloe, era quello di lasciarla andare.
"Ma che cazzo!" Gridai con rabbia. "Fottute stronzate! Fanculo questa merda!" Presi a pugni il muro vicino a me, accanto al divano su cui Chloe dormiva. Mi lasciai cadere su di esso, tirandomi i capelli con entrambe le mani. Non mi ero mai sentito così pieno di cazzate in vita mia.
Da lontano, sentii Damien che si lasciò sfuggire una risatina. Mi sedetti continuando a fissare il pavimento.
"Io la amavo Damien! Smettila!" Urlai.
"-E pensare che saresti riuscito a portare a termine almeno uno dei tuoi compiti..." Damien ridacchiò di nuovo. Questa volta sentii la sua voce avvicinarsi a me. "Voglio dire, hai trovato la ragazza, ma.. Ti sei innamorato della sua patetica e piccola bugia. Ti ha superato per l'astuzia. Sei seriamente un'idiota per esserti innamorato del bersaglio."
"Non sapevo che lei in realtà era Chloe!" Urlai. "Mi ha detto che il suo nome era Julia e io ho mantenuto la sua parola."
"Sei ancora innamorato di lei, idiota. Sai cosa fanno i Romano? Loro mentono per vivere." Sentii dire proprio sopra di me. 
Cercai di mantenere la calma, ma non ci riuscii: mio fratello aveva ragione. Mi ero innamorato di quella ragazza senza neanche rendermene conto. Era sempre e costantemente nella mia mente, mi faceva venire le farfalle nello stomaco. Avevo cercato di negare ciò che provavo, ma Julia.... Beh, Chloe mi aveva mostrato cosa significava amare veramente una persona. Mi ero innamorato delle sue bugie, dei suoi trucchi, e non riuscivo ad accettare tutto questo. Era la sensazione peggiore di tutte..
...Avere il cuore spezzato per la prima volta.
"Guardami quando parlo con te, dannazione!" Damien mi gridò contro. Guardai in alto per vederlo con i pugni serrati lungo i suoi fianchi. Era rosso in viso e le vene gli spuntavano fuori dal collo. Non era affatto contento. Si precipitò fuori di casa, lasciandomi lì da solo e facendomi sentire un po' a disagio. Nel giro di pochi secondi, tornò indietro, sbattendo la porta dietro di lui. "Dov'è la ragazza, adesso?"
"Non lo so." Mentii, stringendo i denti.
Avrei fatto del mio meglio per non farla scoprire e per coprire il fatto che l'avevo lasciata andare. Non meritava di morire per gli errori di suo fratello. Non la biasimavo per aver fatto quello che aveva fatto.
Era intelligente, mentre io ero stato stupido a innamorarmi di lei. Ecco come le persone cieche si innamorano. Era andata, ormai. Faceva schifo però, non riuscire ad ammettere quello che provavo davanti a lei. 
Ogni volta che pensavo a lei, mi sentivo come un cucciolo smarrito. 
Non avrei dovuto pensare in quel modo, però. Non faceva parte del business.
"Oh, quindi tu non lo sai, eh?" Mi afferrò per il collo, facendomi battere il cuore a milla. "L'hai lasciata andare cazzo?! Eh?"
"Davvero non lo so." Mormorai, cercando di non sembrare infastidito dalle sue azioni.
"Mi stai prendendo per il culo. Continua a giocare con me, Jay. Sì, dai. Stai facendo il cagasotto proprio come i Romano." Sputò. "E' solo che non vuoi che io la uccida. Sai esattamente dove si trova."
Aveva ragione. Non volevo che morisse, ma in ogni caso non avevo idea di dove fosse finita.
"Davvero non lo so, Damien." Dissi con calma. Sapevo cosa stava per accadere.
Lui mi tirò per il collo e mi spinse più forte che poteva. Persi l'equilibrio e caddi in terra. Non aveva ancora finito, lo sapevo.
"Avresti dovuto spararle sul posto! Dovrei ricordarmi questo episodio di merda ogni santa volta?" Disse, spingendomi di nuovo. "Eh?"
"Damien..." La mia voce si spense. Non riuscivo a reagire. Era il mio fratello maggiore e sapevo di doverlo rispettare. Era molto più grande e forte di me. Non c'era niente che io potessi fare.
"Quello stronzo di suo fratello ha ucciso Alexis!" Mi urlò contro, stringendo i pugni.
"-E allora, Damien? Perchè è colpa della ragazza se l'errore l'ha fatto suo fratello? Questo non è giusto, cazzo!" Affermai in difesa di Chloe. "La ragazza non ha fatto niente!"
"Perchè diavolo continui a difenderla?" Chiese, gridandomi in faccia.
"Io la amo, cazzo! Cos'è che non capisci, Damien?"
La stanza diventò silenziosa. Ansimai. 
"Ora sai come mi sento, no? Amare qualcuno e poi perderlo?" Sorrise.
"Tu non hai ancora dimenticato la morte di Alexis. E se non fosse così, non saremmo nemmeno in questo pasticcio." Sputai contro di lui. Stava facendo delle battute su questa situazione, sul fatto che mi ero innamorato di una ragazza che non avrei mai più rivisto. Non c'era da ridere.
"Fanculo quella puttana della Romano." Sospirò. "Ti ricordi il dolore che ho provato quando quel bastardo di suo fratello ha ucciso Alexis?"
"No." Mi leccai le labbra, incrociando le braccia al petto.
"Qual è il modo migliore per cercare vendetta, Jay? Cosa ti ho insegnato?" Battè il pugno nella mano. "Andiamo, Jay. E' una risposta facile!" Ridacchiò, cercando di giocare con me come se fossi un fottuto ragazzino.
"Fare male a qualcuno che il bersaglio ama..." Mormorai.
"Esattamente. Brad Romano era il primo obbiettivo, ma dobbiamo farlo soffrire uccidendo Chloe." Fece una pausa. "-E tocca ancora a te. Perchè hai accettato di farlo, tempo fa."
Deglutii, pensando che dopo tutto, ero costretto a uccidere Chloe. Ma lei non se lo meritava affatto. Damien era accecato dalla morte della sua ragazza per rendersi conto della verità, neanche mi ascoltava. La sua ragazza era una puttana, così il karma aveva fatto il suo dovere per le puttane come lei. Non me ne fregava un cazzo se era morta.
"Ma-" Lui mi spinse. "-Essendo l'idiota che sei-" mi spinse di nuovo. "-Hai lasciato scappare la persona più importante nella vita di Brad-" Allontanati! "-E tu sai bene che quella puttana era difficile da trovare." Mi spinse ancora una volta, facendomi sbattere contro il muro dietro di me.
"Damien..." Ansimai, vedendolo camminare ancora più vicino a me.
"Taci! Non sei legato a me? Al tuo stesso sangue?" Mi urlò in faccia. Tutta la casa era in silenzio e si sentì l'eco della sua voce.
Poi mi diede un pugno talmente forte da potermi eventualmente staccarmi la mascella. Mi chinai a sinistra per il dolore. Non sapevo cosa fare. Non riuscivo a reagire.
"Non è che io-"
"Non mi interrompere quando sto parlando con te!" Mi diedi un pugno sul naso. Mi sentivo dolorante. Mi afferrò per le spalle e mi diede tre pugni nello stomaco. Sentivo come se stessi per vomitare l'anima. La mia visione divenne offuscata. Mi sentivo come se stessi per morire. Mi spinse giù per terra e iniziò a prendere a calci il mio corpo.
"Mamma e papà sarebbero così delusi da te. Fottuto fallimento. Non fai mai qualcosa di buono. Sei uno spreco di spazio." Urlò, tirandomi un calcio ancora più forte di quelli prima. Tossi, cercando di alzarmi dal mavimento. Che dolore atroce.
"Che cos'hai ancora fatto mentre ero via, Jay? Mi hai fatto fare un giro in tutta l'America per trovarla e poi era qui con te? E' una stronzata! Tu non hai nemmeno chiamato per dirmi cosa stavi facendo. Nessuna telefonata? Nada." Mi prese a calci di nuovo, questa volta sulla gamba. Mi dimenai in terra, facendo del mio meglio per tornare in piedi. Non aveva senso. "Ora alzati da quel cazzo di pavimento e vai a cercare quella puttana, poi uccidila, o sei morto!" Strillò, gettando la pistola accanto a me.
Questo era il motivo per cui lavoravo per Damien. Questo era il motivo per cui facevo le cose che facevo in giro. Questo era il motivo per cui lottavo per dire a Chloe il perchè lavoravo per Damien.
Lui usava il dolore per farmi fare quello che voleva che facessi.
 
 
Spoiler:
"Ecco il vero motivo per cui sono venuto fin qui, Romano. Il karma è una fottuta puttana e ha bisogno di giocare bene quando si tratta di te." Dissi cupamente, tirando fuori la pistola e appoggiandoglielo sopra la tempia.
"Ti prego, ti prego, ti prego." Sussurrò a se stessa, con gli occhi ancora chiusi.
"Dì una preghiera per me, perchè andrò dritto all'inferno dopo questo." Le sussurrai nell'orecchio.
 
 
Oh, cosa abbiamo qui? Un Justin innamorato che si è dichiarato a lei e anche a sua fratello.
 E ora? Che succederà? Who knows.
Ci tenevo solo a ringraziarvi per le 19, d i c i a n n o v e recensioni al capitolo precedente, omg.
Vorrei tanto che faceste girare questa storia su twitter o su facebook, facendola conoscere a più persone, ci terrei davvero tanto.
Ah, nello scorso capitolo mi hanno detto che traduco cose differenti dal testo che c'è su justinbieberfanfiction, mi hanno detto che aggiungo pezzi e che ne tolgo altri.. Nah. Io traduco la storia dal sito ufficiale delle tre ragazze che la scrivono, ed è un sito che mi hanno dato loro in segreto in cui alla fine ci sono anche loro riflessioni, aggiunte di battute e cose che anche io metto nei capitoli.
Ciò significa che nella storia su jbff non ci sono tutti i pezzi.
Oggi sono scazzata al massimo, ho litigato con fans di Mengoni, con Directioners senza cervello... Mi mancava litigare con i fans di Peppa Pig e poi stavo apposto. A doomani.
Much looove.
  
Leggi le 19 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: hugmeciastin