2. She.
Sbadiglio, alzandomi dal letto.
Guardo l'orario sono le undici e un quarto del mattino.
E' da tanto che non dormo per dodici ore di fila.
Muovo le braccia in modo convulso, alzandole.
Mi metto in piedi e indosso un pantalone di tuta anche se sono abituato ad andare in giro per casa nudo.
Sto per andare in cucina ma la suoneria del cellulare me lo impedisce.
"Pronto?" rispondo affannato.
"Hey amico sono Will, tutto bene?"
E' una vita che non sento Will e ho sentito molto la sua assenza in questi mesi.
"Sì, sì ma come mai mi hai chiamato?"
"Senti io, Nick, Haydn e gli altri volevamo uscire un po' che dici ti va di venire?" mi domanda.
"Certo" esclamo sicuro, ho un bisogno estremo dei miei amici d'infanzia.
Prima di chiudere la domanda mi sale un dubbio.
"Ah Will?"
"Sì?"
"Come facevi a sapere che ero a Holems Chapel?" affermo preoccupato.
"Tranquillo Harry me lo ha detto tua madre e comunque andiamo da Joe's ma prima che dici di venire a casa mia, tipo ora!"
Caccio un sospiro di sollievo poggiando una mano sul petto per poi ridere alla reazione del mio amico.
"Tipo sì, okay mi metto una maglietta e sono da te"
Mi preparo velocemente e lascio un post-it a mia madre, visto che non è in casa, per poi raggiungere a piedi l'abitazione di Will.
***
Sono appena tornato a casa dopo l'estenuante giornata che ho passato con i ragazzi.
E' da tanto che non mi divertivo così.
"Mamma, sono a casa!" grido ma, l'unica cosa che sento, è l'eco della mia voce che rimbomba nella stanza.
Mi dirigo in cucina e noto un post-it giallo accanto al mio.
"Sono nella dependance" leggo ad alta voce ed esco dalla porta secondaria per raggiungerla.
Il tempo atmosferico sembra essere migliorato rispetto a ieri, ancora non sta piovendo.
Dopo pochi metri sono vicino alla casetta di legno dalla quale proviene della musica.
Cerco di ascoltare meglio tendendo l'orecchio e mi accorgo che non è una canzone qualsiasi ma è un pezzo che avevo inventato da piccolo insieme a mio padre, uno di quelli che vorresti solo dimenticare.
Sento la gola ardere e il cuore bruciare, non capisco più nulla.
Entro con impeto all'interno della dependance, pronto per sgridare mia madre ma resto di sasso non vedendola da nessuna parte.
Stringo le mani a pugno, quasi conficcando le unghie nella carne.
Quel CD per me è una delle cose più importanti che ho.
Lo avevo fatto qualche settimana prima che i miei mi annunciassero il loro divorzio con mio padre ed è una delle cose più care che ho e che custodisco con molta gelosia.
Faccio vagare lo sguardo all'interno della stanza fin quando non noto una ragazza seduta sullo sgabello del pianoforte.
E' girata di spalle ed ha una mano su una delle mie grandi casse sulla quale ha appoggiato la testa e sembra stia ascoltando con gli occhi chiusi.
"Sei stata tu a prenderlo?!" grido fuori di me.
Ma lei non si sposta, non accenna nessun movimento, resta ferma, immobile.
Mi avvicino con passo felpato e le prendo un braccio, chiudendolo nella mia presa con forza.
La faccio girare verso di me.
Lei sbarra gli occhi, fissandomi impaurita per poi chiuderli velocemente.
"Ho detto: sei stata tu?" scandisco meglio le parole.
Lei nuovamente non risponde.
La butto a terra, straziato da quella situazione e apro il lettore multimediale mettendo a posto il CD con cura.
Sento i suoi singhiozzi.
Arrivano alle mie orecchie nitidi.
Mi giro a fissarla.
Tasta per poco il pavimento, poi si mette in posizione fetale e dondola un po' su di se, troppo impaurita.
La testa è poggiata sulle gambe e le mani si tappano le orecchie.
Ha paura, troppa.
Forse ho sbagliato, anzi, sicuramente.
La guardo meglio, non parla.
"Io beh, io" cerco di dire ma lei sembra non ascoltare.
Poggia di scatto una mano a terra mentre io cammino.
Alza il viso rigato di lacrime e mi guarda.
"Oddio Harry cos'hai combinato!" mi urla contro mia madre, correndo ad abbracciare la ragazza.
Non avevo sentito la sua presenza nella stanza.
Si siede a terra tenendola tra le sue braccia, le massaggia dolcemente la schiena con una mano e non parla.
La ragazza dai ricci e scuri capelli alza lo sguardo verso di lei.
Si guardano per pochi minuti.
"Non ti preoccupare, va tutto bene, Harry non voleva farti del male" le parla lentamente e lei osserva le sue labbra.
Non capisco perché mamma si stia comportando in questo modo.
Annuisce leggermente, stringendosi di più ad Anne e insieme si alzano.
Mi madre le stringe una mano e si avvicina a me.
"Come ti sei permesso! Non ci provare mai più!" mi grida contro, dopo anni.
"Mamma lei stava usando il CD, il mio CD!" affermo.
"E tu che fai la butti a terra? Ti sembra un valido motivo!"
"Ma mamma quello è il mio CD! Capisci? Nessuno lo deve toccare o meglio ascoltare!"
"Smettila!" esclama.
"Ma mamma.." cerco di spiegarmi.
"Ma mamma nulla, capisci che non importano le tue giustificazioni? Cazzo Harry! Lei non può neanche ascoltarlo!"
Non capisco, non riesco a trovare il significato nelle sue parole.
"Cosa vuoi dire con questo?"
"E' sorda Harry, è sorda" afferma guardandomi male, per poi tornare da lei.
Lasciandomi inorridito e spaventato, cosa diamine ho fatto?
Hola c:
Hola c:
Cosa dirvi? Innanzitutto voglio ringraziare chi ha messo la storia tra ricordate e seguite.
Ringrazio anche e soprattutto i lettori silenziosi.
Comunque questo è il primo vero capitolo della storia quindi che dirvi, non so.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, fa schifo come idea?
Un bacio.
Mary