Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
Segui la storia  |       
Autore: Smash_    07/06/2013    8 recensioni
-Stupido tram, stupido tram, stupido tram, stupido tram, STUPIDO TRAM- impreco, contro il tram che quella mattina era partito prima del previsto.
Ora sto correndo come una pazza per evitare di arrivare in ritardo a scuola, che tra l’altro inizia tra pochi minuti. Malgrado non sia tanto male a correre, in questo momento avere la velocità di Bolt mi farebbe piacere.
***************************************************************************************
-Possiamo parlare di cose importanti?- chiedo io retorica asciugandomi le lacrime per la risata.
-Ovvero?- mi chiede Alex, smettendo di ridere.
-Domani non deve venire il tuo amico da Miami?- chiedo, guardandolo.
-Ah si, Austin arriva domani a mezzogiorno e sta da me per tre settimane- esclama elettrizzato.
Parla sempre di questo suo amico, ormai lo conosco talmente bene (non di persona ma sono dettagli) che domani potrei salutarlo dicendo “ Ciao Austin Carter Mahone che viene da Miami, nato in Texas, San Antonio, il quattro aprile 1996, migliore amico, del mio migliore amico Alex Constacio” ma penso che rischierei solo di spaventarlo.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi giro preoccupata di quello che mi aspetta.
-Cosa ci fate voi due qua dentro?- chi chiede, tra l’arrabbiato e lo sconvolto, il professore di Letteratura.
Guardo Austin, che ha un’espressione decisamente turbata.
-Ehm… Salve!- esclamo, sforzando un sorriso, e alzandomi.
Cerco di essere sciolta e disinvolta.
Ma probabilmente, non è l’impressione che do, dato che il professore mi guarda accigliato e mi dice
-Mi prende in giro, Dean?- mi chiede, retoricamente.
-No, non mi permetterei mai!- esclamo, fingendomi sconvolta.
Sento, una risatina soffocata provenire dalle mie spalle.
Austin.
-Si diverte, Mahone?- gli chiede il prof, ormai con il fumo alle orecchie.
-Si… Cioè no… ehm…- inizia, a balbettare nervoso.
-Ho capito, andatevene prima che vi debba mettere entrambi in punizione…- esclama, interrompendolo.
Usciamo velocemente dalla stanza, uno dopo l’altro.
Aspettiamo che esca anche il professore.
Questo, esce subito dopo di noi e se ne va, senza calcolarci ulteriormente.
Ci avviamo, in silenzio verso la classe.
-Mi dispiace per questa storia non…- cerco di scusarmi con lui, ma vengo interrotta.
-Non preoccuparti- mi dice avvicinandosi.
Rimango immobile e il battito cardiaco mi si arresta, per qualche secondo, che sembra interminabile.
Senza che neanche me ne renda conto mi abbraccia.
Un abbraccio di quelli che vorresti non finissero mai, che trasmette calore, che ti rincuora…
Mi sento come incapace di reagire.
Mi fa uno strano effetto questo ragazzo!
Poco dopo ci stacchiamo, e ci sorridiamo a vicenda.
-Andiamo a pulire, cenerentola?- mi porge il braccio, a mò di principe.
-Ovviamente- rispondo stando al gioco.
Ci avviamo, a braccetto, ridendo e scherzando verso l’aula.
Appena entrati ci damo da fare.
Io inizio a pulire i banchi, che sono in condizioni pietose, mentre Austin passa uno straccio bagnato sul pavimento.
-Che palle!- sbuffo sonoramente, al quindicesimo banco.
-Che sfaticata che sei! Ancora dieci banchi e hai finito!- esclama lui ridendo.
Lo guardo imbronciata.
Lo vedo avvicinarsi al secchio dell’acqua, prenderne un po’ e tornare velocemente da me.
Oh merda.
Non faccio neanche a tempo ad aprire bocca che sento l’acqua fredda finirmi in pieno sulla faccia.
Eh, no Austin Carter Mahone.
Non sai contro chi ti sei messo.
Lo sento ridere, vedendo la mia faccia.
Riapro lentamente gli occhi, e gli sorrido amabilmente.
-Tu non sai che enorme sbaglio hai fatto!- esclamo, facendolo ridere nuovamente.
Vedremo, chi riderà tra poco.

 
 
Le nostre risate stanno rimbombando, tra le mura della scuola, e sembra non si possa sentire altro.
Siamo a dir poco zuppi entrambi, e il secchio dell’acqua è vuoto.
Lo avevo attaccato alle spalle, e gli avevo bagnato tutta la maglia.
Lui quindi mi aveva bagnato i pantaloni, stando al gioco.
Andando avanti così, per dieci minuti, ci siamo ritrovati fradici.
In compenso, penso di non aver mai riso così tanto.
-Ci conviene andare a cambiarci!- mi dice lui, appoggiandosi ad un banco.
-Hai il cambio?- gli chiedo sorpresa.
-Si, per motoria- mi risponde, con fare ovvio.
-Giusto anche io dovrei avere qualcosa… Andiamo?- gli chiedo.
Lui annuisce, e scendiamo le scale arrivando agli spogliatoi.
Naturalmente, lui entra in quello dei ragazzi e io in quello femminile.
Provo ad aprire il mio armadietto, e dopo qualche tentativo la serratura si sblocca.
Guardo all’interno.
Ci sono una spazzola, dei legacci, uno specchio, un mascara, una fascia, un pantalone e delle calze.
Non ci posso credere.
Non ho una maglietta.
Oddio, ora come faccio?!
Non posso andare in giro con la maglietta zuppa, che è diventata troppo aderente per i miei gusti!
Potrei chiederne una a Austin… Ma mi prenderebbe per pazza…
Vabbè, preferisco passare per pazza che ammalarmi.
Esco dallo spogliatoio, e senza bussare apro quello maschile.
Vedo una sagoma in pantaloni da ginnastica, davanti a me.
Austin.
Con un piccolo particolare.
Non indossa la maglietta.
Già, imbarazzante.
Mi copro gli occhi sentendo le guance diventare due forni ardenti.
-Mettiti qualcosa!- squittisco, facendolo girare.
Noto un sorriso soddisfatto sulle sue labbra.
-Ti da fastidio?- mi chiede maliziosamente avvicinandosi.
-Nono, comunque sono qui perché volevo chiederti se hai una maglietta in più da prestarmi…- sussurro, cercando di non sembrare infastidita.
Anche se questa situazione, mi mette in soggezione.
-Si, dovrei avere qualcosa- mi risponde, e lo sento allontanarsi.
Si avvicina all’armadietto e inizia a frugare.
Dopodichè torna verso di me con una maglietta rossa, molto larga.
Me la lancia, e mi finisce regolarmente in faccia.
-Ma non ringraziare, eh!- esclama lui, facendo il finto offeso.
Alzo gli occhi al cielo, e prima di tornare nell’altro spogliatoio gli dico
-Grazie per avermi lanciato in faccia la maglietta, Austin- facendolo ridere.
Chiudendo la porta torno a sistemarmi.
Dopo qualche minuto, sono pronta.
Quindi esco dallo spogliatoio, e cerco con lo sguardo Austin.
Non lo vedo, strano.
-BUH!- urla qualcuno alle mie spalle.
Se saltassi, come sto saltando ora dallo spavento, al salto in alto probabilmente vincerei nella gara di fine anno.
-Orca paletta, Austin Carter Mahone, ma ti diverti?- gli urlo contro, facendo aumentare la sua risata.
Continuo a borbottare, parole incomprensibili anche per me, e ci avviamo.
Mentre lui ovviamente continua a ridacchiare divertito.
-Allora dove vuoi andare?- mi chiede lui, quando riusciamo finalmente ad uscire da quel manicomio.
-Non saprei… Sono quasi le sei, quindi possiamo andare al parco- suggerisco io.
-Perfetto andiamo- senza nessun preavviso, mi prende per mano, e inizia a camminare con passo spedito.
Mi sento leggermente fuori luogo con i capelli bagnati e le scarpe umide, che fanno quel “ciaf ciaf” ogni volta che faccio un passo, per via dell’acqua che contengono ancora.
-Allora, ti conosco da circa tre o quattro giorni, ma non so quasi nulla su di te, raccontami qualcosa- mi incita lui.
-Cosa vuoi sapere?- gli chiedo, scostando i capelli dietro l’orecchio.
-Facciamo il gioco delle domande!- esclama lui, entusiasta.
Lo fisso accigliata.
-Che roba è?- gli chiedo.
-In poche parole io faccio una domanda a cui dobbiamo rispondere entrambi, poi tu fai lo stesso e avanti così finchè non ci sftufiamo… E’ un gioco per conoscerci meglio- mi spiega lui, continuando a camminare.
-Va bene, inizi tu?- gli chiedo, fissandolo.
-Ok, allora… Colore preferito?- inizia lui.
-Il blu- rispondo, stando al gioco.
-L’arancione- dice poi lui.
Penso a che domanda potrei fargli.
-Il cantante preferito?- chiedo.
-Non ho un cantante preferito, mi piacciono molti cantanti ma allo stesso modo…- risponde sul vago.
-Robbie Wiliams, ladies and gentleman- dico, imitando la voce dei presentatori.
Lo sento ridere, e io lo seguo a ruota.
Continuiamo questo gioco per tutto il tragitto.
Stiamo iniziando a conoscerci meglio, abbiamo molto in comune anche se non si direbbe.
Sarà che io sono un po’ poco femminile a volte.
Sinceramente sono anche abbastanza colpita dal fatto che ci assomigliamo così tanto.
Per esempio entrambi amiamo il gelato al cioccolato e menta, che può sembrare un mix un po’ stupido ma in realtà è buonissimo.
Ma naturalmente, abbiamo anche opinioni diverse.
Infatti lui pensa che sia meglio il basket del football, e io la penso all’opposto.
Inizialmente anche a me sembrava un gioco stupido, ma non lo è affatto.
Anche se dopo un po’ diventa pesante.
-Ok, per oggi può bastare- esclamo dopo la trentesima domanda.
-Già, ti va se ci sediamo su quella panchina?- indica una panchina infondo alla strada che stiamo percorrendo.
-Sei stanco, cucciolo?- lo prendo un po’ in giro.
-No ma vedo che stai camminando sempre più piano, e quella stanca sembri tu- mi dice lui.
In effetti, sono un po’ stufa, ma parlando, non c’ho pensato.
Gli faccio la linguaccia.
-Comunque va bene- gli rispondo.
Quindi continuiamo a camminare, fino a quando ci sediamo sulla panchina, continuando a ridere e scherzare.
 
 

Non mi sarei mai aspettata di potermi divertire così tanto con lui.
Ora siamo davanti a casa mia e lo devo salutare.
Sono un po’ in soggezione, ho paura di fraintendere quella che magari lui vuole mantenere come una semplice amicizia.
Sono abbastanza confusa.
-Beh, io mi sono divertito oggi- mi dice, davanti al cancelletto di casa mia.
-Pure io, molto- gli sorrido, sinceramente.
-Magari possiamo uscire ancora, più avanti…- continua poi.
-Certo! Mi farebbe piacere!- gli rispondo, cercando di non arrossire.
Si suda perché ci si sforza o fa caldo.
Si starnutisce perché si ha l’allergia o per altri motivi.
Si tossisce quando si ha mal di gola.
E per quale cazzo di motivo si arrossisce?
Boh, i dubbi esistenziali della vita.
-Io, penso, che dovrei andare…- mi dice poi.
-Si, beh, non vorrei che la madre di Alex stia in pensiero- aggiunge.
-Certo…- annuisco, sorridendo sforzatamente.
-Anche io dovrei entrare… Grazie ancora di tutto- mi volto, e faccio per raggiungere la porta.
Per qualche strano motivo mi sento vuota e insoddisfatta.
Ma non capisco bene il perché.
Prima di poter aprire la porta lo sento chiamarmi
-Janette! Un ultima cosa- mi giro, e noto che si avvicina.
Ormai è a pochissimi centimetri da me.
Sento il cuore iniziare a battere, e il cervello bloccarsi.
Che diavolo mi succede?
Senza che neanche me ne accorga, le sue labbra sono sulle mie.
Mi lascia un bacio a stampo, poi mi sorride.
-A domani- mi sussurra all’orecchio, e si allontana.
Sento i muscoli della faccia tirati al massimo.
Ho un sorriso a trentadue denti, e probabilmente anche una faccia da beota.
Mi riprendo dopo qualche secondo, e rientro.
-Eccola! Pensavamo ti avessero rapito!- esclama mio fratello ironizzando.
Nel frattempo mia madre, ci raggiunge e inizia la ramanzina.
Sempre le stesse cose “sei in ritardo” “sei stata fuori fino a tardi” “ spiegami dove sei stata e con chi” “cos’hai fatto”.
Monotona come cosa.
Ma io, non rispondo, e faccio anche fatica a capire quello che mi dice.
Sono completamente in un mio mondo parallelo, in cui l’immagine di Austin che mi bacia e poi mi sorride si sta ripetendo all’infinito.
-Scusa mamma, hai ragione. Mi faccio una doccia e vengo a mangiare- con questa frase la liquido, e salgo velocemente le scale.
Entro nella mia stanza, e butto la cartella a terra.
Mi lascio cadere a peso morto sul letto.
Ho una voglia matta di urlare, dalla felicità.
Sento immediatamente il bisogno di parlarne con la mia migliore amica.
Quindi afferro il telefono e la chiamo.
Dopo cinque squilli risponde.
-Pronto?-
-Dana, sono io, Janette. Non immagini neanche quello che mi è successo oggi!-
 
 

SALVEEEEE
Non odiatemi, anche se ne avreste il diritto çç
E’ quasi un mese che non aggiorno scusateeeeeeeeeeeee
Mi dispiace moltissimo, ma si avvicinano gli esami e io devo concentrarmi sulla scuola
Ho davvero pochissimo tempo per scrive
Prometto che cercherò di scrivere più velocemente il prossimo capitolo
*giurin giurello*
LOL
Comunque spero che vi sia piaciuto il capitolo uu
E’ un po’ corto ma mi rifarò nei prossimi.
Ero indecisa se farli baciare o aspettare ancora, ma ho pensato
“Dai aggiungo il bacio che le faccio felici, già che vorrebbero uccidermi per il ritardo”
Ho compensato dai ewe
E poi anche io non vedevo l’ora, me piase
Tra l’altro sta per uscire il singolo ‘What about love’ e io sono stra agitata
So già che sarà bellissima e che sarò fiera di lui come al solito asdfgdsmgi
Ok, ora devo scappà
Grazie a tutte quelle meraviglie che seguono la storia c:
Kisses

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone / Vai alla pagina dell'autore: Smash_