Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ultraviolet_    07/06/2013    1 recensioni
La storia dei Malandrini, la storia di Lily, Alice, Marlene, Mary, Dorcas, James, Sirius, Peter, Remus e Frank durante il loro settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
Ma soprattutto, la storia di come James Potter e Lily Evans si sono innamorati a tal punto da non lasciarsi più.
"Perché Lily era una donna che colpiva. Non era una di quelle bellezze da perdere completamente la testa, era bella sì, molto, ma con i difetti tipici di un essere umano. Ma era la sua particolarità a colpire. Il suo modo di mettere due cucchiaini di zucchero nel caffè la mattina, i baffi di latte che le restavano sul labbro superiore al primo sorso. Il suo modo di prendere appunti, con la sua calligrafia accurata e ordinata, e il modo in cui mordicchiava la piuma quando non sapeva cosa scrivere in un tema di Trasfigurazione. La sua voce dolce, che diventava ferma quando lo rimproverava. Il suo modo unico di togliergli punti per le ragioni più svariate. La sua risata. Innocente, cristallina, contagiosa."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



-Non è per niente divertente!- esclamò Lily lanciando uno sguardo incredulo in direzione di James, che cercava di soffocare le risate senza molto successo.
Erano seduti a un tavolo da quattro nell’aula di Trasfigurazione, insieme a Sirius e Alice.
-Non è colpa mia se questo topo non ha alcuna intenzione di evanescere… io mi sto impegnando- affermò sbattendo la bacchetta sul banco e indicando con un gesto infastidito l’animale davanti a lei, privato dei baffi per colpa della sua scarsa padronanza dell’incantesimo.
-Lily, sono certa che ti stai impegnando tantissimo, ma forse non sei del tutto concentrata…- azzardò Alice cercando di non farle notare che lei aveva appena fatto sparire il suo ragno.
La ragazza rimase un momento a guardare Sirius che stava tentando di gettare un Incantesimo di Disillusione sul suo animale per cercare di imbrogliare la McGranitt e farle credere di essere riuscito a farlo evanescere, poi si voltò verso James e non riuscì a rimanere seria di fronte alla sua faccia. Spostava lo sguardo da Sirius alla sua bacchetta, visibilmente preoccupato. La professoressa intanto aveva raggiunto Alice e guardava con approvazione il piano di lavoro vuoto davanti a lei. Fece la stessa cosa con Ramoso, e una volta arrivata a Felpato guardò con attenzione il ragazzo e proclamò:
-Signor Black, abbia pietà di quella povera lucertola disillusa e la faccia tornare normale. Non mi sembra il caso di ricordarle per l’ennesima volta che evitando di esercitarsi non imparerà nulla- Sirius guardava Lily con gli occhi fuori dalle orbite, mimando con la bocca le parole “non ha neanche guardato il tavolo”.
La donna passò poi alla rossa, che la guardò con aria dispiaciuta.
-Forza signorina Evans, sono certa che può farcela. Chiuda gli occhi e sgombri la mente, poi pensi solamente alla formula e al suo topo che sparisce.
La ragazza obbedì e cercò di concentrarsi. Pronunciò la formula lentamente, e quando riaprì gli occhi il tavolo era vuoto, fatta eccezione per la lucertola di Sirius, che, disillusa solo a metà, tentava la fuga disperata.
-Benissimo, direi che merita una O- Lily non fece nemmeno in tempo a gioire che continuò –Le consiglio però di farsi dare qualche lezione dal signor Potter, o potrebbe faticare a riuscire nei prossimi incantesimi più avanzati. Ottimo lavoro in ogni caso- e si allontanò.
A quel punto la sua faccia aveva raggiunto un livello tale di sbigottimento che James fu costretto a buttare a terra il libro per potersi chinare a recuperarlo e scoppiare a ridere. Quando riemerse, rosso in viso, lei lo guardò schifata e fece:
-Vorrei farti notare che ho preso Oltre Ogni Previsione da sola, in ogni caso.
-Io non volevo dirtelo, ma non mi lasci altra scelta. Quando hai chiuso gli occhi la McGranitt ha alzato lo sguardo per guardare Frank che aveva appena lanciato un grido e io ne ho approfittato per far sparire il topo- disse in tono tetro.
-Certo, e io ieri ho preso T in Pozioni. E perché, di grazia, io non avrei sentito il grido?- commentò Lily trattenendo le risate.
-Beh… forse è arrivato il momento di fare una visita a quei dottori dell’udito che hanno i Babbani…- azzardò James beccandosi una linguaccia da parte della rossa.
 
 
-No Potter, per la decima volta, non prenderò lezioni di trasfigurazione da te!
-Bene, quando non raggiungerai la tua E ai Mago e non potrai diventare Auror non venire a piangere da me!
Lily e James stavano battibeccando mentre camminavano mano nella mano verso il tavolo di Grifondoro per la cena. Appena lo raggiunsero, capirono che qualcosa non andava. Ancora prima di sedersi, seguendo lo sguardo di Sirius, si voltarono.
Severus Piton, Regulus Black e un altro paio di ragazzi di Serpeverde stavano attraversando la Sala apparentemente diretti verso l’Ingresso. Parlavano fitto fitto, e per poco riuscivano a vedere dove mettevano i piedi, vista l’attenzione che rivolgevano al discorso di un ragazzo alto e magrissimo. Soltanto Piton staccava gli occhi da lui ogni tanto, guardandosi attorno con nervosismo. Vedendolo, Lily si era come paralizzata, e lo stesso aveva fatto Sirius scorgendo il fratello. James mise un braccio attorno alla vita della ragazza e la condusse dolcemente a sedere, dando le spalle al gruppo, non prima però che lo sguardo del ragazzo si posasse su di lei, gli occhi neri pieni di tristezza. Felpato, che era seduto dall’altra parte del tavolo, seguì i movimenti di Regulus senza smettere di guardarlo, fino a quando non uscirono.
-Quel… cane- sibilò James a denti stretti senza lasciare Lily.
-James… James, calmati dai…- sussurrò lei abbracciandolo.
Lentamente, sentì il corpo del ragazzo che si rilassava sotto alla sua stretta e lasciava che la tensione dei muscoli contratti si sciogliesse.
Gli altri avevano ripreso a parlare, tutti tranne Sirius che stringeva la forchetta in una mano come se volesse spezzarla.
-Di cosa credete che stessero parlando?- chiese Mary prendendo il succo di zucca che Remus le stava passando.
-Di uno dei loro piani idioti, senza dubbio- proruppe Frank turbato.
Era terribile sapere che la maggior parte degli studenti più grandi appartenenti a Serpeverde erano in lizza per diventare Mangiamorte e non avere alcuna prova o diritto per farli espellere. Anche il preside lo sapeva bene, ma era impossibile prendere provvedimenti perché di fatto loro non violavano le regole della scuola.
-Ho sentito dire che stanno cercando di trovare la cosiddetta Camera dei Segreti per aprirla una seconda volta- intervenne Peter piuttosto divertito.
Si accorse che nessuno stava ridendo, anzi, tutti lo stavano fissando confusi, come a chiedergli di continuare, fatta eccezione per Sirius, cui era appena caduta la forchetta.
-Non sapete niente della Camera? Beh, è una vecchia leggenda, piuttosto dubbia secondo me… si racconta che quando i quattro fondatori costruirono la scuola, Salazar Serpeverde creò una stanza nota solo a lui, e poi la sigillò rendendo possibile l’accesso soltanto al suo erede- cominciò il ragazzo.
-E cosa conteneva la Camera?- chiese Remus.
-Orrori. Un mostro, si dice, in grado di eliminare tutti gli studenti che secondo Serpeverde non meritavano di studiare magia- a continuare non era stato Peter, ma Sirius, che aveva l’aria di uno che la sa lunga.
-I Nati Babbani- completò Lily, semplicemente.
-Conoscevi la storia?- le chiese James, piuttosto interdetto. Era sorpreso di non averne mai sentito parlare, ma la cosa non lo aveva turbato molto. Se fosse stata una faccenda davvero preoccupante o seria i suoi glielo avrebbero detto di certo.
-No… ma è facile immaginare che tipo di studenti Serpeverde non approvava- spiegò lei.
-Non è finita- continuò Peter –Prima ho detto per la seconda volta… si pensa che la Camera sia stata già aperta una volta, più di trent’anni fa.
-Ma perché nessuno di noi ne ha mai sentito parlare?- chiese Alice dubbiosa.
-Nemmeno gli insegnanti ne sono certi, si dice che il colpevole sia stato espulso, ma perfino Silente non è tanto convinto della faccenda. A me lo hanno raccontato i miei. Però...- si interruppe per un secondo, e poi riprese –Quell’anno morì una studentessa.
Marlene si fece scappare un gridolino.
-Già… dicono che il suo fantasma viva ancora nei bagni delle ragazze.
Tutte e cinque spalancarono occhi e bocca, e a parlare fu Lily:
-Mirtilla Malcontenta.
-No!- esclamò Dorcas –Non ci posso credere!
-Andiamo! E’ ridicolo, mettiamo che questa Camera esista davvero e sia stata aperta trent’anni fa, cosa peraltro piuttosto incerta visto che anche Silente ha dei dubbi, non credo che quegli scarti umani possano essere veramente in grado di riaprirla- disse Mary visibilmente divertita.
-Ha perfettamente ragione, guardateli. Nessuno di loro potrebbe essere l’erede di Serpeverde, sono soltanto un branco di idioti figli di altri idioti. Molti di loro non sono nemmeno Purosangue, molti Mangiamorte hanno mentito sul loro stato di sangue- disse Sirius.
-E pensi davvero che Voldemort non se ne sia accorto?- domandò Remus scettico.
-Lo sa… molti dicono che lui stesso sia un Mezzosangue.
-Voldemort non è Purosangue? Certo, e io sono Celestina Warbeck…- disse James sarcastico, scatenando un’ondata di risatine.
-Magari lui non è un Mezzosangue, ma Sirius ha ragione. Basta guardarli per capire che nessuno di loro può essere l’erede di Salazar Serpeverde. Sono ridicoli se pensano di poter concludere qualcosa- affermò Lily.
Tutti gli altri soppesarono le sue parole e finirono per ridere di loro insieme, quasi come se avessero deciso silenziosamente di non credere alla storia della Camera dei Segreti per non permettere all’ennesima preoccupazione di entrare nelle loro menti.
 
 
-Nella partita di domani contro Serpeverde, tutta Hogwarts vuole che vinca Grifondoro- osservò Lily appollaiandosi sullo schienale del divano dove giaceva James, solo.
-Tranne Serpeverde- rilanciò lui senza muoversi, gemendo.
La ragazza era appena tornata dalla capanna di Hagrid, dove si recava quasi tutte le sere dopo cena nell’ultimo periodo, sostenendo che non aveva intenzione di ascoltare per un minuto di più i loro discorsi sulle tattiche di disarcionamento, e anche perché era così impegnata con lo studio e i suoi doveri da Caposcuola che erano gli unici momenti in cui poteva andare a trovarlo. A volte tornava anche parecchio tardi, come quella sera, ma James non si preoccupava perché Hagrid la riaccompagnava al castello per non farla camminare sola di notte e lei usava il suo mantello dell’invisibilità. Inoltre sosteneva che questa piccola violazione del regolamento da parte di Lily contribuisse a renderla più clemente di fronte a quello che combinava lui. Si soffermò ad osservarla. Aveva le guance rosse per l’aria fredda di fine ottobre, la borsa ancora su una spalla e il cappotto a coprire la divisa. Un largo sorriso dominava il suo viso, contornato dai capelli scompigliati e con le punte arricciate dall’umidità.
-Andiamo Potter, credevo di essermi messa con il capitano di Grifondoro, non con un fifone che prima di una partita vomita anche il cibo della settimana scorsa- lo rimproverò –Scommetto che Owen non sarebbe ridotto in questo stato se domani dovesse giocare- aggiunse fingendo un sospiro ammirato riferito al capitano della squadra di Tassorosso.
Udendola, James si rianimò all’istante e prese a farle il solletico, alzandosi a sedere, lei ancora seduta sullo schienale.
-Scusa, che hai detto?- rise mentre lei cercava di scappare dalla sua stretta.
-E va bene, va bene, mi arrendo!- disse lei cercando di non scoppiare a ridere e svegliare tutta la torre.
Lui si fermò di colpo, la prese per la vita e la trascinò dolcemente sul divano, finché non fu sdraiata sopra di lui, le labbra sulle sue.
-Dicevi di Owen?- chiese alla fine.
-Chi è Owen?- fece lei a voce bassa accoccolandosi tra le sue braccia e rabbrividendo per il freddo.
-Così va meglio- sorrise lui iniziando a giocherellare con i suoi capelli.
-Non dovevi aspettarmi alzato…- sussurrò Lily a occhi chiusi –Domani cascherai dalla scopa per il sonno…
-Mi sembra che qui quella assonnata sia tu- ripose James posando il naso sul suo.
In tutta risposta lei sbadigliò sonoramente e sorrise.
-Non è vero- borbottò poco convinta.
Dopo un breve pausa, Lily si sollevò di malavoglia.
-Resterei così per sempre…- osservò lui baciandola più volte –Sai, ci sono ancora momenti in cui non mi sembra vero… essere stato così fortunato da trovare te.
-Oh andiamo… quella che non dovrebbe crederci dovrei essere io… in effetti è così anche per me. Insomma, in quante altre possono vantarsi di stare con il capitano di una squadra di Hogwarts più titolato degli ultimi cinquant’anni?- rise, poi si fece seria –No, davvero, io ti ho sempre respinto anche se mi piacevi fisicamente. Mi dicevo che volevo di più, un ragazzo intelligente e con la mente aperta, profondo e che valesse qualcosa, tutte qualità che, nella mia mente, tu non avevi. Mi sento davvero la più fortunata del mondo ad aver trovato quella parte di te, e non posso certo dire di aver dovuto scavare a fondo. In realtà la nostra è una relazione a tre: tu, io e il mio orgoglio- sorrise.
-Aggiungici pure il mio gigantesco ego, allora- fece lui, senza poter resistere alla tentazione di rovinare irrimediabilmente quel momento serio, forse uno degli unici nella loro relazione.
-Mi sono sempre chiesta come facesse la tua scopa a volare con quei tre quintali di egocentrismo sempre in sella- rispose lei cogliendo la palla al balzo.
-E io non ho mai capito come tu faccia a nascondere la tua faccia tosta dietro a questo viso da angelo- aggiunse lui rispondendole per le rime.
-Faccia tosta? Tu, James Potter, viene a parlare a me di faccia tosta?- chiese lei fingendosi incredula ma sorridendo quasi impercettibilmente.
-Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo- osservò James.
-Se così fosse, tra un minuto io me ne andrei di sopra gridando che sei un vero idiota- disse Lily.
-E io immaginerei soltanto di fare questo, non potrei mai osare tanto…
Il ragazzo si avvicinò, la guardò negli occhi e la baciò per quello che loro parve un’ora.
-Se ora vado a letto mi permetterai di continuare questo discorso domani dopo la partita?- chiese James senza lasciare i suoi occhi verdi.
-Può darsi- rispose lei iniziando a salire le scale del dormitorio.
Il ragazzo scosse la testa, rassegnato, e si apprestò a fare lo stesso, quando la rossa risbucò dalla rampa dicendo:
-James?
Lui si voltò stupito.
-Tu baci meglio di Owen- e sparì di corsa in camera.
Per un momento lui si sentì contento e appagato, poi un atroce dubbio calò su di lui.
-Aspetta! Tu come lo sai?- gridò al vuoto, ridendo.
 
 
-Questo è ridicolo... accompagnarti nello spogliatoio perché hai la tremarella alle gambe... come siamo caduti in basso- disse Lily divertita tenendo la mano di James.
-Stai distorcendo la mia versione… in realtà mi devi accompagnare perché potrei far cadere la scopa e questo sì che sarebbe un guaio- ribatté lui cercando di allentare il nodo allo stomaco con una risata.
La ragazza scosse la testa con un sorriso e prese a guardarsi le scarpe, il manico di scopa stretto nella mano libera.
-Ecco caro, siamo arrivati, tieni il tuo giocattolo e divertiti… ricorda, qualsiasi cosa tu faccia, che tu vinca o perda, NON SUDARE, non voglio che ti ammali proprio ora- disse in tutta tranquillità, imitando una madre apprensiva, una volta arrivati davanti alla porta del piccolo spogliatoio.
-Vedo che hai voglia di scherzare, Evans. Ringrazia che io abbia altro per la testa, altrimenti…- la minacciò lui scherzosamente.
-Sto tremando, davvero- lo liquidò malandrina.
James si avvicinò alla porta, poi tornò indietro a prendere la scopa fingendo di ignorare il ghigno sul viso di Lily. Era sulla soglia, quando si girò nuovamente e le fece cenno di avvicinarsi.
-Bacio porta fortuna?- chiese a testa bassa.
Lei lo raggiunse e lo accontentò, ma non appena si staccò sobbalzò.
-Cosa…?
-Ehm James, credo che tu faccia meglio ad entrare e… a chiudere la porta- disse lei rossa in viso e sull’orlo di un attacco di risa.
Lui si voltò e vide, poco lontano dalla soglia, il battitore della squadra in mutande che fingeva di non stare guardando Lily.
-Ci vediamo dopo- soffiò alla velocità della luce, poi si girò ed entro gridando –VESTITI, SVERGOGNATO!- e si chiuse sonoramente la porta alle spalle.
Per qualche secondo la ragazza non si mosse, così ebbe modo di udire il discorso che seguì.
-Ma questo è uno spo…- fece per protestare il malcapitato.
-TI HO DETTO VESTITI! E NON PROVARE MAI PIU’ A GUARDARE LA MIA RAGAZZA COSI’ O SE FUORI DALLA SQUADRA!-
-Ma io non…
-SILENZIO!
Lily si appoggiò al muro per evitare di cadere a terra dal ridere. Il ragazzo le aveva solo rivolto uno sguardo sorpreso, visto che era sulla soglia dello spogliatoio dei ragazzi con la porta spalancata, ma James era sempre il solito.
Si avviò verso le gradinate, dove i tre quarti degli studenti aspettavano le squadre brandendo striscioni, sciarpe, cartelli, spille e persino magliette con i nomi dei giocatori sulle spalle, un po’ come nel calcio Babbano, tutto rosso scarlatto e oro. Da dove si trovava la ragazza si vedeva chiaramente la parte dei Serpeverde, che tenevano alto un enorme serpente di cartapesta animato per magia, che ogni tanto emetteva un sibilo raccapricciante. Dopo aver raggiunto Remus ed essersi seduta, Lily si guardò attorno con indifferenza, prese la borsa e ne estrasse un libro molto voluminoso.
-Avvertimi quando entrano e se Grifondoro segna- disse ad Alice poco prima di isolarsi nel suo mondo personale, nel quale entrava a far parte del libro che aveva davanti insieme ai personaggi.
-Eccoli!- esclamò questa pochi minuti dopo.
La rossa alzò lo sguardo, come riscuotendosi da un sogno, e vide la squadra che entrava in campo in fila indiana. Per ultimo, Sirius si guardava intorno con aria da duro, ma non si era accorto di aver dimenticato di togliersi la felpa. Quando si disposero a sinistra della linea di centrocampo, James gli pestò malamente un piede e lui se ne liberò gettandola ai piedi delle gradinate, cercando di fingere che fosse tutto voluto. La folla fece appena in tempo ad applaudire e a ridere per la scena, quando anche i Serpeverde arrivarono nelle loro divise verdi e argento. Il grosso serpente dei tifosi prese a sibilare forte, coprendo gli applausi e soprattutto i fischi. James si sistemò gli occhiali sul naso, si avvicinò al capitano avversario e gli strinse la mano. Questo sobbalzò e il suo braccio prese a vibrare incontrollato. Ramoso lo lasciò andare e si liberò velocemente del giocattolo Babbano procuratogli dal padre di Lily che aveva nascosto nel palmo della mano, gridando ad un ascoltatore non ben definito:
-Ehi… questo qua mi sembra un po’ nervoso, non vorrei che cadesse dalla scopa…
Gran parte del pubblico scoppiò a ridere applaudendo James e il suo trucco chiaro solo a pochi. Lily, invece, posò il libro, si alzò in piedi ed emise un sonoro fischio. Il ragazzo alzò lo sguardo, lei lo salutò con la mano e gli mandò un bacio, ma in cambio ottenne solo un gesto che significava “facciamo i conti dopo”.
Al fischio dell’arbitro, Frank prese a volare rapidamente verso la porta di Serpeverde passandosi la Pluffa con Mary, mentre Sirius stava appostato accanto al portiere. La ragazza gridò il suo nome e fece per lanciargliela, ma all’ultimo istante si bloccò e cambiò traiettoria puntando all’anello più vicino a lei. Per quanto vecchia e semplice, la tecnica funzionò a meraviglia. La squadra avversaria sembrava decisamente poco preparata, perché dopo venti minuti Grifondoro conduceva centocinquanta a trenta. James seguiva la partita distrattamente, cercando di tenere d’occhio il boccino. Aveva impedito per due volte al cercatore di Serpeverde di afferrarlo, pur senza prenderlo. Voleva un po’ di gloria per i suoi compagni di squadra, che erano ancora tremendamente dispiaciuti per aver perso la coppa l’anno precedente. La folla era in delirio, e fu quando Sirius segnò con un calcio alla Pluffa e la nuova battitrice quasi colpì Mary con un bolide, distratta dalla gioia, che decise che era giunto il momento di porre fine alla partita. Avvistò la piccola pallina alata nei pressi della scarpa destra di Frank, e vedendo che l’avversario era da tutt’altra parte del campo si lanciò in una picchiata spettacolare e la strinse finalmente in un pugno.
I compagni di squadra stavano già gridando e volando verso di lui, pronti a prelevarlo dalla sua scopa per portarlo in spalla, ma lui li deviò con un sorriso e si precipitò verso gli spalti, proprio dove si trovava Lily. Si fermò sul bordo, le fece cenno di avvicinarsi e le diede un lungo bacio che conteneva tutta la sua felicità.
 
 
Un’ora dopo, erano tutti in Sala Comune per una festicciola organizzata da Sirius.
-Signori!- esordì salendo in piedi su un tavolo piuttosto sgangherato –Come vedete, non ero affatto sicuro di vincere quest’oggi, quindi non ho preparato niente- disse indicando i numerosi striscioni, il cibo proveniente dalle cucine e un elfo domestico con la sciarpa di Grifondoro che cantava un inno a James.
Tutta la stanza scoppiò a ridere, ma a un cenno di Remus tornò il silenzio.
-Volevo solo dire due parole. Non l’ho mai fatto prima, quindi voglio ringraziare James per l’impegno e l’amore che mette nel suo ruolo di capitano. E’ solo grazie a lui che siamo riusciti a vincere, perché porta alla squadra un animo e una voglia di vincere talmente forte che nessuno potrebbe mai eguagliarlo. Non a caso, abbiamo sempre vinto da quando il vecchio Bogger ha passato il testimone a lui, ai tempi del nostro terzo anno. Tutti gli anni la coppa è stata nostra, tranne l’anno scorso, anno in cui, non a caso, lui non c’era- nel pronunciare queste ultime parole Sirius si scurì un po’ in viso, ma poi bevve un sorso di Whisky Incendiario e si riprese immediatamente –Ma questa volta, nel nostro ultimo anno qui ad Hogwarts, abbiamo intenzione di rifarci, e pare che James sia riuscito di nuovo a mettere insieme un’ottima squadra. Quindi grazie a tutti per il lavoro fatto oggi e viva Capitan Potter!- gridò.
Uno scroscio di applausi invase la Sala, e solo dopo che tutti ebbero le mani doloranti Felpato poté concludere:
-Solitamente dopo questi discorsi seri scarico la tensione dandogli del gay, ma visto che da quest’anno sta con quella ragazza da urlo laggiù- e indicò Lily in fondo, cosa che le provocò un eccesso di risa –pare che io non possa più, quindi vi dico solo di far sparire questo Whisky entro domattina o dovremo buttarlo nel lago- e scese dal tavolo con un salto.








Note:
Lo so, lo so, sono di nuovo in ritardo.
Vi giuro che non appena riuscirò a liberarmi di questa scuola soffocante tornerò ad aggiornare spessisimo, davvero!
Beh che dire, capitolo molto soft, una sorta di quiete PRIMA della tempesta.
E questo sì, può essere considerato uno spoiler u.u
Spero vi piaccia, come sempre recensite!
Alla prossima!
PS: Non vi allarmate se qualche volta ritardo a postare, non vi abbandonerò mai, a volte mi serve solo un po' più di tempo, ma vi giuro che presto tornerò quella di prima!


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ultraviolet_