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Autore: Horan_Potatooo    07/06/2013    2 recensioni
"chissà forse cambiare è giusto, forse trasferirci è la cosa migliore, bah non lo so, staremo a vedere"
quelle parole mi rimbombano nella testa, ora mi sembrano solo parole al vento, perchè ora so quale sarà il mio destino.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I ragazzi che si amano.
 
“AAAH!” urlai quando la stupidissima giostra volò giù veloce “AIUTO!” gridai ancora più forte afferrando la mano di Louis al mio fianco, spostai lo sguardo su di lui, se la stava ridendo beatamente “COSA RIDI?” si voltò a guardarmi
“sei divertente quando hai paura” la giostra rallentò, misi il broncio incrociando le braccia sotto al petto
“e io odio te e la tua stupidissima passione per le giostre!” urlai ancora quando quella stupidissima giostra ci fece cadere nel vuoto, per l’ennesima volta
“oh e andiamo amore, siamo a Disneyland Paris!” esclamò eccitato. Ma perché a me? Finalmente il tour delle mie budella per tutto il corpo finì. Ci fecero scendere da quell’inferno
“adesso facciamo quello che voglio io” lo tirai per la mano verso le famose tazze giranti
“ma fai sul serio?” indicò le giostre con aria schifata “sono per bambini!” esclamò
“no! Sono per i fifoni e i deboli di cuore. Alias per me!” sorrisi, dal suo sguardo capii che non lo avevo convinto “ti preeeeeego” feci la faccia da cucciolo, sbuffò e mi seguì su una delle tante tazze. Ci sedemmo dentro e iniziammo a girare su noi stessi
“che noiaaa” buttò la testa all’indietro fuori dalla giostra, sorrisi. Mi avvicinai al suo corpo, mi sedetti sulle sue gambe “che fai?”
“questo sulle giostre che ami tu non si può fare” lo baciai, inoltrò la lingua all’interno della mia bocca, passò le mani dietro alla mia schiena stringendomi di più a lui
“comincia a piacermi questa giostra” disse ad un soffio dalle mie labbra, risi ributtandomi sulle sue labbra.
“cosa facciamo adesso?” chiesi al ragazzo “nuooo!”esclamai “andiamo!” lo trascinai verso una bancarella, misi una banconota sul bancone, il tipo mi diede il fucile e io mirai bene la bocca del pagliaccio davanti a me, iniziai a sparare acqua dentro essa, con la coda dell’occhio vidi che Louis stava facendo lo stesso. Il mio palloncino era più grande “yeeah, il mio è più grande!” esclamai felice, mi diede una spinta facendomi cadere il fucile, il tempo di recuperarlo che lui mi aveva raggiunta “non vale!” battei i piedi a terra come una bambina, sentii scoppiare il suo palloncino. Mi girai mettendo il broncio e me ne andai
“eddai, piccola!” sentii alle mie spalle, raggiunsi un tavolo con delle panche dove mi sedetti, mi girai appoggiando la testa sul tavolo “scusa” sentii dire alle mie spalle, mi voltai ritrovandomi un orso gigante “mi perdoni?” sorrisi “volevo regalarti questo” lo allungò verso di me, io lo afferrai e lo strinsi tra le mie braccia
“sarai il mio nuovo ragazzo” parlai con il pupazzo “ti chiamerò Luigi” feci la linguaccia a Louis
“e io? Che fine faccio?” scoppiai a ridere dalla sua espressione triste, lasciai andare l’orso stringendo il mio vero ragazzo.
Tornammo all’hotel di Parigi
“piccola, preparati che ti porto in un bel posticino” sorrise, annuii e cominciai a prepararmi: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=80765868&.locale=it
“pronta!” esclamai saltando fuori dal bagno, non trovai nessuno ad aspettarmi in stanza. Mi avviai alla porta aprendola. Camminai per il corridoio dell’hotel scendendo nella hall “scusi” richiamai il ragazzo dietro al bancone “ha per caso visto il ragazzo che era con me?” chiesi
“si, mi ha detto di darle questo” presi in mano il foglietto –avanti tre passi, verso la via del sole…- sorrisi, feci tre passi e riguardai il foglio -… gira, ancora dieci passi su per la strada delle nuvole- camminai per un po’ e alzai lo sguardo al cielo vedendo un aereo passare sopra la mia testa, aveva attaccato uno striscione con scritto A DESTRA FINO ALL’ALTRA SPONDA, PER LA DIREZIONE MAGICA. Sorrisi come una scema e quando arrivai all’altro marciapiede ritrovai davanti il castello di Disneyland Paris in lontananza. Appoggiai le mani sul cornicione e mi accorsi che c’era un altro biglietto, lo aprii –il percorso continua, fino alla meta finale. Vai fino al fioraio all’angolo…- camminai svelta, il signore anziano mi diede una rosa rossa, legato ad essa un foglio – fino alla fine insieme…- vidi un ragazzo arrivare con la sagoma di Louis in mano, mi affiancò iniziando a camminare, arrivammo alla fine della strada e se ne andò, vidi attaccato a un palo un foglio con una freccia verde sopra, lo presi iniziando a camminare nella direzione indicata, ne trovai altri uguali che mi indicarono la strada, li raccolsi tutti. Arrivai davanti alla Tour Eiffel. Attaccato ad un palo un altro foglietto –su, verso la via dell’amore…- alzai lo sguardo notando un uomo avvicinarsi
“venga con me signorina” mi accompagnò all’ascensore, ci salii e mi portò su in cima, fino alla fine, quando arrivai notai per terra delle freccettine, e poi alla fine una X, alzai la testa ritrovandomi Louis, sul petto aveva un foglietto – dritta, verso il mio cuore…-   lo presi alzando ancora lo sguardo e lo trovai, il ragazzo, con un biglietto sulla bocca –e finire sulle mie labbra.-  sorrisi e mi buttai al suo collo
“piaciuto il gioco?” annuii con le lacrime agli occhi, lo baciai sulle labbra carnose, un bacio dolce e lungo. Le nostre lingue iniziarono ad intrecciarsi tra loro, ballarono una danza tutta loro per poi staccarsi e muoversi per far uscire dalla mia bocca tali parole:
“è stato fantastico! Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me! Grazie, Lou” mi sorrise e mi strinse ancora al suo corpo. Dopo un po’ ci staccammo e mi fece accomodare ad un tavolino vicino al cornicione della Torre, si vedeva tutto Parigi “mio dio…” rimasi folgorata da tale bellezza “è…è” non mi uscivano le parole di bocca
“bellissima? Stupenda? Meravigliosa? Fantastica? Indescrivibile? Magica? Unica?” disse di fretta “beh si, è tutto questo per me” lo fissai, aveva lo sguardo puntato sulla città. Gli occhi luccicanti e sognatori, si vedeva lontano un miglio quanto questa città gli piacesse. Ed io ero felicissima di poter condividere tutta la sua gioia con lui. Incrociai un braccio al suo appoggiando la mano sul dorso della sua, lui la girò incrociando le dita tra le mie
“si vede che ami Parigi” vorrei che mi amasse tanto quanto ama le luci delle case del paese sotto di noi
“penso che sarà qui che sposerò la mia amata” mi guardò sorridente “spero che sia tu la ragazza che guardandomi negli occhi dirà le fatidiche parole –lo voglio-“ rivoltai lo sguardo sulla magia che quella città emanava
“se tu vorrai, sarò quella ragazza, Louis”
“lo voglio” mi voltò di fronte a lui facendo incrociare i miei occhi color cioccolato nei suoi color ghiaccio
“lo voglio” sorrise alle mie parole
“e adesso puoi baciare la sposa” fece una voce più cupa, si avvicinò baciandomi.
*****
“oddio le lumache!” esclamai schifata “bleah!” le allontanai
“non ti piacciono? Nemmeno a me, pensavo ti piacessero e allora le ho ordinate” alzai un sopracciglio
“cosa te lo ha fatto pensare?” alzò le spalle
“boh, sei così imprevedibile tu!” esclamò sorridendo, scossi la testa e passai al secondo appena arrivato
“questo è buono” misi un boccone in bocca.
Dopo la cena scendemmo giù dalla Tour Eiffel
“grazie, per la serata” lo ringraziai
“è stata fantastica, ed è solo grazie a te se lo è stata” sorrisi e lo baciai sotto quella fortezza tanto più grande di noi, ma che mai avrebbe potuto superare il nostro amore.
LOUIS POV
Passeggiammo tutta la serata, vicini, per le vie di Parigi.
-I ragazzi che si amano si baciano in piedi,
contro le porte della notte…-
Spinsi Sara in un vicolo, facendola appoggiare su una porta di legno, la baciai appassionatamente prendendole il viso tra le mani, lei appoggiò le mani sul mio petto delicatamente e strinse la mia maglia in un piccolo pugno
-…E i passanti che passano li segnano a dito…-
Ci staccammo un attimo e notammo alcune persone indicarci, sorrisero e corsero via. Alcuni vecchietti che scuotevano le teste.
-…Ma i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno…-
Ritornai sui suoi occhi marroni, come il cioccolato fondente, sapevo quanto li odiasse. Le dicevo sempre che erano bellissimi, ma lei non mi credeva mai. ‘Niall e Chiara se li mangerebbero i tuoi occhi’ rideva e mi spingeva. E io rimanevo incantato a guardarla. Mai in vita mia mi sarei aspettato di innamorarmi così.
-… Ed è la loro ombra soltanto che vibra nella notte…-
Mentre appoggiai le labbra sulle sue, notai le nostre ombre fondersi, unirsi tra di loro. Diventando una cosa unica, proprio come facevamo noi ormai tutte le sere.
-… Stimolando la rabbia dei passanti.
La loro rabbia, il loro disprezzo, le risa, la loro invidia…-
Sentivo gli sguardi dei passanti addosso, si sentivano le risatine e gli sbuffi dei vecchi. Invidiosi per tutto il nostro amore. Invidiosi del non essere più giovani come una volta.
-… I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno…-
Ma io non li ascoltavo, non badavo a loro. Sara ormai era diventata la mia unica ragione di vita. E tornando ai tempi di x-factor, me ne fregai altamente di quello che la gente pensava di me. Sara era riuscita a portare a galla il vecchio me, quello divertente, ancora un po’ bambino ma infondo maturo. Quell’essere io che tanto mi piaceva essere ma che gli altri giudicavano tanto. Lei mi ha insegnato ad essere me stesso sempre e dovunque. Con lei tutto cambia.
-… Essi sono altrove, molto più lontano della notte…-
Con la mente viaggiavo, immaginandomi la mia vita futura con lei. Mentre le nostre ombre ancora appiccicate, copiavano ogni nostro movimento. Le nostre lingue danzavano e le nostre mani si incrociavano.
-… molto più in alto del giorno…-
Le stringevo i fianchi, mi aspettavo che l’indomani lo passassimo nella nostra stanza d’albergo a fare l’amore.
-… Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.-
“Sara, ti amo. Sei il mio primo vero amore” le dissi in un sussurro
“Oh, Lou” inoltrò le sue dita tra i miei capelli “ti amo anche io, amore” appoggiò la fronte sulla mia guardandomi negli occhi “grazie per tutto, mi stai facendo sentire la ragazza più felice del mondo… fino ad adesso non ho versato una lacrima per te” la baciai ancora
“e non lo farai mai, te lo prometto” restammo lì uniti ancora sotto la piccola lucina di quella lampada, testimone dei nostri baci e delle nostre parole.
*****
Tornammo in hotel baciandoci, la spinsi nell’ascensore togliendole un ciuffo di capelli caduto sulla sua fronte, arrivammo al quarto piano e decisi di fare le cose in modo più veloce; la presi per le cosce portandola sui miei fianchi, lei legò le gambe dietro la mia schiena. Camminai verso la nostra porta, presi la tessera dalla tasca e la passai nella serratura, con fortuna aprii la porta e la richiusi con un calcio dietro di me. Appoggiai delicatamente Sara sul letto, le tolsi piano le scarpe baciandole il piede sinistro e risalire per tutta la gamba fino ad arrivare all’orlo del vestito, cercai la cerniera per poi trovarlo poco dopo sul fianco della ragazza, gliela slacciai passando un dito sulla pelle facendole venie i brividi. Le sfila il vestito ormai diventato di troppo e tornai sulla bocca che feci unire con la mia.
Capovolse le posizioni, la vidi sorridere beffarda per poi scendere al bottone dei miei pantaloni slacciando la zip e sfilandomeli, io tolsi le scarpe con il tallone e lei mi fece passare i pantaloni dai piedi per poi gettarli sul pavimento a fianco del suo vestito nero. Ritorno su e mi tolse anche la maglia azzurrina che portavo, la buttò sopra gli altri indumenti e tornò, come me, sulle mie labbra.
“ora siamo pari” dissi quando le slacciai il reggiseno gettandolo accanto alle altre cose, lei non fece altro che sorridere e lanciarsi ancora sulle mie labbra, con un gesto inaspettato mi tolse i boxer e si tolse gli slip neri come il vestito. “impaziente” mi leccai le labbra e senza molte cerimonie entrai in lei delicatamente come sempre facevo da un mese a questa parte. Gemiti, sospiri e suoni uscirono dalle nostre labbra. Feci dei giri circolari per farla abituare e poi iniziare con delle spinte leggere per poi aumentare la velocità e la potenza sempre più. Capii che era arriva all’apice quando sentii il mio nome urlato da lei. Io mi morsi le labbra sussurrando invece al suo orecchio il suo nome seguito da un’ultima spinta.
“Dio… oggi ti sei dato da fare eh…” parlò lei guardando il soffitto della stanza che il manager aveva prenotato per noi
“solo oggi?” chiesi alzandomi dal letto e poggiando un gomito sul cuscino per guardarla meglio “potrei offendermi” rise
“scherzo” si mise sopra di me e iniziò a baciarmi con passione.
SARA POV
“Louuuuisss” urlai per farmi sentire dal mio ragazzo, corro in contro al moro
“Saaaaraa” mi imitò
“Che fai?” gli chiesi
“gioco a ping pong con questi ragazzi che ho appena conosciuto” mi indicò tre ragazzi vicino al tavolo blu
“forte! Posso giocare?” il mio fidanzato annuì
“sai come si gioca?” feci il suo stesso movimento
“pomeriggi passati all’oratorio con le ragazze su sto tavolo” gli feci l’occhiolino
“bene, ragazzi lei è Sara, la mia ragazza” mi presentò “Gioca anche lei” uno dei tre annuì e fece un passo indietro porgendomi la racchetta, lo ringraziai e mi misi in posizione, il ragazzo davanti a me alzò la palla di poco per poi colpirla leggermente con la parte rossa della paletta, arrivò dalla mia parte con un rimbalzo e io la rimandai indietro. I colpi continuarono ancora, fin quando con una mossa decisa e veloce segnai un punto per me
“yee!” esclamai felice, mi guardai intorno e trovai Louis guardarmi stupito “che c’è?”
“c-come…” sorrisi e continuai il gioco con l’altro. Scoprii che si chiamava George. Alto, pelle chiara, occhi neri e capelli biondi. Non era affatto un brutto ragazzo ma mai avrebbe potuto sognare di superare il mio Lou. Quando la partita finì mi feci da parte e giocarono Louis con l’altro tipo: Jonathan. Anche lui un gran bel ragazzo: castano di capelli e occhi blu, un po’ come Lou, ma preferivo Louis a tutti.
“Ehi, Sara! Vieni un attimo?” mi avvicinai al mio ragazzo
“Dimmi!” esclamai felice, mi prese per mano e mi trascinò in un negozio che a primo impatto mi sembrò un po’ emo… “Cos’è?” chiesi indicandolo timorosa
“Vedrai, dai entriamo” non sapevo perché ma quel posto non mi convinceva per niente “Salve” salutò un uomo alto, pelato e pieno di tatuaggi, mi guardai attorno e vidi un sacco di immagini con tatuaggi di ogni genere, foto di persone con tatuaggi mostruosi e sentii il rumore dell’aggeggio per fare i tatuaggi
“Perché vuoi farti un tatuaggio?” gli chiesi
“Oh, ma non lo farò io…” si interruppe “… o meglio non lo farò solo io” scandì bene la penultima parola
“in che senso scusa?” si girò dalla parte del tatuatore
“Vorremmo fare due tatuaggi” sgranai gli occhi
“Vorremmo!?” mi tirò dietro al seguito dell’omone “Louis!” esclamai dietro di lui cercando in qualche modo do fermarlo “Louis! Io… io…” impiantai i piedi “Non voglio fare un tatuaggio!” urlai attirando l’attenzione di qualche cliente
“E perché mai?” si fermò finalmente
“Ho… ho paura…” abbassai lo sguardo sui piedi
“E di cosa?” si mise di fronte a me alzandomi lo sguardo con le mani
“Ho paura d-degli a-aghi” abbassai di nuovo lo sguardo sui piedi diventati in quel momento più interessanti dei suoi occhi
“Oh, piccola” si mise a ridere “non devi avere paura! Ci sono io con te” mi strinse in un abbraccio “Lo sai che quando sei con sei al sicuro! E poi non morirai mica se farai un piccolo tatuaggio con l’amore della tua vita, vero?” disse pavoneggiandosi, io scossi la testa ancora bassa, me la rialzo per il mento baciandomi leggermente
“Però vorrei sceglierlo io…” scoppiò a ridere di nuovo
“Va bene” mi prese per mano di nuovo portandomi vicino al lettino
“mi dica signorina, cosa vuole fare?” mostrai il braccio all’uomo di prima
“vorrei fare Wendy di Peter Pan qua, non molto grande, ma nemmeno piccola” feci una grandezza media con le dita per poi indicarlo il posto sul braccio dove avrei voluto farlo
“Va bene”
“Ah, la faccia in una posizione tale che sia all’estremità del braccio mentre bacia una persona”
“Ah sì ho capito” annuì
“A lui gli faccia Peter Pan sempre nella stessa posizione, così che possano combaciare e ‘baciarsi’” feci segno con le virgolette per l’ultima parola
“Perfetto, vogliamo iniziare?” annuii insicura e mi stesi sul lettino, presi la mano di Louis e la strinsi. L’uomo mi fece prima il disegno sul braccio sinistro e poi prese l’ago, iniziò a segnarmi la pelle, sentivo come un leggero pizzicorino sulla superficie della pelle bianca. Finì presto il contorno di Wendy e passo alle rifiniture interne del vestito e del viso. Infine colorò il vestito celeste e poi il viso mettendo in evidenza le labbra con il rosso. Quella parte mi fece malissimo, andava a piccoli pezzetti schiacciando di più rispetto al resto. Adesso toccava a Louis che se lo fece fare sul braccio destro. Fece il mio stesso lavoro solo che disegnò Peter Pan, con la sua calzamaglia verde e la magliettina tutta sgualcita anch’essa verde, disegnò il pugnale e il cappellino per poi colorare il tutto.
“E’ bellissimo, grazie!” esclamai io mentre mi tenevo il braccio accarezzandolo attraverso la pellicola. Ci facemmo una foto e subito Lou la mise su Instagram, fu subito invasa dalle fans – che bello!- -siete fantastici insieme- -finalmente hai trovato quella giusta! Quella che ti ha fatto tornare il nostro amatissimo Peter Pan- subito dopo partì un Trend su twitter #ThankYouSara. Mi commossi quando tutte le Directioners mi ringraziarono per poi non aver fatto molto. Finalmente capii quanto dovesse essere importante per loro ritrovare il bambino in Louis, quello che le faceva ridere nei video diary…
“Lou…” lo richiamai mentre guardava il telefono “vorrei che tu e i ragazzi ricominciaste a fare i video diary” mi guardò confuso
“beh non so se si può fare… dobbiamo vedere i manager…” abbassò la testa
“non possono mica togliervi il contratto solo perché volete far felici le vostre fans. Alias: quelle ragazze che vi hanno fatto arrivare in cima, quelle che vi fanno guadagnare un sacco di soldi” gli feci l’occhiolino “ e poi ci rimetterebbero anche loro, niente più one direction niente soldi” gli feci ritornare il sorriso e chiamò subito gli altri ragazzi per dare loro l’idea. Dalla sua faccia pensai che la cosa è piaciuta anche a loro
“perfetto! Sono d’accordo anche i manager!” esclamò entusiasta “ed è solo grazie a te” mi prese in braccio facendomi girare veloce tra le sue braccia. Mi rimise giù e mi baciò con foga con il tramonto Parigino che ci fece da testimone.
 

Angolino dell’Autrice^^
Ciao a tutteeeeeeeee! Finalmente la scuola è finita e posso continuare questa storia senza che nessuna cosa o persona mi rompa le scatoline con compiti e balle varie.
Questo capitolo mi piace soprattutto la parte inziale, a voi? Fatemelo sapere in una recensioncina-ina-ina.
Grazie a chi lo farà. Ci vediamo col prossimo capitolo!
Ciaoooo!
By Horan_Potatooo.

  
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