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Autore: Fiamma Erin Gaunt    08/06/2013    0 recensioni
Klaus torna a New Orleans per dare la caccia alle streghe che complottano contro di lui, ma cosa accadrà quando incontrerà delle sue vecchie conoscenze e Marcel, il suo allievo prodigio che sembra aver superato il maestro e aver ottenuto tutto ciò che l'ibrido ha sempre desiderato?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo, personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1

 

- Benvenuti nel lato oscuro di New Orleans, luogo in cui le creature della notte vivono indisturbate. –

Klaus scoccò un’occhiata disgustata verso l’uomo che guidava il gruppo di turisti. Bourbon Street era ridotta molto peggio di quanto avesse mai pensato. Comunque al momento  quello era il minore dei suoi problemi; lasciò vagare lo sguardo tra i banchetti allineati lungo la strada finchè non venne attratto da una donna afro americana. Lei aveva il potere, era una vera strega a differenza di tutti i ciarlatani che erano lì intorno e non cercavano altro che polli da spennare. Si diresse verso di lei, sorridendo quando la vide affannarsi a rimettere a posto le sue cose. Era evidente che voleva levare  le tende il prima possibile.

- Quanta fretta, non dirmi che non ha un paio di minuti per me. – esordì, sedendole davanti e scrutandola con un luccichio predatorio negli occhi azzurri. Le sembrò di vederla impallidire leggermente, ma sostenne il suo sguardo.

- Non ho nulla da dirti. –

- Non sei molto gentile, anzi sembri proprio ostile, eppure non mi conosci neanche. –

Le rivolse il migliore dei suoi sorrisi da finto innocente, che tuttavia non si estese agli occhi che rimasero glaciali e impenetrabili come al solito.

- So chi sei, metà vampiro e metà bestia: sei l’ibrido. – replicò con tono disgustato.

Streghe, sempre convinte di essere una spanna sopra il resto del mondo, pronte a condannare chiunque secondo la loro concezione bigotta andasse “contro natura”. Dannazione, quanto le detestava.

- Correzione, mia cara, io sono l’ibrido Originale, e sto cercando Jane Anne Deveraux. Sai dove posso trovarla? –

La donna impallidì ancora di più e scosse la testa con vigore, - Non ne ho la più pallida idea. –

Mentiva, era così palese.

- Qualcosa mi dice che tu lo sappia, sei l’unica che pratica in questa zona. Devi saperlo. – la contraddisse, lasciando che una briciola della sua impazienza trapelasse nel suo accento britannico.

A quelle parole la strega andò completamente fuori di testa, sorprendendolo suo malgrado.

- Io non pratico. Il vampiro ha stabilito che la magia non venisse usata e io non contravvengo alle leggi di Marcel. –

Marcel.

Quel nome scatenò una serie di immagini nella mente dell’ibrido. Si rivide mentre lo trovava, lo vampirizzava e lo prendeva sotto la sua ala protettiva. Quel ragazzo aveva tutte la carte in regola per diventare un gran vampiro, e sembrava proprio che ci fosse riuscito. Tuttavia ne era sorpreso, non immaginava che fosse scampato alla scia di uccisioni che suo padre si era lasciato alle spalle quando era giunto a New Orleans per farlo fuori.

- E, dimmi, sai dove posso trovare Marcel? –

- Posso portartici io, Nik. –

Klaus si voltò verso la proprietaria di quella voce: una ragazza dalle morbide onde corvine, gli occhi neri come tizzoni ardenti, che in quel momento luccicavano di un misto di malizia e divertimento.

- Rikki, è un vero piacere rivederti, dolcezza. – le sorrise, chinandosi a lasciarle un casto bacio sul dorso della mano.

La ragazza gli rivolse un sorriso compiaciuto, - Vedo che le tue maniere da perfetto gentiluomo non sono venute meno nel tempo. –

- E che tu ti sei mantenuta splendidamente in forma, malgrado abbia più di un secolo; ti va di rivelarmi il tuo piccolo segreto? –

- Credo sia una cosa di famiglia, invecchiamo bene. – minimizzò Rikki, senza preoccuparsi di suonare palesemente sarcastica.

- Ti lasciamo, Yvone, torna pure ai tuoi tarocchi. – aggiunse, prendendo sottobraccio l’ibrido e rivolgendo uno sguardo di superiorità alla donna che aveva assistito a tutta la loro breve conversazione senza perdersi un pezzo.

Klaus si lasciò condurre lungo la strada che portava ad un piccolo locale situato nel bel mezzo del quartiere francese. Qualcuno stava cantando, a giudicare dalla musica che proveniva dal locale, e aveva l’impressione di sapere bene chi fosse.

- Non mi aspettavo di trovarti qui. – commentò, facendo segno di precederlo e tenendole aperta la porta.

- Sono la compagna di Marcel, dove dovrei essere se non al suo fianco? –

Le rivolse un’occhiata sorpresa, questa se l’era proprio persa.

- Dovrei farti le mie congratulazioni? –

Rikki rise, buttando indietro la testa e attirando l’attenzione di un paio di vampiri che non dovevano essere morti più di una cinquantina d’anni prima. Uno di questi le rivolse un sorriso facendo scintillare le zanne. Ci volevano anni di pratica per imparare a sorridere facendo un bell’effetto malgrado la dentatura vampirica e lui non doveva essersi esercitato poi molto.

- Piantala di fare il cretino con mia sorella, Pedro, non vorrai che Marcel ti stacchi la testa. –

A parlare era stato un ragazzo incredibilmente simile a Rikki, che era sopraggiunto in quel momento e aveva una ragazza per braccio: erano una mora e una rossa estremamente procaci che non avevano però l’aria di essere particolarmente sveglie. Certo, se avessero avuto anche solo un briciolo di buon senso non si sarebbero neanche avvicinate a quel covo di vampiri.

- Marquise, vedo che, come la tua deliziosa gemella, non sei invecchiato di un giorno. –

- Suppongo che questo sia un tuo maldestro tentativo di farmi un complimento, Nik. – scherzò il moro, liberandosi con un sorriso di scuse dalla presa delle ragazze e scambiando un abbraccio cameratesco con l’amico di un tempo.

- Marcel? – domandò poi Klaus, scandagliando il locale con occhio attento.

- Sul palco, lo sai com’è fatto, non vive senza fare il suo show. – replicò, indicandogli la piccola pedana che era stata allestita per l’occasione e su cui un giovane vampiro afroamericano cantava intrattenendo un pubblico in visibilio.

Già, Marquise aveva ragione, certe cose non cambiavano mai.

- Vieni, ti offro qualcosa da bere. – lo esortò il ragazzo, assestandogli una pacca sulla spalla e scortandolo verso il bancone. Klaus intuì all’istante che la barista era tutto fuorchè una vampira, ci avrebbe scommesso il cuore, quella era una strega.

- Cosa ti porto, Marquise? – domandò la ragazza, fissandolo con aperta ammirazione.

Le mancavano solo gli occhi a cuoricino, pensò ironicamente l’ibrido.

- Il solito e lo Scotch migliore per il mio amico. –

La streghetta annuì, sparendo nel retro e tornando con un calice pieno di liquido ambrato e un bicchiere di tequila liscia.

- Grazie, Davina. –

Arrossì violentemente e si limitò a mormorare un “non c’è di che” e a tornare a dedicarsi al resto degli avventori.

- Credevo che le streghe evitassero Marcel. – osservò Klaus, fissandolo con l’aria di chi pretendeva una spiegazione soddisfacente.

- Davina è una ragazza estremamente talentuosa, senza contare che ha una spiccata propensione alla magia nera. Insomma, la maggior parte delle streghe non vuole avere niente a che fare con lei, quindi l’abbiamo adottata. – spiegò brevemente, vuotando tutto d’un sorso il bicchiere e facendolo sbattere sulla superficie levigata del bancone in mogano.

- È imparentata con la tua famiglia? –

- Un ramo molto lontano, quello dei Blackwood, ma al contrario di me e Rikki lei è una strega pura. –

- Tuttavia ho visto molte poche streghe pure essere in grado di fare ciò che tu e tua sorella riuscite a fare senza sforzo, essere negromanti non deve essere poi questa gran tragedia. – ironizzò.

- Si fa quel che si può, amico mio…. A proposito, ecco che arriva Marcel. –

Klaus si voltò giusto in tempo per osservare il ragazzo scendere dal palco improvvisato, prendere per la vita Rikki e dirigersi verso di loro con aria seria.

- Klaus. È passato un secolo da quando te ne sei andato da New Orleans a causa di tuo padre. –

Il silenzio avvolse immediatamente il locale, mentre Pedro e Thierry si portavano alle spalle del loro capo e si irrigidivano in posizione d’attacco.

- Già, ma non è più un problema, è stato ridotto in cenere di recente. –

Marcel gli rivolse un sorriso sghembo, segno che apprezzava il suo comportamento proprio come quando lo aveva incontrato la prima volta.

- Se avessi saputo che avevi intenzione di tornare in città avrei… -

- Avresti fatto cosa? – soffiò con tono pericoloso.

Marcel si prese un paio di secondi per creare la suspance, poi replicò con un sorriso smagliante: - Avrei organizzato una parata in tuo onore. –

Marquise scosse la testa, ridendo sotto i baffi e maledicendo Marcel e la sua teatralità che, per un momento, lo avevano portato a credere di dover intervenire per arginare un possibile scontro.

Klaus rise a sua volta e si lasciò stringere dalle braccia possenti dell’ ex allievo, che lo prese per le spalle e annunciò che intendeva fargli vedere tutto ciò che aveva creato.

Marquise e Rikki, dal canto loro, li seguirono tenendosi a distanza di sicurezza. Negromanti o no, neanche loro avevano il potere di guarire da un eventuale attacco mortale di uno dei due vampiri, soprattutto da uno di quelli di Klaus, noto per il suo carattere irruento e la sua pragmaticità.

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Dopo aver visto la 4x20 non ho potuto non scrivere questa fic. Insomma, sono solo io o l’idea di uno spin off sugli Originali fa letteralmente andare in brodo di giuggiole? Per non parlare poi di Marcel… ma che fico assurdo è?!? Dunque, spero che la storia vi sia piaciuta e mi scuso se i primi capitoli sembreranno troppo simili all’episodio, ma è solo per creare un’ambientazione di base, poi la storia evolverà per conto suo. Ci tengo a precisare che eventuali spoiler non sono voluti e che similitudini con gli episodi dello spin off saranno del tutto casuali. Detto ciò, ci terrei veramente tanto a sapere cosa ne pensate. Al prossimo capitolo.

Baci baci,

               Fiamma Erin Gaunt

  
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