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Autore: Hazel 88    24/12/2007    1 recensioni
Ok... questa storia è frutto di un sogno che ho fatto... ma vi avviso, non so affatto dove andrà a parare; è un'incognita anche per me. Hiei incontra suo padre e gli viene finalmente rivelato "Il mistero del Fuoco Oscuro"... segreto che sarà utile a sconfiggere un'entita malvagia davvero molto pericolosa. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qui la prima parte della storia di Kotaro. Ammetto che probabilmente risulterà un po' ingarbugliata e forse non è scritta in maniera molto chiara. In ogni caso chiedetemi qualunque spiegazione, perché sarò ben felice di fornirvela.

Cap 5: Il segreto del Fuoco Oscuro [La storia di Kotaro]

Hiei guardava Kotaro con un misto di ansia e curiosità.
Poco prima, Twiggy aveva cambiato loro i bendaggi e aveva portato da mangiare. Tutti e tre avevano consumato il loro pasto nella stanza in assoluto silenzio. Poi la ragazza aveva sparecchiato e aveva lasciato i due demoni da soli.
Kotaro, semi disteso sul letto come suo figlio, fissava un punto imprecisato all’esterno, come a voler raccogliere i pensieri.
Hiei lo aveva subissato di domande. Perché possedevano il fuoco oscuro? Perché in lui si era manifestato solo quel giorno? E questo potere aveva qualcosa a che fare con la “malattia” di Easlay?
Dopo alcuni istanti di snervante mutismo, il demone aveva iniziato a raccontare.

<< Accadde tutto più di mille anni fa.
Quattro ambiziosi demoni del fuoco, due fratelli e due sorelle, recuperarono degli artefatti e delle indicazioni per compiere un antico rituale. Esso consentì loro di invocare quattro entità, gemelle malvagie delle quattro venerabili bestie: Seiryu, il drago nero; Suzaku, la fenice tenebrosa; Byakko, la tigre oscura; Genbu la testuggine bruna.
Erano molti i demoni che avevano tentato di ricostruire i passaggi del rito, per accaparrarsi il potere che le quattro bestie oscure avrebbero loro fornito; ma questo privilegio spettò ai miei avi.
Seiryu si fuse col più anziano e potente, poi toccò a Suzaku, Byakko e Genbu in ordine d’età. Avrebbero rispettato quest’ordine anche successivamente, quando il loro potere sarebbe stato trasmesso ai discendenti. Ma non è questo il punto più interessante.
Grazie alla fusione, i quattro demoni ricevettero dei talenti particolari. L’immane energia in loro possesso avrebbe potuto essere condensata all’esterno, tramite un’onda di fuoco che assumeva le sembianze della bestia posseduta; la stessa energia espulsa avrebbe potuto essere poi di nuovo incanalata, per accrescere il potere demoniaco; ma il culmine sarebbe stato raggiunto quando il demone avesse deciso di assumere egli stesso le sembianze della propria divinità.
Quest’ultima tecnica è la più potente e pericolosa. La forza fisica e il potere maligno vengono incrementati vertiginosamente, ma è necessaria una grande capacità di autocontrollo. In pratica, sono indispensabili parecchi anni di allenamento ed esperienze, prima di poter padroneggiare con sicurezza questa tecnica.
Come è scritto nei documenti che ho ereditato, i quattro capostipiti appresero gradualmente come utilizzare i loro nuovi poteri e solo dopo un lungo periodo di addestramento riuscirono a completare la trasformazione.
Ovviamente, queste sono le tre tecniche più importanti e letali, ma i quattro demoni ne hanno create altre che sfruttano il fuoco oscuro e sono ugualmente insidiose.
Il fuoco oscuro di per sé poteva già essere fatale ai nemici. Esso è ad un livello di potenza superiore a quello delle fiamme normali, che possono essere, tuttavia, ancora evocate. Sono utili soprattutto quando non si vogliono sprecare energie contro avversari inetti, oppure, ancora più importante, quando non si è nella forma fisica ottimale.
L’uso spropositato delle fiamme oscure può provocare delle conseguenze fisiche non indifferenti, come una temporanea paralisi di una parte del corpo, o un breve periodo di recupero delle forze, durante il quale si è totalmente indifesi.
Ma torniamo ai quattro capostipiti. Essi si unirono fra loro, generando altri quattro discendenti: la prima coppia due maschi, possessori di Seiryu e Byakko, e la seconda un maschio e una femmina, che ereditarono rispettivamente Suzaku e Genbu.
In essi il potere del fuoco oscuro non si manifestò da subito e ciò causò inizialmente alcune preoccupazioni nei miei avi.
Soltanto quando i due più grandi raggiunsero la soglia dell’età adulta, si mostrò in loro l’entità delle venerabili bestie.
Ecco perché anche in te è apparso soltanto ieri per la prima volta. E non è scontato che potrai usarlo con facilità da subito. Potrebbe essere necessario qualche tempo, prima che tu possa attingervi costantemente.
Così ho chiarito due questioni. Adesso lasciami passare alla terza.
L’erede di Suzaku fu il primo a trovare una compagna, un demone del vento.
Qualche tempo dopo, l’erede di Seiryu si invaghì, invece, di un’umana.
Il primo a raggiungere l’età giusta fu il figlio dell’erede di Suzaku, ma con grande sorpresa non manifestò il potere del fuoco oscuro: era un semplice demone del vento. L’erede di Suzaku e la sua famiglia perirono pochi anni dopo, durante un violento scontro con spettri nemici.
Arrivò poi il momento del figlio dell’erede di Seiryu. In lui si manifestò il potere del Drago Nero.
C’è da precisare, però, che sin dall’inizio si sarebbe potuto intuire se la trasmissione del fuoco oscuro sarebbe avvenuta: il figlio dell’erede di Suzaku, sin da piccolo, mostrava di avere poteri legati all’aria; al contrario, il figlio dell’erede di Seiryu utilizzava già delle tecniche del fuoco.
Fu quando si mostrò Seiryu nel mezzo demone che venne svelata totalmente la natura della fusione con la bestia oscura.
I primi tempi tutto procedeva regolarmente. Il ragazzo era in grado di evocare le fiamme oscure e riusciva a padroneggiarle egregiamente. Ma in seguito comparirono dei sintomi, preludio dell’inevitabile sorte cui il mezzo demone sarebbe andato incontro.
Si trattava di momenti di folle violenza, in cui egli non riusciva a distinguere gli amici dai nemici ed era smosso da una frenetica smania di distruggere tutto ciò che aveva sottomano. La situazione divenne più chiara quando il ragazzo subì le prime metamorfosi: il suo corpo si ricopriva di scaglie draconiche e un bel paio di ali si apriva sul dorso della sua schiena.
Era una sorta di trasformazione incompleta, che forniva al mezzo demone una forza smisurata, ma lo privava della lucidità necessaria a controllarla.
In pratica, era un pericoloso innesco esplosivo che sarebbe potuto scoppiare in qualunque momento, provocando conseguenze più o meno gravi.
I quattro capostipiti compresero il motivo di tale anomalia: un mezzo demone non aveva né la forza fisica né il potere demoniaco necessari a gestire il Fuoco Oscuro; un mezzo demone non riusciva a dominare il potere della bestia oscura, ma ne veniva invece dominato.
Il padre del ragazzo cercava di contenere come meglio poteva le sue violente manifestazioni di follia, ma la situazione era instabile.
I quattro capostipiti decisero, perciò, che il mezzo demone dovesse morire prima di causare danni irreparabili. Ma non se ne occuparono in prima persona. Costrinsero il loro erede di Seiryu a portare a termine quest’ignobile compito.
Il demone non poté sottrarsi: gli ordini dei quattro anziani erano indiscutibili.
Molti anni prima aveva già perso la moglie umana; l’uccisione del figlio gli diede il colpo di grazia: impazzì per il dolore e si rifugiò in un luogo ignoto del Makai.
I quattro capostipiti erano tutti d’accordo sul fatto che una simile eventualità non avrebbe più dovuto ripetersi: dovevano avere dei degni discendenti, in grado di controllare e padroneggiare alla perfezione il potere del Fuoco Oscuro.
Vi era un’importante motivazione di fondo. Il giorno del rituale di fusione, le quattro bestie oscure li avevano messi in guardia su una grave minaccia. Il rito aveva creato un’entità maligna molto potente, che avrebbe aumentato la sua forza nel corso dei secoli. Solo la riunione di quattro possessori delle quattro divinità tenebrose avrebbe scongiurato una possibile catastrofe.
Non potendo prevedere la loro sopravvivenza fino al giorno in cui la creatura si sarebbe manifestata per insidiare il Makai e, probabilmente, anche il Ningenkai, era necessario lasciare una discendenza capace di affrontare il compito di debellare questo male.
Stabilirono, dunque, che l’erede di Byakko, figlio dei possessori di Seiryu e Suzaku, avrebbe sposato sua cugina, l’erede di Genbu, figlia dei possessori di Byakko e Genbu.>>

Kotaro fece una lunga pausa di silenzio.
Hiei attendeva con ansia che continuasse.
-Ho bisogno di riposare un po’.- dichiarò il demone.
Il ragazzo annuì.
-Prima però vorrei mostrarti una cosa.-
Kotaro sollevò il braccio destro; una sorta di guanto di stoffa nera partiva dal gomito e lo ricopriva fino a metà mano. Lo rimosse e Hiei notò ciò che vi era tatuato: una tigre nera in posizione di attacco.
-Questo non è un semplice tatuaggio.- gli spiegò il demone -È la testimonianza che io sono il possessore di Byakko.-
Hiei si guardò istintivamente il braccio destro.
-Tra poco tempo apparirà.- affermò Kotaro -E allora dovrai bendarlo come faccio io. A volte è difficile controllare quel potere con la sola forza di volontà.-
Il giovane annuì di nuovo. -Dopo continuerai il tuo racconto?-
Kotaro sorrise. -Certo. Continuerò con la storia dell’erede di Byakko e dell’erede di Genbu. Tenkyo e Mekare. Mio padre e mia madre.-
Il demone si addormentò e anche Hiei decise di concedersi un po’ di riposo; troppe informazioni, tutte insieme, lo avevano stordito.

  
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