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Autore: Botan    24/12/2007    3 recensioni
Esistono un fiume e una città, famosa per i suoi innumerevoli casinò, che si chiamano proprio come me. Tuttavia, non sono né un fiume, né tanto meno una famosa città! E neppure una slot-machine umana!
Se volete pronunciare il mio nome, allora intonate un bel Re maggiore. Perché? Provate ad indovinare!
Non vi viene in mente proprio nulla? Ok. Gli indovinelli non fanno per voi, eh? Pazienza!
Come dite? Il mio nome, zo to?
Reno, per servirvi!
*Dedicata al mio Reno, coniglio nano maschio gagliardo e tosto, che per anni ha tenuto accesa la luce nella mia vita senza pretendere nulla in cambio.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Reno, Yuffie Kisaragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children, Dirge of Cerberus
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CAPITOLO 4

                                                 CAPITOLO 4

 

 

 

 

 

Sento un improvviso schiocco di mani.

- I miei complimenti, Reno!- esclama una voce femminile.

Non appena mi avvicino all’ingresso della hall, vedo l’intera banda al completo che non aspetta altro che partire.

Ah! Ovviamente, la suddetta voce femminile è quella di Elena!

 

- Sei in anticipo di ben 1 minuto. Da te non me lo sarei mai aspettato! – mi dice osservando il suo orologio da polso, con un cinturino nero lucente, come sempre sobrio e formale. Mi avvicino a lei con fare galante, avvolgendole poi un braccio attorno al collo.

 

- Dove vuoi andare di bello, piccola? – le dico sfoggiando una voce intensa.

La bianchissima pelle di Elena diventa improvvisamente rossiccia. Con dei timidi movimenti tenta di contorcersi dalla mia gentile stretta, ma io faccio in modo di non lasciarle il tempo necessario, e la avvinghio ancora di più con il braccio. – Hey, quanta fretta! Se sono in anticipo di ben 1 minuto, allora significa che ho ben 1 minuto per giocare con te, o no?- Rido di gusto osservando le guanciotte della mia collega, diventare sempre più fulve. Qualcosa o… per essere più corretti sarebbe meglio dire “qualcuno”, interrompe il simpatico giochetto attirando dispoticamente la mia attenzione:

Cloud Strife.

 

A momenti casco a terra dallo stupore! Mi sorreggo prontamente alla mia compagna di lavoro, che poverina, è costretta a tenere su il mio dolce fisico con quelle sue esili braccia che proprio non ce la fanno.

 

- Re-Reno!!- balbetta facendo fatica a sostenermi da sola. Mi riprendo senza tanti preamboli e… senza tanti preamboli, punto il mio teser verso il petto del biondo, evitando però di stordirlo con una bella scossa.

 

- Che ci fa lui qui?! – sbraito furente, additandolo con la mia arma.- Qualcuno per favore mi fornisca una spiegazione! E’ che sia valida! Mi raccomando! – puntualizzo. Sto sognando?! Prima Yuffie, e adesso anche lui?! Il prossimo chi sarà? Quella specie di gatto con la corona?

 

Cloud allunga il suo braccio per scostare lateralmente il bastone elettrico. Gli lancio un’occhiata non proprio cordiale, e ritraggo la mia arma come un perfetto spadaccino.

 

- Lui verrà con noi. Ci sarà d’aiuto. - Mi volto di scatto verso l’esterno. E’ Tseng.

 

- Dobbiamo andare!- esclama Elena facendoci cenno di lasciare lo stabile.

 

- C’è qualcosa che non so e che forse dovrei sapere?- domando avvicinandomi al mio amico Rude.

Il compare è accanto a me. Muto come un pesce. Forse avrei dovuto chiederlo ad Elena?

 

Mentre percorriamo il breve tragitto che va dallo stabile alla nostra auto, cado assorto dai pensieri.

Un momento. Facciamo mente locale in un attimo.

Nel pomeriggio Tseng ci comunica che qualcuno ha intenzione di sabotare il progetto di ricostruzione della nostra base, m’infurio come una bestia perché ho l’ordine tassativo di non intervenire su qualsiasi cosa succeda, ma taccio. Dopodichè, prima di uscire dall’ufficio del capo, lui ci comunica di dover effettuare un pattugliamento notturno nei pressi della base in costruzione, nella sera stessa. Cioè adesso.

Ok. Detto questo… si può mai sapere perchè Cloud debba venire con noi?! Non siamo abbastanza forti?

E poi… Lui non è un Turk!!

 

- Reno!- la voce di Elena mi fa ritornare alla realtà. Mi giro verso di lei per dirle in maniera sgarbata un bel “che c’è adesso?!” ma purtroppo vengo ostacolato dall’auto di noi Turks, che mi finisce contro. O meglio… sono io che prendo in pieno lei. La bionda scuote la testa, mentre mi lamento sommessamente tenendomi le parti basse assai doloranti, che bruciano come se fossero state appena messe a macerare nell’aceto.

 

- Maledetta carrozzeria di metallo!- dico con tono piuttosto incazzato.

Il mio amico pelato infila una mano in tasca prendendo le chiavi dell’auto e si avvia al posto di guida con fare silenzioso.

Rude, Elena, Cloud, Tseng ed io.

“Uno… due… tre…quattro e cinque.”- penso soffermandomi un po’ di più sul capo del quinto individuo.

Riconto il numero di persone con le dita. In seguito mi sposto sui posti a sedere della macchina.

Due davanti, due dietro.

Quattro in totale.

 

- Sono quattro!- esclamo a gran voce. – Quattro comodi!

Elena e Tseng si girano a fissarmi, e con aria assai dubbiosa esclamano in coro:

- Quattro?

 

- Mi riferisco all’auto! Ci sono quattro posti… e se ancora non l’avete notato, noi siamo cinque…-dico indicando con l’indice quel biondo intruso di nome Cloud. – Oltretutto, non vedo nemmeno la sua moto, qui nei dintorni. Deduco quindi che quel soldier mancato debba venire con noi. – sbuffo contrariato, e malcontento dalla ridicola situazione.

 

 

Elena rivolge uno sguardo al capo come per dire “Reno ha ragione”. Vorrei sapere perché non l’ha detto! Una volta tanto mi piacerebbe sentirle pronunciare una cosa simile.

Tseng si appresta a salire in auto, non prima però di aver esclamato:

- Il tragitto è breve.- Un attimo! Questo significa che tre di noi dovranno sedersi dietro?!

Io no di certo!

Mi guardo attorno. Ma se il capo e il mio compare Rude sono seduti comodamente davanti, e se la matematica non è una semplice opinione, questo dà ad intendere che il sottoscritto dovrà dividere il posto con i due biondi…?

 

NO!!!

 

 

 

- Elena, hai forse voglia di mangiare frittelle, stasera? – le dico con un leggero sarcasmo, intanto che mi trovo schiacciato tra la portiera dell’auto e la bionda Turk. Guardo Cloud di sottecchi. Sembra non scomporsi o lamentarsi per niente. Eppure si trova nella mia stessa situazione… - Hey, tu! Non potevi seguirci con la tua attrezzatissima moto?

 

Aspetto fiducioso una sua risposta, ma è Elena che discorre per lui:

- Meno ingombri, meno casini.

 

Accetto la risposta, e taccio paziente per poi tornare alla carica: - Ma non era breve il tragitto?- esclamo facendo riferimento alle parole di Tseng, dette prima di iniziare la traversata scomoda. E’ più di mezz’ora che stiamo viaggiando!

 

- Siamo quasi arrivati.- risponde acutamente Tseng.

Cerco di voltarmi per sbirciare fuori dal finestrino. Non vedo granché.

E’ tutto buio e poco illuminato. La macchina si ferma all’improvviso, tanto da farmi sbattere con metà faccia sulla lastra di vetro del finestrino, ed emettere un remissivo gridino.

 

Rude fa compiere un mezzo giro alla chiave d’accensione dell’auto, fino a spegnere del tutto il motore. Fatto ciò, solleva la leva del freno a mano che emettendo un gracchiante rumore, e sfila via le chiavi dal cruscotto.

 

- Scendiamo dall’auto. Vi spiegherò i dettagli della missione non appena saremo fuori.

 

- “Missione”?- esclamo prontamente, con orecchie tese e con voce un po’ acuta. Mi volto di scatto trucidando Elena con i miei profondi occhi acquamarina. – Tu lo sapevi, non è vero?!- le dico tutt’altro che pacato, e molto ma molto incazzato. Lei mi sorride appena, un po’ timidamente, come a voler nascondere il misfatto. 

Detesto chi mi nasconde le cose!

 

Ci sono due fattori contrastanti che mi attanagliano in questo momento.

Uno negativo, e l’altro piuttosto perbene.

Quello negativo è che tra una “missione” ed un semplice pattugliamento, c’è un abisso grande tanto quanto il Cratere Settentrionale di questo mondo. E tanto per puntualizzare, io non ne sono stato informato.

Mentre il perbene, è che finalmente smetterò di assomigliare sempre più ad una frittella, e riassumerò il mio aspetto longilineo e più umano, da perfetto Turk. Non ne posso più di questa fottutissima auto!

 

Non appena la suola delle mie scarpe viene a contatto con il terreno sottostante, sento un sordo “squash”, provenire dal suolo.

 

- Davvero un bel posto per parcheggiare, non trovi anche tu Rude?- dico facendogli notare la fanghiglia sotto i nostri piedi.

 

Seguiamo Tseng che si avvia verso una mezza boscaglia, con al seguito la bionda dei Turks che si trascina una piccola valigetta di pelle nera tra le braccia.

L’ex-soldier di Midgar si guarda attorno con aria circoscritta, mentre si accinge ad accodarsi alla nostra fila. Da quando siamo partiti, non l’ho sentito pronunciare nemmeno mezza sillaba.

Il capo si ferma ai piedi di un albero, e fa cenno ad Elena di adagiare la valigia sul terriccio.

Mi infilo le mani in tasca, e porgo il capo verso il suolo. Sono proprio curioso di sapere che c’è in quella borsa.

Nonostante la scarsa visibilità, adocchio la sagoma ben definita di un ricetrasmettitore piuttosto piccolo.

 

- Distribuiscili.- ordina il capo alla collega.

Mi vedo porgere uno di questi affari proprio sotto il mento, così lo afferro.

E’ piccolo, nero e rettangolare. Sulla cima c’è un’antenna estensibile e sottile, al centro ci sono due pulsanti, uno dei quali ha un colore tendente al rosso. Qualcosa che gli permetta di staccare dal resto dell’aggeggio e di essere notato con più facilità. Inoltre, poco sotto l’appendice, è situato uno schermo. Un monitor per identificare qualcosa, oppure un semplice radiolocalizzatore.

 

- Però!- esclamo di gusto - E’ uno dei nuovi giocattoli della Shin-Ra, zo to?

 

- Si tratta di un ricetrasmettitore munito di radar che consente mediante l’utilizzo di questi appositi bracciali, di identificare e rilevare la nostra posizione. Qualunque essa sia.- spiega Tseng. Elena mi consegna per l’appunto uno di questi “appositi bracciali”, in seguito se ne allaccia uno al polso destro.

Lo guardo meticolosamente. Ok, può andare. Dopotutto non è poi così male. Un cerchietto nero fatto forse di gomma, con una placchetta di metallo molto spessa sulla chiusura.

 

- Cercate di non perderli.- esclama Tseng mentre si appresta a chinarsi verso il suolo per posizionare una grossa cartina.

Mi accovaccio anche io gettando uno sguardo alla mappa e magari tentare di capirci qualcosa.

 

Il capo punta l’indice su una parte del foglio.

- Noi ci troviamo qui. La base in costruzione invece si trova da questo lato. In mezzo alla boscaglia.

 

Cosa?! In mezzo alla boscaglia?!

- Capo!- tuono fulmineo- Vuoi dire che abbandoneremo un’Healin Lodge immersa nel fogliame e negli insetti, per sistemarci in un posto praticamente simile?! – Pensavo che la nuova base fosse situata in un luogo un po’ più decente! Guardo Rude quasi con le lacrime agli occhi. Mi sono illuso per tutto questo tempo?

 

Tseng abbozza un qualcosa molto simile ad un sorriso.

- La boscaglia attorno alla base sarà in parte abbattuta. Il resto invece resterà tale per permetterci di avere un tipo di barriera naturale ed una più proficua copertura.- mi spiega in seguito.

Tiro quasi un sospiro di sollievo. Per un attimo mi sono visto barricato nella mia nuova camera, cotto come un pollo a causa dell’afa, a fissare centinaia di fastidiosi insetti spiaccicati sul vetro della finestra, in una calda giornata d’agosto. Uno scenario orribile.

Il capo riprende il suo discorso facendoci cenno di prestare maggiore attenzione alla cartina.

- Lo scopo della nostra missione è di piazzare il maggior numero di spie a largo campo d’azione, nella zona attorno alla base nemica.

Finisco dritto con la testa nel terreno, soffice ed impregnato di un odore simile alla muffa, non appena odo le parole del nostro capo.

Rude mi afferra per il colletto della giacca, tirandomi prontamente su.

 

- Capo! – tuono per l’ennesima volta fulmineo- Hai detto “base nemica”?!- gli domando con occhi spalancati intanto che il mio amico continua a reggermi per la giacca. Non so se urlare dalla gioia, oppure imbestialirmi per essere stato ingannato così subdolamente.

 

- Sono stato informato da Valentine, sui ribelli che intendono sabotare il piano di ricostruzione della nostra nuova base. – rivela alla fine Tseng.

 

Ahh! Adesso mi è chiaro il perché di quella sua visitina allo stabile, quando si tenevano le selezioni dei futuri cadetti…!

Sarà pure una notizia piuttosto attendibile, però si tratta sempre di un ex-Turk, e per di più, di un… nemico? Mi crogiolo un attimo nei dubbi. Ex-nemico? E poi, come mai il signor Valentine si interessa così tanto all’incolumità della nostra base? 

 

- E secondo te, possiamo fidarci di un mezzo vampiro come lui? E soprattutto di questo biondo?!- ribatto all’istante verso Tseng, mentre indico Cloud con l’indice ben teso della mano destra.

 

- Se nascesse una nuova fazione di ribelli molti più preparati militarmente, e pronti ad impadronirsi della Shin-Ra e di tutta la sua tecnologia segreta, per seguire e continuare l’operato di Sephiroth, mi vedrei costretto ad allearmi con voi per combattere una minaccia ancor più pericolosa di tutta la vostra Shin-Ra stessa.- risponde il biondino, senza tante pretese. – I segreti che custodite sul progetto Jenova, ora come ora sono più al sicuro nelle vostre casse, che i quelle di altri. – parlotta in seguito, con un filo accennato di voce.

 

- Finalmente sento la tua voce! – esclamo lieto, mettendo poi pensieroso - Quindi… tu e quel vampiro occhi rossi, sareste pronti a difendere addirittura la Shin-Ra, debole com’è in questo brutto e sventurato periodo, pur di scongiurare un disastro ancora più grande?

 

- Non ho mai parlato di difendere la Shin-Ra.- mi puntualizza all’istante. – Cerchiamo solo un modo per evitare catastrofi più grandi.

 

Mi sento quasi gelare soltanto guardando quei suoi occhi di ghiaccio. In un certo senso mette un po’ di paura… A momenti riesco quasi a vederci la mia sagoma riflessa, lì dentro.

Mi sento il dovere di difendermi meccanicamente da quegli occhi: -  Ok ok! Calma! Tutti noi sappiamo che sei un fattorino e non una guardia del corpo e che non alzeresti mai un dito per aiutare la nostra Compagnia, fatta eccezione se si trattasse di una buona causa. E questa lo è, giusto?- sibilo frettoloso, rabbonendolo con la mia furtiva replica. Mamma mia e quanto sei acido! Sarà perché il gene dei biondi è così? Dopotutto lui ed Elena sono un esempio. 

 

Vedo Tseng alzarsi in piedi e distribuire dei piccoli contenitori di plastica, stretti e lunghi come la custodia di una penna stilografica, ai miei compagni.

Faccio forza sulle ginocchia per portarmi in posizione alzata, e ricevo anche io uno di quegli astucci.

Lo scuoto come se fosse un piccolo uovo di cioccolato con tanto di sorpresa all’interno, ma ad un tratto Rude mi circonda il braccio con una delle sue grosse mani.

 

- Fa attenzione. Sono delicate.

Storco le sopracciglia mentre Tseng apre uno degli astucci per mostrarci il contenuto.

 

- Si tratta di potentissime spie elettroniche. Piccole nelle dimensioni, ma con un vastissimo campo d’azione. Il vostro compito sarà quello di avvicinarvi ai puntini lampeggianti che vedrete una volta acceso il trasmettitore, e posizionare ognuna di queste spie nel punto esatto indicato sullo schermo. Naturalmente ad ognuno di voi è stata assegnata una zona diversa per velocizzare le operazioni. Ovviamente- continua il capo richiudendo il contenitore con la massima cura - la missione dovrà svolgersi nel silenzio più assoluto. Evitate ogni sorta di problemi, e se doveste incontrare degli estranei, evitate anche loro, nascondendovi. Quest’incarico è segreto, e dovrà restare tale, a tutti i costi.- Tseng mi rivolge un’occhiata. Quasi a volermi raccomandare le sue parole più del dovuto, rispetto ai miei compari.   

Non so perché ma sento una forte scarica di adrenalina pura che mi sta salendo al cervello.

Sono elettrizzato! Mi piacciono questo tipo di missioni!

Mi infilo l’astuccio contenente le cinque spie, in tasca. Mi allaccio il braccialetto e afferro stretto il ricetrasmettitore. Direi che sono pronto all’azione.

 

- La missione avrà inizio non appena vi darò il segnale di accendere le vostre trasmittenti. Fatto ciò, comincerete. Per qualsiasi problema, premendo il pulsante nero, si attiverà un contatto con il membro della squadra più vicino a voi in quel momento, in modo tale da potervi permettere di comunicare tra voi in caso qualcosa andasse storto. Per maggiore sicurezza, formeremo delle squadre. Elena verrà con me, mentre Reno sarà con Rude.- Direi una scelta alquanto prevedibile. Sulla coppia Rude/Reno non ci piove! Io e il mio socio siamo come due compari! E la cosa fondamentale è che insieme si lavora benissimo. Però… adesso che ci penso, siamo in cinque. E ciò significa che…

 

- Lui sarà da solo?- domando divenendo perplesso, e facendo riferimento al biondino accanto a me.

 

- Non ho bisogno di una guardia del corpo.- mi risponde lui all’istante. Acido e sbrigativo come solo lui sa e può fare.

 

- Mi preoccupo per la tua incolumità, e tu mi ripaghi con un gesto così sgarbato?- gli canto un po’ stizzito.

 

- Ci sono domande?- chiede Tseng per rompere il nostro breve battibecco e per partire.

 

Mi faccio immediatamente avanti: - Sì, una! – dico facendo un sorrisino un po’ forzato ed evidente - Perché diavolo non sono stato informato di niente?!

Tseng s’incammina verso il lato est della boscaglia, con Elena al seguito.

 

- Dovevamo impedire che trapelassero delle voci riguardo questo incarico.

 

- Capo!- scatto all’istante- Vuoi forse dire che non hai fiducia in me?- mi fiondo nella sua direzione per avere una conferma.

 

- Non ho detto questo.

 

- Il capo si riferiva al tuo popolare vizio di parlare…troppo.- esclama Elena, sottolineando troppo quel “troppo”. Stringo le mani a pugno per la rabbia, ringhiandole contro.

Rude mi strattona per un braccio.

 

- Io sono stato avvertito del nuovo programma mezz’ora prima di partire. – mi rivela. Lo guardo nella speranza che mi dia un po’ di calma. Ma con quella stazza che si ritrova, difficilmente sarà così.

Decido di tacere e volto lo sguardo altrove.

E’ vero che parlo molto, ma non sono mica così stupido da farmi scappare una cosa tanto importante? Mi giocherei il mio tesserino da Turk se non fosse vero!

Mi sento ancora leggermente scioccato, ma Tseng è pronto. Solleva il suo trasmettitore portandolo quasi all’altezza del capo, e adagia il pollice sul pulsante rosso.

Tutti noi lo seguiamo a ruota.

Estraggo l’aggeggio nero con l’antenna, e lo porto sotto la vigile attenzione dei miei occhi.

Mi tremano quasi le mani per l’emozione.

 

- Iniziamo!- il capo pigia il bottone che emette un sordo click.

Io faccio altrettanto così come Rude che si trova accanto a me.

Il piccolo schermo si colora di una luce bluastra che si affievolisce un po’ subito dopo la comparsa di cinque puntini rossi, che iniziano a lampeggiare simultaneamente.

Uno ad uno, noi Turks, Cloud compreso, ci diramiamo in direzioni opposte, secondo le precisi indicazioni della trasmittente.

La mia prima missione dopo ben tanto tempo, è finalmente giunta. Ed io, sono fuori di me dalla gioia!

 

 

 

 

 

 

 

 

Messaggi da parte dell’autrice:

 

 

Per Youffie: La teoria del mako, non mi convince tanto, però se Reno avesse avuto i capelli un po’ più insipidi beh… non sarebbe di certo stato lui!

Per lo strano comportamento di Yuffie, lo capirai purtroppo più avanti. Molto ma molto più avanti. Comunque per non farti penare tanto, ti do giusto una piccola anticipazione:

Yuffie = Materia! Come sempre d'altronde…!

E poi… Reno conosce poco poco Yuffie, di vista ogni tanto, soprattutto in passato ma… per Yuffie non è proprio così…! ^,,^ Diavoletta fino in fondo, lei!

Tu continua a farmi notare gli errori, che io intanto prendo appunti! Grazie a te mi sto qua e là correggendo quel poco che riesco a correggere, nella storia! Sei davvero un aiuto prezioso!

 

Per Rena-ta: Recensione lunghissima la tua! Me tanto felice e commossa! ;___;

Devo però ahimé deluderti… non ci sarà nessun combattimento tra Reno e Yuffie, almeno in Red Head… Però sono sicura che forse la cosa non peserà poi tanto, dato che tra le liti e le marachelle che i due intraprendenti scalmanati si combinano a vicenda, c’è di che vivere!

Senti ma… davvero Crisis Core non arriverà mai in Italia? No perché la cosa è molto ma molto strana… Voglio dire, i giochi dei vari Final Fantasy, vendono un botto, ed è impensabile che un titolo come quello, oltretutto per una console della Sony che non sembra avere tanto successo (almeno agli inizi), mi sembra vitale! Hanno tradotto ed importato Chocobo Tales e Final Fantasy 3 per nintendo DS, figuriamoci il Crisis Core! Secondo me, prima o poi arriverà! Di solito ci mettono un annetto o poco più, dopo l’uscita ufficiale in jap, ad arrivare da noi! Teniamo incrociate le dita, sennò che me la compro a fare la PSP? Voglio collegare la mini console alla PS3 e vedere Reno in alta definizioneeeee sul televisore di casaaaaa!!!!! AAARRRRRGH!!! >___< Faccio il diavolo a dieci, sennò, zo to!

Yuffie comunque non è coinvolta con il risorgimento della Shin-Ra. C’è un altro personaggio, che conoscerai più in là, che vuole ostacolare la Compagnia!  

 

Per Sirene chan: Lietissima che la mia fic ti piaccia! Sono felicissima perché ci speravo tantissimo. Ho riposto tanta fiducia, nella mia Red Head, e leggere recensione come le tue, e quelle di molti altri, mi fa sentire appagatissima! Continua a leggere se vuoi, mi farebbe davvero piacere! E grazie!!!

 

Per tutti: AUGURISSIMI DI BUON NATALE, RAGAZZI!!! Trascorrete questa splendida festività nel migliore dei modi, e siate tanto ma tanto felici!

 

                                                                                                         Botan

 

   
 
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