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Autore: Padmini    08/06/2013    0 recensioni
Questa non è una vera e propria storia. Sono tre avventure, ambientate a Vittorio Veneto, che ho utilizzato per una caccia al tesoro. Tre squadre, tre storie differenti, sette luoghi in cui recarsi per trovare gli indizi e arrivare infine ad un'unica meta finale.
Pubblico le storie a beneficio dei partecipanti, in modo che possano leggere anche quelle che non hanno vissuto.
La prima storia narra della ricerca di un assassino;
La seconda è la fuga di un traditore;
La terza la ricerca di un giovane, deluso per amore, che forse tenterà un gesto estrmemo.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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0.STAZIONE DELLE CORRIERE

Max scese dall'autobus tremando. Il pacco che portava con sé non era particolarmente pesante, ma per lui rappresentava un fardello oltremodo oneroso. Una parte di sé si era già pentita di quel gesto folle, ma tutto sommato un'occasione del genere non si sarebbe presentata ancora facilmente.

Il furto alla galleria d'arte era stato un vero successo. Secondo il piano avrebbero dovuto trovarsi nel loro nascondiglio a Milano, ma quando si era visto tra le mani quella meravigliosa tela non aveva resistito.

Aveva poco tempo per sparire dalla circolazione ma prima doveva assolutamente mettere al sicuro il tubo contenente il quadro. Per non destare sospetti avrebbe dovuto muoversi per la città con disinvoltura, ma visto lo strano colore dei capelli, un blu elettrico che Renzo avrebbe sicuramente riconosciuto, non lo avrebbe aiutato a mimetizzarsi. Aveva bisogno di cambiarlo e alla svelta. Con passo deciso si avviò a cercare ciò che gli serviva.

 

1.PRIMO PIANO

Aveva praticamente corso fino al negozietto per prodotti per capelli, tenendo il cappuccio della felpa sopra la testa. Comprò la tintura nera velocemente ed uscì rapidamente come era entrato, sempre guardandosi attorno. Renzo lo stava cercando e non avrebbe risparmiato i suoi aiutanti per riuscire a trovarlo ovunque si fosse nascosto.

Si guardò gli abiti consunti. Doveva cambiarli assolutamente o si sarebbe trovato nei guai. Sempre nascondendosi sotto la stoffa della felpa si diresse verso il luogo dove avrebbe trovato ciò che cercava.

 

2.MERCATINO DELL'USATO

Aveva corso e a tratti camminato ma quando arrivò a destinazione, complice l'ansia e la corsa, aveva il fiatone. Poco distante dall'entrata cercò di ricomporsi ed entrò tranquillamente. Salutò il commesso e si avventurò tra gli scaffali come se stesse cercando altro poi, pian piano, si avvicinò al reparto dei vestiti. Ne scelse alcuni a caso e si avvicinò al commesso.

“Mi scusi, se le do in cambio i vestiti che indosso potrei tenere questi?” disse mostrando alcuni abiti che teneva tra le braccia.

“Sì, certo … se vuole può cambiarsi in bagno ...” rispose l'uomo, con voce gentile.

“Ah! Giusto! Potrei usare anche il suo bagno? Sa … dovrei tingermi i capelli ...”

L'uomo lo guardò sorpreso, ma quando Max tirò fuori una banconota da cento euro sorrise e gli indicò la strada con un movimento del braccio.

Un'ora dopo Max uscì dal negozio perfettamente irriconoscibile. Si guardò nel riflesso e constatò con orgoglio che aveva fatto un ottimo lavoro, ma vide anche qualcos'altro che attirò la sua attenzione. Soppesò il tubo contenente la tela tra le mani per un istante, poi si strinse nelle spalle. In fin dei conti nessuno lo avrebbe riconosciuto. Ci sarebbe stato tempo anche per un piccolo capriccio. Sorridendo girò su sé stesso e si avviò nuovamente verso il centro.

 

3.BAR CORTINA

Era pienamente soddisfatto del suo travestimento e aveva attraversato la strada a testa alta.

Doveva festeggiare la buona riuscita della rapina e un buon bicchiere di vino sarebbe stato l'ideale, anche se sapeva che in realtà avrebbe dovuto dividerlo con il suo socio, in quel momento non si sentiva per nulla in colpa.

Entrò trionfante nell'osteria e ordinò il rosso migliore, che degustò seduto al bancone, mangiucchiando qualche delizioso salatino. Dopo qualche minuto di assoluto relax guardò l'ora e annuì deciso. Era giunto il momento di andare a recuperare la chiave del suo nascondiglio a Torino. Una volta nascosto il quadro avrebbe dovuto aspettare che le acque si fossero calmate per poterlo rivendere. Uscì dal bar e si diresse con calma verso il centro.

 

4.PASTICCERIA TORINESE

Sicuro del suo travestimento perfetto, aveva percorso il viale con tranquillità, guardandosi attorno sornione, mentre tutti gli passavano accanto, ignari di ciò che si portava dietro. Nemmeno lui conosceva il reale valore di quel dipinto, ma sapeva che doveva essere molto alto.

Entrò canticchiando in pasticceria e si accomodò al tavolino, attirando l'attenzione della commessa con un disinvolto occhiolino.

“Desidera?” chiese lei, sorridendogli e andandogli incontro.

“Mi porti un cappuccino e una brioche farcita alla crema. Mi raccomando, che sia buona come quella di Torino!” aggiunse guardandosi leggermente in giro, per poi sussurrare “Lui saprà”

La donna annuì senza capire, ma si voltò per fare ciò che le era stato chiesto. Tornò dietro il bancone per preparare il cappuccino e passando davanti alla porta del laboratorio disse l'ordine al pasticcere. Tornando indietro raccolse anche il piattino con la brioche e lo posò sul tavolo del cliente con la tazza fumante di cappuccino.

Max le sorrise e sollevò leggermente la brioche. Come aveva previsto, sotto c'era la chiave di cui aveva bisogno. Mangiò e bevve come se nulla fosse e si concesse addirittura di leggere il giornale, poi si alzò, pagò e uscì.

Non poteva più perdere altro tempo. Doveva recarsi immediatamente a depositare il quadro.

 

5.KARMA SHOP

Riccardo non si aspettava di vederlo ma lo accolse a braccia aperte. Max ricambiò l'abbraccio, poi lo trascinò lontano da sguardi indiscreti, apparentemente per parlare dei nuovi tipi di incenso che gli erano arrivati.

“Ho bisogno di lasciarti in custodia qualcosa di importante” disse sottovoce, fingendo di osservare gli ingredienti di una confezione di incenso particolarmente odorosa.

“Qualcosa che scotta?” chiese Riccardo “Devo preoccuparmi?”

“In effetti un pochino scotta, ma come al solito potrai far finta di nulla se dovessero sorgere problemi. Tu non ne saprai niente”

L'uomo annuì e parò ad alta voce.

“Vieni con me, ti farò vedere qualcosa di buono … però devi seguirmi nel retrobottega”

Max lo seguì silenziosamente dietro ad una tenda e gli consegnò il tubo.

“Tienilo da conto, mi raccomando. Mi fido di te” gli disse poggiandogli una mano sulla spalla”

“Non preoccuparti, con me sei una botte di ferro!” rispose Riccardo e, preso il pacchetto, si dileguò per nasconderlo bene. Tornò dopo qualche minuto con in mano alcuni bastoncini d'incenso, tanto per giustificare ciò che aveva detto.

“Vieni, te li do ad un prezzo speciale, non te ne pentirai!”

Max sorrise e lo seguì alla cassa. Fece finta di pagare e lo salutò, poi uscì. Non aveva più nulla da fare in città, poteva tornare a casa.

Era appena uscito dal negozietto di Riccardo e si stava dirigendo verso il centro, quando li vide. Erano grossi, minacciosi e portavano il giubbotto pieno di toppe che identificava i soci del club di Renzo. Erano lì per lui! Deglutì a fatica e fece un passo indietro, poi si ricordò del suo travestimento ma non era molto sicuro. Guardò l'ora. Non poteva rischiare arrivare in ritardo o avrebbe dovuto aspettare molto di più ed era un rischio che non voleva correre. Decise di cercare di ingannarli e tornò indietro come se si fosse dimenticato di qualcosa, dandogli le spalle per non farsi identificare. Dopo pochi metri entrò nel primo negozio alla sua destra.

 

6.OTTICA CENTRALE

Gli uomini di Renzo lo stavano cercando e non poteva permettere che ci riuscissero. Si era nascosto varcando la prima porta utile senza sapere dove portasse. Si guardò attorno e capì di essere nel negozio dell'ottico. Cosa poteva voler fare lì? Non aveva motivo di trovarsi in quel luogo ma non fare nulla avrebbe insospettito i suoi inseguitori. Si avvicinò ad una vetrina e adocchiò un paio di occhiali da sole. Li fece prendere dal commesso e li provò. Non aveva intenzione di comprarli ma quando vide che gli stavano bene e che lo aiutavano a mascherarsi ulteriormente non ci pensò due volte e li comprò. Almeno quella piccola deviazione aveva avuto la sua utilità.

Guardò fuori dalla vetrina e vide che gli uomini si erano diretti verso Ceneda perciò uscì e velocemente si avviò nella direzione opposta.

 

7.LIBRERIA AL VIALE

Ormai era fatta, o almeno lui così credeva. Pochi metri ormai lo dividevano dalla libertà ma vide quella strada bloccata in più punti da altri uomini del suo ormai ex amico. Non aveva scelta, doveva prendere la via più lunga ed eventualmente sparire ancora dalla strada, magari entrando in un altro negozietto. Camminò cercando di dissimulare l'ansia che invero lo pervadeva e camminò senza deviare la sua direzione, mantenendosi disinvolto.

Quando raggiunse l'incrocio si voltò a guardare e vide che gli uomini erano sempre lì, così decise di fare un'altra deviazione sulla sua strada ed entrò in un negozietto. Le vetrine erano ampie e chiunque avrebbe potuto vederlo da fuori, ma non aveva avuto altra scelta. Restò lì dentro per qualche minuto poi guardò l'ora e si rese conto che non poteva più tergiversare, così uscì senza aver comprato nulla e corse via, pur sapendo di rischiare di essere visto.

 

8.STAZIONE

Tra la libreria e la stazione dei treni, dove a breve sarebbe arrivato il suo, non c'erano nemmeno centro metri. Li fece tutti di corsa e arrivò ansimando. Salì le scale e si guardò indietro. Nessuno lo aveva seguito. Sospirò di sollievo ed entrò trionfante. Fece il biglietto e controllò l'orario del treno. Tutto era perfetto.

Obliterò il biglietto e uscì al binario, sorridendo al sole che stava tramontando. Aveva avuto dei momenti di panico ma ormai erano passati. Si sentiva sicuro e forte.

Non aveva fatto che pochi passi lungo la pensilina, annoiandosi in attesa del treno, quando sentì delle voce alle sue spalle.

“Credevi di riuscire a scappare così, Max?” gli chiesero tre uomini dietro di lui.

Max si voltò tremante e riconobbe i suoi inseguitori e, tra di loro, Renzo. Lo fissava con evidente soddisfazione e malcelato odio.

“Volevi ingannarmi ma ora la pagherai”

Renzo fece un cenno ai suoi uomini che lo presero per le braccia e uno di loro sferrò un potente pugno sullo stomaco del poveretto.

“Ormai ho già recuperato il quadro. Sei stato così ingenuo da farti seguire. La prossima volta prima di tentare degli azzardi simili cerca di imparare a nasconderti meglio” disse con un sorriso beffardo in volto, poi si rivolse agli uomini “Lasciatelo pure, sono convinto che questa lezioncina gli servirà d'aiuto per il futuro e non farà più il cattivo bambino”

Ridendo, Renzo se ne andò, seguito dai suoi amici, lasciando Max in ginocchio e senza fiato per il pugno e lo spavento.

   
 
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