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Autore: jomarch    09/06/2013    4 recensioni
1976, sesto anno dei Malandrini. L'amicizia tra James, Sirius, Remus e Peter, il cambiamento di James, la storia di Lily e del suo litigio con Severus sullo sfondo di una guerra che sta per scoppiare. Una guerra in cui saranno chiamati a prendere posizione.
Genere: Romantico, Introspettivo, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO TRENTAQUATTRESIMO

 

This is the first day of my life
I swear I was born right in the doorway
I went out in the rain suddenly everything changed
Their spreading blankets on the beach
- First Day Of My Life, Bright Eyes- *

* Questo è il primo giorno della mia vita

Giuro di essere nato proprio fuori dalla porta

Sono uscito sotto la pioggia ed improvvisamente tutto è cambiato

Loro stavano stendendo coperte sulla spiaggia



 

 

 

 

Vigilia di Natale 1977

 

TILFORD, SURREY, CASA EVANS

 

“Oh mamma, dici che gli piaceranno lo stesso anche se ad alcuni gli occhi si sono fusi coi capelli ed ad altri il braccio è incollato con la glassa?” Lily, mordendosi il labbro inferiore si appostò di fianco al lavello, dove la madre stava sciacquando le ciotole usate per impastare.

Aveva le mani sporche di glassa ed il pavimento sotto al punto del tavolo sul quale aveva appoggiato la sac à poche si era macchiato con una grossa chiazza di liquido bianco ed appiccicoso.

Lily, sgranando gli occhi, appellò silenziosamente la sua bacchetta (ringraziando mentalmente il Professor Vitious di averli fatti esercitare sugli incantesimi non verbali) che, in un batter d'occhio, volando per la casa, raggiunse Lily in cucina, la quale, mormorò un veloce “Gratta e Netta”, facendo così sparire la macchia prima che Rose Evans potesse rendersene conto.

“Lily... saranno buoni lo stesso! Vedrai che faranno più caso al sapore che non al resto!” esclamò la signora Evans, chiudendo il rubinetto.

Lily sospirò. Forse più per il sollievo che sua madre non si fosse accorta del pasticcio che aveva combinato sul pavimento che non per il dispiacere di non essere stata in grado di decorare gli omini pan di zenzero come desiderava.

“Lo so mamma... è che non tutti sono carini. Alcuni sì. E quelli sicuramente andranno a loro. Ma altri sono bruttini. E sicuramente li teniamo noi.”

“Stai certa che non finirà nulla di buttato! Sono talmente buoni! E poi è solo il secondo anno che proviamo a decorarli... un po' di pratica e li faremo benissimo, non credi? E poi... forse l'importante è che non ci fossero mandorle e nocciole: mi sembra di ricordare che l'unica avvertenza fosse questa, non una pessima decorazione, ti pare?” sua madre ridacchiò, ripensando al gufo arrivato da Remus la mattina precedente con la raccomandazione di ricordare di evitare la frutta secca cui lui era allergico.

Rose Evans era forse più eccitata della figlia all'idea di ospitare quella sera i quattro nuovi amici di Lily: da quando il rapporto con Severus si era guastato senza che lei ne avesse capito i motivi, aveva visto Lily chiudersi sempre più in se stessa e nessun compagno era mai stato nominato nelle lettere che scriveva a casa o nei racconti della scuola durante le vacanze. Pertanto, quando il Natale precedente un gufo era arrivato con un pacchetto mandato da un certo Remus, Rose Evans aveva tirato un sospiro di sollievo.

Era stato molto difficile per lei e per suo marito accettare che la loro Lily appartenesse ad un mondo in cui non avrebbero mai potuto seguirla per davvero, un mondo a loro precluso e che potevano solo osservare da lontano con curiosità, carichi di domande e di apprensione.

Lily aveva solo undici anni quando era salita su quel treno, da sola, se non fosse stato per la compagnia di quel ragazzino che abitava poco lontano da loro. In città non correvano buone voci sulla famiglia Piton, tuttavia, come Rose stessa aveva potuto constatare, Severus era un bambino educato e posato e sua madre Eileen una donna certamente di buone maniere. Inoltre la signor Piton aveva fornito loro qualche spiegazione aggiuntiva sul Mondo Magico, chiarendo loro alcuni dubbi e per loro era stato di gran conforto sapere che Lily non si era incamminata sola quel Primo Settembre.

Negli anni seguenti, Rose si era accorta, come ogni buona mamma, che c'era qualcosa di strano nell'amicizia tra Lily e quel ragazzo: le sembrava un rapporto morboso e una strana espressione riempiva lo sguardo di Severus. Tuttavia, Lily era a casa talmente poco durante l'anno che Rose cercava di convincersi che forse non c'era niente di cui preoccuparsi: lei non era ad Hogwarts con Lily, pertanto non poteva sapere esattamente come stavano le cose.Forse c'erano degli amici, le sue compagne di stanza. Forse Lily e Severus passavano molto tempo insieme durante le vacanze per il semplice fatto che l'uno fosse per l'altra il compagno più vicino durante il periodo di sospensione delle lezioni.

Tuttavia quando l'anno precedente lei ed Edward videro Lily sul binario di ritorno per l'estate, Rose capì immediatamente che qualcosa si era rotto e tanta era l'apprensione nel riaccompagnarla a scuola in autunno.

Poi era arrivata quella sciarpa a Natale. E nelle lettere c'erano dei nomi: Remus, dapprima, poi James. Remus e James. Poi si erano aggiunti Peter e Sirius.

Finalmente, dopo averne letto per settimane, poté vederli scendere tutti e cinque dall'Hogwarts Express: Lily al centro, come scortata da quei quattro ragazzi. Lily stava sorridendo.

“Mamma.... forse avremmo dovuto preparare anche le stelline alla cannella...”Lily la guardava mordendosi il labbro.

“E' tutto il giorno che siamo in cucina! Penso che per quest'anno potrà bastare, non credi? Prima hai detto di aver contato una sessantina di omini pan di zenzero...” fece notare Rose Evans.

“Sì... hai ragione. E poi è già tardi...Adesso che la glassa è asciutta li sposto sul piatto.” Lily andò verso la credenza e prese un altro piatto da portata per trasferirvi i biscotti. Poi si toccò la tasca del grembiule in cui aveva infilato un sacchettino di cotone e sospirò sorridendo.

“Io esco. Vado a cena dai genitori di Vernon. Ci vediamo domani mattina.” Petunia passò dalla cucina a salutare la madre. Lily rimase immobile tra le due ante aperte. Desiderava urlare tutta la sua rabbia. Eppure restò zitta e si concentrò sul sacchettino di cotone che custodiva in tasca.

 

“Sono così contenta che siate venuti qui questa sera!” esclamò Lily, senza riuscire a trattenere l'entusiasmo.

“E' stata la Vigilia di Natale più bella!”aggiunse in fretta.

Lily adorava il Natale. Amava il mese di dicembre con la sua attesa del 25 Dicembre: le luci colorate che iniziavano ad illuminare le città fin dai primi del mese, le decorazioni, i biscotti, il pensiero dei regali, l'albero da decorare coi suoi genitori...

Per uno strano contrappeso, a Lily la Vigilia di Natale non piaceva: le sembrava una giornata inutile e le metteva addosso molta tristezza. L'attesa stava per finire e tutta la magia di quel mese se ne sarebbe andata entro poche ore.

“Odio la Vigilia di Natale. E' un giorno triste. E mi rende di pessimo umore normalmente. Questa no però! E' stata una delle Vigilie migliori della mia vita!” sorrideva, Lily, guardando ora James, offertosi di rimanere per aiutarla a mettere a posto, ora il camino dentro al quale erano spariti da poco Remus, Sirius e Peter, ora l'albero di Natale, ora le luci sul corrimano.

Era stata una serata meravigliosa, che le aveva scaldato il cuore. I suoi amici erano venuti a casa sua, avevano conosciuto i suoi genitori, aveva offerto loro i biscotti che soleva preparare insieme a sua madre.

Lily si sentiva piena, finalmente. Piena. Piena di se stessa.

“E' così bella la Vigilia!E' il coronamento del periodo! E finalmente si scartano i regali!” obbiettò James, tornando dalla cucina senza più il piatto che vi aveva portato.

Si sedette sul divano, allungando le gambe ed invitò Lily a fare altrettanto.

“Sai, quando ero piccolo i miei genitori mi permettevano sempre di aprire un regalo ed uno solo la Vigilia dopo mezzanotte; tutti gli altri al mattino... ma uno, uno quella sera! E potevo sceglierlo io!” rise James, di quella sua risata rumorosa e cristallina che faceva brillare non solo i suoi occhi, ma anche quelli delle persone che lo guardavano.

“Davvero? Ma non è bello così! Ti perdi tutta l'attesa.... tutta l'insonnia della notte, ti perdi lo svegliare i tuoi genitori al mattino prestissimo!Ti confesso che ancora adesso mi alzo all'alba la mattina di Natale!” esclamò Lily, gesticolando vigorosamente. Sentiva già che quella notte non avrebbe dormito. Le sembrava strano che qualcuno aprisse i regali la notte della Vigilia. Non le piaceva affatto, in realtà.

“Bè, ma dopo che aspetti per mesi, vuoi solo scartare qualcosa! E te li trovi tutti lì, sotto l'albero i pacchi... io sceglievo sempre quello più grosso: sapevo cosa conteneva. Era quello delle costruzioni. Mi ricordo che io e mio padre restavamo alzati ancora dopo, ad ordinare ai pezzi come disporsi per costruire il castello di Hogwarts o lo stadio del Puddlemere United.” rise ancora James, questa volta di una risata un po' più amara.

Lily non disse niente. Nessuna parola avrebbe potuto placare quell'inquietudine.

Così rimase zitta. Gli strinse la mano ed appoggiò la testa sulla sua spalla.

Rimasero così sino a quando James non si alzò.

“James... devi andare anche tu?” Lily lo disse piano, con gli occhi rivolti verso l'albero di Natale illuminato.

“Posso restare ancora un attimo se vuoi...” le rispose James. Voleva lasciarsi alle spalle la sensazione che gli aveva lasciato la conversazione di prima.

Guardò Lily negli occhi e all'improvviso si sentì percorso da una strana adrenalina.

“No, no... E' tardi, se devi andare. Solo.. volevo darti una cosa.” bisbigliò Lily in fretta, gesticolando ed alzandosi di scatto dal divano.

James si mise le mani tra i capelli, imbarazzato.

Lily voleva dargli qualcosa.

“Oh..ecco, ma non dovevi...” lui non aveva pensato ad un regalo regalo.

“E' un regalo per te. Ma non è un regalo regalo. E' solo un regalo. Ma non regalo regalo. Un pensiero. Capisci cosa intendo dire?” Lily era nervosa, faceva confusione con le parole ed i suoi occhi non riuscivano a soffermarsi su quelli di James. Si allontanò improvvisamente da lui, spostandosi in cucina, dove aprì uno dei dei cassetti del tavolo.

Tornò in salotto e gli porse in mano il sacchettino di cotone. James sentendolo sul palmo riuscì ad intuirne il contenuto. Omini pan di zenzero.

I più belli che Lily era riuscita a decorare.

“Grazie, Lily. Sono bellissimi.” non sapeva esattamente come rispondere, James. Era un ringraziamento semplice, ma che lui sentiva pienamente.

Immediatamente sfiorò quello che aveva capito subito essere il suo preferito tra i tre: non aveva dei pantaloni disegnati col cioccolato fuso, era pelato, senza cravattino.

Aveva solo due occhi di glassa bianca ed un gran sorriso disegnato.

E tre bottoni in fila indiana sulla pancia.

Guardò Lily, in piedi trepidante di fronte a lui.

Le sorrise incrociando i suoi grandi occhi verdi.

Quel biscotto aveva in sé qualcosa di lei. Quel biscotto sapeva di Lily.

“Oh sai che gli omini pan di zenzero vogliono conquistare il mondo... Run run run as fast as you can, you can't catch me! I'm the gingerbread man!” bofonchiò Lily in qualche modo.

James rise, più forte ora. Lily intanto continuava a guardarlo.

“Allora facciamo in modo che non nuoccia a nessuno!” propose James, staccandogli il piede sinistro ed ingoiandolo in un sol boccone.

“Buono.”sussurrò. “Grazie!” aggiunse.

“Oh bè... non è un regalo regalo...” si giustificò ancora Lily, questa volta avvampando d'imbarazzo.

Abbassò ed alzò la testa.

Adesso i suoi occhi incontravano perfettamente quelli di James, senza essere in grado di spostarsi.

Erano vicini. Sempre più vicini. Lily si avvicinò ancora di più, senza saperne il motivo.

James la guardava fisso.

Ci aveva pensato spesso, negli ultimi tempi. E adesso che l'aveva lì davanti non sapeva cosa fare. Le cinse la vita con un braccio e Lily fece altrettanto.

Si appoggò per un attimo al suo petto, percependone il respiro.

Non era mai stata così vicina a qualcuno.

James si chinò verso di lei, ma fu Lily a compiere il passo più grande lasciandosi finalmente andare, senza opporre più resistenza alcuna.

 

 

 

 

Sono tornata. Spero per restare, ma ormai non mi lancio più in proclami.

Spero che questo capitolo interamente dedicato a Lily e James vi piaccia. Questi sono la mia Lily ed il mio James e diversamente da così non avrebbe potuto andare.

Grazie a chi è rimasto ed a chi si è aggiunto

 

Jomarch

  
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