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Autore: Sara Black    09/06/2013    3 recensioni
Sono passati sette anni da quando i Volturi hanno lasciato Forks. Sette anni in cui la vita della famiglia Cullen scorreva felice e agiata, ma…Renesmee? Come vive la sua esistenza di metà vampira e metà umana? Jacob le sarà accanto? Le spiegherà dell’imprinting? Andrà via di casa? I Volturi ritorneranno? Nuovi incontri, personaggi terrificanti, amicizie, scontri, litigi e chiarimenti coloreranno la vita della piccola, ma forte e coraggiosa, Renesmee. Nel prologo è Jacob a parlare, ma nei capitoli vedremo una dolce e determinata Renesmee; inoltre ci saranno anche dei pov Jacob o Edward.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Renesmee

Mentre dormivo sentivo che al piano di sotto qualcuno si agitava e parlava frettolosamente.
Bella correva da una stanza all’altra e parlava con qualcuno al telefono. Cercai inutilmente di ascoltare ma non ci capivo niente.
Mi alzai dal letto e scesi a controllare.
<< Nessie >>, mi sentì chiamare e Alice mi si parò davanti.
<< Cosa succede? >>, le chiesi assonnata.
<< A Seattle ci sono degli indizi >>, mi rispose.
<< Davvero? >>. Che sollievo. << Allora, parla >>, la incitai.
<< Niente da fare. Dobbiamo essere sicuri prima di parlartene >>. Uscì di casa e si mise a correre.
<< Cosa? Ti prego, raccontami >>, urlai seguendola.
Nessuna risposta, era già lontana.
Mia madre parlava ancora al telefono e io mi sedetti sul divano.
Mi reputavano ancora troppo piccola per capre certe cose? Non ero come gli umani, dovevano saperlo. E quella storia riguardava anche me, cavolo, anch’io facevo parte della famiglia.
Siccome quel giorno tutti erano occupati, e né Summer né Kevin erano nei paraggi, mi preparai e andai a La Push.
L’auto di Jacob era parcheggiata sul vialetto, quindi stava ancora dormendo.
Billy stava uscendo in quell’istante di casa e mi venne a salutare.
Dalla cucina si sentiva il russare di Jake, e visto che sapevo che non si sarebbe svegliato prima dell’ora di pranzo, gli preparai il caffè.
<< Buongiorno >>, mi salutò spaventandomi.
Aveva i capelli scompigliati e il viso ancora assonnato. Faceva tenerezza.
Mi fiondai tra le sue braccia e lo baciai.
<< Buongiorno >>, gli risposi.
Mi era mancato un sacco anche se erano passate solo poche ore da quando ci eravamo separati.
<< Mio padre non c’è >>, m’informò.<< Siamo soli >>.
Ecco, quante volte mi ero lamentata perché non riuscivo a stare sola con Jacob? Ora avevo paura e mi vergognavo?
Sei un fifona, Nessie.
<< Sì, l’ho…l’ho visto uscire >>, deglutì.
Si appollaiò sul divano e mi fece segno di seguirlo.
<< Questa sera usciamo? Andiamo in giro per Forks >>, mi chiese.
<< Ehm…sì >> risposi.
<< Ti senti bene? >>, mi chiese.
<< Perché non dovrei >>.
<< Lo sai che non sei in grado di mentire, vero? >>, rise.
Sospirai. <>.
Mi abbracciò forte.
Devo respirare…
Il silenzio era troppo pesante e io ero una stupida.
Come potevo sentirmi a disagio insieme a Jacob? Come potevo vergognarmi con il mio migliore amico?
Mi sentivo davvero a disagio, così mi alzai e andai in cucina a bere un po’ d’acqua. Avevo la gola secca.
Mi sedetti sul ripiano della cucina e bevvi un lungo sorso d’acqua fredda.
<< Renesmee >>, mi chiamò. Ero agitata: eravamo soli, cosa poteva succedere? Jacob non usava mai le parole per farmi capire cosa voleva e dal suo sguardo si capivano diverse cose.
Si avvicinò a me e poggiò le mani vicino ai miei fianchi. Eravamo della stessa altezza in quel momento.
<< Mi dici che cos’hai? >>, chiese ancora.
Ma qui non fa caldo?
<< Te l’ho detto, niente >>, risposi a bassa voce.
<< Mmmh, sicurissima? >>, sorrise appena.
Stava per caso flirtando con me?
<< Jake, sto bene >>, ribadì.
<< Vedremo >>. Sì, stava decisamente flirtando.
E io che pensavo che l’imprinting agevolasse le cose, che fosse tutto facile e che quella leggenda guidasse gli uomini ad amarsi.
L’imprinting era una fregatura!
Gli cinsi il bacino con le gambe e si avvicinò ancora di più a me.
Mi baciò, lento, come la prima volta, solo che in quel momento le sue mani stringevano forte i miei fianchi. Infilai le mani sotto la sua maglietta e lui m’imitò.
Mio padre gli avrebbe staccato la testa se solo gli avesse letto nel pensiero…
Mi sollevò e cominciò a camminare.
<< Dove vai? >>, sussurrai contro la sua bocca.
Non mi ascoltò e pochi minuti dopo qualcosa di morbido si piegò sotto il mio peso.
Eravamo sul suo letto, nella sa camera.
Edward avrebbe staccato la testa ad entrambi…
Il calore del suo corpo mi avvolse e la mia timidezza era andata a farsi benedire, ormai.
Mi guardò per un momento e poi si tolse la maglietta buttandola da qualche parte nella stanza.
Forse dovevamo fermarci…
Le sue mani vagavano su tutto il mio corpo e le mie erano fra i suoi capelli, troppo lunghi per i miei gusti.
Iniziò a sbottonare alcuni bottoni della mia camicetta, alcuni brividi attraversavano il mio corpo facendomi tremare.
Aria, ho bisogno di aria.
Dovevamo fermarci…
Baciò il mio collo e iniziò a scendere, arrivando alla scollatura della camicia.
<< Sta arrivando mio padre >>, disse fermandosi.
Cavolo!
Sorrise appena, si alzò e si rimise la maglietta.
Feci solo in tempo a buttarmi sul divano, che Billy entrò in casa insieme a Charlie e a Sue.
Cavolo, è stato via solo cinque minuti.
<< Ehi, Billy >>, lo salutai.
<< Nessie >>, mi salutò Charlie.
Jacob sbucò in quell’istante dalla sua camera da letto, mi prese per mano e si lanciò fuori di casa.
<< Per un pelo >>, disse ridendo. << Billy si sarebbe incazzato >>.
Non gli risposi. Eravamo rimasti soli per cinque minuti…era successo tutto in fretta…
Mi veniva da ridere: cinque minuti prima avevo paura e cinque minuti dopo ero sul suo letto quasi mezza nuda.
Ero proprio negata…
Corremmo fino a casa Cullen dove ci aspettava un Edward alquanto arrabbiato.
Ops…
<< Come ti permetti? >>, mio padre si fiondò su Jacob facendolo arretrare.
<< Cosa? >>, chiese Jacob.
<< Tu, non ti avvicinerai mai più a lei, mi sono spiegato? >>, urlò. << O la prossima volta… >>.
<< Lo voleva pure lei >>, gridò Jacob.
Gli occhi di mio padre fiammeggiarono e poi guardarono me.
<< Non ti avvicinerai più a lei >>, disse ancora, più basso.
<< Papà, ha ragione >>, sussurrai. Non lo guardai negli occhi, non volevo vedere il suo sguardo.
<< Edward >>, chiamò Carlisle. << Non c’è bisogno di urlare. Entrate dentro, abbiamo delle cose da dirvi >>, si rivolse a noi.
Nel salone erano presenti tutti i Cullen che ci lanciavano occhiate. L’unico era Emmett che rideva e mi faceva l’occhiolino.
<< Cosa è successo? >>, chiesi a Carlisle.
<< A Seattle abbiamo trovato un gruppo di vampiri, sono loro gli artefici dei vari omicidi >>, mi rispose.
<< Quando siamo andati a controllare, a casa di Summer, non c’era traccia di vampiri, solo di umani >>. Mi sembrava strano, avrei riconosciuto la scia di un vampiro.
<< Sono stati due di loro a uccidere, quando ancora erano umani, ma facevano già parte di quel gruppo. I vampiri l’hanno fatto per non destare sospetti su loro stessi >>, spiegò Jasper.
<< Ma non hanno voluto dire il perché. Li abbiamo fatti fuori >>, rise Emmett. Il solito…
<< Io credo che sia tutto un piano dei Volturi >>, disse mio padre.
<< No, non hanno prove contro di noi e non credo che ci attaccherebbero così, spuntando dal nulla >>, gli rispose Jasper.
<< Quando sono stata in Italia non avevano intenzione di attaccarci, mi avevano detto che avrebbero fatto una visita, ma ci avrebbero avvisati prima di venire a Forks >>, disse Bella.
<< E per quanto riguarda Kevin? >>, chiesi.
Entrò in sala proprio in quel momento e smettemmo di parlare. Non volevamo turbarlo, né metterlo in mezzo in questa storia.
I Cullen tornarono alle loro faccende e si sparpagliarono per tutta la casa.
<< Vado a casa, ci vediamo questa sera >>, sussurrò Jacob al mio orecchio.

Per tutto il pomeriggio rimasi in camera a pensare. Mio padre mi aveva concesso un momento di tranquillità.
Summer mi aveva chiamata due volte per dirmi che rimaneva a casa di Embry: lui le voleva presentare la madre e quindi Summer avrebbe cenato con loro.
Quindi avevo tutta la sera a disposizione, Kevin era a caccia e la mia famiglia nel bosco, solo Emmett e Jasper erano nei dintorni per sorvegliarmi.
Lo squillo del telefono ruppe il silenzio.
<< Nessie >>, urlò qualcuno dall’altro capo del telefono.
<< Nahuel >>, risposi sorpresa.
<< Sono a Port Angeles, ho comprato un piccolo appartamento >>, disse con entusiasmo.
<< Davvero? E tuo padre? >>, chiesi.
<< Non sono andato d’accordo con lui e ho voluto andarmene da lì, non era il posto per me. Ho deciso di comprarmi una casa per essere più indipendente >>.
<< Mi dispiace per il fatto di tuo padre, sapevo quanto ci tenevi ad andare d’accordo con lui >>, dissi.
<< Ha degli ideali un po’ strani per me. Comunque, devo dirti tantissime cose >>, disse ridendo.
<< Dimmi ora >>.
<< No, userò la scusa del “vieni a trovarmi” >>, rise. << Ti racconterò tutto di persona, non voglio farlo attraverso un telefono >>.
<< Oh, va bene. Te lo farò sapere. A presto, Nahuel >>, salutai.
<< Ciao, Nessie >>.
Avevo il presentimento che Nahuel avesse incontrato una ragazza a Port Angeles, dalla sua voce sembrava che fosse felice; ero contenta per lui.
Accesi il mio mp3, mi misi le cuffie e mi sdraiai sul letto.
La musica mi rilassava, ma in quel momento avevo una sensazione strana, come se qualcuno mi spiasse.
Spensi la musica e tesi l’orecchio: nessun rumore.
La sensazione non spariva però, mi sentivo spiata, e più mi sentivo così più sentivo crescere la paura.
Scesi al piano di sotto e controllai; guardai nelle stanze, nei bagni, in garage, ma niente. Non c’era nessuno.
Mentre salivo in camera mai sbattei contro qualcuno e urlai.
<< Nessie, sono io >>, disse Kevin tappandomi la bocca. << Perché urli? >>.
<< Credevo che qualcuno mi spiasse >>, dissi velocemente.
<< Ero solo io che entravo in casa. Fuori non c’è nessuno >>, mi tranquillizzò.
Tirai un sospiro di sollievo e me ne andai in camera. Mia madre tornò poco dopo insieme a mio padre e mi sentì meno sola.



Angolo autrice

Buon pomeriggio. Scusate se non ho postato ieri, ma il mio computer mi sta dando dei problemi. Avevo già scritto questo capitolo, ma il computer si è spento e non sono riuscita a salvarlo. 
Quindi mi scuso per gli errori presenti, l'ho riscritto alla velocità della luce e so che ci sono un po' di errori, perdonatemi :/
Comunque vi annuncio che questo potrebbe essere l'ultimo capitolo "felice", d'ora in poi i momenti felici saranno pochissimi. :)
Detto questo, a sabato prossimo.
Baci, Sara Black ;D
  
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