Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: firephoenix    09/06/2013    12 recensioni
Hola a tutti! Questa è una ff un po' particolare che mi è venuta fuori dopo aver fatto un disegno dove Maka sembrava Cappuccetto Rosso! Dovrebbe essere una specie di reinterpretazione della favola con i personaggi di Soul Eater (non tutti) ma non aspettatevi la solita storiella :)
Dal testo:
"Sospirai e alzai il cappuccio rosso fuoco del mio mantello incamminandomi verso la casa di Tsubaki."
Fatemi sapere cosa ve ne pare! Buona lettura e recensite please :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Spirit Albarn, Tsubaki | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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** la frase tra gli asterischi è presa dal capitolo precedente

Gustatevi l'ultimo capitolo :) buona lettura!

 

 

Freddo. Umanamente insopportabile. Dolore. Luce. Sapore pungente. Odore forte. Troppo intenso. Il mio petto si alza e si abbassa in maniera irregolare. Boccheggio. Non posso muovermi. Gli occhi girano veloci in cerca di aiuto. Vedo sfuocato. Vedo rosso e bianco. Soul? No. Sangue. Solo sangue. Troppo sangue nella neve sporcata inesorabilmente da quel peccato, da quell'orrore. Una fitta mi attraversa il cuore. È una ferita che fa male. Forse più male della gola squarciata.
Soul, perché?
 

Fissavo il tetto di rami intricati sopra di me da un tempo immemore. Ogni dettaglio era impresso nella mia mente. Mi sembrava di aver sentito che rimanere concentrati su qualcosa permetteva di non lasciarsi andare del tutto e temevo che se avessi perduto i sensi questa volta non mi sarei svegliata più. Avevo perso sensibilità e ormai lo squarcio sulla gola non bruciava più. Non osavo girarmi, ma sapevo con certezza che una grossa macchia vermiglia si era estesa alla mia destra e che tutto questo era colpa di Soul. Ancora una volta mi trovavo a pentirmi di averlo incontrato. Ancora una volta mi ero lasciata ingannare. Aspettavo di vedere la vista appannarsi da un momento all'altro, speravo di morire velocemente quasi senza accorgermene. Tuttavia continuava a non succedere nulla. Provai a muovere il braccio destro titubante e sospirai di sollievo quando vidi che l'arto rispondeva perfettamente ai comandi. Lo mossi lasciandolo strisciare nella neve verso la mia testa senza staccare gli occhi dal cielo di foglie neanche un istante. Inghiottii un gemito di repulsione quando le dita della mia mano entrarono nella neve rossa avvicinandosi al collo. Dovevo capire quanto la ferita alla gola fosse aperta. Magari potevo salvarmi. Dopotutto la speranza è l'ultima a morire e io di certo non sono una che si arrende facilmente. Trattenni il fiato e strinsi gli occhi preparandomi ad un dolore immane nel momento in cui avessi sfiorato la carne viva. Coraggio Maka, uno... due... mi morsi l'interno della guancia ...tre!
«Cos...» la mia voce uscì rauca dal troppo silenzio. Mi toccai il collo anche con l'altra mano, passandola da sinistra a destra e viceversa. L'unica cosa che rilevai fu una spessa cicatrice ricurva sulla pelle, per il resto era come se non fosse mai accaduto nulla. Per quanto umanamente impossibile, la cosa riusciva a sembrarmi logica. Ecco perché non faceva più male... non avevo perso sensibilità! Ero guarita! Mi sollevai piano a sedere e mi guardai attorno: nella neve si potevano distinguere le tracce di due corpi sdraiati, orme di piedi, una grande e inquietante massa rossa del mio sangue e la forma di zampe da lupo che si allontanavano.
Mi alzai sulle gambe intorpidite dal freddo e presi il mio mantello, indossandolo. Dovevo tornare a casa al più presto possibile o quanto meno uscire dal bosco. Percorsi qualche passo acquistando stabilità e, sollevato il cappuccio, accennai una corsetta nella direzione opposta delle orme di lupo.
Non osavo neanche minimamente pensare ad una spiegazione razionale dell'accaduto. La ragione non poteva avere ruolo in questa storia. Non riuscivo a staccare la mano dal collo dove vi era impressa l'evidente prova dell'accaduto. Avrei voluto avere uno specchio per poter osservare il segno dei denti di Soul sul mio collo. Avvertii uno sfarfallio nello stomaco e maledii il mio corpo per il suo scarso autocontrollo al pensiero dell'albino. Avrei dovuto provare solo disgusto nei suoi confronti eppure...
Smisi di torturarmi mentalmente quando giunsi ai pressi di una radura piuttosto familiare. Il ricordo di uno sparo si fece largo nella mia mente quando riconobbi l'albero dietro il quale il lupo bianco mi aveva nascosto per evitare che saltassi addosso a Spirit.
Cosa avrei trovato attraversando quei cespugli?
«C'è solo un modo per scoprirlo» dissi a me stessa per darmi coraggio, poi scavalcai i rami intricati graffiandomi le gambe snelle.
Riuscii a resistere solo pochi secondi. Dopodiché mi ripiegai sui cespugli svuotando tutto il mio stomaco dal suo contenuto. Rigettai tossendo e tenendomi le braccia sullo stomaco. Presto giunsero le lacrime ad appannarmi la vista. Come per punirmi, come per torturarmi maggiormente per ricordarmi che era solo colpa mia, mi volsi ancora verso il centro della radura, passandomi il dorso della mano sulla bocca.
Spirit, mio padre, era riverso a terra a pancia in su con l'addome squarciato, sopra un letto rosso del suo sangue. Gli occhi ancora aperti erano rivolti al cielo, come se pregasse.
Lo avevo odiato, Spirit, con tutta me stessa. Mi ero spesso ritrovata a desiderare che morisse, ma questo... questo era più di quello che si meritasse. Era troppo per lui, era troppo per ogni uomo.
Mi avvicinai piano alla figura priva di vita nella neve. Le lacrime sembravano non voler dar tregua alle mie guance, solcate in modo pesante e sconsiderato. Ad un passo da Spirit dovetti fermarmi per ingoiare un altro urto di vomito. Coraggio Maka sii forte inspirai profondamente e, in ginocchio, allungai la mano tremante verso il viso dell'uomo.
«Mi dispiace» gli chiusi gli occhi passandogli la mano sul viso «mi dispiace così tanto!» i singhiozzi aumentarono fino a coprire le mie parole «È tutta colpa mia... Mi dispiace, mi dispiace...» mi aggrappai alla stoffa rossa della sua maglia e appoggiai la mia fronte alla sua «Perdonami... papà»
«Che scena toccante: la figlia che capisce di tenere al padre solo quando lo perde»
Non alzai neanche lo sguardo. Non ne avevo bisogno.
«Addio papà» salutai Spirit poi mi alzai, mi scrollai la neve sporca dalla gonna e dalle gambe, mi asciugai le lacrime e finalmente degnai Wes di uno sguardo.
«Da quanto tempo Makina» il grosso lupo bianco ghignava senza mostrare apparente dolore per il foro di proiettile che lo segnava da parte a parte, ormai quasi del tutto cicatrizzato.
«Uccidimi» notai un barlume di stupore attraversare i suoi occhi cremisi «Coraggio, di certo le palle non ti mancano vero, figlio di puttana?» sussurrai a denti stretti come per paura di disonorare Spirit in qualche modo se avessi imprecato davanti a lui.
«Ti sbagli con il mio fratellino, dolcezza»
«Allora uccidimi, ho detto. Non era forse quello che volevi fare fin dall'inizio?»
Wes rise con voce profonda.

«È questo che pensi? Che ti voglia uccidere? Non sai quanto ti sbagli...» Lo guardai storto «...io pensavo più ad una rinascita»
«Che significa?» chiesi con un filo di voce iniziando ad indietreggiare.
«La tua curiosità è presto soddisfatta tesoro»
Non riuscii a muovere un altro passo che il grosso animale mi saltò addosso, atterrandomi nella neve.
«Non preoccuparti non farà
così male» ghignò. Poi spalancò le fauci e io chiusi gli occhi per non vedere mentre mi azzannava il collo. Tesi i muscoli al massimo e strinsi i denti in preparazione ad un attacco che non avvenne. Wes ringhiò frustrato.
«No! Non può essere! Non...»
Risollevai le palpebre solo quando sentii il peso del corpo del lupo alleggerirsi sul mio. L'albino si allontanò da me e ululò profondamente in un misto tra l'arrabbiato e lo sconvolto. Poi corse dalla parte opposta alla mia scomparendo nel bosco.
Rimasi un po' semi sdraiata nella neve senza proferir parola. Poi appoggiai il capo a terra, sfiorai con le dita fredde la cicatrice del morso sul collo e chiusi gli occhi.
Perché sembra che Soul mi abbia salvato anche questa volta? Ispirai profondamente e, vinta dalla stanchezza mentale ed emotiva e sopraffatta dai ricordi delle labbra dell'albino, caddi in un sonno profondo con un debole sorriso a fior di labbra.


 

Fa caldo fu la prima cosa che pensai al mio risveglio, quando ancora le palpebre si rifiutavano di alzarsi. Cercai di girarmi lentamente per gustare quel senso di tepore sulla pelle e mi accorsi che i miei movimenti erano limitati. Aprii piano gli occhi mentre le mie mani andavano a posarsi su quel qualcosa di morbido e peloso che mi trasmetteva calore. Strizzai gli occhi per un secondo per cercare di capire se quello che vedevo fosse reale, ergo: Soul, in forma di lupo, che stava completamente sdraiato su di me come una candida e morbida coperta, col muso nell'incavo del mio collo, sopra il segno dei suoi denti.
Dal suo respiro regolare compresi che si era addormentato. Mi guardai intorno: non ero più nella radura, ma mi trovavo in una sorta di grotta illuminata solo da quattro, cinque candele. Sospirai e tornai a guardare Soul.
«Che razza di idiota» mormorai e l'albino si svegliò di soprassalto.
«Sei sveglia» disse con voce profonda guardandomi negli occhi.
«
Tu sei sveglio casomai! Sono stata un buon materasso principessa?»
«Scema. L'ho fatto per salvarti da morte certa per ipotermia» disse sbuffandomi addosso un po' d'aria dalle narici.
«Adesso puoi alzarti però» lui mugugnò qualcosa e poi si sollevò assumendo forma umana e lasciandomi scoperta all'aria gelida della notte. Erano successe così tante cose che lo scorrere del tempo era passato in secondo luogo quel giorno, così come la fame che, in quel momento, si manifestò in tutta la sua potenza con un sonoro e lungo brontolio di stomaco.
Soul ghignò:
«Tieni, ti ho portato un po' di roba» disse porgendomi una borraccia e un fagotto contenente del pane e qualche frutto. Spazzolai tutto in pochi minuti. Rabbrividii e, prima di potermi lamentare, l'albino si tolse la sua maglia strappata e me la infilò dalla testa, rimanendo a torso nudo. Fissai la sua ferita completamente cicatrizzata.
«Guarigione veloce i lupi eh?» domandai conoscendo già la risposta avendone vista la prova sulla spalla di Wes poco tempo prima.
«Già...» rispose pensieroso fissandomi il collo «...credo di doverti delle spiegazioni»
«Parecchie spiegazioni» calcai io «voglio sapere tutto Soul, voglio sapere tutto quanto dall'inizio, da quando ci siamo incontrati»
Sospirò gravoso.
«Il branco di Wes è in guerra, se così si può dire, con un altro branco» proferì poi.
«E questo che centra? È il motivo per cui voleva reclutarti?»
«È il motivo per cui voleva reclutare te»
«Cosa?» esclamai «rallenta, che cavolo vuoi dire?»
«Da quel che ho potuto supporre, Wes sta lottando con altri lupi per il possesso di alcuni territori, ma sono inferiori di numero e mancano di elementi forti, ossia esseri umani che sono stati trasformati, notoriamente più potenti e pericolosi di quelli nati lupo. Quindi è andato alla ricerca di qualcuno da aggiungere al suo branco»
«E perché io?» chiesi più confusa che mai. Soul mi prese la mano.
«Non tutte le persone possono diventare lupi, Maka» il modo in cui disse il mio nome mi fece arrossire così dissimulai l'imbarazzo con altre domande.
«Bisogna avere particolari requisiti?»
«Un'anima forte che risiede in un corpo forte e in una mente forte» pronunciò lui come se lo stesse recitando «sono questi i requisiti»
Perplessa, rimasi in silenzio e Soul continuò:
«I lupi o licantropi, come me, hanno quella che si definisce una spiccata capacità a percepire le anime, e tu Maka...» abbassò lo sguardo al mio petto come se vi vedesse all'interno «...hai un'anima incredibile: stabile, forte, coraggiosa... tutto ciò che serve per diventare licantropo»
Ok, il mio cervello era nettamente in sovraccarico.
«Oggi, nel bosco, non ti ho detto tutta la verità riguardo l'incontro che ho avuto con mio fratello» disse tornando a fissarmi negli occhi.
«In che senso?» inarcai un sopracciglio biondo.


 

Avanzai a quatto zampe nella neve avvicinandomi a quello che, disgustato, riconoscevo essere il mio fratellastro. Mi aveva appena detto tutto il suo piano, suo e di Spirit, come se mi stesse raccontando una favola e poi osava anche chiedermi di unirmi al suo branco!
*«Sei un bastardo!» sbraitai. Wes rise di gusto.
«Interessante scelta di parole Soul davvero, non ricordavo fossi così divertente»
«Non verrò con te comunque. Troverò Maka e le dirò la verità»
«Ed è per questo che ho un piano B»
Wes si alzò fulmineo e si lanciò sopra di me.*
Rotolammo nella neve con le unghie pronte a colpire e le fauci spalancate.
«Sai, ho provato ad essere gentile con te fratellino» ringhiò lui colpendomi il muso «ma a quanto pare mio padre ci aveva visto bene: sei un inutile peso»
«E allora perché mi hai chiesto di tornare?» gli azzannai la spalla destra.
«Te l'ho detto! Per gentilezza» Wes si liberò dalla mia presa e mi sovrastò con la sua stazza «in realtà non me ne è mai fregato niente di te, solo che due
sarebbero stati meglio di uno»

«Due cosa?»
«Due reclute: tu e la tua ragazza»
Trasalii. Che sciocco ero stato a pensare che Wes non avrebbe notato la sua anima.
«Non riuscirai a prendere Maka!»
«Ah si? E esattamente chi me lo impedirà?»
Con un lungo ringhio ribaltai la situazione e gli fui sopra.
«Va all'inferno Wes!»
E tutto successe in un attimo. Lui riuscì a liberare una zampa e fulmineo mi recise il petto con tutta la sua forza.
Caddi nella neve sul dorso, boccheggiando.
«Illuso! Ma stai tranquillo, non ti ucciderò, così potrai sentire urlare la tua ragazza quando subirà una violenta trasformazione e ascoltare i suoi primi ululati quando sarà finalmente sotto il mio controllo»
Maka... pensai prima che l'oscurità avvolgesse la mia mente.

 

 

«Come funziona esattamente la trasformazione?» chiesi sconvolta dalle sue parole.
«Tutto a suo tempo, Maka»
«Ok, bé allora dopo immagino che il tuo fratellastro sia andato in cerca di Spirit» la mia voce si incrinò sul nome di mio padre. Soul sospirò e si mise di fianco a me e mi abbracciò stretto; io appoggiai la testa sul suo petto.
«Suppongo di si. Io rinvenni poco dopo e mi trascinai fino a una grotta, dove incontrai Tsubaki legata e ferita» Tsubaki! Trasalii. Chissà se stava bene. «la aiutai più che potevo e lei aiutò me. Poi una volta riprese un po' le forze decidemmo di dividerci: lei avrebbe cercato te e io mi sarei occupato di Wes»

«Sei pazzo! Dopo che ti aveva quasi ucciso!» mi girai leggermente e lo guardai negli occhi.
«Non potevo permettergli di toccarti!»
Ci fissammo per qualche istante finché quando decisi che, in barba alle spiegazioni, lo avrei baciato fino a soffocarmi, lui riprese a parlare:
«Non so di Tsubaki, ma so che dopo poco tempo ti ho trovato mentre stavi per irrompere in mezzo a Spirit e Wes e ti ho fermato»
«Già bé, Tsubaki mi ha trovato per prima e mi è praticamente svenuta tra le braccia. La ho lasciata nelle mani di due ragazzi che erano con me. Dovrebbero
averla portata in paese»

«Bene. Il resto più o meno lo sai»
Arrossii vistosamente al ricordo dei baci bollenti di Soul.
«Già. Finché non mi hai azzannato spudoratamente»

«Mi dispiace se ti ho ferito, l'ho fatto per darti una possibilità» sussurrò scostando i capelli dal mio collo e posando un bacio delicato sulla cicatrice che lui stesso mi aveva lasciato.
«È giunto il momento della spiegazione su come si diverta licantropi per caso?»
«Amo quando fai la perspicace, sei terribilmente carina» ghignò.
«Pff... allora mi spiegheresti gentilmente perché mi hai morso?» feci rossa in viso.
«Dunque, ci sono due modi per trasformare qualcuno in lupo: il primo tiene conto della volontà dell'interessato, il secondo... non troppo»
«Qualcosa mi dice che Wes volesse usare il secondo, eh?»
Soul sospirò.

«È difficile da spiegare... quando un lupo ti morde ti mette in corpo una sorta di veleno, se così si può definire, che ti fa trasformare. Ora, succede che questo liquido vada temporaneamente a sostituire il sangue in modo da mettersi in circolazione e raggiungere tutti gli organi. Se chi ti morde introduce nel tuo corpo tanto “veleno” da sostituire tutto il tuo sangue, la trasformazione risulta una terribile agonia e, come se non bastasse, il nuovo lupo dipende strettamente da chi lo ha morso»
«Una sorta di schiavitù insomma...»
«Esatto» Soul mi sorrise affettuoso «non ci giurerei, ma se Wes fosse riuscito a trasformarti probabilmente il suo primo ordine sarebbe stato quello di uccidermi»
Non gli dissi che sicuramente non lo avrei fatto, che non avrei potuto mai: erano inutili smancerie che sicuramente non avrebbero funzionato se fosse davvero successo; e lui lo sapeva.
«Invece il primo metodo?» chiesi.
«In quel caso se un lupo ti morde deve fare attenzione a introdurre una dose di “veleno” sufficiente, che tuttavia non riesca a sostituire il sangue che circola verso il cervello. Così facendo la persona morsa si sveglierà e potrà decidere se diventare effettivamente licantropo o no»
«Ma... non ha senso. Se uno non vuole diventarlo che bisogno c'è di farsi mordere?» chiesi perplessa.
«Sai, non lo avevo mai capito neanche io fino ad oggi» mi guardò intensamente «se una persona viene morsa da un lupo, non può essere morsa, e di
conseguenza entrare nel branco, di un altro lupo. Tutto qui»
Lo guardai con occhi sgranati.

«È per questo che... sei un genio! Avendomi morso già tu, Wes non ha potuto trasformarmi» gli presi il volto tra le mani e gli stampai un enorme bacio sulle labbra «mi hai salvato la vita! Mi hai salvato da un destino orribile!»
Il viso di Soul si oscurò per un istante per poi tornare a sorridere in modo caloroso.
«Già, adesso Wes non può più toccarti» proferì.
«Soul?» deglutii «Come mi hai trovato da Spirit?»
«Ho sentito l'ululato di Wes e ho capito che aveva funzionato tutto, così sono venuto a cercarti. Ti ho lasciato qui e ho portato il cad... ho portato Spirit al paese da tua madre. Sai, si ricordava ancora di me, e poi, dopo averle spiegato in breve tutto, ho preso un po' di cibo e sono corso qui»
«Grazie Soul, per tutto davvero» lo guardai sorridendo radiosa, ma vacillai vedendo che non sembrava contento come sperassi. C'era qualcosa nel suo viso... «ora credo di dover andare da mia madre. Ha bisogno di me»
«Certo» fece lui «ti accompagno»
«Non ce n'è bisogno»
«Scherzi dopo tutto quello che è successo»
Sorrisi e lasciai che mi seguisse silenzioso.
Mi orientai velocemente nel bosco nonostante l'ora; vantavo spesso il mio senso di orientamento e adesso stava tornando molto utile. Strano che Soul sia così silenzioso... voltai leggermente il capo per guardarlo e lo scorsi a osservarmi intensamente.

«Sai, credo di non averti ringraziato abbastanza per tutto quello che hai fatto per me» sparai fermandomi davanti a lui. Poi appoggiai una mano sul suo petto, ancora scoperto, e, in punta di piedi, premetti le mie labbra sulle sue. Fu uno di quei baci dolci, lenti, che ti fanno rabbrividire, quei baci che ti immagini da ragazza quando pensi ancora che “ci sarà da qualche parte qualcuno per me”. Un bacio perfetto, insomma, se non fosse stato per il malinconico sospiro che Soul mi soffiò sulle labbra appena staccati. Sollevai le palpebre e lessi nei suo occhi carmini ciò che mi sfuggiva. Mi staccai d'istinto dal suo petto.
«Tu... tu volevi darmi una possibilità, giusto?»
«Maka non...» compresi dal suo sguardo che aveva capito. Sospirai afflitta.
«Tu speravi che... speravi che decidessi di diventare un licantropo. Dopo che mi hai spiegato che la persona morsa poteva avere una scelta, speravi che... ma io non...»
«Maka non devi sentirti in colpa, ok? È colpa mia, è un desiderio stupido ed egoista. È ovvio che dopo tutto ciò che hai passato non ne voglia sentir più parlare di lupi, figuriamoci a diventarlo» si avvicinò e mi abbracciò stretto.
«Soul io... mi dispiace» il senso di colpa per non aver capito cosa volesse, per aver definito “destino orribile” la sua vita mi stava dilaniando.
«È tutto ok. Ti amo così come sei»
Alzai di scatto lo sguardo su di lui e, con le lacrime agli occhi, lo baciai ancora e ancora e ancora. Fino a che, prima di perdermi in lui, la mia coscienza si fece sentire e realizzai che mia madre aveva davvero bisogno di me, che nessuno si meritava di rimanere da solo dopo un lutto, così lo salutai e lo lasciai nel bosco proseguendo verso casa. Avremmo continuato un altro giorno.

 


Il mattino seguente andai a trovare Tsubaki felice di aver ricevuto la notizia che si era rimessa, anche se era tenuta ancora sotto osservazione dal fedele dottore del paese: il Dottor Franken Stein.
«Maka!» mi sorrise lei «Sono così contenta che tu stia bene!»
«Io sono contenta che tu stia bene!» ribadii correndo ad abbracciarla.
«È stato tutto così... incredibile»
«Lo so»
«E Soul?»
Il mio cuore perse un battito. «Oh bé sta bene... sai mi ha spiegato un sacco di roba»
«Anche a me, quando ci siamo incontrati nella grotta. Lui ti ha...?» la voce le si fermò quando vide la cicatrice che avevo sul collo, lasciata scoperta dai capelli raccolti nei codini.
«Si lo ha fatto...»
«E tu... tu ci hai pensato? Hai preso in considerazione di diventare...» mi lanciò un occhiata elusiva. Mi lasciai cadere di peso sul letto presente nella stanza e Tsubaki si sedette affianco a me.
«Ci ho pensato, ma... in più non so neanche come si faccia, a scegliere...»
«Io, io credo di saperlo invece»
Mi girai e la guardai a bocca aperta.
«No, se te lo stai chiedendo, non me lo ha detto Soul. Mia nonna mi raccontava una storia quando ero piccola: parlava di una ragazza che diventava lupo urlando sotto la luna piena»
«Urlando sotto la luna piena?» domandai scettica.
«Si, urlando ciò che veramente voleva... se il suo desiderio era puro e sincero allora la trasformazione avveniva, se no rimaneva umana. Comunque sia è solo una storiella» mi sorrise.
«Già... solo una storiella»
La porta della stanza si aprì con un gran fracasso facendoci trasalire. Sulla soglia si stagliava la figura di mia madre che, visibilmente affannata, mi penetrò con una lunga occhiata. Riprese fiato.
«Maka tesoro, ti devo parlare, riguarda Soul»

 

 

«Maka reagisci, non puoi startene lì così» la voce di mia madre sembrava lontano un miglio da me e le sue mani che mi scuotevano per le spalle sembravano appoggiate su un altro corpo.
Andato, se ne è andato, mi ha lasciato, perché? Mi amava, me lo ha detto. Perché? È andato, via, per sempre.
«Non avrebbe voluto. Maka, mi ha detto che non poteva rimanere, che non poteva vederti così distante da lui»
Distante? È perché non sono come lui? Ti amo così come sei un bugiardo.
«Ha detto che ti meritavi di meglio, che non saresti stata felice con lui»
Non poteva saperlo maledizione! Di meglio... gli ho detto che la sua vita era un destino orribile, il meglio eppure non lo trovavo. Non lo cercavo.
«Maka!»

E urlai, urlai tutta la frustrazione di intere giornate, tutto il dolore e le emozioni cacciate nel profondo. Urlai e mi svuotai, fino a che rimasi un corpo vuoto: contenitore di un'anima morta.

 

Quella notte non dormii. Rimasi ferma, impassibile davanti alla finestra aperta, in camicia da notte, incurante del gelo che mi penetrava le ossa con prepotenza.
Quella notte la luna piena sembrava ghignare di me.

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-

 

Due mesi dopo

 

Camminavo incappucciata sopra la terra umida di pioggia verso la nuova casa di Tsubaki. La mia amica si era finalmente fidanzata con quel montato di Black*star che le aveva fatto la proposta in grande stile (i due fidanzati non avevano neanche dovuto annunciarlo al paese, non so se mi spiego, lo hanno saputo tutti nello stesso momento in cui lo ha saputo lei) e così Tsubaki si era trasferita da quel pazzo.
La trovai ad accogliermi sulla porta di casa radiante più che mai.
«Maka! Ciao!»
«Ehi come mai così contenta?»
«Maka...» disse lei prendendomi la mano «...sono incinta!»
«Oh mio dio Tsu! È fantastico!» Non pensarci, non pensarci, non pensarci...
«È tutto apposto?» mi chiese con un sopracciglio sollevato.
«Si certo»
«Lo sai che puoi dirmi tutto»
«Non è nulla davvero, solo...»
«...Soul» completò lei. Sussultai. Era ancora tutto così vivido, così... e la felicità di Tsubaki finiva sempre ad essere comparata con la mia e io... finivo sempre per accorgermi che non ero felice affatto.
«No. Non oggi, non ne voglio parlare. Oggi è il tuo giorno!»
Passammo una bella giornata a parlare di bambini e di come Black*star avrebbe reagito quando avrebbe scoperto della dolce attesa (intendiamoci, se lo avesse saputo già lo avrebbe saputo probabilmente anche tutto il paese, quindi era ovvio che non lo sapesse ancora) ma il mio pensiero continuava a cadere regolarmente sempre su qualcosa... qualcuno. Dopo qualche giorno dall'accaduto mi ero accorta che non provavo risentimento nei suoi confronti; per quanto mi sembrasse sbagliato quello che aveva fatto non lo biasimavo, anzi, odiavo me stessa e la mia fottutissima convinzione che se le posizioni fossero state inverse avrei fatto lo stesso. Sapevo che se lui fosse stato l'uomo e fosse venuto con me, lupo, non si sarebbe sentito più se stesso, si sarebbe sentito fuori posto e avrebbe finito per abbandonare entrambe le sue vite, rimanendo solo. Maledizione! Cosa dovevo provare nei confronti di una scelta che sembrava così sbagliata, ma al contempo così giusta? E adesso Tsubaki mi stava parlando, probabilmente di che sesso sperava fosse suo figlio, e io non la stavo ascoltando e mi sentivo uno schifo per questo. Sospirai.

 

«A domani Tsu!» la salutai a fine giornata e lei mi sorrise malinconica.
«Sai perché mi sono trasferita qua, Maka? Da Black*star?» la sua domanda mi colse di sorpresa. Scossi la testa «Perché sono convinta che “casanon si riferisca al posto dove abiti, alle pareti che ti circondano, ma sono sicura che riguardi coloro con cui vivi. Ricordi? Mia nonna lo diceva sempre: stai con le persone che ami e non ti sentirai mai, mai, fuori posto perché la tua casa sarà l'anima della persona con cui vivi» mi sorrise con affetto.

«Ti voglio bene Tsu» dissi sinceramente.
«Anche io Maka e te ne vorrò sempre»
Le sorrisi e poi mi incamminai verso casa fino a che non sentii nuovamente la voce della mora.
Non mi girai, ne mi fermai. La ignorai semplicemente. Feci finta di non averla sentita pronunciare quelle parole, quelle parole che gravavano su di me da quella mattina: “Stasera c'è la luna piena...”

 

 

Era inutile dormire, come lo era stato nella notte del mese prima e in quella del mese prima ancora, quando tutto si era concluso e quando tutto era cominciato.
Mi alzai dal letto rimanendo a piedi nudi e in vestaglia e, dopo aver lasciato che la luna piena si prendesse gioco di me ancora una volta, mi allontanai dalla finestra e scesi le scale dirigendomi in cucina. Le parole di Tsubaki mi riempivano la testa sommandosi a quelle di Soul, a quelle di Wes, di mia madre, persino di Spirit. Stavo rivivendo tutto ancora una volta, ma questa volta non era in un sogno, questa volta ripercorrevo gli eventi consciamente, da masochista.
Mi avvicinai a un cassetto della cucina, lo aprii e afferrai un coltello, uno piuttosto lungo e ben affilato.

Una leggera brezza entrò da uno spiraglio della finestra scompigliandomi i capelli sciolti. Lasciai che mi frustassero il viso per l'ultima volta.
Avvicinai il coltello al mio collo.
È possibile ricominciare una storia? Se si come? Bruciando l'intero libro o aggiungendone un pezzo?
Afferrai i capelli con l'altra mano togliendoli dal viso.
Strappando le pagine fino a lasciare nient'altro che la copertina o gettando fiumi di inchiostro su pagine ancora bianche?
Avvertii la lama fredda toccare la pelle. Così invitante.
Dimenticando la fatica e dolore di quando la si ha scritta o provandone ancora fino a farsi male?
Espirai profondamente e con un colpo secco mi tagliai i capelli lunghi. Lasciando che cadessero a terra come una goccia di inchiostro su un foglio.

 

 


Pov Soul

Quel giorno non avevo mangiato. Semplicemente me ne ero stato sdraiato in un unico punto a guardare davanti al mio muso senza far nulla e adesso mi ero alzato per semplice forza di inerzia per iniziare a girovagare come facevo quasi tutte le notti in cerca di un luogo. Che luogo? Nemmeno io lo sapevo. Un qualsiasi posto andrà bene mi dicevo, ma poi sapevo che appena avessi raggiunto un altro villaggio o un altro paese lo avrei sorpassato e basta, come avevo fatto con i precedenti otto, per poi continuare a girovagare a vuoto.
Fissai la luna piena, stufo che lei ricambiasse il mio sguardo con quel ghigno bastardo che solo io potevo vedere. Feci per ululare frustrato quando un altro ululato precedette il mio.
E lo sentii, sentii ciò che avevo sognato e sperato di sentire ogni giorno in quegli ultimi due mesi. Lo sentii portato dalla brezza notturna che mi scompigliava il pelo bianco e i miei sensi si destarono improvvisamente mentre il petto mi si gonfiava di felicità.
Sorrisi incredulo e iniziai a correre.
Corsi a perdifiato.
Corsi verso l'orizzonte.

Verso quel “ti amo anch'io”, ululato al vento.

 

 

 

  

Salve salvinooooo

OMG è finitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! *sig*
Come sono fiera di me stessa! :') allora che ne dite? Vi è piaciuta? Oddio spero proprio di si perché io mi sono divertita da morire da scriverla! (Si vede che ho una passione innata per le cose complesse eh?)
Vi prego recensite in tanti che ho bisogno di sapere se il finale vi è piaciuto!!

Alla prossima :)
XOXO
firephoenix

 Ps: se volete passate a mettere dei fiori sulla tomba di Spirit (mi sento giusto un filo in colpa :)

 

disegnino 

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