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Autore: live in love    09/06/2013    3 recensioni
Tratto dal Primo Capitolo:
-Certo che voglio- ribatto io, forse con fin troppa enfasi
- Meno male,il tuo letto è molto più comodo del mio- scherza, facendomi ridacchiare.
- Quindi mi stai solo sfruttando , eh?- ribatto.
-Ovviamente , baby- ride anche lui appoggiando la guancia sui miei capelli
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Mia prima fanfiction su Ian e Nina.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: Nel corso del capitolo troverete delle frasi scritte in grassetto, sono le battute dell'episodio 2x18. Buona lettura!
 
 

CAPITOLO 18
 
LOVE IS IN THE AIR

 
 
 
 
 
 
 
- Non sanno cosa sta accadendo - mormora, sporgendosi lievemente verso di me per farsi sentire e superare così il fragore rumoroso della musica che riempie la stanza - Dobbiamo dirglielo - continua quasi concitatamente, portandomi ad alzare gli occhi su di lui e incontrare il suo sguardo verde preoccupato, ansioso.

Fintamente preoccupato.

- Ci penso io -

Paul recita la sua battuta con disinvoltura, fingendosi angosciato e seguitando a tenere i suoi occhi puntati alle mie spalle come se stesse fissando una persona.

L'operatore con la telecamera si muove intorno a noi, continuando con le riprese e probabilmente con i primi piani mentre io tento di apparire indifferente e di non guardare direttamente in camera.

Cosa che, fortunatamente, mi riesce alla perfezione e con una semplicità stupefacente. Non ci faccio però poi troppo caso, tentando di rimanere totalmente concentrata sulla scena che stiamo girando e di non deconcentrarmi.

Continuando a muovermi leggermente sul posto al tempo di musica lo fisso, come da copione, limitandomi ad annuire mentre i miei capelli, legati in una coda, sfiorano la mia schiena e le mie spalle con un dolce frusciare.

Lui fa poi un cenno del capo a qualcuno dietro di me, continuando ad osservare in quella direzione.

Mi agguanta in seguito all'improvviso la mano, seguendo le indicazioni che ci erano state date dal regista, chiudendola in una presa leggera e debolmente percepibile. Con delicata scioltezza rotea appena il polso, facendomi ruotare su messa stessa in una perfetta piroetta fino a farmi voltare totalmente nella direzione opposta.

Il secondo dopo un'altra mano calda afferra la mia, decisamente famigliare, assecondando il mio movimento e facendo ondeggiare pericolosamente la corta gonna del mio vestito con le mie cosce.

Ian.

Un sorriso quasi sfugge all'imperativo della mia razionalità di apparire pensierosa non appena mi rendo conto che lo avrei riconosciuto anche senza sapere che era lui. Il suo tocco mi risulta, infatti, inconfondibile, marchiato a fuoco su di me. Sulla mia pelle, sul mio corpo e sulla mia anima.

Nel tempo di un respiro mi scontro contro il suo corpo tonico, le braccia solide e forti che mi afferrano per la vita circondandola subito dopo e attirandomi maggiormente nella sua morsa. Forse a causa dello slancio o semplicemente per un fortuito caso mi ritrovo ad una manciata di millimetri dalla sua bocca, che risulta invitante come non mai. L'aria diventa improvvisamente elettrica, densa di un qualcosa di carnale e nascosto che vibra spontaneamente tra di noi. Brucia dentro di me, portandomi a socchiudere leggermente gli occhi mentre istintivamente mi ritrovo a fissarle.

Fortunatamente, per una volta, tutto ciò va anche a vantaggio visto che Kevin ci ha espressamente raccomandato di sembrare complici. Tentando di non aggrottare le sopracciglia mi ricordo anche della sua risatina ambigua che aveva seguito le sue parole, altrettanto vaghe.

Non vi verrà difficile, era stata questa la sua frase esatta.

Mi tendo leggermente a questo delizioso contatto, agognandone disperatamente un altro mentre i brividi, che partono istantaneamente dal punto esatto in cui mi sta toccando, mi dilaniano.

Sperando silenziosamente di non essere arrossita vistosamente e di non avere un'espressione imbambolata stampata in viso scrollo appena il capo, scacciando bruscamente il senso di vertigini che mi avvolge. Quel senso di snervante svolazzare rimane, però, presente, ben radicato nei miei sentimenti, accompagnandomi fedelmente di fatto nella mia recitazione.

Istintivamente appoggio la mano sulla sua spalla fingendomi colta in contropiede mentre rimango con le labbra dischiuse, lo sguardo puntato su un petto tonico che appena si intravede dalla camicia nera che indossa. Risalgo poi lentamente fino a scontrarmi con un paio di occhi incredibilmente azzurri puntati dritti nei miei.

Ian, nelle perfette vesti di un Damon Salvatore anni'70, contraccambia il mio sguardo con un'occhiata tranquilla. Senza apparentemente sentire il peso e l'ansia della recitazione che stiamo sostenendo mi guarda in modo calmo, pacato. L'iride adamantina appena venata da una punta di languida furbizia che mi fa intuire che non gli è affatto passato inosservato la mia affannosa reazione.

Le sue dita scivolano fra le mie, intrecciandosi in una morsa lieve ma salda che mi conduce in un movimento cadenzato che segue il ritmo non troppo veloce della canzone.

- Come va? - afferma l'attimo seguente, rompendo il silenzio creatosi fra noi mentre continua a trascinarmi in una danza lenta che fa sfregare i nostri corpi.

Cosa che non mi aiuta decisamente a riemergere dal torpore mentale in cui sono sprofondata, dimenticando all'istante ciò che devo dire o fare.

E' vero che quando c'è lui giro meglio, visto che viene inspiegabilmente tutto più facile. Forse a causa della chimica che abbiamo, o forse, semplicemente, perché mi rilassa. Ma, così come riesce a facilitare la mia concentrazione, riesce anche perfettamente a distrarmi con la sua espressione sbarazzina e quel sorrisino che sembra invitarmi sfacciatamente ad affondare le labbra nelle sue.

Come se mi avesse letto nel pensiero le stringe lievemente, umettandosele in modo quasi impercettibile e provocando lo scalpitare irrefrenabile dei miei ormoni. Il mio cuore li segue subito dopo, iniziando ad accelerare i battiti mentre con sguardo avido seguo questo gesto apparentemente innocuo. Con la gola improvvisamente arsa e la mente stordita dalla sua sola presenza, dal suo seducente modo di stuzzicarmi in pubblico, deglutisco, tentando a fatica di ricordare ciò che devo dire.

Sono perfettamente sicura che lui si sta divertendo un sacco a vedermi in queste condizioni precarie e spinose, lo maledico mentalmente. Non è, infatti, la prima volta che capita da quando stiamo insieme e, forse, è capitato anche prima. Ian si diverte a stuzzicarmi, punzecchiandomi con battutine languide dall'evidente doppio senso e da contatti fugati ma tremendamente brucianti.

Imponendomi un certo contegno mi inclino leggermente indietro, reclinando appena il capo e mugolando dei versi indistinti nel tentativo di acquistare tempo prezioso. Mentre tutta la troupe, colleghi compresi, mi fissa in attesa che la scena prosegua come da copione io scavo nella mia memoria alla ricerca disperata delle battute che sembro, improvvisamente, aver scordato.

Meno male che ho una buona memoria, mi schernisco da sola in modo ironico e sarcastico.

Fortunatamente, un lampo attraversa la mia mente l'istante seguente, facendomi ricordare.

- Sto andando un po' fuori di testa - mormoro, salvandomi  in calcio d'angolo con una battuta che sembra esprimere anche il mio stato emotivo attuale, seppur in modo totalmente differente - E tu? - continuo con maggior scioltezza, più tranquilla, accompagnando il tutto con un sospiro che spero risulti angosciato.

Ondeggiando e approssimando una sorta di ballo lo guardo in attesa che parli ancora, recitando la sua parte.

Quasi sorprendendomi accenna con le braccia proprio le mosse tipiche di quell'epoca, muovendosi con una scioltezza che appare tremendamente spontanea e per nulla costruita.

- Calmo come l'acqua di un lago - afferma continuando a muoversi, una pacatezza naturale che traspare dalla sua voce come se fosse davvero reale e non finzione.

Stende poi le labbra in un ghigno leggero, appena percepibile che però gli conferisce un'aria tremendamente sorniona. Si muove ancora, alzando pollici in modo così buffo che mi fa quasi scappare una risata.

Intorno a noi le comparse continuano a muoversi, fornendoci un perfetto contesto. Fingendomi non troppo convinta e vagamente preoccupata appoggio una mano sul suo collo, sciogliendo del tutto la nostra presa.

Inclino leggermente il viso mentre Ian parla ancora, corrucciando appena le labbra.

- Andiamo, ricordi l'ultimo ballo a tema? - mi esorta lui, attirandosi il mio sguardo silenzioso mentre le mie dita vagano sulla mia nuca.

Piega poi il volto, sorridendo appena nello stesso esatto istante in cui un brillio di smaliziato divertimento gli anima gli occhi adamantini.

-I vampiri facevano argh - piega la bocca in una smorfia buffa nel tentativo di impersonare vampiro pauroso mentre oscilla in aria le mani - E voi facevate ahhh - continua rendendo più acuta la voce per simulare un urlo spaventato.

Malamente riesco a trattenere un sorriso divertito, che si scontra contro il palmo delle mie mani che scorrono velocemente sul mio viso.

- Giusto - recito  con voce fintamente stanca - E poi vinceste - lo guardo nuovamente negli occhi, le dita che premono sulla pelle del mio collo come per stemperare la tensione con un lieve massaggio.

Rivolgendomi un'occhiata di sottecchi, resa più intensa dai suoi occhi allargati, si sporge in avanti, afferrandomi i polsi. Attirandomi contro di sé fa scivolare le sue dita tra le mie, appoggiandole poi sul suo petto e trafiggendomi con uno sguardo vivo, languido. Fa poi scontrare di nuovo i nostri corpi, provocando una dolce frizione tra i nostri bacini per seguire il ritmo della canzone in sottofondo.

I nostri occhi rimangono incatenati indissolubilmente e io mi ritrovo a chiedermi, ancora una volta, se dall'esterno l'elettrica sintonia che abbiamo si nota. Quesito che forse non avrà mai una risposta.

- Vincemmo - soffia suadente, mellifluo spingendo ancora il suo corpo contro il mio e facendo avvicinare pericolosamente i nostri visi.

La voglia di mordere il suo labbro inferiore diventa pressante, corposa e forte, quasi rinvigorita dal nostro strusciare fievole. Miracolosamente riesco a trattenermi, beandomi semplicemente di questo contatto lieve ma gustoso.

Il mio petto inizia a gonfiarsi in modo aritmico nel momento stesso in cui Ian mi tira a sé prima di allentare la presa sulla pelle delicata del mio polso e farmi fare l'ennesima giravolta della giornata.

Non è, difatti, la prima volta che la giriamo. Al contrario l'abbiamo dovuta ripetere un paio di volte a causa di alcuni errori e per renderla più credibile.

Spero sia l'ultima, mi dico mentre giro su me stessa ripiombando fra le sue braccia calde subito dopo. Questa volta, però, mi ritrovo di tre quarti, quasi di spalle contro il suo petto intrappolata in un contorto abbraccio.

Sorrido spontaneamente deliziata, alzando il mento per vederlo meglio in viso.

- Sei bravo - interpreto, un guizzo di piacere ad animarmi lo sguardo che è puramente reale, per nulla finto.

Le mie labbra si tendono di più, allargando il mio sorriso allegro e dolce.

Neanche tu sei male, recito nella mia mente anche la battuta di Ian che dovrebbe seguire la mia.

Cosa che, tuttavia, non accade.

E ho solo il tempo di notare di sfuggita un brillio di pura malizia animargli lo sguardo chiaro prima di ritrovarmi ancora più stretta contro di lui.

Sorprendendomi totalmente avvicina la sua bocca al mio orecchio, lasciando spiazzata e tesa con le labbra dischiuse in attesa di capire cosa vuole fare.

- Conosco mosse che non hai mai visto - soffia provocando un caldo brivido lungo la schiena e la pelle d'oca, improvvisando totalmente e abbandonando le istruzioni del copione.

Prima ancora che possa realizzare l'evidente doppio senso delle sue parole lui mi fa ruotare nuovamente sul posto, riportandomi faccia a faccia con lui.

Tentando di mascherare lo stupore che ancora mi pervade sorrido, aumentando la presa sulle sue mani calde che ancora stringono le mie.

Con gli occhi azzurri frizzanti e divertiti dalla mia espressione, tra lo stupito e il deliziato, ghigna, inclinando appena il viso ed esibendo la sua consueta espressione sexy.

- E stop! - urla improvvisamente una voce decisa, imponendosi sul vociare di sottofondo ed interrompendo la scena proprio quando una lieve risata mi sale alle labbra.

Fortunatamente il regista apprezza la scena, salvandomi dal dover improvvisare a mia volta e soprattutto dal dover ripetere tutto da capo.

Ian non allenta la morsa sulle mie mani per una frazione di secondo, prolungando il nostro contatto.

Alzo gli occhi su di lui, il respiro ancora trattenuto bruscamente in gola e le guance velate da un leggero rossore che me le scalda.

Impudentemente ghigna in modo più vistoso, riservandomi uno sguardo di consapevole sensualità che fa esplodere i miei ormoni. Spinge poi leggermente il bacino contro il mio, provocandomi sfacciatamente nel bel mezzo del set.

Avvampando mi mordo le labbra, sgranando sorpresa gli occhi mentre un'ondata di calore e tensione sessuale mi trafigge.

Non mi lascia, però, nuovamente il tempo di dire o fare nulla, allontanandosi subito dopo da me ridacchiando leggermente.

Gli lancio un'occhiataccia al vetriolo, un broncio appena accennato che mi curva le labbra  a causa del suo scherzetto. O forse, semplice, per via del contatto interrotto.

Tentando di darmi un contegno afferro la mia coda, portando i capelli sulla mia spalla e giocandoci distrattamente con le dita.

Emetto poi un sospiro mentre le luci si riaccendono e le comparse sciolgono rumorosamente i ranghi, disperdendosi intorno a noi. Il silenzio irreale e sacro che vigeva prima sul set si rompe, venendo sostituito dal vociare dei tecnici che discutono riguardando la scena e degli attori che gironzolano in giro.

- Potevi avvisarmi - affermo all'indirizzo di Ian riferendomi alla sua improvvisazione mentre muovo un passo verso di lui, accorciando nuovamente le distanze tra di noi.

Fa spallucce, piegando la bocca in una lieve sorriso svagato.

- Lo sai che mi piace improvvisare - mi risponde semplicemente.

Piego un angolo della bocca, spostando momentaneamente lo sguardo dalla sua snella figura per guardarmi intorno.

- Si, ma se il regista non chiamava lo stop non sapevo cosa rispondere - mormoro tranquillamente, entrando nei panni dell'attrice professionale e abbandonando per un istante quelli della sua ragazza. - Avvisami la prossima volta - gli dico convinta, tornando a puntare i miei occhi nei suoi.

Lui annuisce.

- Hai ragione - afferma con un sospiro leggero, spontaneo.

Gli sorrido dolcemente, il desiderio di toccarlo che si fa impellente e che a stento freno. Cosa che evidentemente non riesce a fare lui, tuttavia.

Il secondo dopo, infatti, Ian si sporge in avanti, appoggiando velocemente le labbra sulla mia guancia.

In un gesto del tutto istintivo piego leggermente il viso verso di lui, percependo il suo respiro caldo contro di me e le sue labbra indugiare sulla mia pelle.

Un pensiero fugace mi ricorda però che siamo in un luogo pubblico, affollato più che mai oggi, fulminandomi sul posto. Mi irrigidisco istintivamente, contraendomi totalmente mentre una punta di panico mi investe.

- Ian - lo ammonisco in modo concitato, quasi angosciata dalla paura che qualcuno ci noti nella moltitudine.

Con il cuore che batte all'impazzata stringo le dita sulla sua camicia nera, una presa ibrida che sembra volerlo trattenere e al tempo stesso allontanarlo.

- Non ci ha visto nessuno, stai tranquilla - afferma al mio orecchio con tono dolce e morbido, tentando di calmarmi e farmi rilassare.

Annuisco appena, guardandomi velocemente intorno e non scorgendo nessuno a guardarci fortunatamente.

Mi rilasso lievemente, sciogliendo la postura tesa e le mie spalle contratte. E il calore del suo corpo mi aiuta incredibilmente, facendomi tirare un sospiro di sollievo.

La sua bocca indugia ancora sulla mia guancia, solleticandomi e deliziandomi con un altro bacio leggero, ma terribilmente delizioso.

Deglutisco, tentando di calmare il mio batticuore scalmanato.

Lui si allontana subito dopo, la mano che segue la linea sinuosa del mio fianco in una carezza languida e desiderosa in netto contrasto con la dolcezza del suo bacio.

Con le guance probabilmente rosse lo fisso attentamente mettersi davanti a me in modo da coprirmi la visuale e nascondermi dietro la sua figura.

Il suo sguardo si illanguidisce all'improvviso, diventando più liquido ed imbrunendosi appena. Una contrattura che ormai conosco perfettamente gli vela il viso,  adombrandogli gli occhi con un'emozione indecifrabile ma tremendamente palpabile.

Una sottile tensione sessuale torna a impregnare l'aria, saturandola di un qualcosa che sembra indistinto e al tempo stesso chiarissimo.

Senza quasi rendermene conto mi umetto le labbra, sfiorando appena con la lingua il mio labbro superiore senza interrompere il nostro gioco di sguardi.

- Ti sta bene questo vestito - afferma con voce sorprendentemente bassa, intima e arrochita dall'attrazione e da quel qualcosa che sembra abitare anche lui, oltre che me.

Irrigidita ora dal desiderio mai sopito e non più dall'ansia di essere vista da qualcuno lo guardo. intensificando lo sguardo.

- Appena torniamo in camerino te lo tolgo io - sussurra con voce languida, percorrendomi da capo a piedi con un'occhiata bruciante e avida.

L'ennesima ondata di calore mi scuote, facendomi sentire quasi in debito di ossigeno e sul punto di avvampare.

I suoi occhi percorrono le mie gambe nude appena solleticate dalla gonna corta del mio abito viola, risalendo fino alla mia scollatura e infine al mio viso.

- Sai - ghigna inclinando leggermente il viso, continuando a riservarmi occhiate bollenti - Conosco mosse che non hai mai visto - mormora languido e ambiguo, richiamando le battute del copione.

- Oh amore alcune le conosco - ridacchio appena in modo malizioso alludendo a tutte le volte che siamo stati a letto insieme ultimamente.

Divertita mi stringo nelle spalle, scossa da una risata leggera e allusiva che non riesco a sopprime.

L'espressione di Ian muta però drasticamente in un secondo, cambiando bruscamente di segno. Da sorridente e malizioso diventa confuso e sorpreso. Quasi sconvolto. Aggrotto le sopracciglia, il divertimento che scivola inesorabilmente via lasciando il posto solo alla confusione.

Tuttavia, non ho il tempo di comprendere appieno la sua reazione perché qualcosa mi distrae, attirando la mia attenzione. O meglio, qualcuno.

- Complimenti, ragazzi, la scena è ... - Kevin si palesa davanti a noi, gli occhi sgranati e una evidente sorpresa che gli aleggia sul viso.

Come se avesse visto qualcosa di sconvolgente esita per qualche attimo, la bocca dischiuse e afona mentre indugia su di noi con lo sguardo come per volerci scrutare attentamente.

Non capendo mi volto nuovamente verso Ian, trovandolo intento a passarsi una mano sulla nuca in modo quasi imbarazzato.

Cosa diavolo ho detto per sconvolgerli e addirittura ammutolirli? Mi domando sconcertata senza capire il filo conduttore di questa situazione.

Quasi senza rendermene conto mi ritrovo a riavvolgere silenziosamente a ritroso il nastro dei miei pensieri e dei miei discorsi alla ricerca di ciò che li ha destabilizzati in questo modo sconcertante.

Parola dopo parola scorro velocemente tutto ciò che ho detto, ripetendomi quasi le frasi che ho detto ad Ian poco fa. E improvvisamente tutto si completa, le parole mancanti si incastrano perfettamente nel quadro costruito dalla mia razionalità.

Oh amore alcune le conosco.

Il mio cuore perde all'istante un battito, accelerando bruscamente subito dopo e trasformandosi in una corsa sfrenata che mi provoca un ronzio nelle orecchie.

Amore.

Allargo gli occhi, la tachicardia che non mi abbandona e una vampata di calore che mi sale al viso, arrossandomi furiosamente le guance.

L'ho chiamato amore, mi dico quasi non capacitandomene. E' successo con una naturalezza così disarmante che non me ne sono praticamente accorta.

Le mie labbra si sono mosse quasi in modo autonomo, spinte da quel sentimento che cresce giorno dopo giorno dentro di me realizzandosi.

Stupita da me stessa deglutisco, tentando di rallentare il mio battito e di calmarmi.

Mi sento strana, euforica ed agitata al tempo stesso. Un mix di emozioni e sentimenti che pulsano, si dimenano e si mischiano rendendomi fremente.

Un pensiero attraversa però fulmineo la mia mente, paralizzandomi.

E Ian come l'ha presa? Mi domando sprofondando in un flusso di pensieri che mi estrania dal resto del mondo, facendo passare in sottofondo tutto ciò che ho intorno.

Quasi ansiosamente alzo lo sguardo su di lui, trovandolo nella stessa posizione di prima e con lo sguardo puntato in tutt'altra direzione. Sembra un po' teso, forse imbarazzato, noto con un'occhiata accurata e vibrante.

Agognando disperatamente dei dettagli che mi facciano intuire il suo umore e, soprattutto, la sua reazione lo studio, percorrendo il suo viso con occhi aviti di indizi. Ha la mandibola appena contratta, le labbra che contrariamente sono distese nella consueta piega morbida e gli abbassati che sfuggono ai miei, impedendomi di leggerlo meglio.

L'espressione indecifrabile stampata in volto non mi aiuta a decifrarlo, provocandomi una leggera stretta allo stomaco che mi attanaglia vigorosamente.

L'avrà presa bene? Mi domando ancora, incapace di non farlo.

I miei dubbi rimangono però tali visto che Kevin riprende a parlare subito dopo, ricordandomi della sua presenza.

- E' uscita molto bene – completa infine la frase, continuando a fissarci e scrutarci in modo quasi indagatore  – E complimenti Ian, davvero ottima l'improvvisazione. - continua schiacciandogli l'occhiolino, riprendendosi in minima parte.

Istintivamente lo guardo mentre parla, scorgendo Ian annuire appena con la coda dell'occhio mentre continua a passarsi nervosamente la mano tra i capelli.

- Mi hai...sorpreso – afferma ancora scombussolato, come realmente stupito da una verità che non si aspettava, non guardando tuttavia il mio collega e fidanzato ma rivolgendo lo sguardo su di me.

E un dubbio molto più grosso e insidioso rispetto alla reazione di Ian mi fulmina sul posto, raggelandomi dolorosamente.

Ha sentito, sgrano scioccata gli occhi. Kevin ha sentito.

Solo in questo momento, con un imbarazzo pressante e una paura latente ad abitarmi, ricollego tutto, ricordandomi della sua comparsa proprio nello stesso esatto momento in cui ho pronunciato quelle parole.

Alla fremente euforia si mischia ora l'angoscia di cosa potrebbe dire, di come potrebbe riprenderci. Le relazioni sul set non sono mai state buon viste di buon occhio, proprio perchè potrebbero mettere a repentaglio la riuscita ottimale dello show creando attriti e problemi.

Totalmente senza parole rimango in silenzio, interiormente sconvolta dalle conseguenze pubbliche che potrebbero insorgere.

E se qualcun altro lo avesse sentito? Mi chiedo ancora, scrutando con occhi febbrili le cuffie appoggiate sul suo collo.

Abbiamo il microfono dannazione, mi maledico mentalmente frustrata. Potrebbe avermi sentita anche il regista e chissà chi altro, emetto un piccolo sbuffo allarmato.

Una punta di panico vena totalmente la mia tranquillità, portando a non sentire cosa sta dicendo Kevin.

Con il cuore che pulsa in modo aritmico e un miscuglio di emozioni indistinte che si agitano dentro di me guardo Ian.

Come percependo il mio sguardo lo alza su di me, permettendomi finalmente di scrutarlo meglio. Ricambia la mia occhiata, legando i miei occhi con i suoi. Tesa e nervosa cerco di capire la sua reazione, ciò che pensa o prova. La calma magia che ci ha caratterizzati fino a poco fa mandata in frantumi da una angoscia sottile, ma tremendamente presente.

Disattendendo le mie speranze mi guarda in modo indecifrabile, gli occhi azzurri appena dilati e uno stupore velato ancora ben presente nella sua espressione.
E l'eco delle mie parole rimane nell'aria, così come il battere del mio cuore.
Oh amore alcune le conosco.
Amore.










*******
 






 
 


Con una torsione semplice del polso mi tiro dietro la porta bianca del mio camerino, chiudendola subito dopo a chiave. Avvolta da un silenzio quasi religioso prendo un lungo sospiro, lasciandolo andare subito dopo con una scrollata di spalle. Non c'è nessuno in giro e, vista l'ora, non c'è da stupirsi. E' stata una giornata pesante, impregnata di tensione emotiva e lavorativa. Come se non bastassero le scene massacranti ci si mette anche la mia vita privata, quasi sull'orlo di essere resa pubblica ora.

Ho praticamente passato la giornata ad evitare Kevin per paura che mi fermasse per dirmi qualcosa, richiamarci o anche solo esprimere il suo parere contrario. In qualche modo mi rende irrequieta questa concreta possibilità, non facendomi vivere serenamente
Per non parlare di Ian poi. Non ci siamo praticamente più beccati per tutto il pomeriggio dal momento che io ho dovuto girare delle scene con Paul e lui era impegnato sul set.

La promessa di spogliarmi dell'abito di scena nella pausa non si era avverata, sfumando in un silenzio dettato da qualcosa che sembrava averlo destabilizzato.

Amore.

Nell'intimo silenzio della mia mente mi ripeto questa parola, esattamente come ho fatto per tutto il giorno in modo quasi incredulo, assaporandola dolcemente.

Era stato questo, la sorpresa di sentirsi chiamare così a destabilizzarlo? Ian era apparso quasi imbarazzato più che confuso, stupito da un qualcosa che non si aspettava forse.

E di certo la presenza di Kevin ha complicato drasticamente le cose, ingigantendo un qualcosa invece semplice e spontaneo.

Non si è fatto sentire e io non l'ho cercato, rifugiandomi quasi nella frenetica calma delle  riprese.

Emetto un lungo sospiro, cercando di scacciare la tensione e preparandomi mentalmente ad affrontarlo non appena metterò piede in camera mia. Pronta per tornare in camera e finalmente rilassarmi tra le calde e candide coperte del mio letto, mi volto muovendo un passo in avanti.

Tuttavia, sono costretta a rivoltare subito dopo, ricordandomi distrattamente che ho lasciato le chiavi inserite nella toppa.

Dannazione a me e alla mia testa distratta che si perde sul pianeta Ian, mi maledico mentre le recupero infilandole subito dopo nella tasca interna della borsa.

Ciò nonostante, non faccio neanche in tempo ad alzare lo sguardo e muovere un passo che l'ultima persona che vorrei vedere compare davanti a me.

- Oddio Kevin – mi porto spaventata una mano al petto, il cuore che scalpita furioso e un urlo strozzato che mi muore sulle labbra. - Mi hai spaventata – mormoro con un filo di voce, prendendo poi un respiro profondo nel tentativo di calmarmi.

Allo spavento si mischia subito una punta di imbarazzo, portandomi a torturarmi il labbro inferiore con i denti. Con il cupo presagio che possa iniziare il fatidico discorso riguardo ciò che ha visto stamattina lo guardo, ricambiando la sua occhiata delicata con una di febbrile attesa.

Lui sorride in modo gentile, il disagio di oggi pomeriggio che sembra solo un lontano ricordo sul suo viso.

- Scusami tesoro, non volevo – afferma con voce calma e serena, piegando le labbra in un sorriso velato che però non mi tranquillizza – Ti ho chiamato un paio di volte, ma sembravi sovrappensiero – mi rivela avvicinandosi di un passo, ostruendomi così del tutto la via di fuga così.

Sentendomi quasi in trappola deglutisco, tentando di usufruire delle mie doti recitative per apparire rilassata e soprattutto di calmarmi.

- Si – ammetto semplicemente, annuendo appena. - Non ti avevo  sentito -

Le mie dita si chiudono nervosamente intorno alla tracolla in tessuto  della mia borsa, tentando di scaricare e stemperare la tensione. Cosa che però non accade, purtroppo.

Per un lungo attimo cala un silenzio carico di imbarazzo, il corridoio deserto ed illuminato che ci circonda aumentando maggiormente il mio disagio.

Mi vorrà parlare di oggi? Mi domando quasi ansiosa, non riuscendo a non farlo ma non trovando comunque una risposta a questo quesito insidioso.

E forse non voglio saperlo, mi dico riconoscendomi come una perfetta codarda ma stasera e con la stanchezza che mi grava addosso è decisamente l'ultima cosa che ho voglia di fare.

- Ehm, io andrei – affermo con tono vagamente esitante, piegando appena la testa di lato ed indicando con un cenno del capo l'uscita che mi appare quasi come un miraggio in questo momento.

Cercando di apparire normale e tranquilla stendo le labbra, ottenendo come unico risultato una smorfia mal celata al posto di un sorriso disteso.

Lui, tuttavia, continua ad ostruirmi la strada, facendomi sentire tremendamente braccata.

- Aspetta – dice deciso, allungando una mano come per fermare la mia imminente fuga. - Vorrei parlarti prima, Nina – continua con tono pericolosamente serio, facendomi drizzare le orecchie.

Sentendomi in fallo e pronta ad essere colpita nel vivo mi irrigidisco impercettibilmente, stringendo ancora le dita intorno al tessuto della mia borsa nera.

- Hai un minuto? - mi domanda.

- Si, certo - mormoro in risposta io, fingendomi tranquilla.
Cosa che decisamente non sono. Per nulla.

Il cuore mi scalpita ansioso ed agitato nel petto, facendomi sentire sul punto di essere scoperta.

- Dobbiamo affrontare un discorso – afferma ancora, iniettandomi direttamente in vena una dose incredibile di panico con le sue parole.

Mi pervade, soffocandomi e privandomi quasi del respiro. Non sapendo cosa fare o dire mi mordo le labbra, percependo il momento della verità farsi sempre più vicino. Un confronto inevitabile si avvicina minuto dopo minuto, intrappolandomi contro la porta del mio camerino e con il senso di angoscia che comporta.

E il peso di tutto ciò si fa sentire. L'angoscia preme inesorabilmente su di me, calcata dal fatto che Kevin non è solo un mio datore di lavoro ma anche un amico.

Semplicemente non riesco a sopportarlo, cedendo e battendolo sul tempo.

- Senti Kevin se è per quello che hai sentito oggi – inizio a parlare, frantumando bruscamente il silenzio che si è creato tra di noi mentre muovo freneticamente una mano.

Non sapendo bene come continuare esito un attimo, indugiando alla ricerca convulsa di qualcosa da dire, da spiegare.

- Te lo avremmo detto – affermo ancora, dilatando appena gli occhi mentre dentro di me spero ardentemente che non se la prenda. - Solo non volevamo diventasse troppo pubblica – continuo inclinando appena il viso, stringendomi tra le spalle.

Lui aggrotta le sopracciglia, probabilmente non capendo all'istante a cosa mi riferisco, distendendo poi la fronte subito dopo.

- Di me ed Ian – aggiungo io, tentando di spiegarmi meglio e di chiarire a cosa mi sto riferendo.

Emetto poi un sospiro, stringendo la bocca in una linea netta e attendendo la sua imminente reazione

- Oh – afferma semplicemente lui, facendomi fremere a causa dell'attesa. - Non negherò di essere rimasto parecchio sorpreso da oggi – mi dice con un'occhiata eloquente riferendosi alla situazione venutasi a creare sul set e io arrossisco furiosamente, mordendomi colpevolmente le labbra nel ricordarlo.

Silenziosamente in attesa lo guardo, aspettandomi da un momento all'altro una sfuriata sul perché va contro la politica dello show.

- E non ti dirò neanche che è una cosa che fa bene allo show perché sai benissimo le conseguenze in cui potreste incorrere - mi guardo ancora in modo serio, ammonendomi quasi.
Ecco qui la famosa ramanzina, mi dico torvamente incassando la testa fra le spalle.
So perfettamente quali possono essere le conseguenze di eventuali nostri problemi, ma so altrettanto bene che non li lasceremmo influire sul nostro lavoro.
Professionalità prima di tutto, è questo quello che ci siamo sempre detti. La nostra vita privata non deve influire sul nostro lavoro se non positivamente. In fondo uno dei motivi per cui abbiamo tenuta nascosta la nostra storia è anche questo: non creare problemi sul posto di lavoro causati magari da cause esterne.
Tuttavia quel lieve senso di ansia permane dentro di me, agitandomi interiormente nonostante io abbia la coscienza pulita a riguardo. Irrequieta mi muovo leggermente sul posto, continuando a fissare Kevin ed ascoltarlo.
Ci potrebbero essere conseguenze effettive? Mi ritrovo però a chiedermi, vagliando tutte le possibilità eventuali ed immaginabili.
Non c'era nessuna clausola nel contratto, penso riuscendo a calmare in minima parte il mio allarmismo.
- In ogni caso anche i muri se ne erano accorti, cara - si apre in un sorriso luminoso e vagamente divertito, lasciandomi più ammutolita di quanto io non sia già.
Non è arrabbiato? Mi domando spiazzata, totalmente stupita dalla piega che hanno preso le sue parole dopo l'inizio intimidatorio e scuro.
Per qualche lungo istante lo guardo con le labbra dischiuse e ammutolite dallo stupore provocato dalla sua reazione.
- Io non so che dire se non mi dispiace - sussurro realmente costernata, soffiando l'aria tra le labbra in un sospiro dispiaciuto.
Un corposo sollievo mi coglie tuttavia l'attimo seguente, pervadendomi in modo concentrico con le sue spire.
Come se un peso mi avesse abbandonato mi sento quasi più leggera, non più afflitta da ombrosi dubbi e torvi pensieri.
- Non volevamo che finisse sui giornali - affermo, giustificandomi quasi - Volevamo mantenere la nostra privacy, solo per questo non lo abbiamo detto né a te né a Julie - continuo con un sospiro.
Lui, incomprensibilmente tranquillo, mi sorride ancora, tentando forse di calmare il mio confuso giustificarsi.
- Nina, non sarò certo il re del gossip come Candice, ma non sono nemmeno nato ieri- afferma bonariamente divertito, prendendomi poi sottobraccio e conducendomi lungo il corridoio.
Una lieve risata mi sale alle labbra al pensiero di Candice e delle sue manie di saper sempre tutto su tutti, stemperando leggermente la tensione.
- Tra di voi c'è una tensione sessuale che va oltre le mie scene Delena - ride ancora, facendomi arrossire nuovamente. - Modestamente splendide - aggiunge con un finto tonno vanesio che fa ridacchiare.
Non sono nuova a queste battute dal momento che Candice me le fa di continuo, ma sentirsele dire dal proprio capo, per quanto sia anche un amico, è strano, imbarazzante.
Con le guance rosse corruccio appena le labbra, sentendomi vagamente a disagio.
Con passi lenti e tranquilli attraversiamo intanto il corridoio, giungendo fino alla porta antincendio che dà sull'esterno.
- Si nota davvero così tanto? - gli chiedo realmente stupita.
- Decisamente si- mi risponde lui annuendo vigorosamente – Non mi fraintendere siete dei bravissimi attori – afferma mettendo quasi le mani avanti rispetto a ciò che sta per dire. -Ma non so quanto Ian finga soltanto di essere … beh innamorato della sua Elena -
Calca sul nome della protagonista che interpreto, facendolo suonare ambiguo e allusivo.
Un lieve sorriso mi vela le labbra a queste parole, sfuggendo alla presa del mio nervosismo e scaldandomi inverosimilmente. Un senso di languido calore si insinua infatti dentro di me, divorando quel senso di angoscia che mi ha  abitato fino ad ora.
- Pensa che i fan su internet vi hanno ribattezzati Nian - sogghigna divertito - Non so se in una guerra tra fandom chi vincerebbe visto che piacete una sacco. Dovrei sentire Julie a tal proposito–
Aggrotto leggermente la fronte, stupita e al tempo stesso divertita dalla buffa fusione del mio nome e di quello di Ian.
Nian, ripeto silenziosamente decretando infine che mi piace.
Un po' orientale come suono ma mi piace.
- Persino loro si sono accorti che l'amore è nell'aria - mi sorride in modo complice, allargando allusivamente gli occhi e portandomi a sorridere mentre continuiamo a camminare.
- Come la canzone, sai - mi dice appoggiando la mano sulla maniglia della porta antincendio per aprirla.
Aggrotto le sopracciglia, non seguendolo.
- Canzone? -
- Love is in the air - canticchia leggermente, non propriamente intonato.
Per completare il quadro improvvisa anche alcuni passi, continuando a canticchiare buffamente mentre muove le spalle.
Neanche il tempo di un secondo che scoppiamo entrambi a ridere.
- Comunque non volevo parlare di voi, per stavolta sei salva.- afferma, tornando improvvisamente serio non appena usciamo all'aperto.
L'aria fresca di marzo ci investe, provocandomi la pelle d'oca e facendomi rabbrividire-
Confusa e al tempo stesso incuriosita alzo lo sguardo su di lui, in attesa che parli e si spieghi meglio mentre mi stringo nella giacca leggera che indosso.
Kevin in tutta risposta abbassa momentaneamente gli occhi, puntandoli in un punto indistinto davanti a noi.
- Ho deciso di lasciare lo show - lancia la bomba senza mezzi termini, lasciandomi basita.
- Che cosa? - gli domando di rimando sbarrando gli occhi, non capendo questa sua scelta improvvisa e apparentemente senza senso visto il successo che sta riscontrando - Perché? - gli chiedo ancora, fissandolo sbalordita e onestamente anche dispiaciuta.
Lui sospira ancora, pesantemente,  stringendosi fra le spalle.
- Ho bisogno di stimoli - mormoro con semplicità tornando a guardarmi negli occhi - Ho un progetto in corso e hanno accettato di produrlo - continua.
Rimanendo in silenzio lo ascolto, tentando di capirlo e comprenderlo.
Annuisco silenziosamente.
- E poi lo show è già avviato - mi sorride leggermente, in modo quasi malinconico - Julie se la caverà alla grande .
E, in fondo, so anche io che è così
- Certo, cosa ne sarà delle tue bellissime scene? - gli domando calcando volutamente su bellissime in modo ironico e scherzoso, tentando di stemperare l'aria malinconica che si è venuta a creare.
Mi mordo le labbra per non scoppiare a ridere, continuando a guardarlo mentre rimaniamo fermi davanti dall'uscita.
- Ci penseranno i Nian – ride divertito, prendendomi bonariamente in giro. - Tanto l'amore è nell'aria -
Una risata mi scuote vigorosamente, portandomi ad alzare gli occhi verso il cielo plumbeo e ormani scuro.
E, chissà per quale strana ragione, quel motivetto continua a vorticarmi in testa.






                                                                      ******



 

- Love is in the air, everywhere I look around . Love is in the air every sight and every sound -

La voce bassa e corposa del cantante riempie la mia stanza, inondandola con le sue note e il suo ritmo caldo.
Canticchiando a bassa voce mi muovo leggermente sul posto, ancheggiando appena e continuando intanto a sistemare e piegare le magliette pulite sul letto. Amo l'odore delicato della biancheria pulita che impregna il tessuto, noto con un lieve sorriso a piegarmi le labbra.
Il buon umore sembra apparentemente essere tornato ad illuminarmi grazie in parte alla doccia rilassante che ho fatto appena tornata in camera,  che ha avuto il rivitalizzante merito di scacciare la tensione e la stanchezza lavorativa.
Ed è, decisamente, grazie anche alle parole di Kevin che hanno spazzato via le nuvole dei miei dubbi e dei miei timori.
Non appena, infatti, ci siamo salutati per tornare rispettivamente alle proprie questioni mi sono sentita subito meglio, come se un grosso peso mi avesse abbandonata e si fosse dissolto nel nulla.
E' inutile negare che il fatto che abbia in qualche modo approvato la nostra relazione, confidando nel nostro comportamento professionale, mi abbia tranquillizzato.
Ha stemperato il nervosismo della giornata, lasciandomi rilassata e tranquilla.
E così eccomi qui, ad ascoltare la stessa canzone che Kevin ha citato solo qualche ora fa mentre riordino e ballo buffamente.
- Love is in the air - canto ancora il ritornello, sovrapponendomi alla voce del cantante.
- Ti dai alle canzoni anni'70? - mi schernisce all'improvviso una voce che conosco alla perfezione in ogni sua sfumatura, portandomi ad alzare bruscamente la testa in quella direzione.
Colta alla sprovvista guardo Ian con gli sbarrati, trovandolo sull'uscio della porta che si richiude subito dopo alla spalla.
Mi rivolge un lieve e sfacciato sorriso divertito, piegando appena l'angolo della bocca, che segue alla fronte leggermente aggrottata in modo confuso.
La musica sfuma via subito dopo, lasciandomi con le guance rosse di imbarazzo e la stanza terribilmente silenziosa.
Visibilmente divertito dalla mia esilarante performance mi fissa, un scintillio di allegro divertimento che gli anima lo sguardo azzurro.
Mi mordo le labbra, continuando a guardarlo come folgorata sul posto.
Per una frazione di secondo rimango così immobile e in silenzio, la mano ancora a mezz'aria che regge una maglietta rossa e le labbra dischiuse mentre l'imbarazzo divampa bruciante dentro di me.
La mia mente, fortunatamente, elabora velocemente una risposta, seppur buffa.
- Me l'ha suggerita Kevin – ammetto stringendomi fra le spalle, l'espressione innocente stampata in viso mentre continuo a torturare il mio labbro inferiore con i denti.
Ometto, però, il piccolo particolare che riguarda il perché me l'ha consigliata, tenendolo gelosamente per me.
Dopo quello che è successo oggi, che ho detto, non so come la potrebbe prendere.
A dire il vero non so neanche come ha preso quello, mi ricorda la mia mente portandomi a sospirare pesantemente.
Questo dubbio mi colpisce come un pugno allo stomaco, mischiandosi all'imbarazzo
Ed eccoli li i soliti pensieri, che tornano a vorticarmi in testa senza lasciarmi scampo.
Divisa tra la piena consapevolezza di quello che ho detto e il dubbio della sua reazione emotiva deglutisco, abbandonando i miei indumenti puliti sul copriletto e decidendo di scoprirmi.
Lo scruto attentamente mentre il sorriso scema via dal suo viso e si muove per la camera con una scioltezza e confidenza che sa di quotidianità.
Non sembra teso o nervoso, nessuna tensione era presente nella sua voce, noto aggrottando appena le sopracciglia.
Prendo poi un respiro profondo, facendomi coraggio e decretando che è arrivato il momento di parlarne senza troppi giri di parole.
Basta attese e silenzi, ho aspettato tutto il giorno.
- Kevin mi ha fermato per parlarmi – affermo improvvisamente, interrompendo il breve silenzio che si è creato tra di noi.
Incuriosito lui alza il capo verso di me, lasciando andare lo zainetto blu dove tiene i suoi abiti di ricambio ai piedi del letto. E' un'abitudine che ha preso da qualche settimana quella di portarsi i vestiti dietro in modo tale da non dover fare tutto in fretta e furia al mattino.
Seguo quel gesto con gli occhi, rialzandoli subito dopo su di lui e legandoli ai suoi.
Mi fissa in attesa, aspettando che parli, ma apparentemente calmo e tranquillo. Nessun tumulto interiore sembra agitarsi dentro di lui.
Piegando appena il viso verso destra prendo un altro respiro, pronta per continuare il mio discorso, ma lui mi batte sul tempo, anticipandomi.
- Si, ha fermato anche me – afferma con tranquillità, piegando appena le labbra in una smorfia non curante e serena.
Ha fermato anche lui ? Mi dico sorpresa, non comprendendo totalmente se per parlare di noi o semplicemente per comunicargli la sua decisione.
Tuttavia, ci pensa lui stesso a togliermi ogni dubbio il secondo dopo.
- Mi ha detto che lascia lo show – continua stiracchiandosi leggermente.
Aggrotto delicatamente la fronte, tentando vanamente di scrutare la sua espressione per capire in qualche modo cosa si sono detti.
Una punta di acuta e lancinante curiosità mi trafigge, pervadendomi e facendomi quasi sentire in fremente attesa di saperlo. Cosa che però non accade.
Ian non dice, infatti, nulla, persistendo con il suo pacato silenzio.
- Si - affermo semplicemente, perdendomi tra le elucubrazioni della mia mente.
L'impellente bisogno di dirgli cosa è accaduto in sua assenza si fa più presente, pressante, mischiandosi alla tensione dovuta al fatto che non so come potrebbe prenderla.
Spinta, però, da un innato spirito di masochismo decido di svuotare totalmente il sacco, rivelandogli anche l'altra parte del discorso.
- E io gli ho detto di noi - ammetto dopo un attimo di esitazione, risultando più brusca di quanto vorrei davvero.
Attendendo fremente una sua reazione torturo il bordo della mia maglia con le dita, sperando ardentemente che non se la prenda. Lo guardo insistentemente, attendendo che parli mentre i miei denti affondando colpevolmente nel mio labbro inferiore.
Ian non dice nulla per qualche lunghissimo secondo, rimanendo immobile con la fronte aggrottata e l'espressione indecifrabile stampata in viso. Forse stupito, forse basito.
- E' stato involontario - mi affretto ad aggiungere freneticamente, facendo velocemente il giro del letto per raggiungerlo - Mi ha fermato e pensavo mi volesse parlare di quello che ha sentito stamattina - continuo la mia convulsa spiegazione agitando le mani, la voce venata da una percepibile nota ansiosa.
Lui mi rivolge uno sguardo attento, quasi curioso, studiandomi accuratamente la mia espressione.
Il mio impaccio aumenta ancora di più sotto la spinta delle sue occhiatine indagatrici, arrossandomi lievemente le guance.
In fervida attesa continuo a torturarmi colpevolmente le labbra con i denti, sperando intimamente che parli e mi risponda. Qualsiasi cosa va bene, basta che lo faccia.
- Sembri preoccupata - afferma improvvisamente, rompendo finalmente il silenzio e facendomi trattenere il respiro.
A spazzare via, però, la mia tensione ci pensa lui stesso subito dopo, piegando leggermente l'angolo della bocca verso l'alto.
- Ti è venuta anche una rughetta sulla fronte - mi prende giocosamente in giro, una risata appena accennata che gli vela le labbra e il tono dolce che fa assumere alle sue parole una sfumatura quasi tenera.
Con un sorriso abbozzato appoggia l'indice sulla mia fronte, distendendo appena con il polpastrello caldo la mia pelle corrugata.
E io posso finalmente tirare un vigoroso e lungo sospiro di sollievo, rilassando le spalle e la postura
- Mi dispiace davvero, avrei voluto parlatene prima - ammetto sinceramente sollevata che l'abbia presa bene, scuotendo leggermente il capo.
Tuttavia, non ho il tempo materiale di prendere respiro e continuare che Ian mi anticipa, ancora.
Con un movimento fluido e veloce mi circonda i fianchi, tirandomi contro di sé e zittendo qualsiasi mia ulteriore replica con un bacio quasi famelico.
Le nostre bocche si scontrano, facendo incontrare le nostre lingue ed intrattenendosi a vicenda in un contatto languido venato da una punta di incredibile dolcezza.
Inclino lievemente il viso, permettendogli un accesso maggiore alla mia bocca mentre un turbinio di emozioni mi attraversano, pervadendomi.
Come isolata all'improvviso dal resto del mondo appoggio una mano sul suo petto, beandomi finalmente del sapore delle sue labbra dopo una intera giornata di astinenza.
Si allontana dopo quelli che mi sembrano interminabili secondi e io, spinta dalla voglia insaziabile di baciarlo ancora, lo seguo istintivamente.
Sbilanciata in avanti e leggermente in punta di piedi alzo lo sguardo su di lui, percependo il calore del suo corpo contro il mio e la sua presa farsi ancora più serrata e avvolgente.
I nostri occhi si incatenano, legandosi in modo indissolubile mentre cala un tranquillo silenzio tra di noi che ci avvolge.
- Comunque mi piace - afferma, mandandolo in frantumi e portandomi ad aggrottare la fronte.
- Cosa? - gli chiedo di rimando io, continuando a rimanere appoggiata languidamente su di lui.
Ian sorride apertamente, in modo disteso e luminoso, trafiggendomi con uno sguardo intenso prima di ripiombare sulla mia bocca dischiusa e vogliosa di lui, dei suoi baci.
- Mi piace che mi chiami amore - mormora contro le mie labbra mentre quel sorriso dolcemente irriverente e sensuale permane, lasciandomi totalmente basita.
La voce suadente risulta quasi un sussurro impercettibile, calcata appena sull'ultima parola e solleticandomi il volto con il suo respiro caldo.
Senza parole sbarro leggermente gli occhi nocciola nel momento esatto in cui lui mi bacia, ancora, in modo lento e contemporaneamente dolce il labbro inferiore, affondando maggiormente subito dopo nella mia bocca.
Il cuore mi scoppia quasi nel petto, battendo in modo accelerato e anomalo, accompagnato dallo svolazzare incontrollato delle farfalle nel mio stomaco.
Sorpresa e sconvolto dalla sua reazione rispondo al bacio dopo un attimo di esitante attesa, iniziando a percepire l'euforia pervadermi poderosamente insieme al delicato senso di vertigini che mi attanaglia.
Come se mi avessero iniettato l'adrenalina direttamente nelle vene passo di slancio le braccia intorno al suo collo, saltandogli quasi addosso nell'impeto del bacio e della gioia.
L'ha presa bene, mi dico prendendone totalmente coscienza mentre l'ennesimo bacio vorace ci consuma e le mie dita vagano tra i suoi capelli corvini.
E nell'aria vibra qualcosa di diverso, di intimo e forte che sembra pulsare dentro di noi fino ad estendersi al di fuori dei nostri corpi, delle nostre anime.
Non è la solita elettricità, il consueto e voluttuoso desiderio che ci attanaglia le membra quando siamo vicini.
E' altro.
Qualcosa che si esprime anche perfettamente rimanendo semplicemente occhi negli occhi, brucia labbra contro labbra.
 
Le sue mani vagano intanto sul mio corpo, appoggiandosi sui miei fianchi mentre un bacio passionale e intenso si consuma.
Un frizzante desiderio inizia a bruciare dentro di noi, avvolgendoci sinuosamente con le sue spire e facendoci sprofondare nella voglia intima dell'altro.
Mentre la mia bocca lambisce la pelle del suo collo Ian fa leggermente pressione contro di me, tentando di farmi indietreggiare per arrivare al letto.
E la sua intenzione è chiarissima, perfettamente leggibile nei suoi gesti: mi vuole, così come io voglio lui.
Una mal celata voluttuosità impregna i nostri gesti, rendendoli frenetici e languidi.
Tuttavia, non appena compio un passo indietro  mi scontro contro una superficie rigida e ingombrante che interrompe bruscamente l'atmosfera oltre che il nostro cammino.
Quasi rischiando di cadere mi aggrappo alle sue spalle, tentando di riacquistare il mio precario equilibrio.
Abbasso subito dopo lo sguardo sull'oggetto che ha rovinato il momento, ritrovandomi a fulminare torvamente con gli occhi lo zainetto di Ian.
Visibilmente indispettita sbuffo sonoramente, palesando tutto il mio dissenso.
Dannato zaino, impreco silenziosamente.
Un paio di occhi azzurri seguono la mia stessa traiettoria, la presa sul mio corpo che però rimane ben salda.
- Ho portato il cambio - afferma al mio indirizzo, portandomi a guardarlo nuovamente in viso.
E un'idea improvvisa attraversa come un fulmine a ciel sereno la mia mente, non trovando assolutamente alcuna opposizione da parte della mia razionalità.
Scostandomi una ciocca di capelli scuri dal viso e portandola dietro all'orecchio gli do voce, parlando serenamente soddisfatta.
- Il secondo cassetto del mio comò è libero - affermo con semplicità e naturalezza, stringendosi appena tra spalle mentre l'altra mia mano rimane appoggiata su di lui. - E' tuo - gli sorrido dolcemente, indicando con un cenno del capo il mobile alle mie spalle.
Pienamente consapevole del significato velato che traspare tra le righe lo fisso, in attesa di una sua reazione.
In qualche modo la sua presenza nella mia stanza si concretizza, diventando palpabile e stabile.
Un'emozione indefinita e incredibilmente contorta attraversa i suoi occhi azzurri sorpresi, rendendoli incredibilmente liquidi e intensi.
Stupita dall'intensità del suo sguardo, che mi inchioda, mi mordo le labbra.
- Un cassetto? - mormora sorpreso, un mezzo sorriso sensuale e solare che gli inclina le labbra.
Lievemente imbarazzata dalla piega romantica e dolce che hanno assunto le mie parole annuisco lentamente, inclinando appena il viso.
- Ma lo faccio solo perché adoro rubarti le maglie - scherzo l'attimo seguente, tentando di stemperare lievemente l'atmosfera che sa di qualcosa di importante.
Apparentemente disteso e sereno ridacchia leggermente, sopendo poi l'accenno di risa nuovamente contro le mie labbra per un bacio dolce e fugace.
- Lo so che ti piace, amore - mi risponde lui, soffiando dolcemente l'ultima parola contro la mia guancia.
Il mio cuore perde all'istante un battito, facendomi trattenere bruscamente il respiro. Avvampo all'istante.
Mi ha chiamato amore, mi dico piacevolmente basita mentre un sorriso ebete si delinea sulla mia bocca.
E' questo che ha provato stamattina, questo mix letale di gioia, sorpresa e sentimento? Mi chiedo quasi in estasi, quell'emozione intensa che pulsa più forte dentro di me finendo quasi per stordirmi.
Mi scalda, insidiandosi dentro di me ed andando a riaccendere il calore del desiderio che ci ha infiammati non più di qualche minuto fa.
Le due sensazioni si mischiano, diventando inscindibili e un tutt'uno. Come noi.
Ian appoggia poi le labbra all'angolo della mia bocca, depositandovi un bacio leggero e dolce che mi provoca dei lunghi brividi.
Sorrido mentre le sue labbra creano un percorso bollente sulla mia pelle, percorrendo il mio viso e il mio collo fino alla clavicola dove indugia di più, in modo più languido e voglioso.
L'aria torna elettrica, vibrante di desiderio e sentimento.
E mi rendo conto, ora più che mai,  che Kevin non ha poi tutti i torti.
Love is in the air.




EDIT: Vi lascio il link di una mia nuova storia, con personaggi interamente originali ambientata a New York. Fateci un salto se vi va;) Ritratto di Te
   
 
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