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Autore: Chiara_93    10/06/2013    3 recensioni
Ron è morto. L'idromele avvelenato da Draco Malfoy l'ha ucciso, e a nulla sono serviti i soccorsi di Harry.
Nel cuore della notte, Hermione Granger è in infermeria a contemplare il cadavere del ragazzo per cui aveva provato i sentimenti più forti della sua vita, e nulla più sarà come prima. Stravolta e trasformata dal dolore, la vita di Hermione prende una svolta oscura, pericolosa e affascinante.
Genere: Dark, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Voldemort | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Capitolo IV – L'oscurità dentro

 

Hermione non avrebbe mai dimenticato la prima notte da fuggiasca. Subito fuori dal perimetro protetto del castello, tentò invano di Smaterializzarsi. Provò una, due, tre volte, senza riuscirci... aveva appena seguito la prima lezione del corso, non era capace. Un buio fittissimo e terrificante accecò i suoi occhi, quando una coltre di nubi coprì la luna piena.

Aggirò Hogsmeade, un grappolo di luci giallastre nell'oscurità, senza sapere dove mettesse i piedi. «Lumos» mormorò, ma la fioca luce magica bastava appena a rischiarare l'aria di fronte al suo naso. Sentiva voci, suoni, versi di animali, il soffio del vento, il frusciare delle foglie, ma non riusciva ad identificare la direzione.

Il peggio venne quando entrò in un bosco. Gufi e civette ululavano, le parve di sentire perfino il latrare di un lupo mannaro, cespugli e alberi ovunque guardasse, a sbarrarle il passo, e ad un certo punto mise un piede in fallo, scivolò a terra, nel terriccio duro e gelato, si ferì un braccio tagliandosi sulle pietruzze aguzze, tentò di curarsi, ma era troppo, troppo stanca per evocare una magia efficace.

 

Dolorante, esausta, Hermione crollò a terra in quella spaventosa radura fra i boschi scozzesi, ansimante. Non aveva mai avuto paura del buio, ma non poté trattenersi dal rannicchiarsi e chiudere gli occhi, sperando che tutto svanisse... sperando di risvegliarsi nel caldo, morbido letto nel dormitorio di Grifondoro, sperando che fosse stato tutto un incubo... allora cominciò a fantasticare, i suoi pensieri si fecero illogici e sprofondò in uno stato di torpore invincibile... sognò, o delirò, di essere ancora al primo anno... e vide un gigantesco troll di montagna stordito da una clava volante... e un ragazzino, ancora un bambino, dai capelli color carota che sorrideva, stupefatto...

Hermione si raggomitolò a terra, pensando: dormo un po', riposo gli occhi, poi riprendo, mi stanno cercando ma veramente non ce la faccio, solo cinque minuti. Cominciava a non sentire più le dita e i piedi. Socchiuse le palpebre...

 

«Vieni da me» sibilò una voce femminile che esisteva solo nella sua testa. «Vieni da me, Hermione Granger, vieni da me, e avrai il potere che desideri. Il potere di fare il bene... e di fare il male... il potere di riportare indietro i morti, il potere di punire e di premiare... vieni da me». Ed era nel vuoto più nero che si possa immaginare... tutto attorno a lei, l'abisso. Ai suoi piedi un'unica, brillante, luminosa striscia di sangue che si perdeva nel nulla... cominciò a correre forsennatamente su quella sola ancora di salvezza, inseguita da un mostro fatto di oscurità, seguì il sangue in tutti i suoi tortuosi giri e rigiri, finché non giunse ad una pozza più grande, e oltre non c'era più nulla.

Al centro della pozza, Hermione vide Draco che si agitava, in preda al dolore, maledicendo i Mezzosangue e chiedendo scusa, supplicando perdono piangendo come un bambino. Pagliuzze rosse salivano nell'aria morta, Hermione guardò in basso e vide un oceano di sangue che ribolliva furiosamente, come lava in un vulcano. Si voltò, il mostro, una nuvola nera, tempestosa e impalpabile, le era addosso... e c'era solo una via di fuga.

 

Si gettò nel lago, non sentì l'impatto, sprofondò nel buio. Per un tempo immemorabile, tutto fu oscurità. Poi una luce illuminò una figura, di fronte a lei.

Hermione trasalì. Era di fronte a se stessa.

L'altra Hermione la guardò, sorrise e spalancò le braccia. Era bellissima e trionfante, la pelle candida e perfetta come il marmo più pregiato. Potere, potere puro riverberava da lei.

Potere, e promesse di giustizia e vendetta. Potere di riparare ai torti subiti.

Attratta irresistibilmente, Hermione le si avvicinò, fino a toccarla, fino ad abbracciarla.

Allora, in quell'istante, l'altra Hermione si decompose, e stava abbracciando un cadavere, scarnificato e orribile, le orbite vuote e i capelli mummificati, le labbra ritratte a mostrare i denti di un teschio. Urlò di orrore, cercò di ritrarsi, ma era stretta nella morsa, si dimenò, gridò, scalciò e...

 

«Eccola!». Una rude voce maschile la riportò alla realtà. «Viva! Prendetela viva!».

Hermione si risvegliò da qualsiasi cosa stesse sognando, senza capire niente, si mise istintivamente in piedi, vide movimento fra i cespugli, uomini che l'accerchiavano.

«Arrenditi! In nome del Ministero!». La Squadra Speciale Magica l'aveva trovata. Lampi rossi sfrecciarono nell'aria, lei scappò, si gettò fra i rovi, strappandosi i vestiti, massacrandosi la pelle, si fece strada, ignorando il dolore, si mosse a casaccio, si allontanò, inseguita dagli Schiantesimi.

 

Ritrovò terreno libero, corse più veloce, ansimando di terrore, così forte da non sentire lo scorrere di un ruscello sotto di lei. Le mancò il suolo sotto i piedi e franò rovinosamente in un fossato, sbatté la gamba, sentì un dolore lancinante, e si rese conto che il suo ginocchio si era appena fratturato.

«Trovatela!». Voleva urlare ma si costrinse a tacere, zoppicò fino al ruscello che scintillava sotto la luna, si gettò nell'acqua gelida, lo guadò a fatica... si accasciò sull'altra sponda, svenuta. Non riusciva più a respirare. L'aria usciva dai suoi polmoni, ma non rientrava.

 

È la fine, pensò. Così finisce Hermione Granger.

Due paia di piedi, lambiti da un mantello nero, entrarono nel suo campo visivo, offuscato dalle ferite. Mani d'acciaio la presero per le ascelle, la sollevarono, la cominciarono a trascinare verso il bosco, sbatacchiando la gamba ferita.

Prima di perdere definitivamente i sensi, Hermione fece ancora in tempo a pensare che, con tutta probabilità, a trascinarla erano due Mangiamorte.

E ne fu felice. Poi tutto si fece buio, e sprofondò nell'oscurità dentro.


Angolo Autore
Ehi, spero che vi piaccia! Dal prossimo capitolo, la storia avrà una svolta importante! 
Ditemi che ne pensate!
--Chiara

  
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