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Autore: Water_wolf    10/06/2013    8 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AVVERTENZE: CAUSA VACANZA STUDIO, QUESTA FANFICTION VERRA' SOSPESA DAL 15/06 AL 29/06. CONTO DI RIPRENDERE GLI AGGIORNAMENTI APPENA RITORNATA IN ITALIA. SCUSATE TANTO.

" I'm a blonde so excuse me
I'm a blonde I get crazy." 
Brigit Mendler, Blonde



Emilia storse la bocca. << E che cosa vuol dire? Atudr… >> si perse a leggere la frase.
<< Atudrep acetoilbib acitnal rep etrop el erirpa artop auqca lled edotsuc al olos. >> ripeté Chiara, avvicinandosi al portone.
Il suo ciondolo riprese a brillare, schiarendo le lettere. La ragazza lo prese in mano, sciogliendoselo dal collo, e lo alzò verso la scritta. La pietra azzurra sprigionò quanta più luce poté, e le lettere iniziarono anch’esse a brillare. Divennero d’oro, poi si staccarono dai loro posti e vorticarono in aria. Il ciondolo brillava così tanto che tutti i ragazzi furono costretti a ripararsi gli occhi.
Quando li riaprirono, le parole si erano mescolate e formavano una nuova iscrizione.

-         SOLO LA CUSTODE DELL’ACQUA POTRA’ APRIRE LE PORTE PER L’ANTICA BIBLIOTECA PERDUTA –

Chiara si mise davanti alle porte e notò l’arabesco di fili dorati che si erano creati. C’erano le onde dell’oceano, navi, sirene, mostri marini; sulla costa, dei fauni combattevano assieme agli elfi contro dei golem. Il Sole, nel centro del disegno, presentava un solco a forma di goccia al centro.
Chiara ci inserì la pietra del suo ciondolo, che si adattava perfettamente. Si udì uno scricchiolio, seguito da molti altri, e le porte iniziarono ad aprirsi, rivelando l’entrata della biblioteca.
Dimitri fischiò, ammirato.
<< Muffa e pagine ingiallite, aprire bisogna le porte sigillate, per mettere le mani su conoscenze ambite… Oceani e mari antichi…>> ripassò Shai << Ma certo! Le porte sigillate sono queste che ha aperto Chiara, e gli oceani antichi sono quelli che si sono rivelati adesso. Quindi questa è la Biblioteca Perduta, e dentro ci saranno tomi di inestimabile valore, conoscenze ambite, ma ammuffiti e vecchi di anni, …. muffa e pagine ingiallite. >>
Andrea studiò la scritta e l’arabesco, poi disse << Già, ma le altri parti non si collegano a questo. Credo che la pergamena si scombinata. >>
<< Che cosa vuoi dire? >> domandò Emilia.
<< Che i deserti, i vulcani e le sabbie di cui tratta siano una parte a sé, mentre gli oceani e la biblioteca un’altra. >>
Jonas, che aveva raggiunto Chiara e se ne stava col naso all’ insù a osservare la volta, disse << Be’, non ci resta che entrare sperando che non sbuchi un vulcano dal nulla. >>
Chiara non se lo fece ripetere due volte, ed entrò subito nella Biblioteca Perduta. La sabbia marina lì era più presente, a volte ammucchiata vicino agli angoli dei ripiani. Gli altri cinque Custodi la seguirono e rimasero affascinati dalla bellezza di quel luogo.
Le pareti erano altissime, e i ricami dorati proseguivano i loro intrecci anche là; le piastrelle a scacchi nere e bianche erano occupate dalla superficie degli enormi scaffali stracolmi di volumi, in vari stati di manutenzione. Camminarono lungo il corridoio principale per alcuni minuti, nei quali scoprirono che la biblioteca era organizzata come un albero.
Il corridoio più grosso, quello che stavano percorrendo, era il tronco e, in lontananza, si poteva vedere una piccola scala chiocciola che saliva su fino a scomparire in un piano superiore. Gli altri, invece, erano dei rami che partivano dal principale, ognuno riportava all’inizio della sezione il nome dell’argomento trattato in quei libri.
<< Dovremmo dividerci, altrimenti non troveremo mai quello che ci serve. >> propose Dimitri.
<< Lo credo anch’io. >> disse Emy, appoggiando il ladro.
Il ragazzo la squadrò da capo a piedi, nascondendo dietro un sorrisetto malizioso i suoi ormoni in subbuglio.
I Custodi si separarono in due gruppi: Jonas, Chiara ed Emilia avrebbero esaminato i vari rami, mentre Shai, Dimitri e Andre’ avrebbero continuato il corridoio principale per poi salire sulla scala.
Le due amiche insieme all’angelo puntarono subito alla sezione ‘MEDICINA E TECNICHE BOTANICHE SPECIALIZZATE’  contrassegnata da una grossa targa con disegni di primule e rose. Sfortunatamente per loro, quel ramo della biblioteca era fornito di mille e più saggi, libri e sentenze di avvenuti esperimenti con piante dai nomi impronunciabili, almeno per gli umani.
Si concentrarono solo su ciò che poteva servire loro, sfogliando velocemente gli indici chilometrici –rigorosamente scritti a mano- dei volumi. Tra fogli, carte e pagine ingiallite, a Chiara ed Emilia era sembrato di tornare a scuola, il che non le rendeva molto felici.
E se una biblioteca piena di segreti e misteri antichi faceva loro quell’effetto, nei mesi che mancavano alla fine del liceo avrebbero finito per invitare Jonas nell’ora della professoressa Rossi solo per vederla svenire di fronte alle ali dell’angelo.
Chiara stava sorridendo al pensiero quando Emilia lanciò un urlo di rabbia, per poi scaraventare il libro che aveva in mano contro la parete.
<< Non ce la faremo mai così! Invecchieremo cercando la soluzione al problemino di Jonas e, quando lo troveremo, Zeigen sarà già bello che nella tomba, la Winter si sarà fatta congelare in una capsula di ibernazione, e i Neri avranno convertito i Bianchi al Lato Oscuro! >> sbottò.
L’amica non riuscì a trattenere le risate, che fecero infuriare ancora di più la bionda.
<< Che c’è di divertente?! >> sbraitò.
<< Niente, niente… Solo che finché Darth Fener rimane in un film nessun ‘Lato Oscuro’ convertirà i Bianchi. >>
La ragazza alzò il sopracciglio. << Lyra, lasciatelo dire, hai un senso dell’umorismo che potrebbe uccidere un comico tanto fa pena. >> commentò << Non è vero J? >> domandò. << J? >>
Chiara smise di ridacchiare, diventando seria.
<< Jonas, dove sei? Se mi spunti dietro all’improvviso facendomi prendere un infarto ti consiglio di ripensarci. >> lo ammonì la Custode dell’Acqua.
Ma l’angelo non aveva intenzione di fare nulla di tutto ciò. Si era allontanato dalla sezione dedicata alla medicina attirato da una forza misteriosa. L’aveva seguita, assecondando l’istinto, riconoscendola come familiare. Si era addentrato nei meandri dei corridoi, guidato da quella sorta di legame.
<< Ho un’idea. >> disse Emilia, e chiuse gli occhi, concentrandosi.
Diede vita a due fuochi fatui, cui ordinò di trovare calore.
<< Tu segui quello, io l’altro. >> disse, la palla infuocata già in movimento.
Chiara fece la strada percorsa da Jonas in precedenza di corsa, sia per stare al passo del fuoco fatuo, sia per paura che gli potesse capitare qualcosa di male.
Emilia, invece, raggiunse presto la base della scala a chiocciola e ciò che vide sopra non la rassicurò affatto.
L’angelo continuava a camminare, stregato da quel sentore. All’improvviso, ciò che l’aveva guidato fin lì svanì. Era arrivato.
<< Jonas! >> gridò Chiara, poggiandogli una mano sulla spalla, ansimante. Il fuoco fatuo scomparve.
<< Mi hai fatto spaventare… ma cosa ci fai… >> non completò la domanda, perché alzò lo sguardo, incrociando un’oggetto meraviglioso.
Riposta in un pouf di velluto rosso, era tenuta su un piedistallo in argento una spada. Ma non una di quelle finte, quelle che si vedevano ogni qualvolta si guardava Narnia in televisione; era una spada vera.
L’elsa era d’argento lavorata finemente e finiva in con un rubino; dalla guardia partivano due protuberanze, simili a delle nubi, e che si univano alla lama che, poi, era la vera meraviglia: in leggero rilievo, si intravedevano alla luce tanti ricami che formavano nuvole, vento, correnti d’aria dando l’idea di un cielo in movimento.
<< C-che cos’è? >> farfugliò Chiara, che era riuscita con un grande sforzo a staccare gli occhi dalla spada.
<< E’ Chion, la Spada della Pace. >> rispose Jonas.
Non c’era bisogno che qualcuno glielo avesse detto in precedenza, lui sapeva, lui sentiva, che quella spada gli apparteneva. Così si avvicinò al pouf e, dopo mille attimi di esitazione, prese l’elsa tra le sue mani.
Avvertì uno strano formicolio, e sorrise, sentendosi completo e ricaricato. Poi, all’improvviso, una parte di muro crollò e, mentre si girava, vide Chiara in  quella traiettoria.

 

§


Le scale, inizialmente, erano larghe e si poteva stare in tre su uno stesso gradino. Man mano che salivano, però, si erano ristette sempre più fino a rendere difficile la  salita anche per una sola persona alla volta.
Andrea, Shai e Dimitri avevano perso presto la concezione del tempo, non sapevano quanto fossero saliti ne quanto mancasse loro per arrivare al piano superiore, così come non erano a conoscenza dei risultati della ricerca dell’altro gruppo.
La scala si infilò nel muro, formando un buco simile alla tana di un coniglio, e i tre ragazzi furono costretti a camminare storti, assecondando le curve. L’aria era poca, calda e rarefatta, e Andre’ si liberò della sua felpa in fretta e furia, stufo di quel continuo salire.
Dimitri sentiva Shai farsi sempre più affaticata attraverso il legame che li univa, così, senza che lei glielo chiedesse, lui la sorresse da dietro e l’aiutò nel percorso. Andrea fece per salire l’ennesimo gradino, e quasi cadde, perché le scale erano finite e ora si trovavano su un pavimento.
Fece spazio anche a Dimitri e Shai, che si appoggiò stanca alla parete. Intorno a loro, il buio.
Si poteva sentire l’odore di carta e di vecchio, e immaginarono ci fossero altri scaffali anche lì. Quando Shai si riprese un po’, avvertì una sensazione di dejà-vu.
Allora si ricordò del sogno che aveva avuto dopo che era entrato in contatto con Dimitri, della biblioteca buia in cui trovavano adesso, dell’oracolo che le parlava di Wacan, Chion, Xeyl e Niayh.
<< Ragazzi, non sentite anche voi questa… sensazione di trazione? >>domandò Andrea, sconcertato.
<< No. >> risposero all’unisono i due fratelli d’anima.
<< Be’… io sento di dover andare di là. >> replicò il Custode della Terra, e si avviò.
Era come un magnete attirato da una calamita, non poteva fare a meno di arrivare dove lo conduceva quel sentore. Capì di essere nel luogo giusto quando una fioca luce verde-giallognola illuminò un piedistallo dorato.
Non sentì Shai trasalire alla vista di quello che stava sopra ad esso, non si fermò quando Dimitri gli disse che forse era meglio tornare indietro.
Perché sul piedistallo era sistemato, aperto nel mezzo, un grosso libro dalla copertina verde mela con radici marrone scuro a formare il dorso.
<< Niayh… l’Atlante della Verità. >> mormorò, e mise una mano su una pagina.
Dall’Atlante della Verità si sprigionò una luce immensa che eliminò ogni traccia di buio in quella stanza. Si sentì tremare tutto, e le pareti non sembrarono più tanto solide. Quando il lume rientrò dentro il libro, e i tre ragazzi poterono ritornare a vedere senza il rischio d’essere abbagliati, una crepa profonda rigò la parete al loro fianco. Ne seguirono molte altre, finché tutta la sala non assomigliò ad un pacchetto di cracker dopo essere stato sballottato per l’intera durata del giorno in uno zaino.
Dimitri spostò il peso da una gamba all’altra, e quell’insignificante movimento segnò il corso degli eventi.
La stanza si sgretolò, lasciando intatta solo la scala a chiocciola, con loro dentro.
Andrea afferrò l’Atlante stringendolo al petto, prima che precipitassero nel vuoto.

 

§


Jonas sgranò gli occhi, incapace di fare alcunché.
Se non fai qualcosa morirà, idiota! Schioda il tuo deretano da qui e salvala! urlò la sua coscienza. L’angelo si riscosse, sollevò la Spada della Pace, e scattò verso Chiara.
“Vattene subito via da qui!” mimò la ragazza con le labbra, ma Jonas la ignorò.
La raggiunse in un lampo, ma ormai anche le macerie erano a pochi metri da loro. L’angelo l’abbracciò, poi levò la spada più in alto della sua testa e la conficcò nel pavimento. Si concentrò e, nell’istante in cui riuscì a spiegare le ali, il muro in frantumi li schiacciò.

 
§ 


<< Avanti, è tutto finito. >> mormorò Jonas, accarezzando i capelli di Chiara.
Lei aprì gli occhi, ritrovandosi nel mezzo di uno strano abbraccio fatto di braccia, ali e una spada. L’angelo sorrise.
<< Stai bene? >> chiese.
Chiara annuì. << E tu? >>
<< Più che bene. >>
Solo in quel momento la Custode dell’Acqua si rese conto che Jonas era riuscito a spigare le ali, a creare una bolla d’aria protettiva e a salvarle la vita. Arrossì all’improvviso, senza sapere come comportarsi. Rimase a pensarci un minuto buono, poi sussurrò << Grazie. >>
<< Di niente. E’ il compito di ogni fidanzato proteggere dai pericoli la propria ragazza, dopotutto. >>
<< Fidanzato? >> ripeté Chiara.
L’angelo la squadrò, infine, allargò il suo sorriso. << Non siamo più solo amici da un po’, direi. Quindi, ora, siamo fidanzati. >>
<< Già. Fidanzati. >> assentì la ragazza, sorridendo intimamente.
Le faceva uno strano effetto pronunciare quella parola, fidanzati, rivolta a se stessa e all’angelo, non a qualcun altro. Era una sensazione nuova e infinitamente piacevole.
<< Eh-ehm >> tossì, per richiamare l’attenzione << come hai fatto a recuperare i tuoi poteri? >> domandò.
Jonas guardò in alto, lì dove la bassa parete di rocce e detriti si scontrava contro la barriera che aveva creato. Osservò la sua spada, la cui lama risplendeva se possibile più di quando l’aveva trovata.
<< Credo sia grazie a Chion. Il tuo ciondolo ti permette di usare la Wacan perché sei la Custode dell’Acqua, la Spada della Verità ha riconosciuto in me il Custode dell’Aria e ha ritrovato in me i miei poteri. O, almeno, sarebbe quello che direbbero i libri a riguardo. >> spiegò.
Chiara si guardò attorno, notando solo roccia, roccia e roccia.
<< Resta il problema di come uscire da qui. Sei capace di aprire un varco tra tutte queste macerie? >> gli chiese, speranzosa.
Jonas, in tutta risposta, avvicinò le ali e le mani a coppa. Da esse diede vita ad un globo, sempre più grande, sempre più carico d’energia, tanto che Chiara avvertì la potenza di quell’attacco nelle membra. Quando la sfera raggiunse le dimensione di una palla da calcio la lasciò andare.
Come un’onda, si propagò per lo spazio oscillante e quando la prima si scontrò con il muro ne seguirono molte altre, che pian piano tagliarono di netto le rocce.
La prigione di pietra si aprì come un uovo, ma ciò che c’era fuori non era molto più rassicurante di quando erano là dentro.
Le pareti tremavano, il pavimento sembrava il ponte di una nave in balia di una tempesta, e pezzi di soffitto si staccavano di continuo. Solo la scala a chiocciola restava in piedi, perfettamente immobile.
Jonas si alzò, svelse la spada e tese una mano a Chiara. La fece mulinare, per poi afferrare saldamente l’elsa. << Dobbiamo trovare gli altri e andarcene. Subito. >>

 

§

Emilia vide la struttura imponente delle scale, l’assenza di una fine visibile da lì sotto, ma una luce intesa illuminare i gradini dal suo termine. Non era qualcosa di normale, di sicuro avrebbe generato problemi.
Si disse che doveva salire, e in fretta. Corse su, regolando il passo affinché riuscisse a mantenere un’andatura costante. Neanche a un quarto di esse, il soffitto crollò. Si fermò, riparandosi la testa con le braccia.
Ma le macerie evitavano la scala come la gente farebbe con un appestato, e lei continuò la sua scalata. Il fiato bruciava nei polmoni, ogni respiro era una tortura. Le gambe reggevano, per il momento.
Sentì un urlo di paura. Senza fermarsi, guardò in alto, e vide tre figure precipitare. Merda, pensò e riprese a correre con più foga.
Shai, Dimitri e Andrea cercavano di afferrarsi a vicenda, ma dovevano stare attenti alle rocce e continuavano ad allontanarsi l’uno con l’altro. La possibilità che raggiungessero il ladro e che lui li tele-trasportasse a terra sani e salvi erano uguali a quelle di vedere un asino volare.
Emilia si sforzava di trovare una soluzione, intanto continuava a salire, i massi che le vorticavano attorno.
Dimitri aveva il compito più difficile. Eliminare la paura di Shai dal suo corpo e proteggere se stesso, la sua sorella d’anima e Andrea, che stringeva l’Atlante convulsivamente. Era una giostra mortale. Due enormi pezzi di soffitto crollarono uno nella direzione di Andre’ e Shai, l’altro dritto verso Dimitri. Il ladro fu costretto a decidere velocemente. Chiuse i due in una gabbia argentata, e il masso diretto lì si frantumò.
Ma non c’era tempo per evitare l’altro.
Chiuse gli occhi, preparandosi all’impatto e al dolore. Questi, però, non arrivarono mai. La bionda si arrampicò sul corrimano e si lanciò fuori. Sparò una fiammata che avrebbe fatto invidia a quella di uno shuttle, e lo mandò fuori portata.
Poi si rese conto che ora stava precipitando anche lei.
Non si concesse il lusso di gridare, conscia che la sua ‘grande’ idea non era poi così geniale.
Un nuovo masso si diresse verso di lei e Dimitri, ma Emilia lo eliminò con un’altra fiammata. Il ladro fece lo stesso con uno che minacciava Andrea e Shai. La bionda si spinse verso di lui, che l’abbracciò, evitando che un pietrone la dividesse a metà.
Puntò i propri occhi nei suoi, furente.
<< Che cosa diavolo stai facendo?! >> sbraitò.
Emilia gli mollò uno schiaffo. << Ti salvo il culo! E’ questo il ringraziamento che ottengo!? >> urlò.
Il ladro fece schioccare la mascella.
<< Avresti potuto rimetterci tu, che cosa ti è saltato in mente? >> gridò la domanda per farsi sentire al di sopra di tutto quel caos.
<< Vogliamo parlare di quello che è saltato in mente a te quando hai baciato Andre’, eh? >> ribatté, piccata.
Dimitri rimpicciolì un masso, poi replicò, scocciato << Ti sembra questo il momento giusto per discuterne?! >>
<< E’ colpa tua se ti posso parlare solo mentre stiamo precipitando! >>
<< E’ colpa tua se mi tocca sempre fare mosse azzardate! >>
<< Ehi! >> sbottò Emilia << Anche tu mi costringi a fare mosse azzardate! >>
<< Come baciare un ragazzo pur essendo etero!? >> la aggredì.
<< No! Come baciare te adesso! >> urlò, e posò le proprie labbra sulle sue.
Dimitri, all’inizio si oppose, ma poi smise di respingerla. Entrambi sentirono accendersi un fuoco dentro, e lo alimentarono a respiri rubati. Il tempo parve fermarsi, e in effetti fu proprio così. Shai si concentrò, ingoiò la paura, e bloccò la discesa dei due ragazzi.
<< Smettila di limonare e vedi di non morire, Dimitri! >> lo apostrofò.
Il ladro si staccò controvoglia da Emilia, e si concentrò per trasportare lui e la bionda dagli altri due. La sorella si aggrappò a una sua spalla, e Andre’ si tenne stretto con una mano ad una sua scarpa.
Dimitri prese un grosso respiro e tele-trasportò tutti al sicuro, dietro uno scaffale. I quattro ragazzi si lasciarono andare in un grosso sospiro di sollievo.
Il ladro era madido di sudore: non aveva mai sfruttato così pienamente i propri poteri, e tele-trasportare quattro persone tutte intere richiedeva una certa quantità di energia.
Emilia si tirò su per prima, cercando con lo sguardo Jonas e Chiara. Non sapeva se l’amica l’aveva trovato o meno, ma confidava nelle sua abilità. Andre’, che ancora stringeva l’Atlante, si alzò, dando una mano a Shai.
<< Muoviamoci, se non vogliamo lasciarci la pelle. >> disse, mettendosi già in marcia.
Emilia si chinò, offrendo aiuto a Dimitri, che l’accettò senza fare storie. Le mise un braccio attorno al collo e, insieme, raggiunsero gli altri.
Presero il corridoio principale, e quasi si scontrarono con Chiara e Jonas. Bastò un’occhiata d’intesa e i sei si diressero verso le porte. Ognuno faceva del suo meglio per evitare i pezzi del soffitto che crollavano, distruggendo la Biblioteca Perduta.
Avvistata l’uscita, si sentirono in Paradiso. Sfrecciarono al di là del portone, e Chiara afferrò di slanciò il suo ciondolo. Ordinò ai compagni di prendersi tutti per mano, obbligando Jonas a infilarsi la spada tra la cintura e i pantaloni, e Andrea a ficcarsi l’Atlante dentro la maglietta.
La quindicenne si legò il ciondolo al collo e pensò con intensità: la Residenza del Presidente, la Residenza del Presidente, la Residenza del Presidente!
La Wacan svolse il suo compito e li portò tutti nella stanza di Chiara, da dove erano partiti.
I sei Custodi si scambiarono un’occhiata, poi scoppiarono tutti a ridere. Ce l’avevano fatta sul filo del rasoio.
Jonas posò l’arma sul letto, spiegando che aveva trovato la Spada della Pace nella biblioteca.
Andre’ tirò fuori l’Atlante della Verità, illustrando agli altri le pagine fitte di scritte nere. Stava giusto per raccontare di cosa era accaduto quando l’aveva toccato che… << Che diavolo…? >>
L’inchiostro scivolò velocemente via dalla pagine, lasciandole completamente bianche.


 

***

Angolino dell'autrice

Si si, so che  avevo detto ce avrei aggiornato in fretta, ma la fine della scuola mi ha obbligato a festeggiare prima  scrivere dopo. A proposito, buone vacaze e buoni esami a tutti!
Allora, con questo siamo al 23esimo capitolo, non manca poi molto alla fine. E se riuscirò a portare a termine questo progetto mi sentirò innegabilmente una figa, perché io comincio e poi non concludo mai nulla XD
Ma passiamo alle cose importanti. Come detto a inizio capitolo, ci sarà una pausa di due settimane per questa e tutte le mie altre storie a causa di una vacanza studio *a Dublino aaaaaaaaah* e appena tornerò scriverò i capitoli seguenti. Non so se questo sarà l'ultimo aggiornamento, forse se mi spiccio pubblicherò un continuo anche questa settimana^^ Don't worry!
In questa puntata c'è un momento puccioso tra Chiara e Jonas, di cui si assicura il completo stato di coppia. E poi, la più grande cavolata dopo il BigBang: un bacio volante (?) tra Dimitri e Emilia.
Io più penso a loro e a quello che faccio fare loro, più penso che uno psicologo non mi farebbe certo male LoL
C'è Jonas con la Spada della Pace, che è la rappresentazione in oggetto del potere del Chion. Per cui, il ciondolo è la Wacan per Chiara, i braccialetti sono Xeyl per Emilia, e l'Atlante della Verità è Niayh per Andrea. Il perché della pagine bianche lo vedremo nel prossimo capitolo, totalmente dedicato a lui!
Che altro dire.... spero vi sia piaciuto e ringrazio letteri e recensori tra cui quelli del capitolo precedente: Hoshi98, TheSandPrincess e Bimba98. Sono orgogliosa di dirvi che Upward è al 23° posto nelle storie più popolari per più recensioni per capitolo, olé!
E grazie alla mia amica Marta, che legge i capitoli di Upward da ospite, per il suo deretano e la sua simpatia hahahah
Mi dileguo che ho già scritto troppo, besos :*

Water_wolf
  
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