Mi scuso per il ritardo ma sono in periodo esame di maturità e beh... si insomma basta dire solo questo che ho già detto tutto! Ma con questo capitolo spero mi perdonerete, o forse mi odierete di più. chissà XD A più giù! ;)
Ero
sempre stata sincera con me stessa. Mi piaceva fare la parte della
ragazza dura
e a volte persino aggressiva perché erano aspetti che rientravano nella
mia
personalità. Ma in realtà ero anche molto, forse troppo, romantica.
Amavo
guardare film romantici di nascosto da tutti e fantasticare su un
futuro amore
da capogiro, come quelli che si vedono nei film. Per questo quando
quella notte
rimasi a fissare il soffitto incapace di addormentarmi non ebbi
difficoltà ad
ammetterlo. Mi piaceva. Vincenti mi piaceva. Quel vampiro freddo e
pericoloso
mi piaceva. Non avevo problemi ad ammetterlo a me stessa, ma questo non
significava che avevo intenzione di concretizzare qualcosa. Insomma, un
vampiro
schizzato e violento aveva quasi ucciso mia sorella per andare a
colpire
proprio lui e non sapevamo ancora chi era, cosa voleva e dove si
trovava.
Sorvolando sulla mia incolumità personale, chi era veramente Vincent?
Cosa aveva
fatto per attirarsi le ire di Leo? Sospirai rumorosamente sperando che
Seline
non mi avesse sentito. Mi portai un braccio sugli occhi e continuando a
pensare
a Vincent, lentamente mi addormentai.
<<
hai un aspetto pessimo. >>
<<
grazie Lu, sei davvero un tesoro a farmelo notare per la milionesima
volta
>>
Sbuffai
fingendomi offesa mentre Luce, nome completo MariaLuce, beveva il suo
orzo
macchiato lanciandomi degli sguardi a suo dire penetranti.
<<
quindi vuoi farmi credere che non c’è neanche un uomo al momento nella
tua
interessantissima vita sentimentale a toglierti il sonno? >>
Luce
era la mia migliore amica. Con lei riuscivo a parlare di qualunque
cosa, di
quegli argomenti su cui tacevo persino con Andrea. Forse perché Luce
era sempre
stata … particolare. Ricordava un po’ una hippy degli anni sessanta,
con quei
capelli scuri chilometrici solitamente legati in una o due trecce, le
gonne
lunghe, gli occhialini piccoli e rotondi e quell’aria da perenne
trasognata che
aveva. Per non parlare poi della sua decisamente attiva vita sessuale.
Quasi
tutti la trovavano strana ed anche io pensavo che lo fosse, ma quella
stranezza
mi piaceva. Non aveva tabu, potevo parlarle di qualunque cosa e lei non
mi
avrebbe giudicato, mi avrebbe ascoltato e detto il suo parere senza
comunque
offendermi o ferirmi. Ci conoscevamo da appena un anno eppure le volevo
già un
gran bene e sapevo di potermi fidare totalmente di lei. Ma potevo
davvero
raccontarle TUTTO? Non si trattava di aperture mentali questa volta, ma
di vera
e propria fantascienza. La guardai di sottecchi cercando di decidere il
da
farsi, perché nonostante sapessi che era una pessima idea, avevo il
disperato
bisogno di sfogarmi con lei.
<<
ok, hai vinto tu. >>
Lei
non sembrò sorpresa della mia resa, ma gongolò ugualmente, con un
sorriso che
solo lei sapeva fare senza sembrare la sponsor di una pubblicità del
dentifricio.
<<
c’è un uomo. Ma è complicato. Prima di tutto mi odia. E se non mi odia
non gli
interesso in quel senso. Per di più probabilmente neanche a me
interessa in
quel senso. Anzi il più delle volte provo piacere nell’immaginarmi
mentre lo
schiaffeggio. >>
Aggiunsi
sospirando. Luce aveva assunto quello sguardo vacuo che aveva quando
pensava
attentamente su qualcosa.
<<
vacci a letto. >>
<<
come!? >> quasi mi strozzai con il caffè che stavo bevendo.
Sapevo che
Luce era una tipa piuttosto libertina, ma in questo contesto era
l’ultima cosa
che mi aspettavo di sentirmi dire!
<<
ok, ascolta Melina. Non sei abituata a cogliere i segnali del corpo
degli altri
e tanto meno del tuo. Per questo quasi sicuramente stai confondendo
l’attrazione sessuale con violenza fisica o aggressività. Non so dirti
se sei
innamorata di questo tipo, e tanto meno se lo è lui, però penso che
dovresti
lasciarti travolgere dagli eventi ogni tanto. Senza aver paura delle
conseguenze come tuo solito. >>
Incredibile
a dirsi soppesai davvero le sue parole. Escludendo l’ipotesi di andarci
a
letto, certo. Se avesse saputo come stavano davvero le cose non mi
avrebbe mai
consigliato di ‘’non pensare alle conseguenze’’ perché le conseguenze
potevano
essere io, morta o magari semi morta. A seconda della mia fortuna.
<<
non è non pensi che tu abbia ragione … è solo che … >> deglutii
non
sapendo esattamente come terminare la frase.
<<
tesoro, so che anche se non lo ammetti facilmente stai aspettando la
persona
che ti farà battere il cuore, solo non perdere di vista la realtà.
Rischi di
non notare qualcosa o qualcuno di importante. E detto da me poi …
>>
Sorrisi
debolmente alle sue parole. Lei notò la mia esitazione così dopo aver
finito
con un lungo sorso il suo orzo mi rivolse un altro dei suoi sorrisi
anti
stress.
<<
testona lo so che hai i tuoi tempi. Di certo non mi aspettavo che mi
dessi
ragione e corressi a buttarti tra le braccia di questo tipo misterioso.
Anche
se un po’ lo speravo ad essere sincera. In ogni caso sta sera io e te
usciamo,
andiamo in una nuova discoteca che non spara quella musica house
orrenda. E tu
ti metti un vestito carino e sexy e tu farai la carina e la sexy. Non
mettere i
tacchi se no sembri godzilla epilettico. >>
Le
sorrisi riconoscente. Non amavo le discoteche ma dopo tutte quelle
stranezze
avevo bisogno di una parentesi di normalità. E magari fare
l’incosciente senza
aver paura di rimetterci la pelle.
<<
non sono convinta sia una buona idea. >>
Seline
mi squadrava con un cipiglio tra il serio e l’incuriosito. Da quando mi
conosceva non mi aveva mai visto con niente di diverso dai jeans, t
shirt e
converse. Quella sera invece indossavo, mascherando tutto il disagio
che
provavo, un vestitino nero mono spalla lungo fino a metà coscia con
delle
ballerine nere.
<<
non fraintendermi, penso che tu faccia bene ad andare a divertirti
invece di
stare chiusa in casa. Però penso dovremmo dirlo ad Andrea e a Gabriel.
>>
La
guardai facendo la faccia più tenera che potevo.
<<
Seline, lo sai che Andrea si preoccuperebbe un casino se lo sapesse e
di
conseguenza Gabriel mi imporrebbe gentilmente di non uscire. Se fosse
stato una persona qualunque lo avrei semplicemente mandato a quel
paese, ma non credo di
poter fare qualcosa contro un vampiro. >>
Lei
sembrò pensarci su attentamente e alla fine con un mezzo sospiro
accettò.
<<
ma non ti prometto di non venire a controllare neanche una volta
>>
<<
Grazie Seline! >>
Mentre
scendevo le scale stranamente serena mi resi conto di aver ringraziato
qualcuno
per avermi permesso di uscire. Sembrava di essere ritornata
diciassettenne.
<<
dai muovi il culo!! >>
Luce
era già totalmente andata, e non perché fosse ubriaca ma solo perché
era folle
di suo. La guardai sorridendo mentre ondeggiando cercava di trascinarmi
sulla
pista. Scossi la testa ridendo davanti al suo sedere che oscillava in
modo
tutt’altro che provocante.
<<
non sono ancora abbastanza ubriaca! Ti raggiungo tra poco! >>
Con
un sospiro presi un altro sorso di quello che avrebbe dovuto essere una
Caipiroske
alla fragola. Non ero una santa ma non ero nemmeno un’esperta di
cocktail così
mi ero lasciata nelle mani un po’ più esperte di Luce. Svuotai quello
che
restava nel bicchiere in un unico sorso mentre sentivo la testa più
leggera e
la voglia di ballare finalmente si faceva sentire. Non riuscivo più a
pensare a
niente che non fosse ballare, o almeno speravo di star ballando, e
ignorai
persino quella sensazione di essere osservata che ogni tanto mi
prendeva. Era
sicuramente Seline che teneva fede alla sua promessa o semplicemente
era
l’alcol che mi faceva immaginare le cose. Mi avvicinai a Luce e senza
alcun
motivo apparente iniziammo a ridere, una di quella risatine tra
l’isterico e
l’inquietante. Per quella sera potevo permettermi di fare l’idiota e
l’avrei
fatto pure bene!
Non
so per quanto tempo ballai, probabilmente non molto perché Luce era
ancora
carica e mentre io spingevo le persone per uscire un minuto dal locale
lei era
ancora intenta a scatenarsi sulla pista. Aveva anche iniziato a semi
flirtare
con un ragazzo moro dalla pelle ambrata davvero niente male.
Una
volta fuori rabbrividii a causa dell’aria fredda sulla mia pelle
sudata. Mi accesi
una sigaretta concentrandomi sul ricordo delle scarpe assurde che
portava
quella sera Luce. Cielo, stavo davvero messa male se mi applicavo così
tanto su
un paio di scarpe.
Sentii
qualcuno schiarirsi la voce dietro di me. Mi congelai sul posto.
Ultimamente
stare da sola quando il sole era calato significava rischiare di essere
dissanguata.
Mi
girai stupita e stranamente non sollevata, perché ero così convinta che
quella
persona fosse Vincent che quando sentendo la sua voce mi resi conto che
non era
lui ne rimasi delusa. Delusa da cosa poi?
<<
s..si scusa. Tieni >>
Gli
allungai l’accendino e quando le nostre mani si sfiorarono un pizzicore
improvviso mi fece allontanare di scatto la mano. Il ragazzo ridacchiò
accendendosi
la sigaretta.
<<
ci conosciamo da solo due minuti e già facciamo scintille. Promette
bene.
>>
Lo
guardai inarcando un sopracciglio, stranamente divertita. Da quando
queste
battutine mi facevano effetto? Era sicuramente colpa dell’alcol.
<<
io sono Tiberio, ma tutti mi chiamano Rio. Non mi chiamare mai Tiberio
ok?
>>
Lo
osservai meglio e quando mi resi conto di com’era fatto deglutii. Beh,
mica ero
asessuata. Rio aveva quasi tutte le caratteristiche che mi fanno
impazzire
negli uomini: occhi rivolti verso il basso circondati da piccole rughe
d’espressione, alto sul metro e novanta e con un fisico ben allenato,
con le
spalle larghe e un sorriso strafottente. Memore delle esperienze
passate
assottigliai gli occhi per cercare i suoi: volevo assicurarmi di non
vedere
bagliori rossi sospetti. Nonostante il buio riuscii a notare le sue
iridi
bagnate d’oro e mi tranquillizzai. Il ragazzo ridacchiò ancora alzando
a sua
volta un sopracciglio.
<<
non me lo dici qual è il tuo nome, ragazzina? >>
<<
ti piace tanto chiamarmi ragazzina, non
vorrei toglierti il divertimento. >>
Replicai
quasi subito. Lui fece un altro tiro dalla sigaretta continuando a
sorridere.
Dio, ogni volta che sorrideva si accentuavano quelle fossette intorno
agli
occhi.
<<
quanti anni hai? >>
<<
ci stai provando? >> iniziai a ridere senza un motivo ben
preciso. Che
figura.
<<
forse >> replicò con tono tranquillo.
Mi
sentii improvvisamente in colpa. Di cosa poi? Non ero mica fidanzata.
Vincent
non mi avrebbe mai ricambiato e io stessa non ero sicura di volere che
ricambiasse, perciò di cosa mi stavo preoccupando? Mi era permesso
flirtare un
po’. Mi imposi di scacciare quella sensazione immotivata e aiutata
un’altra
volta dal drink di poco prima sorrisi nel modo più accattivante
possibile.
Sempre che ne fossi capace. Non ero molto sicura, però l’avevo visto
fare
centinaia di volte ad Andrea e se funzionava con lei, doveva funzionare
pure
con me no? infondo avevamo lo stesso viso.
<<
interessante tecnica di abbordaggio. Non sarai mica un killer? >>
<<
dipende, ti piacciono i tipi pericolosi? >>
Feci
un’espressione pensosa, in realtà ci stavo riflettendo davvero. Ero
attratta
dai tipi pericolosi? Riassumendo gli ultimi eventi la risposta più
spontanea
era una sola.
<<
probabilmente si. Ma forse un killer è troppo persino per me. Mi
accontento di
un ladro alla Lupen, oppure alla robin hood. >>
<<
ma quelli non sono pericolosi, sono solo finti pericolosi. Se ti
dicessi che
sono una sorta di poliziotto cosa penseresti? >>
<<
penserei che le divise sono molto sexy. >>
Risposi
senza pensare, salvo poi arrossire di botto e provocargli altre risate.
E io
che volevo fare quella provocante. Ma dove!?
<<
in ogni caso non hai la faccia da poliziotto >>
<<
infatti ho detto una sorta. Niente divisa perciò. >>
<<
una sorta eh? E di che cosa ti occupi? A chi dai la caccia? >>
aggiunsi
sorridendo di sbieco. Di nuovo quel pizzicorio alla base del collo.
Forse stavo
esagerando. Infondo non sapevo chi avevo davanti: non solo i vampiri
sono
pericolosi a questo mondo. Lui fece l’ultimo tiro dalla sigaretta ormai
finita
prima di spegnerla sotto una scarpa. Solo a quel punto notai che ai
piedi
portava degli anfibi alti e salendo con lo sguardo incontrai un lungo
giubbino
di pelle nera. Si, aveva decisamente l’aria sospetta. Istintivamente
incrociai
le braccia al petto arretrando di un passo.
<<
vampiri. >>
Spalancai
gli occhi stringendomi ancora di più tra le mie braccia, cercando forse
di auto
tranquillizzarmi.
<<
su non fare quella faccia, ultimamente ne stai frequentando parecchi
no?
>>
<<
che cosa vuoi? >>
Ringhiai
sulla difensiva. Si, ultimamente stavo frequentando parecchi vampiri e
il primo
tra questi era proprio la mia gemella e non avrei permesso ad uno
squilibrato
qualunque di farle del male, non di nuovo almeno.
<<
ascolta, lo so che ora stai sulla difensiva perché vuoi proteggere tua
sorella,
ma non è lei al momento che mi interessa. Non miro ai pesci piccoli,
capisci?
Loro ci saranno sempre, in un modo o nell’altro. Io punto a quelli
pericolosi,
come la tua recente conoscenza. Leonard. >>
Lo
guardai tra lo basito, il sollevato e l’incuriosito. Ma proprio a me
tutti i
tipi strani? Altro che normale flirt.
<<
ascolta, se vuoi … occuparti di Leo o Leonard come lo chiami tu, mi fai
solo
che un favore. Ma non ti posso essere di alcun aiuto, per quanto
vorrei.
>>
Rio
iniziò a ridacchiare infilandosi una mano tra gli scompigliati capelli
neri.
<<
cosa c’è da ridere?! >> mi accigliai. L’alcol e l’effetto
ridarella erano
ormai quasi del tutto spariti dal mio corpo e perciò stavo ritornando
la solita
acida Melina di sempre.
<<
non riesci proprio a dire ‘’uccidere’’ eh? Prima parlavi tutta
disinvolta di
killer e ladri e ora sei tutta impaurita …. Sei proprio una ragazzina
>>
<<
hey! Smettila di chiamarmi ragazzina! >>
<<
ma come, credevo ti piacesse! >>
<<
beh, ho cambiato idea. Specie di poliziotto eh!? Ma fammi il favore,
volevi
solo fare il fico! >>
<<
beh, nonostante frequenti pessime compagnie, sei comunque affascinante.
Ragazzina, ma pur sempre affascinante. >>
Se
possibile arrossii ancora di più fino a sentirmi le orecchie bruciare.
Lo
squadrai incapace di ribattere in modo decente, combattuta tra l’essere
lusingata dalle sue parole o irritata dal suo sorriso strafottente. Poi
improvvisamente mi venne in mente una cosa.
<<
ma tu … sei umano? >>
Rio
smise improvvisamente di ghignare e lentamente si sollevò dal muro sul
quale si
era appoggiato avanzando lentamente verso di me. Io non mi mossi,
perché
infondo sapevo che non avevo nulla da temere. Anche se non ero
pienamente cosciente.
Con
lentezza mi prese una mano che, in contrasto con la sua pelle bollente,
appariva gelida. Trattenni il fiato seguendo le nostre mani fino a
quando non
si poggiarono sul suo petto, all’altezza del cuore. Il suo battito era
regolare
e forte, vivo. Alzai lo sguardo incontrando i suoi occhi dorati. Per un
secondo
mi vennero in mente quelli grigi e freddi di Vincent ma mi distrassi
subito
sentendo l’altra sua mano scivolare sulla mia guancia fino a fermarsi
saldamente sotto l’orecchio, sfiorandomi anche parte della nuca. Ero
come
stordita, come se fossi sotto l’effetto di qualche droga strana. Di
nuovo quel
sorrisino si disegnò sulle sue labbra lasciando intravedere i denti,
bianchi ma
normali.
<<
tu che ne dici, Melina? >>
<<
aspetta, come sai il mio nome? E se lo sai perché mi chiami … >>
La
mia frase si spense nell’istante esatto in cui lui poggiò le sue labbra
sulle
mie. Ricambiai senza pensarci, aggrappandomi alle sue spalle mentre Rio
spostava
la mano che fino a poco prima aveva stretto la mia dietro la mia
schiena,
spingendomi di più verso di lui. Era caldo e le sue braccia mi facevano
sentire
al sicuro e al tempo stesso elettrica. Mi mandava totalmente in
confusione
impedendomi di ragionare lucidamente. Mi sentivo bene, così quando si
allontanò
dalle mie labbra reagii d’impulso mordendogli leggermente il labbro
inferiore. Allora
si riavvicinò baciandomi con più forza di prima, strappandomi persino
un
mugolio. Dopo poco ci separammo, entrambi leggermente affannati. Lo
guardai
confusa, stupida prima da me stessa e poi da lui. Cercavo di scacciare
di nuovo
quel senso di inquietudine che era tornato dopo essermi separata da
lui. Cercai
così il suo sguardo che per la prima volta non era fissato nel mio e
quando
sentii un ringhio basso provenire dalle mie spalle mi voltai di scatto.
<<
cos’è, sei territoriale Vincent? >>
Ed ecco che fanno la sua comparsa ben due nuovi personaggi! Uno più strano dell'altro devo dire xD A dire la verità Rio non era programmato nell'idea iniziale che mi ero fatta nella mia testa... ma è come ''piombato prepotentemente nella storia'', e questo fa capire molto anche sulla sua personalità xD Spero davvero che vi sia piaciuto il capitolo e ringrazio ancora chi mi segue, e soprattutto chi recensisce! Scusate se non vi ringrazio individualmente ma vado un po' di fretta (la connessione internet oggi fa capricci e non vorrei non riuscire a pubblicare il capitolo >.<) Quindi i ringraziamenti ufficiali li lascio al prossimo capitolo! un saluto a tutti =) Ps. Fatemi sapere cosa ne pensate di Vincent =)