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Autore: Lovethepercabeth5    11/06/2013    5 recensioni
Questa storia parla in particolare della mia coppia di Violetta preferita ossia Angie e German.
Per loro, ma anche per tutti i ragazzi dello studio 21, dopo lo show di fine anno inizia una nuova storia e tutto assume una diversa piega con nuove, entusiasmanti situazioni.
***
- Dopo che so ti guardo con occhi diversi. -
- Ma in essi c'è ancora amore? -
- Si. -
- Allora supereremo tutto. -
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov German
 
La casa ad un tratto mi era sembrata troppo vuota. Guardai l’orologio: le due e mezzo di mattina. Scossi la testa, sconcertato, come avevo fatto a fare così tardi? Poggiai le mani sui braccioli della sedia, feci forza e mi alzai: avevo bisogno di un bel bicchiere d’acqua e magari anche di un paio di biscotti. Chissà se lei stava dormendo. E chissà com’era bella mentre lo faceva. Dare una sbirciata infondo non avrebbe fatto male a nessuno, no? Nemmeno il tempo di rispondermi e già i miei piedi salivano i gradini della scala che in quei secondi sembravano scricchiolare pericolosamente e i passi mi avevano condotto alla sua stanza. E se l’avessi trovata sveglia? Che le avrei detto? ‘Perché dovrebbe essere sveglia, German?’ si chiese una vocetta nella mia testa. Alzai le sopracciglia, e lentamente, senza fare rumore, abbassai la maniglia e aprii la porta. I miei occhi ci misero un po’ ad abituarsi al buio della stanza ma quando successe mi ritrovai a fissare un grande cumulo di coperte dal quale spuntava solo un esile braccio e tanti boccoli biondi. Dormiva a pancia in giù, come Maria..santo Cielo. Entrai e chiusi la porta, morendo dalla voglia di vedere il suo viso rilassato e privo di preoccupazioni mentre un piccolo sbuffo usciva dalle sua labbra, lei si girava verso di me e due piccoli boccoli le cadevano sul viso. Appoggiai il cellulare sul suo comodino, mi sedetti sul materasso, vicino alla sua pancia e le scostai i capelli dal viso, Dio quant’era bella. L’avrei baciata di nuovo, e ancora e ancora. Mi abbassai sulla sua fronte per lasciare un bacio e proprio in quel momento mormorò un nome. Solo un nome. Che però non era il mio.
 
Pov Angie
 
- Pablo non prendertela! Sapevi che ero innamorata di lui, o no? Ti prego, sei il mio migliore amico, ma solo quello, niente di più! Rispondimi. PABLO!  – Parlavo e parlavo ma lui girò le spalle, iniziò a correre, lontano da me e lo rincorsi ma anziché andare avanti mi sembrava di tornare indietro ed ogni passo faceva male, da morire, allora mi lasciai cadere a terra ma qualcosa vibrava, forse la terra sotto il mio corpo e in quel momento sentii sbattere qualcosa, una porta forse? e mi svegliai. Era solo un sogno, un inutile, terribile incubo. Ma qualcosa che vibrava c’era davvero: il cellulare di German. Guardai, era Roberto..possibile chiamasse alle tre di mattina? Incerta decisi che rispondere fosse la scelta migliore e aprii la chiamata. – Roberto! – A..angie..sono le tre, perché hai il cellulare di German? – era sconvolto, arrossii e risi anche se in effetti non capivo come quell’aggeggio fosse arrivato qui. – Deve averlo lasciato qui quando..quando ha preso gli spartiti che gli avevo chiesto – inventai e il migliore amico di German sembrò soddisfatto della risposta. – va bene, poi puoi dirgli che, se per lui non è un problema, io e Olga prendiamo un paio di giorni liberi per assistere sua madre? – Certo, tranquillo Roberto, me le saluti! – lui mormorò uno stanco ‘mhmh’ e riattaccò. Sorrisi, troppo stanca per pensare perché quel cellulare si trovasse sul mio mobile, mi raggomitolai sul letto e crollai immediatamente in un sogno fatto di frittate, torte venute male, sorrisi e baci.
- Buongiorno! Dormito bene? – la mia, più che una normale camminata verso la colazione, era stata una corsetta veloce, impaziente com’ero di vedere il suo volto e il suo sorriso. – non male, tu? – notai una certa asprezza nella sua voce, come se qualcosa fosse andato storto. – mah, ho fatto un..- sai dov’è il mio telefono?- chiese lui, tastandosi le tasche, agitato e interrompendo la mia spiegazione. – oh..si..era..era in camera mia..- lo vidi abbassare lo sguardo e arrossire, ma anche farsi cupo, decisi di continuare - ha chiamato Roberto, chiede se lui e Olga possono rimanere fuori altri due giorni..- gli porsi il telefono e lui fece attenzione a non sfiorarmi nemmeno. Ci rimasi piuttosto male e abbassai gli occhi anche io.
 
Pov German
 
Fottuta, fottutissima gelosia. Perché? Per una volta che le cose stavano andando bene, perché doveva rovinare tutto? –Angie io..- Devo andare allo Studio scusami, sono in ritardo – non disse nient’altro e si allontanò, senza nemmeno un ciao, o uno sguardo, si allontanò sbattendo la porta. Possibile che fossi stato così stupido? Decisi di andare fuori a fare colazione, almeno avrei notato di meno l’assurdo silenzio che regnava in casa mia.
- Signor Castillooo! – qualcuno dietro di me urlò il mio nome: Lohan, il proprietario del bar che veniva correndo verso di me, con una carta di credito in mano. – questa è sua, guardi dove mette la testa. – mi sorrise, scuotendo il capo e io lo ringraziai con un cenno del capo, chiedendomi perché Roberto dovesse sparire nel momento del bisogno. Ma potevo sempre andare io da lui, no?
La casa di Olga, o della madre, era la tipica casa di una vecchietta che amava passare tutta la sua vita davanti una bella e sana telenovela mentre cercava di lisciare il pelo del suo gatto senza accorgersi che quello se l’era filata già da un pezzo. E non fui sorpreso di trovare circa tre gatti ad attendermi sulla soglia mentre un signore, alto nonostante l’età e ben piazzato veniva ad aprirmi alla porta. Fu proprio quest’omaccione che mi sorprese: era la copia identica di Olga, doveva essere suo padre, ma lei non me ne aveva mai parlato. Vidi un sorriso spuntare dalla sua barba quando mi riconobbe e subito, premuroso mi fece entrare. Trovai gli altri nel salotto: Vanessa, la mamma di Olga, era tutta presa a spiegare a sua figlia come mai il figlio della sorella del portiere del palazzo del barbiere che tagliava quasi sempre i capelli al cognato del protagonista si fosse messo con una traditrice come la nipote della zia della lavandaia dell’ultima traversa all’angolo e sua figlia, naturalmente, la seguiva senza perdersi nemmeno una parola di quell’assurdo discorso. Fu solo quando sentii un sospiro di sollievo che mi resi conto della presenza di Roberto nella stanza, uno stanco, disperato Roberto, consumato da chiacchiere e programmi inutili. Risi e mi presentai alla mamma che, per quanto ancora malata, mi strinse in uno di quegli abbracci che avrebbero ucciso chiunque, vidi Roberto sorridere anche se amareggiato; lo chiamai in disparte e lui venne all’istante, mentre Olga diceva qualcosa del tipo ‘ che sera calda che c’è quando noi non siamo in casa ’. Capii il doppio senso solo quando il mio migliore amico, ormai arrivato con me nella stanza accanto, si stampò un sorriso idiota in faccia e, mormorando, disse: - Allora, la ‘piccola’ – e sottolineò con cura il termine - Angie è scoppietante anche a letto? – non fu facile stabilire in quel momento come, esattamente, si potesse chiudere la bocca prima che un fiotto di male parole ne uscisse fuori. Il cellulare. la camera di Angie. Il fatto che io l’avessi lasciato lì. Aveva frainteso tutto. – Roberto ma che diamine stai dicendo? Non me la sono portata a letto! – lo vidi abbassare lo sguardo all’istante, sconfortato, come se Olga gli avesse appena detto che tutto ciò che c’era per cena era a base di mandorle. – ah no? – era un mormorio il suo. Io dal canto mio fui quasi dispiaciuto di non averlo fatto, sembrava un bambino e..poi Angie..insomma.. ‘che diavolo stai dicendo?’ urlò la voce. Mi ricomposi, intrecciando le dita. – l’ho semplicemente dimenticato lì, chiaro? Non pensare mai più che io possa fare una cosa simile. E’ mia cognata e non sarebbe per niente giusto, e tu lo sai Roberto. – alzò la testa, con un espressione quasi arrabbiata sul volto, poi ripensai alle sue parole. – e anche se fosse, non è un problema tuo com’è Angela a letto. – aggiunsi, come per rimarcare il territorio. Lui se ne accorse e sorrise e io feci finta di niente, per non allungare. – a parte lei, quando torni ci sono un paio di cose di cui dobbiamo parlare ma nulla di importante – la piega che aveva preso la conversazione mi aveva fatto passare tutta la voglia di confidarmi così ritornai nel salone, salutai tutti e pregai Roberto di accompagnarmi alla porta; gli rivolsi un cenno e proprio mentre stavo varcando la porta lui mi chiamò: - ricordati che Maria sarebbe felicissima che voi vi prendeste cura a vicenda. Sei tu che stai facendo tutto, amico. – e dopo questa perla di saggezza, capace di mettere in crisi qualsiasi uomo, non disse altro e chiuse la porta, lasciandomi con la consapevolezza che mia moglie, lì sopra, stava approvando le sue parole.
 
Pov Angie
 
Possibile che doveva sempre essere così? Ogni volta che ci avvicinavamo un po’ ci staccavamo con ancora più forza. Quanto sarebbe andato avanti tutto questo? Non potevo sopportarlo più. Forse avrei potuto andarmene di casa..ma Violetta…come avrei fatto? E fu proprio in quel momento che lo vidi, pensavo di stare sognando ma era lì, bellissimo come lo era sempre stato. Gli occhi verdi che si illuminarono, le fossette che comparsero non appena mi vide girare l’angolo. Il suo perfetto, meraviglioso fisico si alzò veloce dalla panchina, le sue gambe lunghe lo condussero subito da me, il suo petto scolpito mi fu addosso subito e le sue braccia mi strinsero forte contro di lui. Dopo troppo, o troppo poco, si spostò e mi permetté di incontrare il suo sguardo coperto un po’ dai riccioli castani che spostò immediatamente. Mi poggiò una mano sul viso, come per accertarsi che fossi lì, dal canto mio ero troppo inebetita per parlare.
 – Angela..- sussurrò.


Signori e signoriii, sono ancora vivaaa AHAHAHAHAHA lo so, lo so, lo dico ogni volta ma mi dispiace sul serio di essere stata via tutto questo tempo cc solo che ho avuto parecchi problemi, tra scuola e resto e non trovavo né il tempo, né la voglia cc Ma adesso che è arrivata l'estate vi torturerò con questi orribili capitolii c': GRAZIE a tuttti quelli che hanno inserito la storia tra le preferite, le seguite ecc. Grazie per chi ha continuanto a chiedere di me e della mia storia, siete dolcissime e vi voglio bene c': a parte questo una grazie speciale va a Federica che mi ha aiutato un sacco<3
Ps: si, lo so, il figo degli ultimi righi sembra Harry Styles, non uccidetemi ma è il tipo di bellezza che amo nonostante non sia una directioner AHAHAHAH  adiooos<3
  
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