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Autore: KyuBee    11/06/2013    8 recensioni
Lui, Bright, un re, aveva perso una partita a poker con gli altri sovrani. Il suo regno non andava già di bene e in meglio.. come avrebbe pagato il debito a quello stronzo di Shade?
- Il regno ti basta come debito? - Ci pensò su..
- Il tuo regno sta andando a puttane, lo prendo lo stesso. Ma non basta. -
- Come non basta.. -
- Bright.. - Lo richiamò il cobalto.
- Quanto vale tua moglie, Fine? - Shade sogghignò, aveva vinto.
Estratto dal capitolo 3:
- STOP! STOP, STOP! NO aspetta, cara Rein avrei tanta voglia di ucciderti in questo momento! – Sbottò Shade. – Tu l’avresti fatta toccare da qualche lurido pervertito? – Rein lo faceva apposta, adorava, anzi impazziva farlo diventare una bestia.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Nuovo Personaggio, Shade
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Il pagamento di un debito. (Act I)

Capisco che ho un sacco di storie in sospeso ma questa qui, ci sono molto affezionata, è rimasta nel mio nido per troppo tempo ed è ora di fargli spiccare il volo. Vola piccola FF. (Gli aggiornamenti ogni Martedì)
Informazione: La storia segue perfettamente tutto l’anime, pezzo per pezzo, solo che ci troviamo molto tempo dopo. Solo che Fine contro il suo volere è stata data in sposa e Rein ad un principe del tutto sconosciuto. Dopo questo..

BUONA LETTURA, RAGAZZE.

Lau.

 
Ma se Fine avesse comminato un casino spacciando il figlio di un altro, per quello.. di suo marito? Ma se ancora peggio il marito in questione la mettesse come un debito ad una partita di poker?
In un bar del regno Lunare i vari sovrani: Shade, Auler,Solo, il timido Noche,  Fango,  e quello con più problemi economici al momento nel suo regno Bright. Si sapeva se entro mezz’ora non hai trovato il perdente da spennare, quello sei tu e Bright lo sapeva benissimo.
In quella mezz’ora si era giocato tutti i soldi che possedeva. Sua moglie, da golosa che era si sarebbe arrabbiata e avrebbe iniziato a fare una tempesta al castello. Lei si preoccupava per le condizioni di tutti i cittadini che morivano di fame solo per colpa sua che si era fatto prendere dal demone del gioco d’azzardo. C’erano anche quelli della ‘Gazzetta di Wonder’ non si poteva far di certo umiliare. Ma c’era anche uno dei più abili giocatori di poker, mai esistiti, sicuramente.
Lui, Shade Moon. Abile e ingegnoso, astuto come una volpe. Al suo sguardo non mancava mai nulla.
A volte si chiedeva ma la gente si era bevuta il cervello?! Come si faceva a farsi dare gli ordini da uno come lui che aveva il potere dove e quando gli pareva. Anche in quella fottutissima partita in cui ci stava perdendo l’onore!
Distribuirono di nuovo le carte. Il primo a buttare le fiches fu Noche e gli altri seguirono a ruota il gesto tranne Shade e Auler che rilanciarono.
Bright cambiò la carta e rilanciò l’offerta. Si accorse che non poteva fare niente se non bluff. Sentì distrattamente Fango che passava la mano e buttava le carte sopra il mucchio di fisches,poi fu la volta di Shade che rilanciò ancora la posta.
Bright accettò la posta e Auler fece lo stesso.
Shade aveva uno sguardo impenetrabile, che nessuno sapeva specificare le sue emozioni: Stavano raggiungendo cifre assurde.
Un brivido passò su per la schiena di Bright, come avrebbe pagato?
Auler e Noche si ritirarono e buttarono le carte sulle fiches. Shade aspettava la mossa di quel che era il principe dei gioielli. Un ghigno gli si stampò in faccia quando ricordò all’accaduto di quattro mesi fa.
Flashback:
Tutte le famiglie reali avevano una sorta di albero genealogico nel loro castello che veniva chiamato anche arazzo reale.
Alla ex-regina Maria, ex si visto che Shade era salito al trono da un pezzo, gli venne un colpo avvicinandosi all’arazzo che brillava e chiamò a gran voce suo figlio, sperando che non avesse comminato gran casini con i suoi soldatini poco affidabili e molto efficenti.
A gran passo si presentò: - Ditemi madre, e che sia importante. Ho impegni molto urgenti – La donna gli indicò l’arazzo che aveva disegnato una sorta di ramo accanto al nome di suo figlio. Shade alzò il sopracciglio, non aveva mica sparso il suo seme in giro sperando di vedere una sua figura in miniatura. O forse sì. Sotto al piccolo ramo apparse un nome:
Elthanin Milky.
Era una femmina, e come secondo nome aveva quello di sua sorella. – Chi credi possa aver partorito la tua erede? – Sua madre lo richiamò. Un ghigno, o meglio, un sorriso si espanse nella faccia del giovane Re. – Tranquilla madre, me ne occupo io. Non lascerò di certo mia figlia nelle mani di qualche arrivista sgualdrina. – Shade sapeva benissimo che la sua carissima rossa sarebbe finita presto argilla nelle sue mani.
Fine Flashback.
Perché non dichiarava sconfitta? Chiese il cervello di Bright con ancora un briciolo di lucidità. Ovviamente non voleva essere sconfitto agli occhi del cobalto che continuava a fissarlo con un ghigno.
Bright lo voleva prendere a schiaffi da un momento all’altro. Cosa aveva da ridere lo stronzo? Guardò le sue carte appena distribuite.
- Vedo. – La voce tremante del biondo parlò. Shade guardò per l’ennesima volta le sue carte. E poi tornò con lo sguardo fisso su il re dei gioielli. – Duecentomila. – Con voce molto chiara.
Una goccia di sudore scese sulla fronte del biondo. Non aveva tutti quei soldi e quel figlio di puttana lo sapeva benissimo. Perché non osare, dopotutto?
- Cinquecentomila.- ANCORA più sicuro di prima. Quel bastardo poteva  permettersi soldi così, lui non più già da tempo.
- Vedo. – Sussurrò Bright stupito dalle sue stesse parole. AVEVA ACCETTATO!
Il suo cuore sembrava che stesse per esplodere da un momento all’altro. – Che carte hai Bright? – Ancora quel ghigno impenetrabile. Bright prese più aria possibile dai polmoni e buttò le sue carte per mostrarle: TRIS DI NOVE.
Nella stanza era sceso un silenzio incredibile, nessuno osava fiatare. Attendevano tutti la mossa finale del cobalto.
- Sai, Bright, dovresti scommettere cifre così alte solo quando sai di vincere. – Non ghignava, rideva, di gran gusto. Con lentezza calò le carte sul tavolo. – FULL DI RE. –
Era finita, maledettamente finita. Bright voleva morire in quel preciso momento come non aveva mai fatto in tutta la sua vita. Con la vista appannata vide Shade attirare verso di sé le fiches. Poi Auler commentò verso l’amico. – Davvero mossa eccellente! –
Poi Fango alzò lo sguardo. – Facciamo i conti, tanto l’unico che ci rimette è Bright. – Bright guardò l’uomo con il taccuino che segnava tutte le puntate della serata
..e la sua morte. Come avrebbe pagato quel debito?
- Bright. – Lo richiamò.
- Il tuo debito semplicemente verso di me ammonta a novecentomila. – Gli disse freddo,e spietato. Bright deglutì.
Shade era capace di uccidere per un debito? Pare proprio di sì. – Non ho tutti questi soldi lo sai.. – Il cobalto annuì.
- Allora regoliamo questo debito. Non ci tengo a rate. Conoscendoti scappi in qualche punto del universo e i miei soldi? Puff. – Si appoggio allo schienale. Come faceva ad avere un’aria così sicura di sé? Non faceva trasparire mai un emozione. Poi il solo pensiero di vedere sua moglie sotto il suo corpo, lo disgustava. – Io pago sempre i debiti di gioco. – Ribatté. – I tuoi creditori non dicono così. – Commentò divertito Auler. – Fatti i cazzi tuoi Auler. –
- Okay non hai tutti quei soldi, cos’altro hai? – Bright deglutì per la seconda o terza volta. – Il castello di famiglia? –
- Bella idea, lo prendo, ma neanche siamo a metà del debito che devi pagare.. –
- Il regno ti basta come debito? - Ci pensò su..
- Il tuo regno sta andando a puttane, lo prendo lo stesso. Ma non basta. –
- Forse ho trovato il modo per finire di pagare il tuo debito. – Tutti gli occhi puntati su uno dei più grandi sovrani esistiti.
- Bright. – Lo richiamò ad alta voce. Lui lo fissò serio. Che aveva in mente?
- Quanto vale tua moglie? – Sogghignò, aveva vinto. Sua moglie? Sua moglie era sua e non andava toccata. Già era abbastanza incazzato perché la verginità di sua moglie era andata proprio allo stronzo che aveva davanti.
- Fine non ha prezzo. – Rispose senza pensarci. Di nuovo quel ghigno.
- Tutto ha un prezzo, mio caro, il tuo è di novecentomila. – Bright lo guardò senza capire. – Io ti annullo il debito, ti faccio sparire i creditori.. ma in cambio voglio tua moglie. – Il cuore di Bright sembrava essersi fermato, non poteva essere così crudele Shade. Bright conosceva benissimo l’amore che circolava tra sua moglie e il re Lunare. Fin da piccoli erano stati così. Ma sua moglie, era solo sua e basta.
- Ah dimenticavo.. anche mia figlia. – Ma che stava blaterando? Elthanin era solo sua figlia, anche se non era mai apparsa nel arazzo reale.
- Shade. – Lo richiamò Auler. – Zitto Auler, non è il momento. – Lo sgridò. – Non credo ad una parola di tutto questo. – Sbottò il biondo.
- Ti giuro sul mio onore che tu fra pochi mesi sarai un uomo senza debiti. Ma a partire da domani Fine sarà mia moglie non avrai più diritto su di lei. Non potrai più avvicinarti e parlargli né a lei né alla bambina. E se lo farai, e credimi lo saprò ti lascerò tra le grinfie dei creditori. – Continuò minaccioso. – Credi che Fine verrà con te senza combattere? – Ovvio che conosceva il coraggio di quella ragazza che riusciva sempre a tenergli testa. Sapeva benissimo che Fine accanto a Bright non stava avendo una delle vite migliori..
Bright sospirò, era nel pallone. Che doveva fare? Tenersi i debiti e restare con Fine, oppure accettare il ricatto di Shade?
Come lasciarla in quel modo senza spiegarle, vederla, o parlarle? Non l’avrebbe mai perdonato… senza salutare sua figlia per l’ultima volta.
Era la scelta più difficile della sua vita.
- Allora accetti? –
 
Piccolo angolo autrice:
Non aspettatevi rose e fiori dal prossimo capitolo. Dedicata a tutte le RedMoon del gruppo FB ‘United Redmoon’ perdonate la mia assenza!
 
   
 
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