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Autore: Wiwo    27/12/2007    3 recensioni
Gaara e Hinata, il demone assassino e la bambola di porcellana. Opposti, ma accomunati dalla stessa solitudine. Questa è la storia di due persone distrutte che forse, insieme, troveranno di nuovo la forza di andare avanti.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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03: floating in the wave

La corrente si faceva sempre via via più impetuosa, trascinando con sé tutto ciò che trovava sulla sua strada: alghe, giovani pesciolini, sabbia. E una piccola bambola di porcellana.

Il tempo correva velocemente come loro, nella marcia verso Suna: erano già passati quasi tre giorni, e ancora non erano in vista della città. Hinata temeva che fosse per colpa sua, anche se nessuno le diceva niente, o la degnava di uno sguardo. Era strano per lei, abituata ad essere sotto gli occhi di tutti durante quasi tutta la giornata, occhi che giudicavano, accusavano, compativano, era strano per lei non sentirsi osservata, controllata. A nessuno importava niente di lei. D’altronde quella era la missione, portarla a Suna a morire, non certo riempirla di attenzioni, però… però era strano lo stesso. Non sapeva se fosse meglio o peggio, non sapeva nemmeno se era una sensazione conosciuta o no, e neanche le importava. Voleva solo andare avanti, avanti fino alla fine. Per questo non si risparmiava, correva finché le gambe la reggevano; quando si doveva fermare, i muscoli in fiamme, si addormentava subito di un sonno senza sogni, tentando di recuperare velocemente le energie per scattare nuovamente quando la svegliavano.

Correvano notte e giorno, fermandosi il più raramente possibile, eppure non erano ancora arrivati. Erano come una corrente che via via si trasforma in un’onda, aspettando di infrangersi violentemente sulla scogliera. Ci sarebbe stato da spaventarsi quando quell’onda sarebbe arrivata. Anche se ancora non lo era.

Hinata Hyuuga cadde in ginocchio appena il capitano diede l’ordine di fermarsi; Dio, quanto era stanca. Sentiva nelle membra un senso di torpore che non provava più da tanto tempo – da quando si allenava con la sua squadra praticamente ogni giorno. Kiba, Shino, e la maestra Kurenai… quanto sembravano lontani nel tempo! Era come se appartenessero ad un’altra epoca. Sospirò. E probabilmente era proprio così. La voce dell’Anbu la riportò al presente.

-Hyuuga… tutto a posto?

La squadrò. Era seduta, inginocchiata, come una marionetta a cui fossero stati tagliati i fili. Una marionetta dipinta ad arte, con cura, creata apposta per essere esposta, e che ora era stata buttata nella polvere. Faceva pena.

La giovane donna si limitò ad alzare lo sguardo vacuo e ad annuire. Certo che era tutto a posto. Erano anni che tutto era a posto (anche se non lo era affatto, proprio per niente), perché i proprietari della bambola dicevano che lo era. Perché doveva cambiare, adesso? Una bambola non può decidere per se stessa, ma solo sottostare a quello che era il suo compito. Il suo compito, in quel momento, era quello di continuare a correre senza lamentarsi, anche se si sentiva morire, e di andare a combattere suicida a Suna. Lo stava svolgendo, e quindi era tutto a posto, come al solito. Tutto a posto.

L’Anbu la fissò ancora per qualche secondo, poi si allontanò. Era un vero peccato, una bambola così bella, rovinata e quindi da buttare via. In ogni modo con loro non stava funzionando troppo male; con un po’ di fortuna sarebbe arrivata a Suna senza troppi problemi, e finalmente non sarebbe più stata sotto la loro responsabilità.

Hinata si accoccolò per dormire: doveva recuperare un po’ di forze, e rilassare i muscoli. Avrebbe preso un tonico da guerra al risveglio, per nutrirsi, ma in quel momento aveva davvero bisogno di dormire almeno per poche ore. Chiuse gli occhi. Avrebbe fatto un sogno senza sogni, come tutte le notti da quando era ufficialmente diventata l’erede (la bambola d’esposizione) della famiglia, perché, si sa, le bambole non possono sognare.

~~~

I suoi piedi si muovono da soli. Un passo, e poi un altro, senza fermarsi. Dove si trova? Non lo sa. Non conosce quel luogo, non sembra casa sua. La sua casa è bella, ed elegante, e con tanti oggetti raffinati. Lì invece… è solo desolato. Un’immensa distesa deserta illuminata dal sole. C’è così tanta luce che ferisce gli occhi. Guarda in alto. Non c’è neanche una nuvola. In effetti, non c’è neanche il sole: la luce proviene direttamente dal cielo, è per questo che è così forte. I suoi piedi continuano a camminare. Perché è così infinito e deserto lì? Non le piace per niente, si sente minuscola e soprattutto sola. Non le piace affatto sentirsi sola. E poi è freddo, tanto freddo.

~

Il terreno sotto di lei è diventato neve, e il paesaggio è di un bianco accecante. Non si distingue quasi più il cielo dall’orizzonte, c’è solo una sterminata distesa bianca. Chissà se finisce da qualche parte, o continua per sempre, all’infinito? E intanto i suoi piedi camminano.

~

Quanto tempo è passato? Un’ora? Un anno? Tutta l’eternità? Lei non ha mai smesso di camminare, e comincia a sentirsi stanca. Vorrebbe sedersi, ma non ci riesce. È come se i suoi piedi non appartenessero a lei, ma fossero comandati da qualcun altro, che non vuole farli fermare. Osserva per un po’ i suoi piedi camminare, lasciando piccole orme nella neve. Ma lì non c’è davvero nessuno? Vorrebbe urlare, ma non ha voce. Non ci sono rumori in quello strano posto, non c’è niente di niente. Ed è così freddo.

~

Alza lo sguardo e lo dirige all’orizzonte. Non c’è più. Intorno a lei è solo bianco, senza fine. Ha paura. Ma forse… sì, laggiù c’è qualcosa che interrompe il nulla di quel luogo. Una piccola figurina nera, lontana, ma c’è. Sorride di gioia. Allora non è sola. I suoi piedi continuano a camminare piano, senza affrettarsi, ma va bene così. Prima o poi arriverà, no? E insieme si riscalderanno dal freddo eterno di quel posto.

~~~

Hinata si sentì scuotere delicatamente. Aprì gli occhi piano, ma la luce del sole li raggiunse comunque, ferendoli . Il suo corpo era ancora molle di sonno, e la giovane donna ci mise un po’ a capire dov’era: già, erano ormai tre giorni che non dormiva più a casa. Tutte le volte lo dimenticava. Che i suoi ingranaggi fossero consumati fino al punto di renderla inadatta in quel modo ai cambiamenti? Sembrava dipendente dall’abitudine. Sorrise amara. In fondo che importava? Tanto non sarebbe durato ancora a lungo.

Si alzò, mentre la squadra, frenetica, le vorticava attorno smaniosa di partire. Sembrava una videocassetta con l’avanti veloce agli occhi della bambola rallentata dai suoi meccanismi danneggiati. Si mosse lentamente, macchinalmente, gli ordini dell’Anbu che la guidavano nelle sue azioni: lo zaino, il tonico da guerra e l’accampamento e le loro tracce da occultare. E il più velocemente possibile.

Mentre obbediva, assente a ciò che faceva, rifletteva. C’era qualcosa di strano, qualcosa di diverso nel suo svegliarsi, quella volta. Una sensazione come di incompiutezza, di sospensione, ma che tuttavia era piacevole. La conosceva, quella sensazione? Era… familiare in qualche modo, l’aveva già provata, ne era quasi sicura. Forse quando ancora si allenava da kunoichi… sì, adesso ricordava. Era collegata a sbiaditi ricordi dolceamari di cose che, un tempo, avrebbe giudicato troppo importanti per essere dimenticate: le sue rare conversazioni con Naruto-kun, il tempo passato a ridere con la sua vecchia squadra, i sogni che faceva tanto spesso. Hinata si interruppe per un attimo nel compito che stava svolgendo. Un sogno… ecco cos’era. Ma non era possibile. Non aveva più sognato dal maledetto giorno in cui l’avevano designata come stendardo della casata. Le bambole non sognano. Semplicemente non possono, perché non hanno un’anima. Un ninja la richiamò al suo dovere, e lei riprese a nascondere le tracce del loro passaggio. Già, le bambole non possono sognare. Ma forse quelle rotte sì.

Alla fine tutto fu pronto, la folle corsa poteva ricominciare. La squadra si mosse all’unisono, come un’onda irrefrenabile. Galleggiando, trasportata in mezzo ad essa, si trovava una fragile bambolina. Sì, l’onda sarebbe stata davvero terribile al suo arrivo, si sarebbe infranta con violenza contro le scogliere che difendevano Suna, le sue alte mura. Chissà se quell’oggi sarebbe finalmente arrivata.

next- 04: collision

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Ohayo!! Non ci credo, sono arrivata ben al 3 capitolo! Per una one-shottista che non si è (quasi) mai cimentata con una fic a capitoli non è un cattivo risultato, via! Ah, avviso importante: scusate del ritardo già per il 3 capitolo, ma temo che per il 4 dovrete aspettare ancora di più ^.^’’ perché tra poco vado in montagna e non potrò toccare tastiera per un bel po’! Imploro perdono! E buone feste a tutti!! Mi raccomando recensite!!
E ora… risposte alle recensioni!! Happiness!!

LEA91: Curiosità di sapere cosa succederà quando Hinata e Gaara si incontreranno? ..Anch’io!^^ In effetti non so ancora come risolvere la questione.. Nel frattempo descrivo e mi preparo il terreno (leggi: prendo tempo), sperando che mi venga in mente qualcosa! No, sclero a parte, in un paio di capitoli dovrebbero incontrarsi! Spero.. Graccie per i complimenti!! E per avermi messo tra i preferiti.. *Wiwo arrossisce* (ah beh.. tra Hiashi e Hanabi non so chi potrei odiare di più.. penso che quando avrò un altro attacco di sadismo ci rimetteranno loro è________é kukuku)

Tifalockhart: Quella che deve scusarsi per il ritardo sono io, non te! Le recensioni fanno sempre piacere, non importa quando vengono lasciate.. mentre io dovrei darmi più da fare probabilmente.. ^.^’’ la pigrite cronica è una brutta cosa! Ehm.. Suna e Konoha.. è una cosa che ho lasciato un po’ abbozzata: mi serviva un pretesto per una guerra, e l’unica cosa che mi è venuta in mente è Gaara che vuole cancellare il suo villaggio dalla faccia della terra (fantasia malata di Wiwo..)! Praticamente ha dichiarato guerra a tutti gli altri paesi, compresa Konoha. Non ha molto senso, me ne rendo conto, ma era l’unica soluzione che sono riuscita a trovare..^^ Per l’incontro tra Gaara e Hinata… waaaah, devo lavorare, lavorare! Comunque penso che in uno o due capitoli si incontreranno..

Cecia chan: Amicia! Ti ho fatto venire i lucciconi? Allora ho raggiunto lo scopo! Anche tu tra i preferiti? Oh, che meraviglia!! Me molto soddisfatta di me stessa!! ^______^ e per quel che riguarda gli aggiornamenti… devo essere più puntuale! *Wiwo lo scrive tra i propositi per il 2008* Ci proverò con tutta la mia forza! (sese..) Anche te, però, Che!! Quando aggiornerai ‘Aishiteru, Gaara!’? me col fiato sospeso!!

..Ah, già! Oggi è il compleanno di Hinata! Auguri alla nostra Hyuuga preferita!!
Via, alla prossima (sperando abbastanza presto)!
Wiwo

   
 
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