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Autore: murrina    27/12/2007    1 recensioni
Eccomi qui. Ci provo, amici di EFP. Alcuni mesi fa scrissi questa fic, dedicata ad uno dei mie personaggi preferiti di questo bellissimo anime/manga, Bibi Nefertari. Questa mia fiction vuole raccontare, secondo il mio punto di vista, ciò che potrebbe essere successo se... Insomma, vorrei raccontarvi una storia che parla della nostra Ciurma e del regno di Alabasta. Dopo la loro partenza, dopo la sua decisione. Una storia, un baratro coperto da un velo. Spero scoprirete quel velo, perchè è l'unico modo per entrare veramente nel vivo della storia. E spero avrete voglia di leggere questa mia piccola sorpresa di Natale. Ci ho messo il cuore, scrivendola, è una piccolissima parte di me che vorrei condividere con voi. Buona lettura e, se la leggerete, grazie!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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“ Bibi, che fai, parli con gli sconosciuti?!” Nami l'afferrò per un polso mentre la turchina ritornava verso la sua camera, con aria confusa e stupita. Quell'incontro inaspettato...era stato come un vero e proprio tornado. L'aveva travolta in pieno, senza lasciarle il tempo di prendere fiato. Paradossalmente, perchè di aria stiamo parlando.

“ Oh, b-buongiorno Nami! No, no...Affatto...Non l'hai riconosciuto?”

“ Per la verità ero parecchio distante... No, chi era?” chiese, con un dito sulle labbra.

“ Khoza.” sorrise lei.

Un gridolino entusiasta si levò nel castello. In breve tempo tutta la ciurma, pardon, la compagnia teatrale di Cappello di Paglia lo venne a sapere e si divertì a scherzare sulla cotta che la regina confessò di aver avuta per il ragazzo in questione, nell'adolescenza.

Anche se, in effetti, sappiamo tutti bene che non è semplice stabilire la precisa data di scadenza di tale età.

Era stata una grande sorpresa, per lei, che qualche volta si abbandonava al pensiero di quell'uomo, vedendolo come riscatto da una quotidianità di solitudine e noia.

Khoza, il “capo”, come spesso lo chiamava lei quando erano bambini, era ritornato ad Alabasta.

Non le importava se fosse tornato per la sua ragazza o per lei; era tornato.


Qualche ora dopo, Usop e Chopper stavano correndo per i corridoi del palazzo verso la sala da pranzo, quando il Re, borbottando, scese le scale.

“ Buongiorno, sua maestà!” sorrisero i due, in coro.

“ Ciao.” rispose sgarbato lui. Poi assunse un'espressione pensosa: “ Ragazzo... Come hai detto che si chiama la tua compagnia?”

“ La-la...mia...ah, la compagnia! Oh, certo, maestà, la nostra compagnia, vero Chopper? Sì, il suo nome è “La grande e magnifica compagnia teatrale di Cappello di Paglia”!” rispose orgoglioso.

“ Cappello di Paglia, eh...? Dove ho già sentito questo nome?” domandò, insieme minaccioso e pensieroso.

“ N- non saprei dire...sua maestà!”

“ E dove ho già visto la tua faccia?” si avvicinò.

“ La-la mia faccia, maestà? Oh, ma è semplice...I nostri spettacoli sono assai famosi, le nostre locandine sono le più maestose e...”

“ Certo, certo, ne sono sicuro.” tagliò corto il re, voltandosi e dirigendosi verso la medesima destinazione dei due pirati/attori, che, parlandosi con lo sguardo, capirono i possibili guai.

Il re, d'altro canto, non si fidava di quell'assurda combriccola.

Sembrava avere una pessima influenza sulla moglie: la notte precedente, era tornata da lui parecchio tardi, senza la voglia nè la forza di fornirgli spiegazioni.

In più...c'era qualcosa che non quadrava, nè in quello spadaccino così arcigno, nè in quel ragazzino spiritato.

Soffiava aria di cambiamento.

Arrivato nel salone, trovò la regina intenta ad intrattenere gli ospiti; o meglio, sembrava fossero loro ad intrattenere lei. Ridevano come bambini! E non degnarono di uno sguardo sua Maestà il Re Kamal Fediz, il quale, cercando di richiamare l'attenzione del presenti, si schiarì veemente la voce, che risuonò nel petto con potenza tellurica.

Gli inchini dei ragazzi furono seguiti dall'espressione severa sul muso del sovrano rivolta direttamente alla giovane donna che l'aveva sposato.

L'annuncio del pranzo interruppe quel dialogo di sguardi d'odio dall'una e di amara sorpresa dall'altro.

La spontaneità di Bibi era stata troppo a lungo oppressa da quell'ambiente reso austero e silenzioso dal nuovo re, il quale decise: avrebbe dovuto saperne di più su quella gente che aveva fatto insorgere implicitamente la moglie contro la sua autorità.

Mentre si ingozzava rimuginava, pensava, rifletteva. Ad un certo punto, esclamò:

“ Ma perchè, Bibi, oggi pomeriggio non porti i tuoi ospiti a fare un giro del Paese? Sarei ben felice di accompagnarvi.”

“ Con vero piacere, Maestà.” La nobildonna conosceva bene il carattere del marito: era un'evidente provocazione. Chissà cosa stava tramando... Non indugiò nella risposta, ma si pentì quasi subito: e se qualcuno avesse riconosciuto i pirati, smascherandoli e scoprendo la loro vera identità? Non ci voleva un laureato: solo i pochi che non risiedevano a palazzo non avevano mai visto uno di quei maledetti cartelli che, a chiare lettere, informavano della taglia sulla testa di un ricercato. Il tempo li aveva ingialliti, il vento strappati; altri cartelli “più importanti” li avevano ricoperti, nascondendoli. C'era da sperare, sperare che nessuno ricordasse con precisione quei volti.


Nel primo pomeriggio, venne preparata una carrozza molto grande. Era un calesse, quel genere di mezzo di trasporto aperto.

La compagnia si incamminò. Una strana compagnia, a dirla tutta: il re, la regina, e un buon numero di giovani mai visti.

Prima tappa: il mercato locale. Fu un'occasione molto interessante per Nami e per Zoro, che era rimasto affascinato da un banco di spade di produzione locale.

Dopo quasi un'ora, il corteo ripartì, per visitare la campagna di Alabasta.

Passarono proprio davanti alla casa di Toto, Bibi sorrise, ricordando i bei momenti dell'infanzia, in cui lei e Khoza giocavano insieme ogni giorno, quando Igaram la inseguiva per riportarla dal padre, quando i due si picchiavano e litigavano, per poi rifare pace qualche attimo dopo.

Il re ordinò al cocchiere di percorrere un sentiero poco rassicurante.

“ Ma...caro! Perchè vuoi fare questo percorso? Non è una bella zona, non è un posto molto sicuro!”

“ Ma cosa dici, Bibi? E' solo una stradina un po' tortuosa... Alabasta è un paese di pace e tranquillità.” sembrò vantarsi.

“ Kamal, ti posso assicurare che quando ero bambin...”

“ Bibi, ti posso assicurare che da quando tu eri bambina i tempi sono cambiati!!”

Lei si zittì, indispettita.

Dopo vari minuti di tragitto, un cavallo si imbizzarrì. Tutti gli altri risultavano spaventati, ma da cosa?

“ Bene, bene, bene...La carrozza reale, proprio da queste parti? Boris, abbiamo visite!” una voce tagliente e roca risuonò nelle orecchie del gruppetto. Due poco di buono erano lì che si godevano la magnificenza della carrozza, immaginando la ricchezza che permetteva tanto sfarzo.

Mille grazie ancora alle commentatrici...^_^ Grazie Maho e grazie Shainareth...sempre gentilissime!! Vi avverto fin d'ora che sabato presto presto partirò, vi lascierò quindi un paio (forse anche tre) capitoli nuovi in versione "pacchetto unico"! Un bacio, Murrina
  
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