Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Rohchan    27/12/2007    6 recensioni
Cosa succederebbe se una stella cadente potesse esaudire un desiderio tenuto in fondo al cuore?
E se chi desidera sono Inuyasha e Kagome?
Se vi ho incuriositi abbastanza...buona lettura...
ULTIMO CAPITOLO ON LINE
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terzo capitolo in arrivo...con il relativo angolino dei GRAZIE:

ONIGIRI certo che ti permetto di essere una mia kohai...chi sono io per rifiutarti? ^^ Sei una persona davvero speciale, ed un'ottima scrittrice, quindi...nemmeno da chiedere! ^_- Grazie per i complimenti...sempre molto ben accetti...

MEL_NUTELLA io, in Kagome ci sarei stata più che volentieri!! ^_^ (aiut...già vedo le fan del Nostro che mi rincorrono armate al grido di LUI E' SOLO MIO!!! @___@)
Ti ringrazio dei complimenti...questo è l'unico modo in cui so scrivere, e sono felice che ti piaccia così tanto. Tra i tuoi preferiti? WOW!!!Me felice!!! *_*

Ringrazio anche RYANFOREVER e CAROTINA...grazie mille del commento...^_^

Bon...a voi il nuovo capitolo...enjoy it!!

3- Mamma…

Kagome infilò in fretta alcune cose nello zaino…non voleva aspettare un secondo di più. Nella sua epoca avrebbe potuto andare al Pronto Soccorso e farsi visitare dal ginecologo di turno, che avrebbe confermato o smentito le sue ipotesi. Ma prima aveva bisogno di parlare con sua madre.
La mamma.
Chissà se avrebbe capito. Chissà se avrebbe continuato a volerle bene. Chissà se avrebbe accettato la decisione che lei aveva già preso.
Troppi “chissà”. Chiuse in fretta la patta dello zaino e corse via verso il pozzo, salutando Kaede, Shippo, Miroku e Sango che stavano badando ad un orto di piante medicinali.
- Ciao Kagome!- la salutò l’amica.- Torna presto!-
- Contaci! Mi raccomando…bada a tutti mentre sono via!- rispose, allontanandosi.
Entrò nel bosco e sparì alla vista. Dopo poco arrivò al pozzo e si buttò dentro…
Tornava a casa.

Il viaggio fu breve, come al solito. Quando toccò il fondo del pozzo e alzò la testa vide il soffitto scuro del piccolo edificio che lo custodiva. Si alzò in piedi, battendosi le mani sulle ginocchia per liberarle dalla terra, e prese a salire la scaletta di corda che suo nonno aveva lasciato apposta per lei.

- Sono tornata!- disse allegra, entrando in casa.
Un piacevole profumo di cibo si spargeva nell’ambiente, e togliendosi le scarpe si guardò intorno. Com’era bello essere di nuovo a casa.
- Ciao Kagome!- la salutò la madre, spuntando dalla cucina.- Mi stavo giusto chiedendo quando saresti tornata.- le sorrise, inclinando la testa da un lato.
Mamma.
- Mi sei mancata, sai?- le disse Kagome, andandole incontro e baciandola sulla guancia.- e…sono successe delle cose…- disse, facendosi un po’ più seria. La madre se ne accorse subito.
- Cos’è quel viso così serio? Vieni…ne parleremo mentre mi aiuti a preparare la tavola…tra poco Sota sarà a casa e il nonno lascerà il tempio.-
- Va bene..- rispose obbediente la ragazza, seguendola.
Sperava che sua madre avesse pronto del the. Probabilmente – molto probabilmente – ne avrebbe avuto bisogno prima che lei avesse finito di parlare.

- Kagome…- le disse la madre, sedendosi pesantemente su un cuscino accanto al tavolo. – Ma… sei giovane…-
- Lo so…ma volevo che lo sapessi. Non ne sono ancora sicura del tutto, però. Volevo andare all’ospedale per averne la certezza…-
Sua madre scosse la testa, sorridendo debolmente.
- Il ciclo?- le chiese.
- È in ritardo di una settimana.-
- In effetti non è molto. Nausee?-
- Sì.-
- Capogiri?-
Kagome assentì di nuovo.
- Allora non credo ci siano molte alternative. L’unica ipotesi possibile è che tu…sia incinta.-
- Anche se è stata…la prima volta?- Kagome arrossì e abbassò il capo.
- Bambina mia…io sono rimasta incinta di te esattamente allo stesso modo.-
- Allora…è possibile.- sospirò la ragazza.
- Cosa intendi fare?-
- Tenerlo…-
- Versami dell’altro the, cara…- le chiese la madre, improvvisamente pallida, tendendole la tazza. Kagome obbedì.- lui lo sa?-
- No…ancora no. Volevo esserne sicura, ma se nemmeno tu hai dubbi…-
- Sicura di cosa?- chiese il nonno, spuntando dalla porta della cucina.- Ciao Kagome! Bentornata! Sota!- chiamò poi, voltandosi verso il corridoio- Vieni! Tua sorella è tornata!-
Il fratello spuntò dietro il nonno con un sorriso allegro stampato sul viso.
- Ciao sorellona! Era tanto che non tornavi a casa!- le disse, gettandole le braccia al collo. Kagome rispose a quell’abbraccio sincero stritolando il fratello, finchè questi non le chiese di lasciarlo andare.
- Allora…-riprese il nonno- di cos’è che siete sicure?- chiese, prendendo posto a tavola.
- Mangiamo prima…-intervenne la madre di Kagome prima che questa potesse rispondere.- Ne parleremo dopo cena.-
Mangiarono tranquilli. La madre di Kagome aveva preparato un sacco di manicaretti, e quando finirono erano tutti pieni fino all’inverosimile. Anche Kagome, che di solito era di appetito debole, aveva mangiato più del solito.
- Allora, sorellona? Di cos’è che il nonno è tanto curioso? E perché tutti questi misteri?- chiese Sota, curioso.
La sorella lo guardò, poi cercò con lo sguardo sua madre e infine trasse un profondo respiro.
Era il momento.
- E… ecco…io…io sono incinta.-
Al nonno andò di traverso il the, e Sota rimase a bocca spalancata. Mentre sua madre tentava di aiutare il nonno, Kagome abbassò il capo chiedendosi se non era stata troppo diretta.
- Co…cosa?!- farfugliò il nonno, ancora rosso in viso, tossicchiando- Come hai detto?-
- Sono incinta, nonno.-
- Incinta? Tu?- le chiese Sota, confuso fino all’inverosimile.- Ma…dovresti stare con un ragazzo, e tu…-
- Forse è meglio se racconti tutto dal principio, Kagome. E anch’io ho bisogno di risentire la storia.- le disse la madre, aiutando il nonno a pulirsi.
Così Kagome raccontò tutto ciò che era successo nelle ultime settimane…gli sguardi con Inuyasha, la notte delle stelle cadenti (nascondendo accuratamente la dinamica della serata; il nonno sembrava già così prossimo all’infarto), i giorni successivi, i suoi sospetti, ed infine le nausee rivelatrici di quella mattina. Quando finì, uno strano silenzio calò nella stanza.
- Incinta di un mezzo demone…- sussurrò il nonno, ancora troppo sconvolto per formulare una qualsiasi considerazione.
- Bello! Diventerò zio!!! E tu sposerai il fratellone! Lo sapevo..eravate troppo belli insieme!!- Sota si mise a saltellare per la stanza.
Ascoltandolo, Kagome ebbe l’impressione che, nonostante i suoi tredici anni, suo fratello fosse molto più piccolo.
- Cosa intendi fare ora, Kagome? Ti renderai conto che non è una situazione semplice…- riprese il nonno, tornato padrone di se stesso.- Inuyasha è un mezzo demone, e come tale lo sarà anche la creatura che porti in grembo. E poi c’è la questione più importante; come farete a sposarvi e vivere insieme? O Inuyasha rinuncia alla sua natura demoniaca e si trasferisce nel nostro mondo, oppure tu dovrai rimanere laggiù accanto a lui e dovrai abbandonare tutto quello che c’è da questa parte. Noi compresi.-
Kagome si sentì piovere quelle parole addosso come fossero stati macigni. Credeva di aver considerato tutto, ma alla sua vita dopo la nascita del bambino non aveva pensato.
La cosa era dannatamente complicata. Amava Inuyasha, e il solo pensiero di lasciarlo le lacerava l’anima, ma amava allo stesso modo la sua famiglia.
Come fare?
Trasportarli tutti nell’epoca Sengoku? No…non aveva il diritto di privarli della loro esistenza, senza contare che non potevano sparire e sperare che nessuno si accorgesse di nulla.
Far vivere Inuyasha nella sua epoca? Lui per amor suo avrebbe anche accettato, ma la Sfera non era completa, e lui sarebbe stato condannato a vivere per sempre chiuso tra le mura del tempio. La gente della sua epoca non l’avrebbe mai accettato. E poi, andare via da quel luogo lasciando soli Kaede e tutti gli altri, in balia di Naraku? Nemmeno per sogno.
La decisione riguardava soltanto lei. Ormai aveva diciannove anni, era adulta, ed oltre a lei ed Inuyasha non c’erano altri responsabili dell’accaduto.
Era sicura solo di quattro cose: amava Inuyasha, amava la creatura nel suo grembo e amava la sua famiglia.
E non avrebbe fatto soffrire nessuno di loro.
- Voglio tenere il bambino, nonno. Ed amo Inuyasha, e non lo lascerò. Amo anche voi, ma non posso vivere a metà tra due mondi. Io…vorrei poter continuare come abbiamo sempre fatto…quando la Sfera sarà completa e Naraku sconfitto considereremo il da farsi.-
- Spero tu ti renda conto di quello che significa, Kagome. Ci stai chiedendo di vivere lontano da voi per tutta la vita, probabilmente.-
- Io non la vedo così, nonno…ho fiducia in Inuyasha…e ho fiducia in me stessa. Ce la farò, sconfiggeremo Naraku, metterò al mondo il più bel bambino che si sia mai visto…e potrai vederlo tutte le volte che vorrai.- sentiva gli occhi che si riempivano di lacrime.- Ed ora scusatemi…vorrei lavarmi ed andare a letto…sono stanca.-
Si alzò da tavola ed uscì. Il nonno la guardava con un’aria arresa negli occhi, mentre sua madre sembrava provare compassione. Solo Sota sembrava in qualche modo capire quello che sentiva dentro…sapeva che sua sorella non piangeva spesso, e le parole del nonno avevano ferito anche lui.
La lasciò andare avanti, e quando credette che avesse finito di lavarsi salì le scale e si diresse alla sua camera da letto. Le voleva parlare.

- Sorellona?- chiamò, bussando delicatamente alla porta.- Posso entrare?-
Kagome era sdraiata sul letto e piangeva. Non voleva farlo, ma le lacrime proprio non ne volevano sapere di rimanere dentro agli occhi.
- Cosa vuoi?- gli chiese, in un tono che non voleva fosse così brusco.
- Voglio solo parlarti…se posso.- rispose il fratello da dietro la porta.
La ragazza si sedette sul letto e si asciugò alla bell’e meglio gli occhi.
- Entra pure, Sota-
La porta si aprì e il fratello entrò nella camera reggendo in mano un vassoietto su cui erano poggiate una tazza di the verde e dei biscotti al cioccolato…i suoi preferiti.
Kagome sorrise.
- Ho pensato che forse ti andava un po’ di the…ed i biscotti li ho presi stamattina apposta per te.-
- Grazie Sota.-
- Senti, sorellona…- le disse, guardandola negli occhi, serio come non l’aveva mai visto- io penso che non dovresti stare a sentire il nonno. Se vuoi bene al fratellone e al bambino, allora non devi pensare a nient’altro.-
- Sota…-
- Fammi finire. Lo so cosa pensi…”magari fosse tutto così semplice…” ma E’ così semplice, Kagome. Tu ami Inuyasha e vuoi stare con lui. E in questo non c’è nulla di sbagliato. È il nonno che è un vecchio barbagianni…- e così dicendo fece una smorfia, posando sulla scrivania il vassoio e tendendo alla sorella la tazza di the.
Kagome rise lieve a quelle parole. Suo fratello aveva ragione.
- Quindi secondo te dovrei tenere il bambino e rimanere per sempre con Inuyasha…-
- Tanto non sarai mai lontana. Non ho intenzione di chiudere il pozzo, e nemmeno il nonno o la mamma. E se posso aiutarvi a trovare tutti i pezzi della Sfera, sarò felice di farlo.-
- Sota…non è proprio così automatico…altri sono alla ricerca dei frammenti, come me ed Inuyasha…molti sono demoni, e nessuno è buono. Potrebbe essere più difficile di quello che pensi, darci una mano.-
- Non importa, se serve lo farò lo stesso.-
Nei suoi occhi c’era una tale sincerità che Kagome non ebbe cuore di aggiungere altro…ma ricominciò a piangere, silenziosa.
- C’è qualcosa che posso fare per te, ora, sorellona?-
- No..grazie Sota.- gli rispose, la voce rotta.- La mamma è ancora sveglia?-
- Sì..è in cucina a rigovernare. Vado a chiamarla?-
- No, grazie…scenderò io... Ti voglio bene.- gli disse, dandogli un bacio affettuoso sulla fronte.
- Ehi! Guarda che io dicevo sul serio! E quando ti sposerai con il fratellone voglio esserci anch’io!!- le gridò dietro mentre lei usciva dalla stanza con in mano due biscotti.

Scese in cucina e trovò la madre intenta a strofinare una pentola nel lavandino.
- Mamma… hai un minuto?- le chiese, titubante.
- Certo tesoro…dimmi.- le sorrise, anche se era preoccupata da morire per quella figlia così giovane che si era cacciata in qualcosa di molto più grande di lei.
- Secondo te…cosa dovrei fare?-
- Non sono io a dover decidere, bambina mia…è una decisione soltanto tua. Ma non pensare che sia arrabbiata con te…non lo sono. O almeno…- e smise di strofinare- non abbastanza da non poterti perdonare e continuare a volerti bene.-
- Mamma…io voglio questo bambino…voglio il bambino e vorrei che non cambiasse nulla. Ma so che non è possibile.-
- Hai ragione, Kagome. Non puoi avere entrambe le cose…ma puoi fare in modo da conciliarle. L’idea che hai avuto non è brutta… e il pozzo è stato aperto per tanti anni, non vedo perché non possa rimanere aperto per altri ancora.-
- Allora pensi che stia facendo la cosa giusta?-
- Penso che quando fai una cosa per amore, allora non è mai sbagliata, Kagome.- le rispose la madre, guardandola seria.- Ami Inuyasha?-
- Da morire.-
- E sei sicura di poterlo amare per sempre?-
- Senza dubbio. Potrei giocarmi tutto quello che ho ora, e non perderei.-
- E lui? Lui ti ama?-
- Suppongo di sì.-
- Suppongo non basta. Non lascerò la mia bambina in mano a uno che non è sicuro di amarla davvero…ma avrai la misura del suo amore quando gli dirai che aspetti questo bambino.-
- Sono curiosa di vedere la sua faccia- disse Kagome- non se lo aspetta, ho il dubbio.-
- Credevo che glie ne avessi almeno accennato.-
- No…non sapevo cosa dirgli…non ero sicura…- addentò un biscotto- e se lui non lo volesse?-
- Non dire sciocchezze!- sbottò la madre- Non è uno della nostra epoca, per cui spesso un figlio non significa nulla…se non gli darai tu l’alternativa, ti dirà di tenerlo.-
- Ma lui non sa che potrei…non averlo.- Kagome ingoiò il boccone.- Ma pensavo di dirglielo. In fondo, lui potrebbe anche non volerlo, e non avrei cuore di costringerlo a vivere con me per obbligo.-
- Questo dimostra quanto tu tenga a lui, cara..e ora va’ a dormire…scommetto che domani sera lui ti rivorrà indietro, e gli ospedali sono affollati…se vuoi farti visitare dovrai alzarti presto.- le sorrise, leggermente rassicurata.
- Mamma…-
- Sì?-
- …Grazie…- - Di nulla, Kagome. Ora va’ a letto.-
La ragazza si volse e uscì dalla cucina per andare a letto.
Si sentiva meglio, ora che sapeva che sua madre e suo fratello erano con lei.

La mattina successiva Kagome si alzò presto e non si sorprese quando sentì tornare quella strana sensazione di vertigine e nausea mentre si alzava dal letto. Si diresse verso il bagno e si bagnò i polsi con l’acqua fredda, cercando di trattenersi.
- Tua madre mi ha detto di darti questi, Kagome. Mangiali.- il nonno era spuntato dal corridoio e le stava porgendo due crackers.- Ti faranno passare la nausea.-
- Grazie…- ripose, asciugando le mani e prendendo ciò che il vecchio le porgeva.
- Quando scenderai a fare colazione ti preparerò un infuso che ti aiuterà a stare meglio…- bofonchiò, girandosi e tornando da dove era venuto.
Kagome addentò un cracker e sorrise debolmente; non aveva potuto fare a meno di notare le vistose occhiaie scure che cerchiavano gli occhi del nonno…evidentemente era rimasto sveglio gran parte della notte.
Si fece una bella doccia calda, si vestì e scese in cucina a fare colazione; dove era solita sedersi c’era un piatto con pane e marmellata, una mela e una tazza piena di un liquido fumante di un colore scuro…poco invitante, in effetti. Si sedette insieme al resto della sua famiglia e mangiò a piccoli bocconi, gustando ogni cosa, cercando il modo di non bere l’infuso che il nonno le aveva preparato…ma non era così semplice. Quando ebbe finito anche la mela, il contenuto della tazza era appena tiepido, e il nonno insistette perché lei lo bevesse.
Appena ne ebbe ingoiato il primo sorso ebbe l’istinto di sputare tutto…aveva un sapore tremendo, e non riuscì a nasconderlo.
Fece una smorfia orribile, arricciando il naso.
- Santo cielo, nonno….- disse, allontanando la tazza dalle labbra- è…orribile….-
- Lo so, Kagome.- le rispose il nonno muovendo il capo in cenno d’assenso.- Ma sai anche tu che una medicina che non è cattiva non fa abbastanza bene. È un infuso che ti aiuterà a contrastare la nausea…vedrai.-
Kagome storse la bocca. La vecchia storia che le medicine buone non fanno bene non l’aveva mai capita, e, se per questo, nemmeno mai accettata. E in più, quell’intruglio disgustoso le faceva salire la nausea ancora di più.
- Ora finisci di bere. Devi berla tutta.-
- Ma invece di farmi passare la nausea me la fa venire…- piagnucolò.
- Non essere sciocca.- sbottò il nonno.- Non puoi pretendere che funzioni subito. Ma entro la settimana prossima nausee e capogiri saranno un ricordo.-
Kagome lo guardò con uno sguardo in cui si mescolavano scetticismo e compassione.
- Anche tua madre l’ha bevuto…ed ha avuto l’effetto desiderato. Vero?- chiese il nonno, volgendosi alla figlia.
- Vero, cara. Ha un sapore orribile, è vero, ma ti farà stare meglio. Coraggio, bevilo.-
Kagome buttò giù tutto d’un fiato il contenuto della tazza, costringendosi quasi ad ingoiarlo. Quando posò la tazza sul tavolo il nonno sembrava soddisfatto.
- Ecco, ora puoi mangiare questo.- e le porse uno zuccherino.
Kagome non potè fare a meno di pensare alla sua infanzia…quando era malata, il nonno la imbottiva di infusi dai gusti più improbabili, e poi le dava lo zuccherino di consolazione, come per scusarsi della cattiveria di quello che le aveva fatto bere.
Prese lo zuccherino e lo mise in bocca.
- Ora vai, sorellona.- le disse il fratello, sorridente.- E quando torni voglio sapere tutto!-
- Sicuro Sota. Ci vediamo presto!-
Si alzò da tavola e si diresse all’entrata, dove infilò le scarpe e prese la borsa.
Stava per uscire, quando sentì qualcuno giungere alle sue spalle.
- Kagome…-era sua madre- vuoi che venga con te?-
- Grazie…mamma.- le rispose, dopo aver esitato un poco. Sperava che glie lo chiedesse, ma non si era osata fare la prima mossa.
La madre si infilò le scarpe a sua volta e prese la borsa. - Andiamo, cara…o si farà tardi.-

  
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