Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Rohchan    20/12/2007    5 recensioni
Cosa succederebbe se una stella cadente potesse esaudire un desiderio tenuto in fondo al cuore?
E se chi desidera sono Inuyasha e Kagome?
Se vi ho incuriositi abbastanza...buona lettura...
ULTIMO CAPITOLO ON LINE
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene bene bene…
Ed eccomi anche qui con questa storia, che con mia somma gioia raccoglie consensi!
Quindi, grazie a tutti coloro che hanno letto e commentato il primo capitolo, e mi hanno accolta su Efp con affetto ^^

Grazie a:

ALESSIA88, CELINA grazie mille del commento…grazie grazie grazie…

RYANFOREVER hai ragione…si vedono un sacco di cose poco adatte ai bambini in tv, ma suppongo non ci si possa fare molto. Ho messo il rating arancione apposta…rosso mi sembrava esagerato, ma di sicuro non è adatto PROPRIO a tutti^^
Riguardo al motivo che mi ha spinto a scrivere questa “cosuccia”…ero stufa di dichiarazioni a gente che dorme, oppure soltanto pensate invece che dette…e così ho dato una “spinta” alla faccenda…^^ spero di non deluderti!

ONIGIRI piccola kohai…già mi sembra di vederti saltellare come una matta per casa…#^_^# ti ringrazio molto per il commento…sei davvero una persona dolcissima…e mi aspetto che tu non manchi nemmeno un aggiornamento…U.U

MARIA GRAZIA grazie del complimento…sappi che sono un’accanita sostenitrice del romanticismo, e non mi piacciono le scene troppo “esplicite”…non sono in grado di scriverle, e leggerne mi procura un curioso colorito rosso vivo fino alle orecchie…^^ quindi, la parola d’ordine è: DOLCEZZA!!

Bene, vi lascio alla lettura del secondo capitolo…
Ancora grazie mille a tutti voi…me commossa…T.T
La vostra Rohchan

2- Strane Sensazioni

Kagome si svegliò quando il sole era ormai alto. Nulla si muoveva nella radura del Goshinboku, e accanto a lei Inuyasha era sveglio e la guardava.
Gli sorrise, mentre un brivido le correva lungo la schiena. I ricordi le tornarono alla mente uno dopo l’altro, freschi come pioggia estiva…travolti da loro stessi, erano rimasti insieme tutta la notte, e anche oltre, donandosi l’uno all’altra finchè si erano addormentati, stanchi ma felici.
- Hai freddo?- le chiese, preoccupato.
- No…sto bene.- rispose la ragazza, facendoglisi più vicino e inspirando il profumo della sua pelle.
Il mezzo demone la strinse tra le braccia, fino a farla protestare, divertita.
Nessuno dei due aveva voglia di tornare al villaggio, ma sapevano che prima o poi qualcuno sarebbe venuto a cercarli. E sebbene per gli amici il loro rapporto probabilmente non sarebbe stata una sorpresa, farsi trovare nudi ed abbracciati sarebbe stato troppo anche per uno come Miroku.
Così, la ragazza scivolò fuori dalla casacca rossa, cercando di rivestirsi.
La biancheria non era più utilizzabile; ci sarebbe voluto ago e filo per rimetterla a posto, ma nel suo zaino nella capanna di Kaede aveva un ricambio.
Si mise in ginocchio, sollevando con una mano la sottoveste del kimono; alcune gocce di sangue -il suo sangue- avevano formato una macchia a forma di fiore sulla stoffa chiara.
La sua espressione divenne seria quando la comprensione di ciò che era stata quella notte la investì con la potenza di un treno in corsa.
Aveva donato sé stessa ad Inuyasha, ed ora più nulla sarebbe stato come prima.
Inuyasha la guardava: quell’espressione così seria non stava bene sul viso della sua Kagome.
- Cos’hai?- le chiese.
- Guarda- rispose la ragazza, sollevando la sottoveste. Quella strana macchietta rossa, aveva l’odore del sangue di Kagome.
- È un bel fiore.- disse, prendendole delicatamente il mento tra due dita.- Non aver paura. Avrò cura di ciò che mi hai dato.-
- Voglio sperarlo!- rispose lei, cercando di scherzare, mentre lui già la baciava.
- Altrimenti? Cosa farai?- ribattè il mezzo demone, in tono di sfida, facendosi più vicino e tirandola a sé.
Kagome si lasciò prendere in braccio, fissandolo. Gli diede un bacio, poi si scostò da lui e sussurrò:
- A cuccia- il rosario fece il suo dovere.
Inuyasha si ritrovò col viso piantato nel terreno, e quando potè rialzarsi sbottò in una risata. Kagome rise con lui, e la sua risata si sparse per la radura, mentre indossava la sottoveste. Ripulì il viso del mezzo demone con le mani, guardandolo radiosa.
Poi, prima di cadere in tentazione, abbassò le mani ed indossò il kimono. Inuyasha fece lo stesso con i suoi abiti.
Il problema di Kagome era ora chiudere il kimono. L’obi giaceva in terra tagliato a metà, così dovette disfare il nodo ed usarne una parte per chiudere l’abito…avrebbe aggiustato tutto una volta alla capanna.
Quando uscirono dal bosco, diretti al villaggio, gli uccellini cinguettavano e la giornata si annunciava piena di belle cose. I loro visi erano una maschera di felicità, con un sorriso ebete e gli occhi luccicanti…si diressero verso la capanna, ma prima di entrarvi, Inuyasha fermò Kagome, prendendola per un braccio. Lei rimase interdetta e si voltò a guardarlo, piegando leggermente di lato la testa.
- Sei favolosa stamattina- le disse, a bassa voce.
Kagome abbassò gli occhi, sorridendo. Poi glie li puntò dritti sul viso, carichi di una sicurezza e di un entusiasmo tali che il mezzo demone si sentì stordito. Completamente fuori fase, come se qualcuno gli avesse tolto la terra da sotto i piedi.
- Anche tu…- gli rispose.
Poi, con uno scatto velocissimo, lo baciò sulla guancia e si sciolse dalla sua presa, entrando nella capanna.
Inuyasha rimase in piedi fuori dalla porta, passandosi le dita sulla guancia, come a cercare di capire se era successo davvero. Niente gli sembrava più come prima, ora, e sapeva che più nulla lo sarebbe stato davvero.
Rimasero al villaggio per diverso tempo, approfittando delle comodità che questo offriva per trovare riparo dal caldo degli ultimi giorni di Agosto; oltretutto, nulla li spingeva a proseguire, perché Kagome non avvertiva la presenza della Sfera da nessuna parte. In compenso, sentiva qualcos’altro di diverso, più intimo e profondo.
Il suo rapporto con Inuyasha diventava ogni giorno più forte, anche se il mezzo demone faceva di tutto per celarlo ai compagni di viaggio, trattandola come sempre. Ma spesso capitava che Sango o Miroku li sorprendessero a guardarsi in maniera particolare, o a passarsi con una certa lentezza una ciotola di condimento, stando bene attenti a mantenere il più possibile il contatto delle mani. Sango si limitava a guardare senza dire nulla, mentre Miroku non era capace di essere così disinteressato; fingeva noncuranza, e poi finiva per pagare pegno alla prima domanda sbagliata.
Quell’atteggiamento strano incuriosiva un po’ tutti, ma nessuno teneva ad incorrere nelle ire di Inuyasha, famoso per il suo caratteraccio.

Il mese ormai scivolava verso la fine, e lei non aveva ancora ricevuto la visita di Madre Natura.
Non che questa si fosse mai premurata di essere puntuale con lei, ma questa volta il ritardo iniziava ad essere veramente insopportabile. Per l’ennesima volta estrasse dallo zaino la piccola agenda su cui amava annotare le cose che capitavano ‘da quella parte del pozzo’; al mese di Luglio, un segno rosso contrassegnava il giorno 16; era il 21 di Agosto, e di lei ancora nessuna traccia. Sbuffò, contrariata. C’era un dubbio che la assillava, e che al tempo stesso le dava gioia e terrore…ma non poteva essere…non ancora…
Decise che sarebbe tornata a casa la mattina successiva.
Doveva sapere, essere sicura.

Quella notte non le riuscì di dormire bene; era nervosa, e continuava senza posa a rigirarsi nel sacco a pelo sul pavimento della capanna in cui dormiva con gli amici.
Sospirò rumorosamente.
- Anche tu non riesci a dormire?- le chiese la voce di Inuyasha, da qualche punto nella capanna buia.
Kagome si sedette, cercando di fare meno rumore possibile.
- Dove sei?- chiese, voltando la testa come una cieca.
- Accanto alla porta. Stà attenta, Shippo si è addormentato vicino ai tuoi piedi.-
- Grazie.-
Lentamente, tenendo la lingua curiosamente fuori dalla bocca, bloccata dalle labbra, Kagome scivolò fuori dal sacco a pelo e a tentoni si diresse verso la porta. Era dannatamente buio, e lei non vedeva nulla. Tese le mani in avanti, cercando un punto di appoggio.
Al quinto passo, una mano di Inuyasha prese la sua sinistra, stringendola dolcemente. La ragazza sorrise, sedendosi accanto a lui, tirando un profondo respiro.
- Qualcosa non va?- le chiese, non smettendo di tenerla per mano.
- Non lo so.- mentì lei, la voce un po’ insicura.- Non riesco a prendere sonno stasera. Ed è strano, perché di solito…-
- Di solito dormi come se nemmeno una montagna che crolla potesse svegliarti. E a volte russi anche.- finì per lei Inuyasha. Kagome d’istinto sollevò la testa dalla sua spalla, dove si era poggiata, cercando di individuare i lineamenti del viso. Strinse gli occhi, ed il contorno del viso di Inuyasha apparve lentamente dal nero della notte, come coperto da una pesante tela scura.
- Io non russo. MAI.- rispose, inacidita. Non le piaceva le si dicessero quelle cose, e lui lo sapeva bene.
- Si, come no. Ed io non posso fiutare quel lupastro di Koga nel raggio di cinque kilometri.-
Kagome sospirò. Non c’era verso di averla vinta con lui.
- Sicura di stare bene?- riprese lui, dopo poco.
- Sì…sto bene.- rispose la ragazza, cercando di mantenere un tono conciliante.
- Stai tremando. Hai freddo?-
Come dirgli che quel continuo tremare non era freddo, ma ansia? Paura e curiosità di sapere qualcosa che potrebbe cambiare tutta la sua vita.
La loro vita.
- Un…un po’.- rispose poi, accorgendosi che, in realtà, non era una bugia. Sentiva davvero i brividi correrle per la schiena.
- Vieni qui…- le disse Inuyasha, aprendo le braccia in maniera che lei potesse trovare rifugio contro il suo petto.
Kagome non se lo fece ripetere. Si rannicchiò contro di lui, come un cucciolo indifeso, portando e ginocchia al petto e strofinando il viso contro la sua casacca rossa. Mugolò qualcosa, a bassa voce. Si sentiva meglio, ora.
- Stai meglio ora?- le chiese il mezzo demone, abbracciandola, coprendola con le ampie maniche del suo abito.
- Molto meglio…grazie, Inuyasha…- gli rispose, sospirando. Poi decise di dirglielo.-sai…domani vorrei tornare a casa. Solo fino a sera…devo prendere alcune cose, e poi è tanto tempo che non vedo mamma, il nonno e Sota. Ti spiace?-
- No…in fondo, sono la tua famiglia. E poi lo sai…se non torni entro il tramonto, ti vengo a prendere io…-
- Lo so. Ma non ce ne sarà bisogno, vedrai…tornerò, promesso. Al tramonto sarò al pozzo.-
- Allora…diciamo che ti lascio andare…- le rispose, in tono divertito. Kagome lo sentì sorridere.
- Guarda che non ho bisogno del tuo permesso. Volevo solo che lo sapessi.- era di nuovo piccata.
- Dormi ora…o domattina non andrai da nessuna parte. Ti toccherà partire il pomeriggio, e vorrai restare laggiù fino a dopodomani. E io non te lo permetterei.-
Kagome non rispose. Chiuse gli occhi e prese un respiro più profondo, sistemandosi per bene contro di lui. Il battere ritmico del cuore di Inuyasha la cullava come la musica di un carillon…ed in poco tempo si addormentò, tranquilla e con la sensazione di essere completamente al sicuro.

Il mattino arrivò in fretta, ed era profumato di fiori estivi e di pioggia in avvicinamento. Kagome aprì gli occhi, mentre una strana sensazione, come il dolore sordo di una botta alla nuca, le faceva salire la nausea. Scattò in avanti, sciogliendosi dalle braccia di Inuyasha che si era svegliato sentendola muovere, e senza nemmeno infilare le scarpe corse fuori, all’aria fresca, dietro la casa. Le girava la testa, e aveva voglia di rimettere.
Errata corrige.
In un attimo, il suo stomaco fece un balzo, e vomitò. Non molto, per la verità.
Ma quella che era una sensazione preoccupante assumeva ora i contorni della certezza.
- Kagome!- Inuyasha corse verso di lei, prendendola per le spalle, sorreggendola.- Kagome, stai male?-
- No…mai stata meglio, Inuyasha.- era strano, ma quello che le era appena successo aveva spazzato via il panico e la preoccupazione.
- E allora perché vomiti appena sveglia? Non hai mangiato nulla, non è possibile. Se eri malata me lo dovevi dire. Ti avrei mandata a casa subito, lo sai!- sbottò il mezzo demone, contrariato. Kagome sorrise, e questo lo indispettì ancora di più. – Allora? E perché adesso sorridi? Che succede?-
- Sono cose da donne, Inuyasha.- la voce di Sango li fece sussultare. Kagome impallidì, mentre Inuyasha si voltava con un’espressione curiosa sul viso.
- Co…cose da donne?- farfugliò.
- Esatto. Ora, se vuoi scusarci, vorrei parlare da sola con Kagome. E allontanati, lo so quanto è potente il tuo udito.-
Inuyasha rimase interdetto…Sango non gli aveva mai parlato così. Troppo confuso per ribattere qualcosa, lanciò a Kagome uno sguardo che era un misto di curiosità, paura ed amore. I suoi occhi sembravano dire “se hai bisogno di me, sono qui vicino”. Poi si allontanò, sparendo dopo poco oltre il muro della capanna.
Sango sorrise all’amica. Un sorriso radioso, felice, a cui Kagome non seppe fare altro che rispondere allo stesso modo. Si abbracciarono e presero a saltellare felici girando in tondo dietro la capanna.
- Lo sapevo…-disse Sango, ad un certo punto- Ne ero sicura. Ne eravamo sicuri, a dire la verità, ma aspettavamo conferme.-
- Cioè…tu e Kaede…-
- No. Io e Miroku. Immaginavamo ogni cosa da un po’ di giorni, ormai. Eravate troppo strani…sguardi, gesti…atteggiamenti. Non è da Inuyasha guardarti come uno stoccafisso.-
Kagome rise a quel paragone. Non sapeva perché, ma l’immagine di Inuyasha versione stoccafisso provocava in lei un’ilarità incontenibile. Ma si riprese quasi subito, diventando di colpo più seria.
- Così voi sapete. Ma Inuyasha non sa, io non so, e…-
- Lo sai anche tu cos’è successo. Qualcuno sta per venire a farvi visita, e non sarà un ospite temporaneo. Rimarrà con voi per il resto della vostra vita.-
- Ma…come hai fatto a…-
- Capire? Diamine, Kagome…mancavano solo i manifesti affissi agli alberi. Siete stati via soli una notte intera. Siete tornati la mattina tardi. Erano giorni che non facevi altro che guardare la tua agenda. E poi non hai mai smesso di toccarti la pancia. Continuavi a camminare senza meta con un’espressione inebetita stampata sul viso. Anche uno stupido avrebbe capito, ma Inuyasha è un caso a parte.- sorrise. L’amica si stava accarezzando la pancia, e smise di colpo quando si accorse del suo sguardo.
- Sì, ma…-
- Niente ma. Devi fare colazione, e poi movimento. E devi dirlo a lui.- si fece seria.
- A lui? Ma…non sono sicura…non so…-
- Niente discussioni. Ho visto spesso ragazze incinte a casa, e conosco i sintomi. E tu li hai tutti.-
Sango la prese sottobraccio allegra, e la sospinse verso la capanna. Il sole era oramai sorto, e Shippo e Miroku erano svegli ed intenti a preparare la colazione. Di Inuyasha, invece, non c’era traccia.

“Qualcosa non quadra” pensava, seduto sul ramo di un grosso albero. “Non è normale che si comporti così….però…”
Milioni di pensieri si accavallavano nella mente di Inuyasha. Si era allontanato come Sango gli aveva chiesto di fare, obbediente. Perché lei doveva parlare con Kagome.
Sbuffò. Anche lui doveva parlare con lei! Insomma…prima le si addormenta in braccio, poi si sveglia di colpo, poi rimette anche quello che non ha mangiato, sorride e dice che sta bene. Se c’era una cosa di cui era sicuro, era che non gli sarebbe bastata un’altra vita per capire quella donna.
Saltò giù dal ramo e tornò verso il villaggio. Aveva deciso che avrebbe parlato con lei.

- Inuyasha! Finalmente, ti cercavo!- Kagome gli corse incontro, sorridente.
- Anch’io ti stavo cercando.- rispose lui, accogliendola tra le braccia.- Ti devo parlare.-
- Sì?- Kagome si fece seria.- Anch’io devo parlarti…di una cosa importante. Ma ti prego di non saltare subito alle conclusioni. Ci saranno delle cose che dovrò fare, d’ora in poi.-
Inuyasha le diede un bacio sulla fronte, come per rassicurarla.
- Allora…di cosa voleva parlarti così urgentemente Sango?- le chiese.
- Beh..vedi…abbiamo un sospetto…vieni.- e lo trascinò al margine del bosco, a sedersi contro un albero. Lei si sedette di fronte a lui, e lo guardò negli occhi. Era uno sguardo serio.
- Dunque?- chiese. Tutto quel mistero gli stava facendo venire il nervoso.
- Devo andare in ospedale, Inuchan.-
Inuyasha inarcò un sopracciglio e si irrigidì. Non sapeva cosa fosse un ospedale, ma lei non l’aveva mai chiamato Inuchan. E la cosa non prometteva niente di buono.
- Cos’è un ospedale?- le chiese, nervoso.
- È un posto dove si fanno analisi, dove va la gente quando qualcosa non va…quando sta male. Ci sono i dottori che curano qualunque cosa.-
- E tu…stai male?- le chiese, ora visibilmente preoccupato. Kagome si stava tormentando le mani.
- Non…non lo so, Inuchan. Forse no…se è quello che penso, no. Ma non ne sono sicura. Per questo voglio andare all’ospedale. E poi devo parlare con mia madre.-
- Questo posso capirlo. Sono due mesi che non la vedi.-
Kagome si sorprese. Inuyasha contava i giorni che lei passava nell’epoca Sengoku…era così dolce…
- Inuchan…non temere.- si avvicinò e lo abbracciò, cercando di confortarlo. L’aveva spaventato, e non era quello che voleva.- Non preoccuparti. Tra un paio di giorni sarò di nuovo da te.-
- Guarda che se non torni….-
- Lo so, lo so…mi verrai a prendere. Stai tranquillo, tornerò.- lo baciò veloce sulle labbra e poi si alzò. – Ci vediamo tra due giorni, Inuyasha. Mi raccomando: niente risse o colpi di testa, sono stata chiara?-
- Chiara. Ma cerca di fare presto.-
Kagome rise e corse via. Lui la perse di vista dopo poco. Sentiva un vuoto tremendo dentro.

  
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