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Autore: Silhouette    11/06/2013    0 recensioni
Una normale ragazza che si ritrova nel cuore della notte una strana cabina nel giardino e un'uomo che ne esce fuori. Non sa che quello sarò l'inizio di un avventura che rivoluzionerà tutto ciò che lei sapeva della sua vita e delle sue origini
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Preparai qualcosa di leggero da mangiare mentre eravamo appostati in camera mia. Il tempo passava ma della creatura non c’era ombra, il sole aveva iniziato dolcemente a calare all’orizzonte colorando il cielo delle tonalità del rosso e dell’arancio. Quello stesso arancio che mi appare nei sogni.
- Tutto ok?- mi chiese il Dottore notando che mi ero persa a guardare il cielo
- Tranquillo, non c’è nessun problema…stavo solo pensando- risposi sorridente
- Meglio- disse riprendendo a mangiare
- Perché non mi racconti qualcosa di te? Dopotutto non so niente di te Dottore-
A momenti non si strozzava con un boccone di cibo.
- Cosa combini Dottore?!- gli dissi porgendogli un bicchiere d’acqua
Bevve un sorso e si riprese – Scusa, non mi aspettavo subito questa domanda. Comunque cosa vuoi sapere su di me?-
- Chi sei? O meglio che cosa sei? Sei apparso dal nulla nel mio giardino, come hai fatto?- chiesi con un’espressione curiosa e desiderosa di sapere di più.
- Beh…io sono un Signore del Tempo, o meglio l’ultimo Signore del Tempo- mentre lo diceva il suo viso si rabbuiò – il mio pianeta natale è andato distrutto tempo fa e io sono l’unico che è rimasto. Viaggio ormai da tempo attraverso il tempo e lo spazio, visitando ogni momento e ogni luogo delle immense galassie; salvando popoli e pianeti dal male che imperversa nell’universo- il suo viso aveva un espressione cupa e non disse altro. Si alzò e andò alla finestra, osservando il TARDIS.
Mi sentivo quasi in colpa per avergli fatto quella domanda, non mi aspettavo di certo che si sarebbe rattristato tanto ma non sapevo nulla di lui. Cercai di cambiare argomento, sperando in un miglioramento.
- Che cosa credi che sia la creatura?-
- Non lo so, non ci sono tracce visibili che mi permettano di capire a che specie appartenga. Non ho nulla a parte quel campo magnetico per bloccarla. Odio non avere nulla con cui lavorare-
Il Dottore si stava spazientendo e innervosendo, non sapeva più che cosa fare per risolvere la situazione.
-Forse dovremmo spegnere la luce per non attirare l’attenzione... - gli dissi per cercare di risollevarlo
-Hai ragione…- disse dirigendosi verso l’interruttore – speriamo almeno che si faccia viva questa misteriosa creatura-
 
 
 
 
Il tempo passava lento e questo al Dottore non piaceva molto, s’innervosiva a dover aspettare. Io ero appostata al mio telescopio che era puntato in direzione del TARDIS, pronta a individuare la creatura, mentre il Dottore era appoggiato all’altro lato della finestra. Fissava incessantemente il TARDIS, concentrandosi per trovare una soluzione e sentendosi sempre più frustrato perché non riusciva a capire come risolvere la situazione.
Pensai a qualcosa per distrarlo ma tutto ciò che mi veniva in mente non mi sembrava appropriato per quel momento. Mi ritrovavo in piedi impacciata senza sapere cosa fare esattamente, decisi allora di provare una nuova conversazione.
-Cosa pensi di fare quando l’avrai presa? Intendo, sai che intenzioni potrebbe avere?-
Dopo qualche secondo di silenzio mi chiesi se mi avesse ascoltato e realizzai che era troppo preso dai suoi pensieri per accorgersi di altro. Allora riprovai...
-Dottore? Cosa hai intenzione di fare quando avrai preso la creatura?- ma ancora una volta non ottenni risposta e allora mi spazientii.
Capivo che fosse frustrato dalla situazione, dal non sapere che creatura fosse e cosa volesse, ma almeno ascoltare chi ti stava dando una mano poteva essere utile. Mi diressi verso il mio letto, presi il cuscino e senza troppa delicatezza lo tirai contro il Dottore.
-Ehi!!!- disse come riscosso dai suoi pensieri – cosa ti salta in mente??- e si sistemò il cravattino
-Almeno adesso mi dai ascolto- gli risposi con disinvoltura – prima non mi hai risposto dopo che ti ho parlato e mi stavo preoccupando- e la mia voce si fece un po’ più cupa – è davvero così difficile questa situazione?-
Il Dottore sembrò sentirsi un po’ in colpa per avermi fatto preoccupare e cercò di tranquillizzarmi.
-Non c’è nulla di cui ti devi preoccupare. Riuscirò a risolvere questa situazione-
Passammo qualche minuto a parlare tranquillamente, iniziando a conoscerci un po’ di più e ad analizzare meglio quella strana situazione, quando la mia attenzione fu catturata da un movimento sospetto vicino al TARDIS.
-Dottore! Vicino al TARDIS!-
Assumendo un’espressione seria, il Dottore guardò in direzione del TARDIS e, con un gesto veloce, estrasse qualcosa dalla sua giaccia. Quello strano congegno emise una luce verde e uno strano suono che attivò il campo intorno al TARDIS, intrappolando la creatura. Era fatta, la creatura era stata intrappolata.
 
 
 
In pochi secondi c’eravamo precipitati giù dalle scale e ci trovammo davanti al TARDIS. Non so cosa mi aspettasi di trovare intrappolato ma quello che vidi mi fece pensare di aver sbagliato. Mi trovai davanti ad un’persona normale…
-Dottore…penso che abbiamo sbagliato-
-Non abbiamo sbagliato nulla! Questa è la nostra creatura misteriosa-
-Ma è solo una persona- gli dissi con uno sguardo stupito, pensando che nella voglia di trovare una soluzione avesse commesso un errore
-Questa non è una persona, è un alieno! Per la precisione è un mutaforma- mi rispose con soddisfazione.
La cosa mi sembrava strana ma quella persona si muoveva in modo agitato e non aveva ancora detto nulla. Feci un passo in direzione del TARDIS, per osservarla meglio, ma il Dottore mi prese per un braccio e mi fermò
-Aspetta, non sappiamo ancora quali siano le sue intenzioni ed è meglio che tu stia lontana-
La sua espressione era seria e preoccupata e mi portò dietro di lui.
-Che cosa ci fai qui?- disse rivolto al mutaforma
La risposta furono una serie di suoni per me incomprensibili e di una lingua sconosciuta. Quando il mutaforma finì di parlare mi rivolsi al Dottore
-Che cosa ha detto?-
-Non hai capito?- la sua espressione era stupita e seccata –allora il TARDIS non è ancora tornato in funzione-
-Cosa vuoi dire?- non riuscivo a capire quello che stava dicendo
-Il TARDIS traduce automaticamente qualsiasi lingua parlata nell’universo e, anche se a te sembra di parlare normalmente, riesci a farti capire da tutti. Però tu non riesci a comprendere quello che questa creatura mi ha detto e questo vuol dire che il TARDIS non si è ancora completamente riparato-
Restai a osservare la creatura, pensando a ciò che il Dottore mi aveva appena detto e alle immense possibilità che il TARDIS offriva.
-Ha detto di venire dalla galassia Centauri e di essersi smarrito, ha visto il TARDIS atterrare e pensava di usarlo per tornare a casa-
-Allora dovremmo aiutarlo!- dissi rivolta al Dottore ma lui continuava a fissare la creatura senza dire una parola
I secondi passavano ma niente si muoveva, sentivo il respiro del Dottore e il vento che faceva muovere le foglie. Un silenzio quasi spettrale che era animato solo dal rumore della natura circostante. A un certo punto il mutaforma riprese a parlare, all’inizio non capivo ancora cosa dicesse ma lentamente i suoni incomprensibili che produceva iniziarono ad assumere il suono di parole comprensibili.
-Ho disperso la mia famiglia, sono rimasti senza di me e non so se sono riusciti a tornare a casa sani e salvi. Mentre eravamo in viaggio, c’è stata una pioggia di meteoriti che ci ha fatto andare fuori rotta, io sono precipitato su questo pianeta e non sono sicuro che la mia famiglia sia riuscita a ritrovare la strada di casa. Speravo nel vostro aiuto; non ho alcuna intenzione malvagia, voglio solo tornarmene a casa- la sua voce era tremante e con un velo di malinconia negli occhi.
-Dottore! Ho capito cosa ha detto! Dovremo aiutarlo…- dissi rivolgendomi verso di lui.
La sua espressione era dubbiosa e non sembrava aver deciso cosa fare, fidarsi o no di ciò che aveva sentito.
-Il fatto che il TARDIS si sia ripreso è una buona cosa, ma sono ancora un po’ dubbioso. La cosa potrà funzionare solo se il TARDIS lo lascerà entrare-
Il Dottore estrasse ancora quello strano congegno dalla sua giacca e, ancora con la luce verde e uno strano rumore, disattivo il campo attorno al TARDIS. Il mutaforma sembrava sollevato dal suo gesto e una lacrima scese lungo la sua guancia, segno della sua felicità.
Mi stavo muovendo in direzione del TARDIS quando il Dottore si girò verso di me.
-Tu è meglio che aspetti qui- e senza aspettare una mia risposta fece entrare il mutaforma sul TARDIS e chiuse la porta dietro di se
Senza poter ribattere, rimasi ferma a osservare il TARDIS che lentamente spariva davanti ai miei occhi. Non so per quando rimasi a osservare il punto in cui era scomparso, l’erba leggermente schiacciata dal TARDIS, e solo il vento che soffiava mi fece ritornare dentro casa.
 
 
 
La giornata era soleggiata e quel pomeriggio mi stavo godendo il sole nel giardino posteriore, innaffiando i fiori che davano vita al giardino. Mentre stavo riempiendo l’annaffiatoio dal tubo dell’acqua in giardino, sentii un rumore familiare: alle mie spalle era appena apparso il TARDIS.
Dopo un istante, la porta si apri e il Dottore uscì tutto sorridente, come se nulla fosse.
-Hey, ti sono mancato?- mi disse sistemandosi il suo amato cravattino
Gli sorrisi tranquillamente e, con un gesto rapido, gli puntai addosso il tubo dell’acqua facendogli fare una piccola doccia
-Ma che fai?- disse spostandosi da getto mentre continuavo a ridere
Mi ricomposi e lo guardai in modo serio, lasciai andare il tubo dell’acqua dopo averlo chiuso e mi avvicinai a lui, puntandogli un dito contro.
-Te ne sei andato senza dirmi niente! Mi hai lasciato indietro come un bambino troppo piccolo per capire! E ti fai vivo solo dopo due settimane come se nulla fosse!-
Finito di parlare tornai a sistemare le cose che avevo lasciato in terra mentre il Dottore si dava una sistemata.
-Mi dispiace. Era una situazione complicata e non volevo che ne fossi coinvolta oltre-
-Coinvolta oltre? Andiamo, dopo tutto eravate nel mio giardino…comunque non ho voglia di discutere-
-Hai ragione…però sono tornato e sono qui per invitarti a viaggiare con me. Penso che se non mi avessi aiutato a quest’ora sarei ancora qui a cercare una soluzione-
Non mi aspettavo che mi avrebbe invitato a viaggiare con lui, volevo solo delle risposte, ma non mi sarei di certo tirata indietro da un viaggio così pieno di sorprese.
-Cosa aspettiamo a partire?- dissi mollando ciò che avevo in mano
Il Dottore sorrise e aprì la porta per farmi entrare. Quando misi piede dentro il TARDIS rimasi senza parole. Quella che da fuori sembrava una semplice cabina vecchio stile della polizia era in realtà immensa al suo interno. Non sapevo bene cosa dire perché niente mi sembrava appropriato.
-E’ più grande all’interno, lo so- disse con aria soddisfatta il Dottore –Allora, cosa vuoi vedere?-
Così su due piedi era difficile trovare una risposta ma seppi cosa rispondere –Mostrami qualcosa di mozzafiato!-
 
 
 
 
 
Writers corner
“Miss me?”
Spero che teniate a bada il vostro esercito di Dalek perché mi dispiace davvero di averci impiegato tanto ad aggiornare. Non dovete pensare che voglia abbandonare la storia perché non ci penso minimamente, è solo che nell’ultimo periodo ho avuto le serate sempre occupate e gli ultimi giorni di scuola mi hanno impegnato un po’. Adesso però sono iniziate le vacanze estive e ho intenzione di farmi viva più spesso.
Spero che recensirete la mia storia e che vi piaccia ;)
Un bacio
Silhouette
  
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