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Autore: Night Fury96    11/06/2013    11 recensioni
(dal capitolo 1)
- Oh, è tutto il giorno che si comporta come se ci fosse qualcuno che ci segue, ma non c’è nessuno! Ammetto che un po’ mi sta preoccupando..- disse il ragazzo guardando l’amico drago con preoccupazione, mentre questo continuava a spostare lo sguardo da Hic alla creatura invisibile davanti a loro.
- Chi lo sa, magari è Jack Frost!- disse per scherzare l’Immenso tornando ad abbuffarsi.
- Chi?- chiese Hiccup.
- Come, non lo sai? è l’ultima uscita di Skaracchio! Ne parla da quando è tornato dalla Norvegia. Dice che è lo spirito del gelo e che è lui a portare le tormente di neve e le bufere... Bah... per me i fumi del suo Ruba Ossa gli hanno confuso un po’ le idee...- disse l’Immenso ridendo.
Hiccup si voltò nuovamente verso il drago per poi guardare il punto dove esso stava guardando... Rimase un momento a fissare il vuoto... Lo spirito del gelo che perseguitava il suo drago?
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Sdentato, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 6: Tu hai tutto il mondo nei tuoi occhi.


I giorni passarono, la neve continuava a scendere lieve sull’isola di Berk, rendendola un posto incantevole.
Ogni cosa era ricoperta di un soffice manto bianco, brillante e candido. Il sole splendeva alto nel cielo e molto spesso vi era il sereno, ma ciò nonostante la neve non si scioglieva, come se ci fosse stato qualcosa che vegliasse su di essa per evitare che si squagliasse ai primi accenni di raggi solari... e quel qualcosa c’era realmente...
Jack Frost, lo spirito del gelo, il custode del ghiaccio, da giorni ormai svolazzava per quelle vie, portando gioia, divertimento, neve ed indimenticabili battaglie a palle di neve. Ricoprendo le finestre di incredibili disegni di brina. Facendo colare dai tetti perfette stalattiti di ghiaccio che riflettevano i raggi solari come dei lunghi diamanti.
Invisibile come il vento, passava lasciando la sua solita traccia, ma senza prendersene il merito come invece doveva essere.
La solita routine... se non fosse per una persona... Hiccup Horrendus Haddock III. L’unica persona che riuscisse a vederlo. L’unica persona che credesse veramente in lui e l’unico vero motivo per il quale Jack non lasciasse l’isola.
Quella mattina il giovane Vichingo si era alzato dal letto, svegliato come sempre dal frastuono di Sdentato che saliva sul tetto iniziando a saltare come un pazzo per la voglia di volare.
-         Ho capito Sdentato! Sto arrivando!- disse sbadigliando e mettendosi lo stivale nel piede destro e la protesi nella gamba sinistra.
N0n appena Hiccup si raddrizzò, incrociò la finestra chiusa sulla quale spiccava una strana scritta lasciata sulla brina che lo fece sobbalzare.
“ Felice Snoggeltog principessa.”
-         Santo Odino! È oggi?!-
-         Eh già.- gli rispose una voce alle sue spalle, facendolo sobbalzare ed urlare per lo spavento, scatenando le risa di questa.
-         Jack Frost! Devi smetterla di apparirmi all’improvviso alle spalle!-  lo rimproverò Hiccup portandosi una mano al cuore. Jack smise di ridere.
-         Cosa c’è di divertente nello spuntarti all’improvviso da davanti?- lo stuzzico il ragazzo, poggiandosi al solito bastone di legno. Hiccup sbuffò e fece cenno a Jack di seguirlo mentre si dirigeva verso l’uscita della casa per far volare Sdentato.
-         Com’è che te lo ricordi te, che non sei di qui, che oggi c’è lo Snoggeltog, mentre io me ne sono dimenticato?- gli chiese Hiccup.
-         Perché io sento quello che dice la gente e non si parla d’altro.-  rispose l’albino.
I due uscirono di casa trovando Sdentato sul tetto che aspettava Hiccup, impaziente di fare la solita volata mattutina.
Hiccup gli disse di scendere ed il drago obbedì, piazzandosi davanti al ragazzo, con lo sguardo voglioso e gli occhioni felici.
-         Comunque... come funziona questo Snoggeltog? Insomma, mi sembra di aver capito che si fa una festa.- disse l’albino. Hiccup annuì mentre preparava la sella di Sdentato per farlo volare.
-         Esattamente. Facciamo una festa alla Sala Incontri, dove si beve, si ride, si scherza e si festeggia e poi alla sera, quando torniamo a casa, mettiamo gli elmetti vicino alla finestra, così Odino ci mette dei doni dentro.-
-         Vuoi dire Nord.-
Hiccup si voltò verso Jack con fare confuso.
-         No, volevo dire proprio Odino.-
-         Però è Nord quello che vi porta i regali.-
-         E chi sarebbe questo Nord?-
-         Nicholas Nord, detto anche Babbo Natale o... magari qui dovreste chiamarlo Babbo Snoggeltog.- e detto questo Jack iniziò a ridacchiare.
Hiccup inarcò un sopracciglio.
-         Mai sentito nominare.- disse salendo su Sdentato.
-         Strano, perché sarebbe lui che vi porta i regali tutti gli anni, lo so bene perché al Polo Nord ha la sua fabbrica di giocattoli e sono anni che cerco di intrufolarmi lì dentro... ma gli Yeti mi bloccano sempre...- disse imbronciandosi ed incrociando le braccia al petto. Hiccup rise, per poi realizzare cosa avesse effettivamente detto Jack.
-         Aspetta... hai detto Yeti? Vuoi dire che esistono davvero?!- domandò con gli occhi che scintilavano di meraviglia.
-         Certamente! Come esistono i draghi, esistono anche gli Yeti.-
Hiccup rimase di sasso, mentre Jack scosse la testa divertito per la faccia imbambolata del vichingo.
-         Dai spostati, fammi un po’ di spazio.- disse poi l’albino salendo sul drago, sedendosi dietro ad Hic come ormai era solito fare alla mattina.
Hiccup lo lasciò fare, abituato alla piacevole presenza del corpo di Jack dietro di lui.
I tre si alzarono in volo e come ogni mattina si esibirono in un volo acrobatico, lasciandosi trasportare dal vento che Jack, volutamente, richiamava.
Ogni tanto lo spirito del gelo scendeva dal drago per fare qualche garetta di velocità o di slalom tra gli alberi innevati, ed Hiccup, ogni volta che lo vedeva volare, si chiedeva quanto dovesse essere bello fluttuare nell’aria senza draghi o cos’altro.
Dopo un po’ di tempo, i tre scesero nuovamente con i piedi per terra e Jack raccontò ad Hiccup tutto quello che sapeva su Nicholas Nord.
Gli disse che faceva parte dei Guardiani che erano i “pezzi grossi delle leggende”, che erano precisamente, Sandman, Dentolina, Calmoniglio e appunto, Nord.
Ovviamente Hiccup ce li aveva presenti, anche se con nomi diversi, come appunto Babbo Natale lo conosceva come Odino, mentre Il Coniglio di Pasqua lo conosceva come “il coniglio dell’uovo”. Ma forse questo era perché era di una religione diversa.
Questa cosa sembrò lasciare l’amaro in bocca a Jack ed Hiccup non faticò a notarlo.
-         C’è qualcosa che non va?- gli chiese preoccupato.
Jack, che era seduto vicino ad Hic su una di quelle piattaforme che davano sulla costa, rimase in silenzio, fissando per pochi secondi Hiccup, con un espressione addolorata e triste... un espressionde che Hic non gli aveva mai visto fare e che per un momento gli bloccò il cuore.
-         Vedi Hiccup... tu loro li conosci e se volessi tu a loro li puoi vedere, mentre io... fino a pochi giorni fa non sapevi neanche chi fossi. Io... io non so a che servo... sono sei anni che vago per il mondo senza una meta, senza sapere che senso ho di esistere. Non so neanche chi sono. Non sono umano, non sono un Guardiano... Porto il freddo e l’inverno, ok... ma vuoi dirmi che prima di sei anni fa non esistesse già? Io... io ci provo in tutti i modi! Ho anche cercato di scrivere il mio nome con le nuvole, sfruttando il vento, ma quei pochi che lo hanno notato non ci hanno dato la giusta importanza, mentre altri lo hanno anche letto male! Ora in Lapponia mi chiamano Jacul Frosti! Sembra il nome di un aperitivo! – disse sbuffando e sbattendo violentemente il bastone per terra, creando una lastra di ghiaccio e un vento forte, che però si calmò subito.
Per un momento Hiccup si spaventò per quella reazione e Jack lo notò, incupendosi ancora di più.
-         Ecco... e parliamone anche di questo...- disse imbronciato e poggiando il bastone per terra, per potersi stringere le ginocchia al petto.
-         Q-questo cosa?- chiese Hiccup preoccupato.
-         Delle bufere Hiccup... delle bufere e delle tempeste di neve. Guarda il cielo...-
Hiccup obbedì e capì immediatamente... il cielo si era fatto più nuvolo e tenebroso... esattamente come era Jack.
-         Il meteo reagisce al mio stato d’animo e quindi non posso permettermi di essere triste perché posso fare del male alle persone. Hai idea di quante mie tormente abbiano tolto la vita a persone innocenti? E più ci penso, più mi sento male... sono solo bravo a fare disastri. Non so chi sono, so solo che sono nato in un lago ghiacciato. La luna non mi degna di risposta. Se mi arrabbio o sono triste, faccio del male alle persone, che comunque non mi possono vedere perché nessuno crede in me. Inoltre ho scoperto che sono anche immortale. E se dovessi vivere l’eternità così? Come faccio a vivere per sempre in un mondo che non mi vede? In un mondo che non mi appartiene? Io... io non so più cosa pensare Hiccup...- disse tristemente per poi nascondere la testa fra le ginocchia.
Hiccup non sapeva che cosa dire... era la prima volta che lo sentiva parlare così ed era la prima volta che si rendeva conto di quanto male in realtà stesse.
Jack alla fine non era soltanto Palle di Neve e Piaceri... Jack dentro di se portava un fardello enorme.
Nessuno che lo potesse vedere, nessuno che lo apprezzasse, combinava disastri e non riusciva a trovare un posto a questo mondo...
Per un momento gli sembrò di rivivere un Dejavù...
“Se vuoi andare lì fuori a combattere i draghi, devi smetterla con tutto questo!”
“ Smettila di essere te!”

“Ogni volta che metti un piede fuori, combini un disastro dopo l’altro!”
“La guerra dei nostri genitori sta per diventare la nostra! Vedi di capire da quale parte stai!”
Hiccup lo capiva... lo capiva benissimo. A modo suo anche Hic era sempre stato invisibile nel suo villaggio, nessuno lo apprezzasse veramente ed era la pecora nera di Berk. Pur di farsi accettare combinava disastri ed alcune volte capitava anche che mandasse qualcuno in barella...
Per una volta, Hic si sentì concretamente compreso da qualcuno, qualcuno che a dire la verità era anche messo peggio di lui... certo, ora Hiccup stava bene, però nessuno era mai riuscito a capirlo ed ora invece eccolo lì, seduto a pochi centimetri da lui, l’unica persona che sapesse quello che Hiccup aveva dovuto provare per anni...
Il Vichingo non riuscì a dire niente, non perché non sapesse cosa dire, ma perché aveva fin troppe cose da dire, che non riusciva a dire. Non sapeva da dove iniziare, come iniziare, come dirgliele...
Quando finalmente riuscì a mettere in ordine le idee, fece per parlare quando..
-         Hiccup! Eccoti finalmente! Che fai qui? È tutto il giorno che ti cerco!-  disse Stoick l’ Immenso che si avvicinò con passo deciso.
-         Coraggio figlio! Fra poco inizia la festa e devi assolutamente partecipare!-  Hiccup sbuffò.
-         Sì, lo so... sono il figlio del capo e devo imparare a fare i discorsi di inizio cerimonia...- disse annoiato ed alzandosi da terra assieme a Sdentato che era sempre stato appollaiato lì vicino a loro.
-         Esatto! Coraggio muoviti.-  disse l’Immenso voltando i tacchi.
Hiccup si voltò verso Jack, con fare dispiaciuto, ma ad accoglierlo trovò il suo solito sorriso smagliante.
-         Non preoccuparti Hic. Tu vai. Ci vediamo alla festa.- gli disse gentile, ma nonostante il sorriso, Hic poté vedere l’angoscia che questo nascondeva...
Una volta assicuratosi che il padre non lo vedesse, Hiccup si riavvicinò a Jack e delicatamente lo abbracciò.
Non gli importò del fatto che i Vichinghi non si abbracciassero, che il contatto fisico più apprezzato erano le pacche sulle spalle...in quel momento sentì soltanto che doveva farlo, che Jack ne aveva bisogno e che in un modo o nell’altro, anche lui ne aveva bisogno.
Hiccup sciolse l’abbraccio, per poi guardare l’amico negli occhi e sorridergli.
Jack, dal canto suo era rimasto lievemente perplesso, ma alla fine riuscì a restituirgli il sorriso.
Il vichingo si alzò e seguì il padre...
In quel momento, gli sembrò che le nuvole si stessero diradando...
 
 
-         FELICE SNOGGELTOG A TUTTI!!!!- urlò Skaracchio nella Sala Incontri.
I musicisti iniziarono a suonare e i paesani cominciarono le danze, tutti contenti, brindando felici e festeggiando.
Hiccup passeggiava per la grande sala, con il sorriso sulle labbra, osservando tutta quella felicità.
I Draghi che, felici, festeggiavano con i propri padroni e i bambini che giocavano con i Terribili Terrori... non si sarebbe mai stancato di quella visione.
-         Wow! Che forza!- sentì improvvisamente da una voce familiare. Hiccup si voltò verso Jack che aveva lo stesso sorriso del Vichingo, estasiato di tutta quella felicità.
-         Sei venuto!- disse Hiccup contento di vederlo.
-         Ovviamente! Avevi dei dubbi?- gli chiese Jack con fare furbo.
-         No, certo che no!- disse Hiccup che si voltò verso il tavolo più vicino, prendendo due boccali di birra. Ne passò uno a Jack, che lo prese ridacchiando.
-         Buono Snoggeltog, Jack!- disse Hic portandosì il boccale alle labbra.
-         Anche a te, Hiccup!- disse Jack facendo altrettanto.
Una volta finito di bere, Hiccup fece delle smorfie, non apprezzando il gusto amaro della birra e scatenando le risate di Jack.
-         Non ti piacciono i gusti amari?- chiese l’albino conoscendo già la risposta.
-         Già... però mio padre dice che un vero vichingo deve saper apprezzare l’alcool, perciò... facciamocelo piacere...- i due scoppiarono a ridere, peccato che in quel momento arrivarono Ruttolomeo e la sua banda...
-         Ehi Haddock! Che fai? Brindi da solo? Oh no scusa, stavi brindando con il tuo drago.- disse questo e il gruppetto iniziò a ridere.
Hiccup sbuffò, ritornando con la memoria a quell’epoca dove tutti lo prendevano in giro... a quanto pare c’era ritornato.
-         Ma che problemi ha questo? Cos’altro gli devo congelare?- domandò Jack stringendo il bastone. Hiccup gli lanciò un breve sguardo, come per dirgli “calmo, ci penso io”.
-         Ehi, ciao Rut! Che ci fai così lontano da Astrid? Perso il guinzaglio forse?- gli chiese con fare sarcastico, scatenando le risa di Jack.
-         Niente guinzaglio, sono un uomo libero io e intanto io ho qualcuno con il quale brindare che non abbia le squame.- disse il biondo con fare strafottente.
-         Anche io ce l’ho, infatti non stavo brindando, stavo soltanto apprezzando il gusto dell’alcool. Adesso bisogna per forza brindare per bere un sorso di birra?- chiese iniziando a bere cercando di non pensare al gusto amaro, buttando tutto giù di colpo e finendo così il boccale. Cercò di repelle l’istinto di fare una smorfia, ottenendo i risultati desiderati.
Ruttolomeo rimase momentaneamente di sasso, per poi riscuotersi e dire
-         Wow, non ti facevo un bevitore Haddock.-
-         Beh, sì, ogni tanto capita... sai come si dice, un vero vichingo deve saper apprezzare l’alcool.-  disse Hiccup con falsa modestia. Jack ridacchiò, ma Hic lo ignorò.
In quel momento Ruttolomeo si avvicinò ad Hic, pericolosamente.
-         Provamelo.- gli disse passandogli un altro boccale di birra.
Hic lo prese e lo guardò con fare dubbioso.
-         Ehm... Hic, non mi pare una buona idea...- osservò Jack.
Hiccup non disse niente. Continuò a fissare il liquido dorato dalla schiuma bianca, con fare riluttante.
-         Cosa c’è Haddock? Paura?- lo stuzzicò Ruttolomeo. In quel momento, Hic alzò lo sguardo verso il suo rivale e fece un sorrisetto di sfida.
Si portò il boccale alla bocca ed incominciò a bere... piano, piano finì anche quel bicchierone, senza mai staccare le labbra.
-         Finito!- disse Hiccup battendo il bicchiere sul tavolo.
Ruttolomeo lo guardò con fare divertito, per poi sedersi dall’altro capo del tavolo.
Anche Hic si sedette e i due restarono a guardarsi per un po’, fino a quando il biondo non schioccò le dita ed uno dei suoi “scagnozzi” portò altri due boccali, uno per Rut e l’altro per Hic.
-         Ti sfido.- disse il biondo.
-         Ah! Pessima idea...- disse Jack
Hiccup fece una leggera smorfia, dando ragione a Jack. Fece per rinunciare quando una ragazza dai capelli biondi raccolti da una treccia, non arrivò, piazzandosi vicino a Ruttolomeo.
-         Ehi Rut! Che stai facendo con Hiccup?- gli chiese Astrid in modo severo.
-         Mi ha proposto una sfida.- rispose prontalmente Hiccup – ed io l’ho accettata.-
Ci fu lo sgomento generale, mentre sul volto di Ruttolomeo si formò un sorriso soddisfatto.
Jack si schiaffò una mano sulla fronte, per poi avvicinarsi ad Hic e dirgli.
-         Hiccup, senti, io ho visto più volte scene del genere e non sono finite molto bene.-
Hiccup abbassò lo sguardo verso il boccale e senza farsi ne vedere, ne sentire dagli altri, gli rispose.
-         Lo so, ma non posso rinunciare a questa opportunità! Astrid mi sta guardando, posso finalmente dimostrarle che so essere un bravo Vichingo!-
Jack alzò gli occhi al cielo, allontanandosi nuovamente, per mettersi vicino a Sdentato, che anche lui osserva la scena con preoccupazione.
-         Si sta lasciando trasportare dal gregge...- osservò contrariato, Jack.
Pure Sdentato fece un verso non proprio convinto.
Ruttolomeo ed Hiccup si guardarono fissi negli occhi, con fare di sfida.
Intanto i bicchieri sul tavolo erano aumentati, grazie ai tirapiedi di Ruttolomeo... ora tutto era pronto per una gara di bevute...
Pian piano la gente iniziò ad avvicinarsi ed intorno a loro si formò una folla interessata.
-         Ai vostri posti!- disse uno dei scagnozzi di Ruttolomeo. Hic e Rut afferrarono i manici dei rispettivi boccali.
-         Pronti! Via!- ecco che Ruttolomeo ed Hiccup si portarono il boccale alla bocca ed iniziarono a bere con foga.
Una volta finito uno, iniziarono subito con l’altro.
Ruttolomeo era decisamente più veloce di Hiccup, che faceva fatica a bere anche a causa del gustaccio, ma dopo un po’ di tempo non ci fece quasi più caso... semplicemente non fece quasi più caso a nulla dato che iniziò a sentirsi benissimo.
Aveva l’adrenalina a mille e si sentiva un leone.
La folla urlava estasiata, ripetendo ritmicamente – bevi, bevi, bevi, bevi!-
Dopo un po’ Hiccup iniziò a prenderci la mano, fino a raggiungere lo stesso numero di birre di Ruttolomeo.
-         Sì!! Grande! Vai Hiccup!- urlarono i suoi amici che si erano uniti alla folla per fare il tifo per lui.
Mancava solo una birra ad entrambi.
I due iniziarono a scolarsela. Mancava un goccio. Pochissimo e si avrebbe avuto un vincitore... alla fine un bicchiere venne vuotato e battuto sul tavolo... e quel bicchiere fu... quello di Hiccup!
-         Shì! Yuhu!!! Alla fassciasscia tua Ruttolomeo! Ah! Ho vinto, shì!- iniziò ad urlare alzandosi in piedi sulla sedia.
-         Ruagazzi! Ho vinto io! Shi!!!! Ahahahaha!!! Acclamatemi popolo!!!!- iniziò ad urlare alla folla che lo iniziò ad applaudire tutta contenta.
-         Eeeee... lo abbiamo perso.- disse Jack. Sdentato annuì, guardando il suo amico con fare molto stranito.
Hiccup scese dalla sedia, cadendo però per terra, scatenando le risate di alcuni suoi compagni, che però non smisero di applaudirlo. Hic si rialzò, camminando in modo traballante verso Astrid e Ruttolomeo.
-         Bang! Beccati questa Rut! E in quanto a te...- in quel momento Hiccup prese sotto braccio Astrid, che s’irrigidì guardandolo male – Hai vishto Astriduccia? Hai vishto che grande Vichingo che shono?-  chiese con la voce impastata dall’alcool. Astrid si staccò da lui.
-         Ho notato Hic... per favore però, vai a casa, non ti fa bene stare qui.- disse preoccupata.
-         Oh! Andiamo Astrid, a me pare che si stia divertendo.- disse invece Ruttolomeo che era ancora sobrio.
Il ragazzone dai capelli biondi prese sotto braccio Hiccup.
-         Che dici Haddock? Ti va di fare un giro con noi?- disse con fare furbo. Ecco quale era il suo piano. Fare ubriacare Hiccup per poterci fare chissà che cosa. Molto probabilmente umiliarlo di fronte a tutti. Ruttolomeo reggeva benissimo l’alcool, mentre sospettava che Hiccup, non essendo abituato, non lo sapesse reggere... difatti eccone la prova.
Jack intuì subito le intenzioni di Ruttolomeo ed afferrò Hiccup prima che potesse acconsentire.
-         No, no, no, no! Tu ora vieni con me!- disse Jack, mentre Hiccup barcollò.
-         Oh e dai! Luashiami divertire!- si lamentò Hic.
-         Ehm... con chi parli?- chiese Ruttolomeo.
-         Con Jack Fro...- non finì la frase che Jack gli tappò la bocca.
-         Non ti lascerò umiliarti ulteriormente...- disse lo spirito del gelo, serio, portandolo via, nonostante le lamentele dei presenti.
Sdentato li seguì a ruota e in poco tempo i due uscirono dalla sala.
Hiccup venne investito da un freddo pungente e la cosa sembrò ridestarlo un po’ dalla sbornia... ma poco.
-         Jack, perché mi hai portato via? Sci stavamo divertendo!- si lamentò il vichingo.
-         No Hic... loro si stavano divertendo.- disse aiutando Hiccup a scendere le scale senza che cadesse.
In poco tempo i due arrivarono alla piazza del villaggio. Come quella mattina, era coperta di neve.
Jack fece sedere Hiccup su di una panchina e gli si sedette vicino sospirando, sollevato di averlo portato via.
Dalla bocca di Hiccup fuoriuscivano delle nuvolette di condensa, mentre da quella di Jack nulla... solo puro freddo.
Sdentato poggiò la testa sulle gambe di Hiccup, guardandolo preoccupato. Il vichingo strizzò gli occhi per due volte, per mettere a fuoco l’amico, avendo anche la vista appannata dall’alcool.
-         Ehi bello! Non guardarmi coshì! Mica sto male! Ahaha! Questo piccoletto shi preoccupa shempre per mue!- disse Hic iniziandolo ad accarezzare. Jack ridacchiò.
-         Non solo lui, sai?- disse con una nota scherzosa. Hiccup si voltò verso Jack con fare confuso.
-         Puerché prima mi hai impedito di dire il tuo nome?-  chiese perplesso.
-         Perché non volevo ti prendessero per pazzo.-
-         Ma... cruedevo che tu volesshi che la gente sapesshe di te.-
-         Sì, ma non così Hic. -  disse Jack facendosi più scuro in volto.
Hiccup annuì ed abbassò nuovamente il capo verso l’amico drago, continuandolo ad accarezzare.
-         Io vuoglio che la gente creda in te.- disse il vichingo voltandosi nuovamente verso Jack, che si lasciò sfuggire una risata amara.
-         A chi lo dici...-
-         Tu shei, shei troppo importante per puassare inosshervato. Vedrai che le pershone shi accorgeranno di te.-
Jack si lasciò sfuggire un risolino sarcastico.
-         Che c’è di importante in me? Io porto solo il freddo e le giornate di neve.-
-         No, non è vero! Tu shei molto di più Jack Frost!- urlò Hic. Jack si voltò verso di lui, con fare stranito.
-         Tu puorti la felishità e il divertimento. Tu, tu, tu shei spesciale. Non devi penshare che gli altri siano migliori di te, tu non combini disashtri, tu shei migliore! Devi sholtanto dimostrarlo, perché ognuno è diverso l’uno dall’altro, ma non è una cosha negativa! She il mondo fosshe stato fatto con lo stampino, non shi sarebbe il progressho, perché ognuno sherve a qualcosa ed io lo sho! Ognuno è stato messho al mondo con un deshtino e bisogna sholtanto scoprire il proprio! Io sho che crederanno in te! L’unica cosa è... sphero non tutti.- 
Jack rimase per un momento in silenzio. Il cuore gli batteva a mille nel sentire quello che Hiccup aveva detto e non gli importava che lo avesse detto con la voce impastata dall’alcool, sentiva che lo pensava veramente...
L’ultima frase, però, lo lasciò confuso e così, scuotendo il capo, ritrovò la forza per chiedere
-         C-cosa vuoi dire?-
-         Voglio dire che tu shei troppo speciale e penso che non tutti meritino di vederti!-
-         Meritino?-
-         Certo! Vederti è un merito! Conoscerti è un onore! Le persone dovrebbero scalare le montagne, abbattere foreste e domare oceani per riuscire a vederti! Perché tu sei troppo speciale! Penso che tu non dovresti cercare di farti vedere dalle persone, penso che le persone dovrebbero cercare di vederti! Perché una creatura divina come te non merita di essere vista da certa feccia.-
Jack sgranò gli occhi.
-         Lo... lo pensi davvero?-
-         CERTO! Guardati! Sei Jack Frost! Lo spirito del gelo! Se solo anche uno di questi beduini che abitano a Berk, vedessero quello che vedo io, penso che rimarrebbero folgorati da te! Dalla tua saggezza! Dal tuo modo di fare! Dalla tua bellezza! Jack, tu sei un angelo! Non lo sai? La tua risata riscalda il cuore più freddo e ghiacciato! Il tuo sorriso illumina le giornate più buie e tristi! E i tuoi occhi.... I tuoi occhi sono in grado di mostrare il Valhalla... Jack, i tuoi occhi sono la cosa più bella che si possa vedere in questo universo. Hanno dentro di loro meraviglie, luoghi e terre mai viste, saggezza... tu hai tutto il mondo nei tuoi occhi.- disse Hic avvicinandosi a Jack, continuandolo a fissare negli occhi con meraviglia, come se effettivamente avesse davanti a se il tesoro più bello e splendente della terra.
Jack dal canto suo, era rimasto shockato. Il cuore ormai era partito a mille e gli batteva come mai era successo da quando si era svegliato da quel lago. Era una sensazione totalmente nuova quella che stava provando. Non era paura, non era divertimento, era... qualcosa di molto più profondo e potente... qualcosa di estremamente piacevole, qualcosa che gli faceva sentire un calore che mai aveva provato.
I due erano vicinissimi, l’uno dall’altro, ma nessuno era in grado di fare niente.
Erano rimasti così, a fissarsi. Gli occhi di uno persi in quelli dell’altro... e proprio in  quel momento, da un occhio di Jack, scivolò delicata una lacrima leggiadra, che gli rigò la guancia, prima di essere fermata dalla stessa mano di Jack, che la osservò stranito.
-         E... questa cos’è?- chiese l’albino confuso.
-         È una lacrima.- gli disse Hic.
-         Lo so, ma... perché? Non sono triste, anzi... –
-         N0n sempre si piange perché si è tristi.- spiegò Hiccup.
Jack annuì confuso, ma si asciugò comunque le lacrime. Non gli piaceva piangere, era sempre abituato a qualcosa di terribile quando piangeva, come una tempesta di neve, ma in quel momento, non vi era alcuna tempesta all’orizzonte... solo alcuni fiocchi di neve, che cadevano leggiadri, per unirsi poi alla neve che risiedeva sul terreno.
-         Sono stanco...- annunciò Hic.
-         Vieni, ti accompagno a casa.- disse subito Jack aiutandolo ad alzarsi per accompagnarlo, aiutato da Sdentato che si mise un braccio di Hic attorno al collo, proprio come Jack.
Nessuno dei tre, però, si era accorto di una presenza non proprio piacevole, ben nascosta dietro ai cespugli ad osservare tutta la scena...
Ben presto i tre arrivarono a casa di Hiccup.
Lo aiutarono a salire le scale, per poi aiutarlo a togliersi il giubotto pelliccioso e lo stivale destro.
Delicatamente, Jack lo fece sdraiare sul letto e lo coprì con le coperte.
-         Mi gira la testa...- si lamentò Hic.
-         Colpa tua che hai accettato la sfida di Ruttolomeo.- disse Jack ridacchiando, poggiandosi al bastone. Hic sbuffò.
-         Già...- disse voltandosi dall’altra parte.
-         Grazie comunque Jack.- sussurrò prima di addormentarsi di colpo a causa dell’alcool.
-         Figurati Hic... sogni d’oro.-  rispose l’albino per poi sedersi sul poggiolo della finestra ed osservare il cielo stellato.
Regnò il silenzio in quella stanza.
Jack guardò fisso la luna, che come un disco puro e bianco, osservava la città, come custodendola grazie alla sua bianca luce di speranza.
-         Perché tutto questo?- chiese Jack alla luna.
-         Che cos’è questa sensazione che provo? Loro non la provano quando vengono visti... perché io sì?-
Come sempre, Jack, non ebbe risposta.
-         Io ho... ho timore... ho timore che mi stia succedendo qualcosa... qualcosa che non dovrebbe succedere... forse non sono pronto... ho sempre voluto che qualcuno credesse in me... adesso, mi sento come se non fossi ancora pronto per questo.- 
Un altro silenzio.
Sdentato si avvicinò a Jack, poggiando il muso sul poggiolo, osservando anche lui le stelle, come per cercare di capire con chi stesse parlando lo spirito del gelo, che vedendo lo sguardo confuso del drago, ridacchiò, distraendosi dai suoi dubbi.
-         Perdona il tuo amico sciroccato che parla alla luna. Anni e anni di solitudine rimbecilliscono un po’ tutti.- disse l’albino, scherzoso, accarezzando il testone del drago, che iniziò ad emettere dei bassi suoni vibranti, come delle fusa di un gatto.
In quel momento, dal cielo splendente, delle lunghe spire di sabbia dorate iniziarono a scendere, intrufolandosi nelle finestre delle case, per portare sogni agli abitanti di Berk.
Una spira di sabbia, lucente e gentile, entrò anche dalla finestra dove stava Jack, sfiorando il volto della leggenda, che sorrise.
-         Puntualissimo Sandman.-
Il drago alzò lo sguardo verso Jack, confuso. Jack ridacchiò.
-         Tu non puoi vedere quello che vedo io pur troppo... ti piacerebbe.- detto questo, Jack scese dal poggiolo, per avvicinarsi al letto di Hiccup, curioso di vedere cosa stesse per sognare l’amico.
La spira di sabbia si ammucchiò tutta sopra la testa del vichingo, per poi mutare e prendere la forma di una furia buia, e di un ragazzino che felice cavalcava il drago.
-         Ehi bello! Lo sai che ti sta sognando?- disse Jack sorridendo, mentre Sdentato sgranò gli occhi, sorpreso.
Lo spirito del gelo ridacchiò e tornò ad osservare il sogno, che pian piano mutò ed oltre ai due personaggi, se ne aggiunse un altro.
Un ragazzino, con i piedi nudi, una mantella lunga fino al bacino ed un bastone ricurvo.
Jack per un momento si sentì mancare il fiato, sopratutto quando il ragazzo sopra il drago, scese ed iniziò a giocare a palle di neve con il nuovo personaggio, fino a quando questi non inciamparono, finendo uno sopra l’altro e dopo interminabili secondi di tranquillità... si baciarono.
  
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