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Autore: Izanami efp    11/06/2013    1 recensioni
Twilight è solo un libro. IL libro per eccellenza, secondo Azzurra. Ma se qualcosa cambiasse? Se realtà e fantasia si incontrassero?
Dal terzo capitolo:
"Ciao" disse una voce rauca. Una voce che per mesi mi ero immaginata nella testa, ma che mai avrei pensato così profonda e particolare. Occhi intensi e neri come la pece mi incatenarono in uno sguardo magnetico. Labbra carnose e pelle ramata. Capelli scuri e corti. Mostruosamente alto e muscoloso. Mi girò forte la testa quando il mio cervellò collegò la mia visione con una persona: Jacob Black. Mi sorrise e non capii più nulla. Una mano che mi sfiorò le dita fu l'ultimà cosa che sentiì, prima del freddo pavimento sotto di me.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 7- Quell'adorabile vecchietta



Mi vedeva.
Dopo sei giorni di fottuta vita fantasma, quella vecchietta mi vedeva.
Se avesse avuto quarant’anni di meno l’avrei baciata. Forse allora c’era un modo. Un modo per tornare.

-Oh Jake, da quando sei così rammollito? Adesso mettiti pure a piangere dalla felicità e a dispensare bacini a cazzo, così Quil ed Embry si piegheranno in due dalle risate quando glielo racconterai!-

Ok. Calmiamoci. Forse era solo una coincidenza, o forse era una specie di sensitiva del paranormale.

-Ok Jake, sei pronto per “Ai confini della realtà”, l’abbiamo capito!-

O forse, sarei potuto davvero riapparire a casa. Chissà se a La Push avevano già stampato i volantini Ragazzo scomparso per tutta la cittadina.
Fissai la vecchietta in attesa… Era piccola e ricurva, con un ampio sorriso sdentato.
Azzurra era silenziosa e guardava la nonnetta sbalordita. Nei suoi occhi coglievo anche una vena arrabbiata, come se la signora le stesse togliendo un privilegio che voleva tutto per sé.
Decisi che era arrivato il momento di rompere il ghiaccio. Ma Azzurra fu più veloce:
“C-o, c-ome fa lei a vederlo?”
“Tutto a suo tempo ragazza. Volete farmi la cortesia di seguirmi?”
Sbuffai leggermente infastidito, volevo saperne di più lì e subito.
La donnetta mi strizzò l’occhio con fare malizioso.
Sembrava quasi che ci stesse provando. Buttai giù un conato di vomito che mi saliva dalla gola.
Bleah.
Io e Azzurra la seguimmo per una stretta stradina, “Via dei ragani”. Sembrava un quartiere di case abbandonate.
Si avvicinò ad una di queste e prese a cercare la chiave nella tasca del grembiule. Vidi la chiave sulla fibbia della cintura e gliela avvicinai
“Grazie mille caro. Forza entrate!”
Ci ritrovammo in una saletta minuscola, soprattutto per uno delle mie dimensioni. Ci porse un vassoio con muffin mezzo ammuffiti. Rifiutai gentilmente.
“Accomodatevi, fate come se fosse a casa vostra!”.
Casa. Mi mancava un po’. Forse oggi sarei riuscito a tornare.
-Ma chi vuoi prendere in giro Jake? A te manca Bells, non casa.-
Merda. Mi buttai sul divano in miniatura di pelle bordeaux e trascinai una scia di polvere sotto il naso di Azzurra, che diventò tutta rossa e…
“Io, io sono allergica alla polvere”gridò tra uno starnuto ed un altro.
La vecchia indicò un bagno ed Azzurra ci si fiondò dentro. Il dolore per Voi-sapete-chi, si era placato.
 
“Signora, ma lei chi è? Come fa a vedermi? Cosa sono io? Come ho fatto ad uscire dal libro?”
“Hey, una domanda alla volta ragazzo. Primo, io mi chiamo Adalgisa. Sì, lo so che è un nome orrendo, è inutile che ridi, ma grazie per il tuo tatto!” disse Adalgisa sarcastica. Allora tornai serio.
“Non so bene, come riesco a vederti. Sarebbe come spiegare  perché l’uomo nasce con gli occhi azzurri o marroni, oppure il pelo colorato negli animali, oppure…”
“Sì, sì, ok… ma?” la incalzai.
“Credo di essere una specie di sensitiva, una di quella che vede i fantasmi, percepisce le aure e cose varie insomma…”
“E, io allora…” dissi trasalendo.
“No, caro …”
“Jacob, Jacob Black” mi presentai spiccio.
“Ok, Jacob, tu non sei un fantasma. Almeno, non del tutto…”
“Forza signora, la prego, arrivi al succo!” mi alzai dal divano frettolosamente e la guardai dritto negli occhi, diventando ansioso e facendo traballare il tavolinetto vicino a me.
“Beh, caro Jake. Ognuno di noi possiede una mente”
“Ma che arguzia” sussurrai spazientito, rimettendomi seduto.
Alle donne piaceva girare intorno alle cose, ciarlare per ore e arrivare al nocciolo della questione dopo averti martoriato le orecchie di chiacchiere inutili.
“Lasciami finire. Dicevo, nella nostra mente c’è una porta, che custodisce i nostri desideri più ardenti. Generalmente per ogni individuo esiste una chiave, ovvero un oggetto capace di aprire la porta “delle brame”.
“Cosa succede con l’apertura della porta?”
Immaginai una porticina nel mio cervello e qualcuno che forzava la serratura.
No, decisamente non era una bella cosa. Certi pensieri che facevamo io Quil e Embry era bene rimanessero nascosti.
“Quasi tutte le persone cominciano a fare sempre lo stesso sogno per una diecina di notti, sulla loro fantasia proibita ”
“ma…”
“Uff ragazzo, se mi lasci parlare forse riuscirò a spiegartelo!”
“Ok,” dissi imbarazzato “prosegua”
“Dammi del tu Jacob, non ho mica cent’anni!”
Risi. “Allora, eravamo rimasti? Ah sì le chiavi. Ed è qui che entra in scena lei.”
La suddetta persona (Azzurra) rientrò nella stanza, decisa a combattere contro la sua allergia pur di non perdersi il discorso
“Mi chiamo Azzurra.” Disse lei
“Credo che la cara Azzurra abbia desiderato “ e le fece l’occhiolino “un po’ più forte del normale, così… PUFF! sei comparso! “
Azzurra sbiancò, poi diventò rossa.
“Ma… ma… è possibile? Voglio dire…”
“Sì Jacob, sì, credo proprio che Azzurra ti bramasse” sorrise maliziosa “già da un bel po’, non è vero zucchero?”
Ormai la ragazza era di una tonalità bordeaux e si confondeva con il divano. Ghignai. Embry sarebbe schiattato d’invidia, sapendo che ero il sogno erotico di una sedicenne.
“Bene. Ora vi chiederete se tu Jake, puoi tornare nella mente di Azzurra. Ovviamente sì, ma devo consultare alcuni libri. Vi va di venire qui domani pomeriggio qui? Potremmo anche prendere del tè insieme!” Rabbrividii pensando ai muffin coriacei.
“Grazie della gentilezza. Torneremo domani” esclamai, con un b
arlume di speranza nella voce. Sperai di non offendere Azzurra, che forse mi voleva ancora un po’con lei. Ghignai ancora. Poveretta, credo che quella sera avrebbe dormito sul pavimento pur di non morire di vergogna.
Richiudemmo la porta alle nostre spalle con un tonfo sordo.
Lei era ancora parecchio rossa, ma stava lentamente tornando al suo naturale colorito.
Le sorrisi e le passai una mano trai ricci ribelli.
“Hey Azzurra, stai tranquilla, che stanotte ci aspetta una serata interessante” le sussurrai seducente (più che potevo)nell’orecchio.
Diventò nuovamente bordeaux e cadde in avanti. La aiutai ad alzarsi ridendo come un matto. Ah, se mi avesse visto Embry.
“Hey, guarda che scherzavo. Sono o non sono il tuo sogno erotico?” chiesi senza aspettarmi una risposta.
Rise anche lei e non ci capii più un cazzo.

Come faceva a fottermi ogni volta solo con un sorriso?







Angolo autrice
Ciao ragazzi. Sono due settimane che non mi faccio viva... Scusate, ma per scrivere questo capitolo ci è voluto un po'... E sarebbe venuto anche male, senza l'aiuto di Ellie. Lei, che è idolo, coach, beta e sopratutto amica. Lei, che riesce sempre a rendermi migliore e a capirmi. A lei quindi dedico tutta Stardust,perché senza lei sarebbe un vero schifo.

 A presto 

Stone

  
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