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Autore: Aagainst    11/06/2013    6 recensioni
Due strani omicidi apparentemente senza alcuna spiegazione. Tre ragazzini rimasti orfani. Una di loro potrebbe sapere, ma non parla.
Un passato che ritorna, un presente da vivere e un futuro da scoprire.
Curiosi? Leggete e scoprirete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8
Ziva si svegliò e andò a farsi una doccia. A casa non era rimasto nessuno: Alex e Mitch erano stati accompagnati a scuola da McGee mentre Rachel era andata a fare la spesa. Uscì dalla doccia e indossò l’accappatoio. Ma quando entrò in camera per vestirsi incontrò l’ultima persona al mondo che si aspettava di vedere quel giorno. –Aaron! Ma che diamine ci fai tu qui? E come sei entrato?-. L’israeliano stava tranquillamente seduto sul letto di Ziva con una pistola in mano. –Ciao Zee. Oh, scusa se non ti ho telefonata prima di presentarmi qui, ma ho pensato che la cosa poteva non piacerti. Così ho deciso di farti una sorpresa. Che ne pensi?- -Penso che sei nei guai fino al collo!- rispose l’israeliana. –Se è per la pistola, guarda, rimedio subito.- affermò posando l’arma a terra. –Aaron, si può sapere cosa significa?- chiese Ziva. –Cosa significa cosa?- ribatté il ragazzo. –Senti, tu e il tuo amichetto mi avete sparato addosso due giorni fa!- esclamò Ziva. –Beh, tecnicamente a sparare è stato solo Yona, comunque ero certo che ce l’avresti fatta!-. La donna alzò gli occhi al cielo. –Aaron, ma si può sapere che stai dicendo? Ho mentito a Gibbs per proteggerti. Ma voglio capire cosa sta succedendo!- si disperò lei. Aaron sospirò, poi le fece segno di sedersi accanto a lui. –Sono in missione personale. Il tuo caro paparino mi ha cacciato dal Mossad. Diceva che provocavo inutili allarmi.- spiegò il ragazzo. –In che senso?- domandò Ziva. –Sostenevo che ci fossero delle talpe all’interno del Mossad. Sapevo anche i nomi. Ma non avevo le prove.- -Fammi indovinare: tra le talpe c’era anche Yona Haas?-. Aaron annuì. –Io… Ziva, ho scoperto delle cose che…-. Non fece in tempo a finire la frase poiché Gibbs, Tony e McGee spuntarono fuori all’improvviso. Jethro fu subito addosso all’israeliano e lo immobilizzò. –In nome della legge, ti dichiaro in arresto per tentato omicidio!- esclamò l’agente dell’NCIS. –E’ tutto un equivoco! Ziva, diglielo tu! Ti prego!- si difese Aaron. Gibbs alzò lo sguardo. –Agente David, conosci quest’uomo?- domandò, con un misto di stupore e delusione. Ziva chiuse gli occhi e chinò il capo. –Sì, lo conosco.- rispose. Jethro fece alzare l’israeliano e, voltandosi, uscì dalla casa, rimanendo in silenzio. Un silenzio di quelli che fanno male. Tony si avvicinò alla donna. –Ci ha chiamati Rachel. Era tornata a casa e aveva visto che la porta era socchiusa. Allora ha sbirciato dalla finestra e ha riconosciuto il vostro aggressore.- spiegò McGee. –McRompo, non è il momento!- esclamò Tony. –Penso che dovresti venire con noi. Non ti preoccupare, spiegherò tutto io a Gibbs se per te è troppo difficile.- propose. –Grazie Tony, ma è giusto che sia io a parlare con lui. L’ho tradito.- rispose la donna. DiNozzo non sapeva cosa dire. –Beh, allora ti aspetto fuori. Rachel la portiamo con noi o…- -Sì, la porteremo con noi. Dovrebbe essere in sala.- affermò Ziva. Tony le sorrise, poi uscì, permettendole di cambiarsi. Ziva si buttò sul letto. Aveva combinato un bel guaio.
-Gibbs, posso parlarti?-. Jethro si voltò. Di fronte a lui Ziva si sitava torturando le mani. –Lo so, ho mentito. Ma ti prometto che non accadrà mai più. Io… Io non so cosa mi sia preso.- disse la donna. Gibbs non disse una parola. Il suo silenzio fu, per l’israeliana, più tagliente di mille coltelli. –Era il mio fratellastro.- aggiunse Ziva. Vedendo  che Gibbs non accennava alcuna reazione decise di andarsene. Era già quasi oltre la porta, quando Jethro disse:-Lo sai qual è la cosa incredibile? Che più ci penso e più mi accorgo che io avrei fatto esattamente lo stesso. E la cosa mi fa veramente arrabbiare.-. Ziva si morse il labbro, poi si diresse verso Jethro. Stettero una di fronte all’altro, muti. Fu Gibbs a interrompere il silenzio. –Vado a interrogare Issel. Con me verrà McGee. Tu e Tony rimarrete fuori.- affermò, lasciando l’israeliana imbambolata. Poi andò verso il luogo dell’interrogatorio. –Ehi, Mossad! Vieni?- esclamò Tony, riportandola alla realtà. –Sì, aspettami. Arrivo subito.- rispose lei. Andò verso Tony che le circondò le spalle con il braccio. –Cos’è tutta questa confidenza?- chiese Ziva. –Beh, era solo una coccola. Da amici.- rispose lui, imbarazzato. Giunsero all’infuori della sala interrogatori. Gibbs e McGee erano già dentro con Aaron. Ziva guardò l’israeliano. Era spavaldo, sicuro di sé.
-Allora, cos’è questo equivoco di cui parlavi a casa dell’agente David?- chiese Gibbs. –Non le avrei mai fatto del male. Mai!- rispose Aaron. –A me sembra che il tuo compare, Yona Haas, fosse nella stessa auto in cui c’eri anche tu. E lui sparava per bene.- notò Gibbs. –Oh, andiamo. Ero un infiltrato tra loro, che potevo fare? E poi, contavo molto sulla reattività di Ziva.-. L’israeliana, all’udire quelle parole, sferrò un pugno sul muro. Tony le fece segno di calmarsi, così lei tornò al suo posto. –Signor Issel, ci può spiegare per bene che cosa sta succedendo? Altrimenti le assicuro che Guantanamo potrebbe sembrare una reggia rispetto al posto dove lo spedirò.- lo minacciò Gibbs. Aaron si guardò attorno. –E va bene. Tempo fa scoprii che Yona Haas poteva essere stato una talpa all’interno del Mossad. Indagai e scoprii che lavorava per una banda di guerriglieri armati. Si fanno chiamare i “Maledetti”. Non si conosce il volto del loro capo. I “Maledetti” agiscono nell’ombra, pianificano attentati, furti e quant’altro. E non lo fanno per essere contro Israele. Lo fanno per i soldi. Sì, insomma, voi non sapete in che casino siete andati a ficcare il naso.-. Gibbs fece segno a McGee di rimanere tranquillo, notando che l’agente si stava iniziando ad agitare. –Beh, continua.- esortò Jethro. –Il caro Eli, però, mi ha cacciato dal Mossad, sostenendo che procuravo solo stupidi allarmi inutili. Così ho deciso di investigare da solo. Ho seguito le tracce di Yona Haas e sono arrivato negli Stati Uniti. Il primo contatto con loro l’ho avuto a New York. Mi sono finto uno di loro e sono entrato nel giro. Volevo documentarmi e portare delle prove a Eli. Solo che… Solo che poi siamo venuti qui a Washington e siamo stati incaricati di trovare la ragazzetta che Ziva ha in casa.- -Come? Aspetta, vuoi dire che cercano Rachel?- chiese McGee, sconvolto. –Sua madre, Helen, era a conoscenza dei codici di lancio di due missili nucleari rubati anni fa al Mossad.- rispose Aaron. –Quindi dal tuo discorso deduco che Stephan Forrester era veramente il fratello di Helen Parker.- osservò Gibbs. –Eccome se lo era. Helen aveva scoperto di avere un fratello l’anno scorso, ma non ha fatto in tempo a conoscerlo. E’ morta prima.- -Parli come se foste stati amici.- notò Jethro. –Lo siamo stati. Quando venne in missione con l’esercito diciotto anni fa in Israele.- affermò Issel. –Aspetta. Sulle carte c’è scritto diciassette anni fa.- esclamò McGee. –No, diciotto, ne sono sicuro. Rimase incinta a metà di quell’anno e poi partorì Rachel l’anno successivo. C’ero anche io al momento del parto.- -Chi è il padre?- domandò Gibbs. Aaron guardò in basso, imbarazzato. –Ho detto: chi è il padre?- insistette Jethro. –Io… Io non posso.- mormorò Aaron. –Sì che puoi.- affermò Gibbs, innervosito. –Vi scriverò nome e cognome, a patto che Ziva si allontani immediatamente.- disse l’israeliano. Ziva fece una faccia stupefatta. Gibbs fece un segno a McGee che andò dall’israeliana. –Mi dispiace, l’hai sentito.-. La donna se ne andò, senza neanche fiatare, a metà tra lo sdegnato e il deluso. Tony non poté affermarlo con sicurezza, ma gli sembrò di scorgere delle lacrime. McGee tornò dentro e si sedette accanto a Gibbs. –Se n’è andata, capo.- affermò. –Bene. Ecco qui un foglio di carta e una penna. Scrivi possibilmente non in israeliano, grazie.-. Aaron prese il foglio e la penna e scrisse per un tempo che a Gibbs e a McGee sembrò essere interminabile. –Ecco fatto. E’ lui. Era lui.- disse Aaron. Jethro prese il pezzo di carta e lesse. Sbiancò.-Non è possibile. Quindi Ziva… Quindi Ziva è zia!-.

Angolo dell'Autrice

Sì, uccidetemi! Tanto ormai posso morire felice! Sono andata a vedere i Paramore dal vivo, ora ho avuto tutto quello che volevo! E' stato fantastico, incredibile! 
Anyway, passiamo al capitolo (non so nemmeno se tra voi c'è qualcuno che li conosce, comunque sono la mia band preferita e sono bravissimi!). Chi sarà mai il padre di Rachel? Dai, non è difficile da capire, basta lavorare un po' con il cervello ;)
Che ne pensate di Aaron? E di Ziva? Ma, soprattutto, volete un po' di Tiva? Perché basta chiedere e io faccio di tutto, anche una pizza quattro stagioni se lo desiderate :P
Ok, oggi ho preso molto spazio nel mio angolo, ma è colpa del concerto! Io sono... FRIZZANTE!! E felice! 

Ringrazio:
  • Meggie90
  • Scrittriceincanna
  • Aletiva95
  • Anny_97
per le belle recensioni! Grazie! 
Un grazie anche a chi legge e ha inserito la storia tra le seguite o preferite :)



Bene, mi eclisso!
Bye bye, al prossimo capitolo :)
   
 
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