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Autore: Lisbeth17    12/06/2013    2 recensioni
[Che Dio ci aiuti]Lasciando inalterato il finale di stagione, ho sempre pensato a un possibile, personalissimo, proseguimento.
Un nuovo personaggio, il tempo che è passato ineserabile, com’è cambiata la vita agli inquilini del convento degli angeli?
Dal testo:
C’è una storia che voglio raccontare, la mia storia, per farlo come si deve, ho bisogno di fare un passo indietro, forse più di uno, per raccontarvi le cose così come le hanno vissute i protagonisti, soprattutto lei, la mia mamma.
Ho scoperto poco tempo fa il suo diario…
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Attimi...'
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Un Passo Indietro


Un passo indietro


E vai via dalle mani
Babbino caro
Accendo il sole per te
E non ti perderò



 

[Azzurra]

Non ce la faccio più, mio padre è in sala operatoria da ore, non mi dicono nulla. E la testa mi scoppia. Quando mi hanno detto che mia madre era morta, è stato difficile, è stato triste, ma chi la conosceva? In fondo non sapevo davvero chi fosse. 

Un volto in una foto, una donna che non mi ha mai cercata, non mi ha visto fallire, non mi ha visto crescere, non mi ha visto maturare, non mi ha visto cambiare.

Era una donna, solo una come tante, una che non mi conosceva.

Questa volta è diverso, questa volta è mio padre, che è rimasto con me, anche se era arrabbiato e triste, che mi ha viziato e tolto tutto allo stesso tempo, mi ha lasciato al convento, e mi ha ricattato per farmi tornare a casa, che ha tentato di fregarmi, che ha capito i suoi errori. 

È mio padre, che ha sbagliato ma che mi ama ed è fiero di me, della donna che sono diventata , di come sono cresciuta.

Non mi sembra nemmeno lui steso in quel letto, con quei tubi, l’ho davvero visto illuminarsi quando gli ho presentato il mio piccolo fiore. L’allegria di Lucia l’ha contagiato, ha riso davvero tanto, e anche la mia piccolina è stata contenta di conoscerlo, sono così belli insieme, quando Lulù gli ha raccontato di Venezia lui ha reso molto. Ha tirato fuori  una vecchia storia, che nemmeno io ricordavo, ci ha detto che una volta anche io e lui siamo andati a Venezia insieme, ed io avevo circa l’età di Lucia, e pare che avessi la stessa passione della mia piccolina per l’acqua.

Che bello scoprire qualcosa di me, che mi avvicina ancora di più alla mia bambina.

È stato bello vederli così vicini, tutta la mia famiglia insieme!

 

È stato difficile far portare via Lucia da Nina, mi ha visto piangere, voleva restare con me ed io non sopportavo proprio l’idea di dovermi separare da lei, è la mia forza e il mio buon umore, ma non voglio farla stare male e so che se mi vedesse così non starebbe bene. Temo però che Nina non si stia limitando a prendersi cura di Lucia, qualcosa mi fa credere che devo aspettarmi qualcosa. La conosco, ogni tanto fa quello sguardo, quello sguardo significa tempesta e che significa presenza.

Quanto è bella questa ragazza, la sorella che non ho mai avuto.

Era tesa prima in convento, lo so che è molto arrabbiata con Guido, e che in questi anni ha sopportato molto, e tante volte avrebbe voluto gridargli in faccia qualcosa e non l’ha fatto, magari quando mi sentivo giù, o Lulù stava mettendo i dentini, ero molto stanca e provata, e lei ci stava male a sentirmi così, da sola, e poi stava a Modena e non poteva darmi una mano, Dio solo sa cosa gli avrà già detto oggi o gli dirà presto.

Quando mio padre esce dalla sala operatoria, sento due braccia forti avvolgermi, riconosco immediatamente l’odore e comincio a piangere come una bambina, mentre Marco ci trascina verso il dottore, che evidentemente ha qualcosa da dirci.

- Signora Leonardi, abbiamo fatto tutto il possibile, purtroppo la situazione non sembra avere margini di miglioramento.

- Parli chiaro per favore. – gli dice Marco, con un tono deciso e diretto.

- Abbiamo fatto il possibile, il prossimo attacco potrebbe essere anche l’ultimo.

Mi stringo a Marco e piango ancora di più, mentre il dottore dice altro, tipo che pure se siamo oltre l’orario di visita possiamo rimanere per un po’.

Marco mi lascia nella stanza con mio padre solo un attimo, vuole chiedere altro al dottore, e probabilmente avvisare Nina.

Nina, Nina, Nina il mio angelo, ha chiamato Marco, sa che da sola non avrei potuto farcela.

Una statua le faccio quando torno in me, quando Marco è tornato e si è seduto accnato a me, e mi ha preso la mano, mentre io accarezzo e stringo quella di mio padre, che mi sembra adesso così vecchia, così fragile, così debole.

Sembra così poco il mio papà, grande e immortale, e così semplicemente solo un uomo, quello che vedo steso in questo letto.

[Suor Angela]

Marco mi ha chiamato probabilmente lui e Azzurra non torneranno tanto presto, il padre di Azzurra è vivo, ma il medico non ha dato molte speranze, ad Azzurra ha detto solo che il prossimo infarto sarà fatale, l’ha vista molto provata, con Marco è stato più chiaro, è questione di poco, forse giorni, o peggio ore.

Che cosa è davvero peggio in un momento come questo, avere tempo oppure non averlo?

Io non lo so davvero, mi affido a Te, che ne sai più di me, non sia fatta la nostra ma la Tua volontà, che è più giusta per noi.

 

C’è nel disegno di Dio qualcosa che nel nostro non c’è, una perfezione che tante volte noi non sappiamo vedere.

Torno in cucina, dove mi aspettano tutti, e scesa anche Nina, dopo aver lasciato Lucia con Cecilia, ho capito che non si fermerà molto, perché la piccola non dorme ancora.

Chiara è arrivata non appena Costanza l’ha chiamata, e Margherita non si può muovere da Bologna, ma vuole resoconti dettagliati, Costanza fissa Guido, che è rimasto qui, un po’ in disparte, non si sente bene accetto, Nina non lo aiuta di certo; ma leggo la preoccupazione nei suoi occhi, come quando Leonardi tornò per truffare Azzurra come allora, vedo nei suoi occhi il desiderio di poterla vedere sorridere ancora, peccato che la situazione sia più ingarbugliata del solito.

- Leonardi è vivo, ma per poco, non riescono a stabilizzarlo, il prossimo attacco di cuore potrebbe essergli fatale.

- Che dice Marco, che vogliono fare? – chiede Nina, evidentemente preoccupata.

- Al momento resteranno lì, Azzurra non parla molto, al momento piange e non sembra intenzionata ad allontanarsi dal padre.

- Non torneranno presto. – costata Nina scuotendo la testa – vabbè però c’è Marco, davvero stiamo tranquilli, chiamo Giulia e torno dalle ragazze, Chiara vieni con me?

- Stai scherzando? Quella bambina è un amore, certo che vengo con te.

Le ragazze lasciano questo concilio ristretto mentre io aggiorno Margherita.

[Guido]

- Vuole anche lei che me ne vada? – chiedo sedendomi al tavolo con la capo suora

- No, capisco la tua preoccupazione, la vedo, e non voglio niente; ma ti consiglio la pazienza, ora più che mai, tante persone vogliono bene ad Azzurra…

- e odiano me…

- Non si tratta di odio o fazioni, ma di scelte, Azzurra ha fatto le sue, tu le tue e chi le è stato accanto, l’ ha ammirata, ma ha visto anche la sua solitudine, la stanchezza che solo crescere un bambino da sola ti lascia addosso. Guido sii paziente.

- È mia figlia… - dico piano, quasi sussurrandolo.

- Certo che è tua figlia, ma la strada è lunga. – mi risponde Costanza con veemenza, battendo una mano sul tavolo.

- E in salita…

- Non sarà facile. Ti ricordi la tua sfiducia nel prossimo e nell’amore dopo la morte di Manuela? Questa ora è nel cuore di Azzurra, c’è posto solo per Lucia e per la famiglia che lei ha scelto, e che l’ha accolta! – dice suor Angela, che non avevo sentito nemmeno arrivare.

- Non per me. – dico costando l’ovvio.

- Non fare la vittima, l’hai già fatta per troppo tempo. Tu che cosa vuoi? Ora più che mai devi sapere cosa c’è nel tuo cuore prima di avvicinarti ancora a lei. – dice Angela chiudendo la discussione.

Quando Costanza si ritira nella sua stanza resto solo con suor angela, nessuno di noi andrà a letto questa notte, non parliamo molto, la suora prega, io cerco la calma, la pazienza e la verità. Soprattutto il coraggio di fare una scelta. Consapevole che questa potrebbe non essere accolta bene soprattutto da Azzurra.

 

[Suor Angela]

Sono le sei del mattino quando sentiamo la porta aprirsi, ci eravamo appisolati, entrambi scattiamo in piedi, per vedere Marco entrare con Azzurra in braccio, sembra ancora scossa dai singhiozzi, mentre il capo è posato sul petto di Marco, che scuote solo la testa.

Leonardi è morto.

- Suor Angela mi da una mano per favore, che porto Azzurra di sopra, deve riposare un po’, adesso l’hanno sedata ma presto si sveglierà.

Marco che cretino non è mai stato, lancia un’occhiata truce a Guido.

- Mi dovrebbe chiamare anche Nina, ci sono una serie di cose da sbrigare tra ospedale e carcere, anche qualcosa di legale credo.

- Ci penso io. - dice Guido stupendo me e sfidando Marco. – Sono un avvocato, e credo che Nina sia più utile di me qui. Che cosa devo fare?

- Porto Azzurra in camera e torno. – gli dice Marco serio.

- Guido…

- Non posso fare nulla per lei ora, posso lasciarla con la sua famiglia e toglierle qualche bega.

- Grazie.

- Non mi ringrazi, è colpa mia se Azzurra è andata via, della mia vigliaccheria, e delle mie paure. La storia sarebbe stata diversa se io non le avessi detto certe cose.

- Cosa le hai detto Guido? Tira fuori quello che è successo, questo passato va seppellito se vuoi avere qualche speranza di futuro.

- Non c’è un futuro per me in questa storia, lo sappiamo entrambi. – mi dice sconsalato, per poi riprendere a parlare.

- Le ho detto che era un suo problema, ho insinuato che mi avesse tradito e che volesse incastrarmi, e l’ho invitata a risolvere il problema.

- Che cosa hai fatto?

- Ero spaventato, agitato… non ho giustificazioni, ma non ho nemmeno avuto il tempo di rimediare.

- E puoi davvero fargliene una colpa? Io non so nulla di te e del vostro rapporto, ma conosco Azzurra, o meglio la conoscevo prima di te, e l’ho vista dopo di te. Non voglio giudicarti e m’è passata pure la voglia di spaccarti la faccia. Mi fai pena! Accetto però il tuo aiuto, se ancora vuoi offrircelo.

- Certo.

Marco e Guido parlano di pratiche buracratiche e cose da sbrigare, quando Guido sta per uscire, arrivano Cecilia e Lucia per la colazione.

Guido si ferma un attimo per osservare la piccola, che gli corre incontro.

- Ciao! Vai via? – gli chiede lei, tutta pimpante.

- No – dice Guido con il fiato spezzato – vado a fare qualche commissione.

Lucia gli tira la giacca per invitarlo ad abbassarsi e gli posa un bacio sulla guancia, per poi tornare sgambettando al tavolo.

Guido sparisce prima che qualcun altro veda la lacrima che gli è scesa di fronte a quel gesto di Lucia.

Guido è stato efficentissimo, ha sbrigato qualsiasi noiosa pratica burocratica, e organizzato il funerale, Azzurra non si muove dalla sua stanza e Lucia comincia a fare i capricci perché vuole la sua mamma.

Le idee cominciano a scarseggiare, Nina Chiara e Cecilia sembra che non sappiano più che fare, Marco cerca un soluzione al telefono con Giulia, mentre Guido osserva il tutto immobile.

 

Si alza quando vede Lucia sull’orlo delle lacrime e la fa sedere su uno dei tavolini alti, e si siede di fronte a lei, su uno sgabello.

- Lucia…

- Lulù.

- Lulù – riprende lui accarezzandole il viso – la mamma non sta tanto bene, è un po’ stanca e un po’ triste.

- Pecché? – dice incrociando le braccia al petto.

- Perché il nonno è andato via.

- Torna? – chiede lei e guido scuote la testa in segno di diniego.

- È andato da Pip?

Guido annuisce, non sa la storia di Pip, ma sembra chiaro che non sia più annoverabile tra i viventi.

- Anche io eo tiste quando Pip è andato via, e mami mi ha dato i bacini, e mi ha dato il gelato. Pottiamo la torta alla mamma! – dice poi dopo un ragionamento per lei chiarissimo.

- Mi sa che la mamma ora vuole solo un po’ dormire.

- Nah, la mamma è tiste, se sei tiste non lo sai che vuoi, lo sa Lulù.

- E’ vero! – le dice lui tirandola giù dal tavolino e posandole un bacio sulla fronte.

- Facciamo torta! – dice poi lei dopo aver restituito un bacio a Guido ed essere corsa in cucina, dove coinvolge tutti noi in questa cosa.

 

[Azzurra]

Sicura di aver sentito Lucia piangere mi sono alzata dal letto. Mi sono lavata la faccia, costatato che sono uno straccio, ho messo una maglia larga e una tuta per raggiungere la mia piccolina, quando ho sentito Guido chiamare mia figlia mi sono bloccata e sono rimasta a sentire.

Come si permette di dire certe cose a mia figlia? 

Se nessuno le aveva parlato come si permette lui? 

Perché lui ha capito che Lucia non avrebbe mai smesso di fare i capricci finchè non avesse capito cosa mi stava succedendo? 

Perché? 

Ora ha un cuore e un cervello?

Che gioco è questo?

Poiché Lucia è più tranquilla torno di sopra, spiazzata dal comportamento di Guido e stupita dalla meraviglia di mia figlia. Non voglio rovinare questa sorpresa a Lucia, e mi rimetto a letto.

Guido Corsi è un problema che prima o poi dovrò affrontare.

Non adesso però, voglio solo silenzio e pace, e la mia piccolina. Non pensavo che facesse così male perdere un genitore, non sono stata così quando ho scoperto che mia madre era morta, non si avvicina nemmeno al dolore che provo adesso.

Mi sento così sola, così vulnerabile, sono grande, sono io stessa un genitore, ma sapere che mio padre non esiste più, è troppo anche per me.

Non so se lasciare Modena adesso sia la cosa più giusta, qui ho tante cose che a Roma non ho, e neppure a Milano, adesso ho bisogno di Angela e Costanza vicine più che mai. Il discorso partenza al momento è rimandato, soprattutto visto come si trova bene Lucia.

C’è solo un problema qui. Guido! 

Che cosa può fare quando capirà? Ammesso che capirà! Oppure quando glielo diranno? Non lo so, non ci voglio pensare, non adesso…

Richiudo gli occhi un attimo prima di sentire la porta aprirsi…

- Mami… ho fatto la torta. – mi dice Lulù entrando da sola, sulla soglia intravedo Angela e Nina.

Posa la torta sul letto e si arrampica sopra, mi riempe di baci, e m’infila la torta in bocca a forza.

E questa è la cura per ogni male d’animo mio, la mia piccola peste che si prende cura di me.

 

La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell'essere come vuole lui.

(Santa Teresa di Lisieux)

   
 
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