E vai via dalle mani
Babbino caro
Accendo il sole per te
E non ti perderò
[Azzurra]
Non ce la faccio più, mio padre è in sala operatoria da ore, non mi dicono nulla. E la testa mi scoppia. Quando mi hanno detto che mia madre era morta, è stato difficile, è stato triste, ma chi la conosceva? In fondo non sapevo davvero chi fosse.
Un volto in una foto, una donna che non mi ha mai
cercata, non mi ha visto fallire, non mi ha visto crescere, non mi ha visto
maturare, non mi ha visto cambiare.
Era una donna, solo una come tante, una che non mi conosceva.
Questa volta è diverso, questa volta è mio padre, che è rimasto con me, anche se era arrabbiato e triste, che mi ha viziato e tolto tutto allo stesso tempo, mi ha lasciato al convento, e mi ha ricattato per farmi tornare a casa, che ha tentato di fregarmi, che ha capito i suoi errori.
È mio padre, che ha sbagliato ma che mi ama ed è fiero di me, della donna che
sono diventata , di come sono cresciuta.
Non mi sembra nemmeno lui steso in quel letto, con quei
tubi, l’ho davvero visto illuminarsi quando gli ho presentato il mio piccolo fiore.
L’allegria di Lucia l’ha contagiato, ha riso davvero tanto, e anche la mia
piccolina è stata contenta di conoscerlo, sono così belli insieme, quando Lulù
gli ha raccontato di Venezia lui ha reso molto. Ha tirato fuori una vecchia storia, che nemmeno io ricordavo,
ci ha detto che una volta anche io e lui siamo andati a Venezia insieme, ed io
avevo circa l’età di Lucia, e pare che avessi la stessa passione della mia
piccolina per l’acqua.
Che bello scoprire qualcosa di me, che mi avvicina ancora di
più alla mia bambina.
È stato bello vederli così vicini, tutta la mia famiglia
insieme!
È stato difficile far portare via Lucia da Nina, mi ha visto
piangere, voleva restare con me ed io non sopportavo proprio l’idea di dovermi
separare da lei, è la mia forza e il mio buon umore, ma non voglio farla stare
male e so che se mi vedesse così non starebbe bene. Temo però che Nina non si
stia limitando a prendersi cura di Lucia, qualcosa mi fa credere che devo
aspettarmi qualcosa. La conosco, ogni tanto fa quello sguardo, quello sguardo
significa tempesta e che significa presenza.
Quanto è bella questa ragazza, la sorella che non ho mai
avuto.
Era tesa prima in convento, lo so che è molto arrabbiata con
Guido, e che in questi anni ha sopportato molto, e tante volte avrebbe voluto
gridargli in faccia qualcosa e non l’ha fatto, magari quando mi sentivo giù, o
Lulù stava mettendo i dentini, ero molto stanca e provata, e lei ci stava male
a sentirmi così, da sola, e poi stava a Modena e non poteva darmi una mano, Dio
solo sa cosa gli avrà già detto oggi o gli dirà presto.
Quando mio padre esce dalla sala operatoria, sento due
braccia forti avvolgermi, riconosco immediatamente l’odore e comincio a
piangere come una bambina, mentre Marco ci trascina verso il dottore, che evidentemente
ha qualcosa da dirci.
- Signora Leonardi, abbiamo fatto tutto il possibile,
purtroppo la situazione non sembra avere margini di miglioramento.
- Parli chiaro per favore. – gli dice Marco, con un tono
deciso e diretto.
- Abbiamo fatto il possibile, il prossimo attacco potrebbe
essere anche l’ultimo.
Mi stringo a Marco e piango ancora di più, mentre il dottore
dice altro, tipo che pure se siamo oltre l’orario di visita possiamo rimanere
per un po’.
Marco mi lascia nella stanza con mio padre solo un attimo,
vuole chiedere altro al dottore, e probabilmente avvisare Nina.
Nina, Nina, Nina il mio angelo, ha chiamato Marco, sa che da sola non avrei potuto farcela.
Una statua le faccio quando torno in me, quando Marco è
tornato e si è seduto accnato a me, e mi ha preso la mano, mentre io accarezzo e
stringo quella di mio padre, che mi sembra adesso così vecchia, così fragile,
così debole.
Sembra così poco il mio papà, grande e immortale, e così semplicemente solo un uomo, quello che vedo steso in questo letto.
[Suor Angela]
Marco mi ha chiamato probabilmente lui e Azzurra non
torneranno tanto presto, il padre di Azzurra è vivo, ma il medico non ha dato
molte speranze, ad Azzurra ha detto solo che il prossimo infarto sarà fatale,
l’ha vista molto provata, con Marco è stato più chiaro, è questione di poco,
forse giorni, o peggio ore.
Che cosa è davvero peggio in un momento come questo, avere tempo oppure non averlo?
Io non lo so davvero, mi affido a Te, che ne sai più di me,
non sia fatta la nostra ma la Tua volontà, che è più giusta per noi.
C’è nel disegno di Dio qualcosa che nel nostro non c’è, una perfezione che tante volte noi non sappiamo vedere.
Torno in cucina, dove mi aspettano tutti, e scesa anche
Nina, dopo aver lasciato Lucia con Cecilia, ho capito che non si fermerà molto,
perché la piccola non dorme ancora.
Chiara è arrivata non appena Costanza l’ha chiamata, e
Margherita non si può muovere da Bologna, ma vuole resoconti dettagliati,
Costanza fissa Guido, che è rimasto qui, un po’ in disparte, non si sente bene
accetto, Nina non lo aiuta di certo; ma leggo la preoccupazione nei suoi occhi,
come quando Leonardi tornò per truffare Azzurra come allora, vedo nei suoi
occhi il desiderio di poterla vedere sorridere ancora, peccato che la
situazione sia più ingarbugliata del solito.
- Leonardi è vivo, ma per poco, non riescono a
stabilizzarlo, il prossimo attacco di cuore potrebbe essergli fatale.
- Che dice Marco, che vogliono fare? – chiede Nina,
evidentemente preoccupata.
- Al momento resteranno lì, Azzurra non parla molto, al momento
piange e non sembra intenzionata ad allontanarsi dal padre.
- Non torneranno presto. – costata Nina scuotendo la testa –
vabbè però c’è Marco, davvero stiamo tranquilli, chiamo Giulia e torno dalle
ragazze, Chiara vieni con me?
- Stai scherzando? Quella bambina è un amore, certo che
vengo con te.
Le ragazze lasciano questo concilio ristretto mentre io aggiorno Margherita.
[Guido]
- Vuole anche lei che me ne vada? – chiedo sedendomi al
tavolo con la capo suora
- No, capisco la tua preoccupazione, la vedo, e non voglio
niente; ma ti consiglio la pazienza, ora più che mai, tante persone vogliono
bene ad Azzurra…
- e odiano me…
- Non si tratta di odio o fazioni, ma di scelte, Azzurra ha
fatto le sue, tu le tue e chi le è stato accanto, l’ ha ammirata, ma ha visto
anche la sua solitudine, la stanchezza che solo crescere un bambino da sola ti
lascia addosso. Guido sii paziente.
- È mia figlia… - dico piano, quasi sussurrandolo.
- Certo che è tua figlia, ma la strada è lunga. – mi risponde
Costanza con veemenza, battendo una mano sul tavolo.
- E in salita…
- Non sarà facile. Ti ricordi la tua sfiducia nel prossimo e
nell’amore dopo la morte di Manuela? Questa ora è nel cuore di Azzurra, c’è
posto solo per Lucia e per la famiglia che lei ha scelto, e che l’ha accolta! –
dice suor Angela, che non avevo sentito nemmeno arrivare.
- Non per me. – dico costando l’ovvio.
- Non fare la vittima, l’hai già fatta per troppo tempo. Tu
che cosa vuoi? Ora più che mai devi sapere cosa c’è nel tuo cuore prima di
avvicinarti ancora a lei. – dice Angela chiudendo la discussione.
Quando Costanza si ritira nella sua stanza resto solo con
suor angela, nessuno di noi andrà a letto questa notte, non parliamo molto, la
suora prega, io cerco la calma, la pazienza e la verità. Soprattutto il
coraggio di fare una scelta. Consapevole che questa potrebbe non essere accolta
bene soprattutto da Azzurra.
[Suor Angela]
Sono le sei del mattino quando sentiamo la porta aprirsi, ci
eravamo appisolati, entrambi scattiamo in piedi, per vedere Marco entrare con
Azzurra in braccio, sembra ancora scossa dai singhiozzi, mentre il capo è
posato sul petto di Marco, che scuote solo la testa.
Leonardi è morto.
- Suor Angela mi da una mano per favore, che porto Azzurra
di sopra, deve riposare un po’, adesso l’hanno sedata ma presto si sveglierà.
Marco che cretino non è mai stato, lancia un’occhiata truce
a Guido.
- Mi dovrebbe chiamare anche Nina, ci sono una serie di cose
da sbrigare tra ospedale e carcere, anche qualcosa di legale credo.
- Ci penso io. - dice Guido stupendo me e sfidando Marco. –
Sono un avvocato, e credo che Nina sia più utile di me qui. Che cosa devo fare?
- Porto Azzurra in camera e torno. – gli dice Marco serio.
- Guido…
- Non posso fare nulla per lei ora, posso lasciarla con la
sua famiglia e toglierle qualche bega.
- Grazie.
- Non mi ringrazi, è colpa mia se Azzurra è andata via,
della mia vigliaccheria, e delle mie paure. La storia sarebbe stata diversa se
io non le avessi detto certe cose.
- Cosa le hai detto Guido? Tira fuori quello che è successo,
questo passato va seppellito se vuoi avere qualche speranza di futuro.
- Non c’è un futuro per me in questa storia, lo sappiamo
entrambi. – mi dice sconsalato, per poi riprendere a parlare.
- Le ho detto che era un suo problema, ho insinuato che mi
avesse tradito e che volesse incastrarmi, e l’ho invitata a risolvere il
problema.
- Che cosa hai fatto?
- Ero spaventato, agitato… non ho giustificazioni, ma non ho
nemmeno avuto il tempo di rimediare.
- E puoi davvero fargliene una colpa? Io non so nulla di te
e del vostro rapporto, ma conosco Azzurra, o meglio la conoscevo prima di te, e
l’ho vista dopo di te. Non voglio giudicarti e m’è passata pure la voglia di
spaccarti la faccia. Mi fai pena! Accetto però il tuo aiuto, se ancora vuoi
offrircelo.
- Certo.
Marco e Guido parlano di pratiche buracratiche e cose da
sbrigare, quando Guido sta per uscire, arrivano Cecilia e Lucia per la
colazione.
Guido si ferma un attimo per osservare la piccola, che gli
corre incontro.
- Ciao! Vai via? – gli chiede lei, tutta pimpante.
- No – dice Guido con il fiato spezzato – vado a fare
qualche commissione.
Lucia gli tira la giacca per invitarlo ad abbassarsi e gli
posa un bacio sulla guancia, per poi tornare sgambettando al tavolo.
Guido sparisce prima che qualcun altro veda la lacrima che
gli è scesa di fronte a quel gesto di Lucia.
Guido è stato efficentissimo, ha sbrigato qualsiasi noiosa
pratica burocratica, e organizzato il funerale, Azzurra non si muove dalla sua
stanza e Lucia comincia a fare i capricci perché vuole la sua mamma.
Le idee cominciano a scarseggiare, Nina Chiara e Cecilia
sembra che non sappiano più che fare, Marco cerca un soluzione al telefono con
Giulia, mentre Guido osserva il tutto immobile.
Si alza quando vede Lucia sull’orlo delle lacrime e la fa
sedere su uno dei tavolini alti, e si siede di fronte a lei, su uno sgabello.
- Lucia…
- Lulù.
- Lulù – riprende lui accarezzandole il viso – la mamma non
sta tanto bene, è un po’ stanca e un po’ triste.
- Pecché? – dice incrociando le braccia al petto.
- Perché il nonno è andato via.
- Torna? – chiede lei e guido scuote la testa in segno di
diniego.
- È andato da Pip?
Guido annuisce, non sa la storia di Pip, ma sembra chiaro
che non sia più annoverabile tra i viventi.
- Anche io eo tiste quando Pip è andato via, e mami mi ha
dato i bacini, e mi ha dato il gelato. Pottiamo la torta alla mamma! – dice poi
dopo un ragionamento per lei chiarissimo.
- Mi sa che la mamma ora vuole solo un po’ dormire.
- Nah, la mamma è tiste, se sei tiste non lo sai che vuoi,
lo sa Lulù.
- E’ vero! – le dice lui tirandola giù dal tavolino e
posandole un bacio sulla fronte.
- Facciamo torta! – dice poi lei dopo aver restituito un
bacio a Guido ed essere corsa in cucina, dove coinvolge tutti noi in questa
cosa.
[Azzurra]
Sicura di aver sentito Lucia piangere mi sono alzata dal
letto. Mi sono lavata la faccia, costatato che sono uno straccio, ho messo una
maglia larga e una tuta per raggiungere la mia piccolina, quando ho sentito
Guido chiamare mia figlia mi sono bloccata e sono rimasta a sentire.
Come si permette di dire certe cose a mia figlia?
Se nessuno le aveva parlato come si permette lui?
Perché lui ha capito che Lucia non avrebbe mai smesso di fare i capricci finchè non avesse capito cosa mi stava succedendo?
Perché?
Ora ha un cuore e un cervello?
Che gioco è questo?
Poiché Lucia è più tranquilla torno di sopra, spiazzata dal
comportamento di Guido e stupita dalla meraviglia di mia figlia. Non voglio
rovinare questa sorpresa a Lucia, e mi rimetto a letto.
Guido Corsi è un problema che prima o poi dovrò affrontare.
Non adesso però, voglio solo silenzio e pace, e la mia
piccolina. Non pensavo che facesse così male perdere un genitore, non sono
stata così quando ho scoperto che mia madre era morta, non si avvicina nemmeno
al dolore che provo adesso.
Mi sento così sola, così vulnerabile, sono grande, sono io
stessa un genitore, ma sapere che mio padre non esiste più, è troppo anche per
me.
Non so se lasciare Modena adesso sia la cosa più giusta, qui
ho tante cose che a Roma non ho, e neppure a Milano, adesso ho bisogno di
Angela e Costanza vicine più che mai. Il discorso partenza al momento è
rimandato, soprattutto visto come si trova bene Lucia.
C’è solo un problema qui. Guido!
Che cosa può fare quando capirà? Ammesso che capirà! Oppure quando glielo diranno? Non lo so, non ci voglio pensare, non adesso…
Richiudo gli occhi un attimo prima di sentire la porta
aprirsi…
- Mami… ho fatto la torta. – mi dice Lulù entrando da sola,
sulla soglia intravedo Angela e Nina.
Posa la torta sul letto e si arrampica sopra, mi riempe di baci,
e m’infila la torta in bocca a forza.
E questa è la cura per ogni male d’animo mio, la mia piccola
peste che si prende cura di me.
La perfezione consiste
nel fare la sua volontà, nell'essere come vuole lui.
(Santa Teresa di
Lisieux)