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Autore: ilcoraggiodisognare    12/06/2013    10 recensioni
- STORIA SOSPESA -
Questa volta l'avrei fatto. Non me ne sarei pentito. Ogni cosa ha il suo tempo ed io avrò la forza di fermarlo, almeno per qualche giorno. Ci riuscirò. Basta credere in me stesso.
Genere: Comico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il più dolce risveglio si fece largo tra i nostri corpi inerti. Non aprii gli occhi subito, volevo assaporare ogni singolo momento che ancora aveva il nostro sapore. Il sapore di quei baci rubati dopo tanti ostacoli superati al solo contatto delle nostre labbra, al solo pensiero di essere uno accanto all'altro senza aver paura che qualcuno ci potesse scoprire come amanti e al momento in cui le nostre mani si incontrarono, di nuovo, per essere vicine e non abbandonarsi mai più. 
Con la testa appoggiata al suo petto, pensai che nulla potesse dividerci, potesse spezzare quel filo invisibile che, attorcigliato alle nostre dita, ci legava. 
Una vibrazione, poi la mia inconfondibile suoneria del cellulare. Avevo dimenticato anche di averlo nella tasca dei pantaloni. 
Harry aprì gli occhi per donarmi un'espressione annoiata. 
-Devi proprio rispondere? 
-Oh si, è Zayn... 
Dissi controllando il display. Alle mie parole il viso gli si illuminò. 
Sentivo Zayn dire qualcosa, agitandosi. Non capivo nulla, parlava in fretta e sottovoce. 
-Zayn? E' successo qualcosa? Parla chiaro, non capisco un cazzo. Zayn? 
Mi agitai anche io scorgendo l'espressione di Harry che di colpo diventò impaurita. 
-Zayn! Attacco, richiamami quando puoi! 
Gli dissi cercando di parlare chiaramente. 
Ero confuso da ciò che poteva essere successo. Mi rigiravo il cellulare tra le mani cercando di intuire cosa volesse dirmi Zayn. 
Avevo paura di voltarmi verso Harry, non avrei sopportato la sua espressione triste sul volto. 
-Ecco, lo sapevo! 
Disse Harry stringendosi sempre di più sul lato destro del divano, lontano da me. 
Sentivo i singhiozzi di Harry che a mano a mano si facevano sempre più rumorosi e sempre più dolorosi per me. 
Sono sempre stato una persona sensibile, i suoi sentimenti li ho sempre sentiti anche miei. Non sono mai riuscito a dichiarare 'Larry non esiste' davanti alle telecamere, non ho mai voluto ferire i sentimenti di Harry. I ragazzi quando me lo facevano notare dicevano che sembravo una femminuccia, che il management non accettava i miei comportamenti. Per tutta risposta, prendevo una delle borse che avevamo sempre con noi per i tour e, orgoglioso, mi esibivo in una delle mie sfilate facendoli ridere per la mia goffagine. 
Nè una borsa, nè una risata ora potevano essere utili. 
-Non piangere... 
Lo scongiurai di non far scendere altre lacrime sul suo volto. 
-Come posso non piangere? Ora ti allontaneranno da me, lo so. 
Guardava la punta delle sue scarpe muovendo le mani nervosamente. 
Sentivo il suo cuore cadere in mille pezzi, frantumarsi per terra tra le patatine rimaste sul pavimento dalla sera prima. 
-Harry, guardami... 
Gli sussurrai prendendogli la mano. 
-Nessuno mai ci dividerà da ora in poi. 
In un secondo mi sentii morire, gli occhi arrossati e le lacrime che bagnavano i suoi lineamenti perfetti mi fecero trasalire. 
-Sei un bugiardo! Mi hai sempre illuso! Come puoi pensare che io adesso possa crederti? Non pensi che questa frase l'abbia sentita fin troppe volte? 
-Harry, ti prego... Ora non ci sono più ostacoli che possono dividerci, non abbiamo firmato un contratto... 
-Smettila Louis, è inutile che cerchi di spiegarmi. Più che altro dovresti spiegarlo a tua... 
Il rimbombo dei mille pezzi mi martellava il cervello. 
-Quando ti è importato di Eleanor? 
Mi maledii subito per aver pronunciato quel nome. 
-Da quando hai un figlio! Ed ora esci di qui! 
-Mio figlio Harry... 
Sentii che mi strinse violentemente il braccio. 
-Tu hai chiamato il figlio tuo e di Eleanor con il mio nome! Louis, esci fuori da qui! 
-Harry, aspetta... 
Mi divincolai dalla stretta. 
-Non voglio sentire altro, non voglio che tu mi faccia altro male. 
Davanti a me, ora, Harry non era più la persona della sera prima, era visibilmente arrabbiato e teneva aperta la porta di casa per farmi andare via. 
-Va bene, ciao. 
Sospirando attraversai l'uscio, voltandomi subito dopo. Avrei voluto che Harry mi dicesse qualche parola di conforto, qualche parola in cui potessi capire che mi avrebbe perdonato prima o poi. 
Un rumore secco ed una tristezza mai provata prima. Un corpo inerte ai piedi di un gradino e i singhiozzi continui. 
Le parole che gli avrei voluto dire mi frullavano per la mente. 
-Harry, se sei dietro quella porta, ascoltami. Io.. io ti amo, ti prego perdonami. 
Riuscivo a sentire ancora i suoi singhiozzi. Eravamo divisi da una porta, da un ostacolo, come sempre. Avrei voluto abbracciarlo e fargli capire che per me lui è più importante di tutto. Avrei voluto fargli capire che, questa volta, non gli avrei detto una bugia. 
-Perdonami... 
Sussurrai per un'ultima volta a quella porta. 
-Ecco Harry, per te farei anche la figura dello stupido che parla con una porta, per renderti felice farei di tutto. Se per te è giusto non vedermi allora ti accontenterò. Ma ti prego, non pensare minimamente di dimenticarmi. 
Lasciai quella porta spoglio dei miei sentimenti. 
La suoneria del mio cellulare mi fece sobbalzare. 
-Louis, finalmente! 
-Zayn? Puoi ven... 
-Non muoverti, vengo subito. 
Nemmeno la mia voce più convincente riusciva ad essere ignorata da Zayn. Riusciva a capirmi in ogni situazione. 
La sua Rossa fiammante varcò il vialetto due minuti dopo la telefonata. 
Aprii lo sportello dell'auto ed entrai. 
Le parole, come tutto ciò che avevo attorno, non avevano la forza di ribellarsi alla mia rabbia, tutto era inerte al mio giocherellare nervoso con le mani. 
Tutti i miei sentimenti si riversarono nella rabbia facendomi fremere per essere in quell'auto e non in giro a dare calci a qualche parete di un palazzo o fare a botte con qualche ragazzaccio. 
Dal riflesso del finestrino intravedevo Zayn intento a guidare e a vedere la strada con fare professionale. Sentivo che aveva qualcosa che non andava, non era il solito bad boy. Gli mandai un'occhiataccia sperando che, anche questa volta, potesse capirmi. 
-Che cazzo hai fatto, Louis? Io ho dato tutto me stesso per farti incontrare Harry e tu... mi ripaghi in questo modo? 
-Questa volta non ho fatto nulla... davvero. 
-Risparmiati le parole per il giudice. 
-C-cosa?! 
-Sai, non ti rovino la sorpresa, lo scoprirai presto in che casino ti sei cacciato. 
A quelle parole avrei voluto scendere dall'auto e scappare via, lasciarmi tutto alle spalle. 
Il rombo del motore si spense, Zayn scese dall'auto e con una spinta mi incoraggiò a farlo anche a me. 
Eravamo di fronte ad un grosso edificio che faceva di me ancor più piccolo di quel che ero. Sentivo l'ansia che scivolava dalle punte dei capelli fino alle gambe per poi scendere ai piedi che sudavano nelle scarpe troppo calde per il sole che si era levato quella mattina. 
-Zayn, dimmi che è uno scherzo...
Alle mie parole Zayn scosse la testa e mi indicò l'entrata. 
La mia mente mi riportò a quando ci rivedemmo nella stazione di Londra, quando indicandomi la direzione mi convinse ad accettare l'impresa che avrebbe sconvolto la mia vita.
Gironzolavo tra i corridoi del tribunale scoprendo a mano a mano tutto ciò che avessi cambiato in pochi giorni di permanenza. In pochi giorni la mia mente aveva elaborato cose che nemmeno lontanamente pensavo che succedessero. Ed ora ero qui, tra le mura di un tribunale a discolparmi delle accuse di mia moglie. 
-Buongiorno signore e signora Tomlinson.
Una voce rauca rieccheggiò tra i miei pensieri. 
L'uomo possente si avvicinò a me e mi accompagnò in un piccolo studio.
-Senta, l'accusa che ha denunciato sua moglie non è grave. Non può essere risolta qui. La coinvinca lei di lasciar perdere o di almeno chiarirvi fuori di qui. 
-Io non so nemmeno per cosa mi abbia denunciato. 
-Non importa. La faccia uscire di qui o interverrà la sicurezza. 
Mi allontanai e con un cenno di saluto intervenni nella situazione che si era creata. Sentivo delle urla che potevano provenire dalla stanza adiacente e poi uno sbattere la porta. 
-Eleanor, non dovresti spiegarmi qualcosa? 
Sentii che il mio viso divenne di fuoco, la mia rabbia si riusciva ad intuire da chilometri. 
-Sai quel che hai fatto, sei un vigliacco! 
Le sue parole non mi sfiorarono neppure, volevo solo uscire da quel posto che mi opprimeva, che mi faceva pensare che fossi un criminale.
Strinsi forte il braccio di mia moglie e la costrinsi ad uscire fuori dall'edificio.
-Tu, tu ci hai abbandonati. Tu hai lasciato tuo figlio senza un padre. Tu hai disonorato la famiglia. Tu non hai rispettato la nostra promessa. Tu hai fatto tutto ciò che noi ci eravamo promessi che non ricapitasse più! 
-Io non ho accettato nessuna promessa!
Eleanor affranta si sedette sullo scalino. La testa fra le mani e le ginocchia piegate.
-Cosa dovrei dire a nostro figlio? 
Ora la sua voce era debole quasi quanto me. Non riuscivo a trovare parole giuste per dirle tutto ciò che le avrei voluto dire da tempo.
-Devo dirgli che l'hai abbandonato perchè...
Le si spezzava la voce. Da anni non aveva mai accettato le mie scelte ma me ne imponeva da seguire tutte quelle che, per lei, erano giuste. 
-Senti El, io ho sempre voluto fare questa scelta ed ora ho avuto la possibilità di farla. Sei stata tu a non farmi capire quel che volevo per davvero. Mi hai lasciato quando pensavi che lo avessi rincontrato ed ora ti fai viva per farmela pagare. Io non accetto i tuoi comportamenti. Io voglio essere quel che davvero sono! 
-Louis, tu non capisci... Io ti amo e non potevo lasciarti andare... 
-Sei un'egoista, Eleanor. 
Mi avviai verso l'auto di Zayn. Ero stanco di quella conversazione. 
-No, aspetta! E nostro figlio? 
-Decidi tu, meglio farlo vivere con due persone che si amano o con una persona tanto egoista come te? 
Sentii un applauso provenire dal retro dell'auto. 
-Ottimo lavoro, amico! 
Mi diede il cinque Zayn.
L'ultima immagine che vidi prima di aprire lo sportello fu di un'Eleanor amareggiata. Mi rattristava il fatto che la dovessi ricordare in quel modo. 
-Eleanor, sorridi. Hai avuto tutto ciò che volevi nella tua vita, ora tocca a me. 
Lei mi rispose con un finto sorriso. 
-Oh, meglio di niente. 
Commentò Zayn che mi invitò ad entrare in auto. 
-Lou, non ti preoccupare. Se dovessi decidere io a chi assegnare Harry, deciderei di farlo allevare da due genitori anzichè uno. 
-Sì ma ha ragione Eleanor... Che diremo ad Harry? E' piccolo, davvero riuscirà a capire questa situazione? 
-Sei il solito, Louis. Lo capirà col tempo. Non preoccuparti.
Il supporto di Zayn mi faceva sempre sentire un pò meglio, almeno non mi ha fatto pensare per qualche secondo al litigio con Harry. 
-Smettila Lou, non voglio più vederti con quel viso imbronciato. Ti porto da una parte, su.
-Dove andiamo? 
-Sei il solito ansioso, Lou. 
A quelle parole ridemmo ricordando il primo passaggio nella Rossa per arrivare al ristorante dove rincontrai Safaa. Chissà come stava, non penso mi abbia perdonato ancora. Non penso che mi perdonerà.
Il tragitto per arrivare chissàdove non era durato a lungo, ormai ero quasi abituato ai viaggi di fianco a Zayn. Il tempo passò in fretta litigando su quale canale radio dovessimo ascoltare la musica. 
Uscii dall'auto. Mi guardai intorno per capire dove potessimo trovarci, ma non feci in tempo a voltarmi che mi sentii sprofondare in un profondo abbraccio. 
-Oh ragazzi, mi siete mancati! 
-Ma dai Louis, quanto sei sentimentale... non ci vediamo da poco più di un giorno.
Mi prese in giro Niall.
-Scherzano Lou, mi hanno chiamato tantissime volte per sapere come stavi.
Si unì all'abbraccio Zayn.
-Io e Zayn iniziamo ad entrare. Ansioso e guastafeste, ci vediamo dentro, ok? 
Liam si fece avanti.
Annuimmo ridendo ai nostri soprannomi. 
-Allora Lou... com'è andata? 
-Nialler, ho così tanto da raccontarti... 
Era andato tutto nel verso giusto ma si sa... 
-Cosa si sa? 
Mi domandò Niall entusiasmato dai miei racconti. 
-Abbiamo litigato. 
Niall mi squadrò da capo a piedi in cerca del problema.
-Perchè? 
-Per il solito problema. 
-Cazzo, Louis, spiegami! 
Niall mi spronava a parlare ma le parole mi si spezzavano prima di uscire dalla mia bocca. Le lacrime raggiunsero le mie guance arrossate. 
-Non si fida di me... E' arrabbiato... 
Niall mi diede un bacio sulla guancia bagnata. 
-...perchè ho un figlio. Perchè crede che non possiamo stare insieme. 
Continuai.
-E tu gli hai detto che si sbaglia? Che finalmente potrete stare insieme? 
-Non mi crede... 
-Beh, allora dimostragli quanto è importante lui per te. 
-Ma come? 
-Louis, pensaci
  
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