Fumetti/Cartoni americani > Journey into Mystery
Segui la storia  |       
Autore: Obliviosa Black    12/06/2013    3 recensioni
Il dio meno popolare di Asgard (ma con abbastanza fans da fare invidia a Lady Gaga) ha combinato un piccolo pasticcio che lo porterà nel tempio del consumismo alla ricerca di un nuovo smart-phone tra commessi della Foot-locker troppo insistenti, improbabili rappresentanti di compagnie di aspirapolveri e centri commerciali che assomigliano al labirinto del minotauro.
N.d.A: Questa è la mia prima fanfiction dedicata alla superlativa serie di Kieron Gillen e al personaggio di Kid Loki. Assomiglia più ad una parodia alla Leonardo Ortolani, malgrado la qualità sia di tutt'altro genere. Ammetto di essermi divertita a scimmiottare lo stile da saga epica e spero che nel suo cuore Gillen mi perdoni(caro ti perdono per il finale di JIM), così come spero che facciano Stan Lee ed altri autori di saghe dedicate agli dei asgardiani se mai questa storia dovesse capitare tra le loro mani. Spero che anche voi mi perdonerete per questa lunghissima introduzione e che avrete voglia di leggere e recensire.
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Le vendite crollano sempre con il numero due.
E' un classico. siamo spacciati."
Warren Ellis riguardo le vendite del secondo numero di Transmetropolitan

2. L'aiutante.
Ogni leggenda che si rispetti ha un protagonista forte, bello, possente, dalla natura divina o semidivina, ereditata per una serie di relazioni spesso illecite che farebbero impallidire i protagonisti di Beautiful.
Ma una bella statua non potrebbe essere considerata tale senza una che faccia letteralmente cagare, perciò una leggenda che si rispetti ha  un cattivo  brutto e malvagio che ostacola la sua missione Buona© e Giusta© ( copyright delle industrie del bene). Ma del resto una statua necessita anche di chi le allestisca una mostra: per questo il nostro eroe ha un aiutante, meno figo ma sempre guidato dalla bontà e dalla giustizia.
Queste caratteristiche sembrano per noi mortali regole inventate da un linguista russo in buie serate d’inverno, quando la vodka scarseggiava e non c’era la televisione; in realtà esse influenzano veramente la vita di creature divine o fantastiche così come il brutto tempo, la pubblicità, essere disturbati di domenica mattina dai testimoni di Geova o un caffè troppo  debole influenzano la vita degli uomini.
Loki, pur essendo separato da un muro invisibile dai suoi simili, non era escluso da queste regole.
Tralasciando il suo passato scuro come le penne di Huginn e Muninn, il sogghigno ambiguo che sfoggiava ancora troppo spesso per sembrare degno di fiducia agli occhi degli asgardiani, che la sua ombra sottile e sinuosa, proiettata sulle strade di Asgardia, ricordava tutto tranne che la forza, che quando s’inerpicava sui monti attorno al regno degli Aesir non era certo per trarre in salvo la prole di Odino da qualche minaccia ancestrale; tralasciando tutti questi dettagli che - sotto un certo punto di vista-  potevano essere insignificanti,  Loki avrebbe potuto essere un eroe.
Ovviamente, l’eroe della sua storia.
Anche se per compiere la sua missione si stava inoltrando in una grotta buia, il suo obiettivo splendeva più del sole sopra Broxton, in Oklahoma, a mezzogiorno.  Cosa che è vera solo se vista sotto quel certo punto di vista cui si accennava prima.
Inoltre la sua missione grondava di giustizia, ma attenzione: parliamo di quel genere di giustizia che porta un bambino di tre anni a strillare perché la pallina di gelato è caduta dal cono.
Quindi, se Loki Laufeyson poteva benissimo essere un eroe possente, bello, assetato di giustizia, chi poteva essere così folle da diventare il suo aiutante?
 
Il fuoco gettava baluginii luminosi sul volto di Leah di Hel, che si rincorrevano, sparivano come se stessero giocando a nascondino con l’oscurità della grotta.
In mezzo a tutto quel movimento i suoi occhi erano fermi, imperturbabili e la luce del fuoco faceva risaltare ancora di più il loro colore; colore cui menestrelli e poeti avrebbero dedicato poesie se solo la loro proprietaria non avesse osservato con muto disgusto qualsiasi cosa.
-Capisci Leah?- Loki alzò lo sguardo sull’ancella di Hel, che aveva ascoltato tutto il racconto sulla sua ultima disavventura stando in piedi, diritta e rigida come un manichino.
La risposta fu un impercettibile movimento dell’angolo della bocca e :- Capisco che sia possibile che quell’oggetto si rompa, capisco la tua volontà di ripararlo, ma non capisco perché io debba aiutarti.
Loki lasciò cadere la mandibola con eccessiva enfasi per poi sbuffare. Non era solito a simili comportamenti ma quello faceva parte – così come il rifiuto di Leah- di un piano complesso e raffinato che lo avrebbe portato al successo.
-Non hai avuto bisogno di me quando l’hai comprato, non vedo perché tu necessiti di me per comprarne un altro- proseguì l’ancella.
-La ragazza non ha tutti i torti, Loki- sussurrò Ikol che era appollaiato sulla spalla del ragazzo – Poi sai bene che genere di rapporto abbia Leah con ogni oggetto di provenienza Midgardiana.
-Oh, Ikol non sapevo che quello si potesse definire rapporto. Solitamente in un rapporto le cose o le persone interagiscono tra loro.
Lo sguardo di Leah guizzò attraverso la grotta fino a colpire Loki, una freccia che lacera la carne.
Il dio la ignorò e sospirando disse: -Invero Ikol è or..
Se Ikol avesse potuto avere sopracciglia, le avrebbe inarcate:- Invero?
Loki era alquanto irritato dagli interventi dell'uccelloi: la cosa che lo faceva andare in bestia maggiormente era il fatto che quella gazza era una parte di sé e ad ogni suo commento voleva tirarsi un pugno in faccia.
-Si, invero Ikol, è una parola; non l’hai mai sentita? Strano perché sono sicuro che hai tuoi tempi venisse già largamente utilizzata quindi non comprendo le ragioni del tuo stupore. Ti prego di illustrarmele visto che sono soltanto la reincarnazione del tuo io più giovane e quindi ingenuo, inesperto e bla, bla, bla!
Se Ikol avesse potuto avere anche delle ciglia,  avrebbe continuato a sbatterle con tranquillità:- In realtà volevo solo complimentarmi: finalmente il tuo lessico inizia ad essere all’ altezza di una saga epica.
Leah non si era mossa di un millimetro dalla sua posizione:- Loki? Tutto ok?
Loki la rassicurò e tenne il visto fisso a terra per qualche istante, facendosi scudo con la sua chioma ribelle.
Poi dai riccioli neri emerse un triangolo di pelle chiara, poi due occhi che, catturando la luce del fuoco, scintillarono ed infine la semioscurità del luogo delineò un naso pronunciato e delle labbra sottili.
“Tutto come avevo pensato” pensò Loki. Aveva calcolato la posizione giusta affinché il suo viso fosse semi illuminato, concedendogli un’aria affascinante e misteriosa.
-È ora di dare spettacolo.- sussurrò. Estrasse da una tasca della blusa il disgraziato cellulare, allungò la mano dietro di sé per posizionarlo su un supporto rettangolare; dopodiché schiacciò un tasto dello Stark-phone e si alzò.
-Leah- esordì- Ho bisogno del tuo aiuto perché…
Nella grotta iniziarono a diffondersi le note di Always di Bon Jovi.
La canzone provocò un tale sconcerto che l’espressione di Leah cambiò radicalmente( per i suoi standard, s’intende) mentre Loki si voltò più volte verso il proprio cellulare, come se non credesse alle proprie orecchie.
Scoccò un’occhiata irritata ad Ikol, che per tutta risposta tenne lo sguardo “se avessi le ciglia le sbatterei tranquillamente e con aria innocente”:- Non guardarmi così. Non sapevo ti volessi dichiarare a Leah.
Il dio degli inganni si gettò sul telefono e premette su touch screen con tale violenza da peggiorare la situazione dello schermo.
Loki si allontanò dal cellulare ruotando su sé stesso e descrivendo dei cerchi, mentre le mani seguivano le note iniziale de La cavalcata delle Valchirie di Wagner.
Quando la melodia attaccò con il ritornello, Loki si voltò di scatto, affrontando Leah con un'espressione decisa che nella sua immaginazione era un’imitazione perfetta di Silvester Stallone in Rambo.
-Ascoltami, Leah di Hel: tu mi devi aiutare - puntò un dito verso di lei – E se guardi bene dentro il tuo cuore oscuro e raggrinzito come una prugna secca, vedrai che è la cosa giusta da fare.
Loki fece un’elegante piroetta su sé stesso, dando le spalle alla sua interlocutrice:- Rifletti Leah e fai appello all’immancabile senso del dovere che la tua padrona ha instillato in te, come un cacciatore educa i figli a cacciare: sei forse qui per tua volontà? Non è stata forse la tua padrona ad ordinarti di assistermi fino al saldo dei miei debiti con Hel?
Non sprecare parole a rispondere mia cara perché entrambi sappiamo benissimo quale è la risposta.
Leah ascoltava compunta, mentre la melodia scemava in note sempre più basse ed acute.
-Ma vedi,- sospirò Loki, adattando la sua voce alla musica –Senza il mio potere, non potrò mai saldare quei debiti.
-Potrebbe Thor, il possente, il dio del Tuono- urlò- Difendere Asgardia senza il martello Mjolnir? Indubbiamente ci proverebbe seguendo la sua testardaggine e la sua cecità mentale ma cosa otterrebbe: un vano sforzo che porterebbe rancore a lui e morte agli Aesir.
E quindi chiediti Leah, quale risultato consegnerebbe Loki in seno alla casa dei morti senza il suo potere? La furia della tua padrona, il tuo fallimento.
Lungi da me creare queste condizioni, ma i fatti sono questi. Se la mia vecchia reincarnazione otteneva incantesimi, spunti per inganni sempre più sofisticati dai libri dalle copertine impolverate, da pergamene consumate dalle dita di tutte le persone che le hanno consultate, io ho un’arma in più.
Loki si fermò, osservando Leah con un sorriso sornione, mentre il componimento di Wagner spronava gli ascoltatori ad invadere la Polonia o un villaggio vietnamita o ad aiutare un giovane dio degli inganni.
-Io ho la nuova magia di questo mondo, la magia che con un semplice tocco permette di raccogliere migliaia e migliaia di informazioni- proseguì mentre l’orchestra esplodeva come un temporale estivo che squarcia il cielo.
-Con questo potere potrei restituire alla tua infernale padrona ciò che le spetta e regalare ad Hel altri onori, altri fasti.
Loki fece il giro del focolare e si avvicinò a Leah, come se fosse a capo della cavalcata cui si riferiva il brano.
-Se il tuo senso del dovere vacilla – posso capirlo, la mia vicinanza non aiuta di certo a mantenere vive queste qualità, io posso offrirti qualcosa di più appetibile della semplice obbedienza: la possibilità di scegliere. Per un solo istante, con una semplice risposta potrai stabilire perché sei veramente qui: per volere di Hela, signora di Hel? No, per volere tuo.
Loki la guardò serio e se non fosse stato per i nomi e le qualità poco lodevoli che gli venivano attribuite, avrebbe potuto sembrare  veramente sincero.
-Perché tu sei la mia G.A.P.S. Leah e i Grandi Amici Per Sempre, si aiutano in ogni situazione.
L’orchestra di Wagner attaccò l’ultima parte del suo ritornello e Loki alzò le braccia pronto a sfoggiare il piatto forte delle sue argomentazioni:- E perché senza un nuovo smarthphone non possiamo battere il record a Temple Run di Mefisto!
-Sarebbe un vero peccato- commentò Ikol.
L’ancella di Hel sembrò riprendersi dall’aplomb che solitamente  la caratterizzava, fece un segno stizzito con entrambe le mani in modo che dio e gazza si zittissero.
-Devo ammettere che stavolta il  tuo sproloquiare ha un fondo di verità- disse. Il ragazzo sorrise: nessuno poteva resistere senza Temple Run.
-Quindi, sarò per l’ennesima volta tua complice  in una delle tue malefatte.
Loki si sistemò il cappuccio sulla testa:- Oh, G.A.P.S. sei il massimo!

Ogni leggenda che si rispetti ha sì un eroe bello e forte, un cattivo meno bello ed incredibilmente malvagio, degli amici in grado da spalleggiare il buono nella sua missione Giusta©, ma manca ancora un requisito fondamentale: l’oggetto magico, l’unico in grado di cambiare il destino in favore del Bene© o del Male©.

-Ed ora Loki?
Leah si era seduta su una roccia: si stava preparando all’ennesima avventura – o meglio disavventura- al fianco di Loki e aveva un principio di mal di testa, probabilmente causato dalle ciance del dio; per un buon cinquanta per cento aveva accettato per farlo smettere di parlare.
Per la l’altro cinquanta per cento, Leah credeva che dopo tutto quello strumento potesse essere servito e servire a qualcosa.
La ragazza non conosceva di preciso le potenzialità dello Stark-Phone ma Loki ci perdeva parecchio tempo e nelle loro passate missioni l’aveva utilizzato più volte, dicendo che era l’unico modo per sfuggire a delle scimmie inferocite e raccogliere il maggior numero di monete, o qualcosa del genere..
Nel frattempo lo smarthpone stava tenendo duro e riproduceva ancora la Cavalcata delle Valchirie, che ormai si avviava alla conclusione.
Loki accostò le mani, inclinò le dita, con un’abilità di coordinazione da fare invidia al team olimpico cinese di nuoto sincronizzato, in modo che si toccassero; i guanti neri che le fasciavano le facevano sembrare più lunghe, come tentacoli che avvolgevano tutto nelle loro spire, per portare la preda ormai inerte al loro mostruoso proprietario.
-Ora, Leah- disse - Ci serve la pietra magica.

_________________
Messaggio pubblicitario da parte dell'autrice:
Chi avrà letto la citiazione posta come incipit di questo capitolo, penserà che stavolta non avevo nessuna frase seria ed inerente al raccontro da scrivere e che tanto valeva che andavo sul profilo Facebook di qualche bella ragazza che vuole rendersi più intelligente con citazioni di Albert Einstein e William Shakespeare allegate alla sua foto seminuda.
Mi dispiace, ma i saldi al discount delle frasi cliché sono finite. In compenso ho citato questo commento ( riportato nella bellissima premessa di Garth Ennis a Transmetropolitan) perché questo capitolo è meno: meno divertente dell'altro, meno diretto. Insomma, è meno, brutto, è fuori come direbbe Flavio Briatore.
Quindi immagino che le recensioni caleranno da due a... a una facciamo (per essere positivi). Ma Warren Ellis si sbagliava quell'ottobre del 1997 (se non lo conoscete, cercate in google il suo nome: scoprirete che il thriller R.E.D con Bruce Willis è tratto da un suo fumetto). Io non sono Ellis, non sono mister cinismo e non ho alle spalle collaborazioni da fare girare la testa, ma spero di sbagliarmi. E spero che mi direte se ho ragione o meno.
Obliviosa Black.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Journey into Mystery / Vai alla pagina dell'autore: Obliviosa Black