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Autore: hilaryssj    28/12/2007    4 recensioni
Certe cose non si possono immaginare e quando le si prova sulla propria pelle... allora brucia.
Scotta come la brace e ghiaccia come la neve.
Si sente la terra tremare sotto i piedi e la pressione dell'aria farsi sempre più pesante, fino a perdere completamente le forze e allora l'unica cosa che si può ancora fare è lasciarsi trasportare dall'irrazionalità e da ciò che rimane della propria vita.
Genere: Romantico, Drammatico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Nuovo personaggio, Trunks, Videl
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niente resta come prima.












Il prato era leggermente umido, ma piacevolmente fresco. I rumori cittadini erano lontani. Il vociare della natura li avvolgeva in una dolce atmosfera.
Erano stesi sull'erba, in silenzio, uno accanto all'altra, e guardavano le stelle.
"Non sarà mai più come prima, vero?" chiese Becky con lo sguardo perso sulla stella più
luminosa, dopo un tempo indefinito.
Trunks trasse un lungo respiro di sconforto. Era dura ammetterlo... ammettere che ormai era tutto finito. Che il dolore d'ora in poi sarebbe sempre stato accanto ad ognuno di loro.
"Niente resta uguale, Becky. Tutto cambia in continuazione... e noi non possiamo impedirlo."
"Ho paura, Trunks... perchè è cambiato tutto? Perchè proprio adesso? Perchè io? Perchè Kail?" disse con un misto di rabbia e frustrazione, strappando una manciata di fili d'erba dalla disperazione.
Il giovane si issò su un gomito e la guardò con occhi pieni di compassione.
"Becky... non sempre il cambiamento è facile da accettare ed ora meno che mai. Tutto adesso ti può sembrare diverso e questo ti irrita, ma... con il tempo starai meglio, vedrai..." le sussurrò spostandole una ciocca di capelli dal viso.
"Non riesco ad immaginarmi di nuovo felice come una volta. I tempi in cui uscivo con le amiche e mi divertivo come una normale adolescente mi sembrano lontani mille anni... Non riesco a pensare nemmeno ad un futuro... mi sento piatta..."
"Ti capisco, Becky. Solo... non devi aggrapparti al passato. Il tempo scorre e noi dobbiamo trovare il modo di andare avanti con lui..."
"E' difficile, Trunks... troppo difficile..." mormorò la ragazza tra i singhiozzi.
"Lo so, Becky... lo so." cercò di calmarla come meglio poteva accarrezzandole la guancia e la testa. "Ricordati che non sei da sola. Ci sono sempre io... non devi piangere e non devi più stare male... credi che Kail sarebbe contento di vederti ridotta così?"
Lei si asciugò le lacrime scuotendo la testa. Sembrava una bambina... fragile, delicata, indifesa. Trunks per la prima volta capì che il suo compito era di gran lunga più importante che consolare una ragazza della 3° C. Era come se lui avesse preso il posto di Kail, ora. Forse non ne era all'altezza, ma Rebecca aveva bisogno di aiuto e lui sembrava fosse l'unico in grado di poterglielo dare.

La giovane si tranquillizzò e si mise a sedere imitata dal Brief. Il lago rifletteva la loro immagine rischiarata da un lampione del parco poco lontano. Tirava una leggera brezza piuttosto tiepida. L'aria tra loro era pesante e carica di sensazioni.
Trunks le prese una mano e gliela strinse, confortandola.
"Promettimi una cosa..." sussurrò lei lievemente, sorridendo appena al contatto con la mano calda di lui.
"Che cosa?"
"Promettimi che non mi abbandonerai mai... che, qualsiasi cosa accada, non te ne andrai senza di me..." disse in un sospiro, guardando nel vuoto davanti a sè.
Trunks esitò un istante prima di rispondere. Becky aveva perso la sua unica figura di riferimento tutto un tratto. Adesso non sapeva più a chi appoggiarsi e sembrava che in qualche modo ora l'avesse inconsciamente trovato.
"Te lo prometto, Becky. Qualsiasi cosa succede io ci sarò."
"Sei il mio migliore amico?" chiese lei, fissandolo negli occhi celesti.
"Si... a meno che tu non preferisca un cane... guarda che io non scodinzolo e non mangio ossi!" scherzò con una punta di ironia.
Becky scoppiò a ridere dandogli una leggera spinta amichevole. "Cretino!" esclamò tra le risate.
Quella era la prima volta che la vedeva ridere. A scuola non la frequentava e il suo sorriso l'aveva notato poche volte di sfuggita. Era bella quando rideva. Era semplice. Era semplicemente lei. Quella risata Trunks la sentì come una liberazione per lei. Come qualcosa che finalmente lavava via le sue frustrazioni. Qualcosa che la rendeva leggera. Lo capì da una lacrima solitaria che le solcava la gote. Una lacrima di felicità.

Si ridistesero sull'erba ad ascoltare i grilli. Era davvero rilassante. Una specie di aromaterapia, con il profumo dei fiori e il silenzio della natura a circondarli.
"Trunks... tu hai già progetti per il futuro?" domandò ad un tratto lei rotolando su un fianco e ritrovandosi a pancia in giù vicino a lui.
"In che senso?"
"Bhè... non so... che Università frequenterai dopo gli esami di maturità?"
"Sul tema 'Università' cè un dibattito aperto a casa mia tra mio nonno e mia madre... Princeton o Yale... una delle due." rispose con un sospiro quasi stressato.
"Mi sembrano entrambe molto prestigiose... tu cosa vorresti fare una volta laureato?" chiese ancora Becky.
"Non saprei... immagino di portare avanti l'azienda di famiglia... sai, la Capsule Corporation e il resto... penso che studierò ingegneria."
"Già... è il lavoro perfetto per te... sei molto in gamba a scuola... e con i numeri..." sorrise lei, d'accordo con la scelta dell'amico.
"E tu?"
"Io cosa?"
"Tu... hai progetti per il futuro?" chiese Trunks improvvisamente curioso.
"Non lo so. Al momento non riesco ad immaginare un mio possibile futuro." ammise con tristezza.
"Dài... ogni ragazza ha un sogno ed è quasi sempre lo stesso" disse alzando gli occhi al cielo "Una grande villa dove vivere con il marito, o pseudonimo del Principe Azzurro, e almeno cinque canaglie di mocciosi che scorrazzano per casa... dimentico qualcosa, forse?" chiese ironizzando.
"Ah-ah... molto divertente. Comunque, per tua informazione, le ragazze non sognano solo QUEL futuro!" ribattè con enfasi.
"Ah no? E cos'altro sognano le ragazze?" domandò, visibilmente divertito.
"Bhè... la maggior parte preferisce diventare una famosissima modella-attrice con un amante per Stato e un figlio clandestino, che ovviamente non rovini la sua immagine. Questo comporta quasi sempre una liposuzione all'anno e una plastica quando si superano i quaranta!" rispose unendosi contemporaneamente alla risata del ragazzo.
"Spero che tu non faccia parte di questa categoria!" enfatizzò Trunks con le lacrime agli occhi per lo sforzo di ridere.
"No, traquillo. La modella rifatta non mi si addice proprio!"
"Buono a sapersi, allora!" disse quasi senza pensare il Brief.
"Cosa?"
"Scherzavo..." disse infine, riaquistando la calma.
Restarono in silenzio per qualche secondo, leggermente imbarazzati. Trunks si rimise a sedere con un sospiro rilassato.
"Qual è il tuo sogno, Becky?" chiese d'un tratto.
"Te l'ho detto... non lo so..." nella sua voce c'era una timida incertezza.
"Si che lo sai... perchè non vuoi dirmelo?" insistette il glicine, fissandola con intensità tanto che Becky dovette distogliere gli occhi e guardare l'erba sotto di sè.
Non rispose.
"Becky?"
"Trunks... io non ho un sogno... non ne ho mai avuti..."
"Non ci credo." la incalzò.
"Ti dico che è così. Per anni io sono sempre stata la ragazza modello. La studentessa migliore. La figlia perfetta. Con i miei voti potrei entrare in qualsiasi College, ma ciò che farò dopo la laurea... non ne ho la più pallida idea." rispose con una punta di malinconia.
"Capisco... d'altronde hai ancora due anni davanti... le idee alla fine ti saranno più chiare, vedrai!" la rassicurò lui.

Tornò il silenzio. Il rombo di una moto si sentì in lontananza riportando l'essenza della città anche in quella radura idilliaca.
"Oh, avanti... avrai pure un hobby, un qualcosa che fai sempre... un qualcosa che ti piace fare, dài..." la incoraggiò ancora una volta.
"Spiacente..." rispose lei scuotendo la testa "Oltre alle equazioni di secondo grado non mi viene in mente nient'altro che possa piacermi." disse sorridendo, con quell'espressione di sfida.
"Ne sei sicura?" sussurrò lui appoggiandosi sui gomiti, lo sguardo penetrante piantato su di lei.
"Io... credo di si..." mormorò abbassando lo sguardo, cercando di sfuggire al suo.
Era imbarazzata. Quel silenzio era pesante e lasciava spazio a tanti pensieri. Non riusciva a capire...
"Va bene..." sospirò lui alzandosi in piedi "Ora sarà meglio che ti accompagni a casa. E' tardi." le disse porgendole la mano per alzarsi.

Ripercorsero la stradina sterrata finchè non si immersero nuovamente nel traffico cittadino. Mentre camminavano sul marciapiede verso casa Blomwood, Becky divenne d'un tratto curiosa.
"Senti, Trunks... mi spieghi come... come fai a..." non sapeva se quella domanda era opportuna o se gli avrebbe dato fastidio.
"A volare?"
"Si..." forse era decisamente inopportuna.
"E' una lunga storia. Diciamo che è un'eredità di famiglia..." rispose,vago.
"In che senso?" domandò sentendo la curiosità aumentare.
"Non è facile da spiegare. Non è solo il fatto di volare... è molto di più." disse sorridendole.
"Intendi dire che c'è dell'altro?"
"Si... ma non preoccuparti... un giorno ti spiegherò ogni cosa."
Forse non era una buona idea. Raccontarle le sue origini, i suoi poteri... Non l'aveva mai fatto con nessuno. Nemmeno con Kail. Era strano, ma dopotutto si fidava di lei. Le avrebbe raccontato ogni cosa, ogni avventura, ogni scontro... Sarebbe stato bello confidarsi con qualcuno, mostrare chi era veramente.

Si guardò intorno, circospetto. Non c'era nessuno per quella strada. A quell'ora erano tutti in discoteca o già a casa.
Si fermò, bloccando la ragazza per un braccio.
"Aggrappati a me..." le disse.
"Perchè?"
"Fidati."
Becky lo guardò stranita. Dopo un istante, si avvicinò a lui con gli occhi bassi. Non voleva ammetterlo, ma tutto ciò era davvero imbarazzante.
Gli circondò il collo con le braccia. I capelli di lui le sfioravano il viso, solleticandole le palpebre e le labbra. Trunks le passò le sue mani intorno alla vita...
"Tieniti forte."
Becky non ebbe neanche il tempo di ribattere che si trovava già a parecchi metri da terra. Avrebbe voluto urlare, ma cercò di inghiottire la paura stringendosi a lui più forte che poteva con gli occhi serrati.
Erano fermi. Galleggiavano per aria come una bolla di sapone. Faceva tanto freddo e il vento ululava come fosse l'unica cosa esistente. I rumori cittadini erano lontani e ovattati. Sembrava tutto così chiuso, protetto, come fosse sotto una boccia di cristallo. A Becky pareva quasi di essersi addormentata.
"Puoi aprire gli occhi, adesso." disse Trunks leggermente divertito, rompendo quel magico silenzio.
La ragazza si fece coraggio. Aprì lentamente un occhi e poi l'altro e quello che vide la lasciò senza fiato.
Sotto di loro c'erano i grattacieli che al confronto sembravano delle casette di cartone. Da lassù si vedeva tutta Satan City. Le numerose luci nel buio si fondevano tra loro facendo sfavillare le strade e le vie del centro. La macchia verde dove erano stati poco prima attenuava il grigio dei palazzi e annegava i colori nel velo blu scuro del lago. Becky non sapeva come definire tutto quello. Era uno spettacolo unico, impensabile. Non aveva mai assistito a niente del genere prima d'ora e tutto le sembrava così...
"Trunks... è meraviglioso..." mormorò rapita da quel contesto.
"Si... proprio come il tuo sorriso." le sussurrò con quel tono basso, ansante, lo stesso con cui stava facendo sciogliere il cuore di Becky.
Lei rimase colpita da quella risposta. Tanto che non riuscì a dire altro, affondando il viso color porpora nel suo vigoroso petto.
Il respiro di lui le scaldava la base del collo. Rebecca stava andando in escandescenza. Non sapeva nemmeno lei se era per l'imbarazzo o per il freddo che le bruciava le ossa.
In quel momento sembrava che tutto si fosse fermato. Anche il suo respiro.
"Se ti fidi di me... allora non avere paura." le sussurrò ancora lui.
"Come... ?!" chiese non avendo capito a cosa Trunks stesse alludendo.
La presa si sciolse d'un tratto. L'aria ghiacciata l'avvolse in un abbraccio pesante che la spingeva verso il basso.
Stava precipitando.
Non riusciva neanche ad urlare. I polmoni sembravano essersi spostati in gola.
E' finita.
La paura sembrava essersi dissolta.
L'ultima cosa che vide prima di chiudere gli occhi fu il sorriso rassicurante di suo fratello.  
Era questione di attimi e ci sarebbe stato l'impatto con il suolo. Becky temeva di aprire gli occhi...
... Poi qualcosa arrestò la sua caduta. Sembrava tornata a galleggiare in aria. Sentiva la pressione sui suoi fianchi.
Si fece coraggio e spalancò le palpebre. La città era ancora sotto di lei. Stava volando!
"Non stai volando!" disse una voce snervante sopra di lei. Sembrava ridere di gusto.
Idiota!
"Trunks... sei un idiota!" urlò evidentemente irritata lei.
Lui fece una mezza capriola senza mollare la presa, finendo con il trovarsi sotto di lei e sorreggiendola con le braccia per vedere la sua faccia rossa di rabbia.
"Ma guarda che è vero... in teoria sono io che sto volando e tu sei solo il peso che mi sono portato dietro..." esclamò ridendo. Becky divenne ancora più adirata.
"Sei un idiota perchè questo peso che ti sei portato dietro rischiava di essere spiaccicato a terra!" urlò rossa in viso, cosa che faceva sbellicare dalle risate il diciottenne.
"Oh, andiamo ... credevi veramente che ti avrei lasciata cadere? L'ho fatto apposta... non è stato divertente?"
"No che non lo è stato, deficente che non sei altro!"
Trunks si mise a ridere più forte mollando di nuovo la presa. Stavolta Becky non trattenne alcun urlo.
L'afferrò al volo come se l'avesse presa in braccio e cercò di far morire quella risata alla vista del colorito blu della ragazza.
"Fossi in te terrei a freno la lingua... Non sei nelle condizioni di insultarmi, ora." affermò solenne e Becky decise di ascoltarlo per evitare ulteriori infarti continuando però ad imprecare nella sua mente.

Mentre volavano verso casa Bloomwood, Becky ammise comunque a sè stessa di essersi divertita. Uscire quella sera le era stato utile. Aveva ritrovato la voglia di vivere, una cosa che ormai aveva dichiarato persa.
Trunks aveva ragione. Niente resta come prima. Becky non aveva comunque intenzione di arrendersi. Sarebbe andata avanti. Era una promessa. Per lei e per suo fratello. E i suoi pensieri in qualche modo riconducevano sempre al ragazzo che in quel momento la stava stringendo a sè per proteggerla dal freddo di quelle altezze.
Gli era grata per quello che stava facendo e non potè fare altro che lasciarsi sfuggire un ultimo sincero "Grazie" prima di scivolare nel sonno. Per la prima volta dalla tragedia senza incubi.





Continua...!?!?







Eccumiiiii!!! Sono tornataaaaa!!! Leggero ritardo, ma sapete com'è ... le feste, il Natale... eheh

AUGUUURRRIIIIII!!!!!!

Buon Natale a tutti! (ritardo, ma sapete come sono fatta hehe)

Già che ci sono colgo l'occasione per augurarvi un felice anno nuovo!

Questo è il mio capitolo-regalo per voi ^^

buon natale

Ho poco tempo quindi nn posso ringraziare uno per uno (scusate):

Videl'95 ; linasayan ; miss miyu 91 ; ladyultraviolet ; Frulallas ; Pink_Videl ; Arianna ; Sweet GiulySS

Grazie davvero ragazze!! Non so come farei senza di voi!


Un ultima cosa ...

Purtroppo non posso aggiornare giorno per giorno come aveva precedentemente detto...

Causa: Nuove fic in lavorazione!

Pensavo di finire questa e poi iniziare con le altre, ma l'istinto mi ha vinto! Eheh ... scusate!

Non preoccupatevi! Comunque aggiornerò più o meno in fretta! Non mi dimentico di questa fic, tranquille! ^^


Ringrazio ancora tutti quanti!

BUONE FESTE

by


Hilaryssj























  
  
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