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Autore: murrina    28/12/2007    2 recensioni
Eccomi qui. Ci provo, amici di EFP. Alcuni mesi fa scrissi questa fic, dedicata ad uno dei mie personaggi preferiti di questo bellissimo anime/manga, Bibi Nefertari. Questa mia fiction vuole raccontare, secondo il mio punto di vista, ciò che potrebbe essere successo se... Insomma, vorrei raccontarvi una storia che parla della nostra Ciurma e del regno di Alabasta. Dopo la loro partenza, dopo la sua decisione. Una storia, un baratro coperto da un velo. Spero scoprirete quel velo, perchè è l'unico modo per entrare veramente nel vivo della storia. E spero avrete voglia di leggere questa mia piccola sorpresa di Natale. Ci ho messo il cuore, scrivendola, è una piccolissima parte di me che vorrei condividere con voi. Buona lettura e, se la leggerete, grazie!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Bibi sussultò e, congedandosi velocemente dagli altri, spiegando altrettando velocemente la situazione con un semplicissimo termine in labiale (“Khoza!”) seguì la ragazzina, sistemandosi i capelli con agitazione.
Ringraziò Miriam e, con le mani dietro la schiena, si avvicinò a quella figura che poggiava la propria schiena sull'enorme balcone, fino a ritrovarsela davanti.
“ Ciao capo...”
“ Bibi, buonasera” la salutò, sfiorandole una guancia con le labbra, a mo' di saluto.
“ Po-posso fare qualcosa per te?”
Lui, per tutta risposta, incrociò le braccia sul petto e, con tono perentorio, chiese spiegazioni sugli amici che aveva portato ad Alabasta.
La giovane donna parve dubbiosa, ma preferì dirgli la verità.
Si sentì rispondere da qualcuno che, evidentemente, conosceva già quella verità.
Khoza sciolse le proprie braccia e prese quelle della ragazza che gli stava di fronte, scuotendola con dolcezza. Contemporaneamente urlò, tenendo la voce ad un volume più basso possibile (so che sembra una cosa paradossale, ma...Avete capito come glielo disse? Bon, perfetto! XD NdMurrina).
“ Ma sei impazzita, Bibi?! Portare a palazzo quella banda di pirati! Come puoi pensare di passarla liscia? Li troveranno, capiranno chi sono e li denunceranno! Non ci vorrà molto prima che tutto il paese lo sappia!”
“ Shhht! Khoza non dire così, sono al sicuro qui, non è il Re il problema, per lui è difficile anche capire se siamo nel XXI secolo, non sa cosa c'è fuori” ed indicò, istintivamente, il mare. “ Non ha idea del mondo che corre fuori dalle porte di un qualunque palazzo! Non ha il fegato per mischiarsi alla...”
“ ...Plebe?” domandò, con un filo di polemica, il giovane.
“ ...Gente comune!” rispose con fermezza
“ E allora perchè oggi ha voluto abbassarsi a questi livelli di... tristezza sociale?” più che una domanda, quella di Khoza sembrava una vera e propria affermazione: il re sospettava qualcosa.
“ Perchè...” Bibi rimase di stucco e volse lo sguardo a terra: “ E' banale rispondere “perchè ho cercato di cambiarlo, in questi due anni”?”
“ Sì... Bibi, perdonami, io mi sto solo preoccupando di te.” disse, avvicinandosi alla ragazza: “ Non meriti di essere in pena, ancora. Meriti di essere felice!” le mise le mani sulle spalle.
“ Non preoccuparti, capo. Rufy e gli altri sanno cavarsela... Li aiuterò a scappare senza lasciare tracce, se le cose si metteranno male!” gli sorrise.
“ Non è per loro che mi preoccupo.” A che cosa alludeva? Bibi ci mise qualche istante, ma poi capì.
“ Non temere...” ripetè: “ Starò bene.”
“ Bibi guarda in faccia la realtà: il tuo cuore non è con lui.”
Alla donna venne istintivo un sorriso: non era il solo che pensava queste cose. Zoro aveva ragione quando le consigliava di avere occhi e orecchie aperte, per evitare le illusioni, falsi miti prodotti da una mente bisognosa di sicurezze; non sono sogni, non sono speranze, sono solo situazioni irrealizzabili. Bibi non avrebbe potuto vivere con loro, sulla Sunny, non era quello il suo posto: il suo posto era ad Alabasta, una corona in testa e al fianco l'uomo che veramente amava. Non un fuorilegge rassomigliante a quello, nè tantomeno un rozzo uomo di mezza età senza passione nè sensibilità. Non era quello il ruolo che avrebbe dovuto vivere.
“ Forse dovrebbe esserlo... o forse potrebbe.”
“ Nè l'uno nè l'altro, Bibi! Cos'hai da spartire con...quello?”
“ Khoza, devi portare rispetto, è pur sempre il tuo Re!” cercò di indignarsi la giovine, ma non le riuscì, cogliendo il significato delle parole dell'ex ribelle.
“ Sai cosa penso sia? Penso sia un...Un...Maiale! Tutto il regno lo considera un babbeo! E' solo un fantoccio, quella che veramente pensa al nostro Paese sei tu...” le disse, scostandole una ciocca di capelli dal viso. “ Tu non sei fatta per essere una pia moglie, muta e accondiscendente alle richieste o pretese del marito!” dicendo così, la fece sorridere. L'uomo le mise le mani sulle spalle e avvicinò il proprio viso a quello della nobile, per guardarla negli occhi, annullando la differenza di altezza.
“ Khoza... Me la caverò...” gli sussurrò, mettendogli una mano sulla bocca. “ Ti ricordi, quando eravamo piccoli mi dicevi che somigliavo ad un gattino: non mi facevo mai male, cadevo sempre in piedi. Sarà così anche questa volta. Grazie per essere tornato...”
Lui rispose limitandosi a regalarle un piccolo sorriso. In effetti, Khoza era molto diverso da Bibi, per certi versi: lei sorridente, sensibile, sognatrice, altruista, ottimista ed allegra. Lui ribelle, a volte scontroso, forte e determinato, pragmatico, odiava le grandi cerimonie ed era un tipo diretto, preferiva andare subito al sodo della faccenda.
Si abbracciarono e si augurarono la buonanotte, silenziosamente, senza la voglia di dividersi veramente. Bibi aveva vissuto una giornata piena di emozioni; appena svoltato l'angolo, nascosta agli occhi del ragazzo, che si stava incamminando, si lasciò scivolare ed, appoggiandosi al muro del giardino del palazzo, si lasciò cadere seduta per terra.
Amava Khoza, odiava il Re, adorava i suoi amici pirati: ora, lì, se non fosse stata così maledettamente coscienziosa avrebbe preso ciò che le serviva, avrebbe fatto fagotto, se lo sarebbe portato appresso mentre saliva con Rufy e gli altri su quella nave. Il fagotto, chiaramente, consisteva anche in Karl, il suo fidato papero, e Khoza. Sarebbe stata pronta a rapirlo, se lui non avesse voluto seguirla. Mentre ragionava su questi assurdi piani, un gatto balzò fuori dal cespuglio.
Chaka, la regina ricordava, le aveva insegnato a ponderare, a meditare, a non lasciarsi trasportare da cattivi sentimenti, tra i quali erano annoverati anche egoiosmo e animo capriccioso.
“ Ma io non sono capricciosa! Vorrei solo avere la vita di una normale ventiduenne!” esclamò Bibi, al vuoto, o forse al gatto, come a difendere la propria posizione di fronte all'immagine che la sua testolina aveva prodotto, quella di Chaka che le ripeteva quanto prima spiegato.
In un impeto di aggressività, stringendo i pugni, calciò a vuoto qualcuno che non conosceva, per questo destino crudele (come si usa dire) che le aveva riservato.


Khoza dal canto suo, non aveva mai accettato il matrimonio senza amore di quella ragazza che l'aveva sorpreso ogni giorno e l'aveva sempre fatto innamorare di più. Sì, quel re era un usurpatore; Bibi era sua proprietà, senz'ombra di dubbio. Probabilmente non si sarebbe mai rassegnato all'idea di vederla da distante: lui da sotto, lei dal trono. Voleva la sua piccola Bibi, le era mancato quel fiorellino blu.
“ Bibi...” si ritrovò a mormorare, mentre saliva sul proprio cavallo.
Il suo desiderio era averla per sè, per proteggerla da questo mondo di falsità e cattiveria, la voleva vedere raggiante, con il suo sorriso spontaneo e dolce, al sole di Alabasta, la stessa Alabasta che lei aveva fatto rinascere dalle ceneri di una guerra inutile e senza senso, come tutte le guerre.
Decise: l'avrebbe portata via con sè.


Nami stava sul balcone della propria camera, nella quale Robin, Zoro ed Usop chiacchieravano e si divertivano. Aveva osservato tutta la scena.
Scosse la testa, triste per le sorti dell'amica e, mentre continuava a fissare la notte, Zoro le si avvicinò.
“ Sei preoccupata per Bibi?”
“ Sì. Dobbiamo liberarla, Zoro! Dobbiamo farla reagire, la porteremo via con noi! Ecco, sì! Faremo finta di rapirla!” si illuminò, quindi. Notte strana, quella. Forse era la Luna, troppo vicina alla Terra, ma in quella notte tutti ebbero idee estreme.
“ Nami, vola basso: noi non possiamo fare niente, con noi si caccierebbe solo nei guai. Non facciamo sciocchezze, la stiamo facendo ragionare, questa è l'unica cosa che ci è concessa.”
“ Tsk... Non capisco perchè non abbia cercato di sposare Khoza!” lei ricominciò a guardare il cielo stellato.
“ Nami, avanti, sai benissimo che ci sono protocolli su protocolli per tutto, nella nobiltà”
“ Zoro... Ti è stato difficile rinunciare a lei?” chiese lei, a tradimento. Il giovane non si scompose: “I nostri destini non coincidevano, lo so. Il suo posto non è con noi, ed il mio posto non è con lei. Ti posso assicurare di essere stato ed essere tuttora sereno al cento per cento. Avrò qualcun'altro al mio fianco.” spiegò, prima guardando Nami, poi imitandola nella postura: fiera e composta di fronte alle stelle ed alla Luna. Una metafora si trasformò in un dato di fatto.

  
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